Il racconto dell'estate: omicidio di un critico gastronomico 2/ La seconda minaccia dopo il culatello - Luciano Pignataro

Pagina creata da Stefano Adamo
 
CONTINUA A LEGGERE
Il racconto dell'estate: omicidio di un critico gastronomico 2/ La seconda minaccia dopo il culatello - Luciano Pignataro
Il racconto dell’estate: omicidio di un critico
gastronomico 2/ La seconda minaccia dopo il
culatello

ll giornalista de “La Notte Fonda” Luciano Salerno mentre mangia l’unica
insalata da dieta della sua vita
di Giancarlo Maffi

Mettiamola così: il sacchetto Hermes con la merda dentro aveva sconvolto più Alessia
che Baffi. Il critico non aveva perso l’ironia, commentando che gli pareva consistente al

                                   © 2001 - 2018 Luciano Pignataro Wine&Food Blog
                                                       pag. 1
Il racconto dell'estate: omicidio di un critico gastronomico 2/ La seconda minaccia dopo il culatello - Luciano Pignataro
punto giusto. Quindi, fosse quella vera dello chef che lo voleva morto, veniva da buon
cibo, quindi da uno che aveva almeno una stella Michelin, anche se era vero che ormai
la davano via a tutti. La stella intendo. Alessia invece l’aveva presa male. Era finita
sotto le unghie, che costavano un botto ogni volta, ma soprattutto si era
completamente spaccato uno dei due décolleté. Bisognava assolutamente riprenderle,
disse all’ex riccioluto, che sospirò perché se ne andava un millino, in quell’operazione,
mentre andava riflettendo anche su quel “assolutamente”, tenuto conto che nella
scarpiera di casa di Louboutin ce ne stavano altre cinque per non parlare di tutte le
altre diversamente marchiate. E comunque ritornati a casa a Baffi gli era sboccata la
fame, stante anche il ridicolo pasto dal Mestori.

Di sesso, con la crisi che c’era stata al ristorante, neanche a parlarne ma in cantina ci
stava un culatello di Fausto Brozzi, caratterialmente parlando il peggiore degli affinatori
di salumi ma di gran lunga il migliore di tutti nella sua passione, perché di lavoro faceva
altro. La vecchia Berkel d’ordinanza, era dello stesso anno di nascita del Nostro, rullò i
tamburi, sfrigolando le lame misura 33. A quel rumore si svegliò anche il vecchio Aston,
che ronfava sul divano. Tirò su con il naso sopraffino e decise che quel profumo valeva
il viaggio in cucina. Quattro fette di pane di Matera erano già in forno e un panetto di
burro artigianale delle montagne bresciane fece capolino dal frigo. Non che ce ne fosse
di bisogno, con quel culatello di cui avresti mangiato anche solo il grasso rosa tanto era
buono, ma la libidine era libidine. Scappò il dito e il tappo della boccia di Krug rosė, il
Baffi pensò che se doveva morire dopo un mese tanta valeva godersi la vita, fece un
gran casino. Alessia se ne era già andata a dormire ma d’incanto quel rumore tanto
amato e familiare la riportò in vita e mise piede in cucina con un addosso una robina
gialla che perfino Il vecchio molosso d’Acquitania la osservò con interesse. Con due dita
prese un goccio di champagne e se lo passò fra le meravigliose tette, rifatte sì ma dal
miglior chirurgo estetico d’Europa.

                             © 2001 - 2018 Luciano Pignataro Wine&Food Blog
                                                 pag. 2
Il racconto dell'estate: omicidio di un critico gastronomico 2/ La seconda minaccia dopo il culatello - Luciano Pignataro
La “robina gialla”
Il maturo critico era ancora poco convinto fosse un esplicito invito ma quando la
donzella adocchiò il burro, si girò sul tavolo di cucina offrendo il bellissimo lato b e
disse: mettimi un bicchiere di champagne sul tavolo e il burro dove vuoi tu. Jean
Charles, aveva preso un nom de plume francese per invidia, capirete più avanti,
resistette il tempo di infilarsi in bocca un paio di fette di salume e anche di darne una al
cagnone che altrimenti avrebbe ululato come un disperato e passò ai fatti. Tra l’altro la
cosa strana fu che mentre stava affettando il culatello brozziano si ricordò di una
giovane collega che aveva ascoltato un giorno mentre teneva una lezione all’Università

                             © 2001 - 2018 Luciano Pignataro Wine&Food Blog
                                                 pag. 3
Il racconto dell'estate: omicidio di un critico gastronomico 2/ La seconda minaccia dopo il culatello - Luciano Pignataro
di Scienze Gastronomiche a Pollenzo. Seduti ai banchi stavano gli allievi, il Baffi era con
altri in fondo alla sala come invitato. Lei aveva veramente l’aria della professoressa,
anche per via di quei suoi occhialini rossi, e stava raccontando non so cosa intorno a un
salume ma al critico era corso l’occhio sotto la scrivania. Era professionale, certo, stava
in tailleur bleu e il tacco era a malapena un sei, ma vivvaddio nell’anno 2012 portava un
reggicalze blu a reggere una calza medio velata color carne. Tra l’altro la giovane critica
aveva un cognome assurdo, che mal si intonava al suo fisico e soprattutto a
quell’ensemble appena visibile, Bice Cozza.

