Il metodo di studio Vademecum per imparare a studiare Lifelong learning

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Il metodo di studio Vademecum per imparare a studiare Lifelong learning
Il metodo di
    studio

 Vademecum per
imparare a studiare
 Lifelong learning
Liceo Scientifico “G. Galilei”                 Lifelong Learning
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                           Il metodo di studio

Imparare ad imparare
L'apprendimento è il primo obiettivo che gli studenti, e non solo loro, sono chiamati a perseguire: è un processo con-
tinuo, dinamico, in co-stante evoluzione, sicuramente non limitato al solo ambito scolastico. Tutti e per tutta la vita
continuiamo ad apprendere, perché apprendere ci permette di vivere.
Apprendere significa anche e soprattutto imparare ad imparare, cioè a conoscere, utilizzare e fare proprie le strate-
gie più opportune allo sco-po e più adatte alle caratteristiche individuali per poter:
acquisire i contenuti, le informazioni, le regole che devono far par-te delle nostre conoscenze;
collegare tali contenuti al bagaglio culturale già in nostro pos-sesso;
trasferire a contesti diversi ciò che abbiamo appreso adattando-lo anche a nuove situazioni;
metterci in relazione con gli altri attraverso rapporti soddisfacenti costruiti sulla base della conoscenza di sé, dell'a-
scolto reale dell'altro, dell'attenzione e del rispetto per chi è diverso da noi (per cultura, per provenienza geografica,
per religione...) o per chi pensa diversamente da noi (opinioni, gusti...).
Dobbiamo, però, ricordare un passaggio fondamentale, per imparare qualunque cosa: bisogna essere motivati, cono-
scere cioè la ragione per cui decidiamo di muoverci in una direzione piuttosto che in un'altra.
Il tempo
È capitato a tutti di accorgersi all'ultimo momento di non essere preparati in maniera adeguata per un compito o per
un'interrogazione, mentre fino a qualche giorno prima pareva ci fosse tutto il tempo necessario per farlo.
Proprio per evitare questi inconvenienti è importante imparare ad organizzare il proprio tempo, ad essere cioè in
grado di assicurare lo spazio necessario alle diverse attività della nostra giornata, siano esse di studio o di divertimen-
to, in modo che si riesca ad ottenere il massimo da entrambe.
È opportuno fare il punto della situazione ed essere consapevoli di quanto tempo dedichiamo alle nostre attività quo-
tidiane.
- Potremmo indicare su un'agenda, in primo luogo, il tempo che in una giornata risulta già occupato: le ore di scuola,
quelle necessarie per gli spostamenti, quelle dedicate al pranzo, alla cena, al sonno.
- Potremmo poi inserire tutte le attività che vogliamo svolgere nel tem-po rimanente, vale a dire le relazioni con pa-
renti e amici, lo studio e i compiti, le eventuali pratiche sportive, i momenti di relax...
In questo quadro complessivo possiamo ora valutare se il tempo a di-sposizione per lo studio è sufficiente e propor-
zionato rispetto alle altre attività e chiederci anche se è adeguato ad ottenere risultati soddisfacen-ti. Se così non è,
dobbiamo trovare gli squilibri nella suddivisione del tempo dedicato ai nostri diversi impegni e intervenire per riequi-
librare il tutto.
Trovare il giusto equilibrio tra studio e relax, tra studio, attività sportive e amicizie ci permette di studiare e nello
stesso tempo di avere scambi comunicativi con gli altri, di ottenere dei buoni risultati, di scaricarci di tensioni accu-
mulate e di poter acquisire maggiori sicurezze migliorando le nostre prestazioni sia intellettuali che fisiche.
Per riuscire a raggiungere questo obiettivo bisogna imparare a programmare il proprio tempo e le proprie attivi-
tà: può essere utile costruire una tabella settimanale o mensile, sulla quale scrivere gli impegni scolastici, verifiche,
interrogazione, consegna compiti... in modo da avere ben presente il quadro complessivo. Naturalmente dobbiamo
ricor-darci di aggiornare la tabella di settimana in settimana, per poter calcolare gli opportuni cambiamenti. È impo-
rante, però, essere sistematici in questo lavoro, perché, così facendo, impariamo un metodo, dandoci delle regole, che
non dovrebbe risultare difficile osservare, considerato che le abbiamo stabilite noi, sulla base della nostra esperienza.
Non è tanto utile stabilire quante ore ogni giorno dedicare allo studio, quanto piuttosto imparare a gestire il proprio
tempo nel modo migliore, scegliere cioè le modalità che sentiamo più adatte al nostro carattere, per ot-tenere lo sco-
po che ci siamo prefissati.
Quelli che seguono sono alcuni suggerimenti, che potrebbero facilitare 1'organizzazione dello studio. '
Avere a disposizione uno spazio dove studiare: serve a creare una situazione nota dove concentrazione e studio di-
ventano un'abitudine.
Stabilire delle scadenze alle nostre attività: ci permette di rispet-tare i tempi e di non trovarci all'ultimo minuto con
1'acqua alla gola.
Imparare ad interrompere lo studio nel momento opportuno, quando abbiamo bisogno di distrarci. Una sosta
piacevole ci permette di riprendere con energia rinnovata il nostro lavoro. Attenzione però a non concederci troppe
pause e troppo lunghe.
Imparare a riconoscere le situazioni che ci rubano tempo prezioso (televisione, giochi al computer, telefono, so-

