"Bollettino sulla situazione economica e sociale dell'Area Orvietana" - Presentazione del

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"Bollettino sulla situazione economica e sociale dell'Area Orvietana" - Presentazione del
Comune di Orvieto

                            Presentazione del
               «Bollettino sulla situazione economica e
                     sociale dell’Area Orvietana»
"Bollettino sulla situazione economica e sociale dell'Area Orvietana" - Presentazione del
La microstruttura del settore produttivo

                          orvietano (2001 - 2011)
•   Il numero delle imprese è aumentato nel decennio del 4% per cento (7%
    nell’intera);
•   le imprese dell’orvietano, amplificando un trend regionale, hanno dimezzato
    il ricorso all’esternalizzazione; invece in controtendenza è la forte flessione
    dei lavoratori temporanei;
•   sebbene l’incidenza delle piccole unità produttive sia in flessione il tessuto
    produttivo appare ancora caratterizzato dalla piccola impresa;
•   I dati sulla specializzazione produttiva suggeriscono un calo degli addetti
    all’agricoltura, silvicoltura e pesca, della manifattura, delle costruzioni.
    Contro un incremento del commercio, dei servizi di alloggio e ristorazione e
    per le attività professionali, scientifiche e tecniche
"Bollettino sulla situazione economica e sociale dell'Area Orvietana" - Presentazione del
Il mercato del lavoro (2001 - 2011)

• Il numero degli occupati è aumentato di quasi il 10%, un po’ meno
  degli incrementi a livello provinciale e regionale, ma molto inferiore
  alla crescita nel Comprensorio;
• Il tasso di disoccupazione sale molto meno che a livello provinciale
  e regionale; analoga la dinamica del dato distinto per sesso;
• Il tasso di occupazione sale fra il 2001 e il 2011 in linea con
  l’andamento provinciale e regionale e Il tasso di disoccupazione
  giovanile aumenta in poco e resta inferiore sia a livello provinciale
  che regionale.
"Bollettino sulla situazione economica e sociale dell'Area Orvietana" - Presentazione del
Tendenze demografiche (dati fino al 2016)
•   Dal 2003 al 2016, gli immigrati residenti sono triplicati in Umbria e nel
    complesso delle Aree Interne dell'orvietano (addirittura quintuplicati nel comune
    di Orvieto). Negli ultimi due anni si rileva ovunque una contrazione della
    componente straniera della popolazione;
•   La popolazione residente è cresciuta a ritmi più contenuti (+0,85% nei comuni
    dell’Area Interna e +7,3% a livello regionale), mostrando addirittura una
    contrazione nel comune di Orvieto (dal 2003 al 2016 la popolazione residente si
    riduce dello 0,21%);
•   L'allungamento della vita media e la bassa natalità della popolazione residente,
    da un lato, il recente calo della fecondità delle donne straniere e la contrazione
    dei flussi migratori dell’ultimo biennio, dall’altro, hanno fatto si che l'Umbria risulti
    tra le regioni d'Italia con più alto indice di vecchiaia;
•   Da un punto di vista finanziario l’indice di vecchiaia può essere considerato una
    proxy del «debito demografico» che pesa sulle generazioni più giovani in termini
    di risorse assorbite per finanziare il welfare e fornisce un chiaro segnale delle
    difficoltà in cui si troverà anche il sistema produttivo.
"Bollettino sulla situazione economica e sociale dell'Area Orvietana" - Presentazione del
Indice di vecchiaia 2002-2016
"Bollettino sulla situazione economica e sociale dell'Area Orvietana" - Presentazione del
Tendenze demografiche: uno sguardo altrove… se Atene piange Sparta non ride...
"Bollettino sulla situazione economica e sociale dell'Area Orvietana" - Presentazione del
Tendenze demografiche: l’impatto sul risparmio
… alcuni impatti della dinamica demografica… (C. Teulings e R. Baldwin)
VULNERABILITA’ SOCIO-ECONOMICA (dati al 2011)

