Il marketing territoriale come opportunità di sviluppo: metodologie ed esperienze - Geomorfolab

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Il marketing territoriale come opportunità di sviluppo: metodologie ed esperienze - Geomorfolab
Dipartimento DSA - Facoltà di Architettura - Università di Genova

Il marketing territoriale come opportunità di sviluppo:
              metodologie ed esperienze

                         Dott. Roberto Vegnuti
                     Esperto di marketing territoriale

                           info@rvconsulting.it
                          labpolis@arch.unige.it

                          Genova, 28 maggio 2013
Il marketing territoriale come opportunità di sviluppo: metodologie ed esperienze - Geomorfolab
Gli interventi di
    qualificazione e valorizzazione territoriale
        operati da soggetti pubblici e/o privati
           sono finalizzati ad un obiettivo di
                    sviluppo locale
per il miglioramento, innanzitutto, delle condizioni di
 vita delle popolazioni locali (reddito, occupazione,
                 socialità, servizi, etc.)
Il marketing territoriale come opportunità di sviluppo: metodologie ed esperienze - Geomorfolab
Lo sviluppo locale è strettamente collegato alle
risorse del territorio ed al grado di compatibilità degli
interventi con il contesto territoriale stesso.

Inoltre, la percezione che oggi si ha, in seno a molte
collettività locali (forse le più evolute?), è quella del
desiderio di uno sviluppo compatibile con l’uso delle
risorse, la qualità ambientale e la tutela del paesaggio.
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bilancio economico
                           delle attività presenti (e future)

Il bilancio territoriale
è composto da:                  bilancio ambientale

                                  bilancio sociale
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Il Piano di Marketing Territoriale

È uno degli strumenti attuativi del progetto di gestione
e sviluppo di un contesto territoriale.

In un certo senso potrebbe, a seconda dei casi,
rientrare nel quadro delle politiche di governo
territoriale (ai vari livelli).
Il Piano di Marketing Territoriale è al servizio della collettività locale

   COLLETTIVITA’                                   (ha)
      LOCALE                        Obiettivi di sviluppo economico
                                      e di gestione del territorio

                                                   (da)
     PIANO DI
                                       Indicazioni sugli interventi
    MARKETING
                                      da realizzare per raggiungere
   TERRITORIALE
                                               gli obiettivi
Evoluzione del Marketing Territoriale

          La missione originaria:
   FAVORIRE INSEDIAMENTI
PRODUTTIVI IN AREE DEBOLI
           Attrarre investimenti                 L’evoluzione
       per iniziative imprenditoriali        del mktg territoriale:
    al fine di consolidare/sviluppare                 da
 il tessuto economico e l’occupazione           VENDERE
                                            AREE PRODUTTIVE
    La differenziazione avvenuta:
                                                       a
     PROMOZIONE DELLE
                                              VENDERE LA
   RISORSE TERRITORIALI
                                             PRODUTTIVITA’
               LOCALI
                                                DELL’AREA
      dei vari comparti (turismo,
  artigianato, agricoltura, ambiente,
              cultura, etc.)
I campi principali della conoscenza

            LE RISORSE TERRITORIALI

         Sulle quali operare una diagnosi territoriale
             ed un conseguente piano di marketing
       o più piani di mktg differenziati per comparto,
ma connessi ad un’unica e condivisa logica di sviluppo territoriale

                       IL MERCATO

             Caratterizzato da una forte dinamicità
            e dalle tendenze evolutive della domanda
Un’importante declinazione: il mktg territoriale a fini turistici

In territori ricchi di RISORSE TERRITORIALI (come l’Italia)
     il VENDERE LA PRODUTTIVITA’ DELL’AREA
    è strettamente connesso all’ECONOMIA TURISTICA

   Il TERRITORIO è il vero PRODOTTO TURISTICO

  Il MARKETING TERRITORIALE consente di indagare,
      valorizzare, promuovere, commercializzare e gestire
le componenti territoriali anche in un’ottica di sviluppo turistico
TERRITORIO e PRODOTTO: un possibile legame?

