L'influenza aviaria: aggiornamento - dott.Fulvio ZORZUT
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L'influenza aviaria: aggiornamento dott.Fulvio ZORZUT Responsabile U.F.Profilassi Malattie Infettive Dipartimento di Prevenzione di Trieste Thailandia: primo caso umano del 2006 Il ministero della Salute tailandese ha confermato un caso umano di influenza aviaria da H5N1. Si tratta di un ragazzo di 17 anni del distretto di Thap Khlo, nella provincia settentrionale di Phichit. Il paziente ha sviluppato i sintomi il 15 luglio ed è stato ricoverato in ospedale il 20 luglio, dove è morto 4 giorni dopo. Il 10 luglio il ragazzo aveva bruciato delle carcasse di polli morti. Questo caso coincide con una ripresa dell’epidemia da H5N1 confermata fra gli animali in questa provincia. Per contenere l’epidemia fra gli animali sono state applicate misure di controllo ed è stata intensificata la sorveglianza nell’uomo. Dalle indagini sul campo non sono emersi segni di malattia respiratoria nelle persone venute a stretto contatto con il ragazzo. Questo è il primo caso di infezione umana da H5N1 riportato in Thailandia nel 2006. Il punto sull’epidemiologia dei casi nell’uomo L’ultimo numero di Weekly Epidemiological Record, pubblicato online dall’Oms, presenta i risultati della prima analisi dei dati epidemiologici relativi a tutti i 205 casi nell’uomo di H5N1 confermati dall’Oms, da dicembre 2003 fino al 30 aprile 2006. Anche se la qualità e l’affidabilità delle informazioni raccolte non sono le stesse in tutti i Paesi, è stato comunque possibile giungere a diverse conclusioni: • il numero dei nuovi Paesi che hanno registrato casi di aviaria nell’uomo è salito da 4 a 9 dopo ottobre 2005, in seguito alla diffusione di nuovi focolai epidemici tra la popolazione avicola • la metà dei casi riguarda giovani sotto i 20 anni. Il 90% dei casi si è verificato in adulti con meno di 40 anni • il tasso complessivo di mortalità è del 56%. La mortalità è alta in tutti i gruppi di età, maggiore nelle persone tra i 10 e i 39 anni • il profilo di mortalità per gruppi di età è diverso da quello dell’influenza di stagione, dove il tasso di mortalità è più elevato tra gli anziani • il tasso complessivo di mortalità è stato più alto nel 2004 (73%). È stato del 43% nel 2005 e del 63% nel 2006 • i tassi di mortalità, gli intervalli di tempo tra l’esordio dei sintomi e il ricovero e tra l’esordio dei sintomi e la morte suggeriscono che la malattia non è cambiata sostanzialmente tra il 2003 e oggi 1
• anche se i casi si verificano praticamente tutto l’anno, in tutti questi ultimi tre anni l’incidenza ha raggiunto il picco nel periodo corrispondente alla stagione invernale e primaverile dell’emisfero settentrionale. Se questa tendenza dovesse confermarsi, si potrebbe assistere a un’impennata dei casi prima del previsto, alla fine del 2006 o all’inizio del 2007. In Italia tutte le misure adottate fino a oggi hanno dato buoni risultati. Infatti, dopo i 19 cigni selvatici ritrovati positivi al virus H5N1 nelle Regioni Puglia, Calabria e Sicilia nello scorso mese di febbraio (per i quali sono state emanate specifiche misure restrittive in conformità alle disposizioni comunitarie), non sono stati registrati altri casi positivi negli uccelli selvatici né tantomeno nel 2006 si sono verificati focolai nel pollame domestico. Aviaria nei gatti: il parere dell'Oie L'Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie) è stata informata del ritrovamento di un gatto positivo al virus H5N1 sull'isola di Rügen, in Germania. Secondo il Friedrich-Loeffler Institut (Fli), laboratorio di riferimento dell'Oie per l'influenza aviaria, nel fine settimana era stato rinvenuto ed esaminato un gatto che apparentemente presentava un'infezione da comune influenza. In seguito, i resti sono stati inviati al laboratorio di riferimento dell'influenza aviaria per ulteriori analisi e i campioni esaminati sono risultati positivi al virus H5N1. Sono attualmente in corso ulteriori analisi per valutare se il ceppo isolato sia simile a quello ritrovato nei cigni selvatici sulla stessa isola. Non è la prima volta che un felino risulta positivo all'infezione del virus H5N1. Un episodio è avvenuto nel 2004 in uno zoo di Bangkok dove oltre 40 tigri sono morte e molte altre sono state abbattute a causa dell'infezione. In quella occasione, le indagini avevano dimostrato che le tigri erano state alimentate con carcasse di polli molto probabilmente infettati dal virus H5N1. Le tigri possono aver contratto l'infezione o per inalazione di grandi quantità di virus che avrebbero potuto essere presenti sulla superficie/sulle penne delle carcasse di pollame (contaminazione fecale) o in seguito a ingestione di intere carcasse, compresi gli intestini e le feci. Sono stati riferiti in Asia altri casi “naturali” fatali di infezione da H5N1 nei gatti domestici. È risaputo che i gatti sono suscettibili di contrarre il virus H5N1. Esperimenti di laboratorio hanno anche dimostrato che il virus H5N1 si trasmette da gatto a gatto. L'Oie ha sottolineato che sino a oggi tutti i casi naturali in felini non hanno causato nessuna modifica nell'epidemiologia dell'influenza aviaria, che è fondamentalmente rimasta una malattia dei volatili. 2
