IL MELOGRANO DICEMBRE 2020 - APSP "Margherita ...
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I.R. Inserto del periodico trimestrale TuttaPovo DICEMBRE 2020 edito dal Club Interassociativo TuttaPovo n. 3 / 2020 / 43° num. pub. IL MELOGRANO
IL MELOGRANO IN QUESTO NUMERO Inserto del periodico trimestrale TuttaPovo edito dal Club Interassociativo TuttaPovo Auguri dall’Azienda 3 Per riflettere DICEMBRE 2020 Gesù: Dio con noi 4 n. 3 / 2020 / 43° num. pub. La pagina dell’arte COMITATO DI REDAZIONE L’Annunciata di Antonello da Messina 5 Direttore: Il “Margherita Grazioli” Paolo Giacomoni Da Ospitale ad Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (SECONDA PARTE) 6 In redazione: Michela Bernardi – Valeria Berto Inserto Lucrezia Bertolini – Erica Ciresa Tanti auguri Centro Polifunzionale! 9 Nicoletta Tomasi Servizi e settori dell’Azienda Foto: Parole che curano: comunità e isolamento 17 Servizio Educatori/animazione Centro Diurno e Servizi Breve guida degli uffici amministrativi 20 Archivio storico APSP Fonti varie L’angolo del libro L’ultimo amore 21 Hanno collaborato: La demenza dal punto di vista dei protagonisti 22 Don Ruggero Fattor Fabrizia Rigo Righi Giancarlo Ianes Divertimento Renzo Dori La pagina del Buonumore 23 Giulia Avancini Roberto Maestri Si ringraziano tutti coloro che a vario titolo n i ? / Concorso fotografico i hanno contribuito a dar vita a questo numero de a g “Il Melograno” supplemento al periodico m m trimestrale TuttaPovo Ti I In copertina: La prima brina a cura di Giuseppe Ciurletti Stampa: Publistampa Arti grafiche - Pergine Valsugana (TN) Inviaci una fotografia che raffigura uno scorcio, un particolare naturalistico/architettonico del nostro sobborgo per il prossimo numero de “Il Melograno”. Il Forest Stewardship Council® (FSC®) garantisce tra l’altro che legno e derivati non provengano da foreste ad alto valore Invia la foto entro il 14 febbraio 2021 all’indirizzo email: info@apspgrazioli.it di conservazione, dal taglio illegale o a raso e da aree dove sono violati i diritti civili e le tradizioni locali. 2 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2020
La Presidente con il Consiglio di Amministrazione, la Direzione e il Comitato di Redazione AUGURANO a Residenti, Familiari, Collaboratori e a tutti i lettori de “Il Melograno” Buon Natale e felice anno nuovo
/ Per riflettere Gesù: Dio con noi a cura di don Ruggero Fattor N come NASCITA. Certamente e innanzitutto, quel- la di Gesù – l’Emmanuele – il Dio con noi, per la quale non finiremo mai di rendere grazie a Dio. Ma anche quella di tanti altri neonati nel mondo. Proprio essi ci ricordano che Dio non si è ancora stancato di noi e ci vuole bene. A come ATTESA.. Quella del grande evento sospira- to da secoli e da tutti i popoli: “Oggi, per voi, è nato il Salvatore!”. Ma anche la nostra attesa di essere salvati dal Male e liberati da ogni forma di chiusura, di isolamento, di solitudine e, conseguentemente, di inevi- tabile tristezza, nostalgia e lento morire. T come TEMPO. Momento particolare e unico (“kairòs”) di “grazia”, di amore, di tenerezza, di misericordia, di perdono, di presenza di Dio sul pianeta Terra. Anche per noi è tempo di lode, di gloria, di onore, di benedizione a Dio: nonostante le difficoltà storiche che stiamo at- traversando. A come ALBA, come AURORA, come ALZATA del Sole di Dio che illumina ogni creatura uma- na, indicando la retta via da seguire: quella della verità, della giustizia, dell’umiltà, del dialogo, dell’incontro, della concordia, dell’amore, della gratuità, del servizio, della comune-unione, della fraternità e della pace universale. L come LUCE. Luce che brilla e guida, senza abbaglia- re. Luce che squarcia le tenebre e dissolve le ombre di morte. Luce vera, sicura e affascinante per tutti gli uomini e per tutti i popoli: senza distinzioni, discrimi- nazioni, emarginazioni ed esclusioni. Il Dio che “si è fatto carne”: non è per pochi, è per tutti! E come ETERNITÀ. Gesù è venuto, viene sempre e verrà in maniera definitiva, perché siamo anche noi dove è Lui: “alla destra di Dio”, a tu per tu con Dio Padre. Nella fede, non c’è bellezza, solennità e verità del Natale se non nella prospettiva e nell’attesa della beatitudi- ne senza fine: “Beati gli invitati alle nozze dell’Agnello!”. A nome e insieme con Samantha e il gruppo dei volontari: l’augurio bello, sincero e cordiale di santo e sereno Natale, a tutti. Lo stesso valga anche per il nuovo anno 2021. Con affetto, vostro don. 4 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2020 IL MELOGRANO
/ La Pagina dell’arte L’Annunciata di Antonello da Messina di Fabrizia Rigo Righi M adonna o Donna? Sacro o ne stessa, quasi come un’iconostasi profano? Spiritualità o eretta a protezione della Vergine. carnalità? Al profano non rimane che to- Come non rimanere confusi e affa- gliersi i calzari e sostare in rispetto- scinati di fronte a questa composi- so ascolto. zione rigorosa e non convenzionale Completamente ammantata da della Vergine Maria di Antonello da un velo blu ciano (colore delle man- Messina? telline indossate dalle ragazze sici- L’artista con quest’opera si allon- liane, che nella settimana Santa ve- tana dalla tradizionale raffigurazio- nivano scelte per rappresentare la ne dell’Annunciazione e ciò viene Madonna o la Maddalena ai piedi còlto immediatamente. La figura della Croce), la Vergine mostra il suo dell’angelo è sparita, come pure volto quale luogo in cui può avveni- l’ambiente in cui si svolge l’evento. Il re il cambiamento. soggetto sembra essere esclusiva- Il mistero del sorriso e dello sguar- mente Maria. do, sul quale aleggia consapevolezza e La sua figura, semplice ed essen- nessun rapimento, nessuno stupore, ziale, è ritratta a mezzo busto e ri- anzi affiora leggera un’ombra di mali- sponde all’intento rinascimentale di zia, parla di questo luogo. Trattasi di concentrare l’espressione e la forma una trasfigurazione che mette in con- plastica. Balza dal fondale scuro, tatto la sostanza più intima dell’uma- schietta e forte rimanendo legata Antonello da Messina, Vergine Annunziata, 1475. no con il divino. allo spazio, anzi quasi esistendo gra- Olio su Tavola, 45x34,5 cm. Questo volto così poco edulcora- zie ad esso, radicata come la pianta Palermo, Galleria Regionale Della Sicilia. to e santo dice della nostra umanità; alla terra. è la ragione dello stupore che ci È nel buio del nostro nulla che la luce di Dio irrompe, prende guardando quest’opera, è il giuoco delle somiglianze aprendoci alla Conoscenza! che in Sicilia, terra dell’artista, risulta essere uno scandaglio Soffermiamoci sulla postura e sull’aderenza all’umano sensibilissimo, uno strumento di conoscenza che risponde del soggetto sacro. all’esigenza di un ordine bioetnico, insito in ogni uomo. L’espressione e l’atteggiamento di Maria ci rivelano le “A chi assomiglia il bambino appena nato? A chi il compagno sue emozioni e tutta la sua umanità. di viaggio? A chi assomiglia la Madonna che è sull’altare?”