Energia e cambiamenti climatici - Relazione sullo Stato dell'Ambiente Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile Relazione sullo Stato dell’Ambiente Energia e cambiamenti climatici
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Energia e cambiamenti climatici ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI Giovanni Monastra, Mauro Degli Effetti, Claudio Baffioni, Stefano Vallocchia PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE 3 IL BILANCIO ENERGETICO DI ROMA 8 IL CLIMA 15 LE EMISSIONI CLIMALTERANTI 18 LE SPECIFICITA' DELLA CITTÀ DI ROMA 23 Box - Il Master Plan di Jeremy Rifkin: "Ripensare l’energia a Roma per zone concentriche ed intercollegate" 32 1
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI Giovanni Monastra, Mauro Degli Effetti, Claudio Baffioni, Stefano Vallocchia Il consumo di energia è in costante aumento nelle città. Oggi, a livello europeo, tale consumo è responsabile di oltre il 50% delle emissioni di gas serra causate, direttamente o indirettamente, dall’uso dell’energia da parte dell’uomo. Risulta quindi necessario mettere in campo una serie di azioni che tendano a mitigare le emissioni di gas climalteranti di origine antropica. PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE Il percorso dell’Agenda 21 locale Lo Sviluppo sostenibile è senza dubbio la sfida principale per il nuovo millennio. Con tale obiettivo si vuole infatti coniugare e rendere compatibili la tutela ambientale e la crescita socioeconomica. Negli ultimi decenni è stato elaborato in modo sempre più preciso e concreto il concetto di “sviluppo sostenibile”, definito nel rapporto Our Common Future della Commissione Bruntland delle Nazioni Unite per l’ambiente e lo sviluppo del 1987, come un processo che “garantisce i bisogni del presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future”. In particolare nella Conferenza su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro del 1992 i governi firmatari si sono impegnati verso le tematiche della sostenibilità. In quella sede oltre 170 Paesi hanno sottoscritto il documento dell'Agenda 21, ovvero il programma di azioni per uno sviluppo sostenibile da realizzare nel terzo millennio e con il quale si sottolinea il valore di queste politiche su scala locale, intesa come la “dimensione più adeguata per sviluppare le istanze della sostenibilità ambientale ed urbana”. A livello europeo, con il Trattato di Maastricht, tale concetto diviene uno dei principali obiettivi dell’Unione Europea. Nella Conferenza europea tenutasi ad Aalborg nel 1994 viene redatta la Carta delle città europee per un modello urbano sostenibile ("Carta di Aalborg") che anche il Comune di Roma sottoscrive in quella data. La Carta indica la necessità di orientare lo sviluppo urbano europeo verso un modello di equità sociale e di sostenibilità economica ed ambientale, con il coinvolgimento delle comunità locali nei processi decisionali e l’impegno nei confronti del processo di Agenda 21. Con il vertice di Johannesburg del 2002 (World Summit On Sustainable Development), nel confermare l’impegno verso le sfide ambientali e sociali, si è evidenziata la necessità di valorizzare tutti gli aspetti della sostenibilità, denunciando l’insufficienza delle azione realizzate, in particolare in relazione alle strategie da attuare per contrastare i cambiamenti climatici in campo energetico. Alla luce di quanto emerso a Johannesburg, gli Aalborg Commitments (impegni sottoscritti dal 3
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Comune di Roma nel 2004 ad Aalborg) hanno delineato con precisione gli impegni che gli enti locali attivi in processi di Agenda 21 locale (Ag21L) devono cercare di concretizzare, ciascuno seguendo l’ordine di priorità più consono alla propria realtà. Al fine di aumentare questa consapevolezza sui temi dell’energia, la Commissione europea ha lanciato nel novembre del 2005 la campagna "Energia sostenibile per l’Europa" 1 (Sustainable Energy for Europe - SEE) . La campagna SEE, aperta a soggetti pubblici e privati, si propone quattro obiettivi principali: • aumentare la consapevolezza dei decision-makers nei diversi settori (pubblico, privato, ONG, ecc.) e ai diversi livelli (locale, regionale, nazionale ed Europeo); • diffondere le migliori pratiche (best-practices) e contribuire agli obiettivi di politica energetica dell’UE, migliorando la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e combattendo i cambiamenti climatici; • fornire una conoscenza appropriata ed un supporto adeguato per raggiungere un alto livello di consapevolezza pubblica; • stimolare l’aumento degli investimenti privati nel settore delle tecnologie energetiche sostenibili. Tutti coloro (soggetti pubblici e privati) che presentano progetti ed iniziative che rispondono agli obiettivi sopra elencati possono diventare Partner della campagna SEE, operando all’interno di una delle cinque aree di lavoro della campagna stessa (comunità sostenibili, trasformazione del mercato, progetti dimostrativi, comunicazione, educazione e formazione, programmi di cooperazione). Nel dicembre 2008 l'Unione Europea ha approvato il pacchetto europeo "clima-energia" (meglio conosciuto come 20-20-20). Il documento prevede entro il 2020: il taglio delle emissioni di gas serra del 20%; la riduzione del consumo di energia del 20%; il 20% del consumo energetico totale europeo generato da fonti rinnovabili. Il Pacchetto Clima-Energia consta di una serie di atti normativi che dovranno essere finalizzati ed attuati da qui al 2020. Il pacchetto comprende anche provvedimenti sui limiti alle emissioni delle automobili e sul sistema di scambio di quote di emissione 2 dal 2013 al 2020 (Emissions Trading Scheme ). L’Agenda 21 Locale (Ag21L) e la città di Roma Roma è stata promotrice di iniziative tecniche e politiche legate allo sviluppo sostenibile sin dal 1992, l’anno della Conferenza di Rio, quando i governi di oltre 170 paesi sottoscrissero il documento denominato Agenda 21, ovvero il piano d’azione per affrontare le sfide sociali, economiche e ambientali del XXI secolo. La Città ha così intrapreso il percorso di AG21L nel 1994, sottoscrivendo insieme ad altre 400 autorità locali, la “Carta di 1 http://www.campagnaseeitalia.it 2 Il sistema UE di scambio di emissioni (ETS) istituisce a livello comunitario un sistema per lo scambio di quote di emissione di CO2; è una pietra miliare della politica dell'Unione europea per mitigare i cambiamenti climatici ed è il suo strumento chiave per ridurre le emissioni industriali di gas serra. Essendo il primo e più grande schema internazionale per lo scambio di quote di emissioni di gas serra, l'EU ETS copre circa 11.000 centrali elettriche e impianti industriali in 30 paesi. 4
