GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE?
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«Decidendo, quella sera di marzo del 1938, di sparire nel nulla e di confondere ogni traccia sperimentalmente rilevabile della sua scomparsa, [Majorana] ha posto alla scienza la domanda che aspetta ancora la sua inesigibile e, tuttavia, ineludibile risposta: che cos'è reale?» I Il 1 1 ISBN: 978-88-545-1407-2 9 788854 514072
Quarant'anni dopo il libro di Sciascia, il mistero della scomparsa di Ettore Majo rana, avvenuta il 25 marzo 1938, è rimasto immutato. Com'è possibile che il più pro mettente e geniale fra i fisici riuniti intorno I COLIBRi a Enrico Fermi sia sparito senza lasciare traccia? Sciascia aveva ipotizzato che la de cisione di scomparire e di abbandonare la fisica fosse stata presa da Majorana nel momento in cui si era reso precocemente conto che le ricerche di Fermi avrebbero portato alla bomba atomica, ma la sua ipotesi è stata sempre smentita dai fisici. Agamben in questo libro affaccia un'altra e più persuasiva ipotesi. Analizzando attentamente un articolo po stumo di Majorana sul Valore delle leggi sta tistiche nella fisica e nelle scienze sociali, che dimostra che nella fisica quantica la realtà deve dissolversi nella probabilità, Agamben suggerisce che Majorana, scomparendo senza lasciare tracce, ha fatto della sua per sona la cifra stessa dello statuto del reale nell'universo probabilistico della fisica con temporanea e ha posto alla scienza una do manda che aspetta ancora la sua risposta: che cos'è reale? In copertina: Alberto Savinio, Le /empiefoudroyé, 1931. Collezione privala, courtesy Farsettiarte, Pralo Grafica: Corrado Bosi, cdf�ittica.it
Dello stesso autore: Il Regno e la Gloria GIORGIO AGAMBEN La potenza del pensiero Altissima povertà L'uso dei empi CHE COS'È REALE? La scomparsa di Majorana © 2016 Neri Pozza Editore, Vicenza ISBN 978-88-545-1407-2 NI RI POZZA Il nostro indirizzo internet è: www.neripozza.it
1. La sera del 25 marzo 1938, alle 22.30, Etto re Majorana, considerato fra i fisici più dotati della sua generazione, s'imbarcò da Napoli, dove da un anno ricopriva la cattedra di Fisica teori ca, su un piroscafo della società Tirrenia diretto a Palermo. Da quel momento, a parte notizie e ipotesi non confermate, del «giovane professore di anni trentuno, alto metri 1.70, snello, coi capelli neri, occhi scuri e una lunga cicatrice sul dorso di una mano» - come recita l'annuncio pubblicato il 17 aprile sulla rubrica Chi l'ha visto? de «La Domenica del Corriere» - si perse ogni traccia. Malgrado ricerche a cui si interes sarono le autorità di polizia e, su pressione di Fermi, lo stesso capo del Governo, Ettore Majo rana era scomparso per sempre. I familiari non accettarono mai l'ipotesi, di cui la polizia sem brava invece convinta, del suicidio e non solle citarono la dichiarazione di morte presunta cui si ricorre in casi del genere. Di qui il diffonder si di leggende incontrollabili sulla fuga dello
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE scienziato in Argentina o nella Germania nazista, ricordo almeno fino alle undici di questa sera, e sul suo ritiro in un convento e sulla sua ricom possibilmente anche dopo». parsa negli anni Settanta come barbone in Sici Majorana si riferisce ali'atto che sta compien lia e a Roma. do come alla «mia improvvisa scomparsa» e non I soli documenti certi da cui deve partire ogni come a un suicidio, e precisa subito dopo che riflessione sulla scomparsa di Majorana sono le ricorderà gli amici dell'Istituto di fisica «fino alle lettere che egli ha scritto il giorno stesso della undici e possibilmente anche dopo». Lintenzio partenza e in quello successivo. Un esame atten ne di suggerire spiegazioni discordanti è già evi to dei testi mostra che Majorana, nel momento dente: «fino alle undici» può, infatti, riferirsi a stesso in cui ha deciso di scomparire, sembra un presagio di morte, ma com'è stato osservato, suggerire per il suo gesto spiegazioni divergenti, è affatto improbabile che, avendo tutta la notte come se volesse confondere le tracce, lasciando davanti a sé, egli intendesse gettarsi in mare solo lo intenzionalmente aperto a interpretazioni mezz'ora dopo la partenza, quando i marinai e contrastano. i passeggeri ancora desti sui ponti lo avrebbero Il giorno stesso della partenza scrive a Carrel certamente visto. Ancora più fuorviante è, da li, suo collega nell'università di Napoli, la lette questo punto di vista, il «possibilmente anche ra seguente: dopo», che sembra smentire, anche se in via ipo «Caro Carrelli, tetica, ogni idea di suicidio. Da notare, inoltre, ho preso una decisione che era ormai mevi l'affermazione della motivazione assolutamente tabile. Non vi è in essa un solo granello di egoi non soggettiva ( «non vi è in essa un solo gra smo, ma mi rendo conto delle noie che la mia nello di egoismo») della sua decisione. E che, in improvvisa scomparsa potrà procurare a te e agli realtà, Majorana non pensasse a un suicidio, studenti. Anche per questo ti prego di perdonar sembra provato dall'unico altro dato sicuro: pri mi, ma soprattutto per aver deluso tutta la fidu ma di partire, egli aveva ritirato una cospicua cia, la sincera amicizia e la simpatia che mi hai somma di denaro e portato con sé il passaporto. dimostrato in questi mesi. Ti prego anche di La lettera che egli lascia all'albergo per i geni ricordarmi a coloro che ho imparato a conosce tori suona, invece, come un annuncio di suici re e ad apprezzare nel tuo Istituto, particolar dio, anche se la morte è curiosamente evocata mente a Sciuti; dei quali tutti conserverò un caro solo attraverso le sue conseguenze sul vestiario: 6 7