. Ella guarda fuori dal limite del campo visivo del quadro, Maria è la prima salvata, è il prototipo della nuova Eva. come se posasse lo sguardo non su di un messaggero alato, Il mio Creatore viene ad abitare proprio qui, dove abita ma su di una voce che parla ai palpiti del suo cuore. la miseria della mia umanità. Con una mano accosta il velo in una movenza delicata Sintesi di spazio che è il mondo, di forma che è l’uomo, di di pudore, con l’altra, sospesa in un gesto ieratico, accetta il calda luce che è l’Amore, è l’essenziale messaggio di quest’i- suo destino e contemporaneamente sembra voler misurare cona della Vergine Annunziata di Antonello da Messina. lo spazio tra se stessa e chi guarda. Una richiesta d’arresto Un’icona che custodisce il progetto di futuro che già incarna per poter entrare in una dimensione contemplativa; l’attesa ed è in attesa. anche il leggio di legno, su cui poggia un libro dalle pagi- Sta a noi osservatori, che all’opera d’arte riconosciamo la ne sollevate in un movimento che invita alla lettura, sta ad potenza di relazione, il restare davanti in punta di piedi per indicare un confine tra il fruitore dell’immagine e l’immagi- essere non meri fruitori, ma collaboratori di Bellezza. IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2020 / Il Melograno /5
SECONDA PARTE Il “Margherita Grazioli” da Ospitale ad Azienda Pubblica di servizi alla persona Viaggio cronologico tra gli eventi più significativi che hanno segnato la storia dell’Istituzione di Giancarlo Ianes 1911 Proseguiamo il viaggio nel tempo del “Margherita Gra- La Direzione, anche su impulso di don Tommaso Del- zioli” attraverso atti, fatti e personaggi che hanno scan- lafior, concorda di creare nell’Ospitale una classe speciale dito la storia di questa importante Istituzione nei primi da destinare a persone più abbienti anche provenienti da trent’anni del Novecento. altri comuni limitrofi, per una degenza in camera singola o da due/tre letti e con dieta migliore, per una retta di 3-4 corone che permetterebbe un’entrata maggiore a sostegno 1902 delle tante spese occorrenti. Viene nominato Presidente della Direzione del “Gra- zioli”, Francesco Tomasi (imprenditore edile), realizzatore 1913 tra l’altro della trasformazione della struttura da Villa ad Il dottor Carlo Zanetti, originario di Caldonazzo, suben- Ospitale. tra al dottor Strosio quale medico condotto e curatore sani- tario dell’Ospitale. Di idee irredentiste divenne anche, dopo 1904 il Primo conflitto mondiale, medico condotto di Villazzano. Il numero dei posti letto è di 25 suddivisi in due camero- Sostenne come membro della direzione la possibilità per ni (uomini/donne). malati di tubercolosi di avvalersi dei servizi del “Grazioli”, L’aumento di dieci unità rispetto ai precedenti 15 è da in contrapposizione con altri membri del direttivo. A causa mettere in relazione all’apertura del cantiere della nuova fer- di questi contrasti si dimise dalla Direzione dell’Ospitale. rovia della Valsugana, che in parte attraversava la parte bas- Questi fatti inducono ad approfondire meglio le que- sa del comune di Povo, e che avrebbe potuto soddisfare stioni sollevate in quel periodo storico e leggerle alla luce eventuali lavoratori per temporanee malattie o infortuni. degli eventi attuali. In una relazione del dottor Vigilio Strosio, medico condot- La prima guerra mondiale e i primi anni successivi furo- to e Direttore sanitario del “Grazioli”, emerge che la patologia no portatori di malattie infettive (difterite, scarlattina, più diffusa tra gli ammalati del “Grazioli” è la pellagra. tifo...) dovute alle scarse condizioni igienico sanitarie porta- te in dote dai laceranti drammi del conflitto. La tubercolosi 1906 in particolare si era propagata anche nel Trentino investen- Viene nominato Presidente della Direzione Giovanni do anche la città capoluogo e i comuni limitrofi tra i quali Gasperi, originario di Lavarone, specializzato nella costru- Povo. Il miglior antidoto per debellare “il mal sottile” era zione di strade, ex Presidente della Famiglia cooperativa e rappresentato in primo luogo dal miglioramento igienico dal 1904 Sindaco di Povo. Inizia il servizio come Superiora, sanitario, da una appropriata alimentazione e dall’aria salu- suor Taide Refatti che subentra a suor Eleonora Agostini di bre. Per questo motivo il dottor Zanetti aveva intravisto il Fai della Paganella. “Grazioli” come luogo ideale per ospitare qualche malato di tale patologia. Da qui la necessità di aggiungere qualche 1909 letto in più da riservare agli affetti da questa pat ologia, po- Inizia il servizio come Superiora, suor Illuminata Giu- tendo godere dei benefici dati dalla posizione privilegiata e liani di Arco. soleggiata dell’Ospitale. I dubbi e la conseguente contra- 6 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2020 IL MELOGRANO
rietà da parte degli altri componenti della direzione porta- “L’indirizzo dato all’Ospedale di Povo colla nuova fabbrica abi- rono il dottor Zanetti alle dimissioni, pur garantendo la di- litata a Ospedale sanatoriale per tubercolotiche con diociotto sponibilità di assistenza medica ai pazienti. Qualche anno letti ha completamente mutate le condizioni di servizio del più tardi tuttavia la Direzione del “Grazioli” riconsiderò la Medico condotto di Povo e Villazzano e dell’0spedale ricovero questione, trovando utile incrementare l’offerta ospedalie- M. Grazioli. Si noti subito che mentre prima si trattava più che ra allargandola ai malati di tbc. Per questo motivo fu quindi altro di un Pio Istituto di Beneficienza a favore dei poveri di deciso di ampliare il vecchio edificio con la costruzione di Povo secondo la volontà testamentaria del lascito, ora siamo di un nuovo padiglione composto da due piccoli reparti dedi- fronte ad una vera e propria operazione speculativa...”. cati alla cura di questa malattia infettiva incrementando di 18 posti letto quello esistente. Tuttavia questo ulteriore ser- 1915 vizio gravava sull’ordinarietà dei servizi che non garanti- La Presidenza è affidata a Vittorio Merz, sindaco di Povo. vano personale medico infiermeristico adeguato all’entità del problema. 