AUTOVALUTAZIONE DI ISTITUTO - a.s.2015/2016 - A cura della prof.ssa Francesca Falzini

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AUTOVALUTAZIONE DI ISTITUTO - a.s.2015/2016 - A cura della prof.ssa Francesca Falzini
AUTOVALUTAZIONE DI ISTITUTO

          a.s.2015/2016

              A cura della prof.ssa Francesca Falzini
Sommario

Dati sul CPIA 6°
       1. Il CPIA 6° .        .      .       .      .       .       .      .   .   .   1
       2. Mission    .        .      .       .      .       .       .      .   .   .   1
       3. Autovalutazione     .      .       .      .       .       .      .   .   .   2

Contesto
      4. Risorse economiche e materiali      .      .       .       .      .   .   .   3
      5. Risorse personali e leadership      .      .       .       .      .   .   .   4

Processi - Pratiche educative e didattiche
      6. Curricolo, progettazione e valutazione     .       .       .      .   .   .   4
              6.1. Le UdA .          .      .       .       .       .      .   .   .   4
              6.2. Il Patto Formativo Individuale   .       .       .      .   .   .   5
              6.3. La valutazione .         .       .       .       .      .   .   .   6
      7. Ambiente di apprendimento          .       .       .       .      .   .   .   7
      8. Inclusione e differenziazione      .       .       .       .      .   .   .   8
      9. Continuità e orientamento .        .       .       .       .      .   .   .   9

Processi - Pratiche gestionali e organizzative       .       .      .      .   .   .   9
      10. Orientamento strategico e organizzazione della scuola .          .   .   .   9
      11. Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane .           .      .   .   .   10
      12. Integrazione con il territorio e rapporti con gli stakeholders   .   .   .   11

Allegati
       Risultati questionari ATA, docenti, utenti di tutte le sedi
       Schede risultati questionari ATA, docenti, utenti per ogni sede
Dati sul CPIA 6°

1. Il CPIA 6°

La Delibera Regionale n. 921 del 30/12/2014 – Dimensionamento delle Istituzioni scolastiche
2015/16 – ha istituito nel Lazio 12 Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (ex CTP), tra cui
il CPIA 6°. Quest’ultimo è composto da un Centro Amministrativo, sito in Via del Paradiso 4 –
Viterbo, e n. 5 sedi associate: Viterbo, Ladispoli, Ostia, Fiumicino e Civitavecchia.