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE «Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di parsa, l'accento è messo sulle motivazioni non nero. Se volete inchinarvi all'uso, portate pure, psicologiche della rinuncia («non mi prendere ma per non più di tre giorni, qualche segno di per una ragazza ibseniana, perché il caso è dif lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri ferente»). "Il caso è differente": si tratta quindi cuori e perdonatemi». - questo Majorana suggerisce implicitamente Il 26 marzo, Carrelli ricevette un laconico all'amico - di comprendere quale sia la natura telegramma che smentiva la lettera appena invia particolare del "caso" in questione. ta e ne prometteva una nuova: «Non allarmarti. Il comportamento di Majorana smentì pun Segue lettera. Majorana». La nuova lettera, data tualmente anche il contenuto di questa lettera. ta "Palermo 26 marzo 1938-XVI" (notare la data Benché alla compagnia di navigazione il bigliet zione col riferimento all'era fascista, come se si to di ritorno risultasse utilizzato e un'infermiera trattasse di un documento ufficiale) annunciava che lo conosceva dichiarasse di averlo intravisto infatti l'imminente ritorno dello "scomparso": in una via di Napoli, Majorana non ricomparve «Caro Carrelli, all'albergo Bologna né si presentò all'Università spero che ti siano arrivati insieme il telegram per dimettersi dall'insegnamento. Era ora vera ma e la lettera. Il mare mi ha rifiutato e ritor mente scomparso - e per sempre. nerò domani all'albergo Bologna, viaggiando Una prima conclusione che si può trarre forse con questo stesso foglio. Ho però intenzio dall'esame delle lettere è che la realtà dei fatti ne di rinunciare all'insegnamento. Non mi pren non corrisponde mai puntualmente a quella in dere per una ragazza ibseniana, perché il caso è esse evocata, la quale si presta, d'altra parte, a differente. Sono a tua disposizione per ulteriori interpretazioni divergenti, di cui l'autore non dettagli». poteva non essere consapevole. Majorana non è Ancora una volta, l'accenno a un rifiuto da sparito dopo la prima lettera, che annunciava il parte del mare può suggerire un proposito suo definitivo congedo, e non è ricomparso dopo abbandonato di suicidio (ma anche di un viaggio la seconda, che comunicava la sua ricomparsa. per mare); alla decisione di scomparire, si sosti Né si è ucciso, come sembrava implicito dalla tuisce, però, ora quella, presentata in qualche lettera ai familiari. La sola cosa certa, tuttavia, è modo come equivalente, di rinunciare all'inse che egli è effe�tivamente e irrevocabilmente gnamento. Come nella prima lettera per la scom- scomparso e ha altrettanto irrevocabilmente 8 9
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE rinunciato all'insegnamento di Fisica teorica, ducevano sulla radioattività potevano portare ma, in entrambi i casi, non nelle modalità sug alla scissione dell'atomo di uranio. «Majorana gerite dalle lettere. era secondo Fermi un genio. E perché dunque La scomparsa di Majorana è, cioè, altrettanto non avrebbe potuto vedere o intuire quel che gli certa quanto improbabile (nel senso letterale del scienziati di terzo, secondo e primo rango anco termine: essa non può essere in alcun modo pro ra non vedevano o non intuivano? Peraltro già vata e accertata sul piano dei fatti). Costante è nel 1921, parlando delle ricerche atomiche di soltanto l'affermazione delle motivazioni non Rutherford, un fisico tedesco aveva avvertito: psicologiche né soggettive tanto della scomparsa "Viviamo su un'isola di fulmicotone"; ma aggiun che della rinuncia. Il suo "caso" è in ogni senso geva che, grazie a Dio, ancora non avevano tro davvero "differente". vato il fiammifero per accenderla (è evidente che non gli passava per la testa di non accendere il fiammifero una volta trovato). Perché quindici 2. Alle possibili motivazioni della scomparsa di anni dopo un genio della fisica, trovandosi di Majorana, Leonardo Sciascia ha dedicato nel fronte alla virtuale, anche se non riconosciuta, 1975 un libro esemplare, che ha giustamente scoperta della fissione nucleare, non potrebbe richiamato l'attenzione su un caso troppo singo aver capito che il fiammifero c'era già ed esser lare per poter essere dimenticato. Sciascia rico sene allontanato - poiché mancava di buon sen struisce con cura la personalità di Majorana, le so - con sgomento, con terrore?» 1• sue inclinazioni filosofiche e letterarie (secondo Sciascia ha buon gioco nel ricordare che Fer la testimonianza di Amaldi, leggeva appassiona mi e i suoi collaboratori, bombardando l'atomo tamente Shakespeare e Pirandello), i suoi diffi di uranio con dei neutroni, avevano realizzato cili rapporti con Fermi, l'incontro fecondo con senza accorgersene la fissione nucleare e che una Heisenberg a Lipsia nel 1933. Lipotesi di Scia chimica tedesca, Ida Noddack, in un breve arti scia è che il giovane scienziato - che lo stesso colo del 1934 che Majorana poteva aver letto, Fermi definiva un genio come Galilei e Newton, ma privo di buon senso - avesse visto quel che Fermi nel 1934 non era riuscito a vedere - e 1. L. Sciascia, La scomparsa di Majorana, Adelphi, Milano, cioè che gli esperimenti che i fisici romani con- 2004, p. 42. IO II
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE aveva suggerito che ciò che risultava da quell'e- del tutto i rapporti con Fermi e l'Istituto di fisi . . spenmento non erano - come nteneva erronea- ca e esce raramente di casa. «Scriveva per ore, mente Fermi - dei nuovi elementi transuranici, per molte ore del giorno e della notte: e che ma la disgregazione dell'atomo di uranio in più scrivesse di fisica o di filosofia, il fatto è che di frammenti di una certa grandezza. Di qui a tutte quelle carte restarono due soli, brevi scrit intravedere le possibili, disastrose conseguenze ti» 3. Il primo, dedicato alla Teoria simmetrica della scissione il passo era breve e Sciascia cita dell'elettrone e del positrone, fu pubblicato da la testimonianza della sorella di Majorana, secon Majorana nel 1937, il secondo, da cui Sciascia do la quale il fratello avrebbe detto più volte trae la sua citazione e di cui ci occuperemo qui con amarezza che «la fisica è su una strada sba in particolare, fu pubblicato nel 1942, quattro gliata». Il libro si conclude con la visita in un anni dopo la misteriosa scomparsa dello scien convento certosino, nel quale lo scienziato - ziato, nel numero di marzo della rivista «Scien questa è l'ipotesi che Sciascia propone non come tia» col titolo Il valore delle leggi statistiche nella una certezza fattualmente verificabile, ma come · fisica e nelle scienze sociali. «un'esperienza metafisica» 2 - si sarebbe ritirato L'analogia fra le leggi statistiche della fisica e fino alla morte. quelle delle scienze sociali suggerita dal titolo ha, nel testo, degli svolgimenti su cui vale la pena di riflettere. L'articolo contiene, infatti, una 3. A un certo punto del libro, Sciascia cita un riflessione sulla trasformazione della fisica in passo di un articolo di Majorana, scritto negli conseguenza dell'abbandono del determinismo anni successivi al ritorno dalla Germania (1933) della meccanica classica a favore di una conce e prima della cattedra a Napoli (1937), la cui zione puramente probabilistica della realtà. Que conclusione gli pare, anche se curiosamente sta trasformazione della concezione della natura omette di darne le ragioni, «profondamente sug nella fisica quantistica implica un cambiamento gestiva, nel senso dell'inquietudine, della paura». anche del carattere delle leggi statistiche di cui In quel periodo, Majorana ha interrotto quasi essa si serve. Mentre, nella fisica classica, queste 2. lvi, p. 46. 3. lvi, p. 29. 12 13