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cial network, ecc.).
Decidere di volta in volta e in prima persona quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere: in questo modo la
motivazio-ne allo studio diventa più forte e lo studio più piacevole anche se fa-ticoso, perché ci sentiamo noi i re-
sponsabili della nostra scelta scola-stica.

Gli strumenti
Quando si parla di studio, la prima immagine che si presenta alla no-stra mente è quella di un libro, uno strumento
assolutamente indispen-sabile, ma non certo 1'unico.
Attualmente la possibilità di reperire informazioni o di "istruirci" è quanto mai ampia. Basti pensare per esempio
all'uso delle tecnologie multimediali, di CD-Rom, di ipertesti e di Internet, che ci permettono di muoverci da un ar-
gomento all'altro o di collegarci con università o biblioteche non solo italiane, ma anche di altri Paesi, con una velo-
cità difficilmente pensabile solo fino a pochi anni fa.
Possiamo sottolineare anche 1'utilità del registratore, per ascoltare le no-stre esercitazioni in una lingua straniera o
per valutare altre nostre espo-sizioni (relazioni, simulazioni di interrogazioni, sintesi...).
Questi sono solo alcuni esempi di come sia possibile reperire informa-zioni o prepararci su determinati argomenti
attraverso strumenti nuovi , che si possono affiancare a quelli tradizionali, favorendo lo sviluppo di un apprendimen-
to basato anche su modalità diverse dalle solite.

La lettura finalizzata allo studio e la rielaborazione
Anzitutto lo studio richiede qualche cosa in più rispetto alla lettura fatta per il piacere di leggere; richiede, infatti,
oltre alla comprensione dei concetti, la loro acquisizione, cioè il collegamento con le informazioni che già posse-
diamo e la loro elaborazione, per farle diventare parte integrante della nostra rete di conoscenze, che si amplia conti-
nuamente e ingloba informazioni, concetti nuovi, facendoli pro-pri: in questo caso abbiamo realizzato un nuovo ap-
prendimento.

L'obiettivo dello studio di un testo, può essere dettagliato, nei seguenti obiettivi intermedi:

          suddividere il brano in tante unità di lettura (sequenze);
          comprendere il significato di ogni singola parte e il suo contributo alla definizione del significato
           complessivo del testo in questione;
          memorizzare tali significati;
          saperli rielaborare;
          collegarli alle altre informazioni in nostro possesso;
          valutare ciò che abbiamo letto;
          valutare il nostro grado di conoscenza dell'argomento studiato.

