Parigi, andare alla scoperta del 18 arrondissement - Impressioni di ...

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Parigi, andare alla scoperta del 18° arrondissement
                                       Pubblicato il 22 dicembre 2017

Categoria: Turismo e Viaggi
Tag: 18° arrondissement, Parigi

A Parigi, il 18° arrondissement permette di immergersi nella più profonda tradizione della Ville
Lumière ed in pochi passi, di essere catapultati in paesi lontani, sperimentando tutta una serie di
sensazioni, odori, suoni e scenari coinvolgenti e spiazzanti.
Infatti, nel 18° arrondissement Parigi presenta mille volti e si veste di una nuova personalità a ogni
angolo, perchè l’area comprende quartieri ricchi di
contrasti e di fascino, come l’artistico Montmartre, la zona
a luci rosse di Pigalle, il cosmopolita Goutte-d'Or e lo
stravagante La Chapelle. Andare alla scoperta del 18°
arrondissement, senza pregiudizi e con l’animo aperto ad
accogliere le sue mille sfaccettature,- è certamente
un’esperienza da fare, magari proprio nel 2018.
Così, per partire dal cuore di questa zona, è d’obbligo
perdersi nelle stradine di Montmartre, mettendo subito in
agenda una visita alla Basilica del Sacro Cuore: l’incredibile
panorama su tutta Parigi che si gode dalla piazza e dalla
scalinata antistanti è uno dei ricordi più belli di tutta la
vacanza. Ma il quartiere riserva ancora tante sorprese; ed
una di queste è la vigne de Montmartre, la vigna più antica
di tutta la città, in cui ancora oggi sono coltivati i vitigni più
tradizionali della viticoltura francese, oltre a una selezione di ibridi vigorosi e fertili. La tradizione

                                            Impressioni di Viaggio
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vinicola di Montmartre vive il suo momento di massimo splendore nel mese di ottobre: chi passa da
qui in quel periodo potrà partecipare alla Fête des Vendanges, l’evento che celebra la vendemmia con
degustazioni di prodotti artigianali e regionali, balli, passeggiate, conferenze, concerti, visite guidate e
mostre.
Poco distante, su rue St-Vincent, ci si imbatte nel Jardin sauvage, enigmatico e poetico; abbandonato
                                              per lungo tempo, questo pezzo di terra, a causa
                                              dell’incuria, era stato invaso da alberi di sambuco,
                                              esemplari di pianta digitale, rovi, edera e persino da
                                              colonie di insetti selvatici. Un giorno i paesaggisti della
                                              città decisero di ripulire tutta l’area, ma di fronte allo
                                              spettacolo che la natura stessa aveva creato si pensò di
                                              lasciare intatto questo “giardino selvaggio” per
                                              preservarne l'ecosistema e la biodiversità. Oggi il Jardin
                                              sauvage è aperto al pubblico tutti i sabati da aprile a
                                              ottobre, con visita guidata.
Passeggiare per Montmartre significa passare tassativamente dalla caratteristica Place du Tertre, vero
e proprio simbolo dell’iconica collinetta parigina: al numero 3 di questa piazzetta, nel 1790, aveva
sede il municipio della città di Montmartre. E proprio qui, al numero 6, presso il ristorante À la Mère
Catherine - fondato nel 1793 - nacque il termine “bistrot”. Pare, infatti, che un gruppo di cosacchi
russi ospiti del locale, nel 1814, avessero ordinato all’oste di fare in fretta, ripetendo in continuazione
la parola “bystro” (“veloce” in russo). Questo locale, perfetto per una pausa gastronomica durante il
tour di Montmarte, è ancora oggi una vera e propria istituzione della cucina tradizionale francese.
A pochi passi da Place du Tertre si trova il Musée de Montmartre, che racconta la storia della collina,
l’effervescenza artistica dei suoi atelier e l’atmosfera dei suoi celebri cabaret. Tutto attorno al Museo
si trovano i Jardins Renoir, dedicati al pittore
impressionista che visse in Place du Tertre tra il 1875 e il
1877 e vi dipinse molti dei suoi capolavori: questi giardini
offrono una vista eccezionale sulle vigne Clos Montmartre
e sulla vasta pianura a nord di Parigi. Gli ammiratori di
Renoir che volessero immergersi in uno dei suoi dipinti più
famosi, potranno concedersi una pausa gastronomica
direttamente a Le Moulin de la Galette per assaporare i
piatti della classica cucina francese, in una location
davvero unica.
Poco distante, l’Espace Dalì offre la possibilità di
ammirare - con trecento opere originali - l’unica mostra
permanente in Francia interamente dedicata al maestro del Surrealismo, con un occhio di riguardo
verso i suoi lavori di scultura ed incisione.
Ma, per scoprire la vera anima del 18° arrondissement occorre spingersi anche a est di Montmartre,
fino ai quartieri de La Goutte-d'Or e La Chapelle. Il primo deve il suo nome al colore del vino bianco
che qui veniva prodotto fino al XIX secolo: si tratta di una zona incredibilmente cosmopolita, abitata
sia da immigrati provenienti da ogni angolo del pianeta sia da parigini, in un mosaico sociale di
straordinaria forza. Fu proprio questo sobborgo a ispirare lo scrittore Emile Zola per il suo romanzo

