La lacrima dell'India - Da un Sri Lanka Discovery Gruppo Cencelli - Viaggi Avventure nel ...
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http://www.viaggiavventurenelmondo.it/viaggi/9520 RACCONTI DI VIAGGIO | Sri Lanka La lacrima dell’India Da un Sri Lanka Discovery Gruppo Cencelli Testo e foto di Fulvio Azzali La lacrima dell’India: un’isola grande un’aspra guerra civile dal 1983 al 2009, azzurro, per non tralasciare la savana acquitrinosa due volte e mezzo la Sicilia, a qualche decina anno in cui le Tigri Tamil dichiararono la resa. dei parchi naturali del sud, dove vivono elefanti, di chilometri dall’estremità sudorientale della Convivono due religioni principali, il buddismo bufali, coccodrilli e una grande varietà di uccelli. penisola indiana e pochi gradi di latitudine al (diffuso soprattutto tra i singalesi) e l’induismo Uscendo di primo mattino dall’aeroporto di sopra dell’equatore. Taprobane per i greci, (prevalente tra la popolazione tamil), insieme a internazionale di Colombo, dopo una notte Serendib per gli arabi (da cui deriva il termine consistenti minoranze musulmane e cattoliche. in aereo, veniamo investiti da un’ondata di “serendipità”), Ceilão per i portoghesi e poi Ceylon Convivono soprattutto paesaggi e climi diversi, dai caldo umido e torrido, che ci accompagnerà per gli inglesi; dal 1972 il paese ha assunto il 2500 metri dei rilievi montuosi centrali, dove si inesorabilmente e implacabilmente per tutta la nome di Sri Lanka. In un territorio relativamente estendono le piantagioni di tè e il tempo è spesso durata del nostro viaggio. La nostra salvezza, piccolo convivono due etnie con due lingue freddo e piovoso, alle spiagge tropicali della costa, soprattutto per quelli che soffrono molto il caldo, diverse, singalesi e tamil, che hanno combattuto circondate da palme e bagnate da un mare caldo e sarà l’aria condizionata del pulmino e degli 58 - Avventure nel mondo 1 | 2019
RACCONTI DI VIAGGIO | Sri Lanka hotel (viva la modernità!). Conosciamo subito la nostra guida, l’impareggiabile Wije, al quale diversi anni di permanenza in Italia non sono bastati per acquisire un’accettabile padronanza della nostra lingua; le sue spiegazioni, non sempre del tutto comprensibili, avranno spesso dei risvolti comici. Ma questo, unito alla sua naturale simpatia e alla disponibilità nel cercare di accontentare ogni nostra richiesta, lo renderà insostituibile. Lasciamo l’aeroporto senza attraversare la caotica capitale e ci dirigiamo subito verso sud, arrivando dopo alcune ore a Galle. Si tratta di una città dalle origini antiche, conquistata dai portoghesi nel XVI secolo, passata poi sotto il dominio degli olandesi (che costruirono un’imponente fortezza, tuttora ben conservata) e infine sotto il dominio inglese alla fine del XVIII secolo. Entrati nella città vecchia e quindi all’interno della fortezza, ci concediamo una rilassante passeggiata sui possenti bastioni a picco sull’oceano, avvolti dall’azzurro accecante del cielo e del mare, in una luminosa giornata estiva. Gli abitanti del posto si sono riversati numerosi sul lungomare e si godono questo pomeriggio domenicale passeggiando come noi lungo le mura o scendendo nelle spiaggette per un bagno rinfrescante. Venditori ambulanti di samosa passano lungo la strada, mentre un incantatore di serpenti intrattiene un pubblico divertito ponendo un enorme boa vivo sulle spalle di una malcapitata ragazza. Torniamo sul pulmino e raggiungiamo il nostro primo hotel a Mirissa, località balneare sulla costa meridionale dell’isola. Una birra, un bagno in piscina, un’ottima cena a base di pesce e una meritatissima dormita ci fanno smaltire la stanchezza del viaggio e di questa prima giornata in terra singalese. Il giorno seguente comincia nel migliore dei modi, con un bagno nelle calde acque dell’oceano, visto che l’hotel si trova proprio sulla spiaggia. Ci mettiamo in viaggio verso l’Udawalawe national park, con una breve sosta nella cittadina di Embilipitiya per comprare frutta e samosa al mercato locale. Arrivati all’ingresso del parco, saliamo sulle jeep scoperte e iniziamo il nostro safari all’interno della grande Avventure nel mondo 1 | 2019 - 59
