Terminus Terminus Ottobre - Dicembre 2020 - Ottobre Dicembre 2020 - Webzine

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Ottobre
Dicembre
  2020

                       Terminus

           Terminus Ottobre - Dicembre 2020
Terminus Terminus Ottobre - Dicembre 2020 - Ottobre Dicembre 2020 - Webzine
Direttore Responsabile: Francesco Lillo

Ricerca e segnalazioni bibliografiche, attività redazionale, digitalizzazione e
metadatazione: a cura della Cooperativa dei servizi culturali 'Ninive'

Supervisione editoriale: Francesca Tritto

Sede:
“Teca del Mediterraneo” Biblioteca del Consiglio regionale della Puglia
Via Gentile, 52 - 70126 Bari
Tel.: 0805402770 e-mail: webzine.Biblioteca@consiglio.Puglia.it
Sito web: http://webzine.consiglio.puglia.it

Periodico registrato c/o il Tribunale di Bari il 13/11/2002 al n. 1594

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Monografie
Arminio Franco, Stiamo scomparendo : viaggio nell'Italia in minoranza

                            Mettere sullo stesso pieno il linguaggio e la vita, ricordare che «ogni
                            parola è una persona», scrive Valerio Millefoglie nel primo dei reportage
                            contenuti nel volume, dedicati alle lingue minoritarie che si parlano sul
                            territorio italiano e che ancora contengono dei mondi. Dal walser
                            all’occitano, dal tabarchino al grico, cominciando dall’arbëreshe: dei
                            gusci-mondo linguistico-culturali, le lingue come trame indissolubilmente
                            legate all’ordito di una comunità, al suo vissuto storico, alla sua
                            esperienza. Questo libro, incisivo sin dal progetto grafico di copertina, è il
                            primo volume pubblicato da CTRL magazine; le narrazioni si
                            accompagnano a una serie fotografica firmata da Emanuela Colombo, un
                            contrappunto visivo mai didascalico, mai ammiccante, sempre poetico e
  profondamente onesto.

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Monografie
Aw Tash, Stranieri su un molo

                                  In questo breve e intenso saggio, Tash Aw accompagna il lettore in un tour
                                  guidato nel proprio terreno più intimo: la sua faccia. La vitalità culturale
                                  dell'Asia moderna è riflessa nel suo stesso volto, il tono cangiante della
                                  sua pelle e i suoi lineamenti riflettono una complicata storia familiare fatta
                                  di migrazione e adattamento. Gli stranieri del titolo, smarriti su un molo,
                                  sono i nonni dell'autore, approdati a Singapore dopo l'insidioso viaggio in
                                  barca per fuggire dalla Cina verso la Malesia negli anni Venti. Dal porto di
                                  Singapore, a una corsa in taxi nella Bangkok di oggi, a un'abbuffata da
                                  Kentucky Fried Chicken nella Kuala Lumpur degli anni Ottanta, Aw tesse
                                  storie di inclusione ed esclusione, tra scenari che saltano da villaggi rurali
                                  a club notturni e una varietà vertiginosa di lingue, dialetti e slang, per
  creare un ritratto sorprendentemente intricato e vivido di un luogo stretto tra il futuro in rapido
  avvicinamento e un passato che non si lascia andare. "Lui era un immigrato. Io ero il nipote di un
  immigrato. Non avremmo mai avuto lo stesso sguardo sul mondo." Il libro è completato da un'intervista
  all'autore fatta in esclusiva per l'edizione italiana del volume.

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Monografie
Bonini Paolo, Immigrazione e cittadinanza : riflessioni su alcuni aspetti giuridici e
politici

                                 Il volume propone una riflessione su alcuni nodi che emergono nel corso
                                 del dibattito generale su immigrazione e cittadinanza, a partire dalle
                                 competenze scientifiche e professionali degli autori, nelle rispettive
                                 qualifiche di giuristi, architetti o politologi.

                                 L’opera, infatti, è il risultato di un progetto di ricerca di giovani studiosi e
                                 professionisti riuniti nell’associazione Persona è futuro
                                 (www.personaefuturo.it).

                                  Il testo vuole offrire una lettura critica di alcuni temi, tra cui: i criteri di
                                  attribuzione della cittadinanza, le implicazioni del politicamente
  corretto/scorretto, la storia dei modelli giuridici che regolano la cittadinanza o l’immigrazione in Italia e
  in altri Stati, l’impatto dell’immigrazione nei modelli culturali italiani, l’evoluzione delle architetture
  per gestire la crisi.

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Monografie
Chamoiseau Patrick, Fratelli migranti : contro la barbarie

                                  "Questa notte, su questa spiaggia, sotto quest'orizzonte gelido, in questi
                                  campi e bivacchi, distrutti e subito ricostruiti sempre, in Europa, in Asia,
                                  in Africa, nei Caraibi e nelle Americhe, si disegna una geografia del vento,
                                  scintille di sale, scintille di cielo, uno strano discorso di poeti e di esseri
                                  umani." "Fratelli migranti" è saggio manifesto e poesia, un testo generoso
                                  che nasce da una necessità. File di uomini attraverso la nebbia, le pietraie,
                                  i deserti, le tempeste, i fili spinati, muri e recinzioni, si spingono a toccare
                                  il cielo, a scavare l'inferno. Non si spostano seguendo il magnetismo
                                  terrestre, o il movimento delle merci, ma i segni di un'intuizione che li
                                  porta verso un orizzonte. Clandestini, espulsi, esiliati desolati viaggiatori
                                  rifugiati espatriati rimpatriati globalizzati e de-globalizzati, arsi dal sale o
  annegati, richiedenti asilo, richiedenti di tutto quello che manca al mondo, richiedenti di un'altra
  cartografia del mondo. Contro gli stati di diritto parlano di umanità del diritto. Siamo tutti sulla stessa
  barca, e la sorte di ciascuno è responsabilità di tutti. L'uomo che sulla propria terra non riconosce
  l'uomo che viene, che ne ha paura, senza arricchirsi di questa paura, che lo vorrebbe vedere morto o
  scomparso, è già morto anche lui. Il mondo e le sue miserie sono la nostra terra. Fare paese di questo
  mondo, fare coraggio di queste paure, fare incontro di queste fughe, è la nostra terra. Fare minareto di
  asilo, cattedrale di rifugio, tempio di benevolenza, è la nostra dignità.