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE si fondavano sulla rinuncia a conoscere in tutti atomico esercita su di esso una perturbazione i particolari le condizioni iniziali dei sistemi fisi finita che non può essere, per ragioni di princi ci e non mettevano in questione il determinismo pio, eliminata o ridotta. Il risultato di qualunque delle leggi naturali, la meccanica quantistica misura sembra pèrciò riguardare piuttosto lo sta implica una mutazione radicale nella stessa to in cui il sistema viene portato nel corso dell'e nozione di legge, che Majorana esprime con sperimento stesso che non quello inconoscibile queste parole: in cui si trovava prima di essere perturbato». «Non esistono in natura leggi che esprimano È da questa impossibilità di descrivere con una successione fatale di fenomeni; anche le leg esattezza lo stato di un sistema atomico che Hei gi ultime che riguardano i fenomeni elementari senberg faceva derivare la necessità di introdurre (sistemi atomici), hanno carattere statistico, per leggi statistiche nella meccanica dei quanti. In mettendo soltanto di stabilire la probabilità che ogni caso, è appunto il nuovo significato di que una misura eseguita su un sistema preparato in ste leggi e la loro analogia con quelle della sta un dato modo dia un certo risultato, e ciò qua tistica sociale che Majorana cerca di compren lunque siano i mezzi di cui disponiamo per dere. determinare con la maggior esattezza possibile lo Egli esemplifica quest'analogia con le leggi stato iniziale del sistema. Queste leggi statistiche probabilistiche che riguardano il "tasso di mor indicano un reale difetto di determinismo e non talità" degli atomi che si trasformano nei pro hanno nulla di comune con le leggi statistiche cessi radioattivi. Queste trasformazioni non classiche nelle quali l'incertezza dei risultati deri dipendono dall'età dell'atomo e hanno un carat va dalla volontaria rinunzia, per ragioni pratiche, tere puramente probabilistico che esclude ogni a indagare nei più minuti particolari le condi determinismo causale. «È stato possibile verifi zioni iniziali dei sistemi fisici». care, mediante dirette rilevazioni statistiche e Laltro aspetto della meccanica quantistica su applicazioni del calcolo delle probabilità, che i cui Majorana si sofferma è quello che aveva por singoli atomi radioattivi non subiscono alcuna tato Heisenberg a definire il principio di inde influenza reciproca o esterna per quanto riguar terminazione, che Majorana formula in questi da l'istante della trasformazione; infatti il nume termm1: ro delle disintegrazioni che hanno luogo in un «Qualunque esperienza eseguita in un sistema certo intervallo di tempo è soggetto a fluttuazio- 14
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE ni dipendenti esclusivamente dal caso, cioè dal punto di vista strettamente scientifico che impe carattere probabilistico della legge individuale di disca di considerare come plausibile che all'ori trasformazione». Anche se a prima vista sembra gine di avvenimenti umani possa trovarsi un che non esista qui un'analogia con i fatti (per fatto vitale egualmente semplice, invisibile e esempio le tavole di mortalità in una determi imprevedibile. Se è così, come noi riteniamo, le nata popolazione) di cui si occupano le statisti leggi statistiche delle scienze sociali vedono accre che sociali, Majorana suggerisce al contrario che sciuto il loro ufficio, che non è soltanto quello la corrispondenza è qui non meno stringente di di stabilire empiricamente la risultante di un quella che in qualche pagina prima aveva dimo gran numero di cause sconosciute, ma soprattut strato per le leggi statistiche della fisica classica. to di dare della realtà una testimonianza imme «Lintroduzione nella fisica di un nuovo tipo diata e concreta. La cui interpretazione richiede di legge statistica, o meglio semplicemente pro un'arte speciale, non ultimo sussidio dell'arte di babilistica, che si nasconde, in luogo del suppo governo». sto determinismo, sotto le leggi statistiche ordi Occorre riflettere con estrema attenzione su narie» non soltanto non obbliga a escludere l'a questo passo. Importante è qui innanzitutto il nalogia con le leggi statistiche sociali, ma forni corsivo che sottolinea il termine "comandatà': sce a queste un ulteriore fondamento. Lobiezio «Bastano quindi comuni artifici di laboratorio ne secondo cui la disintegrazione di un atomo per preparare una catena complessa e vistosa di radioattivo è, a differenza dei fatti sociali, un fenomeni che sia comandata dalla disintegrazio fenomeno isolato e imprevedibile, che può avve ne accidentale di un solo atomo radioattivo». È nire dopo migliaia di anni non è, infatti, insor possibile leggere qui qualcosa di più che un montabile. «La disintegrazione di un atomo accenno alla fissione nucleare che porterà qual radioattivo può obbligare un contatore automa che anno dopo l'équipe diretta da Oppenheimer tico a registrarlo con effetto meccanico, reso pos e Fermi alla costruzione della prima bomba ato sibile da adatta amplificazione. Bastano quindi mica. Ciò che Majorana sembra, però, suggerire comuni artifici di laboratorio per preparare una è che proprio il carattere esclusivamente proba catena complessa e vistosa di fenomeni che sia bilistico dei fenomeni in questione nella fisica comandata · dalla disintegrazione accidentale di quantistica autorizza un intervento dello speri un solo atomo radioattivo. Non vi è nulla dal mentatore che gli permette di "comandare" il 16 17
