Guerra della Russia - EDIZIONE SPECIALE LA RIVISTA ONLINE DELLO IAI - Affari Internazionali
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Direttore Responsabile: Francesco De Leo Direttore Editoriale: Stefano Silvestri Coordinamento editoriale: Emanuela Colaci Comitato Scientifico: Riccardo Alcaro, Margherita Bianchi, Fabrizio Botti, Alessia Chiriatti, Silvia Colombo, Andrea Dessì, Federica Di Camillo, Leo Goretti, Ettore Greco, Daniela Huber, Alessandro Marrone, Nona Mikhelidze, Ferdinando Nelli Feroci, Federico Niglia, Michele Nones, Nicoletta Pirozzi e Nathalie Tocci. Collaboratori: Antonio Armellini, Lorenzo Bini Smaghi, Gianni Bonvicini, Vincenzo Camporini, Maurizio Caprara, Dario Cristiani, Jean Pierre Darnis, Marta Dassù, Veronica De Romanis, Luca Franza, Marco Giuli, Giorgio Gomel, Giampiero Gramaglia, Azzurra Meringolo, Pier Carlo Padoan, Riccardo Perissich, Stefano Polli, Alessandra Rizzo, Natalino Ronzitti, Gabriele Rosana, Francesco Semprini, Alberto Simoni, Massimo Teodori, Alberto Toscano e Anna Zafesova. Art Direction e Impaginazione: Ubaldo Cillo - emisferosinistro@gmail.com Webmaster: Alessandro Ahmed www.affarinternazionali.it
4 | IL DISCORSO DEL 34 | EUROPA PRESIDENTE Nicoletta Pirozzi 6 | DEMOCRAZIA 38 | USA Nathalie Tocci Riccardo Alcaro 10 | DIPLOMAZIA 42 | NUCLEARE Ferdinando Nelli Feroci Ettore Greco 14 | RUSSIA e UCRAINA 46 | ENERGIA Nona Mikhelidze Margherita Bianchi 18 | IMPERO 50 | FUTURO Leo Goretti Stefano Silvestri 22 | INDUSTRIA E DIFESA Michele Nones 54 | FOCUS DIFESA Elio Calcagno 26 | ALLEANZA ATLANTICA Ottavia Credi Alessandro Marrone Giancarlo La Rocca 30 | DIFESA EUROPEA Michelangelo Freyrie Vincenzo Camporini Karolina Muti Numero speciale realizzato in occasione dell’anniversario dell’aggressione della Russia all’Ucraina.
Il discorso del Presidente Il discorso pronunciato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky poco prima dell’invasione russa. Kiev (Ucraina), 24 febbraio 2022 “C ondividiamo un confine di oltre 2 mila chilometri. I vostri soldati sono di stanza lungo tutto il confine, quasi duecentomila soldati e migliaia di veicoli militari. I vostri leader hanno scelto di fare un passo avanti ed entrare nel territorio di un altro Paese. Quel singolo passo potrebbe essere l’inizio di una grande guerra nel continente europeo. 4
Tutto il mondo parla di ciò che potrebbe amici quando i nostri ragazzi hanno perso? accadere giorno per giorno. Il pretesto per una Luhansk? Dove è sepolta la madre del mio guerra potrebbe sorgere in qualsiasi momento. migliore amico? Dove riposa anche suo padre? Qualsiasi provocazione, qualsiasi incidente, Prendete nota che ora sto parlando a tutti potrebbe essere la scintilla di un fuoco che voi in russo, ma nessuno in Russia conosce brucia tutto. il significato di questi luoghi, queste strade, Vi è stato detto che questa fiamma porterà la questi nomi, questi eventi. Sono tutti estranei liberazione al popolo ucraino. Ma il popolo a voi, non familiari. ucraino è libero. Ricorda il proprio passato e Questa è la nostra terra, e questa è la nostra costruirà il proprio futuro. Costruiscono, non storia. Per cosa combatterete e con chi? distruggono, come loro stessi vi hanno detto Molti di voi hanno visitato l’Ucraina. Molti di giorno dopo giorno in televisione. voi hanno parenti qui. Alcuni potrebbero aver L’Ucraina dei vostri notiziari e l’Ucraina studiato nelle università ucraine e aver fatto della vita reale sono due posti completamente amicizia con gli ucraini. diversi, e la differenza è che quest’ultima è Conoscete il nostro carattere, conoscete il reale. nostro popolo e conoscete i nostri principi. Vi dicono che siamo nazisti. Ma come può Conoscete i nostri valori. Quindi fermatevi un popolo che ha perso otto milioni di vite e ascoltate voi stessi, la voce della ragione, la per sconfiggere i nazisti sostenere il nazismo? voce del buon senso. Come posso essere un nazista? Ditelo a mio Ascoltateci. Il popolo ucraino vuole la pace, nonno, che ha combattuto nella Seconda così come il suo governo. Non solo la vogliono, Guerra Mondiale nella fanteria sovietica ed è ma dimostrano questo desiderio di pace. morto colonnello in un’Ucraina indipendente. Fanno tutto quello che possono. Non siamo Vi dicono che odiamo la cultura russa. Come soli: è la verità che l’Ucraina è sostenuta da si può odiare una cultura? Qualsiasi cultura? molte nazioni. Perché? Non si tratta di pace I vicini arricchiscono sempre le reciproche ad ogni costo. culture. Tuttavia, noi non siamo parte di un Si tratta di pace e di principi, di giustizia, di tutto. Non potete inghiottirci. Siamo diversi. diritto internazionale. Si tratta del diritto Ma questa differenza non è un motivo di all’autodeterminazione, che ogni persona inimicizia. Vogliamo determinare il nostro possa determinare il proprio futuro. Si tratta corso e costruire la nostra storia: in modo del diritto di ogni società e di ogni persona pacifico, calmo e onesto. alla sicurezza, a una vita senza minacce. Sono Vi hanno detto che avrei ordinato un certo che questi diritti sono importanti anche attacco al Donbass, ordinato sparatorie e per voi. bombardamenti indiscriminati. Questo porta La verità è che tutto questo deve finire prima ad alcune domande – alcune molto semplici. che sia troppo tardi. Se la leadership russa non Contro chi stiamo sparando? Cosa stiamo vuole incontrarci al tavolo per il bene della bombardando? Donetsk, che ho visitato pace, forse si siederà a quel tavolo con voi. Voi decine di volte? Dove ho guardato la gente in russi volete una guerra? Mi piacerebbe molto faccia, negli occhi? La via Artyoma, dove ho conoscere la risposta, ma questa risposta passeggiato con gli amici? La Donbass Arena, dipende solo da voi, dai cittadini della dove ho tifato per i nostri ragazzi insieme ai Federazione Russa. Grazie per l’attenzione.” ragazzi ucraini agli Europei? Il parco Shcherbakov, dove ho bevuto con gli Volodymyr Zelensky 5
Nathalie TOCCI Direttore dello IAI L’Ucraina e la potenza delle idee L’ invasione russa dell’Ucrai- na ha riacceso i riflettori internazionali sulle demo- crazie ed il contrasto tra queste e i sistemi autorita- ri. Il dibattito non è nuo- vo. Soprattutto con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca, che ha messo temporaneamen- te il punto sugli anni traumatici di Trump, la politica internazionale ha riacquistato un sapore più idealista, se non ideologico. Non si tratta dunque di contrastare potenze come la Russia o la Cina ‘solamente’ a causa delle loro politiche militari, tecnologiche, ciber- netiche o commerciali. Queste tensioni, già esistenti, hanno assunto un significato diver- so: il conflitto tra democrazia e autocrazia. 7