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Monografie
Cupertino Roberta, Doveri dell'Islam e diritti della Costituzione a nove anni dai moti del
2011 : Egitto, Algeria, Tunisia

                                 Il lavoro è il frutto di un percorso di studi e di ricerca, avviato
                                 contestualmente al deflagrare dei moti che hanno segnato la storia
                                 costituzionale e politica dei Paesi del Nord Africa e, di conseguenza,
                                 anche dell'Europa. Esso è stato esteso sino ai nostri giorni mediante
                                 un'indagine ex post sui mutamenti giuridici inveratisi a partire dalle
                                 Costituzioni nazionali. L'analisi è stata circoscritta agli ordinamenti
                                 giuridici di Stati che, pur avendo vissuto notevoli mutamenti giuridico-
                                 istituzionali, risultano essere stabili, quanto meno sotto il profilo della
                                 certezza delle fonti giuridiche di riferimento. In altri termini l’autrice ha
                                 focalizzato l’attenzione su Paesi quali l’Egitto, l’Algeria e la Tunisia in
                                 considerazione del fatto che i medesimi si mostravano sin dall’inizio
  maggiormente inclini a trasferire in nuovi testi costituzionali o leggi di revisione costituzionale le
  istanze provenienti dalla base sociale. Per tal motivo non sono state prese in considerazione la Siria
  (parzialmente stabilizzata solo nel 2018) e la Libia, in cui ancora imperversa la guerra civile. Invero,
  come si evince dai diversi capitoli, il lavoro di analisi si è esteso anche al Marocco ma per quest’ultimo
  la scelta è stata di porre in essere una comparazione “diffusa” con gli altri Stati, senza procedere alla
  stesura di una sezione interamente dedicata alla storia e ai mutamenti politico-costituzionali del Paese
  in questione. Ciò trova fondamento in un ragionamento apprezzabile, considerato che l’intento è quello
  d’offrire una comparazione per modelli, che metta in rilievo la pluralità dei modi d’intendere il ruolo
  dell’Islam nello Stato. In tal senso, come si vedrà, il Marocco è stato collocato nel modello “ad alta
  istituzionalizzazione dell’Islam” ed esaminato nelle sue specificità in prospettiva comparata nell’ambito
  della trattazione del caso egiziano.

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Monografie
Dell'Aquila Giulia, Tra Adriatico e Ionio: L'immaginario letterario del viaggio : atti del
primo Convegno internazionale di studi promosso nell'ambito delle attività del Progetto
Interreg Polysemi (Bari, 24-25 giugno 2019)

                            Il Convegno Internazionale di Studi “Tra Adriatico e Ionio. Beni culturali
                            e sviluppo del territorio” si è svolto nell’ambito delle attività del progetto
                            POLYSEMI (Parco dei viaggi letterari di Grecia e Magna Grecia, Interreg
                            Greece-Italy 2014-2020) che nasce da un’idea dell’Università degli Studi
                            di Bari Aldo Moro (Leadpartner), realizzata in cooperazione con altri
                            quattro partner: il Comune di Taranto, la Ionian University – Research
                            Committe di Corfù (Dipartimento di Informatica), il Ministero greco della
                            Cultura e dello Sport e la Regione delle Isole Ionie.
                            Progetto co-finanziato dall’Unione Europea, Fondo Europeo di Sviluppo
                            Regionale (F.E.S.R.) e da fondi nazionali della Grecia e dell’Italia.

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Monografie
Drago Ilaria, Migrazioni : Antigone non muore

                            Il libro propone il testo dell'ultimo lavoro teatrale di Ilaria Drago, attrice,
                            regista e performer di livello internazionale. L'opera è tradotta in spagnolo
                            ed in inglese, in quanto il tema trattato è per sua natura anche fuori dai
                            confini nazionali. Infatti il mito di Antigone che muore sepolta viva per
                            avere seguito le leggi naturali della pietà e della misericordia
                            disobbedendo alle leggi inumane dello stato, è utilizzato per attualizzare il
                            messaggio contro ogni forma di discriminazione di isolamento e sopruso
                            sociale; Antigone diventa così nelle parole e nel teatro di Ilaria Drago, la
                            paladina di tutti i diseredati, i migranti, i carcerati, le donne umiliate dalla
                            prostituzione, i bambini sfruttati e maltrattati.

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Monografie
Gatrell Peter, L'inquietudine dell'Europa : come la migrazione ha rimodellato un
continente

                               Con le profonde trasformazioni successive alla fine della Seconda guerra
                               mondiale, l'Europa è stata ininterrottamente attraversata da ondate di
                               popoli in fuga dalle guerre, dalla povertà o dai regimi politici, in cerca di
                               lavoro, dignità e una vita migliore. Quali le ragioni di tutto ciò? Come li
                               accolsero i paesi ospitanti, quasi sempre divisi tra le strategie dello
                               sviluppo economico e l'endemica avversione degli elettori?
                               Nell'avvincente racconto delle migrazioni europee, la storia contraddittoria
                               di un intero continente.

                                 In fuga da guerre o povertà, in cerca di una vita migliore, i migranti sono
                                 sempre stati al centro degli eventi dell’Europa contemporanea. Questo
  libro raccoglie in un’unica prospettiva le mille migrazioni che hanno caratterizzato la storia dell’Europa
  contemporanea. Le narra in modo avvincente racchiudendole tra due periodi da incubo: le grandi
  convulsioni seguite alla caduta del Terzo Reich e i recenti tentativi di massa dei migranti di attraversare
  il Mediterraneo per giungere in Europa. L’autore considera sia i movimenti di milioni di persone (come
  le epiche ondate della migrazione tedesca, dei turchi e degli italiani), sia quelli di gruppi molto piú
  esigui, come i careliani, gli armeni, i molucchesi o gli «asiatici ugandesi». Un saggio che fa rivivere i
  numerosi e incredibili viaggi intrapresi da tantissime persone alla ricerca di lavoro, sicurezza e dignità,
  in ogni tempo. Un libro di riferimento su un argomento sempre piú imprescindibile.

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Monografie
Gatta Dante, Africa occidentale e Sahel : problematiche locali dalla valenza globale tra
terrorismo, traffici illeciti e migrazioni

                           L’Africa occidentale è una specifica regione geografica del continente
                           africano che si estende, da ovest ad est, dalle coste dell’Oceano Atlantico
                           fino ai confini che separano Niger e Nigeria da Ciad e Camerun; da nord a
                           sud dalla porzione sud-occidentale del deserto del Sahara fino alle coste
                           settentrionali del Golfo di Guinea. L’area è prevalentemente pianeggiante
                           e presenta, a nord un clima arido, mentre a sud un clima tropicale. A
                           tagliare orizzontalmente alcune entità statali di questa regione vi è la
                           fascia del Sahel, che funge da divisore proprio tra il deserto sahariano a
                           settentrione e la savana africana a meridione. La regione è la seconda più
                           popolosa dell’Africa, con circa 375 milioni di abitanti, la maggioranza dei
                           quali è di nazionalità nigeriana (oltre 190 milioni). Le aree urbane
  presentano una considerevole concentrazione di popolazione.

  Gli storici motivi di instabilità:

  Nel passato, l’Africa Occidentale è stata oggetto della conquista coloniale, finendo soprattutto sotto il
  controllo della Francia e, in parte minore, sotto quello dell’Inghilterra. Attualmente sono numerosi gli
  Stati che la compongono. Sarebbe comunque fuorviante andare ad analizzare tali Stati esclusivamente
  come entità a sé stanti e isolate, quasi come fossero totalmente ininfluenti tra essi. Infatti, un gran
  numero delle problematiche della regione in analisi deriva dal fatto che è la natura stessa dello Stato ad
  essere messa in discussione e, di conseguenza, in crisi, data la presenza di diverse etnie occupanti
  territori non coincidenti con l’arbitraria divisione dei confini dettata dal colonialismo.