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE fenomeno stesso in una certa direzione. Il prin sussidio dell'arte di governo») acquista in questa cipio di indeterminazione rivela qui il suo vero prospettiva un significato particolare: come le significato, che non è quello di porre un limite leggi probabilistiche della meccanica quantistica alla conoscenza, ma quello di legittimare come mirano non a conoscere, ma a "comandare" lo inevitabile l'intervento dello sperimentatore. Se stato dei sistemi atomici, così le leggi della sta l'esperienza e la misurazione di un sistema ato tistica sociale mirano non alla conoscenza, ma mico esercita su di esso una perturbazione ine al "governo" dei fenomeni sociali. La statistica liminabile, allora in questione nell'esperimento è, in entrambi i casi, «un'arte speciale, non ulti non è tanto la conoscenza del sistema stesso, mo sussidio dell'arte di governo». quanto innanzitutto la modificazione che esso È possibile, allora, che l'ipotesi di Sciascia subisce attraverso gli strumenti di misurazione. sulle motivazioni che hanno spinto Majorana ad Nelle parole di Majorana: «Il risultato di qua abbandonare la fisica vada corretta e integrata lunque misura sembra perciò riguardare piutto nel senso che, se non è certo che Majorana aves sto lo stato in cui il sistema viene portato [cor se intravisto le conseguenze della scissione dell'a sivo nostro] nel corso dell'esperimento che non tomo, è invece sicuro che egli avesse visto con quello inconoscibile in cui ·si trovava prima di chiarezza le implicazioni di una meccanica che essere perturbato». E si capisce perché questo rinunciava a ogni concezione non probabilistica aspetto della meccanica quantistica sia definito del reale: la scienza non cercava più di conosce da Majorana «più inquietante [... ] che non la re la realtà, ma - al pari della statistica nelle semplice mancanza di determinismo»: è proprio scienze sociali - soltanto di intervenire su di essa il difetto del determinismo della fisica classica per governarla. che permette, anzi obbliga lo sperimentatore a "comandare" e "determinare" in misura inaudita lo stato del sistema. 4. Nei primi mesi del 1941, un anno prima Tanto più significativa è, a questo punto, l'a della pubblicazione dell'articolo di Majorana, nalogia che Majorana stabilisce con le procedu Simone Weil comincia a scrivere a Marsiglia un re della statistica sociale. La frase in apparenza saggio dal titolo La science et nous, che è essen enigmatica che conclude l'articolo («La cui inter zialmente una critica della fisica quantistica. Le pretazione richiede un'arte speciale, non ultimo terogeneità di questa rispetto alla fisica classica 18 19
GIORGIO AGAMBEN CHE COS't: REALE è affermata drasticamente nell'esordio: «All'inizio cità» 5 • Alla nozione di energia così definita, la di questo secolo è avvenuta per noi, gente dell'oc fisica classica aggiunse con altrettanta necessità cidente, una cosa ben strana: abbiamo perduto il principio dell'entropia. «Questa necessità deri senza accorgercene la scienza, o quanto meno va dal tempo stesso e consiste in ciò che esso ha ciò che da quattro secoli definivamo con questo una direzione, in modo che, qualunque cosa nome. Ciò che ora possediamo sotto questo accada, il senso di una trasformazione non è nome è un'altra cosa, radicalmente un'altra cosa, indifferente. Noi sperimentiamo questa necessità e non sappiamo che cosa» 4 • non soltanto attraverso l'invecchiamento, che ci La scienza classica, secondo Simone Weil, si costringe progressivamente senza mai abbando è costituita considerando ogni fenomeno della narci, ma anche attraverso gli eventi quotidiani. natura alla luce di una nozione unica, diretta Un momento e uno sforzo minimi sono suffi mente derivata da quella di lavoro, la nozione cienti a far cadere un libro da un tavolo, a spar di energia. Se voglio compiere un lavoro, ad pagliare delle carte, a macchiare un vestito o esempio spostare un corpo da un luogo ad un spiegazzare un lenzuolo, a bruciare un campo di altro, dovrò impiegare una certa quantità di grano o uccidere un uomo. Sono necessari sfor energia; il corpo in questione, d'altra parte, dovrà zi e tempi assai più grandi per rimettere il libro necessariamente passare attraverso tutti gli stati sulla tavola, mettere in ordine le carte, pulire il intermedi fra lo stato iniziale e quello finale. vestito o stirare il lenzuolo; un anno di fatica e «Lagrange, fondandosi sui risultati delle ricerche di cure sono necessari per produrre un altro rac di Bernoulli e D'Alembert, riusci, attraverso il colto nel campo e non si resuscita un uomo calcolo differenziale, a definire con una formula morto»6 • unica tutti gli stati possibili di equilibrio e di Ciò significa che in ogni fenomeno in cui si movimento di un qualsiasi sistema di corpi sot produce una trasformazione dell'energia, non è tomessi a una forza qualsiasi, formula che si possibile, una volta il fenomeno compiuto, rista riferisce soltanto a delle distanze e a delle forze bilire esattamente lo stato iniziale. Il secondo o, che è lo stesso, a delle masse e a delle velo- 5. lvi, pp. 126-27. 4. S. Weil, Sur la science, Gallimard, Paris, 1966, p. 121. 6. lvi, p. 128. 20 21
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'i,: REALE principio della termodinamica, formulato da è l'ipotesi dei quanta che l'ha così decapitata» 8 • Clausius, diede forma matematica a questa realtà Nella fisica classica, «l'energia è una funzione del attraverso la finzione di una nozione - l'entropia lo spazio e lo spazio è continuo, è la continuità - che in ogni sistema in cui avviene un cambia stessa; è il mondo considerato dal punto di vista mento, aumenta necessariamente, in modo che, della continuità, le cose in quanto la loro giu se non intervengono fattori esterni, l'energia si stapposizione implica il continuo» 9 • La formula degrada e passa dall'ordine al disordine. «Fu que di Planck, con la sua costante, ha introdotto la sto il coronamento della scienza classica, che si discontinuità nell'energia, cioè proprio là dove, ritenne pertanto capace, attraverso calcoli, misu secondo Simone Weil, essa non può aver luogo. razioni ed equivalenze numeriche, di leggere nei Di fatto, l'apparizione del discontinuo nella fisi fenomeni che si producono nell'universo delle ca è legato all'indagine dei sistemi atomici, che semplici variazioni dell'energia e dell'entropia in rivelano così di sottostare a leggi affatto diverse conformità di una legge semplice» 7 • E queste da quelle dei sistemi macroscopici; e l'introdu variazioni erano dei processi necessari e continui, zione del discontinuo ha implicato, secondo la in modo che alla base della scienza classica sta Weil, quella della probabilità. «Discontinuo, vano la stessa necessità e la stessa continuità con numero, piccolezza: ce n'è abbastanza per far cui siamo confrontati ogni volta che compiamo apparire l'atomo e l'atomo è tornato fra di noi un lavoro. col suo corteggio inseparabile, cioè il caso e la È questa corrispondenza fra le leggi della fisi probabilità. Lapparizione del caso nella scienza ca e l'immagine del mondo fondata sull'espe ha fatto scandalo; ci si è chiesti da dove venisse rienza del lavoro che la teoria dei quanta revoca e non si è riflettuto che a portarlo era stato l'a radicalmente in questione. «La scienza del XX tomo; si è dimenticato che già nell'antichità il secolo è la scienza classica, a cui è stato sottrat caso accompagnava l'atomo e non si è pensato to qualcosa. Sottratto, non aggiunto [... ] È stata che non poteva essere altrimenti» 10 • sottratta l'analogia fra le leggi della natura e le condizioni del lavoro, cioè il principio stesso; ed 8. lvi, p. 147. 9. lvi, p. 148. 7. lvi, p. 130. 1 O. lvi, p. 150. 22 23