La guerra in Ucraina ha sia rafforzato questa narrazione sia l’ha resa più sottile e radicata nella realtà. La guerra e gli schieramenti internaziona- li connessi a essa hanno reso evidente che non c’è una dicotomia bianco-nero tra de- mocrazia e autocrazia. È vero che i Paesi che sostengono l’Ucraina, fornendo armi a Kiev e sanzionando Mosca, sono tutte liberal-de- mocrazie in Europa, le Americhe e in Asia. È altrettanto vero che i Paesi che appoggiano il Cremlino sono tutti autoritari, dalla Corea del Nord e l’Iran – che sostengono la Russia non solo politicamente ma anche militar- mente – alla Cina, che seppur abbia evita- to accuratamente di imbattersi in sanzioni secondarie appoggiando economicamente e militarmente la Russia, è politicamente schie- In altri hanno opportunisticamente sfruttato rata con Mosca. la loro ‘neutralità’ per ottenere benefici, dal Ma è anche vero che la stragrande maggio- petrolio a prezzi stracciati a vantaggi di na- ranza del mondo si trova a cavallo, sia ri- tura strategica posizionandosi come possibili guardo la natura dei propri sistemi politici mediatori del conflitto. Esiste una distinzio- sia nell’approccio alla guerra. India, Turchia, ne tra democrazia e autocrazia, ma la guerra Israele, Sud Africa e Ungheria sono demo- in Ucraina ha messo in evidenza che ci sono crazie elettorali ma non possono certo esse- mille sfumature di grigio tra i due estremi. re definite democrazie liberali in cui i diritti Al contempo, l’invasione russa dell’Ucraina umani, lo stato di diritto e la separazione dei ha reso la distinzione tra sistemi politici più poteri vengano fermamente rispettati. viva e vera, sottolineandone la natura esi- E proprio questi Paesi non si sono schierati stenziale. Se le relazioni internazionali fosse- da una parte o dall’altra. In alcuni casi han- ro davvero determinate solo da fattori mate- no semplicemente fatto un passo indietro, riali ed ‘oggettivi’ come sostengono i realisti, evitando di venire coinvolti nella questione. dalla geografia e la demografia, all’economia 8
o la potenza militare, questa guerra non sa- da spiegare. Tanto vale arrendersi, venire oc- rebbe mai scoppiata. Visto che non esisteva cupati e annessi da uno stato dittatoriale, ed minaccia alla sicurezza della Russia o piani evitare tutta quella morte e distruzione. Ma di espansione della Nato, non avrebbe avuto se invece si parte da un’altra idea, ossia che alcun senso imbarcarsi in un’invasione che la vita vale la pena di essere vissuta se e in avrebbe esposto la debolezza militare russa quanto è libera, allora ecco che tutto ciò che è e distrutto la sua economia ed in particola- accaduto nell’ultimo anno, e tutto quello che re l’interdipendenza energetica con l’Euro- accadrà nel prossimo e quelli a venire, avrà pa. Eppure è successo. Sarebbe troppo facile senso. congedare il tutto additando l’irrazionalità di La guerra in Ucraina ci ha sì aperto gli occhi Vladimir Putin. sulle mille sfumature di grigio che esistono Fondamentale invece prendere atto che ogni nel panorama internazionale, ma ci ha anche ‘razionalità’ è frutto di un’idea. Se si è con- ricordato della potenza delle idee, a partire vinti, come pare esserlo il presidente russo, dalla democrazia. ■ dell’importanza esistenziale di realizzare un’ambizione imperiale, allora proprio alla luce del declino strutturale della Russia (e di Putin stesso), e quindi la consapevolezza che il tempo non gioca a favore di Mosca, diventa assolutamente razionale invadere l’Ucraina e continuare imperterriti a prescindere dalle perdite militari ed economiche in corso. Seguendo esattamente la stessa logica ma dal versante opposto, la resilienza del popolo ucraino nell’ultimo anno ha messo in luce il valore esistenziale di un’altra idea: la demo- crazia. Vista da un’ottica meramente materia- le, la resistenza del popolo ucraino è difficile 9
Ferdinando NELLI FEROCI Presidente dello IAI Il tempo della Diplomazia non è ancora arrivato S e per diplomazia si intende il complesso delle regole e dei pro- cessi che presiedono alle relazio- ni internazionali con l’obiettivo di prevenire o risolvere dispu- te e conflitti, o anche come una speciale abilità nella trattazione di questioni complesse e nella ricerca di compromessi, si deve concludere che, rispetto al conflitto in corso da un anno in Ucraina, la diplomazia ha complessivamente fallito. Ma forse con- viene analizzare la questione più da vicino. 11
Si può sostenere che la diplomazia ha fallito è finora scontrata con la sistematica pratica nella fase che ha preceduto l’invasione rus- del fatto compiuto da parte russa (con l’an- sa dell’Ucraina, ad esempio perché l’Occi- nessione alla Federazione russa dei territori dente non ha preso sul serio le minacce di occupati) e con la fissazione sempre da parte Putin o non ha saputo offrire al presidente russa di condizioni evidentemente inaccet- della Federazione russa soluzioni che con- tabili (come la rinuncia da parte di Kiev ai sentissero di evitare la cosiddetta operazione territori occupati dalle truppe russe). militare speciale. Ma si può anche obiettare Se invece si guarda alle reazioni dell’Occi- che Putin aveva già deciso da tempo che una dente all’aggressione russa il giudizio cambia Ucraina democratica, indipendente e filo-oc- radicalmente. Perché proprio la mossa scon- cidentale era una minaccia insostenibile per siderata di Putin ha rinsaldato come non mai la sicurezza della Russia, e che quindi non i rapporti fra americani, europei e altri like c’erano alternative all’invasione del Paese vi- minded, che hanno definito senza eccessive cino. Ugualmente si potrebbe sostenere che esitazioni una strategia comune fondata sul- la diplomazia ha fallito perché dopo un anno la condanna dell’invasione russa dell’Ucrai- di guerra non è stata ancora in grado di in- na, sull’adozione di pesanti sanzioni contro dividuare un percorso credibile per una ces- la Russia, sull’impegno a fornire all’Ucraina sazione delle ostilità e un accordo fra aggres- aggredita tutta l’assistenza necessaria per sore e aggredito. Ma anche in questo caso si difendersi con aiuti economici, finanziari, può obiettare che la ricerca di un dialogo si umanitari e militari. La diplomazia in questo 12