2. Mission

Oggi assistiamo ad un importante processo di trasformazione nel mondo dell’educazione. La realtà
attuale, contraddistinta da sviluppi estremamente rapidi, soprattutto nel campo della comunicazione,
dal ricorrente flusso migratorio, da un mercato del lavoro dinamico e sempre più selettivo, costringe
le istituzioni scolastiche a confrontarsi con i costanti fattori della flessibilità e dell’adeguamento alle
nuove esigenze. Collocandosi al centro dello sviluppo sia della persona che della comunità,
l’educazione deve consentire ad ogni individuo, democraticamente e senza eccezioni, di sviluppare
pienamente i propri talenti e le proprie aspirazioni. L’idea di una nuova società che apprende
(learning society) durante il corso della vita (longlife learning) che emerge dalle politiche europee,
investe con forza anche l’istruzione degli adulti. In tale ambito si esplica la mission dei CPIA che,
nel favorire l’educazione attraverso tutti quei contesti in cui gli adulti sono impegnati in attività e
situazioni di apprendimento per fini di diversa natura, si configura come azione teorica e pragmatica
dell’educazione permanente. In questo senso l’educazione degli adulti diventa attività che mira a
promuovere apprendimenti e acquisizioni di competenze attraverso esperienze formative
intenzionali e non, ovvero, per mezzo di qualsiasi attività intrapresa in modo formale, non formale e
informale, in sedi e situazioni diversificate e molteplici, così come disciplinato dalle Indicazioni
dell’UE e recepito dalla L.92/2012 (Riforma del mercato del lavoro, c.d. Riforma Fornero).
L’educazione degli adulti, quindi, si inserisce nell’ambito del sistema integrato di istruzione e
formazione europeo, ponendosi come finalità generale, in linea con la strategia di Lisbona 2020,
quella di ridurre il deficit formativo della popolazione adulta, garantendo a tutti coloro che abbiano
compiuto il 16° anno di età entro il 31 Dicembre dell’anno di iscrizione, il rientro in formazione a
diversi livelli e secondo differenti esigenze o urgenze, in primo luogo, quelle derivanti da
condizioni di disagio o svantaggio.
Oltre alla citata legge di riforma del lavoro, altre norme fondanti l’azione dei CPIA sono l’O.M.
455/99, il D.P.R. 275/99, il D.M. 4 giugno 2010, il D.P.R. 263/2012 e il D.Interm. 12 marzo 2015
recante le Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento a sostegno dell’autonomia
organizzativa e didattica dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti.
L’offerta formativa dei CPIA, come esplicitato nel PTOF, si differenzia nei seguenti ambiti
educativi: Percorsi di I livello, I Periodo didattico, finalizzati al conseguimento del titolo di studio
conclusivo il I Ciclo di studi (rientra in tale ambito anche la formazione presso le sedi carcerarie);
Percorsi di I livello, II Periodo didattico, mirati al rilascio della certificazione delle competenze di
base connesse all’obbligo d’istruzione; Percorsi di Alfabetizzazione e Apprendimento della Lingua
italiana, rivolti ai cittadini stranieri che necessitano del titolo attestante la conoscenza della lingua
pari al livello A2 del QCER (Quadro Comune di Riferimento per Lingue elaborato dal Consiglio
d’Europa), secondo quanto disposto dall’Accordo per l’integrazione dello Straniero (D.P.R.
179/2011). I percorsi di II livello, finalizzati al conseguimento del diploma di istruzione tecnica,
professionale e artistica, vengono realizzati nelle Istituzioni scolastiche di Secondo grado che
stipulano appositi accordi di rete con i CPIA. Inoltre, per rispondere alla richiesta di
alfabetizzazione dei nuovi sistemi di comunicazione e degli scambi comunicativi internazionali, i
CPIA attivano corsi di Informatica e di Lingue straniere.

3. Autovalutazione

In ottemperanza al DPR 80/2013 il CPIA 6° è coinvolto, come tutte le Istituzioni scolastiche, nel
Sistema Nazionale di Valutazione, al fine di riflettere sulle proprie prassi organizzative e didattiche
per individuare punti di forza e di debolezza e intraprendere azioni di miglioramento, nell’ottica
della rendicontazione sociale.
Le azioni da mettere in campo sono:
    ✔   costruire senso di appartenenza a una comunità educante con caratteristiche particolari;
    ✔   sfruttare al meglio le risorse offerte dal territorio e dal contesto socio-ambientale;
    ✔   individuare i punti di forza e di debolezza e predisporre un progetto di miglioramento, dopo
        avere stabilito le priorità più urgenti;
    ✔   verificare la capacità della scuola di generare equità, assicurando agli studenti uguali chance
        di successo indipendentemente dal loro genere, dalla loro nazionalità e dalla loro situazione
        socio-economico-culturale di partenza;
    ✔   costruire un ambiente di apprendimento adeguato all’accoglienza di un’utenza con forti
        svantaggi sociali, culturali ed economici;
    ✔   creare senso di sicurezza negli studenti e ridurre le situazioni di disagio.
In attesa di un coinvolgimento nel processo di ricerca del miglioramento a livello nazionale, come è
stato fatto per gli altri ordini di scuola, nella consapevolezza di non poter disporre di elementi
valutativi derivanti dalla serie storica delle prove INVALSI, il CPIA 6° si propone di attivare misure
di autoanalisi di istituto mediante la ricerca interna, partendo dai dati del contesto e delle risorse di
cui si dispone e sottoponendo le varie componenti della scuola a questionari mirati alla rilevazione
dei livelli di efficacia (raggiungimento di obiettivi), efficienza (gestione ottimale delle risorse),
economicità (riduzione della spesa). A tal proposito il Collegio Docenti, in base all’atto di indirizzo
del dirigente, ha individuato un docente con Funzione Strumentale per avviare un processo iniziale,
attraverso la predisposizione e la somministrazione di questionari da utilizzare come elementi auto-
informativi rivolti al personale della scuola (ad es.: sull’organizzazione data, sul clima di lavoro e
delle condizioni ambientali, sul livello di condivisione delle prassi interne, sulla condizione
professionale propria) e agli studenti (ad es.: sulla relazione con i docenti, sull’autoefficacia, sulla
percezione della qualità dell’insegnamento). Tali questionari costituiscono, per ora, solo elementi
integrativi del processo di analisi, visto che non possono essere comparati con i dati di altre scuole,
non disponendo ancora di benchmark esterni.
Di seguito, pertanto, vengono presentati i risultati relativi al processo dell’analisi di istituto
promossa nell’a.s. 2015-2016. In allegato, invece, sono riportate le schede dei risultati dei
questionari.