1922 Utile citare a tale proposito un passaggio contenuto nel La Presidenza per la prima volta viene affidata ad un carteggio del dottor Carlo Zanetti rivolto al parroco don sacerdote, don Vigilio Tamanini. Vigilio Tamanini, Presidente della struttura: “...La frequenza con la quale vengono cambiate le Suore nel nostro Ospitale è 1923 assolutamente incompatibile con il buon funzionamento del Con il passaggio del Trentino all’Italia entra in vigore il servizio. R.D. 22 aprile 1923, n. 982 inerente le Opere pie che preve- Se ciò era tollerabile in epoca ante guerra, quando cioè il deva che l’onere delle rette per persone povere ed indigenti nostro ospitale funzionava esclusivamente da ricovero per i fosse posto interamente a carico dei comuni. pochi anziani del Comune di Povo, …. questo non è più accet- tabile oggi. L’Ospedale accoglie ricoverati di Povo e di Villazza- 1924 no e circa una media di dieci ammalati gravi di tubercolosi, qui Inizia il servizio come Superiora, suor Raffaella Berti. mandati dalle Casse ammalati, Dispensario e Consorzio anti- tubercolare e Comune di Trento. Il servizio di assistenza è gra- 1926 voso, delicato e di grande responsabilità. Ho già fatto presente Il comune di Povo viene aggregato “di fatto” alla città di alla S.V. che se continuasse questo numero di ammalati, sa- Trento con le seguenti motivazioni addotte dal governo fa- rebbe necessario aumentare il numero delle suore...ed inoltre scista: “Il Governo, per superiori ragioni di politica nazionale, ha riconosciuto l’opportunità di dover accrescere il prestigio della città capoluogo della provincia della Venezia Tridentina, ampliandone il territorio e la popolazione, ed è pertanto ve- nuto nella dterminazione di aggregare a Trento tutti i comui più vicini, che già per traffici quotidiani e rapporti d’interesse gravitano nella sfera d’azione di essa...”. L’aggregazione del Comune di Povo a quello di Trento poneva delle serie questioni sulla difesa delle prerogative di autonomia sancite dallo Statuto del Grazioli e pertanto il consiglio comunale di Povo, nel suo ultimo atto deliberativo del 28 maggio 1926 al punto 7 delle condizioni chiedeva che “l’Ospedale di Povo venga conservato come Ente autonomo proseguendo anzi gli atti occorrenti per il suo riconoscimento giuridico, qualora alla data di entrata in vigore del decreto di aggregazione questi non fossero ancora completati”. 1931 Il podestà di Trento, Mario Scotoni, ravvisando una sperequazione di trattamento nel pagamento delle rette a carico del comune per poveri ed indigenti, tra i ricoverati dell’ex comune di Povo e l’aggregante comune di Trento in- tima al delegato del Podestà di Povo Conte Carlo Pompeati, di appianare le divergenze poiché il beneficio dell’atto te- stamentario di Margherita Grazioli, mutando le entità ter- ritoriali doveva attenersi alla situazione di fatto. La risposta della Direzione del Grazioli venne incontro alla richiesta del Podestà dimezzando la retta dei ricoverati Nomina nuovi consiglieri 1924 residenti sul territorio cittadino rivendicando tuttavia il archivio storico dell’APSP Margherita Grazioli diritto per i censiti di Povo a un trattamento di miglior fa- IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2020 / Il Melograno /7
vore per non snaturare la volontà della benefattrice che aveva legato i suoi lasciti a favore dei poveri di Povo. Si addivenne quindi ad una retta leggermente inferiore per i residenti di Povo rispetto a quelli di Trento ed ex comuni ag- gregati che ottennero comunque un dimezzamento della ret- ta. È utile a questo punto fotografare la situazione dell’O- spitale “Margherita Grazioli” bene espressa da una lettera di risposta al prefetto Bevilacqua, rivolta dal conte Pom- peati, delegato del Podestà: “Nel paese di Povo esiste l’Ospedale comunale “M. Grazio- li”, in parte ricovero e in parte ospedale. Detto Ospedale dispo- ne di 12 letti per maschi e di 14 letti per femmine... La tassa giornaliera per la seconda classe è di lire 20. La tassa giornaliera per la terza classe è così suddivisa: • per ammalati di tubercolosi Lire 15; • per ammalati forestieri Lire 12; • per ammalati terrieri (paesani) paganti Lire 10; Dimissioni Ezechiele Pontalti • per ammalati terrieri (paesani) poveri Lire 8; archivio storico dell’APSP Margherita Grazioli • per ricoverati terrieri (paesani) poveri Lire 6. Nella Pia Casa ci sono tre suore di carità, delle quali due posto viene preso da un suo “allievo”, Eliseo Andreatta. Della infermiere, ed inoltre un uomo ed una donna che si prestano figura di Ezechiele Pontalti, che tanto diede per la prosperità secondo il bisogno per le infermerie. Esiste un reparto separa- del paese, ci occuperemo in un’apposito spazio. to per le malattie infettive. Per gli ammalati di tubercolosi vi sono camere separate. 1933 Per disinfezione colla formaldeide si dispone nella frazione Quest’anno coincide con la morte di due personaggi di di un apparecchio Breslavia, fornito ultimamente dal Munici- spicco del “Grazioli”, don Vigilio Tamanini, Presidente per pio di Trento e del quale fruisce anche l’Ospedale”. dieci anni dell’Ospitale e di Ezechiele Pontalti, segretario/ Nel medesimo anno (1931) cessa dalla carica di contabile contabile dello stesso. dell’Istituzione, Ezechiele Pontalti, che per ben 40 anni seppe perseverare con zelo e precisione al delicato compito. Il suo Tratto da “Il paese ospitale” di Antonio Bernabè - continua. EZECHIELE PONTALTI Figura di spicco dell’Ospitale e della vita istituzionale di Povo Ezechiele Pontalti, fu uomo catalizzatore della vita pubblica della nostra Comunità tra la fine dell’Ottocento e l’inizio de- gli anni trenta del Novecento. Nato a Povo il 3 marzo 1859, figlio di un sacrestano e di una casalinga, intraprese con ottimi risultati gli studi superiori ottenendo ben presto l’incarico di esattore comunale. Successivamente divenne segretario comunale, carica che detenne per 40 anni. Si deve a lui, tra l’altro, la stesura delle condizioni di aggregazione del comune di Povo al Comune di Trento e in particolare il punto che riguardava l’autono- mia dell’Ospitale “Margherita Grazioli”, del quale fu fino al 1931 zelante amministratore/segretario. Fu inoltre membro attivo nella locale Cassa rurale, nell’Asi- lo infantile, nella Famiglia cooperativa, nella Lega dei con- tadini, nel Consorzio elettrico, nella Direzione del Coro par- rocchiale, valente compositore delicato e profondo tanto da meritarsi il primo premio di canto sacro del Tirolo, insignito Ezechiele Pontalti della croce di Cavaliere “pro Ecclesia et Pontifice”. Morì a dal libro “II paese ospitale” di Antonio Bernabè Povo nel 1933. 8 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2020 IL MELOGRANO
