"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona

Pagina creata da Giorgio Corsi
 
CONTINUA A LEGGERE
"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona
Mensile
                                          dell’Azione
                                          Cattolica
                                          di Cremona

                                                                                    Anno XXX n. 5-6 maggio-giugno 2021

“Giardinieri, non padroni di un popolo
                                                                                                        4 Azione Cattolica
                                                                                                          Italiana: in ascolto
                                                                                                          di Papa Francesco

numeroso”                                                                                                 pag. 3
                                                                                                        4 Rosario Livatino:
                                                                                                          il profilo alto di

“S      iamo giardinieri e non padroni di un
        popolo numeroso”, come ha detto
l’Assistente Nazionale dell’AC Mons.
                                                   mondo, all’Italia, alla realtà di cui ci
                                                   sentiamo parte con stima e simpatia. Con
                                                   affetto e tenerezza. Siamo consapevoli delle
                                                                                                          un magistrato
                                                                                                          “sub tutela Dei”
                                                                                                          pag. 6
Sigismondi.                                        tante divisioni che la percorrono, delle ferite
Credo si possa riassumere in questa                che l’appesantiscono, delle ingiustizie che la
definizione tutto il percorso dell’Assemblea       disumanizzano. Ma non desideriamo un altro

                                                                                                      Editoriale
Nazionale dell’Azione Cattolica che si è           tempo, un’altra città da abitare, un altro
svolta a distanza lo scorso fine aprile-inizio     popolo con cui condividere l’esistenza. È qui
maggio.                                            che ci è chiesto di «continuare a parlare e
Pur nella distanza è stata vera assemblea con      non tacere», profeticamente, senza avere
un programma impegnativo ricco di eventi,          paura”.
momenti assembleari di confronto e momenti         Come AC credo sia importante riprendere
di preghiera e riflessione profondi e              una presenza più popolare e di prossimità
importanti.                                        con tutti. Il rischio è quello di rinchiuderci
Il materiale dell’assemblea, gli interventi, il    nelle nostre piccole sicurezze e attività. La
documento assembleare, le relazioni di             strada è stata tracciata, come ha sottolineato
Truffelli, le riflessioni di Mons. Sigismondi,     Truffelli, dalla fitta rete di collaborazioni e
la serata sul tema della pandemia che ha           alleanze che l’AC ha promosso a livello
visto anche l’intervento di Gianluca               nazionale. Quello che viviamo è quindi il
Galimberti, sindaco di Cremona ed ex               tempo del “fare le cose insieme”, anche a
presidente diocesano della nostra AC, sono         livello locale. Lo stile profetico dell’AC
tutti spunti di riflessione che andranno ripresi   deve essere, secondo Truffelli, quello della
e masticati nei prossimi mesi.                     mitezza,“che è forza tenace e coraggiosa di
Mi preme riportare qui solo alcune linee           cambiamento, non arrendevolezza, non
tracciate nella giornata del 25 aprile dal         assuefazione allo “spirito del tempo” e del
presidente nazionale.                              politicamente corretto. Mitezza come rifiuto
Nel suo primo intervento Truffelli ha posto        di ogni forma di arroganza, di
l’accento sul tempo inedito che stiamo             prevaricazione, di enfatizzazione delle
vivendo: “Guardiamo al nostro tempo, al            divisioni. Come unico modo adeguato di

                                                                            Segue a pagina 2
                                                                                                                  1
"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona
“Giardinieri, non padroni di un popolo
             numeroso”
                               Segue da pagina 1                                       come stiamo, iniziamo a domandarci con più
Editoriale
                                                                                       insistenza «per chi» siamo. È da questa
             vivere la fraternità. Come rigore e chiarezza                             domanda che dobbiamo ripartire per
             di linguaggio, non come rinuncia a parlare.                               chiederci che AC vogliamo essere nei
             I luoghi della nostra azione sono la Città e                              prossimi tre anni. «Tutto in chiave
             la Chiesa, nelle quali si tratta “di vivere noi                           missionaria, tutto», si è raccomandato con
             per primi un’autentica «conversione                                       noi Papa Francesco nel 2014: «Si tratta di
             missionaria», per aiutare tutta la Chiesa a                               assumere il dinamismo missionario per
             divenire più missionaria. E questo significa                              arrivare a tutti, privilegiando chi si sente
             anche dedicare meno tempo a misurare le                                   lontano e le fasce più deboli e dimenticate
             nostre forze e a fare l’elenco delle difficoltà                           della popolazione». Non stiamo parlando di
             che abbiamo davanti. Smettiamo di chiederci                               qualcosa in più da fare, di aggiungere
                                                                                       un’altra iniziativa alle tante che già
                                                                                       facciamo e per le quali temiamo sempre di
                      Per essere sempre aggiornati                                     non avere le forze.
                         sugli appuntamenti e le
                                                                                       La missionarietà non è un altro problema da
                      iniziative dell’AC cremonese,
                         vi invitiamo a iscrivervi
                                                                                       dover affrontare. È la soluzione, perché è ciò
                alla Newsletter del nuovo sito diocesano                               che dà senso al nostro impegno e ci fa essere
                                                                                       ciò che siamo: «non è la Chiesa che fa la
                 www.azionecattolicacremona.it                                         missione, ma è la missione che fa la
                                                                                       Chiesa», ha detto tempo fa Francesco.”
                                                                                       Il ruolo dell’AC deve essere quello di coloro
                                       Mensile
                                                                                       che si preoccupano di aiutare le persone a
                                       dell’Azione
                                       Cattolica
                                       di Cremona
                                                                                       lavorare insieme, a tessere alleanze e
                                                                                       collaborazioni a tutti i livelli.
                                                                                       Credo che nell’estate che ci apprestiamo a
                                                                                       vivere sarà molto importante offrire ai più
                                                                                       giovani occasioni di socialità, di svago
                                                                  Anno XXX n. 3-4 marzo-aprile 2021

                                                                                       “serio” e di impegno. Credo che il tempo
                             direttore responsabile:                                   della prudenza sia da abbandonare (sempre
                              PAOLA BIGNARDI
                                                                                       nel rispetto delle norme vigenti) a favore di
                                  direttore:                                           una generosità maggiore e di una presenza
                             ISABELLA GUANZINI
                                                                                       reale. Il giardiniere si prende sempre cura
                           comitato di redazione:                                      del giardino in tutte le stagioni!
                  ANNA ARDIGO’, PINUCCIA CAVROTTI,
                   SILVIA CORBARI, DANIELA NEGRI,                                                                    Emanuele Bellani
                   CHIARA GHEZZI, GIULIA GHIDOTTI,
                   MARIO GNOCCHI, SILVIA GREGORI,
                      Don GIANPAOLO MACCAGNI,
                 MARIA SILVIA MUSSI, CHIARA SOMENZI,
                             FRANCO VERDI
                                     redazione:
                       c/o A.C., Centro Pastoriale Diocesano
                     Via S. Antonio del Fuoco 9/a, Cremona,
                         tel. 0372 23319 - fax 0372 530113
                   e-mail: segreteria@azionecattolicacremona.it
                     sito web: www.azionecattolicacremona.it
                  impaginazione: Bernocchi snc - Vescovato (Cr)
                         stampa: Fantigrafica - Cremona
                          Iscritto sul registro della stampa
                del Tribunale di Cremona al n. 274 - 14 aprile 1992
                          Iscrizione al Registro Nazionale
                    della Stampa n. 4489 del 23 dicembre 1993
                       Anno XXX n. 5-6 maggio-giugno 2021
                    Sped. in abbon. postale 50% - CREMONA

  2
"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona
Azione Cattolica Italiana:
in ascolto di Papa Francesco
                                                                                                               Discorso del Santo
                                                                                                               Padre Francesco ai
                                                                                                               membri del
                                                                                                               Consiglio nazionale
                                                                                                               di AC

Cari fratelli e sorelle,                                vostri programmi, pertanto, si propongono di

V
                                                        ritrovare e annunciare nella storia i segni della
      i saluto con affetto, lieto di incontrarvi nei
      giorni della vostra diciassettesima               bontà del Signore.

