A SCUOLA CON L'AFRICA - Vademecum per insegnanti e volontari - Medici con l'Africa Cuamm

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A SCUOLA CON L’AFRICA
Vademecum per insegnanti e volontari
INDICE*

Il progetto                                                         3

Finalità generali e obiettivi specifici                             5

Strumenti                                                           7

Progetto pilota di Padova e Rovigo                                  10

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Note di metodo

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Laboratori

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Programmazione

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Indicazioni bibliografiche

* Questo vademecum per l’attività nelle scuole è realizzato in
collaborazione con La Bottega dei ragazzi, cooperativa sociale di
Padova.

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IL PROGETTO   Il mondo della scuola è un alleato cruciale
              per le campagne di informazione e
              sensibilizzazione di Medici con l’Africa
              Cuamm. La nostra intenzione è quella di
              costruire un rapporto di collaborazione che
              permetta a classi e istituti di approfondire
              tematiche specifiche legate allo sviluppo e
              segnatamente al diritto alla salute in Africa.
              Uno degli obiettivi strategici di Medici con
              l’Africa Cuamm è comunicare l’impegno a
              favore della salute delle popolazioni africane
              perché quanto facciamo si possa moltiplicare:
              solo attraverso azioni concrete, anche di
              sensibilizzazione, è possibile diffondere i
              valori per cui ci spendiamo da oltre
              cinquant’anni.
              L’Africa che raccontiamo non è quella
              mediata, indiretta, delle agenzie di stampa
              internazionali; non è neanche quella che si
              conosce in brevi viaggi turistici in luoghi
              magari esotici e affascinanti. È l’Africa di una
              presenza continua, ininterrotta per anni, a
              volte per decenni, spesa per portare cure,
              aiuto, salute e sviluppo. È un altro modo di
              conoscere, di stare, di raccontare. È questa
              l’Africa che i nostri volontari portano nelle
              classi delle scuole dei territori in cui siamo
              presenti.
              Nell’anno scolastico 2009/2010, Medici con
              l’Africa Cuamm ha lanciato un nuovo progetto
              per le scuole con l'intenzione di creare
              percorsi che permettano un’immersione nel
              continente Africa, nella sua quotidianità, nelle
              sue sofferenze ma anche nella gioia solare
              delle sue relazioni comunitarie. Dagli incontri
              in classe emerge spontaneo un confronto tra
              due mondi che induce la riflessione: gli alunni
              sono progressivamente portati all’ascolto,
              alla conoscenza e al confronto su ciò che è
              vicino e su ciò che è lontano, su ciò che è
              familiare e ciò che è sconosciuto in realtà e
              culture diverse.
              Il progetto si articola in due tracce di lavoro:

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Abecedafrica (per le scuole primarie) e Una
giornata con Mazengo (per le scuole
secondarie di primo grado).
Ogni percorso prevede 2 incontri da 2 ore
ciascuno gestiti da 1-2 volontari di Medici con
l’Africa Cuamm, per i quali vengono proposti
diversi filoni tematici (famiglia-casa, cibo-
natura, scuola-amicizia, gioco-danza,
malattia-salute) che combinano, in un mix
variabile anche a seconda delle età, il tema
della scoperta dell’Africa e del diritto alla
salute.
Lo strumento formativo prescelto consiste
nella lettura animata di un libretto, che getta
luce su molti aspetti della vita di un coetaneo
africano e sprona bambini e ragazzi a
mettersi in gioco attivamente nei diversi
laboratori.
I materiali verranno distribuiti ai ragazzi dai
volontari dell’organizzazione al momento
dell’incontro con la classe.

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FINALITÀ              Sentiamo forte il dovere di offrire
                      ai ragazzi l'opportunità di
E OBIETTIVI
                      pensare a un'Africa che ha tanto
                      da raccontarci, contrariamente
                      all'immagine più diffusa di una terra solamente
                      da compiangere con i suoi tanti mali.
                      Vogliamo così credere che, anche grazie a questi
                       interventi nelle scuole, l'Africa
                       possa occupare un posto
                      nei pensieri degli adulti di domani.

                      Volontarie del Gruppo scuole di Padova

Finalità generali
                      > Sostenere i valori della testimonianza e
                      della denuncia presenti nella mission di
                      Medici con l’Africa Cuamm con un progetto di
                      comunicazione e sensibilizzazione organico.
                      > Rafforzare negli studenti e negli insegnanti
                      la capacità di attivarsi per amplificare l’azione
                      di testimonianza sulla difesa del diritto alla
                      salute in Africa.
                      > Partendo dall’esperienza quotidiana di vita
                      dei loro coetanei africani, costruire un
                      percorso partecipato con i ragazzi che stimoli
                      una riflessione più consapevole sulla loro
                      vita.
                      > Valorizzando gli eventuali bambini stranieri
                      in classe, favorire la conoscenza reciproca
                      per incoraggiare meccanismi di inclusione e
                      far emergere eventuali stereotipi e pregiudizi
                      legati alle diversità presenti all’interno del
                      gruppo, incoraggiando la creazione di un
                      clima di accoglienza e valorizzazione delle
                      diversità.