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Monografie
Giovannetti Monia; Zorzella Nazzarena, Ius migrandi : trent'anni di politiche e
legislazione sull'immigrazione in Italia

                                 La pubblicazione, nata per celebrare i 20 anni di vita della rivista «Diritto,
                                 Immigrazione e Cittadinanza» per iniziativa di ASGI (Associazione per gli
                                 studi giuridici sull’immigrazione) e Magistratura democratica, ripercorre
                                 la legislazione e le politiche sull’immigrazione in Italia negli ultimi 30
                                 anni. L’analisi svolta in questo volume al quale hanno contribuito una
                                 cinquantina di autori appartenenti a diverse discipline, giuridiche e non
                                 solo, ci permette di riconoscere le costanti insite negli strumenti tecnico-
                                 giuridici adottati per governare il fenomeno dell’immigrazione e dall’altra
                                 di soffermarsi a riflettere su come garantire oggi il «diritto di avere
                                 diritti». Attraverso il tema dello ius migrandi, sviluppato lungo le cinque
                                 dorsali tematiche in cui si articola l’intera pubblicazione, sono stati
  analizzati gli effetti sulla condizione dei migranti conseguenti all’esponenziale politicizzazione del
  fenomeno immigrazione che ha alimentato la retorica pubblica traducendosi in politiche di esclusione e
  “disprezzo per il diritto”, e la necessità di rivendicare la forza stessa dei diritti universali e indivisibili,
  in difesa non solo dei migranti ma dell’identità civile e democratica dei nostri ordinamenti.

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                                                                                                  Pag. n° 12
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Monografie
Krafft Raphael, Passeur : [nell'ascensione al Colle di Finestra ci sono il Novecento
dell'Europa e le contraddizioni del nostro presente]

                                Nell’autunno del 2015 Raphaël Krafft si trova sul confine franco-italiano
                                delle Alpi Marittime nella zona tra Mentone e Ventimiglia. Ha raggiunto
                                la costa ligure per realizzare un servizio sui migranti che, bloccati alla
                                frontiera, sperano di riuscire a entrare clandestinamente in Francia – dove
                                fare richiesta di asilo politico – o di proseguire il viaggio verso un altro
                                Paese europeo. Incontra migranti, volontari, gente comune, ex insegnanti e
                                viaggiatori, così come uomini di Stato, di Chiesa, ex pompieri che ancora
                                salvano vite, e anche Satellite e Adeel arrivati in Italia dal Sudan. Con loro
                                decide di attraversare la frontiera e di raccontare tutto in un reportage.
                                Intraprendono così l’ascesa al Colle di Finestra lungo il sentiero che sale
                                da San Giacomo di Entracque, in Italia, e scende nella valle Vésubie, in
  Francia. L’itinerario scelto ha un profondo valore simbolico: da quel valico sono transitate tantissime
  persone che fuggivano attraverso l’Europa in cerca di speranza. Su quelle pietre rese lisce dal passaggio
  di pellegrini, eserciti, mercanti, fuggitivi, perseguitati, Krafft – giornalista ed ex soldato – ci regala un
  reportage in cui racconto e testimonianza si mescolano a molti interrogativi, storie, alla memoria del
  Novecento e alle contraddizioni del nostro presente. Un testo pieno di umanità.

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Monografie
Marini Rolando, Immigrazione e sicurezza : riflessioni sociologiche su politiche,
rappresentazioni e linguaggi

                               Il nesso tra fenomeni migratori e sicurezza viene esplorato e approfondito
                               da molti punti di vista, nel tentativo di evitare schematismi e
                               semplificazioni che renderebbero difficile elaborare un'analisi adeguata. Il
                               volume si apre con una ricognizione teorico-metodologica sulla
                               controversa relazione tra migrazioni, emergenza e sicurezza, per passare
                               ad un'analisi critica delle politiche di esternalizzazione adottate da molti
                               paesi occidentali e della conseguente ridefinizione dell'idea di confine. Il
                               libro prosegue con un'ampia indagine sulle strategie dei mezzi
                               d'informazione a stampa italiani che evidenzia la diversificazione delle
                               rappresentazioni dei temi dell'immigrazione, consentendo di riconsiderare
                               il ruolo del giornalismo sia nella conformazione del tema, sia nei confronti
  della politica. A ciò segue uno studio sulla radicalizzazione jihadista che approfondisce, senza
  determinismi, il legame tra evoluzione dei processi di inclusione in Europa e deriva terroristica,
  confermando così la natura complessa dell'intreccio che sostanzia il nesso immigrazione-sicurezza. Le
  contraddizioni e la sospensione irrisolta sono la base di uno scontro simbolico che si manifesta anche
  nella legislazione di cui qui si analizza, in chiave sociolinguistica, la produzione normativa sulla
  legittima difesa.

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Monografie
Prandi Stefania, Oro rosso : fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo

                                Dell’Oro Rosso si vive, ma non si parla. Perché alle spalle di questa
                                massiccia produzione che arricchisce l’economia del territorio, si
                                nasconde, come un morbo latente, il lavoro di migliaia di donne impiegate
                                nella raccolta e nel confezionamento della frutta. Un lavoro duro e
                                sottopagato, privo dei fondamentali diritti e delle tutele base. Un lavoro
                                affidato alle mani delle donne perché pagate meno degli uomini.

                                 L’inchiesta di Stefania Prandi, pubblicata ad aprile quest’anno dalla casa
                                 editrice Settenove (e arrivato alla prima ristampa già in agosto), parte dalla
                                 Spagna e tocca altri due paesi affacciati al Mediterraneo, l’Italia e il
                                 Marocco, dove dietro la produzione di fragole e pomodorini si nascondono
  storie di soprusi, violenze fisiche, sessuali, verbali e sfruttamento economico di migliaia di donne. Le
  braccianti arrivano da Marocco, Romania, Polonia, Bulgaria e in parte sono anche spagnole e italiane.
  Molte sono lavoratrici stagionali da numerosi anni, con il loro stipendio mantengono mariti e figli e del
  lavoro nei campi non possono fare a meno.

  Se credete che il giornalismo d’inchiesta non esista più, allora dovete leggere questo libro: un’inchiesta
  pericolosa e malvista, frutto di due anni di interviste sul campo e di viaggi, che ha il merito di tirare a
  galla vite ed esperienze che altrimenti sarebbero rimaste nel silenzio.

  Un’indagine che denuncia una condizione di sottomissione e violenza che dall’alto del nostro
  minuscolo agio, ci è difficile anche solo immaginare.

  Stefania Prandi ci conduce per mano attraverso baracche malsane, serre inquinate dai diserbanti chimici
  agroalimentari, stanzoni senza finestre né armadi dove dormono le donne sui letti a castello. Qui, oltre
  al duro lavoro nei campi, accucciate nella raccolta o in piedi a braccia alzate per oltre otto ore, le donne
  vengono tenute sotto scacco dai ricatti sessuali dei padroni delle serre.