                                               Contesto

4. Risorse economiche e materiali

I CPIA, grazie alla definizione di opportuni Accordi, utilizzano spazi di altre scuole o istituzioni.
La sede di Viterbo impiega i locali messi a disposizione dall’Ufficio scolastico provinciale della
Tuscia, sia per la sede amministrativa che per i corsi di L2 tenuti in orario antimeridiano; per i corsi
di I livello, I e II periodo didattico e gli altri corsi pomeridiani di L2 usufruisce degli spazi dell’I.C.
“P.Egidi”. Le altre sedi associate sono ospitate come di seguito: Ladispoli, I.S.I.S.S. “De Begnac”;
Fiumicino, I.C. “Porto Romano; Civitavecchia, I.C. “Flavioni”, Ostia, I.C. “Parini”.
I CPIA dispongono di autonomia finanziaria, attraverso la quale riescono a fornire materiali utili
alla didattica sia per il personale docente (registri, LIM) che per i corsisti (penne, quaderni).
Condividendo spazi di altri istituti, i CPIA seguono le condizioni di sicurezza delle scuole ospitanti,
pertanto, anche le risorse e i mezzi atti a garantire il superamento delle barriere architettoniche
eventualmente presenti. Si segnala la presenza, in tali edifici, di piani di evacuazione a norma,
uscite di emergenza, scivoli e ascensori. Nonostante l’attività didattica sia situata in spazi gestiti da
altre dirigenze, gli studenti e il personale dei CPIA seguono una formazione autonoma sulla
sicurezza, ricoprendo incarichi di coordinamento e guida.
Punti di forza: /
Punti di criticità: condivisione degli spazi con altri istituti
Strategie di miglioramento: spazi autonomi

5. Risorse personali-leadership

La dirigenza del CPIA 6° è affidata alla Prof.ssa Francesca Sciamanna. Forte di un’esperienza
pregressa nel settore per l’istruzione degli adulti, dovuta all’incarico dirigenziale dell’ex CTP 37 di
Viterbo tenuto a partire dall’a.s. 2009-2010, il D.S. coordina con efficacia gli aspetti organizzativi e
didattici, il dialogo con i vari stakeholders operanti sul territorio, Enti, Associazioni, e i rapporti con
le famiglie. Anche i ruoli e le funzioni sono assegnati con chiarezza, cercando di valorizzare e
stimolare le competenze individuali. Nonostante le difficoltà oggettive dovute, soprattutto, alle
distanti collocazioni dei Centri sul territorio, il ruolo strategico della dirigenza risiede nella capacità
di coordinare e gestire l’Istituzione a vari livelli, amministrativi e didattici. Molto importante, in tale
contesto, l’uso delle TIC per comunicare in via remota. Congiuntamente al suo staff, il DS
promuove da un lato la costruzione di un’offerta didattica sempre più adeguata alle richieste
dell’utenza, dall’altro la formazione in servizio del corpo docente delle diverse sedi, affinché siano
raggiunti gli scopi comuni e condivisi di una didattica aggiornata e perfettibile.
Punti di forza: esperienze pregresse nel settore dell’Istruzione per gli Adulti
Punti di criticità: /
Strategie di miglioramento: /