Proviamo ora a sintetizzare le fasi e le strategie, attraverso le quali ren-dere più efficace la lettura finalizzata allo stu-
dio.
La prima fase (pre-lettura o lettura orientativa) corrisponde al tempo necessario per scor-rere rapidamente il testo,
al fine di coglierne il senso generale e ricono-scerne gli elementi più significativi:
i titoli, í sottotitoli, le parole-chiave, le frasi topiche spesso evidenziate con colori e con scelte tipografiche diverse
(grassetto, corsivo, maiuscolo, ecc.), proprio per segnalarne l'importanza;
l'introduzione, che solitamente presenta l'argomento nelle sue linee generali;
la conclusione, che offre spesso una sintesi di tutto ciò che è esplicitato nel testo;
le illustrazioni, i disegni, gli schemi, che talvolta possono rendere di im-mediata comprensione concetti, per i quali
sarebbero necessarie lunghe spiegazioni.

Si può ora passare alla seconda fase, quella della lettura analitica e della selezione delle informazioni, che consi-
ste nel rileggere con grande attenzione il testo e sottolineare ed evidenziare le parti ritenute più significative con
vari colori, con simboli diversi (riquadri, frecce, righe orizzontali, tra-sversali, ondulate, punti di domanda, punti
esclamativi....) ai quali attribuia-mo determinati significati (idea principale, causa, conseguenza...).
In modo che la nostra attenzione sia anche visivamente "catturata" è op-portuno evidenziare:
           l'argomento centrale;
           le idee principali;
           le idee secondarie o accessorie;
           le esemplificazioni;
           i passaggi logici;
           i punti poco chiari.
Questi interventi sul testo vengono svolti durante la lettura analitica, di cui ricordiamo i passaggi principali:
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       la comprensione dei termini;
           la divisione in sequenze o paragrafi comprendenti uno stesso argomento o concetti analoghi;
           il riconoscimento e la sottolineatura delle parole-chiave;
           1'osservazione dei nessi logici che collegano i paragrafi e le sequenze;
           1'identificazione e l'evidenziazione grafica del concetto centrale del testo.
Terza fase: la rielaborazione del testo, momento indispensabile per facilitare 1'apprendimento e fissare meglio nel-
la memoria ciò che ci interessa:
possiamo ricorrere consapevolmente ai diversi organi di senso; pos-siamo, ad esempio, pronunciare ad alta voce al-
cune parole-chiave, mentre le scriviamo; il nostro cervello riceve così il messaggio attra-verso una duplice stimola-
zione sensoriale, che ne favorisce la ricezio-ne e ne facilita la memorizzazione;
possiamo creare collegamenti tra le nuove informazioni acquisite e il nostro bagaglio culturale preesistente;
possiamo fissare sulla carta tali collegamenti sotto forma di schemi, scalette, mappe concettuali, che ci permettono di
trovare legami, cor-relazioni che ne facilitino la memorizzazione.
Tra le tecniche utili per rendere più efficace il proprio metodo di stu-dio, le mappe concettuali rivestono sicuramente
un ruolo significativo. Solitamente hanno una struttura a raggiera, che graficamente rappresen-ta un possibile modo
di procedere del pensiero (dal nucleo centrale si sviluppano tutte le altre): possono servire per far emergere idee, per
svi-luppare concetti, per creare collegamenti; per ripassare. Le conoscenze in nostro possesso vengono così organiz-
zate tra di loro attraverso relazioni logiche e associative create da noi e, per questo mo-tivo, più facilmente assimila-
bili e memorizzabili dalla nostra mente.