La trasmissione all'uomo sebbene documentata è al momento poco efficace e limitata. Nella maggior parte dei pazienti asiatici è stato riconosciuto un contatto diretto, con animali infetti, spesso per ragioni professionali o conseguente ad alta promiscuità uomo volatili. Non esiste al momento evidenza di una trasmissione da uomo a uomo perciò il rischio di una pandemia è e rimane solo teorico. Infatti, il contagio interumano è l'elemento fondamentale perché possano determinarsi delle epidemie mondiali simili a quelle dell'influenza La possibilità di un incrocio tra virus aviario A/H5N1 e virus umani del ceppo A, in corso di epidemia influenzale, tramite coinfezione in uno stesso ospite umano, rappresenta il vero problema quindi è necessario mantenere un alto livello di vigilanza. Il maiale rappresenta il reservoir naturale dove avvengono le ricombinazioni dei genomi dei virus aviari e umani. A/H5N1 La mappa dei casi di influenza aviaria 3
Casi umani cumulativi Paese 2003 2004 2005 2006 Totale casi morti casi morti casi morti casi morti casi morti Azerbaijan 0 0 0 0 0 0 8 5 8 5 Cambogia 0 0 0 0 4 4 2 2 6 6 Cina 0 0 0 0 8 5 11 7 19 12 Egitto 0 0 0 0 0 0 14 6 14 6 Gibuti 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 Indonesia 0 0 0 0 17 11 37 31 54 42 Iraq 0 0 0 0 0 0 2 2 2 2 Thailandia 0 0 17 12 5 2 1 1 23 16 Turchia 0 0 0 0 0 0 12 4 12 4 Vietnam 3 3 29 20 61 19 0 0 93 42 4
Totale 3 3 46 32 94 41 88 58 232 134 (Fonte: Organizzazione mondiale della sanità, dati aggiornati al 26 luglio 2006) Il nostro paese In Italia tutte le misure adottate fino a oggi hanno dato buoni risultati. Infatti, dopo i 19 cigni selvatici ritrovati positivi al virus H5N1 nelle Regioni Puglia, Calabria e Sicilia nello scorso mese di febbraio (per i quali sono state emanate specifiche misure restrittive in conformità alle disposizioni comunitarie), non sono stati registrati altri casi positivi negli uccelli selvatici né tantomeno nel 2006 si sono verificati focolai nel pollame domestico. Raccomandazioni In Italia, si sta diffondendo la percezione che l’arrivo del virus aviario H5N1 indichi l’arrivo di una pandemia influenzale nell’uomo. In realtà, il rischio legato alla circolazione del virus aviario H5N1 va tenuto separato da quello di una possibile pandemia, perché: • il rischio immediato per la salute umana legato al virus H5N1 è basso, e limitato ad alcune specifiche categorie di individui che sono a stretto contatto con animali potenzialmente infetti • sebbene una pandemia influenzale sia probabilmente inevitabile, non c’è modo di sapere quando questa arriverà e da quale virus sarà causata. Per questo, è importante chiarire le raccomandazioni per la prevenzione di una possibile infezione da virus aviario H5N1 nelle categorie professionali a rischio, nei viaggiatori verso i Paesi dove sono stati segnalati animali infetti e nella popolazione generale italiana. 5
Categorie professionali a rischio (persone che allevano o macellano pollame, persone che trasportano pollame vivo, veterinari): • lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con il pollame o con superfici contaminate da deiezioni • vaccinarsi annualmente contro l’influenza umana. La vaccinazione annuale contro l’influenza non protegge dal virus H5N1, ma ha lo scopo di ridurre il rischio di una possibile infezione contemporanea da virus dell’influenza aviaria e virus dell’influenza umana. La co-infezione è una possibilità remota, che però potrebbe portare a una ricombinazione dei virus con creazione di un nuovo virus influenzale che si può trasmettere da uomo a uomo • ulteriori raccomandazioni si applicano solo ai lavoratori in aree in cui è stato isolato il virus H5N1 nella popolazione aviaria • Viaggiatori verso nazioni in cui sono stati segnalati volatili o pollame infetto da virus H5N1 (Vietnam, Tailandia, Cambogia, Indonesia, Laos, Cina, Kazakhstan, Mongolia, federazione russa a est degli Urali, Romania, Turchia, forse Grecia) Non vi sono restrizioni per i viaggi, ma si raccomanda ai viaggiatori di adottare alcune precauzioni: • evitare i contatti con pollame vivo e uccelli selvatici • evitare di visitare mercati dove si vendono animali vivi, o fattorie • evitare il contatto con superfici contaminate da feci di animali • evitare di toccare volatili trovati morti • non mangiare pollame, anatre o uova crudi o poco cotti • curare l’igiene personale e lavarsi spesso le mani Non è invece raccomandato che i viaggiatori portino con sé farmaci antivirali Popolazione generale italiana. La popolazione generale italiana non è a rischio; a parte le comuni norme igieniche, le uniche misure precauzionali sono: • non toccare volatili morti 6
• cuocere bene il pollame e le uova La vaccinazione stagionale contro l’influenza non ha alcuna relazione con l’infezione da H5N1. È raccomandata per le categorie previste dalla circolare ministeriale relativa alla stagione 2005-2006, ma non ci sono evidenze a supporto di una vaccinazione universale di tutta la popolazione. Trieste,27/9/2006 . 7
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