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Aalborg” o “Carta delle città europee per un modello urbano sostenibile”, adottando nel 1996 il Piano d’azione di Lisbona e nel 1999 la Dichiarazione di Siviglia. Il percorso dell’AG21L per la città di Roma si è rivelato particolarmente complesso, questo in considerazione dell'ampiezza del suo territorio; la città infatti insiste su una superficie di circa 129 mila ettari (territorio pari alla somma delle nove più grandi città italiane). L’articolazione del sistema urbano di Roma, il suo ruolo di Capitale, la dimensione territoriale e abitativa, la peculiarità e importanza del patrimonio storico, archeologico ed ambientale, la varietà dei portatori di interesse (i diversi livelli e momenti di coinvolgimento degli stessi), hanno reso e rendono l’iter di attuazione del percorso dell'Agenda 21 complesso e difficoltoso. Un’altra specificità dei processi dell'AG21L nel Comune di Roma è derivata dalla particolare ampiezza della struttura dell’amministrazione, che rende particolarmente difficile l’omogeneizzazione delle politiche ambientali e di sostenibilità. Le principali fasi del processo dell'Agenda 21 sono state: a) la predisposizione, nel 1996, del documento preliminare del Piano d'Azione Ambientale, ove venivano individuate le strategie per lo sviluppo sostenibile attraverso la definizione degli obiettivi generali, delle linee di intervento e degli indicatori per il monitoraggio delle azioni. Alla sua definizione hanno partecipato circa 120 soggetti, tra rappresentanti della comunità locale e responsabili dell’amministrazione comunale; b) la pubblicazione nel 1997 della Relazione sullo Stato dell’Ambiente, integrata in vari anni, con l’aggiornamento relativo alla qualità dell’aria nel Comune di Roma; c) la costituzione nel 1998 del Forum Ag21L, il processo partecipativo indispensabile per la formulazione del Piano d’azione, coordinato da una commissione permanente, munito di un proprio regolamento, articolato in 7 sessioni tematiche, quale luogo di approfondimento tecnico e di dibattito per le organizzazioni cittadine sulle linee di intervento del Piano d’azione; d) la predisposizione del Piano d’Azione Ambientale, programma di indirizzo strategico sugli obiettivi e le linee di intervento volte a migliorare le condizioni dell’ambiente urbano e la qualità della vita. In particolare le attività relative alla definizione del Piano d’azione ambientale sono state articolate in sessioni tematiche, legate rispettivamente ai temi della conservazione della biodiversità e delle aree agricole, della mobilità, della qualità dell’aria, del rumore, della gestione delle acque, della gestione dei rifiuti, della politica energetica, della riqualificazione dell’ambiente urbano, della difesa e valorizzazione dell’eredità storico-culturale. Il Piano d'Azione Ambientale di Roma è stato approvato in Consiglio Comunale, il 23 settembre 2002, con la deliberazione n. 121. Con il progetto “ContaRoma” è stato prodotto uno studio sperimentale che ha messo a punto una metodologia per la valutazione e contabilizzazione delle spese ambientali nel bilancio di Roma Capitale, strumento innovativo che rende leggibile il conto economico, valutandone quantità, articolazione, effetti e benefici in termini ambientali. L’Amministrazione comunale di Roma ha sottoscritto inoltre la Carta di impegni a giugno 2004 nel corso della “Conferenza di Aalborg + 10- 5
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE ispirare il futuro”. L’adozione degli Aalborg Commitments rappresenta un significativo passo avanti per poter passare dalla fase programmatica a quella pragmatica e strategica, nel tradurre la comune visione di un futuro urbano sostenibile in obiettivi concreti ed in azioni a livello locale. Sono state attuate iniziative finalizzate a promuovere l’Ag21L nei Municipi di Roma. L'intento è stato quello di coinvolgere e diffondere il Piano d'Azione Ambientale, favorendo un percorso di attuazione delle Agende 21 locali da parte dei Municipi stessi. Alla base di questa scelta la necessità di realizzare una maggiore diffusione all’interno dell’Amministrazione comunale, coinvolgendo quelle realtà che per ruolo istituzionale sono più vicine alla cittadinanza, che pertanto possono diventare soggetto fondamentale del processo di partecipazione e condivisione delle politiche strategiche e delle azioni indicate nel Piano d'Azione Ambientale di Roma. Il Piano d’Azione per il raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto Entrato ufficialmente in vigore il 16 febbraio 2005, il protocollo di Kyoto prevede che i 122 Paesi che lo hanno sottoscritto (tra cui l’Italia) si impegnino formalmente a ridurre le emissioni dei gas serra prodotte dai combustibili fossili. L’impegno per l’Italia prevede una riduzione delle emissioni del 6,5% (emissioni 1990) entro il 2012. L’impegno che ogni Paese ha assunto deve necessariamente prevedere non solo delle azioni a livello nazionale ma anche interventi che vedano le realtà locali impegnate direttamente per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione. A tal fine il Comune di Roma ha realizzato il progetto europeo “Realizzazione del Piano d’Azione del Comune di Roma per il raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra” (ROMAPERKYOTO), cofinanziato nell’ambito del programma comunitario LIFE Ambiente. Il Piano