RACCONTI DI VIAGGIO | Sri Lanka riserva, innaffiati ogni tanto da scrosci di pioggia Dopo una buona tazza di tè e una sosta dedicata interna del tempio, dove è conservata la reliquia e improvvisa, che tuttavia non danno ristoro dal all’acquisto della deliziosa bevanda nelle sue diverse dove non si può accedere; alcuni monaci raccolgono caldo umido. Ci muoviamo su piste di terra rossa varietà (nero, verde e bianco), iniziamo a scendere i fiori recati in offerta e li depositano all’interno. A che si snodano in una vasta savana verdeggiante, dalle montagne in direzione di Kandy. Arriviamo differenza delle chiese e delle moschee, dove i punteggiata da numerosi alberi e inframezzata da all’imbrunire, accolti da stormi di grossi pipistrelli visitatori rimangono un elemento estraneo e “altro” stagni e corsi d’acqua. Avvistiamo per primo un neri (volpi volanti) che volteggiano sopra la città; la rispetto ai fedeli (infatti è vietata la visita durante le gruppo di elefanti, poi mandrie di bufali selvatici loro vista ci lascia inquieti e preoccupati, mentre gli funzioni religiose), nei templi buddisti e induisti il e una miriade di uccelli dai più svariati colori, abitanti del posto rimangono del tutto indifferenti, visitatore, anche se vi entra per la prima volta ed soprattutto pavoni; dopo una paziente ricerca lungo essendo un fenomeno che si ripete ogni giorno è all’oscuro dei riti e del complesso di idee che è i bordi di un corso al calar della sera. alla base di tali riti, si trova a mescolarsi ai credenti d’acqua avvistiamo Ceniamo nel ristorante con incredibile naturalezza e a partecipare, quasi anche (a distanza di del nostro albergo, da questi implicitamente invitato, ai gesti semplici sicurezza) un gruppo posto su una collina e antichi di cui si sostanziano queste credenze. Tutto di coccodrilli, bestioni appena fuori dal ciò suscita un’emozione difficilmente descrivibile a spaventosamente centro, non prima parole. Il pomeriggio è dedicato alla visita dell’orto enormi, fermi ai bordi di esserci concessi botanico, una grande oasi verde dove tante famiglie dell’acqua con le fauci un lungo, piacevole, vengono a giocare e a fare picnic, godendo del fresco spalancate. A metà rilassante massaggio e della grande varietà di alberi; il parco è popolato pomeriggio usciamo ayurvedico in un centro da una folta colonia di piccole scimmie, impegnate dal parco e riprendiamo specializzato. a correre e a saltare sugli alberi, le mamme con i il pulmino in direzione La cittadina di cuccioli attaccati sotto la pancia. Dopo un po’ di di Ella, verso Kandy si trova al shopping nel centro di Kandy (alla ricerca di uno l’interno dell’isola, centro dell’isola, a dei prodotti più importanti dell’isola, l’olio di cocco) dove arriviamo in serata. La cittadina, posta a un’altitudine di circa 500 metri, sulle rive di un e un trascurabile spettacolo di danze tradizionali ad 1.000 metri sul livello del mare, è circondata da piccolo lago artificiale. Venne fondata nel XIV secolo uso dei turisti, si va a cena in un famoso ristorante foreste e da piantagioni di tè e ci accoglie con un e fu capitale del regno dalla fine del ‘500 fino al musulmano: niente birra ma tanto kottu, un tipico clima gradevolmente fresco. Andiamo a cena in 1815, quando venne conquistata dagli inglesi. La piatto locale composto da pezzettini di roti (focaccia un ristorantino tipico, dove ci viene servita una giornata inizia con la visita al tempio del dente di misteriosa pietanza cotta al forno completamente Buddha, uno dei luoghi più sacri del buddismo avvolta in foglie di banano. Prendendo le foglie per cingalese, dove è conservato (ma non è visibile) un i lembi e sollevandole delicatamente emerge una dente che si dice sia appartenuto al Buddha. Come in gustosa poltiglia di carne e verdure stufate, che tutti i templi buddisti, si accede senza scarpe, a capo consumiamo