Iniziative di Difesa Europee e sviluppo tecnologico - Ministero Difesa
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Iniziative di Difesa Europee e sviluppo tecnologico Claudio Catalano L’addio del cancelliere Merkel: l’Europa in cerca di Leadership Nel corso del 2018, sono maturate delle situazioni che stanno portando ad un rimescolamento dello scenario europeo, dovuto alla perdita di popolarità dei principali leader europei. Il presidente francese Emmanuel Macron ha perso il favore popolare e di conseguenza la base di legittimazione per operare la sua politica d’influenza in Europa, ma soprattutto ha perso la sponda tedesca. Dopo le sconfitte alle elezioni amministrative in Baviera il 14 ottobre e in Assia il 28 ottobre, il cancelliere Angela Merkel il 29 ottobre ha annunciato che nel prossimo Congresso della CDU - che raggrupperà 1001 delegati ad Amburgo dal 6 a 8 dicembre - non si ricandiderà alla presidenza del partito e che nel 2021 non si ricandiderà alle elezioni politiche per un quinto mandato da cancelliere né per un seggio in Parlamento o un incarico nella Commissione europea. È la fine di un’era politica per il cancelliere e forse per la Germania in Europa. La questione è che al momento vi sono due “grandi uomini malati d’Europa”, perché oltre alla Germania, il Regno Unito è ormai dal referendum del giugno 2016 alle prese con la Brexit, di cui non si intravede, in vista della scadenza del 28 marzo 2019, una possibile via di uscita negoziale, con la prospettiva del “No deal” – uscita in assenza di accordo - che diventa sempre più realistica. Il tramonto del cancelliere Merkel Angela Merkel è stata nominata Presidente dell'Unione Cristiano-Democratica (CDU) il 9 aprile 2000 e eletta per la prima volta Cancelliere a seguito delle elezioni politiche del 2005, con una “grande coalizione” con il partito consociato, l'Unione Cristiano-Sociale (CSU), e con il Partito Socialdemocratico (SPD). Il 24 settembre 2017 è stata designata cancelliere per il quarto mandato consecutivo. È stata in un certo senso un cancelliere di “grande coalizione” (Große Koalition - abbreviata GroKo) che ha guidato per tre volte su quattro mandati, nel 2005-2009 nel 2013-2017 e dal 2018 a oggi. I partiti tradizionali che formano la GroKo sono da anni in perdita costante di consensi, rispetto al massimo picco toccato nelle elezioni politiche del 1976 con il 91,2% dei voti. Nelle elezioni di settembre 2017 sono arrivati a totalizzare solo il 53,5%, mentre in caso di voto anticipato non raggiungono il 50% nelle proiezioni delle intenzioni di voto dei sondaggi.1 Alle elezioni politiche del settembre 2017, CDU del cancelliere Merkel è stato il partito più votato, ma non ha raggiunto una maggioranza relativa tale da formare un governo. A queste elezioni è seguita una certa incertezza politica con l’ipotesi di “coalizione Giamaica”, dai colori dei tre partiti - nero per CDU, giallo per liberaldemocratici (FDP) e verde per i Verdi – poi sfumata nel dicembre 2017 per opposizione di FDP. È stata anche ipotizzata la “coalizione Congo” - nero per CDU, rosso per SPD e verde per i Verdi – senza successo. A gennaio 2018, dopo essersi a lungo opposto, il segretario SPD Martin Schulz, già a lungo deputato europeo, ha infine accettato una riedizione della GroKo tra CDU e SPD guidata dal cancelliere Merkel. Schulz si era sempre opposto alla GroKo perché nella sua analisi del voto di settembre 2017 il calo del SPD ai minimi storici era stato provocato dalla mancata accettazione da parte dell’elettorato dei compromessi con il CDU dovuti alla partecipazione a GroKo. 1 Alessandro Campi “Il terremoto a Berlino cambierà l’Europa” Il Messaggero 29 ottobre 2018. Osservatorio Strategico 2018– Anno XX n. I 13