                          Processi, pratiche educative e didattiche

6. Curricolo, progettazione e valutazione
6.1. Le UdA

Come indicato nel PTOF, i CPIA si avvalgono di curricoli progettati per UdA (Unità di
apprendimento), ovvero, percorsi didattici volti a sviluppare competenze attraverso l’acquisizione di
conoscenze e abilità, fruibili anche a distanza per una quota pari al 20% del monte ore
complessivo. Declinata per competenze-chiave e di asse, per conoscenze e abilità specifiche o
disciplinari, la progettazione per UdA favorisce il conseguimento di saperi e capacità spendibili
anche al di fuori dell’ambito scolastico di riferimento, dunque, nel mondo lavorativo e nei vari
contesti sociali. Inoltre, unitamente al Patto Formativo, essa si apre al riconoscimento di
competenze formali, non formali e informali già possedute dagli studenti, consentendo la
personalizzazione degli apprendimenti.
Ogni docente predispone le UdA disciplinari, all’interno delle quali, comunque, sono previsti anche
raccordi o interventi interdisciplinari. L’UdA, quindi, rappresenta non solo il mezzo atto a garantire
lo sviluppo delle competenze di ogni studente ma anche un valido strumento di
condivisione/confronto di pratiche, riflessione sull’azione didattica, dunque, valutazione
dell’operato degli insegnanti.
Punti di forza: la progettazione per UdA può essere considerata uno tra gli strumenti più efficaci
adottati dai Centri.
Punti di criticità: /
Strategie di miglioramento: /

6.2. Il Patto Formativo Individuale

Il Patto Formativo, come detto, determina il curriculum dello studente, permettendo di raccogliere
informazioni, certificazioni, dichiarazioni attestanti competenze traducibili in crediti formativi. In
base alle indicazioni europee sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale e come
previsto dal D.lgs. 13/2013, un’apposita Commissione attiva un processo articolato in tre fasi –
identificazione, valutazione e attestazione – per la definizione del Patto Formativo Individuale con
il quale viene formalizzato il percorso di studio personalizzato. Il Patto, va sottolineato, non si
esaurisce nella mera raccolta e compilazione di dati; piuttosto rappresenta, all’atto della sua
redazione, un momento in cui il singolo prende consapevolezza delle risorse, dei bisogni e dei
desideri posseduti, grazie all’analisi delle proprie esperienze personali e professionali. La portata
significativa e innovativa di questo documento, dunque, risiede nel riconoscimento e nella
valorizzazione del patrimonio culturale e professionale della persona, così come nell’importanza
assegnata alla sua storia individuale, in sintonia con le politiche nazionali dell’apprendimento
permanente introdotte dalla Legge 92/2012.
Una volta sottoscritto, il Patto diventa un vero e proprio contratto che le due parti, il Centro e
l’utente, si impegnano a rispettare. Ciò non significa che esso non possa essere aggiornato in un
momento successivo, recependo eventuali e ulteriori capacità possedute, ma non dichiarate, emerse
nel corso dell’anno. Anche per questo, il monte orario di ogni docente prevede, una volta a
settimana, delle ore di accoglienza da destinare alla ricognizione/verifica delle competenze.
Punti di forza: elemento fondante dei CPIA, il Patto rappresenta sicuramente un punto di forza dei
Centri, supportando da un lato i docenti nella personalizzazione didattica, dall’altro i discenti
nell’elaborazione di un progetto professionale o di istruzione concreto.
Punti di criticità: /
Strategie di miglioramento: /
6. 3. La valutazione