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE Nelle pagine che immediatamente seguono, il tà di stabilire attraverso la nozione di probabili fattore decisivo che ha portato alla fisica quan tà un ponte tra il mondo che ci è dato e il tistica non è tanto la discontinuità, quanto lo mondo ipotetico e puramente meccanico degli stesso calcolo delle probabilità. Con un singola atomi non li ha messi in imbarazzo; le conse re rovesciamento, la probabilità non è funzione guenze della teoria dei quanta, che ha la sua della discontinuità dei sistemi atomici, ma que origine nello studio della probabilità, li hanno sta deriva da quella. Dall'esame degli scritti di spinti a situare la probabilità negli atomi stes Planck, che Simone Weil cita più volte, «appare si» 1 3 • Ed è sull'esame di questo concetto che chiaramente che ciò che ha introdotto la discon Simone Weil concentra a questo punto la sua tinuità, non è affatto l'esperienza [...] ma unica attenzione. mente l'uso della nozione di probabilità» 1 1 • In un articolo pubblicato nei Cahiers du Sud nel dicembre 1942, questo primato genealogico del 5. Essa comincia col riportare il concetto di caso la probabilità è ulteriormente ribadito: «Si è ten a quello di necessità. «Ci si inganna spesso sul tati di chiedersi se non è la natura stessa del caso (hazard) . Il caso non è il contrario della calcolo delle probabilità, che ha il suo punto di necessità e non è incompatibile con questa. Al partenza nel gioco dei dadi, e per conseguenza contrario esso appare sempre e soltanto in rela delle relazioni numeriche, che ha condotto zione ad essa. Se si suppone un certo numero Planck a introdurre dei numeri interi nella sua di cause distinte che producono effetti secondo formula» 1 2• E poche pagine dopo: «Quando gli una rigorosa necessità e se in questi effetti com scienziati si sono imbattuti nel discontinuo, non pare un insieme che ha una certa struttura, si hanno per questo rinunciato a ricondurre tutto avrà il caso, se non si possono raggruppare le a delle variazioni di energia; hanno messo sem cause in un insieme della stessa struttura. Un plicemente la discontinuità nella stessa energia, dado, per via della sua forma, ha soltanto sei togliendole così ogni significato [ ...] . La difficol- modi di cadere; vi è invece una varietà illimita ta nel modo di gettarlo. Se getto mille volte un 1 1 . lvi, p. 1 55 . 1 2. lvi, p. 1 93. 1 3. lvi, p. 204. 24 25
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE dado, le sue cadute si ripartiranno in sei classi tanto queste categorie hanno tutte l'identico rap che hanno fra di esse dei rapporti numerici; i porto all'insieme delle cause che è loro indiffe getti non possono ripartirsi nello stesso modo. rente. È quanto esprimo dicendo che esse sono Per il resto, io non immagino il sia pur minimo tutte ugualmente probabili. La nozione di pro difetto nel tessuto della necessità meccanica che babilità implica sempre una ripartizione fra pro determina ogni volta il movimento del dado. Se babilità uguali [...] Quanto al rapporto fra la getto una volta il dado, ignoro quale sarà il risul probabilità e l'esperienza, esso è analogo a quel tato, non per via di una indeterminazione nel lo fra la necessità e l'esperienza. Lesperienza pre fenomeno, ma perché si tratta di un problema senta un'immagine di necessità quando, facendo di cui ignoro in parte i dati [ ...] In questi gio variare una causa, si ottengono effetti che varia chi, l'insieme delle cause ha la potenza del con no secondo una funzione; essa presenta un'im tinuo, il che significa che le cause sono come i magine di probabilità, quando la ripartizione punti di una linea; l'insieme degli effetti si defi degli effetti fra le categorie si avvicina sempre nisce invece attraverso un piccolo numero di più alle proporzioni indicate dal calcolo man possibilità distinte» 14 • mano che gli effetti si accumulano» 1 5 • Se il caso è inseparabile, in questo senso, dal Weil ricostruisce a questo punto come Planck la necessità, la probabilità è a sua volta insepa fu indotto a introdurre, attraverso la sua costan rabile dal caso, che, grazie ad essa, diventa una te, la probabilità e la discontinuità nella teoria grandezza sperimentalmente controllabile. fisica e come questo principio venne genéraliz «Quando, nei giochi di azzardo, io considero zato nella meccanica quantistica. «Vi è una tran l'insieme continuo delle cause e il piccolo nume sizione naturale tra la nozione di entropia e quel ro di categorie nelle quali si ripartiscono gli effet la di probabilità, per il fatto che se un sistema, ti, affermo che, benché ogni effetto consegua che si suppone isolato dall'esterno, può passare, rigorosamente da una causa, non vi è nulla attraverso una qualsiasi catena di intermediari, nell'insieme delle cause che corrisponda a queste dallo stato A allo stato B, ma non viceversa, ciò categorie: affermare il caso, significa questo. Per- 14. lvi, pp. 1 50-5 1 . 15. lvi, p. 152. 27
GIORGIO AGAMBEN CHE cos·� REALE significa che lo stato B è più probabile di A» 1 6 • binazioni di atomi sono, come si dice, discrete Proprio al momento in cui Planck elaborava e che la loro quantità è un numero» 1 7 • queste concezioni, il caso appariva nella sfera È evidente che Simone Weil critica qui deci dell'atomo. L'osservazione del movimento samente l'idea secondo cui le leggi statistiche browniano mostrava, infatti, che un fluido che della fisica quantica non sono conseguenza di appare in equilibrio a livello macroscopico, non una incompletezza nella conoscenza dei dati sul lo è affatto a livello microscopico e che, in gene lo stato di un _certo sistema, ma rimandano, nel rale, a un sistema definito in un certo modo le parole di Majorana, a un difetto di determi necessario sul primo livello, corrisponde, a livel nismo nella realtà. Il paradigma della necessità lo molecolare, una pluralità di combinazioni e del rapporto causa-effetto . resta per èssa valido possibili. «Se si prova a trasferire la necessità ed è proprio su questo che riposa la superiorità nella sfera atomica, allora la relazione tra due della fisica classica: «Ciò che