Centro polifunzionale: un’avventura di quindici anni vissuti intensamente di Renzo Dori F orse poche persone avevano “tecniche”, ma soprattutto apertura a percepito sino in fondo l’im- nuovi orizzonti culturali, si generava portanza storica della sotto- nuovo pensiero nella organizzazione e scrizione, nel giugno del 2005 presso il gestione dei servizi. Comune di Trento, della convenzione Questo clima di innovazione e im- relativa all’affidamento alla RSA - pegno a tutto campo non si respirava, IPAB “Margherita Grazioli” della ge- non si percepiva solo all’interno stione del Centro Servizi, del Centro alla persona. Per quel tempo era una dell’Azienda, ma veniva captato in Diurno e degli Alloggi Protetti inseriti delle realtà provinciali più avanzate in modo netto anche all’esterno, nelle re- all’interno del Centro Polifunzionale di termini di servizi integrati rivolti alla altà territoriali, nell’associazionismo, Povo. Non si trattava infatti di aprire persona anziana, non solo per un effet- nel volontariato, nella rete dei servizi solo servizi aggiuntivi a favore delle to strutturale di unire in un unico com- presenti non solo nel sobborgo di persone anziane fragili o parzialmente plesso edilizio, di grandi dimensione, Povo, ma in tutta la città. Il sentirsi fi- non autosufficienti. Con quell’atto la diversi attività e servizi, ma soprattut- nalmente protagonisti all’interno di RSA “Margherita Grazioli”, ancora clas- to per le modalità e contenuti innovati- una comunità, di essere apprezzati per sificata IPAB (Istituzione Pubblica di vi che tali servizi garantivano. Proget- la qualità dei servizi a loro destinati e Assistenza e beneficenza nata con leg- tualità, innovazione, ricerca hanno per quella innata disponibilità a farsi ge del 1890), compiva un notevole salto caratterizzato in modo importante i carico di nuovi o vecchi bisogni delle in avanti rompendo definitivamente contenuti, le proposte dei singoli servi- persone anziane e non solo anziane, con la “monocultura assistenziale” del zi attivati. Elementi questi che non dava a tutto il personale una carica, servizio residenziale dedicato alla non hanno solo caratterizzato la fase di av- una forza, una motivazione che gli autosufficienza (ex Casa di Riposo) per vio, di inizio dell’attività, ma che per la consentiva di superare positivamente proiettarsi verso una realtà nuova e grande dedizione e professionalità del i momenti di difficoltà, lo stress, la fa- molto stimolante come quella della ge- personale, sono diventati denominato- tica del quotidiano. stione di una pluralità di servizi. Que- re comune e metodo di lavoro quotidia- Dentro questo turbinio di progetti, sto passaggio che potremmo ben defi- no. Si respirava nell’aria un clima di innovazione, impegno professionale a nire storico, nella sua attuazione tensione verso il miglioramento conti- tutti i livelli mi sono trovato anch’io pratica anticipava, seppur di poco quel- nuo verso una dedizione al bene della come co-attore e per questo desidero lo che sarebbe avvenuto attraverso persona, alla sua presa in carico che ringraziare di cuore tutte le figure pro- l’approvazione della legge regionale del trascendeva le procedure, la tradizio- fessionali dedicate all’assistenza, ai settembre 2005 di riforma del mondo nale organizzazione prestazionale. Era vari servizi quali cucina, guardaroba, IPAB con la loro trasformazione in come se si fosse liberata finalmente manutenzione e agli addetti all’ammi- Aziende Pubbliche di Servizi alla Per- una grande voglia di cambiamento ri- nistrazione per aver condiviso un sona (APSP). Con l’attuazione della leg- masta inespressa e in qualche modo tempo così ricco ed entusiasmante. ge, avviata nel corso del 2006, la Gra- compressa per troppo tempo. Non è Con questi pensieri, con queste zioli non solo diveniva una APSP, ma una esagerazione se possiamo parago- considerazioni, auguro al Centro poli- una azienda pluriservizi, ampliando di nare tale periodo, i cui benefici conti- funzionale di Povo, nel suo quindicesi- fatto il proprio ambito di azione e po- nuano tutt’ora, ad una sorta di “risorgi- mo compleanno, lunga vita e una rin- nendosi con un ruolo importante (lea- mento” dell’istituzione in cui non vi era novata capacità nel perseguire con der) all’interno della rete dei servizi solo ricerca di miglioramento delle l’innato vigore gli obiettivi futuri. IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2020 / Il Melograno / 9
Centro Diurno e Alloggi Protetti: tante storie intrecciate tra loro a cura di Michela Bernardi “Esattamente 10 anni fa, il 17 otto- Quello che, oggi, sembra “un batter che sempre più emergono sul territo- bre 2005 iniziava l’attività del Centro di ciglia” è invece un lasso di tempo rio, nella comunità e all’interno delle Polifunzionale di Povo…” che ha visto cambiamenti radicali e in famiglie. alcuni casi anche inaspettati. In tante iniziative, progetti e attività Queste sono le parole delle prime Se fino al 2015 -infatti- direzione, il Centro Polifunzionale collabora con righe della pubblicazione “Dieci Anni regia ed equipe sono rimaste sostan- diverse realtà, sia istituzionali che infor- Insieme 2005/2015” scritta e redatta zialmente invariate, negli anni a se- mali, con le quali è attiva una fitta rete di nell’autunno del 2005 in occasione guire si è assistito ad un significativo interazione e cooperazione: questo del Decennale del Centro Polifunzio- cambiamento: nel 2016 l’APSP ha vi- mantiene un’elevata spinta ad innovare nale. sto l’inserimento di un nuovo Diretto- e rilanciare rispetto ai temi di interesse Sembra ieri, e invece ci ritroviamo re Generale e di lì a poco il rinnovo del e attualità, affinché vi sia uno stretto ormai ad aver spento anche le 15 can- Consiglio di Amministrazione e della collegamento tra il dentro e il fuori, fra deline di quella che è a tutti gli effetti Presidenza; nel 2017, inoltre, il Coordi- chi pensa, progetta e programma le pro- una realtà consolidata e che mantiene natore storico del servizio, nonché fi- poste e chi ne beneficia. un rilevante ruolo educativo e sociale, gura che nel 2005 aveva personal- Tanti, significativi e piacevoli da nel panorama dei servizi rivolti alla mente contribuito alla stesura del ricordare i momenti e i progetti di terza età, all’interno del Comune di progetto iniziale, a seguito di trasferi- Centro Diurno e Alloggi Protetti che Trento, con particolare riferimento mento interno è entrato a far parte hanno accompagnato questi anni: al- alla Collina Est. dello staff di Direzione, lasciando il cuni sono storici, mantenuti perché Rileggendo in questi giorni il libro coordinamento. apprezzati ed attesi, altri sono il frutto “Dieci Anni Insieme” e cercando di In quel momento l’Azienda ha ope- di nuove scommesse e sfide che perso- metterci accanto la storia che ci ha ac- rato la scelta, tuttora in essere, di affi- nale e anziani hanno affrontato in un compagnato dal 2015 ad oggi, ci si ac- darsi a due Educatori Professionali percorso di incontro, scambio e cresci- corge che il Centro Polifunzionale sta dell’equipe sociale dell’APSP, già inse- ta reciproca. proseguendo sull’importante e positi- riti nel gruppo di lavoro del Centro Tra le esperienze che portiamo nel va strada tracciata in maniera salda Polifunzionale, per il ruolo di coordi- cuore e ci piace raccontare ci sono si- fin dalla sua nascita, affrontando nel namento congiunto. curamente i momenti di incontro con contempo i cambiamenti e raccoglien- Tale cambiamento è avvenuto in i bambini del nido di infanzia di Ol- do le sfide che il tempo e le circostanze una linea di continuità con il percorso trecastello e le classi seconde della portano con sé. fatto fino ad allora e con la prospettiva scuola elementare di Povo, con le di implementare ulteriormente, all’in- quali negli ultimi anni