LE MAPPE CONCETTUALI
Le mappe sono particolarmente efficaci per lo studio, perché nate dalla rielaborazione individuale e, quindi, fissa-
te nell'esperienza persona-le di chi materialmente le ha stese. Risultano perciò diverse da altre tec-niche, quali sche-
mi e scalette, che vengono sviluppate seguendo il per-corso logico stabilito da chi ha scritto il testo, cioè un percorso
in parte già determinato.
Le mappe concettuali sono uno strumento grafico per rappresentare informazione e conoscenza, teorizzato da Jo-
seph Novak, negli anni ’70. Servono per rappresentare in un grafico le proprie conoscenze intorno ad un argomento
secondo un principio cognitivo per cui ciascuno è autore del proprio percorso conoscitivo all’interno di un conte-
sto, e mirano a contribuire alla realizzazione di apprendimento significativo, in grado cioè di modificare davvero le
strutture cognitive del soggetto e contrapposto all’apprendimento meccanico, che si fonda sull’acquisizione mnemo-
nica.
Ogni mappa concettuale è costituita da 2 principali elementi:
I nodi concettuali. Sono i concetti chiave della materia che stai studiando e sono rappresentati da un’etichetta che ne
identifica il significato.
le relazioni associative. Sono le frecce che collegano i nodi concettuali e sono dotate anche esse di un’etichetta che
spiega il collegamento tra i diversi concetti chiave.
Riportiamo di seguito una mappa concettuale proprio sull'argomento Mappa, per sintetizzare i modi di procedere nel-
la sua stesura e per evi-denziarne anche visivamente i punti salienti.
Esempio di mappa:

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Per costruire le mappe concettuali possiamo avvalerci di diversi strumenti:
- carta e penna. Non c’è nulla di più immediato di carta e penna per creare la tua prima mappa concettuale.
- MindNode. Ottimo programma per Mac, che ti permette di creare eleganti mappe concettuali. Puoi scaricarlo an-
che in versione freeware.
- MindMeister. Applicazione web per creare mappe concettuali anche in collaborazione con altri.
- Cmap Tools altra applicazione web per creare mappe concettuali in maniera veloce ed efficace.
Se conosciamo e siamo in grado di utilizzare tutti questi strumenti di-versi, scegliendo quelli che ci sembrano i più
adatti a raggiungere lo scopo che ci siamo prefissati, siamo sicuramente ad un buon punto nell'elaborazione del no-
stro metodo di studio personale.