La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari, rispondendo ad una serie di
esigenze e finalità:
      o Documentare e accertare competenze acquisiste ed esperienze vissute;
      o Orientare la programmazione e l’azione didattica;
      o Monitorare setting e contesto per riprogrammare o correggere gli interventi;
      o Creare un momento di confronto e dialogo docente/studente
Tali finalità sottolineano ancora una volta la centralità del Patto Formativo in cui si sommano
documentazione, programmazione e valutazione, in ingresso e in fieri, evidenziandone il carattere
qualitativo e non solo quantitativo. La qualità è nello scambio docente-studente, che permette la
programmazione di un percorso realmente personalizzato, perché costruito in maniera congiunta
seguendo la storia, gli interessi, le capacità e i bisogni del soggetto in apprendimento/formazione.
Altri importanti strumenti di valutazione sono le prove di ingresso (valutazione iniziale), le
verifiche formative (valutazione intermedia), le verifiche sommative (valutazione finale) declinate
per     i diversi livelli e corsi. Vengono inoltre predisposti, dai singoli docenti, dei test di
autovalutazione inerenti l’apprendimento delle singole discipline.
Per i percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana, durante la fase di
accoglienza, vengono predisposti dei test di accertamento delle competenze pregresse. Debitamente
costruite su indicatori specifici (come riportati nel PTOF e in riferimento alle Linee guida del 2015)
e su griglie di correzione predisposte, queste prove restituiscono il quadro linguistico del soggetto
(PreA1, A1, A2) che sarà di conseguenza inserito nel rispettivo corso di livello.
Anche per i percorsi di primo livello (I e II periodo didattico), ivi comprese le case circondariali,
vengono somministrate delle prove in ingresso. Queste, distinte per disciplina e per competenze di
livello (traguardi delle competenze per il I ciclo e competenze per il primo biennio del II ciclo di
istruzione) vengono elaborate dai docenti o dalla Commissione valutazione.
Pur nei diversi momenti e nelle differenti forme in cui essa è declinata, la valutazione mantiene
sempre una doppia valenza: diagnostica, volta a evidenziare potenzialità e debolezze, puntando sui
punti forti e intervenendo con strategie di empowerment; orientativa, atta a promuovere nel singolo
la consapevolezza delle sue capacità, spingendolo così a maturare scelte autentiche e ponderate.
Punti di forza: la valutazione, favorendo il singolo e le sue capacità, è uno dei punti di forza dei
CPIA.
Punti di criticità: /
Strategie di miglioramento: /
7. Ambiente di apprendimento

I CPIA si confrontano con una realtà poliedrica, multiforme, sfaccettata, in cui accanto a situazioni
di svantaggio linguistico, culturale, sociale si trovano spesso vissuti difficili. Non si tratta solo di far
fronte alla dispersione scolastica, ma di offrire a tutti l’opportunità di trovare il proprio posto nella
società di appartenenza o di accoglienza. In questo contesto, creare un ambiente di apprendimento
favorevole appare fondamentale. Principi cardine sono sicuramente le Indicazioni Nazionali per il
curricolo del 2012 che, nel sottolineare l’importanza di “valorizzare l’esperienza e le conoscenze
degli alunni”, coincidono appieno con le finalità dei CPIA. Le stesse Indicazioni definiscono
“contesto idoneo a promuovere apprendimenti significativi e a garantire il successo formativo per
tutti gli alunni” quello che fa uso di metodologie didattiche atte a promuovere l’esplorazione, la
scoperta e le attività laboratoriali. Tutti interventi, questi, di cui si avvalgono puntualmente i CPIA,
il cui primo intento è proprio valorizzare il saper fare. Altrettanto importante, nel documento del
MIUR, è il riferimento all’apprendimento collaborativo: nelle classi dei Centri, dove provenienza,
lingua, età sono le più disparate, questo è impiegato per creare una dimensione formativa sociale e
condivisa, nonché, per facilitare l’integrazione e l’inclusione.
Meno favorevoli appaiono le risorse materiali e ambientali. Trovandosi a condividere spazi di altri
Istituti scolastici ospitanti (in base a protocolli definiti con Indicazione del Gruppo Regionale per il
Lazio), i CPIA non sono sempre forniti della strumentazione idonea per raggiungere al meglio tutti
gli obiettivi perseguiti. D’altra parte, bisogna evidenziare la presenza in molte aule della LIM che,
se rappresenta un importante strumento di supporto all’azione didattica delle scuole di ogni ordine e
grado, risulta fondamentale per i CPIA, che necessitano per natura di mezzi utili a favorire la
motivazione o a facilitare la comprensione, uniformando e differenziando al contempo gli stili di
apprendimento. Negli ambienti educativi dei Centri il linguaggio delle TIC rappresenta sicuramente
una lingua franca, attraverso cui i soggetti di diversa estrazione sociale, culturale, linguistica che
compongono le classi, ivi compresi i docenti, riescono meglio a comprendere e a comprendersi.
Inoltre, seguendo la logica della flessibilità degli spazi, i CPIA creano ambienti di apprendimento
anche fuori dalle aule, favorendo le uscite didattiche, le visite a mostre e musei, la partecipazione a
eventi culturali: occasioni che guardano al territorio come risorsa di apprendimento.
Più difficile, invece, si presenta la situazione nelle case circondariali, sia dal punto di vista delle
risorse materiali che di quelle ambientali. Qui spetta ai docenti, alla loro capacità creativa, emotiva
e relazionale, realizzare un clima ambientale in cui i discenti possano trovare un ampio ventaglio di
motivazioni, anche attraverso soluzioni originali.
Punti di forza:
Punti di criticità: /
Strategie di miglioramento: non considerando la situazione carceraria, inesorabilmente vincolata
agli ambienti detentivi, per gli altri corsi è auspicabile la fruizione di edifici autonomi, che rendano
disponibili spazi, strumentazione, materiali utili a ottimizzare gli ambienti di apprendimento.