                                                                                                                Vita associativa
Assemblea nazionale, e ringrazio il Presidente          La pandemia ha mandato all’aria tanti progetti,
nazionale e l’Assistente ecclesiastico generale         ha chiesto a ciascuno di confrontarsi con
per le loro parole di introduzione. Desidero            l’imprevisto. Accogliere l’imprevisto, invece che
offrirvi qualche spunto per tornare a riflettere sul    ignorarlo o respingerlo, significa restare docili
compito di una realtà come l’Azione Cattolica           allo Spirito e, soprattutto, fedeli alla vita degli
Italiana, in modo particolare dentro un tempo           uomini e delle donne del nostro tempo.
come quello che stiamo vivendo. Seguirò le tre          L’evangelista sottolinea che Gesù “confermava la
parole azione, cattolica e italiana.                    Parola con i segni”. Cosa significa? Che ciò che
                                                        mettiamo in atto ha una precisa origine: l’ascolto
1. AZIONE                                               e l’accoglienza del Vangelo. Ma vuol dire anche
Possiamo chiederci cosa significa questa parola         che ci dev’essere un legame forte tra ciò che si
“azione”, e soprattutto di chi è l’azione. L’ultimo     ascolta e ciò che si vive. Vivere la Parola e
capitolo del Vangelo di Marco, dopo aver                proclamare la Parola [connessa] alla vita. Vi
raccontato l’apparizione di Gesù agli Apostoli e        invito allora a far sì che la ricerca di una sintesi
l’invito che Egli rivolse loro ad andare in tutto il    tra Parola e vita, che rende la fede un’esperienza
mondo e proclamare il Vangelo ad ogni creatura,         incarnata, continui a caratterizzare i percorsi
si conclude con questa affermazione: «Il Signore        formativi dell’Azione Cattolica.
agiva insieme con loro e confermava la Parola           E parlando dello Spirito, che è quello che ci
con i segni che la accompagnavano» (16,20). Di          porta avanti, e parlando del Signore che agiva,
chi è dunque l’azione? Il Vangelo ci assicura che       che ci accompagna, che è con noi, dobbiamo
l’agire appartiene al Signore: è Lui che ne ha          essere molto attenti a non cadere nell’illusione
l’esclusiva, camminando “in incognito” nella            del funzionalismo. I programmi, gli
storia che abitiamo.                                    organigrammi servono, ma come punto di
Ricordare questo non ci deresponsabilizza, ma ci        partenza, come ispirazione; quello che porta
riporta alla nostra identità di discepoli missionari.   avanti il Regno di Dio è la docilità allo Spirito, è
Infatti il racconto di Marco aggiunge subito dopo       lo Spirito, la nostra docilità e la presenza del
che i discepoli «partirono» prontamente «e              Signore. La libertà del Vangelo. È triste vedere
predicarono dappertutto». Il Signore agiva e loro       quante organizzazioni sono cadute nel tranello
partivano. Ricordare che l’azione appartiene al         degli organigrammi: tutto perfetto, tutte
Signore permette però di non perdere mai di             istituzioni perfette, tutti i soldi necessari, tutto
vista che è lo Spirito la sorgente della missione:      perfetto… Ma dimmi: la fede dov’è? Lo Spirito
la sua presenza è causa – e non effetto – della         dov’è? “No, lo stiamo cercando insieme, sì,
missione. Permette di tenere sempre ben presente        secondo l’organigramma che stiamo facendo”.
che «la nostra capacità viene da Dio» (2 Cor            State attenti ai funzionalismi. State attenti a non
3,5); che la storia è guidata dall’amore del            cadere nella schiavitù degli organigrammi, delle
Signore e noi ne siamo co-protagonisti. Anche i         cose “perfette”…

                                                                                                                         3
"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona
Azione Cattolica Italiana:
                   in ascolto di Papa Francesco
                   Il Vangelo è disordine perché lo Spirito, quando      fraterna: tra le persone, tra le generazioni, tra i
                   arriva, fa chiasso al punto che l’azione degli        territori. Essere associazione è proprio un modo
                   Apostoli sembra azione di ubriachi; così              per esprimere questo desiderio di vivere e di
                   dicevano: “Sono ubriachi!” (cfr At 2,13). La          credere insieme. Attraverso il vostro essere
                   docilità allo Spirito è rivoluzionaria, perché è      associazione, oggi testimoniate che la distanza
                   rivoluzionario Gesù Cristo, perché è                  non può mai diventare indifferenza, non può mai
                   rivoluzionaria l’Incarnazione, perché è               tradursi in estraneità. C’è la cattiva distanza,
                   rivoluzionaria la Risurrezione. Anche il vostro       quella di guardare da un’altra parte,
                   invio dev’essere con questa caratteristica            l’indifferenza, la freddezza: io ho il mio, non ho
                   rivoluzionaria.                                       bisogno di…, io vado avanti.
                   Quali caratteristiche deve avere l’azione, l’opera    Potete fare molto in questo campo, proprio
                   dell’Azione Cattolica? Direi prima di tutto la        perché siete un’associazione di laici. Il pericolo è
                   gratuità. La spinta missionaria non si colloca        la clericalizzazione dell’Azione Cattolica, ma di
                   nella logica della conquista ma in quella del         questo parleremo un’altra volta, perché sarà
                   dono. La gratuità, frutto maturo del dono di sé,      troppo lungo… È una tentazione di tutti i giorni.
                   vi chiede di dedicarvi alle vostre comunità locali,   È ancora diffusa la tentazione di pensare che la
                   assumendo la responsabilità dell’annuncio; vi         promozione del laicato – davanti a tante
Vita associativa

                   domanda di ascoltare i vostri territori,              necessità ecclesiali – passi per un maggiore
                   sentendone i bisogni, intrecciando relazioni          coinvolgimento dei laici nelle “cose dei preti”,
                   fraterne. La storia della vostra Associazione è       nella clericalizzazione. Con il rischio che si
                   fatta di tanti “santi della porta accanto” – tanti!   finisca per clericalizzare i laici. Ma voi, per
                   – ed è una storia che deve continuare: la santità è   essere valorizzati, non avete bisogno di diventare
                   eredità da custodire e vocazione da accogliere.       qualcosa di diverso da quello che siete per il
                   Una seconda caratteristica del vostro agire che       Battesimo. La vostra laicità è ricchezza per la
                   vorrei sottolineare è quella dell’umiltà, della       cattolicità della Chiesa, che vuole essere lievito,
                   mitezza. La Chiesa è grata all’Associazione a cui     “sale della terra e luce del mondo”.
                   appartenete, perché la vostra presenza spesso         In particolare, voi laici di Azione Cattolica potete
                   non fa rumore – lasciate che il rumore lo faccia      aiutare la Chiesa tutta e la società a ripensare
                   lo Spirito, voi non fate rumore –, ma è una           insieme quale tipo di umanità vogliamo essere,
                   presenza fedele, generosa, responsabile. Umiltà e     quale terra vogliamo abitare, quale mondo
                   mitezza sono le chiavi per vivere il servizio, non    vogliamo costruire. Anche voi siete chiamati a
                   per occupare spazi ma per avviare processi. Sono      portare un contributo originale alla realizzazione
                   contento perché in questi anni avete preso sul        di una nuova “ecologia integrale”: con le vostre
                   serio la strada indicata da Evangelii gaudium.        competenze, la vostra passione, la vostra
                   Continuate lungo questa strada: c’è tanto             responsabilità.
                   cammino da fare! Questo, per quanto riguarda          La grande sofferenza umana e sociale generata
                   l’azione.                                             dalla pandemia rischia di diventare catastrofe
                                                                         educativa ed emergenza economica. Coltiviamo
                   2. CATTOLICA                                          un atteggiamento sapiente, come ha fatto Gesù, il
                   La parola “cattolica”, che qualifica la vostra        quale «imparò l’obbedienza dalle cose che patì»
                   identità, dice che la missione della Chiesa non ha    (Eb 5,8). Dobbiamo chiederci anche noi: cosa
                   confini. Gesù ha chiamato i discepoli a               possiamo imparare da questo tempo e da questa
                   un’esperienza di forte condivisione di vita con       sofferenza? “Imparò l’obbedienza”, dice la
                   Lui, ma li ha raggiunti là dove vivevano e            Lettera agli Ebrei, ovvero imparò una forma alta
                   lavoravano. E li ha chiamati così com’erano.          ed esigente di ascolto, capace di permeare
                   Anche a voi è chiesto di prendere sempre più          l’azione. Metterci in ascolto di questo tempo è
                   coscienza che essere “con tutti e per tutti” (cfr     un esercizio di fedeltà al quale non possiamo
                   Evangelii gaudium, 273) non significa “diluire”       sottrarci. Vi affido soprattutto chi è stato più
                   la missione, “annacquarla”, ma tenerla ben legata     colpito dalla pandemia e chi rischia di pagarne il
                   alla vita concreta, alla gente con cui vivete. La     prezzo più alto: i piccoli, i giovani, gli anziani,
                   parola “cattolica” si può dunque tradurre con         quanti hanno sperimentato la fragilità e la
                   l’espressione “farsi prossimo”, perché è              solitudine.
                   universale, “farsi prossimo”, ma di tutti. Il tempo   E non dimentichiamo che la vostra esperienza
                   della pandemia, che ha chiesto e tuttora domanda      associativa è “cattolica” perché coinvolge
                   di accettare forme di distanziamento, ha reso         ragazzi, giovani, adulti, anziani, studenti,
                   ancora più evidente il valore della vicinanza         lavoratori: un’esperienza di popolo. La cattolicità

