LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE - Il giornalino di classe - IC GARIBALDI-PIPITONE

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Il giornalino di classe        Anno I Numero I
                                                             Giugno 2019

                  LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE

                                                               Sommario
Il Direttore Responsabile:                                Il pellegrinaggio della
      Michela Surdo                                               legalità
  Maria Rosa Giacalone                                          Green Book
                                                         Viaggio d’istruzione in
                                                             Emilia-Romagna
    La redazione:                                         Viaggio d’istruzione a
gli alunni delle classi                                            Cefalù
    2B-3B-2D-3D                                             Le giornate FAI di
                                                                 primavera
     del progetto                                      Incontro con Attilio Bolzoni
 “Noi giornalisti di                                      Pensa, Guarda, Ama
        classe”                                             Intervista a Tadjou
                                                                Kalambani
                                                          La seduzione del bene
                                                             Addio ai monti…
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LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE

                   SULLE ORME DEI PROTAGONISTI
                          DELL'ANTIMAFIA
In data 03/05/2019,noi ragazzi dell’IC ‘’Garibaldi-Pipitone’’ di Marsala siamo andati a Palermo a visitare alcuni dei
posti rappresentativi legati alla lotta alla mafia; una visita che si inseriva all'interno di un percorso sulla legalità, che
coinvolgeva tutte le classi terze della scuola media.

La prima tappa ci ha visto, emozionati, varcare le soglie dell’ Aula bunker . Quest’ aula è famosa perché in essa è
stato celebrato il maxiprocesso che grazie alle preziose testimonianze di pentiti come Tommaso Buscetta ha
svelato il fenomeno mafioso .All'interno dell'aula ci attendeva un giornalista de La Repubblica, Umberto Lucentini;
assieme a lui, altre persone che avevano seguito dal vivo l’evento e che ci hanno raccontato le loro testimonianze.
Grazie a essi non abbiamo solamente potuto osservare le gabbie in cui erano rinchiusi i mafiosi, ma anche le
stanze del consiglio, con dormitori e cucine, in cui il presidente Pietro Giordano assieme agli altri giudici e a i
membri della giuria popolare, restarono chiusi per 40 giorni, senza poter essere avvicinati da nessuno, mentre
discutevano e si confrontavano, prima di emettere la sentenza.

Usciti dall'aula bunker ci siamo diretti verso il quartiere ''Brancaccio'' dove risiedeva Don Pino Puglisi, un sacerdote
che cercava di insegnare ai ragazzi il rispetto delle regole della convivenza civile in modo da strapparli alla dura
legge della strada e alla criminalità. Don Puglisi fu assassinato di fronte la sua abitazione, nel giorno del suo
compleanno. La sua storia è triste e commovente allo stesso tempo, dalla testimonianza di un pentito si è saputo
infatti che quando il killer gli si avvicinò con la pistola puntata, don Pino sorrise, dicendo che se lo aspettava. Per
concludere il nostro percorso sulla legalità , ci siamo recati a Cinisi, dove abbiamo visitato la casa memoria di
Giuseppe Impastato, un giornalista, di democrazia proletaria, che ,nonostante fosse figlio di un mafioso, non esitò a
denunciare ,utilizzando anche le armi della satira e dell’ironia, il boss locale, Gaetano Badalamenti, la cui casa
distava dalla sua solamente cento passi, metafora della distanza breve che separa la legalità dall'illegalità. Alla
casa memoria abbiamo potuto ascoltare la testimonianza del fratello di Peppino: Giovanni Impastato. Un uomo
che, anche a causa dell' assassinio del fratello, ha fatto della lotta contro la mafia, la sua ragione di vita. Giovanni
ha iniziato il suo discorso affermando con coraggio di essere stato figlio di un mafioso, ha poi continuato
raccontandoci di Peppino e della sua lotta per un mondo più giusto.

Questo percorso è stato un’importante opportunità di crescita ed ha suscitato in noi la voglia di impegnarci in prima
persona, facendo semplicemente la nostra parte nella lotta contro le mafie.