8. Inclusione e differenziazione

E’ la stessa mission a coinvolgere i CPIA nei processi di inclusione e differenziazione. Quanto
all’inclusione, va ribadito il carattere peculiare dell’azione educativo-formativa dei Centri, che non
si traduce solo in interventi volti a includere o integrare “specialità” in contesti “normali”, come
avviene per altri ordini di scuola. L’utenza dei Centri, infatti, è “diversa” per natura, comprendendo
spesso studenti in situazione di svantaggio linguistico, socio-culturale, economico-ambientale. Un
target presente in tutti i corsi tenuti dai CPIA, sia di I livello (I e II periodo didattico) sia di
Alfabetizzazione; senza dimenticare i corsi attivati presso le sedi carcerarie. Includere tali realtà
soggettive, significa operare attraverso una didattica personalizzata e differenziata che, pur non
adottando strumenti di intervento quali PDP, si avvicina, superandone a volte le premesse, a quanto
disposto dalla normativa BES. A questo scopo risponde il Patto Formativo individuale che,
determinando le caratteristiche specifiche dell’utente, permette di tracciarne il percorso educativo,
attraverso la registrazione delle potenzialità ma anche delle carenze possedute dallo stesso. E’ il
Patto che consente di conoscere la storia del singolo e, dunque, di individuare le forme didattiche e
le modalità di valutazione adeguate. Una didattica, dunque, volta a garantire il successo di tutti.
Punti di forza: Mission dei CPIA; PFI, Patto formativo individuale
Punti di criticità:/
Strategie di miglioramento:/

9. Continuità e orientamento
Grazie agli accordi siglati con gli Istituti Superiori, il CPIA 6° favorisce la realizzazione di
iniziative didattiche indirizzate a promuovere continuità e orientamento, con particolare riferimento
agli iscritti ai corsi di I livello, I e II periodo didattico. Si ricordano, per l’anno scolastico 2015-
2016, le seguenti attività:
•   Sede di Viterbo
    o visita all’ITIS L. da Vinci di Viterbo, presentazione dell’Istituto e attività laboratoriale (I e II
        periodo didattico);
    o partecipazione a una lezione tenuta presso l’ITC P.Savi di Viterbo (II periodo didattico)
Punti di forza:/
Punti di criticità:/
Strategie di miglioramento: Implementare iniziative di raccordo CPIA-Istituti Superiori.

                          Processi - Pratiche gestionali e organizzative

10. Orientamento strategico e organizzazione della scuola

Come detto in precedenza, dal 1 Settembre 2015 i CPIA costituiscono una tipologia di istituzione
scolastica autonoma, dotata di un proprio organico e articolata in reti territoriali, di norma, su base
provinciale. Il CPIA 6°, in risposta ad esigenze di decentramento amministrativo, coinvolge in
realtà due diverse province, ovvero Roma, con le sedi associate di Civitavecchia, Ladispoli, Ostia,
Fiumicino, e Viterbo, che costituisce la sede centrale. Quest’ultima gestisce il personale scolastico
di tutte le sedi, organizza i percorsi di istruzione per livelli, in una dimensione integrata di
interazione “reticolare” con il territorio che esprime e richiede specifici bisogni formativi. Oltre a
stipulare accordi, convenzioni e intese con gli EELL ed altri soggetti pubblici e privati, al fine di
ampliare l’offerta formativa, il CPIA 6° definisce specifici accordi di rete con le istituzioni
scolastiche di II grado per stabilire, tra l’altro, criteri comuni per la progettazione didattica dei
percorsi di secondo livello e garantire gli opportuni raccordi tra i diversi percorsi di istruzione.