• Potenziale esposizione di alcune fasce della popolazione a
  situazioni di rischio
• Invecchiamento: l’incidenza delle famiglie costituite da un solo
  anziano (25%) e quelle formate da una coppia di anziani (20%)si
  raggiunge il 45%
• La metà delle famiglie orvietane è costituita da soli
  ultrasessantacinquenni Il confronto con la provincia fornisce esiti
  similari.
• Il livello di scolarizzazione superiore (rapporto nella fascia 25-64 di
  diplomati + laureati vs chi abbia la licenza media) è sensibilmente
  superiore alla media dell’Area interna e della Nazione
Struttura dell’occupazione

• Oltre metà dei lavoratori è impiegata nel terziario, l’altra metà è
  equamente suddivisa tra commercio e industria, marginale il settore
  agricolo (6%);
• L’incidenza degli occupati nelle professioni ad alta specializzazione
  è sensibilmente superiore al dato dell’Area Interna (33,7% vs
  24,9%) e maggiore di quella nazionale (31,7%);
• Una contenuta incidenza delle professioni a basso livello di
  specializzazione;
• Il tasso di disoccupazione è più contenuto rispetto al dato dell’Area
  Interna e della regione (in ogni caso il tasso di disoccupazione risente sia della
   domanda di lavoro ma anche della dinamica demografica, flettendo quando essa è
   lenta)
Struttura dell’occupazione
Un driver di sviluppo: il turismo
•   Il comprensorio dal 2010 ha invertito la tendenza calante indotta dalla recessione
    mondiale;
•   la permanenza media ha subito una flessione;
•   I dati del settore alberghiero mostrano una dinamica del comprensorio superiore a
    quella di Orvieto, pur in un contesto di flessione della permanenza media. Il settore
    extra-alberghiero ha mostrato nell’ultimo decennio una forte espansione superiore
    rispetto al comprensorio;
L’offerta di servizi di ricettività

•   Nell’ultimo decennio vi è stata un crescita del numero totale di esercizi
    (18%) superiore a quella del comprensorio (oltre 9%);
•   L’ extra-alberghiero ha avuto un maggiore dinamismo dell’offerta con una
    crescita di quasi il 28% in termini di giornate/letto
•   Le due dinamiche della domanda e dell’offerta si sono riflesse in una dato di
    utilizzo medio che denota un sostanziale eccesso di capacità produttiva:
Il turismo: luci e ombre

• Orvieto palesa un grado di attrattività superiore a quello regionale
  ma è visto come meta giornaliera;
• In parte il diverso approccio alla vacanza con più frequenza ma
  minore durata, mezzi di traporto più celeri, spiega il dato che non
  riguarda solo Orvieto;
• Questo richiede di attivare leve di marketing territoriale a ampio
  spettro
Depositi e credito (dati fino al 2015)
•   Lo stock di depositi ha mostrato un trend crescente con alcuni anni di flessione.
    Tale crescita è in parte giustificabile con la politica monetaria fortemente
    espansiva e con l’andamento cedente dell’inflazione. Nel 2015 lo stock si è
    ridimensionato di più del 4%, forse segnalando una percezione di rischio da
    parte dei risparmiatori.
•   Simile l’andamento dei prestiti. Tuttavia, i prestiti presentano un primo periodo -
    che si conclude con la crisi bancaria indotta dalla vicenda statunitense dei mutui
    subprime e col default della Banca Lehmann di New York nell’estate 2008 -
    durante il quale ogni euro di deposito si è trasformato in quasi 1,8 euro di prestiti
    e la fase successiva, fino al 2015, in cui ogni euro di depositi ha generato
    «solo» 1,3 euro di prestiti;
•   Il confronto con la provincia fornisce esiti similari. Tuttavia il moltiplicatore dei
    depositi è maggiore nel sistema creditizio orvietano rispetto al dato provinciale
    sino al 2009, poi inferiore.
•   Considerazioni analoghe possono essere proposte per il confronto sia a livello
    regionale che nazionale: il moltiplicatore dei depositi è risultato sempre
    sfavorevole al sistema creditizio orvietano ma con una dinamica, negli ultimi
    anni, tendente al recupero.
Depositi e credito (in confronto con la provincia)
                                              Orvieto
       35                                                                                      100
       30
       25                                                                                      80
       20
                                                                                               60
       15
       10
                                                                                               40
        5
        0                                                                                      20
       -5
      -10                                                                                      0

