Cosa sorvegliare e come, cosa condividere e come - Edoardo Carretto S.C. Microbiologia - IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova - simpios

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Cosa sorvegliare e come, cosa condividere e come - Edoardo Carretto S.C. Microbiologia - IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova - simpios
Cosa sorvegliare e come, cosa
           condividere e come

                    Edoardo Carretto

    S.C. Microbiologia – IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova
                           Reggio Emilia

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Conflitto di interessi, ultimi due anni

      •   Arrow Diagnostic s.r.l. – Partecipazione a convegno*, maggio 2017
      •   Becton-Dickinson Italia – Partecipazione a convegno*, giugno 2016, marzo 2018
      •   BioMérieux Italia – Partecipazione a convegni*, novembre 2016, maggio 2017
      •   Cepheid, USA – Collaborazione di ricerca in convenzione con ASMN (studi clinici sponsorizzati),
          2015 e 2016
      •   Euroclone Diagnostica – Collaborazione di ricerca in convenzione con ASMN, anni 2015 e 2016.
      •   Liofilchem – Partecipazione a convegni*, ottobre 2016, marzo 2017, ottobre 2017, marzo 2018.
      •   Nuclear Laser Medicine s.r.l. – Via delle Industrie, 3, 20090 Settala (MI). Partecipazione a
          convegno*, ottobre 2016

      * Ogni partecipazione a convegno è avvenuta senza percepire alcun compenso, nell’ambito di riunioni
      scientifiche in cui è stata svolta attività di relatore, moderatore, membro del comitato scientifico.

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Back to basic: i microrganismi sentinella

      Possono essere definiti come microrganismi
      • generalmente altamente trasmissibili, o particolarmente virulenti, o con particolari caratteristiche
        di patogenicità;
      • ad alto rischio di diffusione fra paziente e paziente;
      • che possono veicolare (e diffondere) resistenze agli antibiotici, ad esempio tramite materiale
        extracromosomico;
      • che dovrebbero imporre azioni di controllo e di prevenzione nel reparto in cui vengono isolati,
        anche in presenza di un singolo caso, sia per motivi clinici che per ragioni epidemiologiche

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Più generalmente, occorrerebbe considerare

          • tutti quei microrganismi il cui isolamento può rappresentare la spia di una malpractice
            ospedaliera, oppure di una situazione di rischio per la totalità o parte dei pazienti
            ricoverati;
          • deve quindi essere compreso il rischio clinico oltre quello epidemiologico. Esempi:
            Aspergillus species in corso di lavori edili, Fusarium in un reparto di oncoematologia,
            ecc.
          • la loro lista deve essere quindi essere dinamica, non statica!

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Esempi di microrganismi sentinella

        • Clostridium difficile
        • Neisseria meningitidis
        • MRSA (Stafilococchi meticillino-resistenti)
        • Enterococchi con resistenza ai glicopeptidi
        • Microrganismi Gram negativi multiresistenti
            • Pseudomonas aeruginosa
            • Acinetobacter baumannii
            • Enterobatteri resistenti ai carbapenemi, quali Klebsiella pneumoniae o Escherichia coli
        • Ma anche, tutti quei microrganismi per cui si documenta una variazione significativa
          nell’endemia di un reparto

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Gram negativi multiresistenti

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Solo enterobatteri resistenti ai carbapenemi?

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Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter baumannii

          PERCHÉ SÌ
          • Non richiedono implementazioni significative dell’algoritmo diagnostico
          • Sono un significativo marcatore epidemiologico
          • Hanno un impatto clinico (terapia empirica dei colonizzati con emocolture positive per
            bacilli Gram negativi o ulteriormente caratterizzati)

          PERCHÉ NO
          • Problemi con metodiche molecolari
          • Patogenicità non sempre significativa: una rilevazione, quale azione?
          • Comunicazione con i reparti che può rendersi difficoltosa

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Lo screening per la ricerca di Gram negativi MDR

    • Nella nostra realtà la sorveglianza viene effettuata su tamponi rettali per enterobatteri
      produttori di carbapenemasi, Pseudomonas aeruginosa multiresistente, Acinetobacter
      baumannii multiresistente.
    • Il tampone rettale viene preferito poiché nell’ambito di una sorveglianza di un reparto
      permette di eseguire il controllo sull’intera popolazione allo stesso tempo.
    • Sono necessari almeno tre controlli negativi per definire un paziente come NON colonizzato,
      e almeno due controlli positivi per stabilire la colonizzazione.