                 Il territorio
(con i suoi elementi antropici e naturali, quali
paesaggio, morfologia, clima, tradizioni, etc.)

       I prodotti tipici agro-alimentari
     (dipendenti da elementi territoriali,
      il concetto francece del “terroir”)
IL MERCATO
                         Dinamiche di relazione

                                                  Operatori
                                                              I prodotti/servizi
                                                   offerta

La Domanda              Prodotti/Servizi                       L’Offerta

Le motivazioni   Operatori
  di consumo     domanda

                         Dinamiche di relazione
Definizione classica di Marketing
da G.Pellicelli (1999)

Complesso di attività di un’impresa che vanno
dalla ideazione di un prodotto o di un servizio
alla loro utilizzazione da parte del consumatore.
Definizione moderna (estesa) di Marketing
da G.Pellicelli (1999)

Insieme di attività mediante le quali
un’organizzazione mira a soddisfare le esigenze
di persone o di altre organizzazioni, rendendo
loro disponibili, mediante lo scambio, prodotti
o servizi, oppure sostenendo idee o affermando
“valori”.
Marketing Mix

Il termine marketing mix indica la
combinazione (mix) di variabili controllabili (leve
decisionali) di marketing che le imprese impiegano
per raggiungere i propri obiettivi.
Le 4P del marketing mix (J. McCarthy)

  PRODUCT (il PRODOTTO)

       PRICE (il PREZZO)

 PLACE (la DISTRIBUZIONE)

PROMOTION (la PROMOZIONE)
Capacità
                           di spesa
     Costo                                              Valore
prodotto/servizio                                      percepito

                                                 Il marketing territoriale
                                                         favorisce
                                                    un valore aggiunto
                                                    al valore percepito
                           L’OROLOGIO
                     DEL CONSUMATORE
                        E’ un punto di vista
                    estremamente importante
                     (si tratta della domanda)
In un Piano di Marketing Territoriale è consigliabile
ed opportuno operare con il metodo bottom-up,
affinchè lo sviluppo locale sia costruito dal basso,
attraverso la consapevolezza ed il coinvolgimento
partecipativo delle collettività locali e dei soggetti
pubblici e privati del processo di sviluppo, di
organizzazione, di gestione e di fruizione delle risorse
endogene territoriali.
Il metodo presuppone un’attività di animazione
   territoriale che si sviluppa su quattro punti:
- la dinamizzazione e sensibilizzazione dell’area
   territoriale;
- l’acquisizione e la socializzazione di informazioni
   ed esperienze;
- l’incremento della cooperazione tra gli attori e la
   costruzione di partenariati di progetto;
- l’elaborazione condivisa di progetti di sviluppo
   territoriale.
Per quanto attiene l’acquisizione e la socializzazione di
informazioni ed esperienze, la ricerca può essere
effettuata attraverso un’azione partecipata con
l’utilizzo di strumenti quali i ‘forum’ e, più
specificatamente, i ‘focus group’ tematici.
Queste azioni, infatti, co-generano conoscenza grazie
alla diversità di esperienze e competenze.
Un buon approccio ad un Piano di Marketing
Territoriale, in generale, è quello della Progettazione
Integrata e Partecipata.