Filippo Architetto IIID
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Tutti al cinema
                            In data 29 aprile 2019 gli alunni della scuola "V. Pipitone" si sono recati al
                            cinema Centrale di Marsala per la visione di "Green Book", un film del
                            2018 premiato con tre Oscar. Si parla dell'amicizia tra un buttafuori
                            italoamericano e un pianista afroamericano nell'America degli anni '60. I
                            protagonisti sono Tony Lip (il soprannome di Frank Anthony Vallelonga) e
                            Don Shirley, che entrano in contatto quando il primo va fare il colloquio per
                            ottenere l'incarico di autista personale del pianista, che sarebbe dovuto
                            partire per una tournée nel sud degli Stati Uniti. All'inizio i due fanno fatica
                            ad avviare una relazione amichevole principalmente a causa del diverso
                            colore della pelle, che in quel tempo, in America, era molto determinante e
                            condizionante. Superate le prime difficoltà, Tony ottiene il posto di lavoro
                            con un salario di 125 dollari a settimana. I due partono per il tour come due
                            quasi sconosciuti, ma riusciranno ad oltrepassare i problemi razziali del sud
                            e a instaurare un'amicizia?
                            Il messaggio che vuole dare il film è che nel mondo non devono esistere
                            discriminazioni razziali ed è giusto offrire il proprio contiributo contro il
                            razzismo. Il film è volto a sensibilizzare le persone contro le
                            discriminazioni e gli alunni devono essere i primi a promuovere il non-
                            razzismo perché sono giovani e saranno su questa terra ancora per molto.
                            Saranno loro a decidere le sorti del pianeta.
                            L'uscita didattica rientra nel progetto "Cineforum" e gli alunni vi hanno
                            partecipato con entusiasmo. A nostro parere l'iniziativa andrebbe riproposta
                            negli anni successivi perché è un modo alternativo di fare cultura, efficace
                            quanto lo studio e forse anche di più. In questo caso, il film ci è sembrato
                            significativo, non affatto noioso e a tratti divertente. Noi siciliani possiamo
                            apprezzare meglio il film perché il punto di vista del protagonista, Tony, è
                            simile al nostro e può colpire meglio le nostre coscienze.

LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE   Salvo Marcella
                            Gerardi Asya
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Si Vola in Emilia Romagna

Un guasto tecnico ci ha bloccato in aeroporto per ben quattro ore! Certamente
non è iniziato nel migliore dei modi il nostro viaggio d’istruzione ma
finalmente, dopo quattro ore di attesa e un’ ora e 15 minuti di volo ,siamo
atterrati all’aeroporto di Bologna, prima tappa della nostra sospirata gita di
terza media.
Dopo aver mangiato in un fast food siamo andati subito a visitare i principali
luoghi e monumenti del capoluogo emiliano: Piazza Maggiore, la Torre degli            LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE
Asinelli, la casa di Lucio Dalla, la strada dedicata alle persone famose di
Bologna, la prima università del mondo, la basilica di San Petronio.
Successivamente abbiamo passeggiato sotto gli straordinari portici e poi in
autobus siamo
andati all’albergo “Vienna Ostenda” di Rimini, che ci avrebbe ospitato in quei
giorni. L’indomani siamo andati a Ravenna, famosa per i suoi mosaici che
ricordano, in linea di massima, quelli di Caltagirone (che abbiamo visitato
l’anno scorso). A Ravenna abbiamo ammirato la Basilica di Sant’Apollinare
Nuova, la Basilica di San Vitale, la Basilica di Sant’Agata e il Battistero degli
Ariani, patrimonio dell’Unesco dal 1996,il Battistero rappresenta un unicum
nel suo genere poiché nessun altra città al mondo conserva un edificio
destinato al culto ariano con una decorazione a mosaico che permette di
evidenziare le differenze tra questa dottrina religiosa e quella ortodossa.
Successivamente siamo andati ad Urbino e San Marino. Ad Urbino siamo stati
immersi in un’atmosfera medievale , perché la cittadina conserva integro il
suo centro storico nella cui piazza principale si erge l’enorme palazzo del duca
di Montefeltro, signore quattrocentesco di Urbino. All’interno del palazzo
abbiamo avuto la possibilità di ammirare quadri che avrei immaginato di
vedere solo nei libri o in foto, come ad esempio le opere di Piero della
Francesca.
L’ultimo giorno ci siamo recati a Maranello, nel museo della Ferrari; abbiamo
ammirato le macchine prodotte da questa storica casa, da quelle risalenti al
1800 alle attuali macchine da formula 1. Ci sarebbe piaciuto acquistare dei
souvenir ma i prezzi dei gadget erano proibitivi per le nostre finanze (una
penna costava 200 euro e un modellino di macchina da corsa addirittura 8.000
euro!!!). Purtroppo con Maranello la nostra gita si è conclusa ,infatti siamo
ripartiti dopo qualche ora.
 Il viaggio di ritorno in aereo è stato spiacevole, sia perché siamo scesi di quota
troppo in fretta, ma soprattutto perché a causa del forte vento non siamo potuti
atterrare subito ma abbiamo dovuto fare un giro largo.
Personalmente consiglio vivamente le gite, perché sono un momento di
socializzazione e di apprendimento ,un raccogliere informazioni reso più
gradevole dalla lontananza dall’edificio scolastico