vi è di purificante stati di un sistema definito a livello macroscopi nello spettacolo e nella prova della necessità, co non è più una necessità, ma una probabilità alcuni stupendi versi di Lucrezio bastano a farlo e questo non in conseguenza di una lacuna nel sentire; la sventura ben sopportata è una purifi la causalità, ma soltanto per effetto dell'oscilla cazione di questo genere e allo stesso modo la zione del pensiero tra i due livelli, con un pro scienza classica è una purificazione, se se ne fa cesso analogo a quello del gioco dei dadi. Un buon uso, perché essa cerca di leggere attraverso movimento naturale del pensiero indusse a assi tutte le apparenze questa necessità inesorabile milare le due probabilità che si presentavano si che fa del mondo un mondo in cui non contia multaneamente alla mente - quella legata ali'en mo nulla, un mondo in cui si lavora, un mon tropia e quella legata agli atomi - e a considerarle do indifferente al desiderio, alle aspirazioni e al come una sola e identica probabilità [... ] Poiché, bene; perché essa studia quel sole che brilla però, il calcolo delle probabilità è un calcolo indifferentemente sui malvagi e sui buoni» 1 8 • numerico, si ammise - e questo è il punto del Rinunciando alla necessità e al determinismo la rottura con la scienza classica - che le com- 17. lvi, p. 156. 16. lvi, p. 155. 18. lvi, p. 13 1. 29
GIORGIO AGAMBEN CHE cos·� REALE in nome della probabilità, la meccanica quanti di corpuscolo, ma non lasciava ad esse che una stica aveva, secondo Weil, puramente e sempli sorta di esistenza fantomatica, senza cercare di cemente rinunciato alla scienza. Se la causa del riunirle, come io cercavo di fare, nel quadro di la rottura col modello continuo della fisica clas una rappresentazione spazio-temporale chiara. Il sica era stato il carattere numerico del calcolo corpuscolo non ha più in essa né posizione, né delle probabilità, come mai, essa chiede a questo velocità, né traiettoria ben definita. Può soltanto punto, gli scienziati, invece di cambiare da cima rivelarsi, quando si fa un'osservazione o una a fondo la teoria fisica, non hanno scelto piut misura, come avente tale posizione, tale energia tosto di lavorare sulla nozione stessa di probabi o tale quantità di mqvimento. Possiede per così lità, per elaborare un modello di calcolo non dire a ogni istante tutta una serie di posizioni e fondato sulla discontinuità, ma sul continuo? 1 9 di stati possibili di movimento, che possono attualizzarsi al momento della misura secondo una certa probabilità. A fianco di questo corpu 6. Critiche al carattere probabilistico della fisica scolo dall'aspetto fuggitivo che non è più un quantica erano state proposte dagli stessi scien · oggetto definito nello spazio e nel tempo, anche ziati che avevano contribuito a porne le basi. l'onda regolare non ha più il carattere di . una Così Louis De Broglie, a cui si deve la teoria realtà fisica che possedevano le onde della fisica del carattere insieme corpuscolare e ondulatorio classica: non è più che una funzione matemati delle particelle quantiche, aveva tentato di dare ca che serve a rappresentare le probabilità rispet di questo dualismo un'interpretazione non pro tive dei diversi risultati delle osservazioni o misu babilista, più conforme nelle sue grandi linee alle re fatte sul corpuscolo» 20 • concezioni della fisica classica, ma essa era stata Anche Einstein, che aveva dato un contribu rifiutata dall'interpretazione prevalente, che face to decisivo alla teoria dei quanta, mantenne fino va capo a Niels Bohr, Max Born, Heisenberg e all'ultimo delle riserve sulla sua interpretazione Dirac. Quest'ultima interpretazione, scriveva De esclusivamente in termini probabilistici. Nel Broglie, «conservava insieme le idee di onda e 20. L. De Broglie, Nouve!les perspectives en microphysique, 1 9. lvi, p. 1 57. Albin Michel, Paris, 1 9 56, p. 1 94. 30 31
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE maggio del 1935, egli pubblicò sulla «Physical carattere probabilistico della fisica quantistica Review», insieme a B. Podolsky e N. Rosen, un non era che una conseguenza della teoria gene articolo dal titolo Can Quantum-Mechanical rale della relatività: «Questa nuova struttura del Description ofPhysical Reality Be Considered Com la filosofia naturale implica una revisione del plete?, in cui argomentava che, dal momento nostro atteggiamento rispetto alla realtà fisica, che, nella meccanica quantistica, in presenza di che può essere messa in parallelo con la fonda due quantità fisiche, la conoscenza dell'una pre mentale modificazione di tutte le idee sul carat clude la conoscenza dell'altra (è il principio di tere assoluto dei fenomeni fisici che risulta dalla complementarità enunciato da Bohr), o la descri teoria generale della relatività» 2 1 • Ma era proprio zione della realtà fornita dalla funzione d'onda questa modificazione in senso statistico della non è completa, o le due quantità esistono si reale�, la difficoltà di cui Einstein, la cui mente multaneamente. L'articolo, che si concludeva non era certo priva di contraddizioni, non riusd affermando la possibilità di una teoria fisica per tutta la vita a venire a capo. completa, provocò l'immediata reazione di Bohr Pochi mesi dopo la polemica fra Einstein e sulla stessa rivista, che fondava il principio di Bohr, quello dei fondatori della meccanica quan complementarità - secondo cui non è possibile tistica che aveva forse la migliore formazione assegnare valori definiti a due variabili canoni filosofica, Erwin Schrodinger intervenne propo camente coniugate, ad esempio la posizione e la nendo un esperimento che doveva diventare velocità di una particella - sul principio quan noto come il "paradosso del gatto". Egli comin tistico che vuole che l'interazione tra gli stru cia col ribadire che, secondo l'interpretazione menti di misura e l'oggetto in esame implica la dominante, non è possibile descrivere gli ogget necessaria rinuncia all'idea classica di casualità: ti come nella fisica classica e se ne deve pertan nella meccanica quantistica, le leggi naturali non to dare una rappresentazione puramente proba conducono mai a una completa determinazione bilistica. Prima che l'osservatore intervenga a di ciò che accade nello spazio e nel tempo e ogni accadere è rimesso al gioco del caso e della pro babilità. Proprio alla fine del suo articolo, ricor 2 1. N. Bohr, Can Quantum-Mechanical Description of da - con qualche malignità, ma non senza ragio Physical Reality Be Considered Complete?, in «Physical ne - che ciò che Einstein intendeva criticare nel Review», October 15, 1935, vol. 48, p. 702. 32 33
