L'Euroregione Alpi-Mediterraneo verso il 2020
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
L’Euroregione Alpi-Mediterraneo verso il 2020 Posizione dell’Euroregione Alpi-Mediterraneo relativamente alle proposte della Commissione Europea per il nuovo periodo di programmazione della Politica regionale europea 2014-2020 L’Euroregione Alpi-Mediterraneo, che ricomprende le regioni italiane di Valle d’Aosta, Liguria, Piemonte e le regioni francesi Provence-Alpes-Côte d’Azur e Rhône-Alpes, costituisce un territorio complesso ed allo stesso tempo coerente, si radica al cuore dell’Europa e delle Alpi, aprendosi sul Mediterraneo. Popolata da 17 milioni di abitanti, l’Euroregione Alpi-Mediterraneo è uno spazio economico, sociale e culturale originale. Nel corso dei secoli, nonostante l’evoluzione delle frontiere, gli scambi tra queste cinque regioni non sono mai cessati e ad oggi questo territorio è uno dei più attivi, produttivi (con un PNL totale di circa 500 miliardi di euro) e innovativi d’Europa. Le sfide per un territorio complesso Si tratta di un territorio molto diversificato e con un importante potenziale d’attrazione per attività economiche e turistiche. Sussistono tuttavia forti disequilibri tra zone urbane e aree periferiche, specialmente le zone montane delle Alpi occidentali, che costituiscono più di un terzo del territorio dell’Euroregione. Talune di queste zone montane sono state oggetto di fenomeni di un progressivo spopolamento, isolamento e declino economico, che non fanno altro che accentuarsi , laddove invece le zone urbane e periurbane della pianura hanno continuato a crescere da un punto di vista sia demografico sia economico. La percezione della perifericità di queste zone diventa evidentissima non appena ci si allontana dai grandi assi stradali internazionali che l’attraversano. L’accessibilità ai servizi per la salute, ai servizi postali, alle aree commerciali e all’istruzione primaria delle zone di media ed alta montagna, dei centri minori in particolare, diventa sempre più difficile da garantire. In generale, la montagna risulta penalizzata in ragione dei sovraccosti legati alle caratteristiche, o handicap, che le sono propri. Queste difficoltà sono amplificate dal digital divide e dall’accesso limitato alle nuove tecnologie dell’ICT nelle zone più periferiche. Ma se da un lato la montagna “euromediterranea” presenta disparità che causano problemi strutturali, le caratteristiche del suo territorio, del suo patrimonio naturale e culturale, offrono nondimeno un potenziale di sviluppo considerevole (turismo, energie rinnovabili, ecc…). Si propongono quindi nuove sfide ai fini di uno sviluppo sostenibile a beneficio della montagna, ma anche della stessa pianura. L’Euroregione ritiene che queste sfide debbano essere affrontate in maniera integrata, anche attraverso un’assunzione di responsabilità congiunta delle problematiche, la condivisione e la coordinazione delle politiche. 1
Il tema dell’accessibilità è un elemento centrale in un territorio così complesso. Per questo motivo l’Euroregione Alpi-Mediterraneo è particolarmente toccata, e su diversi piani, dal tema dei trasporti. Il suo territorio è attraversato da corridoi di trasporto molto importanti: la Valle del Rodano da Lione a Marsiglia ad ovest e il collegamento Svizzera-Genova ad est richiedono trasferimenti modali significativi per migliorarne la componente ambientale e realizzare gli obiettivi della riduzione di gas a effetto serra previsti dall’Unione Europea. Il lato alpino che, per la sua mole, rende difficili i grandi scambi Ovest/Est, ma anche quelli di prossimità, rappresenta una sfida importante per la struttura di trasporto tra Francia e Italia, laddove il tunnel ferroviario del Frejus dimostra infatti una carenza strutturale, mentre il traffico stradale ed autostradale costituiscono una minaccia per la tutela dell’ambiente alpino. In questo senso, il progetto di collegamento ferroviario Lione-Torino è sostenuto senza riserve dall’Euroregione Alpi-Mediterraneo, che si augura che i relativi contributi finanziari europei per la realizzazione dell’opera possano raggiungere i livelli massimi. L’Euroregione sottolinea l’importanza delle autostrade del mare, soprattutto tra i porti del Mediterraneo e il traffico fluviale sul Rodano, in grado di migliorare significativamente i problemi di traffico su