Coronavirus, estese a tutta Italia le restrizioni della "zona rossa"

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Coronavirus, estese a tutta Italia le restrizioni della "zona rossa"
Coronavirus, estese a tutta Italia
le restrizioni della "zona rossa"

                                     ROMA – Il Governo ha esteso a
tutto il resto d’ Italia, a partire da oggi martedì 10 marzo, fino al
3 aprile, le misure sinora vigenti in Lombardia e in altre 14 province
e relative all’emergenza “CoronaVirus“. Da questa non ci sarà più una
“zona rossa”, ma ci sarà tutta l’Italia “zona protetta” che tutti i
cittadini devono rispettare, da nord a sud, per contrastare l’avanzata
del CoronaVirus.

Le misure erano state disposte con un decreto nella notte tra sabato e
domenica, prevedono il divieto di spostamento ad eccezione di
“comprovati motivi di lavoro” oppure per “gravi esigenze familiari o
sanitarie“. Tutto il Paese viene quindi messo in allarme o sicurezza
Coronavirus, estese a tutta Italia le restrizioni della "zona rossa"
(per come lo si voglia vedere) nel tentativo di interrompere
l’estensione del virus, che ha contagiato ad oggi, sulla base dei dati
forniti dalla Protezione Civile , 9.172 persone, 463 delle quali sono
morte (anche se l’ Istituto Superiore di Sanità deve ancora accertare
ed ufficializzarne le cause) , oltre 700 in terapia intensiva e 724 le
persone guarite.

Conte si è presenta in sala stampa da solo, per quello che è senza
dubbio l’annuncio più drammatico della sua esperienza di governo:
“Abbiamo adottato una nuova decisione che si basa su un presupposto:
tempo non ce n’è“, ribadisce. “I numeri ci dicono che stiamo avendo
una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in
terapia intensiva e subintensiva e ahimè anche delle persone decedute.
La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho
deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti“. Il
provvedimento è quello atteso ed ormai ritenuto inevitabile: “Sto per
firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare come ‘io resto a
casa‘. Non ci sarà più una zona rossa nella penisola. Ci sarà l’italia
zona protetta“.

Il Presidente del consiglio ha elencato tutti i punti fondamentali
della nuova regolamentazione. A cominciare dalle scuole e le
università: “Chiuse fino al 3 aprile”. “Non è stata una decisione
facile – ha commentato Conte – sappiamo che stiamo chiedendo alle
famiglie e ai genitori con figli uno sforzo non trascurabile ma il
futuro dell’Italia è nelle nostre mani e ognuno deve fare la sua
parte. Che ha fatto un nuovo balzo in avanti: i morti sono 463, altri
97 in sole 24 ore, i malati quasi 8.000, circa 1.600 in più.

“Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare tutte le
nostre abitudini”, ha detto Conte. “Ma non abbiamo più tempo: c’è una
crescita importante dei contagi e delle persone decedute. Quindi
dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia e lo
dobbiamo fare subito“.

dpcm9marzo2020

Il provvedimento che il Consiglio dei Ministri ha varato ieri sera e
che entrerà in vigore da questa mattina con il “plauso” delle regioni,
informato il Quirinale “può essere chiamato – ha detto Conte – “io
resto a casa”” . Esso prevede, tra l’altro, un divieto di
assembramento in tutta Italia; spostamenti possibili solo per motivi
di lavoro, necessita´ o salute; lo stop delle scuole fino al 3 aprile
insieme a quello di tutte le manifestazioni sportive, campionato di
calcio compreso.
Coronavirus, estese a tutta Italia le restrizioni della "zona rossa"
Stop quindi al calcio ed a tutte le attività sportive,. Per il
premier, infatti, “non c’è ragione per cui proseguano le
manifestazioni sportive, abbiamo adottato un intervento anche su
questo”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sostenuto che       per
contrastare l’avanzata del virus: “non c’è tempo, occorre rinunciare
tutti a qualcosa per tutelare la salute dei cittadini” sostenendo che
“oggi è il momento della responsabilità. Non possiamo abbassare la
guardia“.

“Non è all’ordine del giorno una limitazione dei trasporti pubblici,
per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle
persone di andare a lavorare”, ha precisa il premier. Sarà quindi
possibile “l’autocertificazione“ per la giustificazione degli
spostamenti, “ma se ci fosse una autocertificazione non veritiera ci
sarebbe un reato”, precisa.
Coronavirus, estese a tutta Italia le restrizioni della "zona rossa"
Il testo del decreto estende a tutta la penisola le misure varate
domenica . “I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita
importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva
e subintensiva e ahimé anche delle persone decedute. La nostre
abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di
adottare subito misure ancora più stringenti, più forti”, ha sostenuto
Conte, aggiungendo “Sto per firmare un provvedimento che possiamo
sintetizzare come “io resto a casa”. Non ci sarà più una zona rossa
nella penisola. Ci sarà l’Italia zona protetta“.

