Grecia: prorogato il termine per la presentazione delle dichiarazione dei redditi

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Grecia: prorogato il termine per la presentazione delle dichiarazione dei redditi
Grecia: prorogato il termine
per la presentazione delle
dichiarazione dei redditi

                Il Ministero delle Finanze greco ha annunciato
      una breve proroga del termine per il deposito delle
dichiarazioni dei redditi per le persone fisiche e le imprese.
Il termine ultimo per la presentazione delle dichiarazioni dei
redditi per l’anno fiscale 2015 è il 30 giugno 2016. Tuttavia,
 in una dichiarazione rilasciata dal Ministero il 26 giugno, è
stato annunciato che la scadenza è stata rinviata al 15 luglio
     2016, sia per le persone fisiche che per le societa’.
Il Ministero ha avvertito che non ci saranno ulteriori proroghe
  del termine ed ha inoltre evidenziato che chi presentera’ la
    dichiarazione dei redditi in ritardo verra’ sanzionato.
Gli importi andranno da 100 Euro (pari a 111 Dollari Usa) fino
                  a 500 Euro per contribuente.
   Inoltre, per le dichiarazioni dei redditi presentate in
  ritardo, e’ previsto un costo mensile aggiuntivo pari allo
                  0,73% dell’imposta dovuta.

Sud Africa: 1 luglio, data di
inizio del periodo fiscale
Grecia: prorogato il termine per la presentazione delle dichiarazione dei redditi
Il periodo fiscale 2016 del Sud Africa inizia
                 il 1 luglio 2016, anche se solamente i
                 contribuenti la cui retribuzione annuale
                 lorda è stata superiore ai 350,000 Rand (pari
a 23.000 dollari Usa) avranno l’obbligo di completare la
dichiarazione dei redditi.

Per essere esonerati dall’obbligo di presentare dichiarazioni
dei redditi, i contribuenti con reddito inferiore alla soglia
sopra indicata devono avere percepito il loro reddito da un
unico datore di lavoro per l’intero anno di valutazione, non
avere percepito altre forme di reddito, come ad esempio
reddito d’impresa, affitti, o redditi derivanti da altro
lavoro e non avere detrazioni fiscali aggiuntive da
richiedere, come spese mediche, spese di viaggio, ecc.

Il termine per i singoli contribuenti per presentare le loro
dichiarazioni dei redditi manualmente o via posta è il 23
settembre 2016. Il termine per tutti i contribuenti,
provvisori e non provvisori, che presentano le dichiarazioni
dei redditi tramite eFiling è rispettivamente il 25 novembre
2016 e il 31 gennaio   2017.

I contribuenti provvisori, sono quelle persone fisiche che
percepiscono altre forme di reddito, come redditi derivanti da
investimenti, redditi derivanti da attività commerciali,
affitti, diritti d’autore, o redditi da amministratori.

Il South African Revenue Service ha comunicato che lo scorso
anno sono stati presentati 5,4 milioni di dichiarazioni,
11,52% in più rispetto al 2014.

I contribuenti vengono infatti incoraggiati ad utilizzare il
sistema di eFiling, in quanto questo e’ il modo più semplice e
veloce di presentare una dichiarazione dei redditi. L’anno
scorso, il 99,96% delle dichiarazioni sono state depositate
per via elettronica, sia tramite eFiling (51.84%), o mediante
archiviazione elettronica presso una filiale della SARS o
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unità fiscale mobile. Le dichiarazioni presentate manualmente
sono scese a meno di 2.000.

La Svezia indende rinnovare
la normativa in materia di
IVA
                In una breve dichiarazione pubblicata il 28
                giugno, il Ministero delle Finanze svedese ha
                annunciato l’intenzione del Governo di rivedere
                la normativa dell’imposta sul valore aggiunto
                del Paese, al fine di apportare miglioramenti
al regime attualmente in vigore.

“Il Governo intende migliorare il sistema fiscale svedese”, ha
annunciato il Ministero, aggiungendo che “le norme svedesi in
materia di IVA sono difficili da afferrare e da applicare”.
 Ha poi aggiunto che le norme IVA della Svezia devono essere
rese piu’ semplici e comprensibili.