4
"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona
Azione Cattolica Italiana:
in ascolto di Papa Francesco
è proprio l’esperienza del santo popolo fedele di      diventino sinodalità è la presenza dello Spirito: la
Dio: non perdete mai il carattere popolare! In         preghiera, il silenzio, il discernimento di tutto
questo senso, di essere popolo di Dio.                 quello che noi condividiamo. Non può esistere
                                                       sinodalità senza lo Spirito, e non esiste lo Spirito
3. ITALIANA                                            senza la preghiera. Questo è molto importante.
Il terzo termine è “italiana”. La vostra               La Chiesa del dialogo è una Chiesa sinodale, che
Associazione è sempre stata inserita nella storia      si pone insieme in ascolto dello Spirito e di
italiana e aiuta la Chiesa in Italia ad essere         quella voce di Dio che ci raggiunge attraverso il
generatrice di speranza per tutto il vostro Paese.     grido dei poveri e della terra. In genere, anche i
Voi potete aiutare la comunità ecclesiale ad           peccatori sono i poveri della terra. In effetti,
essere fermento di dialogo nella società, nello        quello sinodale non è tanto un piano da
stile che ho indicato al Convegno di Firenze. E        programmare e da realizzare, una decisione
la Chiesa italiana riprenderà, in questa               pastorale da prendere, ma anzitutto uno stile da
Assemblea [dei Vescovi] di maggio, il Convegno         incarnare.
di Firenze, per toglierlo dalla tentazione di          In questo senso la vostra Associazione costituisce
archiviarlo, e lo farà alla luce del cammino           una “palestra” di sinodalità, e questa vostra
sinodale che incomincerà la Chiesa italiana, che       attitudine è stata e potrà continuare ad essere

                                                                                                                Vita associativa
non sappiamo come finirà e non sappiamo le             un’importante risorsa per la Chiesa italiana, che
cose che verranno fuori. Il cammino sinodale,          si sta interrogando su come maturare questo stile
che incomincerà da ogni comunità cristiana, dal        in tutti i suoi livelli. Dialogo, discussione,
basso, fino all’alto. E la luce, dall’alto al basso,   ricerche, ma con lo Spirito Santo.
sarà il Convegno di Firenze.                           Il vostro contributo più prezioso potrà giungere,
Una Chiesa del dialogo è una Chiesa sinodale,          ancora una volta, dalla vostra laicità, che è un
che si pone insieme in ascolto dello Spirito e di      antidoto all’autoreferenzialità. È curioso: quando
quella voce di Dio che ci raggiunge attraverso il      non si vive la laicità vera nella Chiesa, si cade
grido dei poveri e della terra. In effetti, quello     nell’autoreferenzialità. Fare sinodo non è
sinodale non è tanto un piano da programmare e         guardarsi allo specchio, neppure guardare la
da realizzare, ma anzitutto uno stile da incarnare.    diocesi o la Conferenza episcopale, no, non è
E dobbiamo essere precisi, quando parliamo di          questo. È camminare insieme dietro al Signore e
sinodalità, di cammino sinodale, di esperienza         verso la gente, sotto la guida dello Spirito Santo.
sinodale. Non è un parlamento, la sinodalità non       Laicità è anche un antidoto all’astrattezza: un
è fare il parlamento. La sinodalità non è la sola      percorso sinodale deve condurre a fare delle
discussione dei problemi, di diverse cose che ci       scelte. E queste scelte, per essere praticabili,
sono nella società... È oltre. La sinodalità non è     devono partire dalla realtà, non dalle tre o quattro
cercare una maggioranza, un accordo sopra              idee che sono alla moda o che sono uscite nella
soluzioni pastorali che dobbiamo fare. Solo            discussione.
questo non è sinodalità; questo è un bel               Non per lasciarla così com’è, la realtà, no,
“parlamento cattolico”, va bene, ma non è              evidentemente, ma per provare a incidere in essa,
sinodalità.                                            per farla crescere nella linea dello Spirito Santo,
Perché manca lo Spirito. Quello che fa che la          per trasformarla secondo il progetto del Regno di
discussione, il “parlamento”, la ricerca delle cose    Dio.
                                                       Fratelli e sorelle, auguro buon lavoro alla vostra
                                                       Assemblea. Possa contribuire a far maturare la
                                                       consapevolezza che, nella Chiesa, la voce dei
                                                       laici non dev’essere ascoltata “per concessione”,
                                                       no. A volte la voce dei preti, o dei vescovi,
                                                       dev’essere ascoltata, e in alcuni momenti “per
                                                       concessione”; sempre dev’essere “per diritto”.
                                                       Ma anche quella dei laici “per diritto”, non “per
                                                       concessione”. Ambedue. Dev’essere ascoltata per
                                                       convinzione, per diritto, perché tutto il popolo di
                                                       Dio è “infallibile in credendo”. E benedico di
                                                       cuore voi e tutte le vostre associazioni territoriali.
                                                       E per favore, non dimenticatevi di pregare per
                                                       me, perché questo lavoro non è per niente facile!
                                                                                                      Grazie