d'Azione è stato adottato con Deliberazione della Giunta comunale n. 72 del 18 marzo 2009. Tale progetto ha previsto la partecipazione, in qualità di partner, della Provincia di Roma, dell’Agenzia “RomaEnergia”, dell’Ente Regionale “RomaNatura”, dell’ENEA, dell’ATAC, nonché dell’Institute of Technology in Tallaght (Irlanda). Obiettivo del progetto è stato quello di definire un Piano d’Azione per Roma che contribuisca concretamente al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel Protocollo di Kyoto nei tempi previsti. Specificatamente il Piano d’Azione ha indicato le modalità per giungere alla riduzione del 6,5% (obiettivo dell’Italia) entro il 2012 delle emissioni attribuibili al territorio comunale di Roma rispetto ai livelli di emissione al 1990. Tra le attività svolte dai vari partner vi sono anche delle azioni pilota puntuali a scopo dimostrativo sulle misure da adottare per la riduzione delle emissioni e per l’assorbimento dei gas climalteranti. In particolare RomaNatura è stata responsabile di un’azione pilota di forestazione di un’area verde pubblica di 2 ettari all’interno della Riserva Naturale della Valle dei Casali nel Municipio XV. L’intervento ha posto l’accento sull’importanza di implementare anche in città i sink (serbatoi) per l’assorbimento di anidride carbonica. Il progetto ROMAPERKYOTO è stato selezionato dalla Commissione Europea come uno dei migliori progetti LIFE sul cambiamento climatico a scala locale. 6
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Il Patto dei Sindaci “Il Patto dei Sindaci” (Covenant of Mayors) è stato lanciato dalla Commissione europea il 29 gennaio 2008, nell’ambito della seconda edizione della “Settimana europea dell’energia sostenibile”. L’iniziativa è nata per coinvolgere attivamente le città europee nel percorso verso la sostenibilità energetica ed ambientale. I temi riguardanti la mobilità pulita, la riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati e la sensibilizzazione dei cittadini in tema di consumi energetici rappresentano i principali settori sui quali si concentrano gli 3 interventi delle città firmatarie del Patto. In particolare i Sindaci dei Comuni firmatari si impegnano a: a) superare gli obiettivi formali fissati per l’UE al 2020, riducendo le emissioni di CO2 nelle rispettive città di oltre il 20% attraverso l’attuazione di un Piano d'Azione per l’Energia Sostenibile. Questo impegno e il relativo Piano devono essere ratificati con Delibera di Consiglio comunale; b) preparare un inventario base delle emissioni (baseline) come punto di partenza per il Piano d'Azione per l’Energia Sostenibile; c) presentare il Piano entro un anno dalla formale firma di adesione al Patto dei Sindaci; d) adattare le strutture della città, inclusa l’allocazione di adeguate risorse umane, al fine di perseguire le azioni necessarie; e) mobilitare la società civile al fine di sviluppare, insieme ad essa, un Piano d'azione che indichi le politiche e le misure da attuare per raggiungere gli obiettivi del Piano stesso; f) presentare, su base biennale, un Rapporto sull’attuazione del Piano ai fini di una valutazione del raggiungimento degli obiettivi prefigurati, includendo le attività di monitoraggio e di verifica delle azioni prefissate. Le autorità locali rivestono un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico. Infatti più della metà delle emissioni di gas ad effetto serra viene rilasciata dalle città. Considerando inoltre che l'80% della popolazione vive e lavora nei centri abitati, dove viene consumata fino all'80% dell'energia, si evidenzia ancora di più il ruolo indispensabile dell'Amministrazione locale. Essendo il livello amministrativo più vicino ai cittadini, le autorità locali si trovano nella posizione ideale per comprenderne i timori ed agire. Inoltre, esse possono affrontare le sfide nella loro globalità, agevolando la sinergia fra interessi pubblici e privati e l'integrazione dell'energia sostenibile negli obiettivi di sviluppo locali, (ad esempio tramite le fonti energetiche alternative), un uso più efficiente dell'energia o modifiche nei comportamenti. Le Amministrazioni locali assumono pertanto un ruolo di punta nel processo di attuazione delle politiche in materia di energia sostenibile e ricevono sostegno in questo loro sforzo dalla cittadinanza. Il Patto dei Sindaci permette alle città più all'avanguardia d'Europa di essere in primo piano nella lotta al cambiamento climatico tramite l'attuazione di politiche locali intelligenti in materia di energia sostenibile. L’obiettivo è creare posti di lavoro stabili localmente, aumentare la qualità della vita dei cittadini e affrontare tematiche sociali fondamentali. 3 http://pattodeisindaci.upinet.it/p/8/il_patto_dei_sindaci 7
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Le città firmatarie accettano di preparare regolarmente delle relazioni e di essere sottoposte a controlli durante l'attuazione dei propri Piani d'azione. Roma Capitale ha presentato ufficialmente la richiesta di adesione al Patto dei Sindaci attraverso la delibera n. 51 del Consiglio comunale del 18 giugno 2009. L’adesione è avvenuta il 4 maggio 2010 con la sottoscrizione del Patto da parte del Sindaco di Roma ed il contestuale impegno a presentare entro un anno il Piano d’Azione per l'Energia Sostenibile della Città di Roma 2 contenente gli obiettivi e le strategie di riduzione delle emissioni di CO al 2020. IL BILANCIO ENERGETICO DI ROMA4 Il Bilancio Energetico è l'analisi quantitativa dei flussi di energia in ingresso nel sistema urbano e dei loro usi finali ed è costruito a partire dai flussi in ingresso dei combustibili per autotrazione, di metano e di energia elettrica. In seguito si è provveduto ad imputare i consumi ai diversi usi finali di interesse (mobilità, residenziale e terziario). Le fonti sono le istituzioni responsabili della distribuzione (metano – Snam Rete Gas e energia elettrica – ACEA S.p.A.), o della quantificazione dei consumi per il calcolo delle accise (combustibili per autotrazione – Agenzia delle Dogane). I consumi