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…e la biologia molecolare?

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Biologia molecolare: considerazioni

     • Ottime sensibilità e specificità. Test semplici da eseguire, richiedono in genere poco tempo per
       l’esecuzione (includendo preparazione del campione, corsa, analisi del risultato), rendendosi
       compatibili con il corretto isolamento del paziente all’atto del ricovero.
     • Possibilità di rilevare la contemporanea presenza di geni differenti nello stesso isolato.
     • Possibili problemi con blaOXA-48-like e blaVIM, (maggiore sensibilità dei test molecolari). Alcuni veri
       positivi (in comparazione con metodiche colturali) potrebbero essere spiegabili con la possibile
       combinazione di bassi quantitativi di target di partenza, associata a bassi livelli di CMI.
     • Questa situazione pone in essere problematiche epidemiologiche importanti (comunicazione al
       CIO? Isolamento?)

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Biologia molecolare: considerazioni

   • Svantaggio intrinseco: rilevazione di geni senza possibilità identificative del microrganismo (rischio
     di isolare pazienti carrier di germi che non sono patogeni sentinella).
   • Non tutte le varianti geniche sono rilevate; non sempre informazioni trasparenti da parte dei
     produttori.
   • Possibili problemi con blaIMP e blaVIM (bassa sensibilità): entrambi i geni hanno una grande
     variabilità.
   • Possibile selezione di mutanti in singoli contesti epidemiologici.
   • Mancata rilevazione di carbapenemasi atipiche.
   • Necessità di valutazioni di costo-efficacia. utile la stesura di linee guida differenti per nazioni
     diverse e per diversi ospedali con proposte di come collocare più correttamente il test.

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Sorveglianza dei contatti

     • Il piano di sorveglianza attiva dei contatti prevede lo screening di TUTTI i contatti dei casi
       indice e dei casi secondari; sono considerati contatti i pazienti gestiti dalla stessa equipe
       assistenziale (ossia personale medico e infermieristico o altre figure con contatti stretti e
       ripetuti quali il fisioterapista) che ha in carico altri casi.

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Sorveglianza dei contatti

    • Su ciascun contatto, si dovrà eseguire almeno un tampone rettale per settimana. Laddove
      possibile si propone l’esecuzione di più tamponi rettali per settimana; tale tempistica
      permetterebbe infatti di identificare i pazienti colonizzati anche se ricoverati per periodi brevi.
    • La sorveglianza attiva su tutti i pazienti identificati come contatti a seconda della strategia
      utilizzata, deve essere eseguita sino a quando non vi sia sufficiente evidenza che nel reparto la
      trasmissione sia stata interrotta. Dovranno quindi essere rispettati ambedue i seguenti criteri:
        • nessun nuovo caso di colonizzazione/infezione da 3 settimane
        • adeguato isolamento di tutti i casi che sono stati degenti nel reparto durante le ultime 3
          settimane.
    • Potrà altresì essere considerata la possibilità di proseguire la sorveglianza attiva fino a quando
      nel reparto non siano più presenti casi di colonizzazione o infezione da almeno 3 settimane.

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Sorveglianza dei contatti

     • Le colture di routine dell’ambiente non sono necessarie.
     • Lo screening microbiologico degli operatori sanitari non è in genere necessario. Può essere
       indicato solo in caso di evidenza epidemiologica della trasmissione microbica da una fonte
       comune, come momento di ricostruzione della catena epidemiologica, anche per motivi
       educazionali.