Obiettivi specifici   > Lavorare sulle differenze reali e apparenti e
                      la ricerca dei bisogni universali a cui culture
                      diverse hanno dato risposte diverse
                      > Avvicinarsi ad alcune culture africane in
                      vari aspetti della quotidianità per far
                      emergere somiglianze e differenze con il
                      nostro mondo, facilitando la riflessione sulla

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diversità dei punti di vista e sulla formazione
degli stereotipi.
> Leggere la complessità culturale dell’Africa
nera evitando riduzioni esotizzanti e
valorizzando punti di vista diversi, attraverso
la narrazione di un'Africa che ha molte cose
da dirci, sia negli aspetti positivi che in quelli
problematici, quella di cui i medici e i
volontari di Medici con l’Africa Cuamm hanno
memoria e conoscenza.
> Far comprendere il concetto di salute
(inteso come stato di benessere fisico ma
anche psichico e sociale e non la semplice
assenza di malattia), il diritto alla salute e
alle cure, i confronti anche tra sanità in Italia
e sanità in Africa.
> Creare luoghi e tempi per ascoltare e
scambiare le storie personali di ciascuno a
partire dalle sollecitazioni dei racconti.
> Acquisire consapevolezza “di sé” e
“dell’altro” nella relazione interpersonale.
> Favorire il processo che possa portare i
ragazzi a considerare la diversità come una
risorsa e alla formazione di una mentalità
capace di aprirsi al mondo.

I ragazzi vengono accompagnati nella
conoscenza di un'Africa bella e problematica
attraverso una presentazione che mira a
sollecitare interrogativi e domande.
Tutte le informazioni e testimonianze portate
in classe dai volontari di Medici con l’Africa
Cuamm vanno intese come provocazioni per
sviluppare la sensibilità e intelligenza dei
ragazzi allo scopo di renderli più responsabili
verso altre persone, in diverse parti del
mondo e verso se stessi.

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STRUMENTI      Attraverso un ricco apparato di segni e
               simboli, e grazie a 26 tavole illustrate, questo
Abecedafrica   abecedario si propone di aprire una finestra
               sull’Africa e di trovare un po’ di tempo per
               ascoltare la voce dei suoi bambini.
               Nascere, crescere, trovare casa, lavorare,
               giocare, camminare, danzare, ammalarsi e
               guarire, sono alcuni fra i più svariati appelli a
               una conoscenza curiosa e divertita dell’Africa.
               Le tante dimensioni della nostra vita
               quotidiana si aprono a un’altra visione su un
               continente ancora inesplorato.
               Dalla A alla Z, ogni lettera si lascia andare a
               un gioco di ricordi, di suggestioni e di libere
               associazioni, invitandoci a cercare significati
               nascosti ma familiari.
               Se poi ci porta alla percezione di una
               differenza e insieme di una vicinanza,
               significa forse che noi e l’Africa non siamo gli
               opposti che si può credere, ma due momenti
               di una stessa profonda identità.
               Abecedafrica è composto da due libretti: un
               abecedario illustrato e un abecedario da
               illustrare. Nel quaderno illustrato, ciascun
               lemma è corredato da un testo evocativo e
               da un’immagine che illustra i contenuti del
               testo, espandendoli e calandoli in forma
               fantasiosa nella realtà africana.
               Nelle ultime pagine, un Nota bene riporta
               degli approfondimenti per ciascuno dei lemmi
               incontrati insieme all’invito a un’attivazione
               (rivolta in particolare ai più piccoli).
               Il quaderno da illustrare verrà invece
               compilato da ogni bambino che darà in
               questo modo una personale versione
               dell’Abecedafrica/Abeceditalia, in base al
               proprio vissuto e alle proprie percezioni.
               L’apparato dei testi serve a innescare il
               percorso ma da solo non può ritenersi
               esauriente rispetto agli obiettivi degli
               interventi in classe: per questo, ai fini della
               preparazione degli incontri, diventa utile
               procedere ad una selezione di lemmi secondo
               un itinerario tematico in base ad alcuni filoni

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già individuati (famiglia-casa, cibo-natura,
                   scuola-amicizia, gioco-danza, malattia-
                   salute) o altri che possano eventualmente
                   emergere.