Francesco Cassarà IIID
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Viaggio di Istruzione
 Emilia Romagna
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Viaggio di Istruzione
 Emilia Romagna
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È tempo di gita: si parte per Cefalù e Santo Stefano
I giorni 13 e 14 maggio le classi seconde dell’istituto comprensivo Garibaldi-
Pipitone si sono recate a Cefalù, Santo Stefano di Camastra e Tusa per
intraprendere la gita di fine anno.
Le prime visite sono state al Duomo e al lavatoio di Cefalù.
La leggenda narra che il Duomo sarebbe sorto per volere di re Ruggero II, che
voleva lì la sua tomba, ma Federico II, un suo successore, spostò la tomba a
Palermo, interrompendo così la decorazione della cattedrale e lasciando spogli i           LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE
muri.

Si dice che il lavatoio di Cefalù abbia avuto origine dalle lacrime di una ninfa che
uccise il suo compagno dopo aver scoperto il suo tradimento. Il lavatoio qualche
secolo fa veniva usato dalle donne per lavare i panni e i bambini.
Nel primo pomeriggio gli studenti si sono recati a Tusa per visitare l’atelier sul
mare, un hotel con stanze che rappresentavano i colori, le emozioni, la notte e le
stelle.
I ragazzi, soddisfatti delle nuove conoscenze apprese durante la prima giornata,
sono tornati in hotel, dove li aspettava una serata in discoteca. La mattina
seguente i ragazzi si sono recati a Santo Stefano di Camastra e hanno visitato la
fabbrica di lavorazione della ceramica “Fratantoni”. Qui, è stato spiegato tutto il
processo di lavorazione della ceramica: per prima cosa si modella l’argilla, si
ottiene così la forma desiderata con un tornio e si asciuga in un forno elettrico, poi
l’oggetto viene dipinto, la pittura viene asciugata ed infine si lima la parte inferiore
dell’oggetto.
La tappa successiva è stata invece il museo di Palazzo Trabia in cui hanno avuto
modo di apprendere la storia della ceramica di Santo Stefano di Camastra. Dopo
un pranzo in una delle trattorie locali, i ragazzi hanno iniziato il viaggio di ritorno
verso Marsala.
Santo Stefano di Camastra sembrava un museo a cielo aperto: era piena di
ceramiche e di colori che abbellivano le vetrine e i ristoranti del posto. I ragazzi
hanno scoperto le caratteristiche e hanno apprezzato le usanze di questi luoghi.
Quest’esperienza è stata memorabile, è servita per l’arricchimento delle
conoscenze.
Silvia Palermo 2 B
Veronica Vitello 2 B
Si aprono le porte della chiesa di Santo Stefano                       LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE
«Verrà riaperta la chiesa Santo Stefano a Marsala». È questo
l'annuncio fatto da un rappresentante del FAI. Nella nostra
cittadina, infatti, dopo circa trent'anni, è stata riaperta una chiesa
annessa alla scuola media "V. Pipitone" in occasione delle
giornate FAI di primavera. Il futuro del locale è però ancora
incerto.
La chiesa fu commissionata da Stefano Frisella nel 1606, da cui
prende il nome, ma in realtà era destinata all’Ordine delle
Agostiniane Riformate. La chiesa fu completata verso la fine del
XVII secolo con opere e stucchi di Vincenzo Giglio. La chiesa,
elegantemente decorata, presenta tre altari, un prospetto a
campana semplice con portale architravato in pietra dura di gusto
rinascimentale. La facciata è decorata con una piccola finestra
chiusa da una grata di ferro a petto d’oca. Sulla facciata di via
Frisella si apre un portale in stile manieristico. L’interno è a
navata unica con cappelle laterali nelle quali sono due altari: a
destra è presente la tela del XVII di S. Agostino mentre a sinistra
è collocata una tela ottocentesca. La decorazione è barocca con
puttini che reggono festoni e busti di sante agostiniane; sui
pilastri esterni del presbiterio due figure simboliche: Pace e
Carità. Nella macchina d’altare è presente il rilievo con la
rappresentazione della gloria di Santo Stefano.Tutto ciò,
purtroppo, non è visibile quotidianamente perché la chiesa è
chiusa da circa trent'anni ed è stata riaperta solo per tre giorni nel
marzo del 2019. Penso che questa chiusura sia un peccato e uno
sfregio al territorio marsalese perché sarebbe un punto di ritrovo
per molti cattolici e un'attrazione che attirerebbe molti turisti
interessati all'arte e alla religione. Questa chiesa è dovuta ai
marsalesi, che in compenso hanno da circa trent'anni una risorsa
inagibile per motivi ignoti. Il comune non fa sapere nulla a
riguardo da un bel po' di anni. A chi non farebbe comodo la
riapertura del locale? La scuola Pipitone, oltre alla città, potrebbe
anche farne vari usi; per esempio la chiesa potrebbe fungere da
Aula Magna o da biblioteca.