Indagine sul campo (indagine/ascolto) per definire la
mappa degli attori.
Definizione di progetto integrato
Si può definire progetto integrato un complesso di azioni di
diversi ambiti territoriali (progetto integrato territoriale) o di
diverse componenti nell'ambito di un tema (progetti integrati
tematici), strettamente coerenti e collegate tra loro, che
convergono verso un comune obiettivo di sviluppo e
miglioramento del territorio e giustificano un approccio
attuativo unitario. Queste azioni devono raggiungere una massa
critica adeguata, in relazione al territorio o al tema interessati, e
devono avere un risultato complessivo significativamente
superiore alla somma delle singole azioni.
Elementi caratterizzanti un progetto integrato
Gli elementi che connotano i progetti integrati sono i seguenti (dal POR
Competitività 2007-2013, Regione Liguria):
1) modalità di progettazione: partecipazione dei rappresentanti degli enti
locali coinvolti direttamente (in quanto attuatori delle azioni) o
indirettamente (in quanto competenti per materia e per territorio) e/o delle
categorie economiche interessate o, se il tema lo richiede, di altri soggetti
rilevanti a livello territoriale o tematico;
2) integrazione fra più ambiti a livello territoriale o tematico;
3) obiettivo comune;
4) strategia di sviluppo unitaria;
5) coerenza tra azioni “di sistema” e azioni individuali;
6) chiara individuazione dei ruoli e delle responsabilità a livello del progetto
integrato nel suo complesso e a livello delle singole azioni;
7) definizione di un accordo (contratto) tra i partecipanti, che stabilisca i
rispettivi diritti e obblighi;
8) definizione di un piano finanziario unitario;
9) presenza di una funzione di coordinamento che garantisca il rispetto dei
tempi, il monitoraggio, l’assistenza alla realizzazione dei progetti e
l’animazione.
Prima cosa da fare per realizzare una buona
progettazione integrata e partecipata:

Lavorare sugli ‘stakeholder’ (i portatori d’interesse o,
meglio, i portatori di punti di vista rilevanti) per la loro:
-individuazione a livello locale;
-definizione del loro peso nel processo di sviluppo
territoriale.
Individuare i soggetti coinvolti (gli attori) - 3 macrocategorie

            LE ISTITUZIONI PUBBLICHE

               I GRUPPI ORGANIZZATI

    I GRUPPI NON ORGANIZZATI O SINGOLI
L’analisi di rilevanza degli attori coinvolti
    nel processo di sviluppo locale e
   nel piano di marketing territoriale

STABILIRE QUALE SIA IL LORO
    GRADO D’INTERESSE

STABILIRE QUALE SIA IL LORO
   GRADO D’INFLUENZA

4 GRUPPI IN BASE ALL’INCROCIO
    INTERESSE-INFLUENZA
INFLUENZA BASSA - INTERESSE BASSO
Non sono Stakeholder - Da non prendere in considerazione

     INFLUENZA BASSA - INTERESSE ALTO
                 Stakeholder deboli
         Categorie che è doveroso coinvolgere

     INFLUENZA ALTA - INTERESSE BASSO
               Stakeholder appetibili
        Categorie che è opportuno coinvolgere

     INFLUENZA ALTA - INTERESSE ALTO
              Stakeholder essenziali
        Categorie che è necessario coinvolgere
Oltre la rilevanza, degli attori coinvolti nel processo,
  è bene anche determinare, per ognuno di essi,
       rispetto al processo di sviluppo locale:

            i BENEFICI che ricevono

          i CONTRIBUTI che portano

          I CONFLITTI che generano
Un cronogramma d’attuazione di un Piano di Marketing
Territoriale si sviluppa in una serie di fasi di lavoro che possiamo
             di seguito schematizzare (come esempio)

Fase 1: Raccolta di informazioni e di dati
sulle componenti del territorio.

In questa fase si richiede anche la disponibilità
degli Enti Locali coinvolti a sostenere la progettualità,
supportando gli esperti attraverso la messa a
disposizione di conoscenza, competenze tecniche,
documentazione scientifica ed analitica in loro possesso.
Fase 2: Indagine a distanza delle componenti
del territorio.

Esame del modello territoriale attuale e futuro
in relazione alle dinamiche di mercato.
Definizione del contesto territoriale e dei piani integrati
territoriali.
Impostazione di un modello gestionale su supporto
cartografico informatico.
Fase 3: Indagine diretta sul territorio interessato.