gomma, ricorrente nelle Regioni alpine-mediterranee. In effetti il lato Mediterraneo dell’Euroregione ha storicamente generato dei porti importanti – in particolare Marsiglia Fos, Genova, Savona e La Spezia– punti d’accesso dei traffici mercantili in Europea, che necessitano pertanto di buoni collegamenti con il loro hinterland continentale. In questo contesto così difficoltoso, l’Euroregione accoglie positivamente le nuove linee direttrici proposte dalla Commissione sulle Reti TEN, che prevedono l’inserimento delle regioni Alpi-Mediterraneo nel corridoio n°3 mediterraneo Algésiras-Frontiera ucraina, nel corridoio n°5 Helsinki-Valletta, nel corridoio n°6 Genova-Rotterdam, nel corridoio Amsterdam-Bale/Lione-marsiglia. Nella parte “altre sezioni del core network”, è inoltre inserito il progetto di linea ferroviaria ad alta velocità Marsiglia- Genova. La maggior parte delle regioni sono presenti anche nell’ambito delle priorità orizzontali per i porti e gli aeroporti della rete centrale, così come i sistemi di gestione del traffico quali ITS, ERTMS e RIS per le autostrade, le vie ferroviarie e le vie navigabili interne. L’Euroregione Alpi-Mediterraneo sottolinea il ruolo strategico svolto dalle Autorità regionali nella progettazione e realizzazione dei principali assi trans-europei, soprattutto in termini di individuazione di nodi intermodali locali, comprendendo anche l’"ultimo chilometro". Infatti le Regioni partecipano alla governance delle grandi infrastrutture, contribuendo in parte al loro finanziamento e alla loro attuazione, con un impatto significativo sul loro territorio. A questo proposito, l’Euroregione Alpi-Mediterraneo è portatrice di una richiesta di maggiore coerenza delle politiche europee (seguendo in questo il modello svizzero), segnalando la necessità che i finanziamenti dei grandi progetti, giudicati indispensabili per un migliore funzionamento del mercato unico e la circolazione delle persone e delle merci, siano realisti dal punto di vista della logica di bilancio: in questo senso l’Euroregione sostiene l’idea dei “projects bonds”, che permetteranno di assicurare il finanziamento dei progetti e di contribuire alla ripresa economica di cui l’Europa ha oggi tanto bisogno. Per ciò che concerne i trasporti transfrontalieri più locali, l’Euroregione auspica un maggiore rigore da parte della Commissione nei confronti dei gestori delle reti e degli operatori ferroviari, che sono SNCF e FS, per quanto riguarda l’effettiva attuazione dell’interoperabilità tra le reti dei due Paesi. 2
Conseguenze della crisi economico-finanziaria L’attuale situazione di crisi economica, finanziaria e sociale ha raggiunto una dimensione drammaticamente importante e rischia di rendere permanente a livello europeo un pericoloso stato di sottoccupazione, che colpisce tutti i territori europei, ma soprattutto quelli che hanno una importante tradizione produttiva. In questo contesto, aggravato dalla recente crisi del debito sovrano, che mette in pericolo le politiche pubbliche di sviluppo territoriale condotte dalle Regioni, i Fondi Strutturali rappresentano una fonte indispensabile di finanziamento per affrontare la crisi e sostenere lo sviluppo dei territori europei. L’Euroregione Alpi-Mediterraneo sostiene la proposta di quadro finanziario pluriennale che la Commissione Europea ha presentato nel giugno 2011, e ritiene che un’eventuale riduzione da parte del Consiglio delle risorse consacrate alla politica europea di coesione non farebbe altro che aumentare l’impatto della crisi nelle regioni europee, impedendo una ripresa basata sugli investimenti produttivi e innovativi per la crescita dell’economia reale, quali sono gli interventi cofinanziati dai Fondi Strutturali. L’approccio della Commissione Europea che prevede connessione ed interdipendenza tra la strategia Europa 2020 e le politiche di coesione è condivisibile. Ma per far questo, è però indispensabile che vi sia una piena chiarezza nella definizione delle interconnessioni tra la politica di coesione e la strategia Europa 2020, salvaguardando gli obiettivi specifici della prima e valorizzando le modalità attraverso le quali può contribuire al successo della seconda. Rimarcando il suo appoggio all’impegno della Commissione Europea e del Consiglio nel rilancio della crescita in Europa, l’Euroregione Alpi-Mediterraneo attribuisce un’importanza