Iniziative Europee di Difesa e sviluppo tecnologico L’accordo di governo è stato raggiunto il 12 gennaio 2018 tra Merkel e Schulz e, il 7 febbraio 2018, è stato raggiunto l’accordo politico e la definizione dei ministeri, votato dai congressi dei partiti SPD e CDU. Il 14 marzo 2018 è stato convocato il Bundestag per una sessione straordinaria per la designazione ufficiale del quarto mandato del cancelliere Merkel votato con 364 voti a favore su 688 votanti presenti – maggioranza richiesta di 355 voti su 709 seggi totali del Bundestag -, ma con 35 in meno rispetto alla somma algebrica dei seggi dei tre partiti della GroKo pari a 399 seggi nel Parlamento. Non è la prima volta che la Merkel ha dei “franchi tiratori”, è successo già nel suo primo mandato 2005-2009 e nel precedente mandato 2013-2017 aveva 42 voti in meno, con 462 su 504 voti come totale della somma algebrica della coalizione, pari al 91,6 della coalizione. Nel quarto mandato la Merkel ottiene il 91,2% del totale della somma algebrica della coalizione.2 Tuttavia, un governo nato su premesse così fragili non poteva avere vita facile e soprattutto un governo nato di minoranza non è riuscito a conquistare il consenso necessario ed anzi ha logorato il consenso raccolto a settembre 2017. Alle elezioni in Baviera del 14 ottobre, la CSU ha preso il 37,2% dei voti, perdendo la maggioranza relativa nella sua roccaforte e avviandosi verso una GroKo con i liberi elettori della Baviera (“Freie Wähler”), una sorta di lista civica permanente registrata, che ha incrementato i suoi voti al 11,6% (+9% rispetto alle precedenti elezioni) e che dovrebbe prendere tre ministri del Land: istruzione, ambiente e o economia o energia.3 Gli altri partiti hanno preso rispettivamente: Verdi al 17,5%; AfD al 10,2%; SPD al 9,7%; FDP al 5,1% e die Linke al 3,2%. La candidata AfD al ruolo di vice-presidente del Land, si è ritirata e sarà sostituita da una collega di partito. Il risultato delle elezioni del 28 ottobre in Assia vedono un grosso calo dei partiti tradizionali CDU al 27% (ma -11,3% rispetto alle precedenti), SPD 19,8% (-10,9%) e una forte affermazione di partiti antisistema con Verdi al 19,8% (+8,7%), che hanno raddoppiato i consensi, e Alternative für Deutschland (AfD) al 13,1% (+9%), che ha di fatto triplicato i consensi, mentre tengono FDP al 7,5% (+2,5%) e Die Linke al 6,5% (+1,1%). In Assia governava il Land una GroKo formata dal governatore uscente Volker Bouffier della CDU e fedelissimo della Merkel con i Verdi. A inizio novembre, il segretario FDP dell’Assia, Bettina Stark-Watzinger, ha dichiarato possibile una coalizione di FDP con SPD e Verdi, negando la possibilità di una coalizione Giamaica con CDU al posto di SPD.4 Nel caso in cui la GroKo CDU-Verdi in Assia si sfaldasse e si formasse una GroKO FDP-SPD- Verdi, a livello federale, SPD potrebbe decidere di rompere le alleanze e sfilarsi dalla GroKo del governo federale. Interpretando il sentimento di una parte del SPD, già contrario alla GroKo con la CDU, Ralf Steigner, rappresentante SPD nello Schlewsig-Holstein, ha scritto in una sua mozione di posizione di partito: “Bisogna chiarire che né siamo entrati ad ogni costo nella Große Koalition, né rimarremo a qualsiasi prezzo nella Große Koalition (..) A meno che questa non cambi drasticamente e rapidamente il suo operato e la sua immagine, non può durare e non durerà più a lungo”.5 2 “35 Abweichler bei Kanzlerinwahl” Tagesschau sito del telegiornale del canale televisivo ARD, 14 marzo 2018 https://www.tagesschau.de/inland/merkel-wahl-121.html 3 Timo Frasch “Bayerns neue Regierung steht” FAZ 4 novembre 2018 