insieme a una discreta birra locale. scoperto, con le gambe e le spalle coperte. Dopo il Il mattino successivo andiamo alla stazione fresco delle ultime ventiquattr’ore in montagna, il ferroviaria di Ella, per prendere un treno abbastanza caldo è tornato ad essere asfissiante già di prima affollato che ci porterà fino a Nuwara Eliya (1.868 mattina. Il luogo sacro è caratterizzato da un vasto metri), attraverso un suggestivo percorso tra cortile, disseminato di tempietti, piccoli stupa e montagne verdeggianti coperte da piantagioni statue del Buddha, davanti ai quali sostano uomini di tè. I viaggiatori locali, tra cui molte famiglie e donne in meditazione. In alcuni angoli ardono con bambini, si accaparrano i posti a sedere numerosi bastoncini di incenso, accesi dai fedeli, che e sonnecchiano guardando distrattamente dal diffondono nell’aria il loro profumo penetrante. Per finestrino oppure sbocconcellando samosa, dolci, entrare nel tempio vero e proprio, dove è conservata noccioline e tè comprati dai venditori ambulanti che la reliquia, si deve attraversare un fossato su un percorrono il treno avanti e indietro. Noi stranieri piccolo ponticello in muratura; qui troviamo uno invece ci accalchiamo tra un vagone e l’altro in spaventoso ingorgo umano, dovuto all’incontro tra la corrispondenza delle porte di ingresso, che vengono folla che preme per uscire da un lato e quella che lasciate aperte (la velocità del treno non supera i preme per entrare dall’altro, dove ci troviamo anche 20-30 km/h) e dalle quali ci si può sporgere senza noi. Dopo alcuni momenti di preoccupante incertezza, troppo pericolo per ammirare e fotografare panorami l’arrivo di un poliziotto risolve la situazione, non mozzafiato. Nuwara Eliya ci accoglie con una senza una certa difficoltà. L’interno del tempio è pioggerellina e con un insolito freddino; pare che affascinante per la bellezza delle decorazioni e la questa località fosse nel secolo scorso e sia tuttora ricchezza dei materiali (avorio, oro, marmo, legno); molto amata dagli inglesi, che vi ritrovano il clima si compone di diversi ambienti, dai quali entriamo ed di casa e che hanno lasciato importanti tracce del usciamo mischiandoci alla folla di singalesi che sono loro passaggio con la costruzione di numerose case accorsi in massa (donne, uomini e molti bambini). in stile Tudor. Ci fermiamo a Nuwara Eliya giusto il In questo, come in altri templi buddisti, più che la tempo di mangiare qualcosa e riprendiamo il nostro bellezza del posto colpisce la profonda spiritualità pulmino per andare a visitare una piantagione di tè che si respira e che aleggia nell’aria, resa viva e con annesso impianto di lavorazione, dove le foglie intensa dalla grande quantità di persone che vi vengono essiccate, sminuzzate e confezionate affluiscono senza sosta, per offrire un fiore di loto e per la vendita. Particolarmente suggestiva è la per sostare in meditazione, le mani unite sul petto, passeggiata attraverso la piantagione, circondati davanti a una delle molte statue del Buddha. Anche dal colore intenso delle foglie di tè, sotto un cielo noi, seguendo l’esempio dei locali, prendiamo dei grigio e una pioggerella fine fine, con la vista che fiori di loto (intorno ai quali volano delle vespe dalle si apre all’improvviso sulla vallata verdeggiante. dimensioni inquietanti) e li portiamo nella parte più 60 - Avventure nel mondo 1 | 2019
RACCONTI DI VIAGGIO | Sri Lanka di farina bianca) mescolati con verdura, carne, nella roccia e nella seconda parte utilizzando delle la passeggiata l’elefante gradisce molto i pezzi di uova e spezie. Il ritorno in hotel in tuk tuk merita un moderne scale in acciaio ancorate alla parete, anguria che gli offro, afferrandoli con l’estremità discorso particolare: ne chiamiamo sei, ci dividiamo essendo crollate quelle originali. Qui, come altrove, i della proboscide; entrando nel laghetto, decide di in gruppetti di due-tre persone, comunichiamo agli autisti il nome dell’albergo, concordiamo il prezzo e partiamo. Mentre alcuni