si è lavorato per terno dei servizi di Centro Diurno, costruire e rinsaldare quel legame che Centro Servizi e Alloggi Protetti, lo porta con sé la possibilità di conoscer- sguardo e la prospettiva educativa, di si, riconoscersi e avvicinarsi tra gene- analisi dei bisogni e individuazione di razioni e mondi diversi e che possono, risposte sempre più mirate e volte alla proprio grazie a questo, offrire nuove valorizzazione e al sostegno delle auto- opportunità di pensiero, riflessione e nomie e delle risorse presenti negli an- partecipazione alla vita comunitaria. ziani e nelle famiglie che a vario titolo Da qualche anno è tradizione parteci- usufruiscono dei servizi offerti. pare alla Festa del Rosario e alla Gior- Questo obiettivo, che da sempre ha nata del Volontariato di Povo: sono contraddistinto le scelte dell’APSP, importanti iniziative, che viviamo oggi diventa oltremodo importante, come servizio e che consentono agli alla luce dei bisogni e delle fragilità anziani di mantenere una partecipa- 10 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2020 IL MELOGRANO
missione per conto delle persone più stato proposto ad anziani e famiglie, anziane o con maggiori difficoltà sul per raccogliere osservazioni ed even- piano motorio, nonché attivarsi per tuali richieste al fine di mantenere l’at- proporre pomeriggi di conversazione e tenzione primaria verso la persona e i gioco a carte in piccolo gruppo. suoi bisogni. Negli anni, al mutare delle caratteri- I dati sono in via di elaborazione e stiche e delle esigenze dell’utenza, è cor- a breve saranno restituiti al persona- risposta anche una graduale modifica le, alle famiglie e agli interessati come “della fisionomia” del servizio, nell’in- fotografia di quello che è il servizio tento e con la costante volontà di garan- oggi, dando l’opportunità agli ammini- tire un ambiente funzionale al benesse- stratori di raccogliere spunti utili per zione alla vita della comunità, che re delle persone che lo frequentano. indirizzarlo per il domani. spesso in autonomia non riescono più Questo ha significato talvolta cam- Altra significativa tradizione, in a portare avanti. biare un po’ la rotta: a lunghe gite di in- Centro Diurno, è quella di festeggiare È ormai storica anche la presenza tere giornate anche nelle vallate più tutti insieme e in un clima di grande nell’ambito dell’iniziativa “Se a Povo a lontane o addirittura fuori provincia allegria i compleanni: non nascondia- Natale un Presepe”, che ci regala ogni ora si preferiscono, perché più a “misura mo che anche per questi 15 anni anno la possibilità “del fare” stretta- nostra”, brevi uscite verso luoghi più vi- avremmo voluto organizzare una gior- mente intrecciato con il manifestare il cini ma non meno belli; spesso le attività nata da vivere a pieno e da ricordare proprio essere, legato ai ricordi, all’e- di grande gruppo sono sostituite da pro- per la grande stanchezza e la propor- sperienza e alla storia personale del poste rivolte a poche persone alla volta, zionale gioia con le quali si ritorna a Natale nella propria famiglia d’origine più mirate ad intercettare le attitudini, casa certe sere… e in quella attuale. gli interessi e le abilità presenti. Le attuali circostanze sanitarie In riferimento agli Alloggi Protetti Se la vista, con il passare degli anni non ce lo permettono, così come stan- si è visto consolidarsi il legame inter- cala, ma non si è perso il piacere della no inevitabilmente trasformando, an- personale fra i residenti, grazie alla lettura? Non ci si perde d’animo, e con che all’interno dei nostri servizi, le possibilità di incontrarsi periodica- l’aiuto della biblioteca e dei volontari modalità e le possibilità di stare insie- mente fra loro e con alcuni volontari si costruisce un progetto lettura grazie me: ancora una volta siamo disposti a che hanno saputo portare con la loro al quale chi viene a trovarci legge per raccogliere la sfida e ad affrontare tale presenza e vicinanza, anche una ven- noi a voce alta qualche libro che sce- situazione di grande emergenza con tata di novità attraverso la proposta di gliamo e commentiamo insieme. uno spirito creativo e costruttivo e, esperienze legate alla lettura, alla fo- Insieme ai volontari e ai ragazzi di laddove lo stare in presenza non può tografia, al body painting, nonché co- servizio civile ci si diletta anche nella avvenire come fino a qualche mese fa, lorando i pomeriggi con giochi sporti- preparazione di ottime pietanze: dai si fa in modo di esserci attraverso il vi all’aperto e pizzate in compagnia. dolci, alle tagliatelle piuttosto che la telefono o i nuovi canali che la tecno- Sempre all’interno degli Alloggi pizza e il pesto con il basilico del nostro logia ci offre: videochiamate, messag- Protetti è accresciuto notevolmente, orto, che poi mangiamo tutti insieme, gi registrati e qualche volta la mail. in questo lustro, il senso di apparte- come in una grande famiglia. Questo ci permette di salvaguarda- nenza e di reciprocità dei residenti: Perché, ancora, dopo 15 anni, è così re, insieme alla salute e alla sicurezza di questo è stato possibile grazie alla loro che spesso si sente chi frequenta gior- tutti noi, quel legame umano e capace voglia di mettersi in gioco, di diventa- no dopo giorno il Centro Diurno: que- di conforto che sentiamo essere ciò che re risorsa l’uno per gli altri a seconda sto emerge anche da una prima e velo- di più prezioso portiamo con noi, da 15 delle necessità e di sostenersi a vicen- ce lettura dei risultati di un questionario anni a questa parte, con l’auspicio che da nei momenti di maggiore fragilità o che quest’anno, per la prima volta, è sia così per tanti anni ancora. solitudine. A questo proposito ritengo doveroso citare, quale importante presenza agli Alloggi Protetti, il signor Salvatore, un residente da tutti cono- sciuto ed apprezzato per essersi pro- posto e reso disponibile, grazie ai suoi interessi personali e alle sue esperien- ze lavorative passate, per contribuire alla cura e all’abbellimento degli spazi comuni dell’edificio. Sovente lo si è visto posare piante da fiore sui balconi e nelle aree comuni, mantenere pulito l’ingresso e gli atri della palazzina, svolgere qualche com- IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2020 / Il Melograno / 11