L’assimilazione dei contenuti.
Dopo che hai bene compreso devi avere dei sistemi per ricordare le informazioni apprese; ad esempio se studi una
materia umanistica probabilmente dovrai ricordare principalmente nomi, date, teorie. Normalmente le persone per
memorizzare le informazioni che hanno studiato ripetono e ripetono. In realtà di sistemi per aiutare la memoria ne
esistono diversi a partire da quelle che vengono chiamate mappe mentali, uno strumento davvero semplice ed effi-
cace sia per organizzare il materiale di studio che, in abbinamento ad alcune semplici mnemotecniche, ridurre drasti-
camente il tempo di studio. Per poter apprendere tecniche di memorizzazione efficace per prima coca bisogna capire
come funziona la mostra mente:
Nel nostro cervello ci sono due magazzini della memoria:
- un magazzino della Memoria a Breve Termine (MBT)
- un magazzino della Memoria a Lungo Termine (MLT)
Nel primo magazzino (MBT) si depositano poche informazioni e per poco tempo. Ad esempio, quando fai un'addi-
zione, ti serve ricordare un riporto solo per breve tempo: terminata l'operazione, quel riporto non ti serve più e viene
tolto dal magazzino, per fare spazio ad informazioni successive.
Nel secondo magazzino (MLT) si depositano molte informazioni e per molto tempo (anche per tutta la vita). Ad e-
sempio i fatti importanti della tua esistenza, il viso di tua mamma e di tuo papà, le persone care, le stanze della tua
casa, i luoghi delle tue vacanze, le cose che hai fatto molte volte e che sai fare bene, ciò che hai studiato e imparato
bene a scuola, i grandi dolori e le grandi gioie: tutto ciò rimane depositato nella Memoria a Lungo Termine. Studiare
significa depositare le nostre conoscenze nella Memoria a Lungo Termine così da non dimenticarle più. Per ricordare
efficacemente hai bisogno di :
1. sapere perché puoi dimenticare;
2. sapere "come" apprendi e memorizzi ( si chiama metacognizione).
Dimentichi quello che stai studiando se sei demotivato, distratto e disattento. Non devono esserci interferenze, disor-
dine e sovraccarico d’informazioni se vuoi ricordare bene. Quindi, non puoi studiare con il cellulare o il PC acceso,
con l'amico che ti parla accanto o in un ambiente troppo rumoroso. Per ricordare devi anche rielaborare quello che
studi, per poi ritrovarlo nei tuoi appunti e riapplicarlo. Il metodo migliore per comprendere come funziona la
tua memoria è l’automonitoraggio, che è la costante e vigile consapevolezza del modo in cui stai studiando e tramite
esso la ricerca del risultato più efficace. Esso consiste nel controllare, passo per passo, quello che impari chiedendo-
ti:
1. Come sto studiando?
2. Come posso collegare queste nuove informazioni alle precedenti?
3. Come posso ricordare in ordine questa lista di caratteristiche?
4. Qual è la tecnica più efficace per ricordare questo?
Se migliori le abilità di studio migliori anche l’abilità di pensare. Pensare mentre si studia significa rielaborare ed
assimilare le informazioni. Il ragionamento è la tecnica per memorizzare più potente. Con pochi principi, leggi, defi-
nizioni, formule, tu puoi ricordare un gran numero di dettagli e di casi particolari. Per non caricare troppo la memoria
il modo migliore è di organizzare le informazioni tramite schemi e mappe concettuali.
Ti vengono proposte alcune tecniche per ricordare meglio:
Le mnemotecniche (tecniche per memorizzare) delle immagini.
Il metodo delle immagini è un sostegno sia per l’intelligenza sia per la memoria. La capacità di tradurre i concetti
astratti in immagini concrete è detta immaginazione o visualizzazione. I suggerimenti per elaborare immagini forti ed
efficaci consistono soprattutto nel cercare la concretezza, la ricchezza sensoriale, l’azione, l’interazione, il contrasto
di figura - sfondo, la dimensione delle immagini, l’emozione.
Le mnemotecniche delle associazioni.
Associare significa ampliare e consolidare le informazioni possedute. Il metodo delle associazioni consiste nel creare
un legame stabile tra due concetti, in modo che ricordando l’uno sia possibile ricordare anche l’altro. In tale prospet-
tiva, apprendere significa stabilire intenzionalmente delle associazioni significative e ricordare significa ripercorrere
agevolmente la rete complessa ed articolate di associazioni.
Alcuni esempi d’associazioni possono essere l'associazione tra la forma del numero ed oggetti concreti che si asso-

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migliano, l'associazione tra il suono del numero ed oggetti che esso richiama, l'associazione tra le forme delle lettere
alfabetiche ed oggetti concreti, l'associazione tra i numeri e le lettere dell’alfabeto, l'associazione tra numeri e date
importanti, l'associazione tra i giorni della settimana, i mesi e le immagini concrete che li caratterizzano.
Le mnemotecniche verbali.
E’ noto che la memoria conserva meglio le immagini che non le parole, ma è altrettanto noto che si ricordano bene
tutte quelle parole che sono legate tramite assonanze, rime, filastrocche.
Le associazioni verbali più note sono: le associazioni del suono dovute alle assonanze, al ritmo, alle rime, alla musi-
calità, gli acronimi, gli acrostici e le liste alfabetiche, l’etimologia ed il metodo delle famiglie delle parole.
Le mnemotecniche dei numeri.
E’ evidente che l’apprendimento e la rievocazione di una serie di numeri, come ad esempio date storiche, numeri di
telefono, cifre, misure, statistiche, siano difficili. La difficoltà di memorizzazione dei numeri deriva soprattutto dal
loro carattere astratto. Per agevolare la loro rievocazione, occorre applicare, anche in questo caso, il principio della
trasformazione dell’astratto in termini concreti.