strategica agli aiuti di Stato a finalità regionale e chiede che sul tema si apra un ampio dibattito, secondo le modalità della governance multilivello. L’attuale sistema delle riunioni multilaterali tra la Commissione europea e gli Stati membri, che non coinvolge sufficientemente le regioni, i veri attori in questo settore, è inaccettabile. A questo proposito l’Euroregione Alpi-Mediterraneo esprime preoccupazione per la proposta della Commissione europea di eliminare la possibilità di concedere aiuti a finalità regionale alle grandi imprese per le aree di cui all’articolo 103, 3, c) TFUE: il mantenimento di questa possibilità per le zone di cui all’articolo 107, 3, a) non farebbe che aumentare le delocalizzazioni delle imprese verso altre Regioni europee, producendo effetti distorsivi inaccettabili. Gli aiuti regionali hanno già oggi un potenziale di efficacia ai fini dello sviluppo mirato di talune regioni economiche, ma una maggiore flessibilità nella loro utilizzazione (criteri di zonizzazione maggiormente adattabili alle diverse realtà territoriali e situazioni economiche) e l’introduzione di una nuova categoria di imprese beneficiarie (tra i 250 e i 750/1000 dipendenti) produrrebbero ottimi risultati, soprattutto per la creazione di posti di lavoro. Alla luce degli articoli 174 e 175 del TFUE e delle specificità del territorio dell’Euroregione, montano e transfrontaliero, l’Euroregione Alpi-Mediterraneo si augura che vengano quindi adottate misure specifiche a sostegno delle imprese, commisurate agli svantaggi naturali e demografici dei territori ad esse collegati. Ad oggi, riguardo al tema degli aiuti di Stato, i regolamenti non prevedono alcuna disposizione per consentire l’applicazione dei regimi d’aiuto ai progetti di cooperazione territoriale che intervengono in ambiti aperti alla concorrenza, e ciò limita largamente la possibilità di sostenere le imprese e, più in generale, lo sviluppo delle attività economiche. Per evitare distorsioni della concorrenza, la Commissione dovrebbe predisporre un regime di aiuto specifico per i programmi di cooperazione territoriale. 3
Le proposte della Commissione europea per la politica di coesione 2014-2020 Nel considerare positive le proposte della Commissione europea in materia di politica regionale europea, l’Euroregione Alpi-Mediterraneo ritiene che alcuni miglioramenti potrebbero comunque essere apportati nelle procedure di approvazione della normativa. Dal punto di vista della governance, l’Euroregione Alpi-Mediterraneo auspica che le Regioni, nella misura in cui esse finanziano ed amministrano la politica di coesione, siano pienamente coinvolte nell’elaborazione, negoziazione, attuazione e revisione dei diversi documenti strategici, vale a dire il Quadro strategico comune e, in particolare, i contratti di partenariato. Le cinque Regioni sono convinte che una governance multiregionale permetterebbe di identificare i temi prioritari (in particolare imprenditorialità, creazione del valore aggiunto) e di individuare azioni mirate verso i territori, tenendo conto delle loro specificità (zone metropolitane, coste mediterranee e montagne). L’Euroregione Alpi-Mediterraneo condivide l’importanza del partenariato, così come il coinvolgimento nella programmazione degli stakeholder istituzionali territoriali e sociali. Ma è necessario riconoscere con la stessa forza il ruolo specifico giocato dalle Regioni nella programmazione e gestione della politica regionale europea e di conseguenza esse non possono essere equiparate agli altri attori del partenariato. L’Euroregione Alpi-Mediterraneo condivide l’orientamento della Commissione europea verso la concentrazione tematica e l’integrazione degli strumenti e dei Programmi, ma rimane convinta che la scelta delle priorità d’investimento e la ripartizione dei Fondi strutturali tra FESR e FSE debbano emanare dalle regioni, che conoscono meglio le specificità e le esigenze dei loro territori e sono pertanto maggiormente idonee a realizzare politiche d’investimento mirate ed efficaci. In questa stessa logica, l’Euroregione Alpi-Mediterraneo sostiene il principio di una concertazione tematica sugli obiettivi chiave della strategia Europa 2020, declinati nel quadro di un menu tematico comunitario, ma segnala una certa mancanza di flessibilità nella scelta degli obiettivi tematici, che dovrebbero essere determinati