caso ha funzionato perché sulla base di una in alcuni casi, aiutato la Russia ad aggirare le reazione politica di solidarietà nei confronti sanzioni occidentali. dell’Ucraina ha consentito di dispiegare un’a- Tutto questo non certo per concludere che zione collettiva rapida, articolata ed efficace. lo spazio per la diplomazia è definitivamen- E la diplomazia ha ugualmente funzionato te precluso rispetto al conflitto in Ucraina. quando si è trattato di promuovere accordi Ma più semplicemente per constatare che limitati e settoriali fra Russia e Ucraina, ad purtroppo il tempo della diplomazia non è esempio sullo scambio di prigionieri o sulla ancora arrivato. Della diplomazia sicura- partenza dai porti ucraini di navi per il tra- mente ci sarà bisogno, ma quando il Paese sporto di cereali destinati all’esportazione. aggressore avrà finalmente realizzato che La diplomazia ha funzionato meno bene, i costi politici e ed economici della guerra invece, nel tentativo di allargare la base del stanno diventando insostenibili, che l’inte- consenso su questa linea di condanna della grità territoriale dell’Ucraina è irrinuncia- Russia e di assistenza all’Ucraina dal campo bile e che un compromesso dovrà fondarsi occidentale ad altri protagonisti sulla scena sul riconoscimento dei confini che esisteva- internazionale. no prima del 24 febbraio dello scorso anno. L’Occidente in effetti, che pure ha reagito Allora si potrà parlare di un nuovo assetto compatto e in maniera solidale all’aggressio- per l’Ucraina che comprenda la tutela delle ne russa, non è riuscito a coinvolgere, su una minoranze russofone, un regime di autono- linea di condanna della Russia e di convinta mia per il Donbass, garanzie per la sicurezza assistenza all’Ucraina, né la Cina né l’India della Russia, ma anche e soprattutto di ga- né altri importanti attori sulla scena interna- ranzie di sicurezza per un’Ucraina destinata zionale. Troppi governi di Paesi importanti a un futuro in Europa, e forse in prospettiva hanno preferito non schierarsi apertamente anche una nuova architettura di sicurezza in e hanno praticato una linea di deliberata am- Europa. Allora la diplomazia potrà tornare a biguità nei confronti della Russia, o hanno, svolgere il suo ruolo. ■ 13
14 RUSSIA e UCRAINA
Nona MIKHELIDZE Responsabile di ricerca IAI La guerra russa e la lotta anticoloniale degli ucraini A lla vigilia dell’anniversario dell’aggressione russa all’Ucrai- na, l’89% degli ucraini dichiara di voler continuare a combattere anche nel caso di un attacco nu- cleare russo. Questa ferma deter- minazione non può essere solo motivata dal desi- derio di riconquistare i territori persi o da ragioni strettamente relative alla sicurezza. L’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina lanciata il 24 feb- braio 2022 ha agito da catalizzatore del processo di decolonizzazione nel Paese. L’aggressione rus- sa non è iniziata, tuttavia, né nel 2022 né nel 2014 con l’annessione della Crimea e l’occupazione di una parte del Donbass. La Russia ha condotto per secoli una guerra coloniale contro l’Ucraina, risucchiandola nel suo spazio politico, economi- co e culturale, e cancellando, strada facendo, la sua identità nazionale. 15
Gli ucraini, chiamati ‘piccoli russi’ sono stati trat- e nel presente, e cercando la propria identità in tati come un ‘popolo inferiore’. L’affermazione vicende nascoste nei buchi della storia. Gli arti- del Presidente russo Vladimir Putin, nel discor- sti e gli scrittori ucraini del secolo scorso sono so del 21 febbraio 2022, secondo cui l’Ucraina tra i protagonisti dell’arte e della letteratura non è un ‘vero Paese’, rimanda a una lunga tra- ucraina, quindi della cultura del presente. Una dizione. Le sue radici vanno ricercate nella poli- cultura spesso considerata come ‘minore’ an- tica imperiale della Russia. che dall’Occidente rispetto a quella ‘maggiore’ L’Ucraina è oggi impegnata in una lotta anti- rappresentata dalla Russia. Pochi in Occidente coloniale per staccarsi dall’ ‘Impero’ e conti- sono in grado di distinguere se un’opera d’arte nuare ad affermarsi come Paese democratico sia stata creata nella Repubblica socialista sovie- desideroso di integrarsi nelle istituzioni Euro- tica ucraina, armena, georgiana, estone o rus- atlantiche. [La nostra è] la “lotta per l’Europa” ha sa – nell’immaginario occidentale tutto fa par- dichiarato pochi giorni fa il presidente ucraino te dell’arte sovietica e quindi russa. Le opere di Volodymyr Zelenksyy al Parlamento Europeo. artisti come Oleksandra Ekster, David Burliuk, Nella sua lotta per l’indipendenza e per difende- Kazimir Malevich, indipendentemente dalla re questo suo percorso verso l’Europa, l’Ucraina loro provenienza, sono conosciute tutte come non sta combattendo solo con le armi. La risco- espressioni dell’ “avanguardia russa”. perta della propria identità nazionale è per gli U La ricostruzione dell’identità di un popolo pas- craini un altro mezzo di resistenza contro l’ag- sa inevitabilmente anche per la riappropriazio- gressione russa. ne della lingua nazionale. Ci si meraviglia che Negli ultimi anni la riappropriazione del pa- una buona parte degli ucraini parli solo in lin- trimonio culturale nazionale è stata parte inte- gua russo e si specula sul perché. Poche altre grante del faticoso processo di decolonizzazione lingue al mondo sono state perseguitate come dell’Ucraina. E cosi, mentre le bombe russe ca- l’ucraino. Il primo divieto venne imposto dallo dono in Ucraina, il popolo ucraino riflette sulla zar Pietro I che nel 1720 proibì la stampa di li- sua storia, ripensando all’influenza russa impe- bri in ucraino. Nel 1863 seguì una circolare del riale e sovietica, alla propria nazione nel passato ministro degli interni russo Pyotr Valuyev che dichiarava: “Non esiste e non può esistere una lingua piccolo-russa”. Nel 1876, Alessandro II vietò la stampa e l’importazione dall’estero di qualsiasi opera letteraria in lingua ucraina, e mise al bando anche gli spettacoli teatrali e le scuole in ucraino. Allo stesso modo, ordinò la rimozione di tutti i libri ucraini dalle bibliote- che scolastiche, mentre gli insegnanti sospetti di ‘ucrainofilismo’ vennero deportati. Nel 1881 ar- rivò il divieto dell’uso dell’ucraino per i sermoni della chiesa. Nel 1888, Alessandro III vietò l’uso dell’ucraino nelle istituzioni pubbliche e il bat- tesimo di bambini con nomi ucraini. Nel 1914 Nicola II proibì la celebrazione del centenario di Taras Shevchenko, il famoso poeta e ‘padre’ della lingua ucraina. La tradizione imperialista proseguì con il regi- me sovietico. Negli anni Trenta il regime sovie- tico-russo uccise la maggior parte degli scrittori e degli intellettuali ucraini, fenomeno passato alla storia come “Rinascimento giustiziato”. E cosi l’élite ucraina venne cancellata o costret- 16