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Monografie
Sani Serena, Alle radici della società interculturale : l'integrazione scolastica dei minori
immigrati nell'Europa del terzo millennio

                                 Nel corso degli anni, il dibattito pedagogico ha definito il ruolo e le
                                 finalità dell’educazione interculturale ed ha posto in evidenza la necessità
                                 di provvedere, da un lato, a promuovere l’integrazione sociale degli alunni
                                 immigrati e delle loro famiglie e, dall’altro, ad educare gli autoctoni a
                                 considerare il fenomeno migratorio come un elemento di arricchimento
                                 dell’esperienza educativa e come una preziosa risorsa per approfondire le
                                 loro conoscenze linguistiche e culturali. Su questo versante, anche le
                                 Istituzioni europee hanno ritenuto opportuno adeguarsi alla situazione
                                 elaborando un apparato legislativo finalizzato non solamente a garantire ai
                                 minori immigrati il diritto all’istruzione e ad un’equità di trattamento
                                 rispetto ai bambini autoctoni, ma anche a guidare gli Stati membri nella
  promozione di politiche scolastiche volte a favorire la loro integrazione e ad incentivare la
  cooperazione tra i vari paesi, in modo da attuare una linea di azione comune in materia di integrazione e
  scolarizzazione dei minori immigrati. Allo scopo di comprendere più chiaramente l’evoluzione
  dell’educazione interculturale in Europa, nel presente volume si è cercato di mettere a fuoco, attraverso
  la disamina dei documenti internazionali e della legislazione scolastica dei diversi paesi, le politiche
  adottate dall’Unione Europea e dagli Stati membri per promuovere l’educazione interculturale e
  l’integrazione sociale e scolastica degli alunni immigrati.

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                                                                                             Pag. n° 16
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Monografie
Scego Igiaba, Future : il domani narrato dalle voci di oggi

                               Undici autrici afroitaliane raccontano di futuro, generazioni e radici.
                               Un'antologia alla ricerca di una nuova lingua, di nuove idee, di prospettive
                               forti, differenti e inesplorate. Un'antologia che parte da dove viviamo,
                               l'Italia, e guarda altrove. Un libro che vuole marcare un passo verso il
                               domani, narrandolo, inventandolo, osservando il presente e il passato. Le
                               autrici di "Future" sono: Leila El Houssi; Lucia Ghebreghiorges; Alesa
                               Herero; Esperance H. Ripanti; Djarah Kan; Ndack Mbaye; Marie Moïse;
                               Leaticia Ouedraogo; Angelica Pesarini; Addes Tesfamariam; Wii.

                                Tra realtà e immaginazione, racconti, documenti, lettere, testimonianze, le
                                autrici ci accompagnano in un viaggio alla ricerca delle loro radici,
  passando per le difficoltà vissute in una società diffidente, per infine spingerci a riflettere su un
  concetto fluido come quello di seconda generazione, o addirittura (ormai) terza o quarta. È anche per
  questo che i giovani italiani con background migratorio oggi si definiscono più inclusivamente "nuove
  generazioni".

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                                                                                            Pag. n° 17
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Monografie
Tertrais Bruno; Papin Delphine, Atlante delle frontiere : muri, conflitti, migrazioni

                               Migranti, Brexit, conflitti ai confini della Russia e in Medio Oriente,
                               tensioni in Asia, un muro tra il Messico e gli Stati Uniti: le frontiere non
                               sono mai state così attuali.

                               Esistono 323 frontiere terrestri su circa 250.000 km. Aggiungendo le
                               frontiere marittime, delimitate o meno, si arriva a un totale di circa 750
                               frontiere tra Stati. Alcune si attraversano facilmente, altre sono
                               invalicabili, alcune sono visibili, altre invisibili (aeree, astronomiche). Ma
                               esistono anche frontiere immaginarie o arbitrarie: politiche, economiche,
                               culturali (lingua, religione, civiltà) che quasi mai coincidono con le
                               frontiere internazionali.

  Quali sono le frontiere esterne dell’Europa: quelle dello spazio Schengen, quelle dell’Unione Europea o
  quelle dell’Europa in quanto idea o concetto? Le tre non si sovrappongono. Si possono tracciare linee di
  separazione tra grandi aree culturali? Dove comincia l’Asia? Qual è la frontiera più militarizzata? Qual
  è il muro di difesa più lungo? E il reticolato più alto? Come si determinano le frontiere aeree? Ci sono
  ancora “zone bianche”, le terrae nullius che non appartengono a nessuno? Il cambiamento climatico
  può modificare certe frontiere esistenti? Le frontiere favoriscono la pace o sono foriere di guerre?

  Questo Atlante dedicato alle frontiere ci aiuta a capire le sfide che si nascondono dietro queste linee che
  dividono o uniscono i popoli.

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                                                                                             Pag. n° 18
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Riviste
Chiaromonte William; D’Onghia Madia, Cronaca di una sanatoria in tempo di
emergenza sanitaria: genesi, finalità e limiti

                                  Quello disposto dall’art. 103 del d.l. 34/2020 (convertito, con modifiche,
                                  in l. 77/2020) rappresenta solo l’ultimo, in ordine di tempo, dei ricorrenti
                                  interventi di regolarizzazione che l’Italia ha messo in atto fra il 1986 e
                                  oggi (l’ottavo, per la precisione). Per quanto possa sembrare paradossale
                                  agli occhi di chi non ha dimestichezza con le connessioni fra il diritto del
                                  lavoro e il diritto dell’immigrazione, le periodiche sanatorie di lavoratori
                                  stranieri irregolari hanno rappresentato, nella storia delle politiche
                                  migratorie nazionali, e in alternativa alla regolazione tramite decreti flussi
                                  annuali, «il principale strumento di politica migratoria e di legalizzazione
                                  della presenza straniera in Italia». In altre parole, l’Italia ha rinunciato a
                                  una gestione effettiva dell’ingresso e del soggiorno regolare per motivi di
   lavoro – «il governo ha rinunciato a “governare” la migrazione», per usare le parole di Massimo Livi
   Bacci – per affidarsi a ciclici provvedimenti di regolarizzazione degli stranieri entrati e/o soggiornanti
   irregolarmente sul suo territorio. La pandemia da Covid-19 non ha fatto altro che confermare questo
   vistoso limite delle politiche migratorie nazionali. Non stupisce, quindi, che il Governo presieduto da
   Giuseppe Conte e sorretto dall’inedita maggioranza composta da Movimento 5 Stelle e Partito
   democratico abbia deciso – nel pieno dell’emergenza sanitaria da Covid-19, e all’esito di un confronto
   aspro e teso – di delegare per l’ennesima volta la gestione del fenomeno migratorio a una procedura di
   sanatoria.