I dati acquisiti a distanza saranno verificati dagli esperti
con campagne di check territoriale direttamente
sul territorio interessato.
Si possono prevedere specifiche interviste ai soggetti
del processo di sviluppo locale.
Fase 4: Realizzazione di incontri di animazione
economica con gli attori del sistema locale

ed attivazione di un eventuale forum temporaneo
sullo sviluppo locale.
In questa fase si prevedono una serie di incontri
con le componenti socio-economiche del territorio,
al fine di rafforzare l’approccio bottom-up del progetto
e la focalizzazione degli obiettivi dell’analisi.
Il forum sullo sviluppo locale potrà essere attivo per la
durata del progetto anche in modo telematico,
attraverso un sito istituzionale esistente su una sezione
appositamente creata.
Fase 5: Analisi ed elaborazione dei dati ed
informazioni raccolti nelle fasi precedenti.

Si tratta della fase di definizione delle strategie e dei
prodotti territoriali e della loro analisi in termini di
potenzialità. A questi sono collegate le schede dei
progetti d’intervento e dei soggetti coinvolti
(co-operanti, partner, beneficiari, attuatori, etc.).
Inoltre, saranno definiti metodologie ed indicatori per
un sistema di monitoraggio degli interventi.
Fase 6: Comunicazione

Si realizza l’editing del piano, si presentano i risultati
e se ne organizza la massima diffusione a rete.
I contenuti (tipo) di un Piano di Marketing Territoriale:
 Obiettivi e metodologia del piano.
 L’ambiente geografico e le caratteristiche sociali ed
economiche.
 Analisi delle risorse territoriali (anche con l’utilizzo di
sistemi informativi geografici - GIS).
 Programmi e strumenti di finanziamento.
 Le linee strategiche di marketing territoriale e la strategia
di sviluppo locale.
 La governance del sistema.
I contenuti (tipo) della strategia di sviluppo locale:
 La tipologia di interventi.
 Gli elementi della strategia.
 Gli Assi d’intervento.
 Gli investimenti.
Esperienze di settore
Un esempio in Liguria: il contesto territoriale del progetto
Terre di Ponente (ex BAM).
Progetto                BAM               Network
Progetto                                         pilota
Sviluppo e valorizzazione di una Rete Territoriale di
Borghi    Agro-Marini     dell’Europa  Mediterranea

Progetto promosso da:
Hotel Paese Isola Palmaria
Hotel Paese Tramonti di Campiglia
Hotel Paese Terre di Carpena
Comune della Spezia
Comune di Portovenere
Comune di Riccò del Golfo
Parco Regionale di Portovenere
E’ un PROGETTO INTEGRATO
TERRITORIALE
cioè un complesso di azioni che coinvolge più settori:
 Ambiente
 Agricoltura
 Turismo
 Attività produttive
 Cultura materiale

Il progetto interessa, in pratica, quasi tutti i settori del territorio,
sia in termini economici che culturali.
E’ un progetto di RIQUALIFICAZIONE
TERRITORIALE
con l’obiettivo di:
 Recuperare
 Tutelare
 Valorizzare

Il paesaggio tipico locale.

Non è, quindi, solo un’operazione economica,
ma culturale e sociale.
E’ un PROGETTO INTEGRATO
PLURIFONDO
in grado, da un punto di vista finanziario, di utilizzare:
 Misure Piano di Sviluppo Rurale della Liguria
 Altri fondi extra-PSR
 Di natura comunitaria, nazionale, regionale.

Per questo motivo, nella fase di studio, dovrà essere
individuata una metodologia di collaborazione fra le varie
Autorità di gestione al fine di accordare la tempistica
d’intervento finanziario.
Beneficiari diretti del progetto:

 I territori interessati e le collettività locali,
attraverso la realizzazione della parte comune
del progetto (obiettivo orizzontale)

 I singoli associati alla Rete (sia imprese
che privati), attraverso la realizzazione di
operazioni individuali, ma legate da una
logica di filiera nei differenti settori coinvolti
(obiettivo verticale)
Gli elementi innovativi del progetto:
 Innovazione della tipologia d’intervento: la
riqualificazione territoriale

 Un nuovo soggetto: i Borghi Agro-Marini

 Innovazione del metodo di gestione
dell’intervento: la Rete Territoriale.

 Trasferibilità dei risultati e di buone pratiche a
livello europeo.