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE misurarle, le variabili di un sistema fisico non la funzione che ne esprime lo stato probabilisti hanno alcun valore definito e misurarle non co) esprimerebbe ciò col fatto che in essa il gat significa accertare il valore che esse oggettiva to vivo e _il gatto morto (sit venia verbo) sono mente hanno. Loperazione di misura modifica mescolati o pasticciati in parti uguali» 22 • Solo irrevocabilmente il sistema, ma, prima di essa, l'apertura della scatola potrebbe permettere nella rappresentazione probabilistica, la particel all'osservatore di costringere il sistema (il gatto) la da osservare si trova per così dire contempo a passare definitivamente in uno dei due stati (il raneamente in tutte le posizioni che può assu vivo o morto). mere o, nel caso di due stati distinti, in una Appare evidente che i paradossi in questione qualsiasi loro combinazione. nella meccanica quantistica risultano, come sug E qui Schrodinger introduce il "caso farsesco" geriva Simone Weil, dall'assunzione incondizio di un gatto che si deve presumere essere con nata di concezioni probabilistiche, alle quali non temporaneamente vivo e morto: «Si possono fa riscontro una riflessione adeguata sulla natura anche costruire casi del tutto farseschi. Si rin stessa della nozione di probabilità. Tanto per i chiuda un gatto in una scatola d'acciaio insieme fautori della teoria ortodossa che per i loro cri alla seguente macchina infernale (che occorre tici, lo stato del sistema prima e dopo l'osserva proteggere dalla possibilità di essere afferrata zione non è uno stato reale, ma uno stato pro direttamente dal gatto): in un contatore Geiger babilistico; di questo stato essi sembrano, però, si trova una minuscola porzione di sostanza farsi una rappresentazione, ragionando come se radioattiva, così poca che nel corso di un'ora la probabilità fosse una realtà molto speciale, che forse uno dei suoi atomi si disintegrerà, con pro si può pensare soltanto in modo paradossale (ad babilità pari a quella che non ne decada nessuno. esempio, come se una particella si trovasse con Se accade, il contatore aziona su un relais un temporaneamente nello stato A e nello stato B). martellino che frantuma una fialetta con acido Ma è legittimo rappresentare il probabile come prussico. Se si è lasciato a sé questo intero siste ma per un'ora, si dirà che il gatto è ancora vivo, se nel frattempo nessun atomo è decaduto. Il 22, E. Schrodinger, Die gegenwartige Situation in der Quan primo decadimento atomico invece lo avvelene tenmechanik, in «Die Naturwissenschaften», 1935, n. 23, rebbe. La funzione psi del sistema intero (cioè p. 8 12. 34 35
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE se fosse qualcosa di esistente? In questione è, Il "principio fondamentale" (principale funda cioè, un problema di ontologia del probabile, o mentum) nel gioco dei dadi è l'uguaglianza di del possibile, poiché la probabilità non è che una condizioni (aequalitas), non solo tra i giocatori, possibilità qualificata in un certo modo. Sarà che è bene non siano troppo dissimili per poten pertanto necessario a questo punto, seguendo il za, denaro e fortuna, ma innanzitutto nei dadi suggerimento di Simone Weil, concentrare la stessi, che non devono essere adulterati. È nel nostra attenzione sulla nozione stessa di proba cap. IX, De unius aleae iactu (Sul getto di un bilità. dado), che Cardano si avvicina a qualcosa come una definizione della probabilità. «Il dado ha sei facce; nel giro di sei getti (in sex revolutionibus) 7. Il calcolo delle probabilità è stato elaborato tutti i singoli punti dovrebbero avvenire (eveni per il gioco dei dadi. Il trattato De ludo aleae, re deberent)» 23 • Ciò significa che, se il dado non composto da Gerolamo Cardano nel 1575 , ma è adulterato e la condizione di aequali tas è pubblicato solo dopo la sua morte nel 1663, ne rispettata, la probabilità per ciascun punto è di enuncia per la prima volta i fondamenti. Egli 1/6; ma Cardano scrive "dovrebbero", perché sa comincia col distinguere i giochi di agilità, come che di fatto può accadere che lo stesso numero la palla, e quelli di forza, come il disco o la lot si presenti più volte (ciò ha spinto alcuni stu ta, dai giochi di fortuna, a cui appartengono i diosi ad affermare che egli aveva in qualche dadi e le carte. Cardano era un giocatore acca modo intuito la legge dei grandi numeri, su cui nito e, nella sua autobiografia, confessa di aver si fonda ogni calcolo statistico). Il cap. XIV giocato ai dadi ogni giorno per venticinque anni, enuncia cosl quella che può essere considerata «dilapidando insieme reputazione, tempo e dena una definizione più esplicita della probabilità: ro»; tuttavia egli suggerisce che l'esperienza gli «Vi è una regola generale, cioè che dobbiamo ha mostrato che proprio il gioco dei dadi è uti considerare l'intero circuito (il circuito è per le contro il dolore e la morte: «Negli affanni più Cardano l'insieme dei risultati possibili) e il gravi e nei dolori non solo è lecito giocare, ma numero dei lanci che rappresenta in quanti giova [ . . . ] una volta che durante una lunga malattia pensavo la morte imminente, giocare assiduamente ai dadi mi aiutò non poco». 23. H. Cardani, Opera omnia, vol. I, Lione, 1 663, p. 264. 36 37
GIORGIO AGAMBEN CHE cos·� REALE modi il risultato favorevole può avvenire e com il rapporto fra gli eventi in esame (la caduta dei parare questo numero al resto del circuito e dadi) e la loro causa (i lanci) è assolutamente secondo questa proporzione si dovrebbero fare indifferente, ciò si può esprimere dicendo che le scommesse» 24 . Una volta stabilito che il tali eventi sono tutti ugualmente probabili. Di numero del circuito è, nel caso di due dadi, 36 qui la conseguenza, osservata da Poincaré, che (216 per tre dadi), .Cardano può calcolare in la definizione della probabilità è circolare, per apposite tavole le probabilità dei vari punti (ad ché contiene il termine da definire: «la probabi esempio, poiché il punto tre si può ottenere in lità di un evento è la proporzione dei casi favo un solo modo (2+ I ) e il punto dieci in due revoli a questo evento alla totalità dei casi pos modi 5+5 e 6+4), le probabilità saranno nei due sibili, purché questi siano tutti ugualmente pro casi differenti. babili» 26. Questa circolarità implica che la nozione di probabilità non si riferisce mai a un certo even 8. Benché Cardano, dopo aver elaborato queste to reale (un determinato getto