energetici complessivi I combustibili per autotrazione La serie storica dei consumi annuali di combustibile per autotrazione in rete ed extra rete è stata fornita 5 dall’Agenzia delle dogane a partire dal 2003 . Per inciso, il dato extrarete per il gasolio dà un contributo percentuale non trascurabile: nel 2007 è stato di oltre il 5% del consumo totale di gasolio. I dati complessivi (rete ed extrarete) sono nella tabella e nei grafici qui riportati. Combustibili per autotrazione -‐ contributo energetico Anno 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Benzina TJ 34.272 32.675 29.336 28.655 26.199 24.189 23.228 21.872 Gasolio TJ 20.573 21.343 21.819 26.157 27.795 27.787 27.436 27.725 GPL TJ 2.591 1.917 1.466 1.839 1.700 1.851 2.037 2.457 TOTALE TJ 57.436 55.934 52.622 56.651 55.693 53.827 52.700 52.054 Serie Serie storica storica deidei consumi consumi annuali annuali didcombustibile i combustibile (rete (rete eded extrarete) extrarete) - -‐Fonte: Fonte: Agenzia Agenzia delle delle Dogane Dogane Combustibili per autotrazione - contributo energetico Anno 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 4 il bilancio Benzina energetico quiTJ riportato34.272 non è completo: 32.675 manca 29.336 la valutazione28.655 26.199 di alcuni elementi propri24.189 23.228 di un bilancio energetico21.872 quali ad esempio la valutazione delle perdite di rete (non trascurabili nel caso del metano) ma che qui, per mancanza di dati certi in proposito, non verranno considerati. 5 Gasolio TJ 20.573 21.343 21.819 26.157 27.795 27.787 27.436 27.725 I dati originali forniti sono in litri. Il fattore di conversione MJ/litro è tratto da Direttiva 2009/33/CE GPL TJ 2.591 1.917 1.466 1.839 1.700 1.851 2.037 2.457 8 TOTALE TJ 57.436 55.934 52.622 56.651 55.693 53.827 52.700 52.054 Serie storica dei consumi annuali di combustibile(rete ed extrarete) Fonte: Agenzia delle Dogane
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Serie storica dei consumi annuali di combustibile (rete ed extrarete) - Fonte: Agenzia delle Dogane Serie storica dei consumi annuali di combustibile (rete ed extrarete) - Fonte: Agenzia delle Dogane I dati di consumo di metano per il Trasporto Pubblico Locale (TPL) nel 2010 sono stati pari a 580 TJ (dato ATAC), mentre quelli per trasporto privato sempre nel 2010 sono totalmente trascurabili (7,6 TJ dato SNAM rete gas). Dai dati sopra esposti, è da sottolineare la diminuzione al 2005 dei consumi complessivi a cui è succeduto un brusco aumento nel 2006. Tale aumento è legato al mutamento registrato in quell'anno sui veicoli a gasolio, diventato pressoché costante dal 2007, insieme ad una riduzione dei consumi di benzina. Strutturale è invece la diminuzione complessiva dei consumi dal 2006 al 2010, alla luce delle diverse soluzioni proposte dal TPL e come effetto della crisi economico finanziaria del 2008 – 2009. I dati riportati non tengono conto dei combustibili venduti a Roma, ma consumati fuori dal territorio romano (problema legato all’utilizzo di grandi arterie di scorrimento quali il Raccordo Anulare che connettono la rete autostradale di comunicazione), come pure quello dei combustibili acquistati fuori dal territorio romano da automobilisti che a Roma hanno utilizzato l’automobile (ad esempio il flusso pendolare dei lavoratori che quotidianamente 9
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE giungono in città in numero rilevante). La valutazione fatta a partire dai dati forniti dall’Agenzia della Mobilità di Roma Capitale sui flussi pendolari permette di affermare, in prima approssimazione, che i due fenomeni si compensano tra loro. L’energia elettrica 6 ACEA S.p.A. ha fornito la serie storica 2003 – 2010 dei consumi elettrici dei suoi clienti classificati per tipi di attività ISTAT ed oggetto di comunicazione annuale all’Ufficio Statistico di TERNA S.p.A. I dati sono nella tabella e nei corrispondenti grafici qui sotto riportati. Serie storica dei consumi elettrici - fonte Acea SpA Serie storica dei consumi elettrici - Fonte: ACEA S.p.A. 6 1 MWh = 0,0036 TJ 10
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Serie storica dei consumi elettrici - fonte Acea SpA I dati mostrano che i consumi agricoli sono trascurabili. Per quello che riguarda i consumi industriali, questi non verranno considerati sia perché minoritari rispetto al totale (al di sotto del 6% negli ultimi anni), sia per non contabilizzare contributi che sono già regolamentati dall’ETS. I consumi elettrici di ATAC per il sistema elettrico di TPL sono stati pari nel 2010 a 794 TJ. Riferendosi quindi ai soli contributi di terziario e domestico, non solo il primo risulta essere dominante rispetto al secondo, ma viene mostrato un differente andamento dell’intensità del consumo per utenza. La tabella seguente contiene i numeri indice (2003 = 100) per consumi, numero di utenze ed intensità elettrica per utenza nell’uso domestico e nel terziario. Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale suI cambiamenti climatici su dati Acea SpaA Nel settore domestico la crescita delle utenze è stata costante (+6,6% nel 2010), i consumi complessivi sono stati altalenanti con un picco del +3,1% nel 2005) con un consumo / utente in diminuzione (-6,9% nel 2010). Nel settore terziario, invece, la crescita dei consumi è costante fino ad un aumento del 21% nel periodo 2008 - 2010, con un pressoché stabile numero di utenze che al più mostra un aumento del 1,6% nel 2009. Quindi vi è stato un aumento dei consumi per utenza che si assesta su un + 19,8% nel 2010. 11
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Il metano 7 La serie storica 2003 – 2010 relativa ai volumi di gas metano riconsegnati nel territorio del Comune di Roma, è stata fornita da SNAM Rete Gas, distributore a Roma. I dati sono stati forniti per tre tipologie di utenti: industria, termoelettrico e impianti di distribuzione. La voce “impianti di distribuzione” tiene conto complessivamente dei consumi domestico e terziario ed è questa l’unica voce, similmente a quanto riportato per l’elettrico, che verrà considerata nel bilancio di Roma. I dati sono nella tabella e nei grafici sotto riportati. Fonte: SNAM Rete Gas Serie storica dei consumi di metano - Fonte: SNAM Rete Gas Serie storica dei consumi di metano - Fonte: SNAM Rete Gas 7 3 1 m = 38,1 MJ 12