                   Destinatari: alunni delle scuole primarie (i
                   quali maggiormente gradiscono e colgono gli
                   spunti fantastici come input di
                   apprendimento)
Una giornata con
Mazengo            Una giornata con Mazengo è un percorso che
                   intende offrire alle nuove generazioni non
                   solo conoscenze e informazioni su come vive
                   la maggior parte dei loro coetanei nel sud del
                   mondo, ma anche elementi di riflessione che
                   possano contribuire alla formazione di una
                   mentalità capace di aprirsi all'altro.
                   Il libretto è un testo narrativo realistico che
                   nasce dall’esperienza sul campo di alcuni
                   volontari di Medici con l’Africa Cuamm. Il
                   percorso si propone di avvicinare i ragazzi
                   alla vita di un coetaneo che vive in un angolo
                   di mondo geograficamente lontano, ma
                   sempre più vicino a noi in quest’era
                   multietnica. Nel corso degli incontri vengono
                   trattati vari aspetti che riguardano la vita di
                   un bambino: la famiglia, l’abitazione, il cibo,
                   la scuola, il gioco, il divertimento e la
                   malattia, esperienza così frequente nel
                   bambino africano e altrettanto insolita,
                   almeno per gravità, per i nostri bambini.
                   La storia di Mazengo, della sua famiglia, del
                   villaggio e della sua vita è stata creata sulla
                   base dell'osservazione diretta da parte dei
                   volontari dell’organizzazione durante le loro
                   esperienze sul campo. Nella descrizione della
                   giornata di Mazengo, così come nella
                   descrizione dell'esperienza della malattia,
                   sono stati inseriti elementi ritenuti peculiari e
                   distintivi della vita dei bambini africani. In
                   particolare, la scelta della Tanzania come
                   contesto in cui si svolge la vicenda è dovuta
                   alla radicata esperienza di Medici con l’Africa

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Cuamm nel paese e alla situazione di relativa
non-emergenza che la caratterizza rispetto
ad altri stati africani.
L’obiettivo complessivo è proporre ai ragazzi
di far dialogare queste due quotidianità
diverse ma simili nel tentativo di far
emergere un'immagine più completa
dell'Africa: un continente che ha bisogno di
aiuto, ma che ha anche una sua identità, una
ricchezza culturale da scoprire in un’ottica di
arricchimento reciproco.

Destinatari: alunni delle ultime classi della
scuola primaria e delle scuole secondarie di
primo grado

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PROGETTO PILOTA   Il progetto pilota finanziato dalla Fondazione
DI PADOVA E       Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e
                  realizzato in diverse scuole primarie e
ROVIGO            secondarie di primo grado di Padova, Rovigo
                  e relative province per l’anno scolastico
                  2009/2010, ha previsto la realizzazione di
                  100 incontri articolati in 2 incontri per classe
                  da 2 ore ciascuno.
                  Il primo incontro introduttivo è stato co-
                  gestito da un educatore professionale e un
                  volontario di Medici con l’Africa Cuamm
                  appartenente al “gruppo scuole”, mentre nel
                  secondo incontro di approfondimento
                  all’educatore è stato affiancata la
                  testimonianza di un volontario di Medici con
                  l’Africa Cuamm con esperienza diretta in uno
                  dei progetti di sviluppo sul campo.
                  Come anticipato per i percorsi sono stati
                  proposti 5 filoni tematici:
                  1. famiglia-casa,
                  2. cibo-natura,
                  3. scuola-amicizia,
                  4. gioco-danza,
                  5. malattia-salute.
                  Lo strumento formativo prescelto è stato
                  basato nella lettura di due testi tra loro
                  alternativi: Abecedafrica e Una giornata con
                  Mazengo.