Dietro le quinte del Centro Servizi a cura di Erica Ciresa C ome si può parlare di un quindicenne, senza raccon- Sono partiti anche i nostri corsi, le signore che dal 2005 tare anche un po’ di marachelle che ha compiuto pro- si iscrivono ai nostri corsi si ricorderanno le lunghe file prio grazie alla giovane età? Per questo ora racconto per potersi prendere un posto soprattutto in vasca tera- di un Centro Servizi dietro le quinte, di quando all’inizio le peutica, poi è arrivata la bella intuizione di Dori e del Con- persone che ci lavoravano, si impegnavano a far crescere un siglio d’Amministrazione per risolvere il problema… fac- Centro, per dare risposte alle persone, ai loro bisogni, alle ri- ciamo una pre-iscrizione senza diritto di priorità, si chieste di un territorio particolare come quello della collina stabiliscono i criteri per la selezione, si istituisce una Com- Est che faticava a trovare sinergie per lavorare assieme e con- missione che supporta e vigila sulle scelte e tutto scorre dividere i progetti. Ma di questo vi parlo dopo. più naturale. Un bel progetto richiede anche una struttura funzio- Gli iscritti potevano partecipare in gruppi di otto persone nante, chi allora gestiva il Centro si è trovato a confrontarsi per volta, viste le dimensioni della vasca, ma di anno in anno con molti problemi tecnici; chi aveva mai gestito una vasca le persone volevano riconfermare lo stesso gruppo, non è terapeutica prima? Chi si aspettava di dover incontrare tan- stato sempre facile gestire i desideri delle persone e gli spazi ti inciampi come un manuale di autocontrollo registrazione ridotti della vasca. di temperature e valori del cloro conoscere i meandri della Si facevano i primi passi per collaborare assieme al nuo- struttura: i locali tecnici, cercando di capirci qualche cosa di vo Polo Sociale, è rimasta nella storia la bellissima iniziativa tutti quei macchinari enormi. Col tempo si è capito che la organizzata con molte realtà territoriali: “PIACERE DI CO- gestione di una vasca terapeutica richiede una manuten- NOSCERTI” una festa a favore degli anziani del territorio di zione puntuale e continua oserei dire quotidiana. Ma tutto Povo e Villazzano prima nel suo genere e che aveva lo scopo si impara, nuove informazioni, gestione di guasti, nuove di muovere qualche passo alla conosceva di chi abitava un difficoltà ed allora ecco la presenza di Tecnoteam che ci se- po’ più in là. gue dall’inizio e che ci cura la manutenzione straordinaria, E poi come un adulto anche il Centro Servizi ha incomin- sempre pronto e puntuale nelle soluzioni. ciato a camminare con le proprie gambe e a gestire le attività Un centro sempre alle prese tra riscaldamenti da far par- culturali in proprio, subentra all’Università della Terza Età la tire e riciclo d’aria da regolare, l’allarme antincendio da riar- Cooperativa Amica con nuovi insegnanti di motoria e nuove mare e chi più ne ha più ne metta. I nostri manutentori che già proposte. Passaggio non indolore ma che porta una ventata si trovavano a dover rispondere a molte esigenze di RSA, si di giovinezza: si organizzano incontri con gli esperti, il labo- sono trovati ad affrontare nuove incombenze, sempre in con- ratorio di maglia, l’allenamento, stili di vita a confronto, l’ap- tatto con il Comune di Trento che da remoto regolava e regola proccio allo smartphone, molti volontari mettono a disposi- gli impianti. zione le proprie conoscenze e competenze, per rendere Oltre agli impianti si iniziava anche a far partire delle atti- sempre più ricca la proposta e le persone che partecipavano vità, un ufficio dove arrivavano sia le richieste per i locali in alle attività culturali ricreative e manuali sono notevolmen- affitto che le persone che si iscrivevano al Centro e ai corsi. te aumentate. La felice intuizione di avviare il centro con il supporto E qui mi fermo per introdurre una mia personale rifles- dell’Università della Terza Età per quanto riguarda gli in- sione sull’apporto fondamentale di quelle persone che, ve- contri culturali e l’attività motoria, ha fatto si che il centro dendo nel Centro Servizi un luogo di aggregazione libero e partisse con un’attività di qualità apprezzatissima dalle per- aperto, si sono impegnate moltissimo preparando lezioni a sone che si iscrivevano. E poi alcune attività gestite in pro- casa, preparando materiali di supporto alla lezione dedican- prio pomeriggi danzanti, gite, laboratori era tutto nuovo. do davvero molta energia e entusiasmo per fare di questo Ben presto il centro è andato a regime, le attività sono centro un luogo accogliente e interessante. Loro stessi han- cresciute di anno in anno, sono arrivate le associazioni per no trovato, presso il centro, una seconda possibilità per sen- prendere in affitto gli spazi palestra, sale, vasca terapeutica tirsi realizzate mettendo a disposizione le proprie cono- tanto da riempire tutte le ore e non avere più posti disponibi- scenze e competenze, nella consapevolezza che quando ci si li soprattutto in vasca. dona ci si arricchisce molto. 12 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2020 IL MELOGRANO
Ma cos’è oggi Ades ve conto cosa suzede il Centro Servizi al Centro Con la “Roda” se ariva la matina cava la maia, meti via el capot a cura dell’Equipe di Centro Servizi metti le zàvate e parti come en bòt nà bòna colazion per partir con vigor Se fa la ginastica con la Coperativa per la cràchesa parar via U n servizio flessibile, dentro ludico motorie che promuovono e so- Se fa laori a maia, sciarpe, una struttura particolare, che stengono, uno stile di vita sano e atti- cosini, cuerterle continua ad intercettare le sfi- vo. Molti sono gli studi che conferma- per scuerzer i popi e le putele de che arrivano dalle persone che lo no come l’esercizio fisico eserciti Per tute le stagion ghè sempre frequentano e dal territorio circostan- effetti positivi sul tessuto neuronale fermento te in particolare Polo Sociale e Circolo del cervello dando grande beneficio a Anziani, cogliendo inoltre le sollecita- tutto l’organismo. Ed è per questo che per abelir el Centro zioni che arrivano dal nuovo “Spazio lo staff di Centro Servizi oltre a mette- Se fa maschere a carneval Argento”. re a disposizione i locali della struttura fiori per l’istà Il Centro Servizi, nel declinare l’agire per associazioni che la richiedono – 85 gufi per l’autun quotidiano in una serie di attività, tiene contratti nel 2019 – organizza anche per finir con le stele per la fin de l’an gli occhi aperti sulle opportunità che il dei corsi motori per i propri iscritti Con la carta, pèze, dash se laòra territorio offre, dando ai propri iscritti (ginnastica posturale, attività fisica a ripetizion degli stimoli per progredire nel mondo adattata in palestra, ginnastica dolce per far dei quadri da metter en vision moderno (vedi approccio allo smar- in acqua, acquafit, afa in acqua, poten- Se fa zughi cognitivi per mantener tphone conoscenza dei servizi online, ziamento muscolare). i neuroni attivi conoscenza dei servizi sul territorio). In linea con il passato, il Centro ri- Se ten en diario tutti ensema Il Centro è dotato di una struttura mane un’importante occasione per per ricordar quel che se fèva che offre la possibilità di differenziare incontrarsi tra le persone, mentre ci si cosa se magnava e come se steva l’offerta grazie a spazi ampi e con dedica ad attività che portano benefi- Dei boni disnari ogni dì arriva strutture particolari quali una Vasca cio fisico e mentale. Terapeutica. Grazie a tale struttura, si Un Centro aperto, che ha aumen- dalla cosina possono infatti organizzare attività tato di molto la sua offerta, proponen- che per ogni variante l’a n’è vizina L’a ne manda farina e ovi e poi noi fen laboratori strudel, grostoi, smacafam, perricordarelnosmagnartradizional Al dopo disnar chi che vol fa la siesta poi se riprende a usar la testa con cruciverba memory tombola ghe n’è per tutti per far festa Chi che zuga a carte e chi sta en disparte per ciacolar en compagnia del temp o dela famia ‘Na volta al mes celebran la Santa Messa per deventar pù boni l’è la promessa Gaven en progetto con i asiloti che bel poderli chiznerar come i nossi mateloti IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2020 / Il Melograno / 13