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Tempistica di esecuzione/refertazione dei test di screening e di
implementazione delle relative misure di controllo

      • Il prelievo per il test nelle categorie dei pazienti in cui è indicato deve essere effettuato
        tempestivamente per consentire l’applicazione corretta delle misure di controllo.
      • Il laboratorio deve provvedere ad eseguire il test e a notificare al reparto la negatività o la
        sospetta positività entro 48 ore dal prelievo.
      • Si raccomanda, ove ciò sia fattibile, di applicare le precauzioni da contatto ai pazienti con
        risultato di sospetta positività del test screening (quindi prima delle successive fasi di
        tipizzazione e conferma).
      • Le precauzioni da contatto potranno essere interrotte in caso di negatività dei test di
        conferma (disponibile entro le successive 48-72 ore).

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Follow-up dei casi colonizzazione/infezione

    • Considerando la persistenza della colonizzazione è infrequente osservare una negativizzazione
      persistente del tampone rettale.
    • È pertanto accettabile, al fine di limitare il numero di tamponi rettali nei pazienti positivi,
      interrompere lo screening dopo due test consecutivi positivi e mantenere le precauzioni da
      contatto per tutta la durata del ricovero.
    • Il paziente andrà comunque rivalutato con nuovo screening ad ogni successivo ricovero che
      occorra entro 3-6 mesi dalla prima positività.

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Quanto a lungo persiste la colonizzazione?

    • 136 pazienti colonizzati, seguiti attraverso valutazione di tamponi rettali:
        • Tempo medio per la negativizzazione: 387 giorni (95% CI, range: 312-463).
        • 78% dei pazienti (64/82) avevano colture positive dopo 3 mesi, il 65% (38/58) a 6 mesi, e
          il 39% (12/30) dopo un anno.
        • La durata della colonizzazione era condizionata dalle ripetute ospedalizzazioni (tempo
          medio di 569 vs 286 giorni per coloro non più ricoverati, p = .001) ed era maggiore in
          soggetti che presentavano positività anche per campioni clinici e non solo di sorveglianza
          (p = .002).

                                         Zimmerman FS, et al.. Am J Infect Control. 2013; 41:190–194

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Problemi aperti

Quando un paziente si considera non
        più colonizzato?

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Enterococchi resistenti alla vancomicina

           PERCHÉ SÌ
           • Problematica riemergente in differenti realtà ospedaliere italiane
           • Sono un significativo marcatore epidemiologico
           • Possono avere impatto clinico (terapia empirica dei colonizzati con emocolture positive
             per cocchi Gram positivi in catena o ulteriormente identificati)

           PERCHÉ NO
           • Diagnostica impegnativa per potenziale elevata diffusione
           • Patogenicità bassissima: una rilevazione, quale azione?
           • Aumento dei carichi di lavoro nei reparti

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Stafilococco aureo

           Il controllo dello stato di colonizzazione si è dimostrato utile per
           • ridurre del rischio di sviluppare infezioni post-operatorie nei soggetti sottoposti a
             particolari tipi chirurgia (ortopedica, chirurgica ecc.)
           • riduzione del rischio di sviluppare infezioni in particolari tipologie di pazienti (dializzati,
             ridurre con complicanze)
           • Il rischio di sviluppo di infezione non viaria in relazione ai determinanti di resistenza,
             ma ovviamente varia l’approccio terapeutico

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Stafilococco aureo: come
            • Tampone nasale, eventualmente tamponi cutanei e tampone rettale
            • Metodiche colturali standard oppure metodiche di biologia molecolare: valutazioni di
              rapporto di costo-efficacia e di setting

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Cosa condividere e come…

          • È necessaria la realizzazione di una rete che comprenda personale del comitato di
            controllo delle infezioni e il reparto.
          • La comunicazione deve essere tempestiva e deve comprendere tutte le informazioni
            utili a livello epidemiologico e clinico: data di isolamento, microrganismo isolato, tratto
            di resistenza.
          • Test di sensibilità dovrebbero essere forniti in modo esteso per microrganismi causa di
            infezione, non per i colonizzanti; per questi ultimi, il dato potrà essere comunicato su
            richiesta motivata del clinico.
          • L’alert per i pazienti colonizzati?

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Cosa condividere e come…

         • Comunicazione via telefonica e via informatica, con percorso dedicato (mail? SMS?)

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