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NOTE DI METODO         I bambini a scuola apprendono - oltre alle
                       materie curriculari - come si vive all’interno
                       di una comunità dotata di regole e le cui
Incontrare la scuola   azioni sono finalizzate a perseguire obiettivi
                       definiti; imparano a costruirsi un ruolo
                       all’interno di un gruppo e a sperimentarne le
                       dinamiche, allenandosi in un ambiente -
                       diverso da quello famigliare - che a volte li
                       mette in difficoltà ma che rappresenta per
                       l’individuo in crescita uno stimolo e
                       un’opportunità per costruire la propria
                       peculiare visione del mondo.
                       Incontrare bambini e ragazzi a scuola
                       significa pertanto entrare nell’officina delle
                       generazioni in crescita, dove il pensiero,
                       l’agire educativo, le mete che ciascuno
                       immagina per il futuro, i limiti e le risorse che
                       appartengono al singolo o alla società
                       prendono forma attraverso la relazione tra
                       adulti e giovani. A scuola si incontrano
                       bambini e ragazzi, ma anche insegnanti,
                       bidelli, genitori che aprono la strada a chi
                       entra per portare nuovi contenuti o
                       esperienze e che, con il loro lavoro
                       quotidiano, nutrono con cura quanto da loro
                       stessi o da altri è stato seminato.
                       L’intervento nella scuola può quindi essere
                       una scelta molto efficace per far muovere un
                       pensiero, portare una riflessione, creare o
                       sollecitare azioni che producono
                       cambiamenti, e l’efficacia dell’intervento è
                       proporzionale al coinvolgimento degli
                       insegnanti e delle famiglie.
                       Il coinvolgimento di questi ultimi può
                       avvenire, prima, durante o dopo l’intervento
                       ed è tale dal momento in cui nel pensiero di
                       chi incontra la scuola c’è uno spazio dedicato
                       anche agli adulti che accompagnano e
                       sostengono i ragazzi nella crescita.
                       È utile, quindi, conoscere o se possibile
                       concordare il modo in cui l’intervento in
                       classe viene introdotto agli alunni;
                       comprendere in quale contesto di
                       apprendimenti si colloca in quella specifica

                                11
scuola o nella classe in cui si interviene,
                aprendo così un dialogo con gli insegnanti, in
                cui già si introducono alcuni elementi
                importanti e relativi ai contenuti che si
                intende portare.
                Allo stesso modo, in chiusura dell’intervento,
                sarà opportuno coinvolgere gli insegnanti in
                un momento di verifica e suggerire una
                proposta di lavoro che dia continuità
                all’esperienza fatta insieme.
                Incontrando bambini e ragazzi si può
                interloquire più o meno indirettamente con i
                genitori, offrendo stimoli e occasioni di
                riflessione a casa attraverso semplici
                materiali o attività.

Incontrare un
gruppo-classe   Quando nella scuola si porta un intervento
                che ha l’obiettivo di informare o formare
                intorno a un tema, si incontra una classe per
                un tempo definito e concordato con gli
                insegnanti.
                Qualora si voglia dare all’intervento una
                valenza formativa, due sono gli elementi con
                i quali si costruisce e realizza un intervento in
                classe, indipendentemente dai contenuti che
                si intende portare: il setting e il gruppo.
Setting
                La scuola è un contesto educativo di
                apprendimento con un setting predefinito.
                Per setting si intende l’orchestrazione degli
                elementi che costituiscono la cornice di ogni
                esperienza formativa, ossia tempi, spazi e
                regole che ne caratterizzano il contesto. Gli
                interventi nella scuola propongono nuovi
                setting di apprendimento che rendono l’aula
                uno spazio di confine tra diversi insegnamenti
                che si intersecano tra loro generando nuovi
                impulsi educativi.

                Un insieme di persone può essere
Gruppo          considerato gruppo nel momento in cui,
                incontrandosi in un tempo definito, condivide
                finalità comuni e si orienta ad un compito.

                         12
Nel gruppo, il singolo non perde la sua
individualità ma può esprimerla perché si
sente accolto e garantito da chi conduce o
coordina. Il gruppo può produrre un pensiero
o un’azione comune che è diversa dalla
semplice somma dei pensieri e delle azioni
dei singoli.

Date queste premesse, risultano importanti le
seguenti tappe di intervento:
> predisposizione del setting: creare un
setting specifico, pur utilizzando un’aula,
significa per esempio spostare i banchi e
organizzare un cerchio.
> Presentazione del conduttore e
dell’intervento: il contatto con i partecipanti
passa anche attraverso la presentazione del
conduttore, che si fa conoscere in funzione
del ruolo e del compito che andrà a svolgere,
portando qualche elemento di curiosità o
interesse.
> Definizione del contesto con il gruppo
classe: la dichiarazione dei tempi, degli spazi
e delle regole aiuta i partecipanti a
‘riconoscere’ il contesto in cui si trovano e ad
avere delle buone coordinate per agire
adeguatamente.
> Presentazione dei singoli bambini/ragazzi:
offrire uno spazio per la presentazione
individuale, magari attraverso semplici
giochi, rende possibile ai presenti farsi
conoscere e “riconoscere”, dai compagni e
dall’insegnante – forse portando qualche
elemento di novità – e dal conduttore con il
quale si instaura un rapporto più diretto.
Attraverso la presentazione diventa possibile
al conduttore misurare la “temperatura” della
classe e individuare alcune persone a cui far
riferimento o da “gestire” con particolare
attenzione.
> Formulazione del contratto formativo: in
modo sintetico e semplice vengono condivisi
obiettivi e metodo, chiedendo ai partecipanti
di “stare al gioco”.