di noi arrivano a destinazione nel giro di dieci minuti, di altri si perdono completamente le tracce, inghiottiti nella notte singalese. Riappariranno solo quarantacinque dopo, al termine di inconcludenti giri per la città e i suoi dintorni e dopo innumerevoli telefonate all’albergo, vittime di autisti che definire incapaci è fare loro un complimento. La lunga giornata termina sbocconcellando un po’ di frutta e sorseggiando un cocktail a bordo piscina, compensando così la mancanza di alcol durante la cena. Dopo due notti passate a Kandy, carichiamo di nuovo i nostri bagagli sul pulmino e ci dirigiamo verso nord. Arrivando a Matale, abbiamo il primo contatto con la religione indù, seconda religione del paese, molto diffusa tra la popolazione di etnia tamil. Il tempio davanti al quale ci fermiamo è costruito in stile dravidico, tipico dell’India meridionale, sormontato da un’alta piramide completamente ricoperta da sculture che raffigurano le diverse divinità. La luce del sole ormai alto esalta il giallo e l’azzurro del tempio, ma soprattutto il rosso acceso dei sari indossati dalle donne e dalle ragazze: in un locale attiguo al tempio si sta infatti svolgendo un matrimonio e gli invitati hanno messo il vestito della festa. La cerimonia sembra lunga e difficilmente decifrabile da parte di noi profani; gli ospiti però, con il sorriso e la gentilezza tipici di questa terra, ci invitano a entrare e ci offrono dei dolcetti. Dopo una visita con relativo shopping al giardino delle spezie turisti si mescolano alla popolazione locale, presente ringraziarmi facendomi una “doccia” non richiesta e di Matale, la nostra guida Wije ci porta a Dambulla, numerosa a godere le bellezze del proprio paese e non particolarmente gradita. Faccio appena in tempo al famoso tempio d’oro, dove arriviamo nelle ore molto più disinvolta di noi nell’affrontare la salita; ad asciugarmi e a cambiarmi che un acquazzone ci centrali della giornata e che ricorderò sempre per il la fatica dell’ascesa è ripagata dallo splendido sorprende nei pressi di Avukana, dove si trova una caldo più torrido e asfissiante che abbia mai sentito. panorama sulla regione circostante, sotto un cielo colossale statua del Buddha alta 12 metri, scolpita Una breve ma impegnativa salita a piedi porta grigio e basso nell’imminente crepuscolo. da una roccia di granito nel V secolo. Come in tutti al sito religioso, costituito da una serie di grotte Il mattino successivo è la volta di Polonnaruwa, un i luoghi sacri buddisti si deve entrare senza scarpe; (che sollievo entrare dentro!) contenenti ben 153 vasto sito archeologico tuttavia la statua si statue di pietra del Buddha, raffigurato in diverse dove si trovano le rovine di trova all’aperto e la posizioni (in piedi, seduto o sdraiato); le pareti e i quella che fu la capitale del pioggia ha formato soffitti delle grotte sono interamente ricoperti da regno dall’XI al XIII secolo. un acquitrino decorazioni e immagini dipinte, relative anch’esse Noleggiamo delle vecchie melmoso con 5-10 alla vita del Buddha. Molto diffusa è la statua del biciclette con il cambio cm d’acqua. I Buddha seduto in meditazione, sovrastato da un rotto e i freni malfunzionanti singalesi si scalzano cobra che lo protegge dalle intemperie con la sua e ce ne andiamo in giro, e si avviano verso larga testa. Al di fuori delle grotte, un uomo lega nell’aria tersa del mattino, la statua senza farsi dei braccialetti di cotone bianco al polso destro dei pedalando tra colonne, resti alcun problema, visitatori, ripetendo una monotona cantilena. A pochi di antichi palazzi, cisterne, compreso il nostro chilometri da Dambulla sorge Sigiriya, uno dei siti templi, enormi stupa e Wije; a noi non archeologici più belli e famosi dello Sri Lanka. Si grandi Buddha di pietra, resta che seguirli, a tratta di una formazione rocciosa alta 370 metri, di uno dei quali viene più piedi nudi, titubanti origine magmatica, con pareti scoscese a picco su volte definito “inconsueto” e un po’ schifati. tutti i lati e visibile