ta ad assimilarsi alla cultura russa. Nel 1970 il Ministero della Pubblica Istruzione dell’URSS ordinò che le tesi accademiche fossero scritte solo in lingua russa. Nel 1984 gli stipendi degli insegnanti di russo furono aumentati del 15% rispetto a quelli di lingua ucraina. Sotto l’impero russo, l’Unione sovietica e la Russia post-sovietica, l’atteggiamento repressi- vo del potere coloniale russo nei confronti del progetto nazionale ucraino è rimasto sempre lo stesso: l’esistenza stessa di quel progetto na- zionale non era e non è consentita. Dalla can- cellazione della lingua e dalla distruzione fisica, – la carestia provocata dal regime sovietico nel 1932-33 ha causato la morte di circa 4 milioni di ucraini – si arriva alla guerra di oggi contro i civili, nella quale la Russia, ricorrendo ad atroci- tà inimmaginabili, sta deliberatamente distrug- gendo anche il patrimonio culturale delle città ucraine. Un rifugiato russo, Andrei Babitsky, scappato in Georgia dopo l’inizio della invasio- ne russa, ha scritto: “Non posso fare a meno di stcoloniale. Altrimenti spariranno per sempre pensare che ci sia una connessione tra l’idea che centinaia di voci colonizzate, assimiliate e tra- la lingua ucraina (o lo stato ucraino) ‘non esista scinate nella ‘fratellanza’ sbandierata da Putin. davvero’ e l’idea di bombardare civili e case resi- La cultura russa va studiata anche per capire denziali. Non esistono davvero, dopotutto, no?” come la Russia è arrivata a questa guerra, tra le Nel corso dei secoli la Russia, per cancellare la più assurde della sua storia. Senza una rinun- cultura ucraina, ha utilizzato la propria cultura cia anche culturale alla logica colonizzatrice, la come strumento di espansione e di legittima- zione del proprio colonialismo. Questo approc- stessa Russia rischia di non avere futuro come cio ha preso in mira anche l’Occidente. stato nazione. Ekaterine Degot, la famosa sto- “La narrazione della grande cultura russa come rica e curatrice d’arte russa, scrive cosi: “Il com- un classico inviolabile di sentimenti raffinati e pito principale da affrontare è qualcosa che po- animi inquieti è così potente che persino gli at- trebbe essere descritto come la decolonizzazione tacchi missilistici russi sull’Ucraina non bastano della Russia. I russi devono finalmente guardare a spingere gli intellettuali occidentali a mettere alla loro travagliata storia di colonialismo, guerre in discussione le loro idee”, scrive una sociolo- di frontiera e imperialismo culturale, sia in patria ga ucraina. In Occidente sono ancora in tanti che all’estero, per poter estirpare il fascismo russo a dire che “la Crimea è russa”, “l’Ucraina è una dalle sue radici. Devono dissolvere l’autocrazia e parte storica della Russia”, “ucraini e russi sono ammettere che questa stessa Russia autocratica ed la stessa nazione”. Le odierne azioni contro la elitaria è sempre stata un’entità coloniale, intenta cultura russa sono viste dai Russi e da molti eu- ad asservire la propria popolazione espandendo- ropei come un atto di cancel culture. Ciò significa che bisogna cancellare Dostoevskij? si, schiavizzando e cancellando gli altri. E sì, è la No, certo che no! Bisogna però ammettere che Russia che sta bombardando l’Ucraina. E noi russi la grandezza della cultura russa non esclude dobbiamo cercare un’altra Russia adesso, magari necessariamente la sua natura coloniale e certa- nelle parti della sua grande cultura spogliata del- mente non assolve il Cremlino dai suoi crimini. la sua arroganza imperiale… [cercare una Russia La cultura russa va reinterpretata in ottica po- che] forse non esiste ancora”. ■ 17
18 IMPERO
Leo GORETTI Responsabile del programma “Politica estera dell’Italia” IAI; direttore “The International Spectator” La “Russia storica” del Presidente Putin U na manifestazione dell’es- senza aggressiva, neo- coloniale e antirussa del ‘cosiddetto Occidente’: è così che, nel corso del pri- mo anno dell’invasione dell’Ucraina, Vladimir Putin ha descritto il sostegno offerto da Stati Uniti e alleati euro- pei a Kiev. L’incapacità di accettare l’inevita- bile ‘collasso’ della propria ‘egemonia’ globa- le sarebbe alla base della ‘guerra ibrida’ che, a detta di Putin, l’Occidente avrebbe scatenato contro la Russia, nell’intento di ridurla a pro- pria ‘colonia’: l’ennesima espressione di una mentalità predatoria e razzista nei confronti del resto del mondo, di cui il Presidente rus- so – confermando la sua fissazione per rico- struzioni storiche di convenienza – rintrac- cia le radici addirittura nel Medioevo. Senza dubbio, la storia moderna e contem- 19
poranea è stata segnata in modo indelebile interne all’Urss, dai Paesi baltici a quelli dai sistemi di potere oppressivi e colonia- dell’Asia centrale, sia esterne, nella sfera di li dei grandi imperi europei, la cui eredità influenza sovietica in Europa orientale. E continua ancora oggi a farsi sentire sul pia- proprio nell’incapacità delle classi dirigenti no economico, politico e culturale sia nei russe di fare i conti con il proprio passato Paesi postcoloniali, sia nelle “metropoli” di imperiale e coloniale, trasformato in una un tempo. mitologica ‘Russia storica’ che si vorrebbe a Ma questo è vero, sia pur con tutte le speci- tutti i costi restaurare dopo gli anni di caos ficità del caso – come la contiguità spaziale e declino del periodo postsovietico, van- tra centro e periferie –, anche per i territori no ricercate le radici dell’invasione russa un tempo parte dell’Impero russo. La co- dell’Ucraina. struzione di uno ‘stato forte e centralizzato’ Qui sta il paradosso: mentre Putin descrive nella Russia zarista di cui parla Putin nei la guerra in corso come l’ultimo capitolo di suoi discorsi è andata di pari passo con l’in- una storia plurisecolare di fallite invasioni e clusione forzata di territori e popoli all’in- sopraffazioni dell’Occidente verso la Russia terno dell’Impero. (il ‘progetto anti-Russia’), il tratto carat- Anche nel periodo sovietico, nonostante la terizzante della guerra contro l’Ucraina è retorica anticoloniale promossa dalle diri- piuttosto il tentativo, da parte del Cremlino, genze comuniste, ha continuato a perpe- di reimporre un sistema di potere imperiale tuarsi un’asimmetria nei rapporti di potere sui territori e sui popoli del ‘vicinato’ russo. tra il centro russo e le tante periferie – sia La ‘Russia storica’ che Putin rievoca con- 20