   Gli autori, muovendo dalla constatazione che le sanatorie hanno rappresentato, e tuttora rappresentano,
   il cardine delle politiche migratorie italiane, anche in considerazione dei vistosi limiti che caratterizzano
   l’attuale assetto della regolazione dell’accesso al lavoro da parte degli stranieri, passano in rassegna i
   sette precedenti provvedimenti di sanatoria, evidenziandone contenuti e limiti, per giungere a illustrare
   le motivazioni che nel maggio 2020 hanno spinto l’Esecutivo a utilizzare nuovamente lo strumento per
   far fronte all’emergenza sanitaria, da un lato, e a quella occupazionale, dall’altro. Si illustrano, quindi,
   le condizioni di accesso alla regolarizzazione del 2020 e i principali profili di criticità della procedura,
   anche riguardo al campo di applicazione soggettivo e oggettivo, che inevitabilmente hanno
   condizionato il suo successo, come dimostrano i dati ufficiali, per poi svolgere alcune considerazioni
   conclusive.

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Riviste
Faggiani Valentina, Il diritto alla protezione internazionale in Spagna e in Italia: tra
crisi umanitaria dei rifugiati e Covid-19

                           Nel contributo si analizza la risposta dell’Ue all’emergenza sanitaria
                           derivante dal diffondersi del Covid-19, che sta mettendo a dura prova lo
                           spazio Schengen, e l’impatto di tali misure sul diritto alla protezione
                           internazionale in Spagna e in Italia. Questi due Paesi, infatti, oltre ad
                           essere l’epicentro dei fenomeni migratori, negli ultimi mesi, sono divenuti
                           i principali focolai della pandemia nel continente europeo. È pertanto
                           interessante studiare se le principali misure adottate in questo ambito
                           superano il test di proporzionalità o se i governi stanno semplicemente
                           strumentalizzando l’emergenza sanitaria per favorire lo sviluppo di
                           politiche maggiormente restrittive in materia di immigrazione e asilo.

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                                                                                       Pag. n° 20
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Riviste
La Bella Marco, Accogliere senza integrare: le distorsioni delle politiche
sull’immigrazione nel Mezzogiorno d’Italia

                                  Le politiche sull’immigrazione in Italia, a differenza di altre esperienze in
                                  Europa, dove sappiamo peraltro quanto sia difficile registrare l’esistenza
                                  di un vero modello di integrazione prevalente, risentono di alcuni aspetti
                                  caratteristici del cosiddetto “modello mediterraneo”. I suoi tratti
                                  caratteristici sono da ricercare nell’essere spesso indefinito e sfuocato, non
                                  pianificato, e con impianto normativo spesso inadeguato. L’esperienza
                                  della gestione della massiccia “migrazione non impiegata” che ha investito
                                  il Sud Europa in questi ultimi anni è stata l’occasione per osservare alcune
                                  di queste caratteristiche dell’approccio italiano a partire dalla continua
                                  oscillazione, negli interventi messi in campo, tra preoccupazione per la
                                  sicurezza e rivendicazione umanitaria, da un lato, e gestione affidata ad
   una pluralità di attori sociali e politici pro-business, dall’altro. Sembra quasi che l’idea di fondo sia
   quella di considerare i migranti come «temporanei». Con la conseguenza di concepire e adottare le
   politiche migratorie come “regolarizzatorie” (o «microregolazione»), tutte concentrate, cioè, sulle
   procedure amministrative di regolarizzazione degli irregolari, senza troppo curarsi né della variabilità
   territoriale del fenomeno né del profilo sostanziale dell’integrazione. Negli anni, tra l’altro, questo stato
   di cose ha prodotto un accumulo di immigrati irregolari la cui posizione è stata sanata di volta in volta
   tramite provvedimenti eccezionali. A partire dagli anni Settanta, infatti, sono circa undici gli interventi
   orientati in questa direzione, tra «sanatorie», «regolarizzazioni» o «emersioni». Tutto ciò ha provocato,
   inevitabilmente, gravi contraccolpi sullo Stato sociale, sul mercato del lavoro e sui diritti di
   cittadinanza.

   https://oajournals.fupress.net/index.php/smp/article/view/11941/11555

                                                                                                Pag. n° 21
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Riviste
Morselli Carlo, La Consulta boccia l’art. 13 d.l. 113/2018 sul veto di iscrizione
anagrafica del richiedente asilo

                                 La Corte costituzionale, con la sentenza 186/2020, dando atto delle
                                 motivazioni dei tribunali rimettenti, smonta un tassello, solo
                                 apparentemente secondario, dell’impalcatura allestita dall’allora ministro
                                 dell’Interno Matteo Salvini, rendendo illegittimo, del c.d. “decreto
                                 sicurezza”, l’art. 13 d.l. 113/2018, che esclude con una deroga i richiedenti
                                 asilo dall’iscrizione anagrafica della popolazione, inaccessibile con il
                                 possesso del permesso di soggiorno (non più titolo idoneo) e per quanto
                                 esista un diritto soggettivo all’iscrizione anagrafica.

                                  Il vizio rintracciato abbraccia due versanti, del contrasto con la stessa ratio
                                  annunciata della norma introdotta di una maggiore garanzia del livello di
   sicurezza territoriale e dell’ingiustificata disparità di trattamento per una categoria di stranieri che
   dimorano abitualmente nel territorio italiano, all’origine della violazione della «pari dignità sociale»
   (art. 3 Cost.). L’A. affronta i rapporti fra censimento ed anagrafe, in chiave di complementarietà, e
   rintraccia in un breve testo dell’agosto 1938 attribuito a Mussolini, sugli ebrei in Italia, sul censimento e
   “razzismo italiano “, la matrice dell’«elemento di sicurezza per il nostro Impero». L’Autore critica la
   gestione abusiva dello spazio di discrezionalità di cui gode il legislatore, ma sposta la ricerca del
   parametro del giudizio di legittimità costituzionale dall’art. 3 Cost. - che monopolizza l’intervento
   ablativo della Corte e il suo scrutinio - all’art. 10, comma 3, Cost. sul diritto d’asilo, in rapporto di
   “specialità” rispetto al primo. Viene pure valorizzato l’art. 16 Cost., sul c.d. diritto di circolazione.

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                                                                                                 Pag. n° 22
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Riviste
Tuozzo Michela, I percorsi migratori e la pandemia. Come cambiano le emergenze

                                    A partire dalla restrizione dei viaggi non essenziali verso l’UE nei
                                    confronti dei cittadini stranieri il saggio analizza due momenti che
                                    caratterizzano il percorso migratorio, l’inizio e la fine, attraverso le figure
                                    dei richiedenti asilo alla ricerca di un luogo sicuro e degli stranieri in
                                    attesa di rimpatrio, nel corso della pandemia. Le due vicende sono
                                    sintomatiche di una sovrapposizione tra emergenze, quella (contingente)
                                    sanitaria che si accompagna alle criticità ordinarie della c.d. politica dei
                                    “porti chiusi” e della “galera amministrativa”. Più precisamente, si
                                    analizzerà l’impatto del decreto interministeriale del 7 aprile 2020 che ha
                                    dichiarato non sicuri i porti italiani per i migranti soccorsi da navi battenti
                                    bandiera straniera e fuori dell’area SAR italiana, per tutta la durata
   dell’emergenza nazionale, sui diritti dei naufraghi, quali il diritto a raggiungere un posto sicuro, il
   diritto d’asilo e il diritto alla salute. Si valuterà poi la compatibilità di tali diritti con la soluzione delle
   cosiddette “navi quarantena”, attraverso alcune importanti decisioni, passate e recenti, della
   giurisprudenza interna e della Corte EDU. Con riferimento alla restrizione della libertà personale dei
   cittadini stranieri in attesa di essere rimpatriati, uno spunto di riflessione sull’art. 15 della direttiva
   2008/115/CE è offerto dal caso spagnolo e dallo svuotamento temporaneo dei CIEs.