                                                                                                                         5
"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona
Rosario Livatino: il profilo alto
                     di un magistrato “sub tutela Dei”
Proclamato beato,
            la sua   L    a mattina del 21 settembre 1990, sulla strada
                          tra la casa e il lavoro, Rosario Livatino era
                     ucciso da quattro sicari assoldati da
 testimonianza di
                     un’organizzazione mafiosa. Si trovava a bordo di
   vita continua a   una vecchia utilitaria quando, speronato dall’auto
 farci pensare e a   dei suoi assassini, tentava disperatamente una
          parlarci   fuga in mezzo ai campi, ma dopo poche decine
                     di metri era raggiunto e ammazzato a colpi di
                     pistola, l’ultimo dei quali esploso in pieno volto.
                     Era senza scorta perché non l’aveva mai voluta e
                     non l’aveva mai voluta perché non voleva
                     coinvolgere altre persone e altre famiglie nel suo
                                                                           Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il
                     destino personale. L’unica “scorta” di cui si era
                                                                           giuramento e a comportarmi nel modo che
                     dotato era la sigla “STD” (sub tutela Dei) che
                                                                           l’educazione, che i miei genitori mi hanno
                     apponeva su tutte le sue agende. Fino a quel
                                                                           impartito, esige”.
                     momento era stato uno sconosciuto magistrato
                                                                           In uno dei suoi rarissimi interventi pubblici (due
                     siciliano, in servizio da un anno presso la sezione
                                                                           in tutto) aveva avuto modo di affermare: “[fede e
                     penale del Tribunale di Agrigento dopo aver
                                                                           diritto sono due realtà] continuamente
                     svolto per un decennio le funzioni di sostituto
                                                                           interdipendenti fra di loro, sono continuamente
                     procuratore della Repubblica ed essersi occupato
                                                                           in reciproco contatto, quotidianamente sottoposte
                     di indagini di mafia e di criminalità comune. Era     ad un confronto a volte armonioso, a volte
                     nato trentasette anni prima a Canicattì e lì viveva   lacerante, sempre indispensabile […] Cristo non
                     da sempre con i genitori, padre pensionato e          ha mai detto che soprattutto bisogna essere
                     madre casalinga. Andava a messa con loro tutte        giusti, anche se in molteplici occasioni ha
                     le domeniche. Era stato impegnato nell’Azione         esaltato la virtù della giustizia. Egli ha, invece,
                     Cattolica. Si era dato da fare perché nell’aula di    elevato il comandamento della carità a norma
                     udienza ci fosse il crocifisso. Ogni mattina,         obbligatoria di condotta perché è proprio questo
                     prima di entrare in Tribunale ad Agrigento,           salto di qualità che connota il cristiano […] Il
                     andava a pregare con grande discrezione nella         compito del magistrato è quello di decidere.
                     vicina chiesa di San Giuseppe, tanto che il           Orbene, decidere è scegliere e, a volte, tra
                     parroco ignorava chi fosse “quel giovane              numerose cose, strade o soluzioni. E scegliere è
                     profondamente raccolto” che vedeva da tempo.          una delle cose più difficili che l’uomo sia
                     Nel 1988 aveva frequentato in modo anonimo la         chiamato a fare. […] Ed è proprio in questo
                     catechesi parrocchiale per ricevere la cresima        scegliere per decidere, decidere per ordinare, che
                     che non aveva avuto da ragazzo. Era stato suo         il magistrato credente può trovare un rapporto
                     desiderio formare una famiglia e aveva anche          con Dio. Un rapporto diretto, perché il rendere
                     avuto un fidanzamento ufficiale che poi era           giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è
                     andato male, forse anche per la consapevolezza        dedizione di sé a Dio. Un rapporto indiretto per
                     dei rischi e dei sacrifici che avrebbe dovuto         il tramite dell’amore verso la persona giudicata.
                     chiedere alle persone a lui legate. Ben pochi         Il magistrato non credente sostituirà il
                     sapevano che fosse un giudice in una posizione        riferimento al trascendente con quello al corpo
                     esposta. Neppure i suoi genitori. Nessuno lo          sociale, con un diverso senso, ma con un uguale
    Mondo

                     aveva mai intervistato, ma probabilmente non          impegno spirituale. Entrambi, però, credente e
                     avrebbe mai rilasciato un’intervista. Quasi           non credente, devono, nel momento del decidere,
                     nessuno sapeva della sua profonda fede cristiana,     dimettere ogni vanità e soprattutto ogni superbia;
                     non una fede tranquilla e scontata. In alcune sue     devono avvertire tutto il peso del potere affidato
                     agende, tra l’84 e l’86, si legge “Vedo nero nel      alle loro mani, peso tanto più grande perché il
                     mio futuro, che Dio mi perdoni”; “Qualcosa si è       potere è esercitato in libertà e autonomia. E tale
                     spezzato. Dio avrà pietà di me e la via               compito sarà tanto più lieve quanto più il
                     mostrerà?”; “Oggi, dopo due anni, mi sono             magistrato avvertirà con umiltà le proprie
                     comunicato. Che il Signore mi protegga ed eviti       debolezze, quanto più si ripresenterà ogni volta
                     che qualcosa di male venga da me ai miei              alla società […] disposto e proteso a
                     genitori”. Era in magistratura da dodici anni, non    comprendere l’uomo che ha di fronte e a
                     proprio un “giudice ragazzino” come qualcuno          giudicarlo senza atteggiamento da superuomo,
                     aveva detto. Sotto la data del 18 luglio 1978 si      ma anzi con costruttiva contrizione”.
                     legge sulla sua agenda: “Oggi ho prestato             Nell’altro intervento aveva dichiarato: “il
                     giuramento: da oggi sono in magistratura. Che         giudice, oltre che essere, deve anche apparire

    6
"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona
Rosario Livatino: il profilo alto
di un magistrato “sub tutela Dei”
indipendente, per significare che accanto ad un
problema di sostanza, certo preminente, ve n’è
un altro, ineliminabile, di forma. L’indipendenza
del giudice, infatti, non è solo nella propria
coscienza, nella incessante libertà morale, nella
fedeltà ai principi, nella sua capacità di sacrifizio,
nella sua conoscenza tecnica, nella sua
esperienza, nella chiarezza e linearità delle sue
decisioni, ma anche nella sua moralità, nella
trasparenza della sua condotta anche fuori delle
mura del suo ufficio, nella normalità delle sue
relazioni e delle sue manifestazioni nella vita
sociale, nella scelta delle sue amicizie, nella sua
indisponibilità ad iniziative e affari, tuttoché         professione vissuta nel modo più normale e
consentiti ma rischiosi, nella rinunzia ad ogni          anonimo come servizio alla collettività e alla
desiderio di incarichi e prebende […];                   legge, un servizio che gli è costato la vita per
l’indipendenza del giudice è infine nella sua            aver partecipato a indagini e processi, ma
credibilità, che riesce a conquistare nel travaglio      soprattutto per aver intensivamente confiscato
delle sue decisioni […] Inevitabilmente pertanto         beni alla mafia. Come è stato detto, “la
è da rigettare l’affermazione secondo la quale,          straordinarietà dell’ordinaria vita di Livatino, è la
una volta adempiuti con coscienza e scrupolo i           sua capacità di coniugare il rigore
propri doveri professionali […], il giudice della        nell’applicazione della norma, senza sconti
propria vita privata possa fare, al pari di ogni         neanche per il mafioso che era vicino di casa,
altro cittadino, quello che vuole. […] è                 con non solo l’umanità, ma il rispetto rigoroso
importante che egli offra di se stesso l’immagine        della tutele difensive, anche per il criminale
non di una persona austera o severa o compresa           peggiore”. E’ noto l’episodio in cui in piena
del suo ruolo e della sua autorità o di                  estate, pur non competendogli, portò di persona
irraggiungibile rigore morale, ma di una persona         un ordine di scarcerazione da Canicattì al carcere
seria, sì, di persona equilibrata, sì, di persona        di Agrigento, tra lo stupore della polizia
responsabile pure; potrebbe aggiungersi, di              penitenziaria, perché un detenuto non restasse in
persona comprensiva e umana, capace di                   cella un’ora di più del dovuto. Come è noto che
condannare, ma anche di capire. Solo se il               anche di fronte ai cadaveri degli ammazzati in
giudice realizza in sé stesso queste condizioni, la      guerre di mafia si raccogliesse in preghiera per
società può accettare che egli abbia sugli altri un      qualche istante prima di procedere ai suoi
potere così grande come quello che ha. Chi               accertamenti. E’ un fatto, poi, che uno dei suoi
domanda giustizia deve poter credere che le sue          assassini, dopo aver saputo la storia della sua
ragioni saranno ascoltate con attenzione e serietà;      vittima, si sia convertito. Dai suoi persecutori,
che il giudice potrà ricevere e assumere come se         che lo definivano con spregio “santocchio” e che
fossero sue e difendere davanti a chiunque. Solo         inizialmente avevano pensato di ucciderlo
se offre questo tipo di disponibilità personale, il      all’uscita di chiesa, era ritenuto inavvicinabile e
cittadino potrà vincere la naturale avversione a         incorruttibile proprio a motivo del suo essere
dover raccontare le cose proprie ad uno                  cattolico praticante; bisognava quindi schiacciare
                                                                                                                 Mondo
sconosciuto; potrà cioè fidarsi del giudice e della      un uomo che incarnava nella sua professione il
giustizia dello Stato, accettando anche il rischio       suo ideale di fede e di giustizia.
di una risposta sfavorevole. Un giudice siffatto è       “Sono martiri della giustizia e indirettamente
quello voluto dalla umanità di sempre […].”.             della fede” ha detto Giovanni Paolo II riferendosi
In occasione del funerale di un collega, Livatino        a lui. E la Chiesa lo ha proclamato beato perché
ebbe ad aggiungere: “I magistrati possono                ucciso “in odio alla fede”, beato, come promette
dividersi in due categorie: quelli che dicono: ‘la       il Vangelo, perché perseguitato per la giustizia,
legge non dice che io non posso farlo e allora lo        perché di chi è come lui è il regno dei cieli.
faccio’ e quelli che invece dicono: ‘la legge non        Le sue poche, ma preziose, parole e soprattutto la
dice che io lo posso fare e quindi non lo faccio’.       testimonianza della sua vita non muoiono e
Tra queste due categorie c’è la differenza che           continuano a farci pensare e a parlarci.
corre tra l’essere semplicemente operatori del           A parlarci – in un tempo spesso segnato da
diritto e l’essere operatori della giustizia”.           apparenza, tracotanza e indifferenza – della
Questo diceva Rosario Livatino, ma soprattutto           necessità e della bellezza di una santità, cioè di
questo testimoniava nella sua professione, una           un’appartenenza a Dio, che può essere vissuta in