dei dadi in atto), tavole, affermi che è impossibile eliminare dai ma solo all'evento considerato nella sua pura dadi la fortuna, «che fa sl che alcuni traggano possibilità. La probabilità presuppone cioè la vantaggio da casi inaspettati e altri siano impo facoltà della mente umana di considerare un veriti da ciò che si aspettavano» 25 , una lettura evento come possibile e, inoltre, come ugual attenta del suo breve trattato permette di estrar mente possibile rispetto alla classe di eventi in ne i primi lineamenti di una teoria della proba questione. È questa la convenzione senza la qua bilità. Innanzitutto, come aveva intuito Simone le il calcolo delle probabilità non è pensabile. Weil, la nozione di probabilità presuppone una Resta, però, che il calcolo non può riguardare il ripartizione fra probabilità uguali (è il principio singolo caso, ma solo un ente di ragione che di aequalitas che Cardano enuncia in modo chiamiamo "caso probabile". ancora confuso). Se si ammette il caso, cioè che Sia l'esempio, evocato da Poincaré, della rou- 24. Ivi, p. 266. 26. H. Poincaré, La science et l'hypothèse, Flammarion, 25. Ivi, p. 270. Paris, 1 902, p. 2 1 5 . 39
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE lette, in cui un quadrante è diviso in un gran caso in questione, ma solo a un "caso probabi numero di sezioni uguali, alternativamente rosse le" che non coincide se non "casualmente" con e nere, sulle quali è lanciata una pallina. La pro quello. babilità che la pallina si arresti sul rosso è ½. Se la probabilità che l'aereo che io devo pren Questo non autorizza però in alcun modo a rite dere precipiti è 1/1000, allora che proprio nere che il risultato di un determinato lancio sarà quel!'aereo precipiti è un "caso poco probabile", · rosso, anche se il nero fosse uscito sei, dieci o che resterà tale anche dopo che l'aereo sia effet venti volte di seguito. Solo dopo un gran nume tivamente precipitato. Il mondo, nelle parole di ro di lanci, si potrà costatare che la media dei Wittgenstein, è solo «ciò di cui è il caso» e la risultati si ripartirà secondo la probabilità prevista probabilità non può pertanto mai esistere come di ½. È questo il senso della legge dei grandi tale, perché essa non è che quello stesso mondo, numeri, enunciata nel 1713 da Bernoulli nella la cui realtà viene sospesa, per poterlo governare sua Ars coniectandi, che fa sistema con quella e prendere decisioni su di esso. Ciò che chia dell'uguaglianza delle probabilità e conferma il miamo "caso" è la finzione che il probabile e il principio che la probabilità non riguarda un possibile "cadano" nella realtà, mentre è vero il evento reale determinato, ma solo il tendere contrario: è il reale che, considerato in un certo all'infinito del numero dei campioni esaminati. modo, sospende la sua realtà e può, in questo Il principio che regge il calcolo è, cioè, la modo, cadere in se stesso in quanto meramente sostituzione o la sovrapposizione della sfera del probabile. la probabilità a quella della realtà. Chi agirà tenendo conto della probabilità si atterrà a que sta sovrapposizione e dovrà ammettere più o 9. Forse in nessun altro testo lo scopo e la natu meno tacitamente che essa, pur non determi ra del calcolo delle probabilità appaiono con nando mai un singolo caso reale, può tuttavia, maggior chiarezza che nello scambio di lettere malgrado l'evidente paralogismo, influenzare in fra Pascal e Fermat nel 1654. Antoine Gom- una certa misura le sue scelte rispetto alla realtà. . bault, cavaliere De Méré, aveva proposto a Pascal La scienza moderna - e, con essa, ogni singolo il problema che si suole designare come proble uomo - orienta le sue decisioni secondo un ma della "partita incompiutà': se una partita a criterio che non può riferirsi direttamente al dadi viene interrotta prima della definitiva vit- 40 41
GIORGIO AGAMBEN CHE COS'È REALE toria di uno dei due giocatori, come ripartire pistole a metà e datemi, oltre a ciò, le mie 32 equamente fra di essi la posta in gioco? La solu pistole che mi sono assicurate". Egli avrà, dun zione di Pascal si fonda sulla possibilità di tro que, 48 pistole e l'altro 16» 27 • vare, attraverso un calcolo del rischio (il termine Ci si è spesso soffermati sugli esempi sempre di cui Pascal si serve è hasard e non probabilité, più complessi di calcolo che Pascal esamina nel che riserva alla teologia) il «giusto valore di ogni corso delle lettere, che hanno certamente influen partita» (la )uste valeur des parties). zato i trattati successivi sulla probabilità. Si è «Ecco pressappoco come faccio per saper il cosi perso di vista lo scopo che Pascal si propo valore di ciascuna delle partite, quando due gio neva con la sua risoluzione del problema: per catori giocano, per esempio in tre partite, e cia mettere una decisione sulla realtà attraverso una scuno ha puntato 32 pistole al gioco. Poniamo esatta valutazione probabilistica delle possibilità. che uno ne abbia vinte due e l'altro una; essi Come suggerito dallo stesso termine "partita giocano ancora una partita la cui sorte è tale incompiutà', si trattava di sospendere la partita che se il primo vincesse, egli avrebbe tutto il reale per sostituire ad essa un calcolo dei rischi, danaro che è in gioco, cioè 64 pistole; se vin che rendesse possibile decidere la spartizione del cesse l'altro ci sarebbero due partite contro due la posta più equa o più utile in questa prospet partite e, di conseguenza, se vogliono separarsi, tiva. Lespressione " se hasarder sans jouer' è par bisogna che ciascuno ritiri quanto ha puntato, ticolarmente significativa: colui che calcola la cioè 32 pistole. probabilità si affida al rischio senza di fatto Considerate dunque, Signore, che se il primo rischiare, esce dalla realtà e, nello stesso tempo, vince a lui ne toccano 64; se egli perde, gliene trasforma il caso - l'hasard - in principio di toccano 32. Quindi se non vogliono rischiare decisione sulla realtà. Ciò significa che la proba questa partita e rischiarsi senza giocarla (s'ils ne bilità non si realizza mai puntualmente come veulent point hasarder cette partie et se hasarder tale né riguarda un singolo evento reale, ma, sans la jouer), il prim,o dovrebbe dire: "Sono come aveva compreso Majorana, permette di sicuro di avere 32 pistole, in quanto anche per dendo le ottengo; ma le altre 32 le potrei avere io o le potreste avere voi: il rischio è uguale (le 27. B. Pascal, Les lettres de Blaise Pascal, Crès, Paris, 1922, hasard est égal); dividiamo dunque queste 32 p. 193. 42 43
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