Giacomo Calzoni - Fantafestival
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Giacomo Calzoni L’omaggio del Fantafestival riservato a fico, sia in ambito letterario che in quello Calvin Floyd non è solamente il pretesto cinematografico: il vampiro di Bram Stoker per recuperare i due titoli dell’autore qui ri- e la creatura di Mary Shelley sono il punto proposti al pubblico, ma anche un’occa- di partenza ideale per il percorso di Calvin sione – l’ennesima – per ritornare sulle Floyd all’interno dei territori del fantastico, numerose zone d’ombra del cinema fanta- un viaggio comunque caratterizzato dalla stico europeo, più che mai denso di nomi, scelta di un punto di vista sempre originale OMAGGIO titoli e tematiche che oggi più che mai me- e in controtendenza rispetto alle precedenti riterebbero una riscoperta critica approfon- e numerosissime trasposizioni per il grande dita. Nel caso specifico di Floyd, questo si e piccolo schermo. può benissimo tradurre in una sorta di at- teggiamento riparatore rispetto a quella Cadenzato dalla voce narrante del Dra- bizzarra e, ahinoi, spietata forma di ostra- cula per eccellenza, Christopher Lee, e cismo rivolta a tutti quegli artisti che, ta- basato sul libro In Search of Dracula: The gliati fuori dai riflettori riservati al circolo History of Dracula and Vampires (1972) del cinema d’autore a causa della loro vo- di Radu Florescu e Raymond T. McNally, cazione al fantastico, ancora oggi faticano In Search of Dracula (1974) è un documen- a vedere riconosciuto il proprio talento. Un tario che ripercorre la storia e la mitologia pregiudizio che fino a qualche decennio fa legate alla figura del vampiro su un piano imperversava in qualsiasi continente e a sia storiografico che letterario, indagan- prescindere dalle coordinate geografiche, done l’evoluzione all’interno del folklore ma che nella Svezia degli anni Settanta era rumeno attraverso documenti e testimonian- certamente più radicato che altrove: oggi ze storiche. Quindi non soltanto il celebre però è finalmente possibile godere di que- Vlad III di Valacchia, meglio noto come sto cinema senza alcun senso di colpa e ri- Vlad Tepes (anche se è proprio a parti- conoscere appieno la totale dedizione di re dal libro di Florescu e McNally che si Floyd al genere da lui più amato, l’horror, comincia per la prima volta a fare un pa- attraverso un trasporto e una partecipa- rallelismo tra il Dracula di Stoker e il san- zione emotiva che certamente gli appassio- guinario voivoda rumeno, teoria ripresa nati non faranno fatica a riconoscere. Non successivamente da León Klimovsky con La è un caso allora che i due film presenti in saga de los Dracula, primo film non docu- questa sede, In Search of Dracula e Victor mentario a esplorarne il nesso), ma anche Frankenstein, ruotino intorno a due tra le l’insieme di credenze e superstizioni tipiche figure centrali di tutto l’immaginario orrori- di molti territori dell’Est Europa, le stesse 44 45
che rivestiranno poi una notevole influenza sul mondo letterario, da Il vampiro di John Polidori a Carmilla di Sheridan Le Fanu. Mentre sullo schermo scorrono le immagini dei più famosi vampiri cinematografici (con estratti da Il Conte Dracula di Jess Franco e Il marchio di Dracula di Roy Ward Baker, senza dimenticare naturalmente i fonda- mentali Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau, Vampyr di Carl Theodor Dreyer e Dracula di Tod Browning), Floyd non manca di spostare il discorso sulla notte di Villa Diodati e la creazione del mito di Frankenstein, quasi anticipando il suo ambizioso progetto successivo. Conosciuto anche come Terror of Franken- stein, Victor Frankenstein (1977) vanta il traguardo di essere la prima trasposizio- ne realmente fedele al romanzo di Mary Shelley (con diciassette anni di anticipo ri- spetto al film di Kenneth Branagh prodotto da Francis Ford Coppola), discostandosi quindi dalle numerosissime reinterpretazio- ni precedenti, a cominciare da quelle del- la Universal e della Hammer Film. Forte di alla moglie Yvonne, Victor Frankenstein ri- un’ambientazione ricca di fascino (le ripre- sulta ancora oggi inedito in Italia, motivo se si svolsero tra la Svezia e l’Irlanda) e di in più per non perdere l’omaggio che il Leon Vitali (assistente personale di Stanley Fantafestival ha deciso di tributare a uno Kubrick, per il quale interpretò Lord Bullin- dei registi meno noti e citati della stagione gdon in Barry Lyndon) nel ruolo del Dottor d’oro del cinema fantastico europeo. Frankenstein, il film è un oggetto estrema- mente bizzarro e curioso che certamente non mancherà di catturare l’interesse dei fan, grazie soprattutto alla capacità di con- densare il romanzo di partenza in appena novanta minuti di durata, preservandone sia lo spirito che i contenuti. Come in Shel- ley, infatti, buona parte dell’attenzione viene focalizzata sui tormenti interiori della Creatura (interpretata dall’attore svedese Per Oscarsson), senza indugiare partico- larmente sulla mostruosità del suo aspetto esteriore. Scritto da Floyd stesso insieme 46 47
regia Calvin Floyd regia Calvin Floyd sceneggiatura Yvonne Floyd sceneggiatura Yvonne Floyd, Calvin Floyd produzione Calvin Floyd produzione Calvin Floyd cast Christopher Lee, Solveig Andersson cast Leon Vitali, Per Oscarsson, Nicholas Clay, Stacey Dorning anno 1974 anno 1977 durata 82’ durata 91’ courtesy of Klubb Super8 / Cultpix courtesy of Klubb Super8 / Cultpix Svezia/Francia/Germania Ovest Svezia/Irlanda Dall’omonimo bestseller di Raymond residente in Svezia, Calvin Floyd. McNally e Radu Florescu, adattato da Andammo in Transilvania, al confine fra Yvonne Floyd, un suggestivo viaggio in Romania e Ungheria, in posti meravigliosi. Raffinato adattamento del capolavoro Floyd. Devo dire che li affrontarono con Transilvania sulle tracce del mito di Sono ancora esattamente come nel libro, gotico di Mary Shelley, estremamente grande serietà. Quando hanno realizzato Dracula, fra folklore e immaginario montagne, nebbie, castelli e pipistrelli; fedele nella struttura e nello spirito al Victor Frankenstein, c’era un grande cinematografico. Un inedito esempio di una cosa straordinaria. Finimmo per romanzo originale. La creatura di dibattito sull’eugenetica e l’ingegneria docufiction, impreziosito dalla gustosa arrivare in una città molto vecchia, Frankenstein è interpretata con grande genetica, sull’idea di poter clonare un interpretazione del grande Christopher Pojana, con un grande castello in rovina. sensibilità dal multiforme attore svedese essere perfetto, e tutto questo si adattava Lee, che si diverte a prestare il proprio Una sera, era freddo e buio con una Per Oscarsson. Da riscoprire. al romanzo di Mary Shelley. Quindi volto sia a Dracula che a Vlad Tepes. bellissima luna che illuminava i dintorni, cercarono di proiettare queste tematiche un pipistrello volò stridendo a un pelo «Mio padre diresse diversi film di all’interno del film». Carmilla Floyd «Ci divertimmo a girare In Search of dalla mia testa e il regista commentò: ti genere horror e fantastico, scrivendoli Dracula, diretto da un americano ha riconosciuto!» Christopher Lee e producendoli con mia madre, Yvonne 48 49
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