                                                                                                                    7
"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona
Rosario Livatino: il profilo alto
                       di un magistrato “sub tutela Dei”
                       una vita ordinaria e semplice, nel lavoro, nella       di protagonismo e di carrierismo, mediaticamente
                       famiglia, nella ricerca del bene e del giusto, nella   non esposti, laboriosi, uomini incapaci di
                       fedeltà al valore della persona, nella solidarietà,    calpestare la coscienza: un profilo alto della
                       nel servizio quotidiano agli altri, un servizio che    figura del magistrato che qualsivoglia riforma
                       chiede la vita, ma che normalmente nessuno             della giustizia può solo marginalmente garantire
                       vede.                                                  e che unicamente una consapevolezza personale
                       A parlarci – in un tempo segnato da istanze di         della importanza e della delicatezza della
                       riforma della giustizia, da faticosi rapporti fra i    funzione del decidere per gli altri può contribuire
                       poteri dello Stato e dalla ricerca di una identità     a formare.
                       per la magistratura – della necessità e possibilità
                                                                              Rosario Livatino è stato il piccolo grande giudice
                       di esercitare la giurisdizione essendo (ed anche
                                                                              che, con la sua morte, ha dato a Dio quel che è di
                       apparendo) indipendenti e autonomi, fedeli alla
                                                                              Dio e a Cesare quel che è di Cesare.
                       legge e non legislatori, equilibrati e prudenti,
                       tecnicamente ferrati, ma umili e comprensivi,                                                Federico Allegri
                       moralmente integri e trasparenti, liberi da ansie                                                 magistrato

                       Riconoscere nell’altro una ricchezza
 Tra i profughi in
Niger, la salvezza
   è un corridoio
umanitario verso
            l’Italia   G     li occhi del Sultano di Agadez dicono tutto.
                             Prima ancora delle parole, ben scandite da
                       sotto il turbante nel nostro incontro: «Bisogna
                                                                              Forti con l’aggiunta di Alganesh Fessaha –
                                                                              attivista eritrea da 35 anni in Italia, presidente di
                                                                              Gandhy Charity e faro nella lotta al traffico di
                       restare uniti anche nelle difficoltà. Ognuno deve      esseri umani – devono scegliere, con un enorme
                       capire quello che succede all’altro, la persona        equilibrio mentale a cavallo tra professionalità ed
                       rifugiata ha diritto quanto noi a una vita degna».     empatia, chi sarà idoneo a partire. Entrare con
                       Oumarou Ibrahim è il 53esimo discendente del           loro nelle stanze e osservare sguardi, gesti e toni
                       Sultanato tuareg del Air ed è venerato dagli           di voce è roba da stomaci forti.
                       abitanti della Regione di Agadez e di buona parte      «Un fiume in piena di terribili abusi, paure e
                       del resto del Niger come artigiano di pace.            privazioni ma anche speranze di lasciarsi tutto
                       È grazie a lui che nel Paese più povero al mondo       l’orrore alle spalle» commenta Forlino in una
                       – un nigerino su due è indigente, l’analfabetismo      pausa. Per lei e i colleghi questa missione è
                       è all’80 per cento – non c’è spazio per la             ancora più difficile delle precedenti: fare i
                       discriminazione verso gli stranieri in fuga da
                                                                              colloqui con le mascherine e il distanziamento
                       guerre, terrorismo e violenze endemiche.
                                                                              impedisce quel linguaggio non verbale così
                       Ma è soprattutto grazie ai corridoi umanitari di
                                                                              importante, fatto di strette di mano, di sorrisi nei
                       Cei, grazie a Caritas Italiana, in collaborazione
                                                                              momenti di distensione, di abbracci consolatori
   Mondo

                       con Unhcr, Alto Commissariato Onu per i
                       rifugiati, che nelle prossime settimane, in
                       accordo col governo italiano, una cinquantina di
                       loro potranno salire su un volo per l’Italia.
                       Uomini, donne e bambini vulnerabili che
                       troveranno ospitalità in famiglie volontarie
                       appartenenti alle 70 diocesi coinvolte nel
                       programma.
                       A due settimane dal ballottaggio delle
                       presidenziali, in Niger sono giorni frenetici. Tra
                       la capitale Niamey e la città Unesco alle porte
                       del Sahara, da anni crocevia di migrazioni verso
                       Nord ma anche di ritorni forzati dalle vicine
                       Algeria e Libia, l’equipe di Caritas è in missione
                       per ascoltare i racconti dei rifugiati.
                       Luciana Forlino, Daniele Albanese e Oliviero