http://www.faz.net/aktuell/politik/inland/freie- waehler-stimmen-koalitionsvertrag-mit-csu-zu-15873730.html 4 “FDP lehnt Ampel-Koalition in Hessen ab” Tagesschau sito del telegiornale del canale televisivo ARD, 2 novembre 2018 https://www.tagesschau.de/inland/hessen-koalition-101.html 5 Traduzione Italiana di “weder sind wir um jeden Preis in die Große Koalition gegangen, noch werden wir um jeden Preis in der Großen Koalition bleiben” in “SPD-Vize Stegner droht mit Ende der großen Koalition” FAZ, 3 novembre 2018 http://www.faz.net/aktuell/politik/inland/positionspapier-stegner-droht-mit-ende-der-grossen-koalition- 15872498.html Osservatorio Strategico 2018– Anno XX n. I 14
L’addio del cancelliere Merkel: l’Europa in cerca di Leadership Il risultato di una rottura della GroKo sarebbe un governo Merkel di minoranza, fatalmente debole, con una nuova ipotesi di coalizione Giamaica, già persa in partenza se si considerano gli eventi politici tra settembre e dicembre 2017 e l’opposizione persistente di FDP ad una alleanza con CDU. Per cui un’ipotesi più probabile sarebbe il voto anticipato, dove i partiti tradizionali CDU e SPD partono molto svantaggiati rispetto a partiti più agili e in crescita come FDP, Verdi e soprattutto AfD.6 I Verdi, che sono un partito storico che affonda le proprie radici nella lotta contro le basi nucleari NATO negli anni ’80, vive una seconda giovinezza in quanto rappresenta un’alternativa di sinistra al SPD. Il SPD, dopo troppi governi di coalizione con la CDU, è un partito ormai alla ricerca di una propria identità. Con l’annuncio dell’addio alla politica della Merkel, si apre la successione per la guida della CDU, con almeno 12 contendenti tra cui i favoriti sono l’attuale segretario generale, Annegret Kramp- Karrenbauer, della corrente liberale CDU, già fedelissima della Merkel e nominata rappresentante al Congresso CDU dalla Saar; due oppositori della Merkel appartenenti alla corrente conservatrice: l'ex capogruppo Friedrich Merz e il ministro della Salute Jens Spahn. Nel 2002-2004, Merz presiedette la CDU insieme alla Merkel finché non rassegnò le dimissioni, oggi sembra che Merz sia appoggiato da un altro decano del partito, Wolfgang Schäuble, attualmente presidente del Bundestag, già considerato successore designato di Helmut Kohl, ma allora superato dalla Merkel. Il ministro Spahn è giovane, è nato nel 1980 ed è gay dichiarato ma ultracattolico e si pone come volto nuovo e critico della vecchia guardia di sostenitori della Merkel. Contrario alla deriva conservatrice è, invece, il governatore del Nord Reno-Westfalia Armin Laschet, tra i vice della cancelliera nella CDU e oggi tra i papabili alla sua successione. Secondo il commissario europeo Günther Oettinger il nuovo segretario CDU dovrà collaborare con la Merkel fino alla fine ufficiale del suo mandato da cancelliere nel 2021, quindi non può essere un suo oppositore.7 Kramp-Karrenbauer ha, invece, ribadito l'accoglienza dei richiedenti asilo come un punto fermo della CDU, in linea con l'ala dei cattolici e protestanti tedeschi che la considera imprescindibile carità cristiana e che ha molto danneggiato la Merkel nel 2015 quando il cancelliere appoggiò l’immigrazione di circa 1 milione di immigrati, ritenuti in gran parte profughi, che ha provocato grandi disagi sociali in Germania contribuendo alla quasi sconfitta elettorale dell’anno scorso. Intervistato da “Il Messaggero”, José Maria Aznar, ex premier spagnolo dal 1996 al 2004 del partito popolare spagnolo (PPE), che appartiene alla famiglia dei popolari europei come la CDU, ha dichiarato: “Mi preoccupa molto più l’evoluzione della situazione politica tedesca che non la Brexit, che è problema per la Ue, ma non si porterà