tinuamente con toni revanscisti coinci- diventati nostri cittadini, per sempre”. Alla de fondamentalmente con l’Impero russo retorica colonialista seguono, purtroppo, prima, sovietico poi. Le diversità interne i fatti: dalle misure di russificazione del a questo ‘mondo russo’ sono in parte rico- sistema scolastico nei territori occupa- nosciute, ma anche essenzializzate (come ti al trasferimento forzato di civili ucraini se si trattasse di identità date una volta per in Russia. Mentre le fantasie di Putin sul- tutte, immutabili nel tempo) e inserite in la ‘Russia storica’ debbono scontrarsi con una precisa gerarchia, in cui al vertice c’è la la realtà della tenace resistenza del popolo componente russa, declinata a seconda dei ucraino, le pratiche adottate sul terreno da- casi e delle convenienze in termini etnici, gli occupanti russi finiscono per ricordare culturali, linguistici o ‘spirituali’. da vicino quelle del colonialismo orientato L’invasione dell’Ucraina è conseguenza di- alla soppressione delle culture indigene. retta di questa logica imperiale: all’Ucraina Dietro la rivendicazione di un nuovo mul- viene negata tout-court la dignità di nazio- tipolarismo su ‘basi paritarie’ a livello glo- ne indipendente in nome di una presunta bale, la retorica del Cremlino nei confronti ‘unità storica di russi e ucraini. dell’Ucraina riproduce in realtà brutali ge- L’annessione alla Russia delle regioni orien- rarchie tra Stati, territori e popolazioni. tali del Paese viene presentata non solo Fino a che la classe dirigente russa non si ri- come un “ritorno alla loro vera madrepa- velerà capace di abbandonare le proprie no- tria storica”, ma come una riappropriazio- stalgie imperiali e coloniali, una pace dura- ne: “le popolazioni che abitano a Lugansk tura e credibile con Mosca sarà impossibile e Donetsk, a Kherson e Zaporizhzhia sono da raggiungere. ■ 21
22 INDUSTRIA E DIFESA
Michele NONES Vicepresidente dello IAI Industria e tecnologia: le prime lezioni dal conflitto I l recente forte incremento della do- manda di equipaggiamenti militari ha evidenziato gli errori compiuti dai Paesi democratici, ad esclusio- ne degli Stati Uniti, nel pianificare le loro capacità di difesa negli ul- timi trent’anni. Inascoltati gli inviti a man- tenere un’adeguata deterrenza, soprattutto attraverso il vantaggio tecnologico. Si è, in- vece, scelto di incassare e spendere tutto il ‘dividendo della pace’, dimensionando al mi- nimo lo strumento militare e l’industria che lo deve supportare. Molto difficile porvi ri- medio nel breve periodo, in particolare per quanto riguarda gli equipaggiamenti. Nel farlo sarebbe bene assimilare le prime recen- ti lezioni. 23
1) I Paesi europei sono stati bruscamente zione. Per formarli ci vuole molto tempo, risvegliati dal lungo sonno e sogno in cui sia che abbiano appena finito gli studi, sia si erano adagiati dalla fine della guerra che vengano reclutati sul mercato civile. In fredda: mai più guerre tradizionali e, co- quest’ultimo caso, poi, bisognerà rendere munque, sul vecchio continente. Il terrori- molto attrattivo il trasferimento (tenendo smo di matrice islamica e le guerre ibride conto dei vincoli giuridici e della minore richiedevano capacità ed equipaggiamenti stabilità che caratterizzano l’attività nel set- militari diversi. A farne le spese sono stati tore militare, oltre che, purtroppo, dell’a- quelli terrestri e, in particolare, i corazzati spetto reputazionale provocato dall’esaspe- pesanti e conseguentemente i sistemi anti- rata attenzione per la finanza sostenibile). carro, ma soprattutto il munizionamento. Di qui una seconda lezione: serve maggio- Di qui la prima lezione: rischi e minacce re flessibilità e velocità nei programmi di ibride non sostituiscono, ma si sommano acquisizione in modo da poterli adattare a quelle tradizionali; serve, quindi, una ad uno scenario strategico molto più insta- difesa che li copra tutti, un obbiettivo ir- bile che nel passato. raggiungibile se non si costruisce l’Europa della difesa. 3) La velocità dell’innovazione dovrebbe spingere a procedere con piccoli lotti an- 2) I sistemi di difesa avanzati richiedono la che per la stessa generazione dei mezzi da disponibilità di centinaia di sottosistemi e acquistare, puntando su architetture aperte apparati a loro volta realizzati integrando (quindi compatibili) e margini di cambia- migliaia di componenti, spesso sofisticati. mento (dimensioni, peso, potenza assor- Tutto questo richiede tecnici specializzati, bita, compatibilità elettromagnetiche) in oltre che impianti adeguati. Senza di loro è modo che le innovazioni possano essere in- impossibile accelerare i ritmi della produ- trodotte frequentemente per mantenere la 24
supremazia tecnologica. Una terza lezione: monitoraggio delle capacità tecnologiche e rendere più flessibile e veloci le procedu- industriali strategiche, disponibili a livello re contrattuali e le variazioni dei contratti continentale, in modo da tutelarle e coprire iniziali. le carenze che presentano maggiori rischi. 4) Fino ad ora i Paesi europei hanno pre- 5) Vi è un forte rischio di saturare le esi- stato scarsa attenzione alla sicurezza degli genze odierne con gli equipaggiamenti at- approvvigionamenti. La libera circolazione tualmente disponibili, mettendo una peri- dei componenti all’interno del mercato eu- colosa ipoteca sulle nuove generazioni oggi ropeo e la progressiva globalizzazione del all’inizio del loro sviluppo (che si realizzerà mercato mondiale hanno fatto perdere di in parte anche con crescenti finanziamenti vista la necessità di monitorare e, in alcuni dell’Unione europea), ma che non saran- casi, intervenire per salvaguardare alcune no disponibili prima dell’inizio del nuovo subforniture essenziali. La crisi economica decennio. Una quinta lezione: nel conte- e quella del commercio internazionale pro- sto odierno bisogna puntare ad accordi bi vocate dalla pandemia, prima, e l’aumento o multilaterali basati su una maggiore in- della domanda di equipaggiamenti milita- terdipendenza delle capacità militari fra ri, poi, hanno reso molto più complicato il i maggiori Paesi, impedendo una corsa reperimento di parti e componenti sia per ‘nazionale’ ad acquisire quanto necessario garantire il mantenimento in efficienza dei (inevitabilmente dagli Stati Uniti o da al- mezzi in servizio sia per costruirne di nuo- tri nuovi produttori); per i maggiori Paesi vi e, per di più, velocemente. Una quarta europei è ora di darsi reciprocamente una lezione: bisogna realizzare più velocemente mano per salvaguardare insieme i propri e rafforzare il previsto sistema europeo di interessi e quelli europei. ■ 25
26 ALLEANZA ATLANTICA