Manzo Giovanni
Cuccia Giuseppe
Un incontro speciale: Tadjou
                            Il 15/04/2019 alcuni studenti di seconda e terza media, dell’Istituto V. Pipitone ,
                            all’interno del corso “Noi giornalisti in classe” hanno intervistato un giovane extra
                            comunitario che frequenta il nostro istituto nelle lezioni serali. Il ragazzo che
                            abbiamo intervistato si chiama Tadjou e ha 18 anni ed è di religione musulmana. E’
                            originario nel Togo, uno stato africano, viveva lì con la sua famiglia, di cui
                            purtroppo non ha più notizie. Suo padre era un avvocato e un oppositore politico ,
                            è stato arrestato ed è morto in prigione.     All’ età di 8 anni Tadjou ha iniziato a
                            frequentare la scuola, ci racconta che la sua materia preferita era la matematica ,
                            ma anche le lingue: infatti ne conosce ben quattro. All’ età di 16 anni ,dopo
                            l’arresto del padre, stanco delle ingiustizie del suo paese , Tadjou ha deciso di
                            scappare e di trasferirsi in Italia . Per raggiungere il nostro paese si è imbarcato in
                            un barcone con altre 130 persone . Il suo viaggio è durato un giorno, durante il
                            viaggio credeva di non sopravvivere, sia perché non gli hanno dato né da mangiare
                            e né da bere, sia perché il mare era in tempesta. Tadjou è arrivato in Italia il 10
                            Giugno del 2017 . E’ stato accolto da un centro di accoglienza della città di
                            Marsala. Tadjou a Marsala ha trovato lavoro come lavapiatti e vorrebbe diventare
                            un attore, infatti attualmente studia recitazione. Il suo desiderio più grande è quello
                            di sentire almeno una volta la sua famiglia e avere la possibilità di portarla in
LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE   Italia.

                            Marcella Salvo

                            Asya Gerardi
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                             TADJOU KALAMBANI
I GIORNALISTI DI CLASSE DELL'ISTITUTO COMPRENSIVO "GARIBALDI-
PIPITONE"INTERVISTANO TADJOU KALAMBANI, UNO DEI TANTI
RAGAZZI CHE ABBANDONANO IL PROPRIO PAESE PER SFUGGIRE AL
LORO TRISTE FUTURO.
TADJOU RACCONTA IL SUO DURO CAMMINO PER UNA VITA MIGLIORE.