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Rassegna Stampa
A Tunisi webinar sul contributo dell’Italia allo sviluppo sostenibile

                                 Il tema dello sviluppo economico sostenibile e il contributo che ha dato e
                                 potrà dare la Cooperazione italiana allo Sviluppo alla Tunisia negli anni a
                                 venire, sono stati al centro di un webinar organizzato dall'Ambasciata
                                 d'Italia e l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) di
                                 Tunisi, un appuntamento che si inserisce nella cornice della quarta
                                 edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, l'iniziativa italiana per
                                 sensibilizzare sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale,
                                 organizzata dall'Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) in
                                 partnership col Ministero degli Affari Esteri Italiano e della Cooperazione
                                 internazionale. L'evento, trasmesso in diretta online sulla pagina Facebook
                                 di Aics Tunisi, è stato concepito quale occasione di incontro tra gli
  esponenti delle istituzioni tunisine, dell'Unione Europea, la Banca Mondiale, il Programma delle
  Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp) e dei rappresentanti della Società Civile, per discutere e
  confrontarsi circa le lezioni apprese e le prospettive per uno sviluppo sostenibile nel Paese. La
  Rivoluzione della dignità - si legge in una nota dell'Aics - ha portato democrazia e libertà in Tunisia
  senza tuttavia riuscire a dare una risposta adeguata alle aspettative di crescita economica e di sviluppo
  della popolazione, oggi inasprite dalla forte crisi economica che attraversa il Paese. Numerose sono le
  sfide che si ripropongono in questo momento, aggravate dall'emergenza Covid, rendendo quanto mai
  strategico il lavoro congiunto tra attori della società civile, istituzioni e organizzazioni internazionali al
  fine di incoraggiare una crescita inclusiva e sostenibile in linea con l'Obiettivo 8 dell'Agenda ONU
  2030. "L'evento di oggi conferma l'impegno dell'Italia per l'attuazione degli obiettivi dell'Agenda 2030
  e testimonia l'intensa attività della Cooperazione Italiana in Tunisia nell'anno in cui celebriamo il suo
  trentennale", ha sottolineato l'Ambasciatore d'Italia a Tunisi, Lorenzo Fanara, che ha condiviso una
  riflessione sul forte impegno dell'Italia a sostegno del settore privato e della creazione di
  un'occupazione dignitosa in Tunisia.

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                                                                                                Pag. n° 24
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Rassegna Stampa
Albania-Grecia: caso confini marittimi al Tribunale dell'Aja

                                 L'Albania e la Grecia hanno concordato di porre fine alla lunga disputa sui
                                 loro confini marittimi ed affidare la soluzione, anche sulla piattaforma
                                 continentale e delle zone economiche esclusive, alla Corte internazionale
                                 di giustizia dell'Aja. La decisione è stata annunciata oggi nell'ambito della
                                 visita a Tirana del ministro greco degli Esteri Nikos Dendias. Il premier
                                 albanese Edi Rama si è detto soddisfatto che sulla questione "ci
                                 rivolgeremo alla giustizia internazionale, per una soluzione definitiva, in
                                 base alla perizia internazionale e al diritto del mare", ha precisato Rama a
                                 margine del congiunto punto stampa con Dendias. Per il capo della
                                 diplomazia greca si tratterebbe di "una soluzione utile ad ambo i due paesi,
                                 poiché basata sulla Convenzione dell'Onu (Unclos), di cui Tirana ed Atene
  sono contraenti. Sono felice per aver concordato di rivolgersi alla Corte dell'Aja", ha precisato Dendias.
  Un primo accordo fra Albania e Grecia sui confini marittimi firmato nel 2009, è stato bocciato l'anno
  dopo dalla Corte costituzionale albanese poiché ritenuto "in violazione ai principi delle convenzioni
  internazionali e alla stessa Costituzione albanese". Una decisione che Atene non ha potuto superare
  facilmente e che ha alimentato ripetute tensioni fra i due vicini. Nel 2018, pero', i due paesi diedero il
  via a nuovi negoziati, rimasti poi bloccati dopo l'arrivo al potere del nuovo governo greco del premier
  Kyriakos Mitsotakis. Rama e Dendias hanno sottolineato oggi che i due paesi sono impegnati a
  risolvere tutte le questioni in sospeso tra di loro, tra cui anche la legge di guerra che la Grecia mantiene
  ancora formalmente in vigore nei confronti dell'Albania e che lo stesso ministro degli Esteri greco ha
  definito oggi "un anacronismo che andrebbe risolto".

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                                                                                              Pag. n° 25
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Rassegna Stampa
Ambiente: Unep, bacino del Mediterraneo verso il disastro. Regione inquinata da 730
tonnellate di rifiuti al giorno

                                Il bacino del Mediterraneo rischia danni ambientali irreversibili. Con le
                                sue coste e le rotte marittime tra le più trafficate, i suoi Paesi tra le
                                destinazioni turistiche più ambite al mondo, la regione è inquinata da circa
                                730 tonnellate di rifiuti di plastica ogni giorno. La presenza di oltre 1.000
                                specie non autoctone è una minaccia per la biodiversità e la zona si sta
                                riscaldando venti volte più velocemente della media globale.
                                L'avvertimento arriva dall'ultimo rapporto del Programma delle Nazioni
                                Unite per l'ambiente(Unep) che denuncia come la perdita di biodiversità, il
                                degrado ambientale, il crescente impatto dei cambiamenti climatici e la
                                costante pressione sulle risorse naturali potrebbero avere conseguenze
                                devastanti e durature per la salute umana e i mezzi di sussistenza nella
  regione che comprende Spagna, Francia, Italia, Malta, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Grecia,
  Turchia, Cipro, Libano, Siria, Israele, Palestina, Marocco, Algeria Tunisia Libia ed Egitto. Il rapporto
  evidenzia come il 15% dei decessi che avvengono nell'area è dovuto a fattori ambientali, così come
  risulta causata dall'esposizione all'inquinamento atmosferico la prematura morte di 228 mila persone
  nel 2016. Dunque, il rapporto sottolinea come la regione che ospita più di 512 milioni di abitanti, non è
  sulla buona strada per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030."Prendendo
  spunto dagli errori del passato, si può immaginare una rinascita verde nel Mediterraneo- si sostiene nel
  rapporto. Servono però misure urgenti per arrestare le tendenze attuali''. ''Possiamo fermare il degrado
  ambientale se i governi si impegnano 'ora' a sostenere percorsi di sviluppo più ecologici, se verranno
  adottate risposte politiche adeguate ed efficaci per alleviare la pressione ambientale e allo stesso tempo
  garantire le urgenti esigenze di sviluppo umano'', insiste l'Unep.