Alessandro MARRONE Responsabile del Programma “Difesa” IAI, dirige i “Documenti IAI” La nuova postura strategica della Nato L a guerra russo-ucraina rappre- senta uno spartiacque per la Nato, paragonabile a quello del 1989-1991 ma in direzione oppo- sta. Dal 2022 è iniziata una fase storica che vede l’Alleanza concentrata prin- cipalmente sulla deterrenza e difesa colletti- va dell’Europa di nuovo da Mosca, con di- verse implicazioni in parte già codificate nel recente Concetto Strategico alleato. L’allargamento della Nato è condizionato dal confronto con la Russia. Da un lato la storica svolta di Finlandia e Svezia che, nonostan- te i ritardi dovuti alla Turchia, entreranno nell’Alleanza consolidando sicurezza e stabi- lità dell’Europa nord-orientale. 27
Dall’altro l’estrema cautela rispetto a qualsia- di loro stessi e di tutto il pianeta – come du- si ipotesi di adesione dell’Ucraina, nella con- rante la Guerra Fredda. sapevolezza che, verosimilmente, una parte Le operazioni di gestione delle crisi e stabi- più o meno limitata del territorio ucraino lizzazione continuano come attività secon- rimarrà a lungo sotto occupazione militare darie solo dove sono già in corso, ovvero in russa. Kosovo e Iraq e, in chiave di sicurezza ma- La priorità data ai partenariati viene rivista rittima, nel Mar Mediterraneo. Il combinato in chiave della loro rilevanza per il conteni- dell’invasione russa dell’Ucraina e del pre- mento delle potenze autoritarie russa e ci- cedente ritiro dall’Afghanistan hanno infatti nese, con una maggiore attenzione ai Paesi segnato la fine di un ruolo Nato da protago- dell’Indo-Pacifico occidentali per valori se nista nelle crisi extra europee. non per geografia – Giappone, Corea del La nuova postura strategica dell’Alleanza ha Sud, Australia e Nuova Zelanda. risvolti militari molto importanti per gli Stati Il tema della non proliferazione e controllo europei – Italia inclusa. Si passa infatti a un degli armamenti viene legato più strettamen- meccanismo di deterrenza basato sulla dife- te alla deterrenza e difesa, per sviluppare un sa avanzata dell’Europa orientale, con batta- approccio complessivo che cerchi in primo glioni multinazionali nell’ordine di migliaia luogo di evitare incidenti ed escalation non di unità e i relativi comandi, mezzi e sup- volute con la Russia, e tenti in prospettiva di porto logistico, posizionati dall’Estonia alla riavviare un dialogo tra nemici che fissano Bulgaria – con l’Italia al comando a Sofia. insieme alcune regole del gioco a vantaggio L’obiettivo è dissuadere ex ante qualsiasi col- 28
po di mano russo, e fermarlo manu militari da Mosca, richiede un diverso equilibrio tra sul posto qualora Mosca decidesse comun- qualità e quantità degli equipaggiamenti. La que di correre il rischio. A tal fine, viene guerra di attrito russo-ucraina ha mietuto ristrutturato il modello complessivo delle vittime e bruciato mezzi e munizioni ad un forze alleate, con un totale di 300 mila uni- livello senza precedenti in Europa dal 1945, tà tenuto ad elevati livelli di prontezza. Tutto e costituisce il nuovo punto di riferimento ciò implica che una parte significativa delle per la pianificazione delle forze Nato. migliori forze armate europee saranno impe- È quindi necessaria maggiore massa, in ter- gnate con la Nato, e necessiteranno maggiori mini di mezzi a disposizione, pezzi di ri- e costanti investimenti nell’addestramento e cambio, munizionamento e scorte. Sebbene nella manutenzione. i bilanci della difesa stiano aumentando in Il focus dello sviluppo delle capacità militari Europa, le risorse restano comunque limita- alleate, e specie europee, si sposta su quan- te rispetto alle necessità e bisognerà cercare to necessario per un conflitto prolungato, su un nuovo equilibrio tra una parte di equi- larga scala, e ad alta intensità contro un ne- paggiamenti più avanzati e costosi ed una mico dalle dimensioni e caratteristiche rus- parte più numerosi ed economici, in modo se. da poter affrontare un conflitto ad alta inten- Agli alleati servono ora e in futuro mezzi più sità e su larga scala. pesanti, sistemi d’arma più potenti, difese Un anno di guerra combattuta in Europa tra più efficaci, e un aggiornamento della dottri- due Stati che contano centinaia di migliaia di na d’impiego dopo tre decenni di operazioni soldati è uno spartiacque storico. contro terroristi e guerriglieri. I Paesi Nato lo hanno compreso, e dovranno La preparazione militare per dissuadere la valutare insieme come attrezzarsi per difen- Russia da un conflitto del genere, e per por- dere la propria sicurezza collettiva nel nuovo vi fine nello sciagurato caso venisse avviato quadro strategico. ■ 29
30 DIFESA EUROPEA
Vincenzo CAMPORINI Consigliere scientifico IAI, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa Una necessaria integrazione delle industrie nazionali della difesa C he la costruzione di una ca- pacità di sicurezza e difesa integrata europea debba av- venire a valle, almeno con- cettualmente, della defini- zione e del consolidamento di una comune visione di politica estera è un concetto che ormai non viene messo più in dubbio. Oggi, con la guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina abbiamo finalmente una questione su cui la stragrande maggioranza dei Paesi dell’Unione è d’accordo, pur con sfumatu- re diverse, a volte molto diverse, e da qui si potrebbe pensare di cominciare a delineare qualcosa di meno occasionale, più duraturo ed esteso. 31
Ma al di là dei predominanti aspetti poli- propulsori diesel, mentre il mezzo Usa di- tico-strategici, sta emergendo la generale spone di una turbina, il che implica carbu- consapevolezza della frammentazione delle ranti diversi. Operare in battaglia utilizzan- capacità operative delle singole forze arma- do tipi diversi crea difficoltà tali da rischiare te nazionali e della eterogeneità, che non è di compromettere l’esito delle operazioni. esagerato definire drammatica, dei mezzi di- La mancanza di messa in comune dei mez- sponibili, in ogni dominio operativo. zi in campo occidentale ed in particolare in Il recentissimo dibattito sulla fornitura di quello europeo costituisce uno degli handi- carri armati da battaglia all’esercito di Kiev cap più gravi nell’ipotesi di un’integrazione ha acceso i fari sia sulle quantità (qualche delle capacità militari e neppure i tentativi di decina di carri da alcuni Paesi) assoluta- superare i particolarismi nazionali median- mente insufficienti a rovesciare i rapporti te l’avvio di programmi di sviluppo e pro- di forza, anche tenendo conto del superiore duzione multinazionali sono riusciti a fare livello tecnologico, sia sul fatto, ancora più imboccare una strada virtuosa: Tornado e grave, che si sta parlando di almeno quattro Eurofighter sono al riguardo esempi triste- modelli diversi, ciascuno dei quali richiede mente illuminanti, perché ‘requisiti’ pura- uno specifico ciclo di addestramento e una mente nazionali (quasi sempre dettati dalla catena logistica dedicata; anche nell’arma- volontà di favorire industrie di bandiera) mento ci sono differenze: Leclerc, Leopard hanno portato a divergenze di configurazio- 2 e Abrams hanno un cannone da 120 mm ne tali da vanificare gran parte del concetto ad anima liscia, mentre il Challenger 2 ha di piena interoperabilità. Paradossalmente l’anima rigata; inoltre i carri europei hanno questo risultato oggi lo si può ottenere solo 32