Tadjou Kalambani viene dal Togo, un paese africano.
Il ragazzo racconta del padre, oppositore politico, il quale mise a rischio la
famiglia per le proprie idee.
Un giorno, mentre Tadjou si trovava a scuola, lo zio, simpatizzante del
governo del Togo, venne a prenderlo e lo mise su un autobus diretto in
Nigeria, lì rimase un anno, lavorando in un ristorante come lavapiatti.
Dalla Nigeria si spostò in Libia, dove venne tenuto in prigione con altre 700
persone.
Subì tante violenze e vide morire tanti giovani, massacrati di botte o
accoltellati.
Riuscì ad uscire dal luogo di tortura, dopo aver pagato la somma di denaro
richiesta (700 DINARI).
Successivamente, trovò uno scafista che gli offrì una traversata in cambio di
1.200 dinari.
Affrontò il viaggio su una barca di piccole dimensioni e con 130 persone
stipate uno accanto all'altra.
La traversata si svolse in una sola lunga e dura notte. Tadjou si illumina
quando ricorda la grande felicità nel vedere la "barca grande"(così definisce il
mezzo di soccorso della marina militare italiana) arrivare a prestargli
soccorso.
Il viaggio si concluse con l’arrivo in Calabria e il successivo trasferimento in
Sicilia, a Marsala.
Adesso Tadjou è sereno, vive in una comunità, frequenta la scuola serale
presso il CPIA i cui locali sono allocati presso la nostra scuola media, va in
palestra e frequenta corsi di teatro.
Confessa di voler rimanere in Italia e mostra gratitudine verso la popolazione
locale, precisando di non aver mai subito atteggiamenti di intolleranza.
Con volto triste, rivela di nutrire profonda nostalgia per la sua famiglia,
confessando di non avere più notizie della madre e della sorellina di 9 anni,
che spera, un giorno, di ritrovare e di portare con sé nella sua nuova vita.

   • Clara Lombardo 3B
   • Francesco Cassarà 3D
   • Giovanni Lo Grasso 3B
PERCHE' PERCHE' PERCHE'..." UNA LEZIONE DI
            GIORNALISMO CON ATTILIO BOLZONI

In data 11 aprile l’Istituto comprensivo Garibaldi-Pipitone, presso la sala
conferenze del Carmine, ha incontrato Attilio Bolzoni: un giornalista che
scrive su La Repubblica occupandosi prevalentemente di mafia e antimafia.
All’incontro hanno partecipato una rappresentanza delle classi terze e i
ragazzi di seconda frequentanti il laboratorio didattico di giornalismo.
Durante l’incontro Bolzoni, accompagnato dal giornalista locale Giacomo Di
Girolamo, ha parlato a noi ragazzi di due temi molto complessi: la mafia e la
legalità, rispondendo in maniera pienamente soddisfacente alle nostre
domande. Attilio ha voluto farci capire l’importanza dello studio e dell’essere
indipendenti tramite aneddoti della sua vita: per esempio ci ha raccontato di
quando ha visitato la redazione di un giornale argentino, chiamato
“Garganta”, che era gestito da alcuni ragazzi provenienti dalle baraccopoli.
I due giornalisti hanno avuto modo di raccontarci quanto era difficile il loro
lavoro prima dello sviluppo della tecnologia.
Pensiamo ad esempio a come sia facile oggi stampare una pagina di word da
casa col nostro computer, ma soffermiamoci sulle difficoltà che si
incontravano qualche decennio fa nella stesura di un articolo con la macchina
da scrivere, che oltre ad avere i tasti pesanti, non consentiva di cancellare gli
errori! Ai giorni nostri è anche molto più facile raccogliere informazioni in
quanto possono essere inviate con un click, la bravura di un giornalista si
vede allora nel momento in cui bisogna distinguere una "fake news" da una
vera notizia. Questi sono alcuni dei fattori che ci fanno capire come il lavoro
di un giornalista sia diventato molto più "semplice" col passare degli anni.
Da questo incontro abbiamo capito l’importanza della legalità e noi ragazzi
frequentanti il corso di giornalismo siamo riusciti ad apprendere quali sono i
compiti e le responsabilità di un giornalista, che deve indagare su ciò che
accade e porsi sempre delle domande alimentando la propria curiosità non
fermando il proprio interesse alle 5W (chi, cosa, dove, quando, perchè) ma
espandendo il proprio pensiero come dice Bolzoni alle 5P (perchè, perchè,
perchè, perchè, perchè).
Caterina Messina 3B
Silvia Palermo 2B
SULLE ORME DEI PROTAGONISTI
         DELL'ANTIMAFIA
In data 03/05/2019, noi ragazzi dell’IC ‘’Garibaldi-Pipitone’’ di Marsala siamo andati a
Palermo a visitare alcuni dei posti rappresentativi legati alla lotta alla mafia; una
visita che si inseriva all'interno di un percorso sulla legalità, che coinvolgeva tutte le
classi terze della scuola media.                                                              LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE
La prima tappa ci ha visto, emozionati, varcare le soglie dell’ Aula bunker .