do ben otto attività diversificate in gare l’anima, che poco si racconta, dei progettualità. A questo proposito sotto- palestra e acqua terapeutica, ben 12 gruppi che vengono proposti al nostro lineo l’attività ginnastica fa per te, caffè iniziative animativo-culturali e ben Centro Servizi e che per il proprio va- per la mente stimolazione cognitiva. quattro di attività manuale. Il numero lore “nascosto” vengono riproposti da Oltre alle progettazioni in atto per la re- degli iscritti è notevolmente aumen- molti anni. alizzazione della “sveglia del mattino”, tato: 300 e più iscritti, più di 250 le Un altro bisogno a cui il nostro un progetto di vicinanza all’anziano fra- donne e una sessantina gli uomini. Centro Servizi cerca di rispondere e gile nella sua abitazione. Il Centro Servizi attualmente per- che con gran forza è emerso negli ulti- La domiciliarità è inoltre sostenuta segue due obiettivi fondanti che ri- mi anni, è riferito alla richiesta dei ca- dall’attività Domeniche al Centro Ser- specchiano alcuni dei bisogni emersi e re-givers di trovare delle attività mo- vizi avviate già nel 2009 e modificatasi vivi nella comunità. Il primo è volto a torie e culturali che possano essere dei nel corso degli anni, per meglio adattar- contrastare con ogni mezzo il senso di momenti di stacco dal loro ruolo di si alle esigenze dei fruitori: attualmente solitudine che sta aumentando nella cura, dei momenti da concedere a sé ci sono circa 48 incontri all’anno, ha rag- fascia di età che frequenta il Centro stessi da utilizzare come momenti di giunto circa 35 anziani per un totale an- Servizi; il secondo volge a riconoscere ricarica. nuo di 850 presenze circa. il bisogno di stacco dalla cura dei ca- Nel contempo il servizio sostiene Altre attività che incontrano l’in- re-givers. quell‘anziano fragile, che sempre più de- teresse degli iscritti sono l’inglese al “La solitudine è il massimo fattore sidera rimanere nella sua casa e che, se volo, gli incontri culturali di storia, di rischio per la depressione negli an- sostenuto da buone pratiche, può pro- stili di vita a confronto, acquerellan- ziani. Un eccessivo isolamento può lungare le proprie autonomie, vivendo do dove le persone si arricchiscono e causare danni al cervello.” gli anni della vecchiaia con vitalità e apprendono nuove nozioni. È oramai consolidato che con l’età la solitudine aumenta ma altrettanto consolidato è che questa si può contra- stare impegnandosi in attività anche semplici, che aiutano a creare forti in- terazioni sociali. “Le donne che vivono sole, come pure quelle prive di una forte intera- zione sociale, sono a maggior rischio di demenza rispetto a quelle che vivo- no con qualcuno o hanno intense in- terazioni sociali”. La solitudine ecces- siva provoca danni al cervello”. L’affermazione utilizzata da John Medina è molto forte ma serve a spie- 14 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2020 IL MELOGRANO
Col pulmin nen col volontari na mezza giornada per mercadi Caldonaz, Trent fin a Lavis per comprarne ogni sfiz Zò al Buffa nen con i sconti a comprar mudande e calzoti e arrivan a casa pieni de fagoti Sen nadi a mostre e musei per tegnirne lustri i zervei E po’ en grazie ai volontari che ne frequenta ancora una fin dal temp del’apertura poi altri i sé avizinadi per farne compagnia con dolcezza e simpatia Tanta zent nà regalà dei bei momenti a cantar ballar sonar con ogni tipo de strumenti Le signorine che le zerca Nei gruppi di persone che frequen- L’ultimo quinquennio si è arricchi- tano il centro, inoltre, nascono spon- to di tanti nuovi progetti, oltre alle già de farte star ben tanee delle amicizie, che vanno al di là consolidate attività caffè per la men- trovando sempre qualcos da far delle occasioni d’incontro che la no- te, uscite culturali, ballo, TORNEO DI e se propri propri no te gai voia stra realtà offre, sono delle reti che si BRISCOLA che via via hanno visto sentete en poltrone finchè mantengono attive grazie all’apparte- crescere gli iscritti. te ven la noia nenza allo stesso territorio, ma anche Sono stati avviati molti altri pro- Tante persone è pasà da chi e soprattutto grazie alla rete informa- getti, sia interni che con altri soggetti che n’è restà nel cor tica, WA per intenderci, che dà la pos- attivi sul territorio, che qui di seguito ma bisogna nar avanti sibilità di frequenti interscambi tra le nominiamo: CORSO DI PANIFICA- e pensar a novi orizonti persone, una rete solidale virtuale, ZIONE, PROVE DI CORO, PASSEG- Tante altre robe suzede della quale possiamo di certo capirne i GIATE ALLA SCOPERTA DEL TERRI- ma no pòdo contarve tut benefici a lungo termine. Queste reti TORIO, NONNI NIPOTI, SAPERI se no stò chi na settimana sostenute e fortemente volute dallo INTRECCIATI, SPRI-MENTI-AMO, Eh si! E’ arrivà anca le zinque staff, alimentano un circolo virtuoso, attività solo nominate ma non per come se lamenta qualchedun creando attraverso un filo sottile una questo meno significative. Attività comunità viva che come ogni essere che coinvolgono il territorio e sono ghe sempre da laorar vivente è in continua evoluzione. Caf- possibili grazie alla presenza dei pro- chi en de sto Centro fè per la mente, magliamo, tennis da fessionisti, ma anche alla presenza di mapasaleoreesestàencompagnia tavolo, burraco, coro… sono attività tanti volontari, amici, ragazzi di servi- che l’è la roba pu bela alle quali i partecipanti non aderisco- zio civile che al Centro Servizi, conti- che se porta via. no solo per la pura attività, ma parte- nuamente si spendono per far stare Patrizia (operatore) cipano ed ogni anno si re-iscrivono, bene le persone. Poesiatrattada“Diecianniinsieme” perché hanno consolidato significati- Allora, come non rinnovare un ve relazioni, perché le persone si cono- splendido grazie a chi questa realtà scono e riconoscono. Nel periodo del l’ha voluta, desiderata, fatta partire: lockdown, inoltre queste reti sono di- Renzo Dori l’allora Presidente, Maria ventate molto significative a fianco Rosa Dossi - Direttore Generale fino al delle attività del Centro, che è stato 2016, Lorena Pintarelli - Coordinatri- vicino agli iscritti attraverso: sostegno ce del servizio e Lucia Leonardelli - telefonico invio di video autoprodotti, Educatore Professionale: è a loro e alla con proposte per il movimento in loro intuizione iniziale, all’impegno e casa, e i saluti dello staff, in cui emer- alla voglia di essere sempre più al pas- geva la nostra voglia di ricominciare, so con i tempi che si deve riconoscere allo scopo di sostenere, dove era possi- la lungimiranza e le grandi potenziali- bile, la fatica della solitudine. tà di un servizio di questo tipo. IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2020 / Il Melograno / 15