tra unità equipaggiate con mezzi acqui- evoluzioni di rilevanza politica storica: si siti negli Usa, da industrie americane, ad avvierebbe la concretizzazione di quella esempio tra i Paesi che hanno acquisito il ‘Autonomia strategica’, di cui si è astratta- Lightening II F35, più che fra quelle dotate mente parlato negli ultimi anni, che non può di Eurofighter. restare un concetto astratto, ma deve essere Dal momento che questa soluzione è del basato su reali capacità, da sviluppare e ali- tutto inaccettabile, se si vuole davvero fare mentare, rinunciando ai campanilismi da qualche passo verso un’integrazione delle cui siamo afflitti. forze, il che consente una moltiplicazione Solo allora il concetto di difesa comune eu- delle capacità, bisogna fare un balzo in avan- ropea acquisterebbe concretezza, perché ti nella integrazione delle industrie nazionali basata su due pilastri imprescindibili, quel- della difesa, con modelli di cooperazione che lo politico, delle finalità condivise, e quello vadano al di là dei consorzi, verso modelli capacitivo che trarrebbe credibilità e solidità produttivi che esaltino le eccellenze dei sin- da un retroterra industriale avanzato ed effi- goli Paesi, minimizzando progressivamente ciente. le duplicazioni e le ridondanze. Questa strada appare come la sola percor- Tutto ciò non significa affatto che un simi- ribile, se si vuole davvero che la comunità le processo comporti sacrifici nella forza europea occidentale non continui ad appa- lavoro, al contrario una riduzione dei costi rire come l’insieme di un gruppo di stati in consentirà una moltiplicazione degli inve- perenne sterile competizione, trainati dalla stimenti e lo sviluppo di tecnologie sempre volontà politica espressa oltre Atlantico, ma più avanzate, riducendo le dipendenze da si- esprima quel secondo pilastro dell’Alleanza stemi produttivi esterni ai Paesi dell’Unione che, con riconosciuta pari dignità, contribu- europea. isca all’elaborazione e alla concretizzazione Così facendo si spianerebbe la strada a di una visione comune. ■ 33
34 EUROPA
Nicoletta PIROZZI Responsabile delle relazioni istituzionali e del programma “Ue, politica e istituzioni” IAI La realizzazione dell’aspirazione democratica europea dell’Ucraina L’ aggressione russa dell’U- craina del 24 febbraio 2022 ha impattato in maniera travolgente sull’Unione eu- ropea, che proprio in quel periodo cercava di ripren- dersi dalle conseguenze economiche e socia- li della pandemia da Covid-19. A un anno di distanza, l’Ue si presenta diver- sa. Innanzitutto è più grande, o quantomeno si appresta ad esserlo in vista dell’adesione di due nuovi Stati membri – Ucraina e Moldavia – ai quali ha concesso lo status di candidati a giu- gno 2022. Il percorso di allargamento si pro- spetta lungo e non privo di ostacoli, a partire da importanti riforme che dovranno essere at- tuate dal governo ucraino in materia economi- ca e di rispetto dello Stato di diritto. 35
Ma la strada è aperta per accogliere i due no alzato la voce a Bruxelles per affermare Paesi – e forse anche la Georgia – nella casa la loro visione sul futuro dell’Unione. A li- europea, con importanti conseguenze anche vello politico, questo si traduce in un at- sull’altro fronte dell’allargamento – quello dei teggiamento intransigente di contenimento Balcani occidentali – e sulle riforme interne delle mire espansionistiche russe, ben lonta- che l’Unione dovrà mettere in atto per poter no dall’approccio cooperativo di merkelia- funzionare anche con 35 o più Stati membri. na memoria, mentre la difesa europea resta L’Unione si è anche dimostrata capace di inevitabilmente vincolata al ruolo degli Stati mobilitare le sue risorse per un’azione di po- Uniti e dell’Alleanza Atlantica, nonostante litica estera più tempestiva ed efficace. Sono le velleità di autonomia strategica avanza- 4,8 milioni i rifugiati ucraini che beneficiano te dal presidente francese Macron e dalla del meccanismo di protezione temporanea Commissione ‘geopolitica’ di von der Leyen. dell’Ue. Inoltre, ad oggi l’Unione ha mobi- Il rafforzamento del fronte nord-orientale va litato 3,6 miliardi di euro per il supporto di pari passo con un indebolimento di quello militare alle forze armate ucraine e un so- mediterraneo, soprattutto dovuto al cambio stegno complessivo all’Ucraina di 50 miliar- di governo in Italia e alle conseguenti diffi- di di euro. L’Unione è stata compatta anche coltà di coordinamento sui dossier europei nell’imposizione di dure sanzioni alla Russia, con Francia e Spagna. Infine, si registra an- e questa settimana si discuterà a Bruxelles che una minore solidità del motore fran- un nuovo pacchetto di misure coercitive, il co-tedesco, fiaccato da difficoltà di politica decimo. interna dei due governi e da una mancata Abbiamo assistito anche ad un ribilancia- sincronia sia sulle riforme europee che sulla mento interno a favore dei Paesi baltici e politica estera. dell’Europa orientale, in prima linea nella Se guardiamo all’opinione pubblica, la con- risposta europea all’aggressione e che han- giuntura di policrisi che l’Europa sta viven- 36