Quest’ aula è famosa perché in essa è stato celebrato il maxiprocesso che grazie
alle preziose testimonianze di pentiti come Tommaso Buscetta ha svelato il
fenomeno mafioso .All'interno dell'aula ci attendeva un giornalista de La Repubblica,
Umberto Lucentini; assieme a lui, altre persone che avevano seguito dal vivo l’evento
e che ci hanno raccontato le loro testimonianze. Grazie a essi non abbiamo
solamente potuto osservare le gabbie in cui erano rinchiusi i mafiosi, ma anche le
stanze del consiglio, con dormitori e cucine, in cui il presidente Pietro Giordano
assieme agli altri giudici e a i membri della giuria popolare, restarono chiusi per 40
giorni, senza poter essere avvicinati da nessuno, mentre discutevano e si
confrontavano, prima di emettere la sentenza.

Usciti dall'aula bunker ci siamo diretti verso il quartiere ''Brancaccio'' dove risiedeva
Don Pino Puglisi, un sacerdote che cercava di insegnare ai ragazzi il rispetto delle
regole della convivenza civile in modo da strapparli alla dura legge della strada e alla
criminalità. Don Puglisi fu assassinato di fronte la sua abitazione, nel giorno del suo
compleanno. La sua storia è triste e commovente allo stesso tempo, dalla
testimonianza di un pentito si è saputo infatti che quando il killer gli si avvicinò con la
pistola puntata, don Pino sorrise, dicendo che se lo aspettava. Per concludere il
nostro percorso sulla legalità , ci siamo recati a Cinisi, dove abbiamo visitato la casa
memoria di Giuseppe Impastato, un giornalista, di democrazia proletaria,
che ,nonostante fosse figlio di un mafioso, non esitò a denunciare ,utilizzando anche
le armi della satira e dell’ironia, il boss locale, Gaetano Badalamenti, la cui casa
distava dalla sua solamente cento passi, metafora della distanza breve che separa la
legalità dall'illegalità. Alla casa memoria abbiamo potuto ascoltare la testimonianza
del fratello di Peppino: Giovanni Impastato. Un uomo che, anche a causa dell'
assassinio del fratello, ha fatto della lotta contro la mafia, la sua ragione di vita.
Giovanni ha iniziato il suo discorso affermando con coraggio di essere stato figlio di
un mafioso, ha poi continuato raccontandoci di Peppino e della sua lotta per un
mondo più giusto.

Questo percorso è stato un’importante opportunità di crescita ed ha suscitato in noi
la voglia di impegnarci in prima persona, facendo semplicemente la nostra parte
nella lotta contro le mafie.

Filippo Architetto IIID
La seduzione del bene                                       LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE

Gli alunni delle classi IIIB e IIID dell’Istituto comprensivo ‘’Garibaldi-Pipitone’’, con le docenti
M.R. Giacalone e F. Martinez, hanno partecipato ad un incontro con S. Inguì.

L’ incontro si inseriva come attività dell’UdA trasversale di cittadinanza dal titolo ‘’Il muro come
strumento di separazione tra popoli e culture’’.

 Attraverso le attività che ci hanno proposto le professoresse ,a classi aperte, abbiamo
riflettuto su quante barriere contro l’altro innalziamo ogni giorno; Infatti i muri prima di essere
esteriori sono costruiti nel nostro cuore.

’’Fare bene fa bene a chi lo fa’’ questa è stata una frase che ci ha emozionati durante
l’incontro con S. Inguì’, assistente sociale presso l'ufficio di Servizio Sociale per i minorenni
(Ministero della Giustizia di Palermo), referente per la provincia di Trapani dell’associazione
LIBERA . organizzatore di viaggi di volontariato all’estero in cui coinvolge ragazzi che hanno
avuto problemi con la giustizia per far sperimentare loro altri modi di vivere.

Durante l’incontro Inguì ha illustrato a noi alunni le problematiche connesse al neo
colonialismo, ci ha parlato dei suoi viaggi e delle sue esperienze, sempre però mantenendo un
tono leggero e intervallato da battute che ci facevano sorridere, riuscendo così a tenere alta
la nostra attenzione.