dalle Regioni stesse, sulla base di una diagnosi territoriale. E’ da sottolineare il ruolo strategico degli agglomerati urbani per lo sviluppo e la competitività del territorio. L’Euroregione Alpi-Mediterraneo auspica altresì che i territori montani possano essere destinatari, nel quadro della politica di coesione, di un regime di flessibilità specifica, in ragione delle loro peculiarità non solo territoriali, e un impegno da parte degli Stati membri a prendere in considerazione le sfide territoriali negli accordi di partenariato. In linea con il principio di sussidiarietà e la governance multilivello, l’Euroregione Alpi- Mediterraneo reputa necessario che tutti i fondi del Quadro strategico comune possano beneficiare di una reale flessibilità, consentendo così a ciascuna Regione di determinare gli obiettivi tematici su cui si concentreranno gli interventi, permettendo, tra l’altro, alle Regioni di attuare interventi per la salvaguardia del patrimonio culturale e la promozione di cultura e turismo, e sostenendo, in generale, la possibilità di eliminare i livelli minimi imposti dai regolamenti specifici. Per quanto concerne i Programmi Operativi Regionali, è importante che sia riconosciuta la flessibilità necessaria per renderli strumenti efficaci nei territori. Per esempio, non si dovrà applicare il principio “un obiettivo - un asse - un fondo” in maniera rigida. A questo riguardo, l’Euroregione Alpi-Mediterraneo segnala che il modello di programma operativo adottato dalla Commissione rischia di rallentare e intralciare l’attività di programmazione delle Regioni. La proposta di regolamento generale si basa sull’integrazione e la complementarietà tra i fondi. Il ricorso a diverse possibili opzioni d’integrazione deve essere flessibile e si deve adattare alle 4
esigenze strategiche ed organizzative dei diversi contesti. Appare dunque opportuno che le Regioni abbiano la facoltà di scegliere il numero di programmi, le autorità di gestione, gli organismi e gli strumenti da attivare, in considerazione delle caratteristiche specifiche dei territori. Per una migliore integrazione, l’armonizzazione di regole, procedure e partners deve essere realizzata in maniera effettiva, per non penalizzare, ma facilitare invece quelle amministrazioni che opteranno per soluzioni multifondo. A tal fine dovrà essere proposto uno strumento di sviluppo locale integrato, da affiancare al FSE, al FESR ed al FEASR. Una governance multiregionale dovrebbe contribuire ad analizzare le opportunità di realizzare programmi operativi complementari idonei ad articolare, dal locale al transnazionale, attraverso il transfrontaliero, una varietà di strumenti finanziati dal FESR e dei fondi nazionali. Questa disposizione permetterebbe di ottimizzare tutte le risorse disponibili al servizio di un elevato numero di progetti di sviluppo, e quindi dei territori stessi. L’Euroregione Alpi-Mediterraneo auspica che un più marcato orientamento della politica di coesione ai risultati si concentri maggiormente sul controllo della performance, della qualità, dell’efficacia e della sostenibilità dell’utilizzo dei fondi, piuttosto che sul rispetto formale delle regole sul volume della spesa. In questa prospettiva, è necessario un effettivo alleggerimento delle regole europee e nazionali per l’attuazione dei fondi, per il controllo e l’audit, che inoltre consenta di agevolare l’accesso ai finanziamenti per i beneficiari. La scelta della Commissione europea di istituire una serie di condizionalità ex ante è condivisibile, a condizione però che il coinvolgimento delle regioni nella definizione del meccanismo sia totale e che le condizionalità riguardino materie organizzative o politiche nelle quali le Regioni siano in grado di agire direttamente (le Regioni non possono essere penalizzate del fatto che alcuni Stati membri non rispettino i loro impegni, soprattutto in materia di deficit pubblico nazionale). Dal momento che la condizionalità macroeconomica risponde a obiettivi che non riguardano la politica di coesione, tali condizioni non dovrebbero ridursi ad una mera moltiplicazione degli obblighi o delle formalità da assolvere, ma, al contrario, dovrebbero agevolare il rispetto delle norme esistenti, e solo se strettamente legate all’esecuzione corretta e coerente delle politiche regionali e idonee a superare le criticità che ancora esistono. La