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                                                                                             Pag. n° 26
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Rassegna Stampa
Di Maio a riunione 'Dialogo 5+5', occhi puntati sulla Libia

                                L'importanza di un "sostegno coeso alla stabilizzazione della Libia, lungo
                                le linee delineate dalle Nazioni Unite e nell'alveo del Processo di Berlino"
                                ed "il fermo sostegno dell'Italia al raggiungimento di un reale accordo di
                                cessate il fuoco in seno al Comitato Militare Congiunto 5+5 che si riunisce
                                in questi giorni a Ginevra e all'avvio del Foro di Dialogo Politico Libico"
                                sono stati espressi dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha
                                partecipato oggi in videoconferenza alla XVI Riunione Ministeriale del
                                "Dialogo 5+5" sul tema "Together for collective security and partnership
                                in the Western Mediterranean". Lo si apprende alla Farnesina. La riunione,
                                organizzata dalla co-presidenza tunisina-maltese, coincide con il
                                trentesimo anniversario della Dichiarazione di Roma, che istituì questo
  formato di consultazione. Oltre all'Italia, hanno partecipato i Ministri degli Esteri di Tunisia, Malta,
  Algeria, Spagna, Francia, Libia, Marocco, Mauritania, Portogallo, nonché l'Alto Rappresentante
  dell'Unione Europea e le principali organizzazioni regionali coinvolte: Fondazione Anna Lindh, Unione
  per il Mediterraneo, Unione del Maghreb Arabo e Assemblea Parlamentare del Mediterraneo. Nel suo
  intervento, il Ministro Di Maio ha ribadito l'interesse strategico italiano alla stabilità e allo sviluppo
  della regione mediterranea, sottolineando il contributo positivo del Dialogo 5+5 alla cooperazione fra le
  due sponde del Mediterraneo. In tale ambito, il Ministro di Maio ha ricordato l'importanza di azioni
  regionali congiunte, incentrate sui giovani e volte a far fronte alle sfide comuni, citando quale esempio
  la proposta italiana per un "Grand Pacte pour la Jeunesse" che egli ha lanciato in occasione della sua
  visita a Tunisi lo scorso 17 agosto. Particolare attenzione è stata poi dedicata ai temi della sicurezza
  regionale - tra cui Libia, Sahel e terrorismo - e del contrasto ai flussi migratori irregolari. Sulla
  situazione in Libia, in particolare, il Capo della Farnesina ha sottolineato l'importanza di un sostegno
  coeso alla stabilizzazione del Paese, lungo le linee delineate dalle Nazioni Unite e nell'alveo del
  Processo di Berlino. Di Maio ha espresso il fermo sostegno dell'Italia al raggiungimento di un reale
  accordo di cessate il fuoco in seno al Comitato Militare Congiunto 5+5 che si riunisce in questi giorni a
  Ginevra e all'avvio, dal 26 ottobre, del Foro di Dialogo Politico Libico, momento essenziale per
  definire con approccio inclusivo il futuro istituzionale della Libia. In tema di rafforzamento del dialogo
  regionale, il Ministro Di Maio ha infine ricordato il contributo offerto dai "Rome MED Dialogues"
  organizzati dalla Farnesina e in programma in forma ibrida dal 25 novembre al 4 dicembre.

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Rassegna Stampa
Egitto: seminario su piano italiano per macchine agricole

                               Si è svolto a Fayoum, in Egitto, un workshop dedicato ad un programma
                               di meccanizzazione agricola finanziato dalla Cooperazione Italiana, con
                               un credito di aiuto pari a 10 milioni di euro. Il programma è stato
                               realizzato dall'International Center for Advanced Mediterranean
                               Agronomic Studies di Bari (Ciheam), in collaborazione con il ministero
                               dell'Agricoltura egiziano. Lo si è appreso al Cairo. L'evento, svoltosi ieri,
                               fa seguito all'arrivo in Egitto del primo lotto di macchinari agricoli
                               dall'Italia previsto dal programma che ha per obiettivo l'incremento della
                               produttività agricola promuovendo la meccanizzazione. Ne beneficeranno
                               14 centri di meccanizzazione agricola del ministero dell'Agricoltura nei
                               governatorati di Minya e Fayoum e permetterà a tali centri di erogare
  servizi a favore di circa 250 imprese medio-grandi e a 11 cooperative agricole che coinvolgono circa
  3.500 piccole aziende e coltivatori diretti. I lavori del seminario si sono svolti alla presenza del
  Governatore del Fayoum, il generale Ahmed El Ansari, del presidente dell'Agricoltural Research
  Center, dr. Mohamed Soliman, di rappresentanti del Ministero della Cooperazione Internazionale
  egiziano, oltre che dell'Ambasciata d'Italia e dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

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Rassegna Stampa
Global Trends 2019 – rifugiati e richiedenti asilo: la situazione nell’Unione Europea

                                Secondo l’ultima edizione dei Global Trends dell’UNHCR vi sono paesi
                                come la Turchia, il Pakistan e l’Uganda che “da soli” riconoscono lo status
                                di rifugiato rispettivamente a 3 milioni e mezzo, 1 milione e 491 mila, 1
                                milione e 359 mila persone, pari al 31% di tutti coloro che sono accolti
                                negli altri paesi.

                                La media Ue (Regno Unito compreso) è di 5 rifugiati ogni 1000 abitanti.
                                In Italia la media è di 3 ogni 1000 abitanti.

                               L’Italia si colloca al di sotto della media europea con 3 rifugiati ogni 1.000
                               abitanti. Primo paese nell'Ue in rapporto al numero di abitanti è la Svezia
  (25), seguito da Malta (18), Austria (15) e Germania (14).

  La presenza dei rifugiati nel nostro paese, negli ultimi 4 anni, è stabile. Nel 2019, in Italia sono presenti
  207 mila rifugiati, 20 mila in più rispetto ai due anni precedenti.

  I primi paesi per rilevanza, in % sul numero totale dei paesi di origine dei rifugiati nella Ue sono
  l’IRAQ, la SIRIA, l’AFGHANISTAN, l’IRAN e il BANGLADESH.

  I richiedenti asilo nell'Ue sono circa 893mila, pari al 5% della popolazione dell’intera Unione europea.
  In rapporto alla popolazione il primo paese è Cipro, con 15 richiedenti asilo ogni 1000 abitanti, seguito
  da Grecia, con 10 richiedenti asilo ogni 1000 abitanti e Malta con 7. In Italia i richiedenti asilo, al 31
  dicembre 2019, erano 47.046, 1 richiedente asilo ogni 1.000 abitanti.

  È la Germania il paese con il maggior numero di richiedenti asilo, in valore assoluto, seguita da Spagna,
  Grecia e Francia.