        13
Bambini e ragazzi    Nel portare informazioni e contenuti è
                     sempre opportuno tener conto di chi riceve la
                     comunicazione, affinché la comunicazione
                     stessa sia più efficace.

Apprendere           Bambini e ragazzi osservano e interagiscono
                     con l’ambiente e le persone, apprendendo
                     dall’esperienza e dalle relazioni. La
                     conoscenza viene acquisita a partire dal
                     bagaglio di esperienze e idee che già si
                     possiede e che ogni volta si rinnova
                     attraverso nuove scoperte e la
                     riorganizzazione di pensieri e significati.
                     Favorire la messa in gioco diretta dei
                     partecipanti e il loro coinvolgimento –
                     portando elementi di novità, permettendo di
                     assimilarli a quanto già conosciuto e offrendo
                     spazi di narrazione – consente ai bambini di
                     “masticare” le informazioni, tenere viva la
                     curiosità e mantenersi disponibili a rivedere o
                     arricchire quanto già in loro possesso in
                     termini di conoscenza.

Incontrare l’altro   Ciascun individuo compie un lungo percorso
                     per uscire dal proprio egocentrismo e
                     imparare a “mettersi nei panni dell’altro”, a
                     vedere cioè le cose da un punto di vista
                     diverso. Questo è reso possibile dall’evolversi
                     dei processi di pensiero, ma anche dalla
                     capacità di prendere le distanze da se stessi
                     e dalle proprie emozioni, avendole quindi
                     prima conosciute, sperimentate e nominate.
                     Quanto più i bambini sono piccoli tanto
                     maggiormente tendono a vedere ciò che
                     accade dalla loro prospettiva, mantenendo se
                     stessi al centro di un universo che ruota
                     intorno a loro; ed è curioso e interessante
                     per l’adulto intuire da quanto affermano qual
                     è l’“osservatorio personale” da cui stanno
                     considerando ciò che accade o viene
                     raccontato. Proprio questo “osservatorio
                     personale” del resto è la matrice che
                     permette a ciascuno di distinguersi dagli altri

                             14
individui e dal “conformismo” che la
           dimensione del sociale porta con sé, per
           riuscire a produrre idee, pensieri e contributi
           nuovi e peculiari.
           Nell’accostarsi ai bambini è opportuno quindi
           offrire occasioni che li aiutino a maturare un
           pensiero sociale e la capacità di guardare
           quanto li circonda – persone, eventi, oggetti
           – con una pluralità di prospettive; ma anche
           valorizzare e “ascoltare” il loro particolare
           punto di vista, così da aiutarli ad aver fiducia
           nella capacità personale di capire e agire
           sulla realtà, portando un contributo unico alla
           società.

Identità   I bambini e i ragazzi sono impegnati in un
           compito complesso e importante: costruire la
           propria identità. Essa è data dalla percezione
           di elementi di stabilità – alcune
           caratteristiche personali, la propria storia –
           che si intrecciano con la fluidità di altri,
           poiché l’individuo muta con il trascorrere del
           tempo e nell’interazione con l’ambiente. Un
           contributo importante nella definizione
           dell’identità di ciascuno è dato anche dal
           rispecchiamento che gli altri offrono e da
           quello che le persone intorno a un individuo
           vedono o immaginano o si attendono da lui.
           L’identità famigliare rappresenta a lungo per
           il bambino un’ancora che gli offre
           l’opportunità e la garanzia di stabilità in una
           percezione di sé in rapido mutamento; il
           gruppo dei pari diventa poi gradatamente
           luogo di transizione verso la definizione di
           un’identità sempre più autonoma e autentica,
           per quanto connessa alla relazione con gli
           altri e all’ambiente sociale di riferimento.

           Nello scegliere le proposte, le attività, i
           materiali da portare in classe può essere utile
           tener conto che il processo di cambiamento e
           la capacità di assumere punti di vista diversi
           sono favoriti da:

                    15
> atteggiamenti di rassicurazione;
   > costruzione di una relazione o di un
   clima di fiducia;
   > conferme rispetto all’essere graditi come
   persone (“mi piaci così come sei”);
   > possibilità di esprimere e vedere
   riconosciute e rispettate le proprie
   emozioni, anche negative
   > possibilità di narrare;
> esperienze di piccolo gruppo (in cui si
sperimentano i limiti dell’onnipotenza, ma
anche la ricchezza della pluralità dei punti
vista e la cooperazione sulla base delle
competenza e risorse di cui ciascuno è
portatore);
> giochi del “far finta che” (per i più piccoli) e
giochi di ruolo (per i più grandi).