via la costruzione europea. Una cattiva evoluzione politica della Germania potrebbe farlo. L’Unione Europea non è solo un modello di integrazione, è un sistema di valori. Può essere migliorata, ma non significa che si debba rimpiazzare il suo complesso di principi”.8 Riguardo la crisi dei partiti tradizionali sostiene Aznar che: “La frammentazione politica è una delle caratteristiche di questi tempi e in alcuni casi è coincisa con l’implosione dei partiti tradizionali, come in Italia e Francia, in altri no, come in Spagna. In Germania non ancora”.9 6 Cfr.: Alessandro Campi “Il terremoto a Berlino cambierà l’Europa” Il Messaggero 29 ottobre 2018. 7 “CDU kündigt Wahlkampf „strikt nach Satzung“ an” FAZ, 5 novembre 2018 http://www.faz.net/aktuell/politik/inland/angela-merkels-nachfolge-cdu-kuendigt-wahlkampf-nach-satzung-an- 15875061.html 8 Intervista di Paola del Vecchio a José Maria Aznar “In Germania può finire la costruzione europea” in il Messaggero, 24 ottobre 2018. 9 Ibidem Osservatorio Strategico 2018– Anno XX n. I 15
Iniziative Europee di Difesa e sviluppo tecnologico Secondo Aznar, sono tre le cause dell’incertezza politica europea attuale: “Primo: dopo la guerra fredda, la democrazia liberale, che sembrava ormai al riparo da minacce, è stata nuovamente sfidata da neo-autoritarismi, da autoritarismi, da democrazie liberali con regimi populisti. È un dato nuovo e rilevante che la pone in grave pericolo. Secondo: la rivoluzione tecnologica, con il fenomeno di disintermediazione e di massimo decentramento del potere, e tutte le alterazioni dei modelli sociali, culturali, politici e mediatici.”10 Il terzo motivo riguarda le conseguenze politiche e sociali della crisi del 2008, che ha portato alla sfiducia nelle istituzioni nazionali e anche internazionali. Il crescente isolamento internazionale della Germania Oltre al tramonto dell’era Merkel, una serie di segnali a livello internazionale stanno evidenziando la perdita di leadership tedesca a livello europeo, con punture di spillo da parte degli alleati tradizionali dell’Europa centro-orientale e della Francia. Il governo Merkel ha appoggiato il Global compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare proposto nel quadro delle Nazioni Unite a seguito della Dichiarazione di New York del 19 settembre 2016.11 Il Global Compact approvato nel luglio 2018 da 193 Stati dell’ONU – tutti tranne gli Stati Unti - dovrebbe essere firmato il 10 o 11 dicembre 2018 in una Conferenza internazionale del quadro ONU in Marocco. Il ministero degli Esteri tedesco, Ulrike Demmer, ha infatti affermato che si tratta di una dichiarazione politica di intenti non vincolante da parte della comunità internazionale e non di un trattato internazionale, mentre i criteri e il livello di immigrazione rimangono decisioni sovrane degli Stati. Queste dichiarazioni hanno trovato l’opposizione del presidente nazionale AFD, Jörg Meuthen, per il quale regolare l’immigrazione nei propri confini è una competenza sovrana degli Stati. Il cancelliere Merkel vede il Global Compact come un aiuto per frenare l'immigrazione clandestina, sottolineando la sovranità degli Stati nelle questioni relative all'immigrazione ed è una base per la migrazione legale di professionisti o per ragioni umanitarie. Il cancelliere Merkel in un incontro a Varsavia con il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha dichiarato: "A mio parere, tutto questo è molto importante in questo patto migratorio, non è giuridicamente vincolante e quindi la Germania lo sostiene”.12 Dopo le consultazioni con il governo tedesco, il primo ministro polacco Morawiecki ha risposto di volersi ritirare dal Global Compact: "è molto probabile (..) che