 Inserimento nella programmazione comunitaria
2007-2013.
Gli Assi d’intervento del progetto Terre di Ponente (ex BAM):

 ASSE 1. Progetti infrastrutturali per la mobilità rurale integrata e di
servizio alle imprese (agricole e non) ed alla collettività locale.
 ASSE 2. Progetti di riqualificazione dell’ambiente rurale e di
salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente naturale.
 ASSE 3. Progetti di agricoltura di presidio territoriale.
 ASSE 4. Progetti di valorizzazione dei prodotti tipici agroalimentari.
 ASSE 5. Progetti a sostegno del turismo rurale.
 ASSE 6. Progetti a sostegno della cultura materiale locale.
 ASSE 7. Progetti di miglioramento delle condizioni sociali della
collettività locale.
 ASSE 8. Progetti formativi ed informativi.
 ASSE 9. Progettazione, animazione locale e progettazione degli
interventi.
 ASSE 10. Governance del sistema.
Per attuare i Piani di Marketing Territoriale ed i Progetti
Integrati di Sviluppo Territoriale sono necessarie risorse
finanziarie (spesso non trascurabili):

 Di natura endogena da parte degli Enti Locali.

 Di natura endogena da parte delle imprese locali.

 Di natura esogena da parte di investitori esterni.

 Attivabili da strumenti finanziari (contributi) di natura
regionale, nazionale, comunitaria.
SITI ARCHEOLOGICI E SVILUPPO TURISTICO

 Un rapporto da analizzare e, soprattutto, monitorare di più!

                   Un’esperienza di settore
Creazione, valorizzazione e gestione di un parco archeologico
       e ricadute economiche sulla collettività locale

          PARCHI DELLA VAL DI CORNIA
                        Toscana
                  Provincia di Livorno
 Comuni di: Piombino, San Vincenzo, Campiglia Marittima,
                   Suvereto e Sasseta
Il sistema dei Parchi della Val di Cornia
      (Fonte: Circondario della Val di Cornia)

                Aree archeologiche
Parco archeologico di Baratti e Populonia - 1.300 ha.
  Parco archeominerario di San Silvestro - 700 ha.

                Aree naturalistiche
      Parco costiero della Sterpaia - 250 ha.
      Parco costiero di Rimigliano - 120 ha.
      Parco naturale di Montioni - 4.500 ha.
 Riserva naturale Padule Orti Bottagone - 100 ha.
Negli anni ‘80 la crisi siderurgica colpisce l’area.
Questo induce gli amministratori alla prospettiva di utilizzare
   le risorse naturalistiche ed archeologiche del territorio
           quale elemento su cui basare un modello
                    economico alternativo.

    In quel periodo i cinque Comuni della Val di Cornia
     decidono di redigere dei piani regolatori coordinati,
         attraverso la pianificazione urbanistica e la
       progettazione del territorio in maniera unitaria,
      per salvaguardare le principali risorse ambientali
       che la grande industria aveva lasciato inalterate.
Nel 1993 i Comuni decidono di costituire la
                   Parchi Val di Cornia SpA
  (società mista pubblico-privata a maggioranza pubblica)
La SpA ha come missione la realizzazione di parchi e musei,
 attraverso investimenti finalizzati alla loro valorizzazione
         e la gestione dei servizi in forma integrata.

   Nel 1998 viene firmato un atto di concessione d’uso
 dell’area archeologica di Baratti e Populonia, che prevede
   (per la prima volta in Italia) la concessione diretta da
 parte del Ministero e della Sovrintendenza Archeologica
               ad una società per azioni mista.
Nel 2002 viene sottoscritta la convenzione quadro
    tra i Comuni per la realizzazione e la gestione associata
                     dei servizi dei parchi

   Nel 2004 viene approvato un contratto unico di servizio
         tra i Comuni e la Parchi Val di Cornia SpA

   Nel 2007, a seguito delle modifiche del quadro normativo
dopo l’entrata in vigore del decreto Urbani (D. Lgs. N.42/2004),
  la società diventa società in house del Comune di Piombino
          per la gestione diretta delle aree e dei beni.
   La Parchi Val di Cornia SpA diventa totalmente pubblica
       (Comuni, Provincia di Livorno, CCIAA Livorno)
I siti gestiti dalla Parchi della Val di Cornia SpA