   8
"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona
Riconoscere nell’altro una ricchezza
                                                                               reinsediamenti, hanno
                                                                               bloccato tutti i
                                                                               trasferimenti in atto,
                                                                               anche quelli con i
                                                                               documenti pronti.
                                                                               L’azione italiana, che ha
                                                                               l’avallo dei ministeri di
                                                                               Interno ed Esteri,
                                                                               dimostra invece che
                                                                               questi viaggi umanitari si
                                                                               possono continuare a fare
                                                                               in tutta sicurezza. Quando
                                                                               arriviamo sotto la sede di
                                                                               Niamey dell’Alto
Ibrahim e Daniele Biella                                                       commissariato Onu, circa
                                                                               150 persone, in
nei momenti bui dell’intervista.                      prevalenza eritree e somale, stanno manifestando
Momenti che sono inevitabilmente ricorrenti: la       proprio contro il blocco tedesco.
donna che in Congo ha dovuto camminare sopra          Alessandra Morelli, capo dell’Unhcr in Niger,
i cadaveri per scappare dal villaggio dato alle       concorda seduta stante con Fessaha la necessità
fiamme e poi vivere di stenti in Mali prima di        di una mediazione con i rifugiati: è un momento
trovare il passaggio per il Niger; il ragazzo         delicato di dialogo che si risolve con un forte
torturato dai trafficanti in Libia cui hanno poi      allentamento della tensione. «Con le frontiere
massacrato davanti agli occhi l’amico di              chiuse i corridoi sono oggi indispensabili e non
prigionia, minacciandolo di fargli fare la stessa     hanno solo una vocazione umanitaria: esortano i
fine se non avesse pagato; la madre sudanese che      governi europei a tutelare i profughi che si
per salvarsi la vita non ha potuto nemmeno            trovano in luoghi in cui non possono avere un
raccogliere e dare degna sepoltura al corpo del       futuro», rileva Forti che di Caritas Italiana è
figlio raggiunto da una raffica di kalashnikov. Tre   anche responsabile politiche migratorie.
delle tante, troppe storie di malvagità umana a       Profughi che, una volta inseriti in un contesto in
cui i corridoi cercano di ridare un necessario
                                                      cui tornano ad avere dignità e possibilità, sono
lieto fine.
                                                      un valore aggiunto per la società. Come sanno
Sono 1.050, dal 2017 a oggi, le persone portate
                                                      bene le famiglie, e con loro le diocesi, che hanno
in Italia dall’organismo della Cei con il
                                                      aperto loro la propria porta di casa a questa
meccanismo dei canali umanitari da Paesi terzi
                                                      esperienza. E come riconosce lo stesso
relativamente sicuri come Etiopia, Giordania,
                                                      ambasciatore italiano in Niger, Marco Prencipe:
Turchia e, appunto, Niger. Che, seppur
                                                      «I corridoi umanitari permettono di superare le
attraversato da contrabbandi di ogni sorta, è
                                                                                                             Mondo
                                                      proprie paure. E riconoscere nell’altro una
l’unico Stato del Sahel capace di offrire
                                                      ricchezza anziché una minaccia».
protezione anche alle centinaia di migliaia di                                              Daniele Biella
persone in fuga dalle azioni terroristiche negli
Stati confinanti.
In tempi di pandemia – qui
l’impatto è minimo, con
poche vittime, reparti
ospedalieri tutt’altro che
saturi e una carica virale
molto bassa – il ponte
umanitario italiano è ancora
più virtuoso: è, infatti,
l’unico attualmente aperto.
Perchè Francia, Germania e
Inghilterra, le altre nazioni
partner dell’Unhcr nei

                                                                                                               9
"Giardinieri, non padroni di un popolo numeroso" - Diocesi di Cremona
Per una civiltà inclusiva e solidale
Servizio Sanitario
  Nazionale: che     L’     anno 1978 è stato l’anno di fondazione
                            del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)
                     con la promulgazione della legge 833, una di
                                                                         che poi ha cominciato ad avere difficoltà con
                                                                         l’avvento del neoliberismo.
                                                                         Sull’altro lato dell’oceano, gli Stati Uniti
        cosa ci ha
                     quelle leggi che segnano il livello di civiltà di   hanno sempre considerato la salute un’area di
      insegnato il
                     una Nazione. Tale legge si basava su tre            “business” sulla quale lucrare e, fino alla
         Covid 19    principi fondamentali, già tracciati (ma mai        meritevole ma parziale riforma di Obama che
                     attuati) dall’articolo 32 della nostra Carta        ha solo lievemente migliorato la situazione
                     Costituzionale:                                     delle classi povere, vigeva (e vige) un sistema
                     1. L’uguaglianza dei cittadini di fronte alla       esclusivamente assicurativo con gravi
                     malattia                                            disparità. La medicina “made in USA” è
                     2. La gratuità delle cure per qualunque             altamente tecnologica ed estremamente
                     patologia                                           costosa, ma la maggior parte delle risorse
                     3. La riaffermazione della Salute come bene         vengono impiegate per curare una fascia
                     comune                                              limitata e minoritaria di persone, e la
                     Il SSN era ed è sostenuto dalla fiscalità           medicina preventiva è di fatto inesistente.
                     generale e non dai contributi pagati da singoli     Il SSN italiano, così come concepito
                     o da categorie.                                     all’inizio, ha incontrato le tre seguenti
                     Prima di quella data l’assistenza veniva            difficoltà “strutturali”:
                     erogata in base alla categoria lavorativa delle     • La totale gratuità ha portato già nei primi
                     varie persone: c’era l’INAM (Istituto               tempi ad un eccesso di richiesta di prestazioni
                     Nazionale Assistenza Malattia) per una              e quindi ad uno squilibrio economico, cui si è
                     grande maggioranza di dipendenti pubblici e         messo rimedio con l’introduzione dei ticket,
                     privati, casalinghe etc. e poi vi erano varie       del sistema delle esenzioni per reddito e
                     mutue per categorie più “privilegiate” che          patologia, e con la cosiddetta
                     con contribuzioni maggiori, legate al loro          “aziendalizzazione” delle strutture sanitarie
                     maggiore reddito medio, avevano un’                 (ospedali in primis) per mettere sotto
                     assistenza migliore e più completa (dalla           controllo la spesa;
                     mutua artigiani, a quella professionisti, a         • La gestione pubblica non è sempre stata
                     quella dirigenti, tanto per fare alcuni esempi).    all’altezza della situazione e la corruzione è
                     Era di fatto un modello come quelli esistenti       penetrata in modo direi sistemico nella
                     in molti paesi del mondo, basato di fatto su        gestione della Sanità;
   Interventi

                     principi assicurativi e di mercato: più paghi       • La regionalizzazione del SSN ha portato a
                     più sei protetto.                                   diversità di efficienza, con un divario nord/
                     Prima dell’Italia altri Stati europei si erano      sud, mai superato in tema di infrastrutture ed
                     mossi nella direzione di un servizio sanitario      efficienza gestionale, fino ad arrivare a veri
                     pubblico, in particolare la Gran Bretagna fin       “modelli sanitari” differenziati per regione, di
                     dagli anni ’60, impostando per prima il             cui la Lombardia è stata (tristemente)
                     modello assistenziale (o di welfare, come si        protagonista.
                     usa dire adesso) delle socialdemocrazie             Nell’ultimo decennio pre-pandemia, dominato
                     europee, che ha determinato un grande               anche a livello europeo da politiche di
                     miglioramento dei livelli di salute in tutti gli    austerity, abbiamo assistito da parte di tutti i
                     strati sociali (da dati ufficiali della             governi succedutisi (di destra e di sinistra) a
                     Organizzazione Mondiale della Sanità), ma           continui tagli alla sanità più o meno evidenti
                                                                         o dichiarati, con tagli degli organici o blocco
                                                                         dei turnover, ridotto acquisto di attrezzature,
                                                                         ma soprattutto tagli ai settori della medicina
                                                                         territoriale e dei dipartimenti di prevenzione.
                                                                         Il primo e unico governo che ha invertito tale
                                                                         rotta è stato il secondo governo Conte con il
                                                                         Ministro Speranza alla Salute.
                                                                         Questo è successo in modo diffuso in tutto il
                                                                         territorio nazionale, ma soprattutto in
                                                                         Lombardia dove il cosiddetto “modello
                                                                         formigoniano” aveva puntato sulla eccellenza
                                                                         di poche strutture ospedaliere