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"L'assomoir",settimovolumedelciclo“IRougon-Macquart”.Percogliereappieno
                                              l’anima popolare di questo quartiere l’ideale è passare di
                                              qui il mercoledì, o il sabato, quando (su Boulevard de la
                                              Chapelle) si allestisce il Marché Barbès: poco turistico e
                                              meno conosciuto (ma frequentatissimo dai locali per i suoi
                                              prezzi bassissimi) questo mercato multietnico è una vera
                                              festa per gli occhi con i suoi banchi di frutta, verdura e
                                              spezie rare, ma anche di vestiti, accessori e oggettistica.
                                              La zona tutta intorno (risalendo tra Rue de Jessaint,
                                              Boulevard Barbès, Rue de Clignancourt fino a Rue des
                                              Poissonniers) è da battere palmo a palmo se si è in cerca
                                              di colorati boubou e wax africani, batik tradizionali,
bigiotteria etnica a buon mercato, spezie e alimenti etnici o se si vuole provare un’esperienza
gastronomica autenticamente africana, grazie alla grande quantità di ristoranti ghanesi, senegalesi o
marocchini.
Quindi, spostandosi ancora un po’ più a est si entra nel quartiere La Chapelle, un piccolo borgo
sviluppatosi sulla collina un tempo conosciuta come “pasellus Sancti Martini” e successivamente, Pas-
de-la-Chapelle. Ed ecco che si è subito catapultati in una piccola India, con la sua variopinta offerta di
specialità cingalesi e pachistane. Chi avrà la fortuna di trovarsi qui durante l’ultima domenica di
agosto o la prima di settembre, potrà assistere alla grande e variopinta parata della Fête de Ganesh, il
dio con la testa di elefante, figlio primogenito delle divinità Shiva e Paravait, divinità del buon auspicio
che dona fortuna e prosperità ed è all’origine del mondo.
Per concludere una giornata a spasso per il 18°
arrondissement, in qualsiasi periodo dell’anno, l’ideale è
lasciarsi trasportare dallo spirito festoso dei suoi locali, in
cui il divertimento ha un solo nome - cabaret - ma tante
declinazioni: tra danza, musica, comicità, magia o
burlesque, questi locali contribuiscono da oltre un secolo
alla reputazione delle notti parigine.
Ecco dunque qualche indirizzo da segnare in agenda, per
tutti i gusti. Senza muovere un passo da Place du Tertre,
al numero due, si può passare la serata a La Bohème du
Tertre, un caffè-ristorante fondato nel 1961 che offre divertenti spettacoli di cabaret e ottimi piatti
della cucina tradizionale francese. Di fronte al vigneto di Montmartre si trova invece il Lapin Agile:
punto di incontro di numerosi artisti già a partire dalla fine del XIX secolo, il locale è ancora molto
frequentato grazie ai suoi spettacoli con splendide canzoni della tradizione francese.
Ed ancora, nel quartiere Pigalle, in cui il 18° arrondissement si trasforma in un complice provocante
per una serata che lascerà il segno, si trova invece il mitico Moulin Rouge, che non ha bisogno di
presentazioni, ma è da visitare almeno una volta nella vita. Inaugurato il 6 ottobre 1891 è ancora il
locale più famoso della Ville Lumière e oggi incanta i suoi ospiti con lo spettacolo Féerie, messo in
scena da un gruppo di sessanta artisti provenienti da tutto il mondo che si esibiscono in quattro atti
mozzafiato tra piume, strass, paillettes, decori scintillanti, acrobazie e musiche originali.
http://it.france.fr/it/feelparisregion
(pg.f.)

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