L’unità centrale ed amministrativa di Viterbo mostra un’ottima capacità di proporsi come partner
strategico delle altre reti territoriali di servizio, di coordinare i diversi soggetti che hanno
responsabilità per le politiche dell’istruzione nel territorio, nonché, di coinvolgere i diversi
stakeholders. Le collaborazioni attivate, come verrà meglio specificato di seguito, sono integrate in
modo adeguato con l’offerta formativa, volte da un lato a migliorare l’inclusione e dall’altro a
ridurre la dispersione.
Un contributo fondamentale al ruolo di leadership rivestito dalla sede di Viterbo è fornito dalla
dirigenza, che non vanta solo una pregressa esperienza nell’ambito dell’istruzione per gli adulti, ma
anche apprezzabili risultati conseguiti a livello logistico e gestionale. Degno di nota, a tal proposito,
appare in passato l’ex CTP 37 è stato capofila nella gestione dei fondi europei per l’alfabetizzazione
degli alunni stranieri (FEI-PRILS) per l’USR-Lazio e la rete dei CTP del Lazio, amministrandone
tutta la rendicontazione economica. Si ricorda che anche quest’anno la scuola parteciperà allo stesso
Bando, denominato però Bando FAMI - Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione.
Punti di forza: ruolo di partner strategico dell’unità centrale ed amministrativa di Viterbo.
Punti di criticità: /
Strategie di miglioramento: /
11. Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane
Nell’ottica della formazione continua i centri predispongono una serie di iniziative volte alla
formazione e all’aggiornamento dei docenti e del personale ATA.
Si ricorda che nel triennio precedente i C.T.P. del Lazio hanno partecipato in blocco ad una
formazione estesa sul Progetto Assistito riguardante l’organizzazione delle Unità di Apprendimento,
cui ha fatto seguito la produzione di due testi che costituiscono il punto di riferimento per le ipotesi
programmatorie didattiche. Per il prossimo triennio il Collegio dei Docenti di questo C.P.I.A. 6 ha
ritenuto di fondamentale interesse “comune” le seguenti tematiche:
    •   redazione e aggiornamento dei Patti Formativi Individuali che consentono la
        personalizzazione del percorso di studio previo riconoscimento dei saperi e
        conseguentemente la certificazione dei crediti introdotti dal DPR 263/2015;
    •   criteri oggettivi condivisi per il riconoscimento delle competenze non formali e informali e
        sulla quantificazione dei relativi crediti, in quanto si tratta di un settore di assoluta
        innovazione, al momento privo di standard di riferimento.
Per i prossimi anni il CPIA 6° è in attesa che l’USR per il Lazio proceda ad iniziative in merito, a
cui tutti i docenti dovrebbero partecipare. Esso comunque provvederà anche in maniera autonoma,
sia grazie ad accordi con altri C.P.I.A., sia attraverso la partecipazione di esperti esterni. In tal senso
meritano di essere ricordati alcuni incontri importanti tenuti durante l’anno scolastico 2015-2016
che hanno visto l’intervento di esperti in merito alla nuova realtà dei CPIA e all’attività
didattica/organizzativa degli stessi. Si ricordano tra gli altri gli interventi del Prof. Emilio Porcaro,
D.S. del CPIA metropolitano di Bologna, e del D.S. Sebastian Amelio, della Direzione generale
ordinamenti scolastici del MIUR.
Punti di forza: /
Punti di criticità:
Strategie di miglioramento: Implementare interventi di formazione e aggiornamento per tutto il
personale, anche in accordo con l’USR Lazio.