do ha portato ad emergere fragilità e paure, re la crisi energetica (il cosiddetto ‘bazooka’ pur in un clima generalmente favorevole a di 200 miliardi di euro) oppure in Italia ri- continuare gli sforzi di sostegno alla causa spetto alla gestione dei migranti salvati dalle ucraina. navi delle ong nel Mediterraneo. Dall’Eurobarometro si evince che il princi- Le conseguenze di questa tendenza sarebbe- pale timore dei cittadini europei è l’aumento ro nefaste per il progetto europeo e per la sua del costo della vita (93%), seguito da pover- proiezione internazionale, perché la conse- tà ed esclusione sociale (82%) e dal cam- guenza inevitabile sarebbe la prevalenza di biamento climatico e dal potenziale allar- una logica transazionale a Bruxelles che non gamento del conflitto ucraino ad altri Paesi porterebbe mai oltre il minimo comun de- (entrambi all’81%). Tre quarti degli europei nominatore tra i diversi interessi nazionali approvano la politica dell’Unione a sostegno e non fornirebbe all’Unione la visione e la dell’Ucraina e misure specifiche come le san- spinta politica necessarie a navigare questi zioni, anche se ci sono notevoli differenze a tempi incerti. livello nazionale – per esempio in Italia la In ultima analisi, soltanto se sarà capace di percentuale scende al 62%. costruire un difficile equilibrio tra la flessi- In questa situazione di generale disorienta- bilità necessaria ad accomodare le differenze mento, potrebbe crescere la tentazione dei nazionali e il consolidamento di politiche co- governi a ricorrere a risposte nazionali, a muni basate su regole condivise l’Unione po- volte anche a discapito di un maggiore co- trà garantire la tenuta del patto europeo con ordinamento europeo, sulla scia di quanto è i suoi cittadini – ma anche con il governo e il già avvenuto in Germania con le misure di popolo ucraini per la realizzazione della loro sostegno a famiglie e imprese per contrasta- aspirazione democratica europea. ■ 37
38 USA
Riccardo ALCARO Coordinatore delle ricerche e Responsabile del programma “Attori globali” IAI Prudente, ma fermo. Biden e l’attacco all’Ucraina S e non fosse per gli Stati Uniti, oggi Vladimir Putin avrebbe raggiunto l’obiettivo di distrug- gere l’Ucraina come stato indi- pendente. Washington ha posto un freno alle ambizioni impe- rialistiche di Putin e nello stesso tempo riaf- fermato la leadership Usa in Europa. Questi sono i risultati conseguiti dalla gestione pru- dente ma competente della crisi da parte dell’amministrazione di Joe Biden in questo primo anno di guerra. Già prima dell’invasione, l’amministrazione si era spesa per persuadere gli alleati euro- pei – e la stessa Ucraina – che Putin stava pianificando un’invasione su larga scala. Washington e i suoi alleati europei hanno 39
così cominciato a lavorare su potenziali ri- che di misure punitive sono stati la decisione sposte già a cavallo del 2021 e 2022. Su ini- di escludere quasi tutte le banche russe dal ziativa americana, la Nato ha potenziato le sistema di messaggistica interbancaria Swift sue capacità di difesa sul fianco orientale, e il congelamento dei titoli in euro e dollari mentre l’Ue discuteva una serie di potenziali della Banca centrale russa, quasi la metà dei sanzioni con cui colpire la Russia in caso di 630 miliardi di dollari totali. invasione. L’amministrazione Biden ha an- Sul piano militare, il problema per l’am- che preparato il terreno sul fronte della co- ministrazione Biden è stato quello di adat- municazione, rendendo pubbliche le valuta- tare l’assistenza all’Ucraina all’andamento zioni della sua intelligence circa l’imminenza del conflitto senza innescare un’escalation di un’invasione. In questo modo Washington tra Nato e Russia. Col senno di poi, Biden ha spiazzato Mosca riducendo l’efficacia del- avrebbe potuto offrire un maggiore livello di la campagna di disinformazione russa che sostegno all’Ucraina più tempestivamente. ha accompagnato l’avvio delle operazioni Ma quest’argomento si scontra col fatto che militari. il presidente abbia dovuto costruire il con- Tuttavia, né queste misure né l’apertura diplo- senso all’invio di armi più sofisticate – nell’o- matica fatta a gennaio 2022 da Biden a Putin pinione pubblica americana, in Congresso – a cui è stato offerto un dialogo a tutto cam- e tra gli alleati – gradualmente, testando di po sulla sicurezza europea, pur nel rispetto volta in volta le indefinite ‘linee rosse’ oltre della sovranità dell’Ucraina e dell’autonomia le quali Putin avrebbe potuto usare armi non della Nato – sono state efficaci a cambiare i convenzionali, compresa l’atomica. piani del presidente russo. Il lavoro prepara- Prudente ma fermo, Biden ha escluso l’invio torio è stato però efficace nell’innescare l’im- di truppe e costantemente ammonito sui ri- mediata e durissima reazione atlantica. Gli schi di una guerra più vasta. Così facendo, esempi più clamorosi di questa iniziale tran- ha ottenuto senza grandi problemi lo stan- 40
ziamento da parte del Congresso di colos- dato al cancelliere tedesco Olaf Scholz la co- sali fondi all’Ucraina – per aiuti umanitari, pertura politica interna per acconsentire in- supporto diretto al bilancio statale, assisten- fine a inviare i carrarmati tedeschi Leopard za di sicurezza e forniture militari – per un 2 a Kiev. ammontare di oltre 50 miliardi di dollari nel La linea di Biden è di sostenere l’Ucraina solo 2022. E questo spiega anche perché le e forzare la Russia a negoziare una resa. In armi più sofisticate – dagli Himars ai Patriots questo senso restano aperte questioni fonda- – siano arrivate a intervalli irregolari tra lu- mentali, come definire la natura della vitto- glio e dicembre. ria militare ucraina (recupero di tutto il ter- Parallelamente, l’amministrazione Biden ha ritorio perduto nel 2022? di più? di meno?) lavorato a mantenere coeso e coinvolto il o tenere coeso il fronte atlantico qualora le fronte alleato. Si è accordata in seno al G7 prospettive di vittoria si allontanino. Si ag- per il tetto al prezzo del petrolio russo, ne- giunge alle difficoltà il fatto che il supporto cessario a sostenere l’embargo Ue sulle im- al coinvolgimento Usa nella guerra è andato portazioni petrolifere via mare. Non si è calando tra i Repubblicani, che ora control- opposta ai tentativi del presidente francese lano la Camera. Eppure, opzioni alternative Emmanuel Macron di mantenere un canale in grado di catturare grande consenso pub- di dialogo aperto con Mosca. Con la promes- blico o tra gli alleati europei non esistono; sa di spedire in Ucraina una trentina carrar- una conferma della competente gestione mati Abrams (in realtà di dubbia utilità), ha della guerra da parte americana. ■ 41
42 NUCLEARE
Ettore GRECO Vicepresidente vicario e Responsabile programma “Multilateralismo e governance globale” IAI Cresce l’allarme per il rischio nucleare L a capacità di dissuasione che la Russia è in grado di esercitare grazie al suo potente arsenale nucleare ha avuto sin dall’ini- zio un ruolo di grande impor- tanza strategica nella guerra in Ucraina. I leader delle Nato, a partire da Joe Biden, hanno più e più volte motivato la scel- ta di non intervenire direttamente – impie- gando, per esempio, proprie truppe o aerei – con la volontà di evitare una ‘terza guer- ra mondiale’, espressione in codice per un conflitto nucleare. Per questa ragione hanno fra l’altro respinto senza esitazioni, all’inizio dell’invasione russa, l’accorata richiesta di Zelensky di istituire una “no-fly zone” sui cieli dell’Ucraina. 43
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