 10
Per una civiltà inclusiva e solidale
prevalentemente private, depotenziando la          creando maggiori collegamenti all’interno di
rete diffusa dei piccoli e medi ospedali e         una vera rete ospedaliera, e tra ospedali e
demolendo la medicina territoriale, con            territorio. Il territorio deve essere organizzato
allocazione di risorse fortemente squilibrata a    con una medicina di base fondata su gruppi
favore del privato.                                di lavoro di medici e altri operatori che
In Lombardia si era instaurato nella Sanità un     garantiscano assistenza sulle 24 ore e con
sistema di “quasi mercato” dove gli erogatori      strutture intermedie che offrano servizi
di prestazioni potevano essere pubblici o          diagnostici fondamentali per evitare
privati, purché accreditati dalla Regione. Si è
                                                   l’eccessivo ricorso ai Pronto Soccorsi.
verificato quindi che il privato si sia inserito
                                                   I cosiddetti modelli regionali vanno ricondotti
nelle aree più remunerative del Servizio
Sanitario, avendo di fatto la possibilità di       ad un unico modello nazionale (che può
scegliere in quali settori operare, seguendo le    efficacemente essere tratto dalle migliori
tendenze o anche le “mode” che pure esistono       pratiche già esistenti nelle Regioni meglio
in sanità (clamoroso è stato il caso delle         organizzate). Le Regioni devono essere
cardiochirurgie o della protesica), lasciando      responsabili della sua applicazione e
sulle spalle del pubblico tutto il carico dei      declinazione sul territorio, ma un riequilibrio
Pronto Soccorsi, delle Terapie Intensive, delle    tra centro e periferia deve essere attuato se il
Dialisi e delle specialità di base non premiate    Servizio Sanitario vuole essere veramente
dai sistemi di remunerazione in base ai DRG        Nazionale.
(guarda caso di derivazione dal sistema            La salute non è una merce e non può essere
assicurativo americano).                           trattata come un oggetto di mercato e
In tutto questo molte persone si sono adattate     sottoposta alle sue regole (che spesso sono
alla situazione di un sistema pubblico poco        non regole). Tuttavia siamo in un mondo
efficiente (in particolare per quanto riguarda     libero e non possiamo impedire che il privato
le prestazioni ambulatoriali e i piccoli           si occupi di salute.
interventi, con liste d’attesa spesso
                                                   Il discorso sarebbe lungo e articolato, ma per
inaccettabili) rivolgendosi sempre più al
mercato privato o ricorrendo a formule             ragioni di sintesi posso cercare di riassumere
assicurative integrative o sostitutive del SSN,    così il mio pensiero: il privato realmente
                                                   “non profit” può collaborare con il SSN con

                                                                                                        Interventi
tra l’altro deducibili fiscalmente e quindi
incentivanti. In questo modo si è creato nei       un sistema di convenzioni e di controlli, direi
fatti un doppio binario, ripristinando             di diritti e di doveri, meglio regolamentato di
strutturalmente le disuguaglianze che a parole     quello attuale, per evitare rendite di posizione
tutti vogliono combattere.                         a volte fin troppo evidenti. Il privato profit
Il Covid 19 ha brutalmente messo davanti           deve essere totalmente fuori dal sistema
agli occhi di tutti (anche a quelli di idee più    pubblico e non fiscalmente incentivato con le
conservative che in passato avevano sempre         deducibilità fiscali di costi assicurativi.
plaudito ai tagli al SSN) non solo                 Dobbiamo tornare tutti quanti a credere nel
l’importanza, ma l’indispensabilità di un          Servizio Sanitario Nazionale, come un
sistema di salute pubblico, che di fronte alla     pilastro della nostra civiltà inclusiva e
pandemia, ma anche ad altre emergenze              solidale. Senza un sistema pubblico forte non
sanitarie, sappia reagire in modo efficiente ed    vi può essere una efficace prevenzione non
unitario. Quale sistema assicurativo avrebbe       solo delle malattie, ma degli infortuni, dei
potuto ad esempio mettere in campo una
                                                   servizi di igiene pubblica e alimentare, del
campagna vaccinale come quella in atto?
Persino negli USA la campagna vaccinale è          benessere mentale, ma anche del benessere
sostenuta con soldi pubblici, per poter essere     sociale. L’integrazione dei servizi sanitari e
efficace e gratuita per tutti.                     sociali è oggi più che mai necessaria per la
Questo direi è il massimo insegnamento di          costruzione di un vero benessere individuale
questa pandemia. Torna l’insegnamento di           e collettivo. Non vi è sistema di mercato che
Papa Francesco: nessuno si salva da solo!          possa generare tutto questo.
Dal punto di vista più operativo il Covid ci ha    Non aspettiamo un’altra pandemia per capirlo
insegnato che dobbiamo operare rapidamente         fino in fondo: una deve bastare!
un riequilibrio tra ospedale e territorio,                                               Paolo Bodini

                                                                                                             11
Diritto alla salute e accesso ai vaccini
   Le ragioni della
        Campagna
europea “Right to
Cure- No profit on
       pandemic”.
     Sospendere i
          brevetti,
     condividere i
 vaccini: non solo
  una scelta etica.   N    el summit dell’8-9 giugno 2021 si torna a
                           discutere in sede WTO-Organizzazione
                      Mondiale del Commercio- una questione di
                      vitale (proprio “alla lettera”!) importanza: la
                      richiesta avanzata già il 2 ottobre 2020 da
                      India e Sudafrica, sostenuti da 100 Stati tra cui
                      il Vaticano, di sospendere almeno
                      temporaneamente copyright e brevetti sui
                      vaccini anti-Covid attualmente in circolazione.         presidente di Medici Senza Fontiere- alcuni
                      A questa richiesta, USA, Commissione                    governi continuano ad ignorare che la
                      Europea, Canada, Australia, Giappone e                  sospensione dei monopoli possa contribuire a
                      Brasile si sono opposti, nonostante lo stesso           un più ampio accesso a cure, vaccini e test
                      Trattato di Marrakech con cui è stata istituita         diagnostici”. Nel frattempo, di fronte al
                      la WTO consenta deroghe all’accordo Trips               persistere di un “nazionalismo vaccinale”(New
                      sulla proprietà intellettuale “in circostanze di        York Times luglio 2020) assistiamo allo
                      particolare gravità”: difficile non considerare         sviluppo di un mercato parallelo, denunciato
                      particolarmente grave l’attuale situazione di           dallo stesso Financial Times, per cui si offrono
                      pandemia, con oltre 3 milioni di vittime                a ricchi e potenti i cosiddetti “viaggi del
                      ufficialmente dichiarate.                               turismo vaccinale”, con voli charter verso gli
                      Altrettanto difficile ignorare il fatto che l’          Stati- come Dubai o la Florida- che non
                      “affare vaccini” da 40 miliardi per il solo 2021        richiedono prove di residenza per l’accesso a
                      dà alle multinazionali del Big Pharma un                dosi di vaccino offerte a 2000$ l’una. In modo
                      potere contrattuale enorme: anche se i fondi            ancor più vistoso la pandemia ha accentuato le
                      per la ricerca e produzione dei vaccini, ad oggi        diseguaglianze e i più oppressi del Pianeta
                      88 miliardi di dollari a livello mondiale, sono         sono doppiamente vittime del virus perchè
                      pubblici, cioè forniti dagli Stati, restano le          pure esclusi dall’accesso ai vaccini.
 Interventi

                      aziende farmaceutiche a decidere a chi, quando          Quattro mesi dopo l’inizio della campagna
                      e a quale prezzo consentirne l’acquisto. E gli          vaccinale, in America del Nord e in Europa il
                      accordi sottoscritti con le case farmaceutiche          vaccino aveva raggiunto il 27,5 e il 20,2 %
                      sono di fatto secretati: “questi contratti              della popolazione, in Africa appena l’1,78%, in
                      -scriveva il commissario Arcuri il 25 febbraio          America Latina il 6% e in 55 Paesi a basso
                      scorso-, sono tutelati... e tale tutela si giustifica   reddito non era arrivata neppure una fiala.
                      per la natura altamente competitiva di questo           Degli 8,6 miliardi di ordinazioni già
                      mercato globale”. Più chiaro di così: la                confermate alle case farmaceutiche produttrici,
                      supremazia è del mercato, certo non degli               sei miliardi sono destinati a nazioni a medio e
                      interessi collettivi.                                   alto reddito, dove risiede peraltro il 20% della
                      La limitata produzione di vaccini ha dunque la          popolazione.
                      sua origine nel sistema di monopoli con cui             E poco può fare il complesso meccanismo di
                      operano le case farmaceutiche che, con brevetti         distribuzione gratuita di vaccini per i Paesi
                      esclusivi, non condividono tecnologia e know-           poveri noto come COVAX, promosso da OMS
                      how, mentre hanno distribuito ai loro azionisti         e dai filantropi di GAVI Aliance, come Bill
                      6 miliardi di dollari con i quali, -sostiene            Gates: “la via della filantropia internazionale
                      Oxfam-, si potevano vaccinare 1,3 miliardi di           non basta e raccoglie risorse insufficienti”,
                      persone. “Dopo più di un anno di pandemia e             come ha affermato l’economista L.Becchetti
                      milioni di morti -fa notare Claudia Lodesani,           (Avvenire 30/4) e come possiamo leggere sulle