         16
LABORATORI      Lo strumento formativo prescelto consiste
                nella lettura di due testi tra loro alternativi:
                “Abecedafrica” e “Una giornata con
                Mazengo”.
                All’interno dei percorsi sono almeno due i
                modi di narrare proposti: il racconto orale
                delle esperienze vissute sul campo dai
                volontari di Medici con l’Africa Cuamm e la
                lettura animata di “Abecedafrica” e di “Una
                giornata con Mazengo”. Entrambe le modalità
                risultano fondamentali per il raggiungimento
                degli obiettivi specifici degli interventi in
                classe: la prima attiva il coinvolgimento
                personale, la seconda consolida, oggettiva e
                offre la possibilità di appropriarsi delle
                tematiche e di approfondire e diffondere le
                competenze acquisite.

La narrazione   La differenza fondamentale tra le due
                tipologie di narrazione è costituita dal fatto
                che il racconto di fatti realmente vissuti porta
                con sé una forte carica emotiva il cui flusso
                passa direttamente dal narratore agli
                ascoltatori. È quindi possibile misurare
                immediatamente “l’effetto che fa” e
                monitorare l’attenzione del gruppo utilizzando
                le pause in modo efficace, sintonizzando
                quindi il ritmo della narrazione sul ritmo del
                gruppo.
                Il coinvolgimento attraverso domande le cui
                risposte arricchiscono la narrazione è più
                facilmente raggiungibile e così come diventa
                più semplice la gestione degli imprevisti (ad
                es. il bambino che disturba i compagni o il
                bisogno di movimento che serpeggia nel
                gruppo). La narrazione permette di
                rispettare, caso per caso, le capacità
                attentive e i bisogni dei diversi gruppi classe
                e rappresenta un momento intimo, non
                oggettivabile e di cui facilmente ciascuno
                ricorderà le parti più in sintonia con il proprio
                stato d’animo di quel momento. Non è infatti
                possibile rileggere un testo che sia stato

                         17
raccontato senza supporti (libri,video o altro)
                             e permetterne così una lenta sedimentazione
                             a livello cognitivo ed emotivo, ciò che è stato
                             appreso si è impresso nel bambino con le
                             emozioni del momento in cui è stato recepito.

La lettura ad alta voce in
classe                       Lo strumento libro è un oggetto familiare agli
                             studenti, i loro zaini ne sono piene e ciascuno
                             di loro ha un rapporto diverso con la lettura e
                             lo studio. Non apparirà quindi un evento
                             straordinario quando estrarrete il libro dalla
                             borsa e proporrete di leggerlo. Spetterà
                             quindi al lettore rendere quel libro e quella
                             narrazione “diversi dal solito”. Quanto più il
                             libro risulterà gradito e noto al lettore, tanto
                             più lo sarà per bambini e ragazzi. Il libro non
                             deve diventare un muro che impedisce
                             l’ascolto da entrambe le parti, ma può
                             rappresentare il terreno comune su cui è
                             possibile costruire insieme lasciandosi
                             sorprendere dalle novità che di volta in volta
                             emergeranno dai diversi gruppi. Il
                             cambiamento del setting costituirà il primo
                             segnale di passaggio ad un’altra situazione le
                             cui nuove regole vanno spiegate al gruppo,
                             soprattutto se si tratta di bambini della
                             scuola primaria. Le regole possono essere
                             legate alla posizione nello spazio (ad esempio
                             il passaggio dal cerchio alla frontalità in
                             relazione al lettore) oppure all’atteggiamento
                             d’ascolto. Il lettore si metterà in posizione
                             sopraelevata rispetto al gruppo avendo
                             l’accortezza di verificare che gli ascoltatori
                             siano nel miglior luogo possibile per l’ascolto
                             e la vista. È fondamentale dare un segnale di
                             avvio della lettura che sarà svolta a voce
                             alta, chiara e con lentezza. È necessario
                             infatti un tempo di qualche secondo perché le
                             suggestioni possano prendere forma
                             nell’immaginario di ciascuno e la narrazione
                             possa essere seguita con attenzione.
                             L’urgenza legata alle domande che
                             sorgeranno nei bambini e ragazzi sarà per

                                     18
loro incontenibile ed urgente: per arginarle,
prima della lettura, sarà opportuno
rassicurare il gruppo rispetto al fatto che ci
saranno alcune sospensioni della lettura
appositamente pensate per rispondere a tutti
i loro quesiti (i bambini più piccoli facilmente
dimenticano).