da chilometri di distanza nella dal nostro Wije, forse per la sua posizione inusuale Terminata la visita, un secchio di acqua pulita vicino pianura circostante; sulla sommità della roccia, ma (ma non siamo mai riusciti a capire cosa volesse dire all’uscita ci permette di lavarci i piedi e di recuperare anche alla sua base, si trovano i resti di un palazzo esattamente!). La giornata prosegue con una turistica una parvenza di igiene. Giungiamo quindi nella fortezza fatto costruire dal re Kasyapa nel V secolo passeggiata su un elefante lungo le rive del laghetto di cittadina di Anuradhapura, dove trascorreremo la d.C. Come spesso accade, nel pomeriggio il cielo si Habarana; siamo in cinque a salire sulla cesta fissata notte e che visiteremo l’indomani. è rannuvolato e ci regala brevi ma intensi rovesci, sul dorso del pachiderma, ma il numero dispari pone Anuradhapura ha origini molto antiche: secondo che tuttavia non alleggeriscono l’afa; la salita verso dei problemi di equilibrio e così sono costretto a quanto emerso dagli scavi archeologici, sarebbe la sommità è impegnativa ma piacevole, nella sedermi a cavalcioni sul collo dell’animale, provando stata fondata nel X secolo a.C. Fu capitale del regno prima parte seguendo le scale originali scavate l’ebrezza di essere il mahout (conducente). Durante dello Sri Lanka ininterrottamente dal V secolo a.C. Avventure nel mondo 1 | 2019 - 61
RACCONTI DI VIAGGIO | Sri Lanka fino all’anno 1017 della nostra era e conserva e ci sono delle vere e proprie processioni che si importanti vestigia di tale periodo. La città sacra dirigono verso lo stupa recitando delle cantilene; di Anuradhapura è patrimonio dell’umanità e molti portano in dono un pacco contenente una tunica rappresenta da secoli un luogo di grande significato arancione, una ciotola e pochi altri oggetti necessari spirituale per i buddisti. Ci dirigiamo verso l’area alla vita del monaco. Giunti ai piedi dello stupa, sacra dei giardini di Mahamevnāwa, un ampio srotolano delle lunghissime strisce di tessuto colorato spazio all’aperto ricco di alberi, sui cui rami saltano e le avvolgono intorno alla circonferenza dello stupa. e si arrampicano le immancabili, numerosissime Torniamo sul pulmino e ci dirigiamo a Mihintale, a scimmie. Tra questi alberi si trova, in posizione più pochi chilometri di distanza, dove si dice che nel 247 elevata e opportunamente protetto da un recinto, a.C. il devoto Mahinda, figlio dell’imperatore indiano lo Sri Maha Bodhi, un fico che si dice discenda Ashoka Maurya, abbia incontrato Devanampiyatissa, dall’albero di Bodhi originale, sotto il quale Siddhartha re di Anuradhapura, iniziandolo alla fede buddista e Gautama stava meditando quando ottenne il bodhi dando l’avvio alla diffusione del buddismo sull’isola. (illuminazione). Mancano pochi giorni alla luna piena Oltre che dalla presenza di antiche rovine, il sito è e questo periodo è considerato sacro nella pratica caratterizzato da una colossale statua del Buddha buddista; i giardini sono frequentati da un numero seduto e da un enorme stupa: entrambi risplendono impressionante di persone di ogni età, interamente bianchissimi sotto il sole del primo pomeriggio, o prevalentemente vestite di bianco. Alcuni tavoli tra il verde della vegetazione e l’azzurro intenso nell’oceano indiano, partite a beach volley, aperitivi sono pieni di grandi del cielo. Per ammirarli sulla spiaggia e ottime cene a base di pesce. e meravigliosi fiori meglio e per godere Il mattino seguente, poiché il cielo è nuvoloso, ne di loto, destinati di un meraviglioso approfittiamo per visitare la cittadina di Trincomalee. ad essere portati panorama si sale Siamo nella parte dell’isola abitata prevalentemente in offerta davanti sulla cosiddetta roccia dalla popolazione tamil; la religione prevalente qui è alle immagini del della meditazione, uno l’induismo, come testimoniano i diversi templi che Buddha; intorno ai sperone roccioso dove è incontriamo. Nel primo tempio dove ci fermiamo ci fiori volano vespe di necessario