Ascolto e raccolta di appunti
Abbiamo considerato finora essenzialmente 1'attività della lettura legata allo studio individuale, che costituisce una
delle modalità di apprendi-mento più difficoltose, perché richiede una forte determinazione ad af-frontare la fatica
dello studio. Dobbiamo, però, ricordare che esistono anche altre modalità di appren-dimento che si sviluppano in
classe, durante la lezione presentata dall'insegnante, durante i lavori di gruppo e attraverso le domande, le spie-
gazioni fatte e fornite in classe dai compagni e dagli insegnanti.
Per ottenere il massimo da questi momenti comuni, per rendere più piacevole e anche divertente 1'acquisizione di
nuove informazioni, è im-portante che ciascuno di noi sia un partecipante attivo della lezione, ponga domande, ripor-
ti le sue conoscenze, le sue esperienze in relazio-ne a ciò che viene trattato in classe. In questo modo, infatti, si for-
mano legami tra gli argomenti scolastici e le nostre conoscenze, i nostri inte-ressi, le nostre aspettative. Questa inte-
razione permette di risvegliare e di sviluppare anche 1'attenzione degli altri: si crea così un'atmosfera di curiosità in-
tellettuale, produttiva per tutti e soprattutto facilitante nel passaggio e nell'acquisizione di nuovi contenuti.
Quanto abbiamo detto ci richiama quindi all'importanza, per tutti gli studenti, dell'ascolto in classe sia nei confronti
degli insegnanti sia dei compagni: da entrambi possiamo imparare e arricchire il nostro baga-glio culturale, così co-
me possiamo contribuire ad allargare le conoscen-ze degli altri, attraverso la comunicazione delle esperienze e delle
infor-mazioni in nostro possesso.
L'ascolto consapevole e voluto è, quindi, già studio. Vediamo ora come possiamo utilizzare al massimo le poten-
zialità che esso ci offre. Durante 1'ascolto è opportuno, per esempio, ricorrere alla raccolta di appunti, perché in tal
modo fissiamo sulla carta - e non corriamo il rischio di perderli - i concetti che non sono ancora entrati a far parte
delle nostre conoscenze e dalla nostra memoria. Ricordiamo inoltre che, se la nostra attenzione è concentrata su ciò
che stiamo appuntando sul foglio, risulta più difficile che elementi esterni improvvisi o inaspettati possano interveni-
re e dirottarla altrove.
La raccolta di appunti costituisce quindi, insieme all'ascolto, un momen-to significativo di studio. Ci permette inoltre
di sviluppare la capacità di compiere nello stesso tempo più operazioni, anche complesse, quali ascoltare, selezionare
le parti più significative, sintetizzarle in poche parole: il tutto continuando a seguire il filo del discorso di chi parla.
Possiamo individuare le fasi della raccolta di appunti:
1. fase dei pre-appunti da prendere in classe:
- i pre-appunti devono essere sintetici, essenziali, telegrafici.
- registra all'inizio la data, la materia, l'argomento;
- sforzati di calarti nello spirito dell'argomento cercando di capire e prevedere quali saranno le informazioni impor-
tanti da scrivere;
- segna sempre con un numero progressivo o un simbolo i "passaggi" di argomento;
- non esagerare nello scrivere, potresti saltare passaggi di lezione essenziali successivi;
- metti a punto un tuo sistema di abbreviazioni, sigle, segni particolari, evidenzia qualcosa che và assolutamente ri-
cordato;
-tornato a casa è bene che lavori "a caldo" sui pre-appunti presi in classe, senza lasciare passare il tempo;
in caso contrario, è molto probabile che non saresti più in grado di risistemarli compiutamente.
2. fase degli appunti veri e propri:
- gli appunti definitivi vanno scritti a casa, con calma.
- Devono essere corretti, completi, chiari nei collegamenti tra un concetto e l'altro.
E' inoltre molto importante rileggere e ripetere frequentemente i propri appunti , e non solo in occasione dell'avvici-
narsi delle verifiche. Un modo molto rapido è questo: di fianco agli appunti che avete scritto riportate le parole chia-
ve . Dopo aver riletto gli appunti, coprite la parte di foglio che li contiene, ma lasciate leggibili solo le parole chiave.
Cercate di ripetere, organizzando il contenuto aiutandovi con queste parole.