          SITI ARCHEOLOGICI:
   Parco archeologico di Baratti e Populonia
      Museo Archeologico di Populonia
    Parco archeominerario di San Silvestro

            SITI NATURALISTICI:
          Parco costiero della Sterpaia
          Parco costiero di Rimigliano
           Parco naturale di Montioni
        Parco forestale di Poggio Neri
       (solo per la promozione turistica)
I servizi gestiti direttamente nei siti archeologici
            (Fonte: Parchi della Val di Cornia SpA)

           Parco archeologico di Baratti e Populonia
              Museo Archeologico di Populonia
            Parco archeominerario di San Silvestro

 Biglietterie     Bookshop              Musei        Sale riunioni

                                     7 Parcheggi      2 Parcheggi
Stazione treno      Servizi
                                        Auto            Camper
  minerario         igienici
                                    (1.100 posti)     (200 posti)
Le strutture commerciali gestite direttamente
                   nei siti archeologici
        (Fonte: Parchi della Val di Cornia SpA)

       Parco archeologico di Baratti e Populonia
          Museo Archeologico di Populonia
        Parco archeominerario di San Silvestro

     Ristorazione                         Ricettività
       4 attività                 1 ostello per la gioventù

Ed inoltre, fuori dai siti archeologici, ma nelle altre aree:
                10 attività di ristorazione
        7 stabilimenti balneari/arenili attrezzati
         1 ostello della gioventù e casa vacanze
I visitatori dei parchi archeologici
       (Fonte: Parchi della Val di Cornia SpA)

             SITI ARCHEOLOGICI:
      Parco archeologico di Baratti e Populonia
         Museo Archeologico di Populonia
       Parco archeominerario di San Silvestro

 75.000        68.000          73.000             82.000
Nel 2004      Nel 2005        Nel 2006           Nel 2007
I visitatori stimati nelle aree costiere
       (Fonte: Parchi della Val di Cornia SpA)

                  Golfo di Baratti
            Parco costiero della Sterpaia

460.000       570.000           790.000             850.000
Nel 2004      Nel 2005          Nel 2006            Nel 2007
I dati economici
     (Fonte: Parchi VdC SpA, 2010)

              Della società:
  Fatturato di 2,5 Milioni di € nel 2007
   Fatturato di 3 Milioni di € nel 2008
  Fatturato di 3,3 Milioni di € nel 2009
Oggi 33 dipendenti a tempo indeterminato

     Sul territorio dei parchi operano:
             28 imprese private
               186 dipendenti
 Fatturato complessivo di 4,3 Milioni di €
Principali fonti di ricavo (in % sul totale fatturato 2009)
                    (Fonte: Parchi Val di Cornia SpA)

35%      32%
30%
25%
                           22%
20%                                            17%
15%
10%                                                             8%

5%
0%
      Parcheggi        Bigliettazione        Affitti e   Editoria e gadget
                                           concessioni
Gli investimenti
              (Fonte: Parchi Val di Cornia SpA)

                      In Val di Cornia

dal 1994 al 2007 sono stati investiti per i parchi archeologici

                      25 Milioni di €

                        Di cui:
        Il 50% provenienti dall’Unione Europea
 Il 28% dalle casse comunali dei cinque Comuni dell’area
Le presenze turistiche
                (Fonte: Provincia di Livorno)

                   Nella sola Val di Cornia,
nei primi 10 anni di attività della Parchi VdC SpA (1993-2003):

 Le presenze turistiche sono passate da 640.000 a 1.200.000
                   (in pratica raddoppiate)

      I pubblici esercizi sono passati da 209 a 433 unità
I ncremento % presenze turistiche, periodo 1993-2003
                         (Fonte: Provincia di Livorno)