         19
PROGRAMMAZIONE La programmazione degli interventi prevede
                     alcuni momenti fondamentali per favorire il
                     cambio di setting, entrare in contatto con il
                     gruppo e poterlo poi gestire , avviare e
                     concludere l’attività. Ciascun incontro
                     rappresenterà una tappa del percorso che
                     attraverso il raggiungimento dei relativi
                     obiettivi specifici permetterà al gruppo di
                     tendere alle finalità e quindi alla meta del
                     viaggio intrapreso con ogni gruppo.

Alcune proposte
                     Di seguito un esempio di programmazione
                     per un percorso di due incontri con gruppi
                     classe dai 6 ai 14 anni.
                     Sono stati individuati alcuni binomi di
                     interesse per facilitare la scelta degli
                     insegnanti rispetto agli argomenti da
                     approfondire. I binomi sono: famiglia-casa,
                     cibo-natura, scuola-amicizia,gioco-
                     danza,malattia-salute. Sono indicati i tempi
                     da dedicare a ciascuna attività.

I° Incontro          Obiettivi
                     > Presentarsi.
                     > Introdurre Medici con l'Africa Cuamm.
                     > Informare rispetto al diritto alla salute
                     > Sensibilizzare sulla tematica scelta
                     (attraverso l’utilizzo dei testi a disposizione).
                     > Proporre delle attività che facilitino la
                     sedimentazione dell’esperienza fatta in classe

                     Scuola primaria di primo grado - 1°-3°
                     5’   Creazione del setting “fisico”
                     (spostamento banchi).
                     10’ Presentazione da parte degli operatori
                     con contenuti calibrati sulle fasce d’età.
                     15’ Presentazione attraverso il gioco del “Se
                     fossi…” adeguato al tema scelto.
                     5’   Preparazione del setting “di ascolto” e
                     delle indicazioni rispetto a come ascoltare.
                     10’ Lettura del testo sulla base del tema
                     scelto.

                              20
15’ Condivisione di gruppo sulle impressioni
 suscitate dal testo (con le immagini per i più
 piccoli, a parole con i più grandi).
50’ Laboratorio: il momento di laboratorio
può essere organizzato tenendo conto delle
preferenze e delle abilità di chi lo conduce. E’
infatti possibile proporre esperienze molto
diversificate tra loro per raggiungere l’
obiettivo del coinvolgimento e dell’
appropriazione dei temi proposti. I laboratori
potranno spaziare dall’esperienza motoria, a
quella grafico – pittorica , a quella teatrale
dell’immedesimazione , tenendo conto delle
abilità legate alle diverse fasce d’età.
10’ Saluto conclusivo e impressioni
sull’esperienza

Scuola primaria di primo e secondo grado –
dalla 4° elementare alla 1° media
5’    Creazione del setting “fisico”
(spostamento banchi).
10’ Presentazione da parte degli operatori
con contenuti calibrati sulle fasce d’età.
15’ Presentazione attraverso il gioco del “Se
fossi…” adeguato al tema scelto.
5’    Preparazione del setting “di ascolto” e
delle indicazioni rispetto a come ascoltare.
10’ Lettura del testo sulla base del tema
scelto
15’ Condivisione di gruppo sulle impressioni
suscitate dal testo (con le immagini per i più
piccoli, a parole con i più grandi).
50’ Opzione A: con gradualità diverse,
utilizzo di giochi teatrali per far sedimentare
il testo e creare un ponte con la realtà che i
ragazzi vivono (per es.: quando io sono stato
malato, cosa mi è successo?).
Opzione B: a piccoli gruppi, creazione di carte
che rappresentano modelli italiani e modelli
africani (alberi, medicine, giochi, lavori,…).
Gioco del memory.
10’ Saluto conclusivo e impressioni
sull’esperienza.

         21
Scuola primaria di primo e secondo grado –
2° - 3°
5’    Creazione del setting “fisico”
(spostamento banchi).
10’ Presentazione da parte degli operatori
con contenuti calibrati sulle fasce d’età.
15’ Presentazione di se stessi attraverso la
scelta di una parola che risponda alla
domanda “Che cosa so dell’Africa?”.
5’    Preparazione del setting “di ascolto” e
delle indicazioni rispetto a come ascoltare.
15’ Presentazione di Medici con l’Africa
Cuamm e spiegazione di cos’è un’Ong.
10’ Lettura del testo sulla base del tema
scelto.
15’ Condivisione di gruppo sulle impressioni
suscitate dal testo.
40’ Laboratorio: il momento di laboratorio
può essere organizzato tenendo conto delle
preferenze e delle abilità di chi lo conduce. E’
infatti possibile proporre esperienze molto
diversificate tra loro per raggiungere l’
obiettivo del coinvolgimento e dell’
appropriazione dei temi proposti. I laboratori
potranno spaziare dall’esperienza motoria, a
quella grafico – pittorica , a quella teatrale
dell’immedesimazione , tenendo conto delle
abilità legate alle diverse fasce d’età.
5’    Saluto conclusivo ed impressioni
sull’esperienza - Consegna

Consegna per le scuole primarie tra primo e
secondo incontro: leggere i lemmi non letti
nel primo incontro e creare un “Abeceditalia”
utilizzando il libretto non illustrato.