Il Governo ha chiesto l’elaborazione di un piano entro il 1
Aprile 2019, con il quale vengano pianificate delle misure per
rendere la legislazione IVA svedese piu’ semplice, più
trasparente e maggiormente allineata con la direttiva
comunitaria in materia di IVA.
Grecia: prorogato il termine per la presentazione delle dichiarazione dei redditi
Sud   Africa:   accesso al
mercato degli Stati Uniti
garantito fino al 2025
                   Il dipartimento Sudafricano del Commercio e
                   dell’Industria (DTI) ha confermato che, ai
                   sensi dell’African Growth and Opportunity
                   Act (AGOA) e’ stato garantito l’accesso per
                   i prodotti agricoli del Sud Africa negli
                   Stati Uniti fino al 2025.

L’AGOA prevede che quasi tutte le merci prodotte nei paesi
contemplati da tale normativa possano entrare nel mercato
statunitense in regime di esenzione da dazi doganali.
All’inizio di quest’anno, era stata minacciata l’esclusione
del Sud Africa dai Paesi che possono beneficiare degli sgravi
fiscali previsti dall’AGOA nel caso in cui il Sud Africa non
avesse deciso di rimuovere le barriere non tariffarie sulla
carne di maiale, manzo e pollame proveniente dagli Stati
Uniti.

“Il Sud Africa ha risolto tutti i problemi al fine di
garantire il suo accesso al AGOA fino al 2025”: cosi’ ha
comunicato il portavoce del DTI, Sidwell Medupe. “Le questioni
relative a questi tre prodotti sono state risolte, garantendo
cosi’ l’accesso preferenziale nel mercato statunitense per la
durata dell’AGOA”.

Secondo Medlupe, la priorità del Governo sudafricano è ora
quella di aumentare le opportunità di accesso al mercato degli
Stati Uniti per altri prodotti agricoli del paese. Egli ha
inoltre rivelato che non vi sono trattative in corso volte
alla conclusione di un possibile accordo di libero scambio tra
gli Stati Uniti e l’Unione doganale del Sud Africa.
Grecia: prorogato il termine per la presentazione delle dichiarazione dei redditi
Europa centrale e orientale:
divario   IVA   pari  a   28
miliardi di Euro
                 Secondo quanto evidenziato da un nuovo studio
                 pubblicato da Pwc, le entrate IVA non riscosse
                 costeranno al tesoro di cinque Paesi
                 dell’Europa centrale e orientale circa 28,2
                 miliardi di Euro (pari a 32 miliardi di dollari
Usa) all’anno.

Il report, presentato nel corso di una conferenza tenuta da
PwC a Bucarest il 23 giugno e basato sui dati raccolti
dall’Eurostat, mostra che il divario IVA – e cioe’ la
differenza tra le entrate IVA teoriche (applicando l’aliquota
piena e non quella ridotta) e i ricavi effettivi – variava dal
19,1% in Repubblica Ceca a poco meno del 40% in Romania. E’
stato evidenziato un notevole divario anche in Ungheria
(20,8%), Slovacchia (28,3%), e Polonia (29,2%).

PwC ha inoltre evidenziato che, in termini di ricavi, nel
periodo 2014/15, l’ammontare di entrate relative all’IVA non
riscosse in Repubblica Ceca e’ stato pari a 3,1 miliardi di
Euro, 2,6 miliardi di Euro in Ungheria, 8,3 miliardi di Euro
in Romania, 12 miliardi di Euro in Polonia e 2,2 miliardi di
Euro in Slovenia.

Daniel Anghel, Indirect Taxes Leader di PwC, ha evidenziato
che, mentre un certo numero di paesi CEE hanno introdotto
misure per ridurre le dimensioni dei loro divari IVA, questi
Paesi hanno ottenuto risultati contrastanti.

“Tali programmi hanno già dato ottimi risultati in Slovacchia,
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dove il divario IVA è stato ridotto dal 33,9 per cento al 28,3
per cento in un solo anno. Il risultato e’ stato ottenuto
grazie ad una serie di misure come l’introduzione da parte
dell’amministrazione finanziaria di software di analisi capaci
di valutare i dati delle dichiarazioni fiscali in tempo reale,
la creazione di un comitato per indagare le maggiori frodi
fiscali in collaborazione con la polizia e i pubblici
ministeri, e la creazione di tribunali specializzati in
materia fiscale”.