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Rassegna Stampa
Il Vice Ministro Sereni all’OSCE: sicurezza, dialogo con partner mediterranei

                                   “I Paesi OSCE e i loro partner nel Mediterraneo stanno affrontando una
                                   sfida di natura e portata senza precedenti, un punto di svolta che richiede
                                   una risposta basata su una sempre più forte cooperazione e solidarietà
                                   internazionale”. Lo ha dichiarato il Vice Ministro degli esteri Marina
                                   Sereni intervenendo in videoconferenza alla Conferenza Mediterranea
                                   annuale dell’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione
                                   in Europa. “Già prima del Covid-19, - ha osservato Sereni - il
                                   Mediterraneo era segnato da questioni molto importanti per la tutela della
                                   sicurezza collettiva. Il terrorismo, che in queste ore sta facendo
                                   tragicamente sentire la sua voce, è senz’altro una di queste, ma ad esso
                                   vanno aggiunti l’instabilità politica ed economica, le migrazioni illegali, i
  traffici illeciti e il degrado ambientale. La pandemia ha esacerbato tutte queste sfide”. “Con questa crisi,
  - ha proseguito il Vice Ministro - dobbiamo cogliere l'occasione per affrontare nell’area mediterranea le
  disuguaglianze di genere, così come quelle per la salute e l’istruzione, per promuovere un'economia
  verde e fondata sullo sviluppo sostenibile, per intensificare gli sforzi necessari a mitigare gli effetti dei
  mutamenti climatici. Fare fronte comune su questo significa costruire una via d'uscita durevole dalla
  crisi, rafforzando nel contempo la democrazia e lo Stato di diritto, e salvaguardando i diritti umani”.
  “L’attuale pandemia, nella sua portata globale, ha reso ancora più urgente la necessità di cooperazione
  internazionale e più vivo il riconoscimento dell’interdipendenza tra sicurezza euro-atlantica,
  euroasiatica ed euro-mediterranea. Per questo i Paesi OSCE, partendo dai principi e dai valori di questa
  nostra Organizzazione, - ha concluso Sereni - devono compiere ogni sforzo per un dialogo e una
  cooperazione più forti e approfonditi con i nostri partner mediterranei”.

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Rassegna Stampa
Il fumetto italiano in mostra all'IIC di Tirana per la settimana della lingua

                               In occasione della XX Settimana della Lingua Italiana nel Mondo l’Istituto
                               Italiano di Cultura di Tirana ospita, dal 27 ottobre al 27 novembre, una
                               esposizione di oltre 50 tavole disegnate e prodotte dai maggiori autori
                               italiani con l’intento di valorizzare non solo la grande tradizione del
                               fumetto italiano, ma anche evidenziare un utilizzo educativo,
                               promozionale e divulgativo della “nona arte”. Presentato in collaborazione
                               con il Comune di Tirana, il percorso espositivo è costituito da quattro
                               nuclei: 12 tavole dai 51 album di Fumetti nei Musei (LRNZ, Zuzu, Bianca
                               Bagnarelli, Roberto Grossi, Vitt Moretta, Altan); 10 tavole da
                               Comics&Science (Zerocalcare, Gabriele Peddes, Giovanni Eccher, Andrea
                               Scoppetta, Diego Cajelli, Giuseppe Palumbo); 7 tavole fra i maggiori
  autori di Coconino Press (Davide Reviati, Fulvio Risuleo, Antonio Pronostico, Gipi, Manule Fior,
  Francesco Cattani, Paolo Bacilieri, Ratigher); 12 Tavole di Hugo Pratt, 8 Tavole di Vittorio Giardina e
  2 tavole di Leo Ortolani. L'esposizione è stata realizzata grazie al sostegno e alla collaborazione del
  MAECI, del MiBACT – Centro per i Servizi educativi, di Coconino Press, ma anche del CNR -
  Comics&Science, Symmaceo, Hugo Pratt © CONG sa, Switzerland, Lizard Rizzoli e Feltrinelli. La
  visita alla mostra è libera ma sarà obbligatorio rispettare le regole di prevenzione e diffusione del
  Covid-19, indossando la mascherina, mantenendo il distanziamento ed evitando qualsiasi contatto fisico
  tra persone.

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Il ministro Di Maio esorta i palestinesi ad accelerare sul dialogo

                             "Abbiamo esortato la parte palestinese ad accelerare sul percorso di pace.
                             Ad accelerare su quello che è il dialogo per portare alla soluzione a due
                             Stati che noi sosteniamo". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di
                             Maio, poco prima di rientrare in Italia, dopo aver visto a Ramallah il
                             premier palestinese Mohammed Shtayeh e il ministro degli Esteri, Riad al-
                             Malki, con i quali ha parlato degli Accordi di Abramo. "L'Italia svolgerà
                             un ruolo importante essendo amica di tutti e due. E' un Paese che ha
                             sempre aiutato il popolo d'Israele e il popolo palestinese", ha assicurato il
                             ministro. "L'Italia - ha proseguito - può mettere al centro la soluzione
                             politica e il dialogo. Bisogna capire che è il momento di cogliere
                             l'occasione, un momento importante per questa area". "Sicuramente un
  ruolo fondamentale lo giocheranno - ha aggiunto Di Maio - anche, fra pochi giorni, le elezioni negli
  Usa che rappresentano comunque un risultato che inciderà sul futuro di questa regione".

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Rassegna Stampa
Il ministro Di Maio incontra la collega del Kosovo Meliza Haradinaj Stublla

                                 Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi
                                 Di Maio, ha incontrato alla Farnesina la collega Meliza Haradinaj Stublla,
                                 ministro degli Affari Esteri e della Diaspora del Kosovo. Il colloquio ha
                                 permesso di fare il punto sull’ottimo stato delle relazioni bilaterali, in
                                 particolare sulla cooperazione economica. Il ministro Di Maio ha fatto
                                 stato dell’interesse dell’Italia ad aumentare la propria presenza
                                 imprenditoriale in Kosovo, favorendo opportunità concrete di
                                 collaborazione in particolare attraverso gli strumenti operativi che
                                 entrambi i Paesi hanno messo in campo nel settore ICT. Di Maio ha
                                 ribadito che la stabilità dei Balcani Occidentali è una priorità per l’Italia,
                                 primo contributore europeo in Kosovo sotto il profilo della sicurezza
  grazie alla partecipazione alla missione KFOR, cui contribuiamo con il secondo contingente più
  numeroso e detenendo il Comando della missione. Il ministro Di Maio ha quindi ribadito il fermo
  sostegno italiano alla prospettiva europea del Kosovo e dei Balcani Occidentali, tassello centrale per la
  definitiva stabilizzazione della regione, auspicando da parte UE segnali tangibili in risposta alle
  legittime aspirazioni dei cittadini kosovari di poter far parte della famiglia europea. Affrontando, infine,
  il tema del dialogo tra Pristina e Belgrado, il ministro degli Esteri italiano ha rinnovato il convinto
  sostegno all’azione del rappresentante speciale UE, Lajcak, esprimendo l’auspicio che entrambe le parti
  adottino un approccio costruttivo. Solo così, infatti, il Dialogo facilitato dall’Unione Europea potrà
  portare ad un accordo definitivo, che includa tutte le questioni aperte tra Serbia e Kosovo.

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