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Da notare l’altalenante andamento dei consumi nel settore industria e il verticale crollo dei consumi per il termoelettrico. Gli impianti di distribuzione mostrano un andamento altalenante negli anni. Da notare un aumento di quasi il 9% nel passaggio 2009 – 2010. I dati esposti possono essere sintetizzati nella tabella e nei grafici seguenti. Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati: Agenzia delle Dogane, ACEA S.p.A. e SNAM Rete Gas. 70.000 60.000 50.000 Combustibili da autotrazione 40.000 Energia Elettrica J T Metano 30.000 20.000 10.000 0 2 2 2 2 2 2 2 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 3 4 5 6 7 8 9 0 Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati: Agenzia delle Dogane, ACEA S.p.A. e SNAM Rete Gas. Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati: Agenzia delle Dogane, ACEA S.p.A. e SNAM Rete Gas. 13
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE E’ bene sottolineare che questi dati contemplano solo i contributi relativi al settore autotrazione, residenziale e terziario. Infatti i dati relativi ai settori agricolo e industriale per i consumi elettrici e i dati relativi ai settori industria e termoelettrico per il metano non sono stati qui considerati o perché minoritari rispetto al totale o per non contabilizzare contributi che sono già regolamentati dall’ETS. Da questi dati si evidenzia che i combustibili da autotrazione rappresentano la fonte energetica principale, mentre energia elettrica e metano hanno pressoché la stessa importanza. Conseguentemente, strategie mirate alla riduzione percentuale dei consumi energetici dovrebbero essere focalizzate nella riduzione dei consumi di combustibili da autotrazione. I consumi energetici complessivi: analisi settoriale Un ulteriore passo può essere fatto quando approfondiamo il discorso verso i consumi settoriali. Sebbene i dati originali per il metano accorpino il contributo di residenziale e terziario, uno studio fornito dall’Osservatorio dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), basato su dati ISTAT, permette di separare per il metano i settori del residenziale e del terziario. Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati: Agenzia delle Dogane, ACEA S.p.A. e SNAM Rete Gas e Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati: Agenzia delle Dogane, ACEA S.p.A. e SNAM Rete Gas e Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale 14
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Conseguentemente da questi dati si evince che l’intervento settoriale su cui è bene concentrarsi per giungere ad una riduzione dei consumi energetici è sempre quello della mobilità. Tuttavia, se si considerano congiunti i consumi di terziario e residenziale, il campo d’azione trainante è quello dell’efficientamento degli edifici, visto che nel 2010 le due voci hanno contribuito al consumo di quasi il 60% dell’energia. IL CLIMA Il “clima” è la combinazione delle condizioni meteorologiche prevalenti in una regione, su lunghi periodi di tempo (25-30 anni). L’energia del sole è alla base dei complessi meccanismi che regolano il clima sulla terra. Essa viene assorbita dal sistema terrestre in modo diverso a seconda della latitudine, della conformazione geografica dei continenti e degli oceani, dell’orografia, ecc. L’energia solare si trasforma in altre forme di energia che danno origine ai movimenti dell’atmosfera, dei mari, ecc. e in varie forme di energia bio-chimica che sono alla base della evoluzione della vita sulla terra. Dopo tutte queste trasformazioni l’energia solare ritorna nello spazio. Pertanto, mentre nella pratica il clima è definito dalle condizioni meteorologiche medie (temperatura, precipitazioni, vento, umidità) in un arco di tempo di almeno trent’anni, nell’attività di ricerca scientifica è definito come lo stato di “equilibrio energetico” tra flusso di energia solare entrante sul nostro pianeta e flusso di energia uscente dal nostro pianeta. L’effetto serra è un fenomeno naturale, determinato dalla capacità dell’atmosfera di trattenere, sotto forma di calore, parte dell’energia che proviene dal sole. Il fenomeno è dovuto alla presenza nell’atmosfera di alcuni gas, detti “gas serra”, che intrappolano la radiazione termica che viene emessa dalla superficie terrestre riscaldata dal sole. Grazie a questo fenomeno, la temperatura media della terra si mantiene intorno ai 15°C, contro i -19°C che si avrebbero in assenza dei gas serra. I gas maggiormente responsabili di questo fenomeno, oltre il vapore acqueo, che è il principale gas serra naturale, sono la CO2, il CH4 (metano), il N2O (protossido di azoto). L’anidride carbonica (CO2), uno dei principali composti del carbonio, è presente in natura in quattro grandi “serbatoi”: • la biosfera, nella quale il carbonio è presente nelle molecole organiche (lipidi, glucidi, ecc.) (3.100 miliardi di tonnellate o gigatonnellate); • gli oceani, nei quali il carbonio è disciolto sotto forma di carbonati e bicarbonati (40.000 gigatonnellate); • la geosfera, dove il carbonio si presenta essenzialmente sotto forma di calcare e di combustibili fossili (rispettivamente 40.000 e 12.000 gigatonnellate); • l’atmosfera, dove il carbonio è presente sotto forma di CO2 (600 gigatonnellate). Questi serbatoi sono legati tra loro da importanti scambi che nel loro insieme costituiscono il “ciclo del carbonio”. Il metano (CH4) si produce dalla degradazione di materiale organico in assenza di ossigeno. Esso viene naturalmente emesso da mangrovie e paludi, mentre le emissioni dovute alle attività umane 15