“Tuttavia, numerosi altri Paesi sembrano in difficolta’
nell’affrontare il problema del divario dell’IVA. Sia Polonia
che Romania hanno segnalato alti livelli di IVA non riscossi
nel 2015; la Romania e’ addirittura l’ultimo tra gli Stati
membri dell’UE in termini di riscossione dell’IVA. E’ quindi
chiaro che le autorità di questi paesi hanno bisogno di
rivalutare l’impatto delle misure adottate, tra cui i
controlli sulle registrazioni IVA, come ad esempio il modulo
088 per l’IVA in Romania, che non sembrano portare i risultati
desiderati in termini di riduzione delle frodi IVA e aumento
della riscossione delle imposte”, ha aggiunto Anghel.

Action   Aid  accoglie   con
favore la riduzione degli
sgravi fiscali in Africa
                Action Aid ha pubblicato un nuovo rapporto
                sulla proliferazione delle agevolazioni
                fiscali nei paesi dell’Africa orientale.
Grecia: prorogato il termine per la presentazione delle dichiarazione dei redditi
Nel rapporto si afferma: “I governi hanno adottato alcune
misure favorevoli alla riduzione degli incentivi fiscali, in
particolare quelle relative all’IVA, che stanno potenziando la
riscossione delle imposte e forendo quindi entrate
supplementari importanti che possono essere investite per la
fornitura di servizi importanti”.

In particolare, si è osservato che la Tanzania ha introdotto
una nuova legge nel 2015 per ridurre le esenzioni IVA.
Tuttavia, l’organizzazione ha chiesto ulteriori sforzi per
ridurre gli incentivi offerti agli investitori stranieri. Il
rapporto stima che questa legge aumenterà i ricavi di circa
500 milioni di Dollari.

Infine, il rapporto osserva che anche l’Uganda ha preso
provvedimenti per ridurre le esenzioni IVA, e si prevede che i
proventi derivanti dalla riscossione delle imposte aumentera’
dello 0,7 per cento del PIL. Tuttavia, la nazione è stata
inoltre invitata a tenere a freno le esenzioni fiscali
aziendali.

Il report esorta i paesi dell’Africa orientale ad evitare una
corsa al ribasso nel fornire sempre maggiori agevolazioni
fiscali per gli investitori stranieri, avvertendo che tutto
ciò ha eroso le loro basi imponibili.

UE:   la  banche   esprimono
preoccupazione in merito alla
direttiva contro l’evasione
Grecia: prorogato il termine per la presentazione delle dichiarazione dei redditi
fiscale
                   La Federazione Bancaria Europea ha offerto un
                   cauto benvenuto all’accordo recentemente
                   raggiunto dagli Stati membri dell’UE in
                   ordine alla direttiva della Commissione
               Europea contro l’evasione fiscale, affermando
che tali norme non prendono in considerazione eventuali
ripercussioni sulle banche.

In una dichiarazione rilasciata il 21 giugno del 2016, la
Federazione ha detto: “le Banche Europee, che sostengono
attivamente le misure internazionali in favore della lotta
contro l’evasione fiscale, accolgono largamente le nuove
misure dell’UE contro l’evasione fiscale delle imprese su cui
ministri delle Finanze hanno raggiunto un accordo lunedì. Il
Fondo per le frontiere esterne sostiene pienamente
l’attuazione coordinata e coerente dell’Unione europea del
piano d’azione dell’OCSE sull’erosione della base imponibile e
lo spostamento dei profitti (BEPS), che mira a tassare i
profitti aziendali dove viene prodotto il reddito. Tuttavia,
la direttiva che i Ministri delle Finanze dell’UE hanno ora
concordato, rischia di creare distorsioni in quanto si
discosta dalle raccomandazioni BEPS formulate dall’OCSE. “

La Federazione ha aggiunto: “Le banche europee rivestono un
ruolo centrale nell’attuazione di norme e misure contro
l’evasione fiscale e impediscono la doppia imposizione
fiscale. L’EBF è particolarmente preoccupato per il limite di
deducibilità degli interessi che i ministri dell’UE hanno
adottato prima che l’OCSE abbia pienamente considerato come
questa misura dovrebbe essere applicata ai gruppi bancari. La
direttiva, inoltre, non prevede meccanismi di risoluzione
delle controversie adeguati, i quali sono progettati per
evitare conseguenze indesiderate come la doppia imposizione “.

La   Federazione    ha   chiesto   un’approfondita   valutazione
Grecia: prorogato il termine per la presentazione delle dichiarazione dei redditi
d’impatto delle misure a livello europeo considerando che essi
possono avere un notevole impatto sul clima di investimento in
Europa.