non saremo parte del Global Compact (..) Crediamo che i nostri principi sovrani sulla sicurezza dei confini e del controllo dei flussi migratori abbiano la priorità assoluta".13 In questa difesa del Global Compact, la Germania si trova in contrasto con i suoi tradizionali alleati a partire dalla Polonia, per continuare con Stati Uniti, Austria, Rep Ceca e Ungheria, ma anche l’Australia, che si sono ritirati dall’accordo. L’Austria tramite il vice-cancelliere Heinz-Christian Strache ha anche affermato che “l’immigrazione non è e non può diventare un diritto umano”, come 10 Ibidem 11 Vedi per maggiori informazioni dal sito OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare https://italy.iom.int/it/global-compact-una-migrazione-sicura-ordinata-e- regolare 12 “Bundesregierung verteidigt Migrationspakt” Tagesschau sito del telegiornale del canale televisivo ARD, 2 novembre 2018 https://www.tagesschau.de/inland/un-migrationspakt-105.html 13 Ibidem; Katie Harris “UN migration plan collapsing as Poland is FIFTH country to REJECT pact” in The Daily Express, 3 novembre 2018 Osservatorio Strategico 2018– Anno XX n. I 16
L’addio del cancelliere Merkel: l’Europa in cerca di Leadership risulterebbe dal Global Compact e il giovane cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha dichiarato che sosterrà la linea contraria all’interno dell’UE, di cui l’Austria detiene la presidenza di turno.14 La difesa del Global Compact da parte della Merkel conferma che il cancelliere non ha più il polso della situazione. Nell’Europa centro-orientale, quello che è conosciuto come il gruppo di Visegrad (Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia e Ungheria) che fino a un paio di anni fa – ad esempio nel vertice di Bratislava sulla PSDC del 2016 – guardava al cancelliere come un faro e una guida politica, ormai prende decisioni in aperto contrasto con il governo Merkel. Secondo alcuni sta emergendo in questi paesi un movimento sovranista-populista: le elezioni politiche di questi ultimi anni sembrano confermare questa tendenza, ma l’errore è nel sottolineare i temi populisti che sono in realtà temi elettorali, mentre il vero nocciolo di Realpolitik della questione è che da un paio di anni questi paesi iniziano a fare una politica completamente autonoma da Berlino. A settembre, Austria, Italia e Ungheria si erano opposte a un progetto tedesco di rimandare attraverso aree di transito sui propri confini meridionali - quindi in Austria e Italia, gli immigrati che non soddisfacevano i requisiti come richiedenti asilo per la Germania. Un mossa, poi ritirata dal cancelliere Merkel.15 Con questo tipo di iniziative il cancelliere Merkel è riuscita a compattare un blocco anti-tedesco i cui Stati poco hanno in comune, ma anzi sarebbe diviso da antiche rivalità, se non l’avversione per invasioni di campo tedesche. La Francia inizia a nutrire dubbi sulla Germania in ambito di cooperazione militare, campo che è stato il fiore all’occhiello della locomotiva franco-tedesca fin dal Trattato dell’Eliseo del 1963. Nell’Assemblea nazionale francese, l’on. Jean Charles Larsonneur, già diplomatico e ora giovane deputato del partito di governo fondato da Macron “La République en marche” membro della commissione difesa, ha presentato una relazione sul bilancio difesa per il 2019,16 in cui riporta testimonianze di una volontà d’influenza tedesca nella collaborazione negli armamenti della NATO, attraverso il principio della Nazione Quadro, a scapito della cooperazione della Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) e della relazione privilegiata con la Francia. La Germania mira a sostenere i programmi di proprio interesse come il nuovo Leopard