arrampicarsi imbattiamo per la seconda volta in un matrimonio; grandi dimensioni, senza scarpe, trovandosi gli sposi sono ben felici di posare insieme a noi in che non incutono all’interno del luogo quella che diventerà la foto ricordo più bella del timore a nessuno. Si sacro. La salita è tra nostro viaggio. Il giro prosegue raggiungendo in respira una profonda le più impegnative: fa tuk tuk il centro di Trincomalee, con il suo grande sensazione di pace molto caldo e la roccia è tempio dedicato a Shiva, costruito a picco sul mare e di armonia. La maggior parte delle persone sono rovente, ma è comunque necessario togliersi i calzini su un piccolo promontorio roccioso. Come negli sedute in terra, assorte in meditazione; alcuni e procedere a piedi nudi, per evitare di scivolare su un altri templi indù, si resta affascinati e interdetti di hanno in mano dei libri da cui leggono delle frasi terreno molto ripido. Esiste un corrimano in acciaio, fronte all’impressionante caleidoscopio di colori e che ripetono sottovoce, con un lento movimento indispensabile in diversi punti; tuttavia è uno solo e di immagini che rappresentano le diverse divinità della testa avanti e indietro. Mi sento un ficcanaso viene utilizzato sia da chi sale che da chi scende. del pantheon induista; una grande statua di Shiva curioso, venuto a disturbare e a scattare foto; eppure Questo genera degli ingorghi umani e dei non facili seduto, di colore azzurro, accoglie i visitatori mi sento anche incredibilmente accolto, mi sembra problemi di precedenza, che vengono affrontati dai all’entrata del tempio. Sulla stradina che conduce di essere naturalmente parte di questo posto, sento numerosi singalesi con la loro solita, imperturbabile al tempio c’è un affollato mercatino di bancarelle, che la mia presenza non disturba la quiete che mi tranquillità. Alcuni di noi rinunciano in partenza, che vendono oggetti sia per i turisti che per la circonda. Ripongo la macchina fotografica e mi siedo altri (tra cui il sottoscritto) si arrendono a metà gente del luogo. Il secondo giorno di mare è invece in terra, socchiudo gli occhi per respirare a fondo lo percorso, mentre un manipolo di coraggiosi riesce dedicato a Pigeon Island, un isolotto lungo circa spirito intenso che emana da questo luogo; vedo che ad arrivare fin sulla sommità. È la più impegnativa, 500 metri a pochi chilometri dalla costa, nelle cui anche i miei amici hanno fatto lo stesso, qualcuno ha ma anche l’ultima fatica che dobbiamo affrontare acque cristalline si può fare snorkeling tra i coralli le lacrime agli occhi. Poco lontano si trova l’enorme nel corso del nostro viaggio itinerante sull’isola di e osservare una coloratissima varietà di pesci. stupa di Ruwanwelisaya, il cui intenso candore si Ceylon. Il pulmino si dirige infatti verso Trincomalee, L’esperienza è entusiasmante, a tal punto che staglia contro l’azzurro del cielo. Anche qui c’è un località balneare sulla costa nordorientale dell’isola; nessuno di noi si rende conto del fatto che stiamo gran via vai di persone, quasi tutte vestite di bianco, qui trascorreremo gli ultimi tre giorni, tra bagni trascorrendo le ore centrali della giornata sotto un fortissimo sole equatoriale; la sera, tra spaventose scottature e graffi provocati dal passaggio vicino ai coralli, sembriamo un plotone di reduci che si aggirano doloranti per le stradine di Trincomalee. Il giorno dopo c’è il tempo di un ultimo bagno nell’oceano indiano; quindi chiudiamo le valige e saliamo sul pulmino per un lungo trasferimento da una parte all’altra dell’isola. All’aeroporto internazionale di Colombo salutiamo gli autisti e soprattutto l’impareggiabile Wije, ringraziandoli per la gentilezza e per il sorriso sempre stampato sul loro volto. Un volo notturno ci porta a Doha, da dove facciamo rientro in Italia*. *Si può vedere un video del viaggio descritto nell’articolo a questo link: https://www.youtube. com/watch?v=QfvjyEJIz2A 62 - Avventure nel mondo 1 | 2019
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