12. Integrazione con il territorio e rapporti con gli stakeholders

Nella sua articolazione in reti territoriali di servizio, il CPIA 6° costituisce il soggetto pubblico di
riferimento, in raccordo con le autonomie locali, il mondo del lavoro e delle professioni, in grado di
realizzare una nuova offerta formativa che tenga conto dei particolari bisogni dell'utenza e delle
risorse presenti sul territorio.
La scuola partecipa in modo attivo o coordina reti e ha collaborazioni diverse con soggetti esterni.
Essa ha finora realizzato reti con le seguenti realtà scolastiche del territorio:
    •   Accordo per il raccordo del Centro Provinciale per l'Istruzione degli Adulti - C.P.I.A. 6° del
        Lazio interprovinciale - con le istituzioni scolastiche dove sono incardinati i percorsi di se-
        condo livello: ITIS L. da Vinci di Viterbo, ITC Savi di Viterbo, ISISS “Cardarelli” di Tarqui-
        nia; ISISS “Calamatta” di Civitavecchia; ITC “Baffi” di Fiumicino(art. 3 c. 4 del DPR
        263/2012 per la realizzazione del livello di Unità Didattica del CPIA)
    •   con altre scuole di Viterbo, capofila ITIS “L. Da Vinci” di Viterbo: avviso pubblico per l’ac-
        quisizione di manifestazioni di interesse da parte delle istituzioni scolastiche ed educative
        per l’individuazione di proposte progettuali relative a laboratori territoriali per l’occupabilità
        da realizzare nell’ambito del piano nazionale scuola digitale (pnsd).
    •   con altre scuole della provincia di Viterbo, capofila ISISS Midossi di Civita Castellana: av-
        viso pubblico per l’acquisizione di manifestazioni di interesse da parte delle istituzioni sco-
        lastiche ed educative per l’individuazione di proposte progettuali relative a laboratori territo-
        riali per l’occupabilità da realizzare nell’ambito del piano nazionale scuola digitale.
    •   con altre scuole, capofila I.I.S.S. “Giorgio Ambrosoli” di Roma: “Innovazione digitale - un
        traguardo a portata di mano!" per la progettazione e la realizzazione del progetto finalizzato
        alla formazione degli "Animatori Digitali" di cui al DDG n.50 del 25/11/2015
Si prevedono a breve intese con i settori della Formazione Professionale, nel rispetto delle indica-
zioni delle Linee guida per quanto attiene alla realizzazione dell’Unità Formativa (Livello C) della
rete di servizio, per l’ampliamento dell’offerta formativa.
Altre convenzioni e protocolli sottoscritti o previsti:
    •   Protocollo d’intesa con le scuole “ospitanti” le sedi associate: I.C. Egidi di Viterbo; I.C.
        Flavioni di Civitavecchia; IIS Di Vittorio di Ladispoli; I.C. Porto Romano di Fiumicino; I.C.
        Parini di Ostia.
    •   Protocollo d’intesa con le Prefetture di Roma e Viterbo per lo svolgimento dei test per Italia-
        no L2 per stranieri, di test di assegnazione dei crediti, di corsi e percorsi di istruzione e for-
        mazione, di sessioni di orientamento civico, previsti dal DPR 179/2011 per i cittadini di pae-
        si terzi.
Inoltre, con particolare riferimento all’attenzione alla Cittadinanza e Costituzione e alla Legalità, la
scuola persegue azioni sinergiche in collaborazione con le forze dell’ordine: Polizia di Stato, Cara-
binieri, Polizia Urbana, Polizia Postale, Vigili del Fuoco, Asl, esperti esterni disponibili ad azione di
collaborazione con i docenti.
Inoltre sono previsti accordi per l’ampliamento O.F. con EELL e altri soggetti pubblici e privati, con
particolare riferimento alle strutture formative accreditate dalle Regioni per la realizzazione del li-
vello di Unità Formativa del CPIA. Sono altresì previste intese per corsi coordinati per Italiano L2
con EELL e Associazioni del volontariato sociale, mediante intese strutturate con USR per il Lazio,
al fine di agevolare l’apprendimento della lingua Ita L2 per stranieri residenti in zone distali dei ter-
ritori.
La scuola, inoltre, tiene contatti con famiglie e tutor degli studenti, promuovendone la partecipazio-
ne e la collaborazione al fine di realizzare un’azione educativa comune e condivisa.
Punti di forza: /
Punti di criticità: In questa fase iniziale di strutturazione delle relazioni con territori poco
congruenti tra loro, l’istituzione fatica ancora a trovare interlocutori attenti e soprattutto informati
del quadro di innovazione in cui questo nuovo ordine di scuola andrà ad operare nei prossimi anni.
Strategie di miglioramento: /
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