III Main Ground Combat System (MGCS),17 l’UAV MALE 2025 a scapito del nuovo caccia futuro di sesta generazione (SCAF), che secondo gli accordi sarebbe a guida francese, per il quale non è ancora iniziata la fase di studi già prevista perché i tedeschi hanno dirottato i loro sforzi sui test di volo congiunto tra caccia e UAV, che i francesi hanno già sperimento con Rafale e UCAV nEUROn nel 2016. Secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato di Dassault Aviation, Éric Trappier, la Direzione nazionale armamenti francese (DGA) ha chiesto all’omologa tedesca (BAAINBw) un accordo per superare gli ostacoli amministrativi che stanno bloccando lo scambio d’informazioni per lo sviluppo dello SCAF, non ottenendo però risposta dai tedeschi. BAAINBw vorrebbe anche associare gli spagnoli allo SCAF fin dalla fase di sviluppo, iniziativa cui i francesi sono contrari.18 Allo stesso modo, sostiene Antoine Bouvier, amministratore delegato di MBDA, che i tedeschi avrebbero selezionato come nuovo missile controcarro per l’elicottero d’attacco Tiger lo Spike LR2 dell’israeliana Rafael, che è 14 Ciaran McGraith “Austria to QUIT UN migrant pact in solidarity with US and Hungary” in The Daily Express, 31 ottobre 2018 https://www.express.co.uk/news/world/1039093/austria-un-migrant-pact-us-hungary-poland-sebastian- kurz-migration 15 Joe Barnes 'Hungary won't budge till Austria agrees' Fury as Germany decides migration rules for bloc” in The Daily Express, 5 luglio 2018. https://www.express.co.uk/news/world/984171/Angela-Merkel-Germany-news-migration- Austria-Hungary 16 Jean-Charles Larsonneur “Avis fait au nom de la Commission de la défense nationale et des forces armées sur le projet de loi de finances pour 2019 (n° 1255) Tome VII, Défense Équipement des Forces – Dissuasion N° 1306” Assemblée Nationale Constitution du 4 Octobre 1958, XV legislature, registrato il 12 ottobre 2018. http://www.assemblee-nationale.fr/15/budget/plf2019/a1306-tVII.asp#P128_11349 17A Eurosatory nel giugno 2018 è stato presentato Euro Main Battle Tank (EMBT) franco-tedesco costituito da chassis del Leopard II e torretta del Leclerc, destinato all’esportazione non costituisce un prototipo del MCGS. 18 Larsonneur cit. para “Des freins administratifs à la coopération industrielle” Osservatorio Strategico 2018– Anno XX n. I 17
Iniziative Europee di Difesa e sviluppo tecnologico ancora in sperimentazione, invece di sviluppare con i francesi un nuovo European Modular Missile (EMM). Inoltre, la Germania starebbe creando un polo cantieristico per i sottomarini con Norvegia e Polonia,19 in contrasto con il progetto francese di consolidamento della cantieristica militare europea incentrata su Naval Group, che ha coinvolto Fincantieri. Analisi, valutazioni e previsioni L’indebolimento del cancelliere Merkel, si somma a quello del presidente Macron e all'attesa dei negoziati sulla Brexit che trovano l’Europa alla ricerca di una leadership. Una leadership con una visione chiara potrebbe disinnescare anche i pericoli insiti nella Brexit, i cui negoziati sono stati lasciati alla discrezionalità dell’amministrazione europea, che rischia di mettere all’angolo il primo ministro Theresa May con il pericolo di una deriva sempre più “atlantica” dei britannici in balia delle frange dei Brexiteer “No deal” dei conservatori, con possibili conseguenze negative per la crescita dell’economia e soprattutto per la cooperazione nella difesa europea. 19 Cfr.: Michel Cabirol “Cooperation dans l’armément: la France peut elle vraimet faire confiance à l’Allemagne?” in La Tribune, 6 novembre 2018. Osservatorio Strategico 2018– Anno XX n. I 18
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