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE provengono essenzialmente dalle perdite di gas naturale e di altri combustibili fossili durante l’estrazione e il trasporto, dalla fermentazione anaerobica di biomasse, dall’agricoltura e dalla zootecnia, ed infine dalle discariche. Il protossido di azoto (N2O) è un gas serra molto potente e con un tempo di permanenza in atmosfera piuttosto elevato (120 anni), ma con una bassa concentrazione; le principali fonti antropiche di emissione derivano dai fertilizzanti azotati usati in agricoltura e in alcune produzioni industriali. Nell’atmosfera, esistono anche altri gas, in percentuali minori, come: i Cloro-Fluoro-Carburi (CFC), gli Idro- Fluoro-Carburi (HFC), il Tetra-Fluoro-Metano (CF4) ecc.; questi gas sono dei composti chimici a base di carbonio che contengono cloro, fluoro, iodio o bromo. Per valutare il contributo all’effetto serra dei differenti gas, bisogna prendere in considerazione tre parametri: • la loro concentrazione in atmosfera; • la diversa capacità di intrappolare l’energia che va dalla Terra verso lo spazio ( il cosidetto forcing radiativo di ciascun gas); • il tempo medio durante il quale un certo gas persiste in atmosfera (ovviamente se un gas rimane in atmosfera per poco tempo avrà un effetto serra minore rispetto ad un gas che rimane in atmosfera molto più a lungo). Per poter rendere possibile il confronto tra gas con differenti caratteristiche, è stato sviluppato un metodo che permette di valutare il comportamento dei diversi gas evidenziando il loro potenziale di riscaldamento globale (GWP), tenendo dunque conto del tempo di permanenza in atmosfera, della concentrazione e del forcing radiativo: il GWP è una misura dell’effetto serra relativo di un gas, utilizzando come gas di riferimento l’anidride carbonica. In base al GWP una tonnellata di metano e di protossido di azoto corrispondono rispettivamente a 21 e 310 tonnellate di CO2 equivalente. Il clima di Roma La città di Roma è situata ad un'altezza media di circa 20 metri sul livello del mare, in una vasta pianura al centro dell'Agro romano, confinante ad ovest con la costa tirrenica ed ad est con le prime propaggini dell'Appennino. Dal punto di vista morfologico il territorio si presenta assai composito, comprendendo i versanti meridionali dei monti della Tolfa e dei monti Sabatini, il settore meridionale dei monti Sabini, la Campagna Romana, solcata da vari corsi d'acqua, fra cui il Tevere e l'Aniene, l'edificio vulcanico dei Colli Albani, il settore occidentale dei monti Simbruini, i Lepini settentrionali e l'alta valle del fiume Sacco. Il principale corso d'acqua è il Tevere, che attraversa Roma e forma, al suo sbocco nel mar Tirreno, un vasto delta dalla forma quadrangolare. Altri fiumi di rilievo sono: l'Aniene, suo affluente di sinistra, che scorre quasi interamente nell'ambito del territorio provinciale, il Sacco e l'Arrone, emissario del lago di Bracciano. I più importanti bacini lacustri, formatisi entro le depressioni di caldera di antichi vulcani spenti, sono: i laghi di 16
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Bracciano e di Martignano, nell'apparato vulcanico dei monti Sabatini, e i laghi di Albano e di Nemi, in quello dei Colli Albani. I caratteri climatici variano molto in relazione alla morfologia del territorio, per cui il clima è propriamente mediterraneo nella fascia costiera, di tipo continentale attenuato, invece, all'interno. Procedendo da ovest ad est, diminuiscono in genere le temperature e aumentano i valori pluviometrici, che vanno da un minimo di 700 mm nella zona litoranea a un massimo di oltre 1500 mm sui monti Sabini e sui Simbruini; le precipitazioni si concentrano in larga misura nei mesi invernali e primaverili, e sono molto scarse nella stagione estiva. In generale è possibile affermare che il clima di Roma è di tipo temperato, con valori particolarmente miti sulle coste, e moderatamente freddo, soprattutto d'inverno nelle zone più interne. L'estate è calda e secca, anche se alcune serate possono essere molto umide. L'inverno è freddo e pressoché asciutto, con rari fenomeni nevosi di una certa consistenza. In generale, il clima è spesso ventilato, con una prevalenza di venti occidentali (maestrale e libeccio) e settentrionali (tramontana e grecale). La classificazione dei climi formulata da Köppen prende in considerazione gli aspetti più evidenti del clima (temperatura, precipitazioni, ecc.) ed il tipo di vegetazione presente in una regione. In base alla classificazione dei climi di Köppen Roma appartiene 8 alla fascia CSA : C = clima caldo-umido con una stagione fredda, estate arida e inverno fresco - media delle temperature del mese più freddo compresa tra 18 °C e -3 °C; S = estate arida, intensità delle precipitazioni del mese invernale più piovoso uguale ad almeno 3 volte l' intensità delle precipitazioni del mese estivo meno piovoso; A = estate calda, temperatura del mese più caldo > 22 °C. 8 http://www.ecology.unimi.it/Ecobase/L/02_Climatologia/02_Climogramma.htm#Roma 17
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE LE EMISSIONI CLIMALTERANTI Serie storica delle emissioni climalteranti a Roma per consumi di energia Le emissioni causate da combustibile per autotrazione I dati complessivi (rete ed extrarete) delle emissioni climalteranti legate all'uso di combustibile per autotrazione sono nella tabella e nei corrispondenti grafici qui sotto riportati. Fonte: elaborazione ISPRA su dati Agenzia delle Dogane Fonte: elaborazione ISPRA su dati Agenzia delle Dogane Fonte: elaborazione ISPRA su dati Agenzia delle Dogane 18
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Le emissioni legate ai consumi elettrici I dati relativi alle emissioni da consumi elettrici sono riportate nella tabella e nei grafici seguenti: Fonte: elaborazione ISPRA su dati ACEA SpA Fonte: elaborazione ISPRA su dati ACEA SpA Fonte: elaborazione ISPRA su dati ACEA SpA 19
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Le emissioni legate ai consumi di metano I dati relativi alle emissioni climalteranti da metano sono riportate nella tabella e nei grafici seguenti: Fonte: elaborazione ISPRA su dati SNAM Rete Gas Fonte: elaborazione ISPRA su dati SNAM Rete Gas Fonte: elaborazione ISPRA su dati SNAM Rete Gas Dai dati si evince l’uso preponderante del metano nel settore residenziale. 20