100%
                                                             88%
 90%
 80%
 70%
 60%
 50%                                     49%
            38%
 40%
 30%
 20%
 10%
  0%
       Regione Toscana          Provincia di Livorno     Val di Cornia
Linee Guida di Marketing Territoriale
     del Comune di Mele (GE)
INDICE
PREMESSA
1 OBIETTIVI E METODOLOGIA DELLO STUDIO
2 L’AMBIENTE GEOGRAFICO E LE CARATTERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE
2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE
2.1.1 Localizzazione geografica
2.1.2 Popolazione e indicatori socio-demografici
2.1.3 Contesto socio-culturale
2.2 ASPETTI FISICI E MORFOLOGICI
2.2.1 Caratteri morfologici del territorio di Mele
2.2.2 Idrografia
2.3 PRINCIPALI ASPETTI DI COPERTURA ED USO DEL SUOLO
2.3.1 Evoluzione dell’uso del suolo
2.3.2 Il bosco
2.3.3 Aree agricole
2.3.4 Sistemi insediativi e vie di comunicazione
2.4 GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
2.5 ASPETTI ECONOMICI
2.5.1 Contesto economico e confronti
2.5.2 Le attività economiche a Mele
2.5.3 Censimento
2.5.4 Attività economiche tipiche – l’industria cartaria
2.6 I PRODOTTI TIPICI
2.6.1 Prodotti Tipici
2.6.2 Filiera del Pesto
2.7 IL TURISMO
2.7.1 Domanda e offerta turistica
2.7.2 Strutture ricettive
2.7.3 Elementi d’attrazione turistica
2.7.4 Emergenze naturalistiche
2.7.5 Emergenze storico-culturali
2.7.6 La sentieristica
2.7.7 Le Terme di Acquasanta
2.7.8 Il parco del Basilico
2.8 PROGETTUALITÀ ESISTENTI EGESTIONE DEL TERRITORIO
3 LINEE GUIDA DI MARKETING TERRITORIALE DEL COMUNE DI MELE
3.1 Le declinazioni del marketing territoriale
3.2 Gli obiettivi
3.3 La strategia di sviluppo locale
3.4 LE LINEE D’INTERVENTO
3.4.1 LINEA 1 - Economia del bosco
3.4.2 LINEA 2 - Riorganizzazione del sistema agricolo e della filiera agro-alimentare
3.4.3 LINEA 3 - Sviluppo di un sistema turistico
3.4.4 LINEA 4 - Promozione della cultura materiale locale
3.4.5 LINEA 5 – Mobilità
3.4.6 LINEA 6 – Investimenti
3.4.7 LINEA 7 - Governance
La strategia di sviluppo locale

 Da periferia indistinta a cintura di valore

           Connessione urbana

           Connessione sociale

            Economie di scala

  Brand di area e destinazione turistica

               Brand Mele

         Animazione economica

Sistema di monitoraggio dei risultati attesi
LINEA 1
Economia del bosco.

Azioni:

Sviluppo della filiera del castagno, non solo per la produzione di legname, ma per la produzione di farina
di qualità, da utilizzare anche per prodotti connessi alla gastronomia locale.

Promozione dei prodotti del sottobosco, in particolare i funghi, su cui creare un’attrattività turistica con
circuiti di ricerca guidati ed una risorsa gastronomica.

Salvaguardia delle aree e tipologie forestali (es. acacie) quale ‘materia prima’ per la produzione di prodotti
tipici come il miele.

Utilizzo del bosco residuale nel comparto energetico per la produzione di energia da biomasse.
LINEA 2
Riorganizzazione del sistema agricolo e della filiera agro-alimentare.

Azioni:
Organizzare i piccoli proprietari e coltivatori del sistema degli orti presente a Mele, per la produzione di
prodotti orticoli anche nell’ottica di una fornitura di qualità a km zero alle nicchie di domanda dell’area
metropolitana genovese.

Creare e promuovere il marchio “Orti di Mele”.

Sviluppare una filiera produttiva del basilico dop connessa alla produzione e commercializzazione del pesto
alla genovese.

Verificare le condizioni storico-culturali, produttive ed organolettiche per la creazione di un miele di Mele.

