IL CAMPO DEI MIRACOLI - CORDELLA FILIPPO

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IL CAMPO DEI MIRACOLI - CORDELLA FILIPPO
IL CAMPO DEI MIRACOLI                                                       Anno XXII - n. 1
                                                                            17 gennaio 2021

             di FILIPPO CORDELLA - Private Banker & Analista Finanziario

Nel mondo degli investimenti ci si imbatte spesso in situazioni
che ricordano il “Campo dei Miracoli” della favola di Pinocchio
“dove se fai una piccola buca e ci metti dentro uno zecchino
d’oro, la mattina dopo trovi un bel’albero carico di tanti zecchini
d’oro”.
Ma il Campo dei Miracoli, ovviamente, non esiste e Cordella -
con le sue riflessioni, analisi, commenti - ti aiuta a comprendere
come funzionano veramente le cose e come custodire al meglio
i tuoi “zecchini d’oro”.

                           Adda venì Baffone ?? (2a parte)
                                                       Chiarito nella 1° puntata di questa mini
                                                       serie che Baffone è già da tempo
                                                       arrivato - viste le tante patrimoniali che
                                                       negli ultimi 100 anni hanno colpito gli
                                                       italiani tra cui, memorabili, quelle dei
                                                       governi Nitti e De Gasperi - cercheremo
                                                       oggi di concludere il discorso vedendo:
                                                       - ciò che succede negli altri Paesi
                                                       europei;
                                                       - quali sono le azioni da intraprendere al
                                                       fine di ridurre quanto più possibile
                                                       l’impatto che un’eventuale manovra
                                                       fiscale potrebbe avere sui nostri “averi”.

A tal proposito ricordo che, a fronte di un debito pubblico monstre di circa 2.600 miliardi
di euro ed un rapporto debito/pil al 165%, la ricchezza privata degli italiani è sopra ai
10.000 miliardi di euro (di cui un 40% investita in attività finanziarie ed un 60% in
immobili).

Iniziamo sottolineando che praticamente in tutti i Paesi europei (Francia, Germania,
Spagna, Inghilterra ….) e, ancor più in generale, nella stragrande maggioranza dei
paesi OCSE (a cui aderiscono oltre all’Italia le principali 36 nazioni al mondo) gli
immobili sono il bersaglio preferito dal fisco sia nell’imposizione fiscale ordinaria che in
quella adottata in situazioni straordinarie: mediamente oltre la metà del gettito delle
imposte patrimoniali proviene dagli immobili.

Imposte sugli immobili, oltretutto, “benedette” da tutte le organizzazioni internazionali
(dall’Unione Europea, all’OCSE, al Fondo Monetario Internazionale) che, in più
occasioni, hanno invitato a ridurre le imposte sui redditi da lavoro o da impresa per
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inasprire le imposte indirette e quelle sugli immobili in virtù del fatto che le seconde
hanno un impatto sullo sviluppo economico inferiore rispetto alle prime.

Da non dimenticare poi che dal 2014 sono iniziati i lavori per la riforma del catasto al
fine di creare un sistema di valutazione degli immobili che tenga conto oltre che del
numero dei vani anche dell’ubicazione e della metratura. Ed il 2 luglio 2019 il Consiglio
dell’Unione Europea ha ufficialmente sollecitato l’Italia a completare questa riforma
visto che siamo rimasti gli unici a valutare gli immobili ancora con gli stessi criteri
stabiliti nel 1939 (basati, appunto, sul numero dei vani).
Va da sé che, una volta che tale riforma sarà completata, le nostre case acquisteranno
sicuramente un maggiore valore imponibile; aggiungendo a questo il possibile aumento
delle aliquote è facile ipotizzare fin da ora quello che sarà il risultato finale.

Tutto ciò non farà che ridurre ulteriormente la domanda di immobili assieme ad un
contemporaneo aumento dell’offerta con ovvie e ulteriori pressioni sui prezzi (oltre a
quelle che già ci sono state nell’ultimo decennio).

In conclusione quella che fino a non molto tempo fa era una tipica passione italiana,
quella per le case, andrà sempre più affievolendosi per i motivi appena menzionati e
per altri quali la crisi economica, la diminuzione demografica, l’invecchiamento della
popolazione, ecc.

Come non fare, poi, almeno un accenno al sempre più scontato prossimo inasprimento
delle imposte di successione ?
A tal riguardo oltre che suggerire – a chi non avesse ancora avuto modo di farlo – di
prendersi 3 minuti del proprio tempo per andarsi a leggere il mio articolo: “Speravo de
morì prima…” tengo a ricordare che nella stragrande maggioranza dei Paesi OCSE
(con la sola eccezione ovviamente dell’Italia) immediatamente dietro alle imposte sugli
immobili ci sono le imposte di successione: la Francia ne ricava un gettito pari a 10
volte quello dell’Italia, la Spagna 3 volte, l’Inghilterra 7 volte e la Germania 6 volte !

Sapendo che, oltretutto, è l’Italia quella che ha il maggior fabbisogno di entrate fiscali o
decidiamo subito – miei cari amici - di “attrezzarci” oppure un domani (meglio ancora
un dopodomani) saranno davvero guai per i nostri patrimoni !
Detto questo, e visto che nella decina di patrimoniali abbattutesi sulle tasche degli
italiani nei decenni passati si sono sempre colpiti gli immobili e per quanto riguarda le
attività finanziarie si sono quasi sempre concesse delle esenzioni a favore dei prodotti
previdenziali ed assicurativi, veniamo a sintetizzare le principali azioni da mettere in
campo (da considerare, in qualche maniera, un “vaccino Anti-Baffone”):
     ridurre il peso degli immobili;

     ridurre la liquidità in conto corrente: la più facilmente colpita da eventuali
     prelievi forzosi modello Amato;
     privilegiare negli investimenti finanziari gli strumenti di risparmio gestito e,
     soprattutto, le polizze vita (anche per il fatto che beneficiano dell’esenzione dalle
     imposte di successione);
     ridurre i beni registrati di valore (auto di lusso, barche, ecc);

     procedere con donazioni (specie di nude proprietà immobiliari), patti di
     famiglia, trust, ecc.
Per quanto riguarda, infine, l’opportunità di procedere con prelievi di contanti, richieste
emissione assegni circolari, aperture di conti correnti all’estero, trasferimenti della
residenza fuori dell’Italia, io dico “parliamone”: alcune medicine potrebbero risultare
perfettamente inutili, altre – addirittura - fare più danni della malattia.

Всем счастливого Нового года !

Cordella Filippo
Private Banker & Analista Finanziario
Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking
Ancona, Civitanova, Jesi, Senigallia, Pesaro
Cell: 3200222185
Email: fcordella@fideuram.it
Sito: www.cordellafilippo.it

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DISCLAIMER
La presente pubblicazione è stata redatta da Filippo Cordella - Private Banker di Fideuram-Intesa
Sanpaolo Private Banking, iscritto all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari (OCF) con delibera
Consob n. 13096 del 24/4/2001, iscritto al Registro IVASS - Sez. “E” come Collaboratore di
Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking.
Le informazioni contenute in questo report sono frutto di notizie e opinioni che possono essere
modificate in qualsiasi momento. La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di
informazione ed illustrazione, a titolo meramente indicativo, non costituendo in alcun modo una
proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di strumenti
finanziari. Qualsiasi decisione di investimento che venga presa in relazione all’utilizzo delle presenti
informazioni ed analisi è di esclusiva responsabilità dell’investitore ed in ogni caso né Filippo
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