cooperazione territoriale europea L’Euroregione Alpi-Mediterraneo, richiamando la lunga e fruttuosa esperienza di partecipazione delle sue regioni ai programmi transfrontalieri, che in nessun caso dovrebbero essere stravolti, ha accolto favorevolmente la proposta della Commissione di migliorare il valore strategico della cooperazione territoriale europea, non soltanto per quanto riguarda la dotazione di bilancio (peraltro, le risorse devono essere chiaramente definite dal Programma, e per il tramite degli Stati membri, sistema, questo, che rischia di nuocere alla logica della cooperazione) ma anche per le misure concrete che dovrebbero accompagnare questa scelta, soprattutto relativamente al rafforzamento dello sviluppo territoriale integrato, che si traduce in un potenziamento della cooperazione in tutte le fasi dei futuri progetti. L’Euroregione Alpi-Mediterraneo ritiene comunque possibile apportare alcuni miglioramenti, come una più chiara articolazione dei diversi regolamenti, specifiche informazioni sulle condizioni di attuazione dei nuovi strumenti proposti dalla Commissione (Piano d’azione comune, Investimento Territoriale Integrato, sviluppo locale). Si dovrebbero inoltre stabilire modalità di coordinamento tra i programmi operativi dell’obiettivo “Investimenti per la crescita e l’occupazione”, i programmi di cooperazione territoriale e i programmi a valere sulla politica di vicinato per le regioni interessate. 5
Sarebbe ugualmente necessario chiarire le modalità per l’eventuale integrazione delle aree adiacenti nel Programma e il loro impatto sul finanziamento del programma stesso. Il principio di concentrazione tematica su 4 obiettivi appare vincolante rispetto ad una effettiva integrazione transfrontaliera ed alla coesione economica, sociale e territoriale di queste zone. Il successo dei programmi transfrontalieri risiede sicuramente nell’essere stati in grado di alimentare dinamiche di cooperazione, ma anche nella capacità di adattarsi ai territori con le loro specificità ed esigenze. La scelta delle strategie da adottare, in particolare nel quadro dei dispositivi dei piani integrati transfrontalieri, è stata delegata ai territori al fine di promuovere l’attivazione delle dinamiche di cooperazione su base territoriale. L’Euroregione Alpi-Mediterraneo ritiene che questa nuova richiesta di concentrazione tematica non consentirebbe più di rappresentare su queste basi, all’interno di un solo Programma e all’interno di un perimetro eterogeneo come quello della frontiera franco-italiana continentale, l’insieme degli interessi presenti, e sarebbe molto limitante per lo sviluppo di strategie locali coerenti e realmente integrate. La possibilità di selezionare fino a 6 obiettivi tematici all’interno dei programmi di cooperazione transfrontaliera e fino a 5 nel quadro dei programmi di cooperazione transnazionale, qualora sia selezionata la priorità relativa allo sviluppo ed all’attuazione di strategie macroregionali e del bacino marittimo, nel quadro dell’obiettivo tematico consistente a rafforzare le capacità istituzionali e l’efficacia dell’amministrazione pubblica, potrebbe rappresentare un buon punto d’equilibrio. Quest’ultima priorità corrisponde in effetti alle aspirazioni dell’Euroregione Alpi-Mediterraneo, permettendole così di sviluppare una propria visione, in particolare a favore della realizzazione di una strategia macroregionale per le Alpi. Rispetto al GECT, l’Euroregione Alpi-Mediterraneo ritiene che il ricorso al GECT per la gestione dei programmi di cooperazione territoriale è una possibilità da prendere in considerazione. Sempre in relazione alle questioni di gestione dei programmi, l’Euroregione Alpi-Mediterraneo ritiene che la proposta di centralizzazione dei controlli da parte dell’Autorità di gestione sia possibile ed altresì auspicabile al fine di armonizzare i controlli, ma a condizione che le norme di ammissibilità delle spese siano stabilite a livello comunitario, da parte della Commissione. Infine, sarebbe opportuno prendere in considerazione la possibilità di superare il 6% dell’importo stanziato per l’assistenza tecnica per un programma di cooperazione territoriale, nel caso in cui l’autorità di gestione centralizzi i controlli dei servizi resi oppure quando un programma sceglie di attuare la priorità sulla strategia macro-regionale. 6
Puoi anche leggere