                   VARIAZ. DEPOSITI (%)       VARIAZ. IMPIEGHI (%)       Moltiplicatore (dx)

40                                    Provincia Terni
30

20

10

 0

-10

-20

               VARIAZ. DEPOSITI (%)       VARIAZ.I IMPIEGHI (%)      differenza moltiplic.
Depositi e credito (un confronto con la Regione e la Nazione)
                                         Umbria
   20

   10

   0

  -10

  -20

  -30

  -40

            VARIAZIONE DEPOSITI (%)     VARIAZIONE IMPIEGHI (%)            differenza moltipli.

                                         Italia
    20

    10

        0

   -10

   -20

   -30

   -40

   -50
             VARIAZ. DEPOSITI (%)     VARIAZ. IMPIEGHI (%)        Differenza moltiplic.
Luci e ombre sull’habitat socio-economico orvietano

•   Il tessuto produttivo incentrato sulla piccola impresa, quasi il 60% delle
    unità locali è costituito da un solo addetto (competitività/produttività
    nell’età della globalizzazione)
•   La dinamica demografica e l’invecchiamento della popolazione
    (tendenza        a      intraprendere/scelte     d’investimento/set        di
    consumi/necessità di investimenti pubblici nel welfare locale)
•   Rallentamento degli impieghi segno della stasi degli investimenti
    produttivi (impatto sulla domanda/sul capitale per addetto sulla
    produttività)
                                 …. ma anche ….
   Un processo di aumento della leva operativa indotta dalla drastica
    flessione dei lavoratori esterni (amplificazione degli effetti keynesiani)
   Sostanziale tenuta del risparmio e dei depositi bancari
   Incidenza delle professionalità a elevato valore aggiunto
   Dati sulla scolarizzazione
Conclusioni
• Una crisi in linea con quella italiana, o dell’intero occidente, con un
  versante keynesiano dal lato della domanda (rivelato dalla dinamica
  dell’occupazione e del risparmio) e uno neoclassico dal lato
  dell’offerta (rallentamento del processo di accumulazione del
  capitale e contenuta crescita del numero delle imprese), nel caso di
  Orvieto amplificata dalla dimensione d’impresa e dalla dinamica
  demografica;
• Le due radici della crisi lavorano insieme come le due lame d’una
  forbice e i loro effetti sono amplificati dal contesto macroeconomico
  del cambio fisso (gap di produttività/più contenuta remunerazione
  dei fattori produttivi/ mobilità degli stessi/specializzazione in settori
  non a elevato valore aggiunto)

La macchina è «ferma» ma il settaggio sembra in grado di cogliere un
eventuale ripresa della domanda (tramite la leva operativa) assecondabile con
una ripresa dell’investimento produttivo (finanziato con il risparmio locale) e con
le competenze professionali esistenti (incidenza delle professionalità di rango
elevato)
Elementi evolutivi del lavoro

• Un ampliamento degli aspetti monitorati in termini di
  settori di particolare rilievo trattati in maniera
  monografica e di variabili soggette a trattazioni (per
  esempio il reddito);

• Un sistema di definizione e rilevazione delle variabili
  concernenti possibili misure di benessere

• Un approccio di descrizione e di previsione sulle
  principali variabili socio-economiche (reddito e
  occupazione)
Grazie dell’attenzione… un po’ di saggezza classica…

«Nei libri di economia politica, nel Mill, per esempio, che studiò per
primo con grande entusiasmo, sperando a ogni passo di trovare la
soluzione delle questioni che lo interessavano, trovò delle leggi
tratte dalla situazione economica europea, ma non poté in nessun
modo rendersi conto di perché queste leggi, inapplicabili in Russia,
dovessero essere dichiarate generali».

       L. Tolstoj, «Anna Karenina»
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