Intervista a Gill Fernand: dall’esperienza di Servizio Civile a operatore del Centro Diurno con le persone anziane. Gli anziani mi chiedono sempre se ci sono le case di Riposo in Camerun, io dico di no, infatti ogni famiglia si prende cura dei propri anziani. Facendo il Servizio Civile ho imparato meglio a parlare l’italiano e que- sto mi è molto utile. Che differenza trovi tra l’essere un giovane di Servizio Civile e fare l’operatore? Quando fai il Servizio Civile, non puoi fare alcuni servi- zi ad esempio accompagnare in bagno le persone, ricordare all’anziano le medicine. Io sono ausiliario e come operatore sto ancora imparando mi devo ricordare molte cose ad esempio che l’anziano deve prendere delle medicine; poi ho imparato a fare il bagno agli utenti. Molte cose le devo an- cora imparare ma mi piace molto quello che faccio. I colle- ghi sono molto collaborativi, mi aiutano e mi dicono anche quando sbaglio, mi piace lavorare con persone che mi dico- no quando sbaglio così mi posso correggere. Inoltre qui il lavoro con la persona anziana va fatto in un certo modo ed è un modo comune di fare le cose che io devo imparare. Gli anziani mi chiedono come mai porto la divisa degli operatori ora, come dicevo prima, sono ausiliario e non oss ma gli anziani mi hanno fatto i complimenti, riesco a capire A volte accade che una buona esperienza di Servizio Civile le necessità delle persone senza che me lo dicano, e cerco di apra delle possibilità di un lavoro se pur a tempo determinato, soddisfarle in anticipo. Nel mio pase la mamma insegna fin questo è quello che è successo a Fernand, giovane camerunen- da bambino a prendersi cura dei vecchi: “quando sarai vec- se, in Italia dal 2017. chio i tuoi figli e i tuoi parenti si prenderanno cura di te perciò ora tocca a te. Perché hai scelto il percorso di Servizio Civile? Stavo cercando lavoro e un amico mi ha parlato del Ser- vizio Civile ho letto i progetti di quel periodo e ho scelto di fare il mio servizio All’APSP Margherita Grazioli perché avevo un’esperienza precedente presso altre Case di Ripo- so, lavorare con gli anziani mi è piaciuto molto. In cosa ti ha arricchito il Servizio Civile? Ho imparato davvero molte cose nuove: dare da bere agli anziani, chiacchierare con loro, prendersi cura. Mi fa felice rendere le persone contente. Un giorno parlando con gli utenti del CD ho scoperto che erano incuriositi dal fatto che sono una persona che viene dal Camerun e ho piacere di lavorare con gli anziani. Ho spiegato loro che in Africa io sono stato molto con la mia nonna, e sto bene e volentieri 16 / Il Melograno / N. 3 / DICEMBRE 2020 IL MELOGRANO
/ Servizi e settori dell’Azienda Parole che curano: comunità e isolamento Riscoprire il valore della confidenza attraverso le riflessioni di operatori, familiari e residenti della Margherita Grazioli di Valeria Berto L a parola che cura è un percorso che nasce dall’idea di Michela Toniolo, responsabile della qualità all’inter- no della nostra struttura, la Margherita Grazioli. Come operatrice e come appassionata di letteratura ho avu- to la fortuna e il piacere di poter dare il mio contributo a questo progetto che, attraverso l’esplorazione etimologica di alcune parole, offre uno spazio di incontro e di riflessione con l’altro, Apre un momento di consapevolezza di sé e dei propri pensieri, ci dice qualcosa in più sul modo in cui noi persone comunichiamo con i nostri simili. Le parole sono importanti, si possono esplorare, non allo scopo di ottenere una più una dotta visione del mondo, anche se è innegabi- le il grande valore culturale che conoscere l’etimologia ap- porta, ma perchè sopratutto ci aprono lo sguardo verso il percorso dell’essere umano attraverso secoli di comunica- zione nei quali cercava di dare un significato alla realtà at- traverso le parole, questo sentire il reale traducendolo in del nostro percorrere la quotidianità oggi e sono la parola espressioni che hanno viaggiato nel tempo e sono tutte da comunità e la parola isolamento. Operatori, residenti e fa- svelare. In questo periodo difficile, credo sia di fondamenta- miliari hanno fatto un piccolo viaggio all’interno di queste le importanza riappropriarci del potere creativo del lin- due fortissime parole. Sono scaturite delle riflessioni poten- guaggio, questo ci aiuta a fare il punto, a trovare nella rifles- ti e abbiamo trovato la forza di approcciare due domande sione, gli strumenti per affrontare con maggiore alle quali abbiamo cercato di dare una risposta: consapevolezza e nuova forza anche gli ostacoli più com- • Cosa permane e cosa c’è di nuovo del sentirsi comunità plessi. A mio avviso, per quanto riguarda la pandemia cau- nel tempo dell’isolamento? sata dal Coronavirus, ci troviamo nella fase più complicata • Come abbiamo riempito la mancanza del contatto fisico e pesante. Durante il lockdown ci tenevamo aggrappati a ovvero, come sopravvive la confidenza di un legame una speranza, prima o poi tutto ciò finirà e torneremo ad nella distanza fisica? rivedere ed abbracciare i nostri cari senza la paura di con- Prima di tutto facciamo un breve salto nell’etimologia tagiarli con questo virus che ha letteralmente stravolto le di queste parole. Cosa ci dicono davvero isolamento e co- nostre vite; purtroppo ci ritroviamo a constatare che esso è munità? ancora una minaccia concreta, soprattutto per le persone Isolamento viene dalla parola latina INSULA che lette- più fragili e vulnerabili quali sono anche gli anziani. Il tem- ralmente significa IN SALUM ovvero nel mare. Salos indica po della libertà non è vicino, come tutti avremmo voluto, i movimento, agitazione dei flutti e si connette al greco SA- contatti stretti sono ancora difficili, se non impossibili come LEYO, muovo, agito. Sale la tempesta, dal sanscrito SARATI, accade per i residenti della nostra struttura e i loro familia- che scorre. L’isola è la terra che sta racchiusa in tutto ciò. ri. Tutto ciò ci rende consapevoli di quanto sia importante Siamo isolati da quello che avviene fuori ma ne percepiamo parlare di due concetti fondamentali in un periodo come tutta la potenza in quanto tutto ciò che sta oltre scorre, si questo, ci vengono in aiuto due parole che segnano la cifra muove è minaccioso eppure continua ad influenzarci, con- IL MELOGRANO N. 3 / DICEMBRE 2020 / Il Melograno /17
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