Migliorare la qualità dei prodotti e dei processi di produzione e vendita, attraverso processi formativi ed
informativi rivolti agli operatori ed addetti di settore.

Valorizzare il circuito breve della filiera agroalimentare, cioè la produzione, la trasformazione e la
commercializzazione nell’ambito dello stesso contesto territoriale.

Attuare progetti di educazione alimentare e ambientale nelle scuole (tipo iniziativa ‘Orto in condotta’ di Slow
Food) al fine di costituire una comunità dell’apprendimento per la trasmissione alle giovani generazioni dei
saperi legati al cibo, all’agricoltura e all’ambiente.
LINEA 3
Sviluppo di un sistema turistico

Azioni:

Promuovere il turismo attivo, sviluppando la rete sentieristica locale, attraverso la connessione dei
percorsi locali minori (che collegano le emergenze locali) con i percorsi principali (assi portanti) a
tematismo specifico.

Promuovere il turismo devozionale con il ‘Percorso di S. Limbania’, protettrice dei viaggiatori, che passa
da Mele ed i ‘Sacrimonti’ con il vicino Santuario di Acquasanta.

Promuovere il turismo termale, con il vicino centro di Acquasanta, unico stabilimento termale in provincia
di Genova.

Promuovere il turismo del benessere: acque, sentieri, prodotti tipici.

Promuovere il turismo naturalistico, in relazione all’area Parco ed ai geositi esistenti.

Sviluppare la ricettività rurale in modo diffuso, utilizzando anche il patrimonio edilizio rurale esistente, ma
improduttivo.

Migliorare la Qualità dell’accoglienza con un processo formativo ed informativo rivolto agli operatori ed
addetti del settore.
LINEA 4
Promozione della cultura materiale locale

Azioni:
Rafforzare e valorizzare l’identità locale attraverso la promozione degli elementi sociali e tradizionali del
territorio (es. calendario d’eventi, feste popolari, etc.).

Mantenere e rafforzare la filiera della lavorazione della carta (spazi museali, laboratori, seminari,
esperienze), quale testimonianza di una cultura industriale storica.

Connettere gli elementi d’attrazione storico-culturale ai percorsi turistici.

Valorizzare gli insediamenti rurali, anche alla luce della creazione di una ricettività diffusa.
LINEA 5
Mobilità

Azioni:

Facilitare l’integrazione fra Capoluogo e circuiti escursionistici.

Riorganizzare il sistema dei parcheggi, in particolar modo in occasione di eventi ed iniziative specifiche.

Sviluppare la rete sentieristica locale.
LINEA 6
Investimenti

Azioni:

Selezione opportunità.

Verifica strumenti agevolativi, di natura finanziaria e burocratica.

Identificazione dei potenziali investitori.

Presentazioni delle opportunità ai potenziali investitori.
LINEA 7
Governance

Azioni:

Predisporre, per ogni settore d’intervento (ambiente, agricoltura, turismo, cultura, etc.) o per filiere
d’intervento (es. il circuito breve dei prodotti tipici, la filiera del castagno, etc.),due tipologie di azione:
un’attività formativa tecnica e specifica di settore e/o di filiera;
un’attività informativa a tutta la collettività locale.

Organizzare e gestire il processo attraverso:
la creazione ed il lavoro di un gruppo tecnico, multidisciplinare ed in grado di fornire supporto alla
progettazione continua degli interventi;
la realizzazione di un’attività di animazione sul territorio attraverso un forum dello sviluppo locale organizzato
sia con nuove tecnologie (sito web) che con una periodica e continua serie d’incontri tematici e specifici sul
territorio con le componenti di volta in volta interessate della collettività locale (gli stakeholders);
il coordinamento tecnico per l’attuazione degli interventi, sia quelli generali che quelli individuali (proposti da
soggetti singoli o associati), che devono rientrare, però, nella logica complessiva della strategia di sviluppo
locale.

Costituire presso il Comune di Mele una cabina di regia inter-istituzionale.
Grazie per l’attenzione
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