Consegna per le scuole secondarie di primo
grado tra primo e secondo incontro: creare
uno slogan, un racconto o una
rappresentazione grafica che parta dal
materiale che emerso dai lavori del primo
incontro.

         22
II° Incontro   Obiettivi:
               > Ripresentarsi e misurare il cambiamento;
               > preparare la classe alla testimonianza del
               volontario di Medici con l’Africa Cuamm;
               > sensibilizzare sul diritto alla salute;
               > valorizzare l’elaborazione del tema scelto;
               > proporre attività che facilitino la
               sedimentazione dell’esperienza attraverso la
               visione dei lavori fatti.

               Tutte le classi
               5’    Creazione del setting “fisico”
               (spostamento banchi).
               10’ Presentazione attraverso il gioco del “Se
               vivessi in Africa sarei…”.
               Riassunto della puntata precedente
               (eventuale visione di ciò che non si è visto al
               primo      incontro)
               20’ Visione e restituzione sugli elaborati.
               15’ Preparazione all’accoglienza del
               “testimone” (formulazione domande,
               creazione di un saluto speciale…) in base alle
               idee della classe (che verrà divisa in piccoli
               gruppi).
               45’ Arrivo del testimone
               Nella seconda ora trova spazio la proposta di
               animazione specifica proposta da ciascun
               volontario di Medici con l’Africa Cuamm
               15’ Verifica finale sul percorso svolto
               attraverso un questionario.

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INDICAZIONI      A. Bondioli, Gioco e educazione, Franco Angeli, 1996,
                 Milano
BIBLIOGRAFICHE   A. Mori, In giro giocando, La Meridiana, Bari, 2002
                 AA. VV., Dire, Fare, Giocare, Demetra, Verona, 2000
                 AA. VV., Fare Burattini, Ed. Demetra, 1994, Verona
                 B. J.C. Olvier, Giochi di lotta, Red, Como, 1998
                 Canciani D., Sartori P., Dire, fare, giocare, Armando,
                 Roma 1997
                 Cavallin F., Sberna M., Essere creativi, Cittàstudi Edizioni,
                 Torino 1999
                 D.Francescato, A.Putton, S.Cudini, Star bene insieme a
                 scuola, La nuova Italia scientifica, 1986, Roma
                 Edwards, Lella Gandini, George Forman, “I cento
                 linguaggi dei bambini”, ed. Junior, 1995, Bergamo
                 L. Lionni, Piccolo blu e piccolo giallo, Ed. Babalibri, 1999,
                 Milano
                 L. Pascon, M. Carbonere, Laboratori creativi, Juvenilia,
                 1998, Milano
                 L. Varvelli, N. Varvelli, Il primo manuale dei giochi di
                 gruppo, La Scuola, 1987
                 L. Varvelli, N. Varvelli, Il secondo manuale dei giochi di
                 gruppo, La Scuola, 1989
                 M. Sunderland, Aiutare i bambini… a esprimere le
                 emozioni, Erikson, 2005, Trento
                 M. Sunderland, Aiutare i bambini… pieni di rabbia e odio,
                 Erikson, 2005, Trento
                 P. Maniotti, Il mondo in gioco, Ed. Gruppo Abele, 1997,
                 Torino
                 P. Patfoort, Costruire la nonviolenza, La Meridiana, Bari,
                 1989
                 R. Caillois, I giochi e gli uomini, Bompiani, 2001, Milano
                 R. Portman, Anche i cattivi giocano, La Meridiana, Bari,
                 1997
                 R. Zanoni, Giochi all’aria aperta, Demetra, 1993, Verona
                 R.V. Merletti, Raccontar storie, Mondatori, 1998, Milano
                 S. Loos, Il giro del mondo in 101 giochi, Ed. Gruppo
                 Abele, 1998, Torino
                 S. Loos, Naturalmente giocando, Ed. Gruppo Abele, 1992,
                 Torino
                 S. Loos, Novantanove giochi, Ed. Gruppo Abele, 1998,
                 Torino
                 Stacciali G., Vuotto E., Giocare per… Cento giochi
                 collettivi per ragazzi dai cinque agli undici anni, Giunti e
                 Lisciani editore, Teramo 1986
                 W. Orioli, Far teatro per capirsi, Macro Edizioni, 1995,
                 Foggia

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