Bice Cozza, purtroppo non in reggicalze blu :)
Alcuni dei blogger di cibo più in voga del momento avrebbero fatto carte false per una
nottata in sua compagnia. A Baffi piaceva mangiarci insieme, anche se succedeva
raramente. Dallo Zazzeri la prima volta e c’era pure un francese naturalizzato italiano e
un’altra dal rude Viani, al Forte. Bice lavorava per un grosso gruppo editoriale dallo
strano nome, Il Rapido, ed era stata scoperta, in senso professionale…sia chiaro a tutti,
da un importante manager industriale francese ma con passaporto anche italiano,
Vincent Azzarì, di lontanissime origine calabresi.

                                  © 2001 - 2018 Luciano Pignataro Wine&Food Blog
                                                      pag. 4
Il racconto dell'estate: omicidio di un critico gastronomico 2/ La seconda minaccia dopo il culatello - Luciano Pignataro
Vincent Azzarì, il famoso critico
gastronomico francese
L’Azzarì era un grandioso talent-scout di chef d’ Oltralpe, essendo dotato di ottimo
palato e anche grande fiuto. Aveva praticamente inventato la prima guida francese con
descrizione accurata dei ristoranti allontanandosi cosi dal freddo schema della Michelin.
Aveva formato anche molti critici nostrani, dallo stesso Minutolo Feldson, al Capo
redattore del giornale di Napoli, “Notte Fonda”, Luciano Salerno, al giornalista del
Corriere Nazionale, anzi no scusate quello non esiste piu, Alfio Sardelli detto Gino per la
conclamata competenza, soprattutto enoica. Ma stiamo divagando. Il Baffi staccò il
pensiero dal reggicalze cozziano, altrimenti l’amplesso sarebbe durato ancora meno, e
già i suoi erano da record del mondo sui 200 metri e si dedicò all’imburramento per la
gentile signora…

La mattina dopo si svegliò prestissimo come suo solito e il tarlo iniziò a insinuarsi nella
testa: chi diavolo aveva pensato a uno scherzo così cretino? Perché ancora non voleva
credere fosse possibile che a uno chef corresse un pensiero così torbido nei suoi
confronti. Certo, nella sua lunga carriera gli era capitato di inimicarsene parecchi, ma in
fondo non gli pareva possibile che uno di loro lo odiasse tanto. E se fosse stato un
depistaggio? Forse era proprio un suo collega a volergliene. Cercò di ripassare litigi
trascorsi e banali incomprensioni. Luigi Tortona? Mah, era un tipo così mite, e poi in
fondo gli aveva contestato solo alcune scelte riguardanti giovani emergenti maltesi e

                                    © 2001 - 2018 Luciano Pignataro Wine&Food Blog
                                                        pag. 5
Il racconto dell'estate: omicidio di un critico gastronomico 2/ La seconda minaccia dopo il culatello - Luciano Pignataro
ciprioti. PDM di Sanremo? non ce l’avrebbe mai fatta. Si stendeva da solo a forza di gin
tonic e seghe mentali.

Con Tauzzi di ” Talebani Gourmet” aveva avuto qualche scontro personale ma alla fine
poi tutto si era ricomposto davanti a uno spaghetto di Nerano della famiglia Caputo. E
poi diciamolo: un paio di idioti suoi recensori il Tauzzi li aveva finalmente levati di
mezzo. Oddio, fosse stato quel calabrese permaloso di Scudieri? Non era possibile,
avevano fatto pace da poco e si aspettava l’occasione buona per incontrarsi a tavola.
Ma allora chi, maledizione. Il suono del campanello di casa distolse il pensiero.

Tauzzi, di Talebani Gourmet, con giacchetta verde sadomaso
Era il solito corriere che portava la treccia di Barlotti per il fine settimana. Aston gli
scodinzolò intorno, non all’omino ma al polistirolo. Conosceva benissimo il contenuto e
si leccava già i baffi. Posato il pacco sul tavolo di cucina Baffi andò a farsi una delle
lunghe docce che amava, lui uomo con la fissa della pulizia personale. Ma un altro
clamoroso strillo di Alessia lo fece saltare per aria. Ma che cazzo succede, urlò il critico,

                                © 2001 - 2018 Luciano Pignataro Wine&Food Blog
                                                    pag. 6
presentandosi in un gigantesco accappatoio giallo canarino modello Nero Wolfe e tutto
sgocciolante sulla soglia della cucina. La giovane signora (si va beh… signora?!?!)
teneva in mano lo stesso modello, colore e soprattutto taglia, di décolleté
definitivamente rovinato la sera prima. Nel polistirolo non c’era bufala ma una scatola di
scarpe Louboutin e un altro foglio di carta con scritto: MILLE (e te credo aggiungo io,
quel nuovo paio di scarpe costa giusto un millino) SCUSE ALLA SIGNORA. TÉ BAFFI
ricordati che morirai fra 29 giorni.

Questa volta Alessia disse, miagolando- però è stato carino dai-, mentre Aston,
capendo dal suo meraviglioso olfatto che quella settimana la treccia di Barlotti se ne
era andata affanculo, svenne in un amen.

                             © 2001 - 2018 Luciano Pignataro Wine&Food Blog
                                                 pag. 7
Lo svenimento di Aston
2) continua……

La prima puntata è qui

                         © 2001 - 2018 Luciano Pignataro Wine&Food Blog
                                             pag. 8
Puoi anche leggere