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Le emissioni complessive legate ai consumi energetici Le emissioni complessive legate ai consumi energetici sono riportate nella tabella e nei grafici seguenti. Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati ISPRA Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati ISPRA Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati ISPRA 21
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Il dato più rilevante è che la maggiore responsabilità per le emissioni di gas serra nei consumi energetici è legata ai consumi elettrici a causa dei fattori di emissione per le diverse fonti. Conseguentemente, azioni di riduzione dei consumi elettrici e di generazione di energia elettrica da fonte rinnovabile sembrano essere le più efficaci per il raggiungimento di obiettivi di riduzione di emissioni climalteranti. Le emissioni complessive: analisi settoriale E’ ora possibile riportare per settori le emissioni climalteranti così come rappresentato nella tabella e nei due grafici seguenti. Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati ISPRA Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati ISPRA L’analisi settoriale mostra la mobilità come responsabile delle emissioni con una percentuale (36,8%) molto vicina a quello del settore terziario (31,8%) e residenziale (31,4%). Conseguentemente gli edifici (inteso come residenziale sommato al terziario) hanno un peso predominante nella responsabilità delle emissioni (63,2%). 22
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Le emissioni climalteranti di Roma Capitale Similmente a quanto sinora sviluppato, è possibile valutare le emissioni climalteranti legate alle attività di Roma Capitale. E’ stato effettuato il calcolo di dettaglio per il 2009 e il 2010. I settori coinvolti sono stati: edifici del patrimonio (consumi elettrici, gasolio e metano); trasporto pubblico locale (consumi elettrici, gasolio e metano; Autoparco comunale (consumi benzina, gasolio e GPL); illuminazione pubblica (consumi elettrici). I dati sono riportati nella seguente tabella: Anno 2009 2010 Roma Capitale tCO2eq. 418.209 409.091 TOTALE tCO2eq. 9.976.129 10.008.879 Contributo Percentuale % 4,2 4,1 Fonte: elaborazione Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici su dati Roma Capitale Si noti che nelle emissioni una parte rilevante è composta dall’erogazione di servizi alla città, quali il TPL, l’illuminazione pubblica, l’illuminazione ed il riscaldamento per l'Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), scuole, musei, ecc. LE SPECIFICITA' DELLA CITTA' DI ROMA Oltre alle tematiche energetiche, nel quadro emissivo della Capitale debbono trovare posto anche settori legati a specificità della città come a precise politiche messe in atto. Ci si riferisce in particolare ai rifiuti, alle aree verdi viste come serbatoi di carbonio e alle politiche relative agli acquisti verdi (GPP). Tali settori non sono stati inseriti sinora all’interno della baseline, ma si inseriscono in un quadro più ampio di mitigazione dei gas climalteranti. Nel settore rifiuti si è proceduto alla valutazione delle emissioni sulla quantità indifferenziata conferita in discarica e, in particolare, della parte umida che in discarica è la sola responsabile delle emissioni di metano. Il territorio romano ospita la discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa. 9 Proprio sulla discarica di Malagrotta, vi è in atto una procedura di infrazione comunitaria contro la Regione Lazio. Un ulteriore aspetto è rappresentato dalle estese aree verdi di Roma Capitale considerate in termini di “pozzi” di assorbimento di carbonio. Roma ingloba all'interno del suo territorio circa 92.000 ettari di aree verdi urbane (pari al 71% del territorio comunale) e si colloca quindi tra le città più verdi del mondo. In questo patrimonio di aree verdi sono comprese le aree naturali protette che, per estensione, ne fanno la città capitale mondiale della protezione della biodiversità. E’ importante inoltre evidenziare il ricorso da parte dell’Amministrazione capitolina alla politica di acquisti verdi. Questi ultimi sono in grado di generare molteplici effetti positivi tra cui la riduzione 9 P.I. 2011/4021 per la non conformità della Direttiva discariche ( dir. 1999/31/CE) circa il conferimento del tal quale. 23
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE degli impatti ambientali, la tutela della competitività, la razionalizzazione della spesa pubblica e la diffusione di modelli di consumo e di acquisto sostenibili. Il settore rifiuti L’evoluzione della normativa in materia di gestione dei rifiuti ha condotto alla definizione di obiettivi per il conseguimento della sostenibilità ambientale dell’intero ciclo dei rifiuti, individuando come prioritarie le azioni dirette a favorire la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti, il riciclaggio ed il recupero e relegando lo smaltimento in discarica quale fase residuale. Tale impostazione ha avviato una fase di notevoli cambiamenti, mirati alla realizzazione di un sistema integrato di gestione del ciclo dei rifiuti. Il Contratto di 10 servizio, tra Roma Capitale e AMA S.p.A. , in coerenza con l’avvenuto passaggio dal regime di Tassa (TARSU) al 11 regime di tariffa (Ta.Ri.) , oltre a disciplinare le modalità di erogazione di tutti i servizi di igiene urbana, ha introdotto una serie di indicatori qualitativi, quantitativi e specifici obiettivi. La vigilanza sul corretto svolgimento delle attività regolate dal contratto e la verifica dei risultati conseguiti è demandata ad un apposito Organismo di controllo. La produzione dei rifiuti Per “produzione rifiuti” s’intende il totale dei Rifiuti Urbani (RU) raccolti (indifferenziati + differenziati). Nel 2010 la produzione di RU nel territorio di Roma si attesta a 1.834.276 tonnellate, corrispondente ad una produzione di circa 5.000 t/giorno. Per quanto concerne i rifiuti indifferenziati non trattati, essi vengono trasportati alla discarica di Malagrotta, ubicata nel quadrante Ovest della città. I rifiuti raccolti nelle zone Est, Sud-Est e Nord-Est della città, vengono trasportati dai mezzi AMA alla stazione di trasferenza di Rocca Cencia, gestita dal Consorzio Laziale Rifiuti (Co.La.Ri.). Presso questa stazione, i rifiuti vengono travasati su mezzi più adeguati per il trasporto a distanza e trasferiti presso la discarica di Malagrotta, con una riduzione dell’impatto connesso al trasporto. Il servizio è affidato interamente al Co.La.Ri. Inoltre, AMA effettua il trasporto di una parte dei RU indifferenziati mediante un sistema intermodale (su ferro) dalla piattaforma di Porto Fluviale alla stazione di Ponte Galeria. 