I retroscena della decisione del Governo Conte
Coronavirus, estese a tutta Italia le restrizioni della "zona rossa"
Il premier Conte aveva cercato di
resistere fino all’ultimo,    provando ad arginare er un giorno intero
il pressing del Pd, delle opposizioni e dei presidenti delle Regioni
che sin dal mattino gli chiedevano tutti la stessa cosa: misure di
contenimento più drastiche e omogenee sull’intero territorio nazionale
per fermare l’epidemia. Una serie di restrizioni senza precedenti, che
l’avvocato foggiano fino all’ultimo ha tentato di evitare per paura
delle ricadute sull’economia.

Quando però gli hanno letti     l’ultimo bollettino della Protezione
civile, più 25 per cento di contagi in meno di ventiquattrore, ha
capito che “tempo non ce n’è”. In serata prima della conferenza stampa
ha riunito i capidelegazione del Governo e dato l’annuncio: “Nella
penisola non ci sarà più una zona rossa”, trasformando poi in
conferenza stampa l’affermazione in “ci sarà l’Italia zona protetta”
a partire da oggi, senza più differenze fra la Lombardia e il resto
del Paese.
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A metà pomeriggio i presidente delle Regioni l’avevano ribadito ai
ministri Boccia, Speranza e De Micheli collegati in videoconferenza da
Roma: la progressione del virus è impressionante e pericolosa, non si
può più aspettare, occorrono provvedimenti più forti, regole uguali
per tutti, altrimenti sarà il caos. Intimando che in caso di inerzia
del Governo, ognuno avrebbe fatto da sè adottando singole ordinanze di
contenimento. “I locali pubblici devono chiudere alle 18” ha preteso
il presidente della Campania Vincenzo De Luca (Pd) “l’apertura di bar
e ristoranti mantenendo un metro di distanza è ingestibile e non ha
riscontri nella realtà». In assoluto accordo con il vicepresidente del
Lazio Daniele Leodori, che aveva lanciato sui social il giorno prima
la campagna #iorestoacasa, adottata ieri dal premier Conte.        Una
spinta “politica” dai territori, impossibile da controllare e frenare,
della quale il ministro Boccia si è subito fatto “messaggero” presso
il premier spingendolo di fatto a cedere.
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Troppe incertezze ed errori
che hanno i convinto Palazzo Chigi che qualcosa va cambiato. “Stiamo
ragionando sul da farsi» dirà Conte in coda delle conferenza stampa,
“io avverto l’opportunità di un coordinamento per l’approvvigionamento
di macchinari e attrezzature sanitarie. È un ruolo che potrebbe
affiancare il capo della protezione civile”. Una decisione invocata
ieri anche dal centrodestra, che ha proposto anche la nomina di un
“supercommissario all’emergenza” in grado di caricarsi sulle spalle la
gestione dei fondi e il coordinamento di tutte le operazioni
necessarie a sconfiggere l’epidemia.

Un ruolo delicatissimo per il quale Salvini e Berlusconi hanno fatto
il nome di Guido Bertolaso. affiancato nelle ultime ore dall’ipotesi
Gianni De Gennaro. Una ipotesi      che però non piace a tutti nel
governo, sopratutto al M5S, fortemente preoccupato che una personalità
“forte” finisca per commissariare il capo della protezione civile
Angelo Borrelli, vicino a Conte, i quali cederebbero dal “podio
“mediatico.
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Conferenza stampa del premier Giuseppe Conte al termine del Consiglio
dei Ministri

Da questa mattina di martedì 10 marzo, quindi chiunque dovrà spostarsi
da un Comune all’altro dovrà avere una giustificazione e presentare
una autocertificazione per il controllo. Le modalità per
autocertificare la motivazione del proprio spostamento sono state
definite ieri: occorre un modulo da esibire (questo il link per
scaricarlo)    al momento del controllo. Chi non può scaricarlo e
stamparlo può copiare il testo e portare la dichiarazione con sé.

indicazioni-coronavirus

Chi per motivi di lavoro o di salute deve effettuare sempre lo stesso
spostamento può utilizzare un unico modulo specificando che si tratta
di un impegno a cadenza fissa. La stessa modalità vale anche per chi
ha esigenze familiari che si ripetono quotidianamente oppure a
scadenze fisse e dunque può indicare la frequenza degli spostamenti
senza bisogno di utilizzare moduli diversi.

DPCM Corona Virus 9marzo2020
Coronavirus, estese a tutta Italia le restrizioni della "zona rossa"
Ad esempio chi deve spostarsi tra i comuni per raggiungere i figli o
altri parenti da assistere oppure per impegni di carattere sanitario.
Se si viene fermati si può fare una dichiarazione che le forze
dell’ordine trascriveranno ma sulla quale potranno fare verifiche
anche successive. Spetta in ogni caso comunque al cittadino in caso
di controlli, dimostrare di aver dichiarato il vero.

Una buona notizia. Il paziente “uno” (cioè il primo ad essere stato
affetto dal CoronaVirus), il 38enne manager dell’Unilever, residente
a Codogno, ricoverato a Pavia      è stato trasferito dalla terapia
intensiva a quella sub intensiva. “È stato cioè “stubato” in quanto ha
iniziato a respirare autonomamente”. Lo ha reso noto l’assessore al
Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera.
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