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SEMPLICI REGOLE PER INIZIARE

Per far sì che lo studio sia più proficuo e meno dispersivo, suggeriamo otto regole sempre valide:
1. Concentrazione: prendi le distanze da persone, rumori, cose, situazioni che potrebbero distrarti durante lo studio:
sgombera il tavolo dal materiale superfluo e naturalmente spegni TV, PC e radio.
2. Separa i tempi per lo studio da quelli per il relax; quindi fai una cosa alla volta, "aprendo e chiudendo le finestre"
delle tue attività.
3. Durante lo studio concediti delle pause brevi.
4. Prima di iniziare, consulta il tuo piano di studio e decidi le ore di studio. Un consiglio: studia per prime, quando la
tua mente è più fresca le materie più impegnative o gli argomenti più complessi.
5. Leggi attentamente, una prima volta, l'argomento da studiare al fine di coglierne il senso generale.
6. Rileggi attentamente il testo, "pezzo per pezzo", e sottolinea i concetti più importanti. Appunta subito a bordo pa-
gina le parole chiave. Quando possibile costruisci subito degli schemi riassuntivi o delle mappe concettuali.
7. Ripeti ad alta voce quanto hai appreso e se vuoi usa un registratore per controllare l’esposizione.
8. Eventualmente, rileggi il testo per controllare se la tua rielaborazione è stata fedele al testo e che non ti sia sfuggita
qualche informazione importante.

Cose non capite.
Quando trovi qualcosa che non capisci in ciò che studi:
1. Riflettici sopra, prova tu a trovare la risposta che non è scritta nei tuoi appunti. Riparti da prima, da ciò che hai
capito, chiediti qual era la logica del discorso. Se non riesci a capire “cosa ha fatto lui”, chiediti “cosa faresti tu”. Se
ancora non capisci...
2. Leggi cosa dice il libro e riflettici. Se ancora non capisci...
3. Chiedi a un tuo compagno cos’ha capito / scritto lui. Lo studio è principalmente un’attività individuale, ma avere
qualche compagno con cui confrontarsi regolarmente, cercando di chiarirsi reciprocamente i dubbi, discutere di ciò
che si è capito, è prezioso (e divertente). Questa è una modalità che si chiama cooperative learning e che può avere
molti vantaggi. Se ancora non capisci...
4. Annota nella lista “domande da fare al professore”. Impara a fare domande. Togliti subito il complesso del “non
voglio fare una domanda stupida”: se hai una domanda, l’unica cosa stupida è non farla.
Segui le lezioni ascoltando e prendendo dei buoni appunti; riguarda i tuoi appunti “a caldo” (il giorno stesso o al
massimo il giorno dopo): cerca di capire ogni passaggio e il filo logico. Annota le domande che ti vengono, i punti
oscuri. Non preoccuparti di memorizzare subito: in questo primo lavoro, l’importante è capire. Aggiungi ai tuoi ap-
punti ogni nota, commento, passaggio che ti serva per essere certo che quando li rileggerai tempo dopo li capirai sen-
za più fatica.
Nel prendere appunti spesso non si riesce a scrivere tutto ciò che il professore dice o scrive. Non scrivere soltanto
passaggi in formule: scrivi anche frasi in italiano che spieghino cosa si sta facendo, la logica, il filo conduttore del
discorso; un passaggio perso si recupera sul libro o da un compagno, ma se si perde il motivo per cui una catena di
passaggi è stata fatta, serve poco essere andati a lezione.
Se il professore parla per un po’ senza scrivere niente alla lavagna, non significa che non sia importante. Semplice-
mente sta esponendo l’idea di fondo della lezione. In ogni caso copia tutto ciò che scrive in modo da ricordare me-
glio la spiegazione.

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Pubblicazione a cura del
Liceo Scientifico “G. Galilei” di Macerata
      Via Alessandro Manzoni, 95
             62100 Macerata
         Telefono: 0733.237155
            Fax: 0733.237234

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