Giappone:   necessario                                      un
aumento della Sales Tax
             Dopo la recente decisione del primo ministro
             Shinzo Abe di rinviare l’aumento dell’aliquota
             dell’imposta sui consumi, che avrebbe dovuto
entrare in vigore nel mese di aprile del prossimo anno, il
Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha suggerito che il
Giappone dovrebbe invece impegnarsi a introdurre dei piccoli
aumenti di imposta da mantenere nel lungo periodo al fine di
ottenere il consolidamento fiscale.

Originariamente   si   era   infatti   previsto   di   aumentare
l’aliquota di imposta sui consumi del Giappone, attualmente
pari all’otto per cento, al 10 per cento nel mese di ottobre
2015, ma tale modifica non entrera’ in vigore fino a ottobre
del 2019.

Abe ha inoltre comunicato che il Governo introdurrà ulteriori
misure per stimolare la situazione fiscale entro la fine
dell’anno; tali misure saranno introdotte con l’obiettivo di
contrastare la continua incertezza economica del Paese.

L’attuale strategia di risanamento del bilancio del Giappone
mira a portare il deficit primario del conto generale dei
governi centrali e locali in equilibrio per l’anno fiscale
2020 – 2021.

Il FMI ha inoltre preso atto della sfida del governo di
Grecia: prorogato il termine per la presentazione delle dichiarazione dei redditi
“stimolare l’economia e la sostenibilità       delle   finanze
pubbliche in un breve lasso di tempo.”

Il FMI ha evidenziato che “il percorso di risanamento del
bilancio deve essere tracciato gia’ oggi, e deve essere
previsto un programma di aumenti dell’imposta sui consumi
graduali, tendenti almeno al 15%: gli aumenti, per esempio,
potranno essere pari allo 0,5 o all’uno per cento all’anno”.

Tutto cio’ sara’ necessario per trovare il giusto equilibrio
tra il sostegno alla crescita e il raggiungimento della
sostenibilità fiscale nel lungo periodo.

Il FMI ha poi concluso dicendo che “avviare da subito
l’aumento dell’aliquota di imposta senza aspettare il 2019,
adottando un percorso graduale, potrebbe aumentare la
possibilita’ di aggiustamento fiscale nel lungo periodo.”

Germania:   nuovo    sistema
fiscale informatizzato
              Il Parlamento tedesco ha approvato un pacchetto
              di proposte finalizzate all’introduzione di un
              sistema fiscale online in Germania.

Secondo il Governo, le riforme in questione, approvate dal
Gabinetto federale tedesco nel 2015, consentiranno ai
contribuenti di intraprendere una serie di operazioni fiscali
elettronicamente,     compresa    la  presentazione    delle
dichiarazioni fiscali, le richieste di differimento del
pagamento d’imposta e i ricorsi fiscali.

In una dichiarazione rilasciata il 17 giugno, il Governo ha
detto che tutta la mole di documentazione cartacea connessa
alla presentazione delle dichiarazioni dei redditi sarà presto
eliminata.

“Per quanto possibile, il Governo federale vuole che nel
prossimo futuro vengano eliminate tutte le comunicazioni su
supporto cartaceo scambiate tra cittadini, imprese e autorità
fiscali in entrambe le direzioni”, ha aggiunto.

Le nuove regole entreranno in vigore il 1 Gennaio 2017.

Repubblica    Ceca:   nuova
imposta sul gioco d’azzardo
               Il presidente ceco Milos Zeman ha firmato una
               nuova legge che prevede la regolamentazione e
               la tassazione del gioco d’azzardo online nella
               Repubblica Ceca.
               Secondo la legge, firmata dal presidente Zeman
il 10 giugno, verra’ introdotta una tassa del 23% sulla
entrate lorde derivanti dal gioco nei casi di scommesse
sportive online e lotterie, mentre ai casinò verra’ applicata
un’imposta del 35%. Tali imposte andranno ad aggiungersi
all’attuale imposta del 19% sul reddito delle società.

La versione finale della nuova legge è stata approvata dalla
Camera dei Deputati nel mese di aprile 2016 e dal Senato
all’inizio di questo mese.

La nuova legge dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2017,
e generare 2 miliardi di Corone ceche (pari a 83,4 milioni di
dollari Usa) di fatturato annuo.
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