Con le sue parole, ha invogliato noi ragazzi a scegliere la via del bene, abolendo gli infiniti
muri che vi sono nel mondo(muri di separazione, di incomunicabilità, di pregiudizio),ci ha
invitato a porci come obbiettivo la costruzione di ponti con ciò che ci circonda, aprendo gli
occhi e il cuore dei sottoscritti. ci ha spinti a diffidare dalle provocazioni del male.

L'incontro si è concluso con foto e dediche.
Clara Lombardo

Francesco Cassarà

Giovanni Lo Grasso
“Addio ai monti… Addio Scuola media”

“Addio monti sorgenti dall’acqua ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è
                                                                                           LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE
cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto dé
suoi più familiari; torrenti, dé qual distingue lo scroscio, come il suono delle
voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di
pecore pascenti; Addio!!!”

Parafrasando questo celebre passo tratto dai “Promessi Sposi” di Alessandro
Manzoni, vogliamo salutare la scuola terminando il nostro cammino, durato tre
anni, ricco di esperienze e percorsi.

Addio banchi, aule, progetti, ma soprattutto Addio professori, e compagni.
Pensandoci, quanto ci mancherà la nostra scuola!!! Le lezioni, i compiti, l’ansia
delle interrogazioni, quando speravamo che la campanella suonasse in fretta,
le sostituzioni, le gite, le interrogazioni e le verifiche saltate, le prese in giro, i
suggerimenti, le mille discussioni, le risate, gli istanti di follia, le ricreazioni, le
corse alle macchinette… Per non parlare dei professori, che ci hanno sempre
sostenuto in questo breve ma intenso cammino.

Sintetizzare un percorso così ricco è impossibile, ma vogliamo provarci
ricordando sicuramente i momenti più significativi.

Vogliamo iniziare sottolineando i progetti di lettura ai quali abbiamo dedicato
parecchie ore delle nostre lezioni, partecipando a competizioni,
confrontandoci con le altre scuole. Abbiamo anche partecipato a progetti
organizzati dalle scuole superiori come il “pi greco day” organizzato dal liceo
scientifico dove ci siamo aggiudicati due primi posti. Fin dalla prima media
abbiamo curato anche          gli incontri con diversi autori, con cui abbiamo
dialogato e trattato molte tematiche. A questi incontri non abbiamo
partecipato come spettatori ma come interlocutori e soggetti attivi; essi sono
stati momenti di crescita, che ci hanno resi fieri di noi stessi. Questi incontri ci
hanno anche dato la possibilità di superare la timidezza.
Ci siamo impegnati in ambito digitale con la creazione di power point,
prendendo parte a lezioni multimediali nelle apposite aule presenti nella
scuola.
                                                                                     LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE
Abbiamo assistito a molteplici spettacoli svolti al teatro Massimo di Palermo, al
teatro Impero e al teatro Sollima di Marsala.

Il progetto “cineforum” ha sempre fatto parte delle nostre attività scolastiche.

Come dimenticare le gite? Il miglior modo di prendersi una pausa continuando
ad apprendere con serenità! Sono state un momento di crescita personale che
ci hanno portato ad arricchire il nostro bagaglio culturale. Non siamo cresciuti
come studenti, ma come persone , stando per la prima volta fuori casa senza i
nostri genitori.

Nel corso degli anni abbiamo affrontato la delicata tematica riguardante il
bullismo e il cyberbullismo, partecipando a molti incontri di prevenzione per
evitare la diffusione di tale fenomeno : il progetto “nativi digitali” curato da 2
psicologhe e sessuologhe, il progetto “luci e ombre”, incontri con magistrati e
esperti informatici.

Di recente abbiamo compiuto il “pellegrinaggio della legalità” presso l’aula
bunker di Palermo, la casa memoria di Peppino Impastato dove abbiamo
conosciuto Giovanni Impastato, suo      fratello ,e   la casa del beato Don Pino
Puglisi.

Il percorso si è concluso con l’incontro con il Sostituto Procuratore presso il
Tribunale di Marsala.

Riassumendo le attività da noi intraprese nel corso di questi tre anni possiamo

solo dire : Addio scuola e grazie per tutte le esperienze che ci hai regalato!”.

Benedetta Paladino 3B
Caterina Messina 3B
Clara Lombardo 3B
LA CATTEDR@ DELLE NOTIZIE
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