 12
Diritto alla salute e accesso ai vaccini

                                                   (ICE) al Parlamento europeo perchè sia
                                                   ridiscusso il problema di un accesso equo e
                                                   globale ai vaccini. Già 175 Premi Nobel, tra
                                                   cui J.Stiglitz e M.Yunus, ed ex capi di Governo
                                                   (v. Club di Madrid per la democrazia) hanno
                                                   sottoscritto un appello a Biden perchè sia
                                                   rivista la posizione degli USA e recenti
                                                   dichiarazioni di alcuni membri del G20
                                                   sembrerebbero aprire a possibili revisioni
                                                   dell’iniziale rifiuto alla sospensione dei
                                                   brevetti.
                                                   Netta e più volte ribadita la posizione di papa
                                                   Francesco al riguardo: “Non posso mettere me
                                                   stesso prima degli altri, mettendo le leggi del
                                                   mercato e dei brevetti di invenzione sopra le
                                                   leggi dell’amore e della salute dell’umanità.”
                                                   (Natale 2020). E ancora , in occasione della
                                                                                                          Interventi
                                                   Pasqua, “È scandaloso che non cessino i
riviste missionarie, mentre si stima, ad           conflitti armati e si rafforzino gli arsenali
esempio, che entro fine luglio gli USA avranno     militari, mentre la pandemia è ancora in pieno
un surplus di 300 milioni dosi.                    corso e si devono condividere i vaccini.” E di
Come sempre, mentre ci ripetiamo che siamo         nuovo nell’appello a Banca Mondiale e Fondo
tutti sulla stessa barca, “c’è chi, nello stesso   Monetario Internazionale: “Abbiamo bisogno
mare della pandemia, viaggia in prima classe e     di una solidarietà vaccinale giustamente
chi nella stiva”, come fa notare il gesuita e      finanziata, perché non possiamo permettere che
medico Padre Ripamonti, presidente del             a prevalere sia la legge del mercato”. Del resto
Centro “Astalli (Servizio dei Gesuiti per i        con evidente chiarezza il Papa ha scritto nella
rifugiati)” di Roma.                               “Fratelli Tutti” al n. 123 “Sempre insieme al
È proprio per fare pressione sui Governi dei       diritto di proprietà privata, c’è il prioritario e
singoli Stati e sul Parlamento Europeo che la      precedente diritto alla subordinazione di ogni
società civile europea si è mobilitata dando       proprietà privata alla destinazione universale
vita alla campagna “Diritto alla cura” per         dei beni della terra, e pertanto il diritto di tutti
promuovere una raccolta di firme che               al loro uso.” E pure nella Carta dei diritti
dovrebbe raggiungere la cifra di un milione        fondamentali dell’Unione Europea leggiamo:
entro l’autunno. Sarà allora possibile             “La proprietà privata può essere espropriata
presentare una proposta d’iniziativa popolare      per ragione di interesse generale, anche la

                                                                                                                 13
Diritto alla salute e accesso ai vaccini
                      cosiddetta proprietà intellettuale”(Art.17).          non possono che indirizzare la nostra
                      Ma non di sola scelta etica si tratta: il             attenzione alla attuale Campagna di
                      proliferare di varianti, dal Brasile all’India, dal   Cittadinanza europea che chiede di
                      Sudafrica al Vietnam, in grado di ridurre             “Sospendere i brevetti, condividere i vaccini”.
                      l’efficacia degli attuali vaccini, dovrebbe farci     Sono centinaia le realtà associative, le
                      capire che nessuno sarà al sicuro finché tutti        organizzazioni e i movimenti che insieme a
                      non saranno al sicuro. Se la campagna                 prestigiose personalità della scienza, della
                      vaccinale non raggiungesse l’umanità intera, il       cultura e dell’impegno sociale sono coinvolti
                      virus continuerebbe a mutare e ad espandersi          nelle iniziative di sensibilizzazione sul tema e
                      proprio a partire dai Paesi e dalle comunità
Interventi

                                                                            la Rete cremonese ha consegnato al Presidente
                      rimasti esclusi. In recenti incontri organizzati
                                                                            Mattarella, in occasione della sua recente
                      dalla Rete cremonese che sostiene sul territorio
                      provinciale la raccolta firme, Nicoletta Dentico      visita alla città, un appello affinché il nostro
                      e Vittorio Agnoletto, membri del Comitato             Paese agisca operosamente in ogni sede
                      nazionale della Campagna “Diritto alla Cura”          internazionale per la moratoria dei brevetti
                      insieme a Silvio Garattini dell’Ist. “Mario           privati. La difesa del diritto alla salute “bene
                      Negri”, al prof. Riccardo Petrella a Don Ciotti       comune” è un problema di tutti, non solo dei
                      e a Gino Strada, hanno affermato: “Escludere          più poveri.
                      dal diritto alla salute una parte così rilevante                                             Daniela Negri
                      della popolazione mondiale diventa un autogol
                      per chi è tutelato”.                                  Per sottoscrivere l’iniziativa e per informazioni
                      Le ragioni del diritto alla salute sancito dalla      sulla Campagna:
                      Dichiarazione ONU del ‘48 (Art.25) e dalla            www.noprofitonpandemic.eu/it
                      nostra Costituzione (Art.32), le motivazioni          info@noprofitonpandemic.eu
                      umanitarie del solidarismo, il principio
                      cristiano della fraternità universale in quanto       Per i contatti con la Rete cremonese:
                      “figli di uno stesso Padre” e, in fondo, il           dirittoallacura.cr@libero.it;
                      buonsenso di chi chiede garanzie per la propria       Canale YOUTUBE:https://www.youtube.com/
                      salute in un mondo totalmente interconnesso,          chanel/UC2aTPL-DXsEnYq41Tup6vg

                      “Conversazioni sul Cristianesimo.
   La trascrizione
              delle
    conversazioni
improvvisate a S.
  Elena con i suoi
                      Ragionare nella fede”
                      “E
 generali ci rivela
                              siste un Essere infinito, a paragone del      Materialista e
    un Napoleone              quale io, Napoleone, sono un vero             saccheggiatore di
 credente, capace     niente, un puro nulla, mi capite? Lo sento            chiese e conventi,
  di meditare sul     questo Dio... lo vedo... ne ho bisogno, credo in      miscredente e
  contenuto della     lui”. Leggiamo la trascrizione delle                  fedifrago,
                      conversazioni improvvisate di Napoleone               anticlericale e
         sua fede
                      Bonaparte a S.Elena – trascrizione fedele             sequestratore del
                      compiuta da generali e medici, francesi e             Papa: questa è
                      inglesi, credenti e no, che lo assistettero           l’opinione che
                      durante i sei anni di esilio – tradotte in            molti hanno di Napoleone Bonaparte, opinione
                      italiano, in un libro uscito alcuni anni fa,          tanto diffusa quanto da vagliare criticamente.
                      2013, “Conversazioni sul Cristianesimo.               Se andiamo alle fonti, e in particolare a queste
                      Ragionare nella fede” curato da padre Giorgio         conversazioni, scopriamo qualcosa di
                      Carbone per Edizioni Studio Domenicano. La            strabiliante. Napoleone grida con fierezza:
                      prefazione è dell’allora arcivescovo emerito di       “Sono cattolico romano e credo ciò che crede
                      Bologna Giacomo Biffi. Con considerazioni e           la Chiesa”. Durante gli anni di isolamento a
                      valutazioni a dir poco sorprendenti.                  S.Elena, Napoleone si intratteneva spesso con

14
Puoi anche leggere