10 Del. G.C. n. 33 del 28 gennaio 2004 11 Il sistema tariffario per la copertura dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani (Ta.Ri.), di cui all’art. 49, comma 2, del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, con conseguente soppressione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani (TARSU), di cui al D.Lgs. n. 507/93 e s.m.i. i costi per i servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani e ai servizi di igiene urbana sono determinati nel Piano Finanziario elaborato da AMA S.p.A. e dal Comune di Roma, coperti integralmente dalla Tariffa Rifiuti (Ta.Ri.). 24
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE Le emissioni di gas serra nel settore dei rifiuti Le emissioni di metano (importante gas ad effetto serra) sono state qui valutate esclusivamente in riferimento alla quantità di rifiuto “tal quale” conferito in discarica, proprio alla luce della procedura di infrazione sopra ricordata. Le emissioni sono state valutate applicando un metodo di bilancio di massa proposto dall’IPCC (linee guida 1996). Seguendo il metodo di bilancio di massa, le emissioni di metano da discarica sono calcolate secondo la seguente formula: CH4 = (RSU x COD x CODE x F x 16/12-R) x (1-OX) dove: CH4 = quantità di metano emessa (Gg/anno); RSU = quantità di rifiuti solidi urbani smaltiti in discarica (Gg/anno); COD = frazione di carbonio organico degradabile contenuta nei rifiuti (valore del COD usato su scala nazionale è 0,114); CODE = frazione di carbonio organico che effettivamente si degrada (valore di default è 0,5); F = frazione di metano contenuta nel gas di discarica (valore di default è 0,5); 16/12 = rapporto tra la massa molecolare del metano e la massa atomica del carbonio; R = metano recuperato (Gg/anno); OX = fattore di ossidazione del metano (valore di default è 0,5). Le emissioni totali di metano da discarica in tonnellate di CH4 sono indicate nella tabella seguente. E’ importante sottolineare che qui non compaiono le quantità recuperate tramite il processo di captazione di metano attivo nella discarica di Malagrotta (R = 0 nella formula precedente). 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 53.352 56.544 56.392 54.150 51.300 46.436 49.058 43.016 25
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE E conseguentemente, considerando il fattore di conversione CH4 – CO2 pari a 21 si ottengono le seguenti emissioni di tonnellate di CO2: 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 1.120.392 1.187.424 1.184.232 1.137.150 1.077.300 975.156 1.030.218 903.336 Nel voler effettuare una previsione circa le emissioni in discarica per il conferimento del “tal quale”, si deve tenere conto che Roma Capitale ha in programma di arrivare entro il 2018 al 50% di raccolta differenziata. La quantità di rifiuti prodotta si è attestata, dal 2005, al di sotto di 1.850.000 t, e tale dato dovrebbe confermarsi 12 in futuro, vista la stabilizzazione della popolazione residente . Al 2020 il rifiuto conferito al trattamento non dovrebbe superare le 925.000 t. Tale quantità è inferiore alla quantità di rifiuti trattabili dalla linea di trattamento dei RU indifferenziati (1.142.000 t/anno). La quantità di rifiuti “tal quale” conferiti in discarica sarà così pari a 0. In discarica verrà solamente conferito il residuo di lavorazione della linea di trattamento (praticamente privo di organico) e la Frazione Organica Stabilizzata (FOS) che non emette metano. Conseguentemente le emissioni da discarica saranno presumibilmente pari a 0. E’ evidente che qui non si è riportata una valutazione complessiva delle emissioni climalteranti dal ciclo dei rifiuti, che saranno comunque inferiori rispetto a quelle legate ad un ciclo in cui il conferimento del “tal quale” copriva una parte rilevante. I sink di carbonio Il ciclo del carbonio si realizza principalmente attraverso l’anidride carbonica, che costituisce il veicolo principale di flusso tra biosfera, atmosfera, idrosfera e litosfera. Le riserve più abbondanti di carbonio si trovano nella litosfera, come depositi inorganici, prevalentemente nella forma di carbonati e come depositi organici fossili quali carbone e petrolio. In assenza dell’uomo il flusso di carbonio tra la riserva costituita dai depositi organici fossili e l’atmosfera sarebbe stato trascurabile. Con la rivoluzione industriale, bruciando i combustibili fossili, l’uomo ha innescato un flusso che prima non esisteva, restituendo all’atmosfera carbonio che era stato fissato per fotosintesi milioni di anni addietro, alterando perciò la concentrazione di anidride carbonica atmosferica. Le foreste rappresentano una parte attiva del bilancio planetario del carbonio; gli alberi infatti, grazie al processo di fotosintesi clorofilliana, sono in grado di assorbire anidride carbonica e di legarla nei carboidrati. Il carbonio così trasformato rimane immobilizzato per lungo tempo nel legno e nella sostanza organica del suolo, costituendo un importante pool nel bilancio di questo elemento. Secondo il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), organo scientifico dell’UNFCCC, le “attività di 12 Il Piano Regionale in fase di definitiva approvazione (all’ottobre 2011) prevede al 2020 un incremento della produzione dei rifiuti dello 0,5%, ininfluente per i ragionamenti che seguono. 26
Puoi anche leggere