Gesù, Moon, Milingo e il fondamento della fede cattolica - GRIS

Pagina creata da Alex Mori
 
CONTINUA A LEGGERE
2/3/2019                                                                        MILINGO

  Avvertenza – L’articolo è stato scritto prima del ritorno del Presule alla Chiesa Cattolica. Ma la sua tematica va oltre il fatto
  contingente e può essere applicato a qualunque proposta di Nuovo Movimento Religioso che si proponga come alternativo alla
  fede cattolica. Perciò non è stato ritoccato.

                                                 Gesù, Moon, Milingo
                                         e il fondamento della fede cattolica
                                                                                                          di   Sandro leoni
  Milingo, una lezione utile
  La triste vicenda di SE Mons. Milingo, per ogni cristiano, dovrebbe essere di
  stimolo per farsi suo soccorritore con la preghiera e per una riflessione pensosa,
  alla luce del paolino “Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere” (1Cor
  10,12).

  Ma forse non dovrebbe andar perduta (parlo come catechista di adulti) l’occasione
  per puntualizzare ai fedeli cattolici (la precisazione non è casuale!) quale
  dovrebbe essere per loro il motivo specifico su cui si basa la loro fede. L’invito
  petrino, che ai nostri giorni si sente risuonare con frequenza, di essere “...pronti
  sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”
  (1Pt 3,15) potrebbe infatti ridursi per molti al rispondere semplicemente che si
  sperano certe cose perché si ha la Fede. Ma questa non sarebbe una “ragione”.
  Una risposta da adulto consapevole dovrebbe saper rendere conto, ulteriormente e
  subito, del perché si ha quella determinata Fede e non altra, massime in un clima
  di relativismo culturale che vede pullulare l’offerta di tante “fedi” alternative alla
  cattolica.

  Il vero fondamento
  Ebbene, a questo punto, il cattolico, diversamente dal protestante, spiegherà che
  la propria fede non è basata sulla Bibbia ma sulla Chiesa, più precisamente è
  basata sulla Rivelazione che Dio ha fatto di se stesso in Gesù Cristo, così come gli
  è stata ed è tuttora trasmessa e spiegata dalla Chiesa, tramite il suo Magistero vivo
  che la attinge sia dalla Bibbia (Parola di Dio scritta) che dalla Tradizione
  Apostolica (Parola di Dio tramandata a voce). Quindi mostrerà che la Chiesa ha
  dei motivi più che “ragionevoli” per essere credibile e, in certi casi, credenda.
  Infine, passando dalla fondazione “esterna” a quella interna, saprà presentare dei
  motivi di credibilità della sua Fede desunti dal tenore del messaggio, dai frutti da
  esso prodotti, dalla coerenza interna del tutto, e perfino, al seguito di una fides
  quaerens intellectum, dalla non contraddittorietà degli stessi misteri. Dulcis in
  fundo, se ha avuto buoni maestri, il fedele saprà perfino distinguere e sottolineare
  volta per volta al mondo laico quello che esso non sa o finge di non saper
  distinguere: le verità che sono vere perché le dice la Chiesa e quelle che la Chiesa
  dice perché sono vere!
http://www.db.gris.org/gris/forum/allegati/2002-03/06-999999/Basefedecatt.htm                                                     1/6
2/3/2019                                                                        MILINGO

  E’ anche ovvio che il cristiano maturo dovrà puntare a conoscere, per saperlo
  motivare razionalmente, cioè con ragioni di tutto rispetto, il perché di questa
  fiducia che egli accorda alla Chiesa. Ovvero dovrebbe saper mostrare con dovizia
  di particolari (storici, esegetici, psicologici, scientifici e quant’altro...) la
  raggiungibilità della certezza nel ritenere che questa Chiesa Cattolica di oggi è
  realmente l’altoparlante che fa giungere fedelmente fino a noi, gente del terzo
  millennio, l’autentica voce di Gesù di Nazareth; la verità storica di ciò che il
  Salvatore ha detto e fatto; la correttezza esegetica nell’interpretare la sua Parola
  divina distinguendola dal rivestimento culturale umano; la sicurezza che in Lui e
  solo in Lui Dio stesso ha realizzato una Rivelazione unica e irripetibile ecc....
  Ma non è questo il nostro compito qui. Qui noi possiamo solo ricordare e
  sottolineare che al Battesimo cattolico il ministro non dice “questa è la fede della
  Bibbia” ma dice “questa è la fede della Chiesa”. E ciò a sottolineare che è in
  questa fede della Chiesa (la Chiesa intesa come Comunità viva di credenti in
  Cristo, la quale ha prodotto i libri del NT e che oggi, con il Papa successore di
  Pietro e i Vescovi successori degli Apostoli, propone la lettura­comprensione della
  Bibbia con lei e in lei, secondo l’intellezione che lei ne ha), è in questa Fede della
  Chiesa Cattolica che il neofita entra a far parte ricevendola come dono dello
  Spirito e ricevendo con essa l’incorporazione a Cristo. Ed è perciò solo con tale
  collegamento alla Chiesa Cattolica, nella quale, dice il Concilio Vat. II, la Chiesa
  di Cristo “sussiste” (subsistit, LG n. 8b) che noi abbiamo la garanzia di cogliere
  pienamente e senza errore la Rivelazione di Dio (cf. LG n. 6b), oltre ogni “libero”
  ma indubitante e deprimente soggettivismo.

  Ciò che fa la differenza
  Le Chiese protestanti che non si ricollegano all’età apostolica tramite Tradizione e
  Magistero, giacché sono sorte nel XVI° secolo, è ovvio che debbono aggrapparsi
  all’unico collegamento possibile: quello del libro della Bibbia (mutilata però di 7
  “libri” in base a criteri soggettivi e “dimendicando” anche che la ricevono dalla
  Chiesa Cattolica). Si sa anche che questo “sganciamento” dalla Chiesa Cattolica­
  Magistero, oltre al principio del sola Scriptura ha comportato di pari passo il
  principio del libero esame, ovvero il rifiuto di quel fattore specifico surriferito con
  le parole “trasmessa e spiegata dalla Chiesa” che per il cattolico è irrinunciabile
  e la cui disattenzione ha provocato nel protestantesimo la nascita, oltre delle
  prime grandi denominazioni, di una successiva miriade di “chiese” o gruppi
  minori.

  Gesù­Parola di Dio: non plus ultra!
  Ora un punto fondamentale, che risparmierebbe tanti guai a chi si dà
  imprudentemente a curiosare proposte religiose alternative senza essere
http://www.db.gris.org/gris/forum/allegati/2002-03/06-999999/Basefedecatt.htm             2/6
2/3/2019                                                                        MILINGO

  culturalmente attrezzato, consiste nella garanzia che la Chiesa Cattolica dà (1) del
  fatto che in Gesù di Nazareth Dio ha espresso la sua Parola in pienezza e
  definitività. Così che “... non si dovrà attendere alcuna nuova rivelazione
  pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo.”
  (DV n. 4, ribadito in Dominus Jesus n. 5). In altre parole noi siamo certi che la
  rivelazione si è chiusa con la morte dell’ultimo degli apostoli. In contrasto con
  questa posizione ci sono molte denominazioni “cristiane”, derivate dal
  protestantesimo, che sono convinte dell’esistenza di una Rivelazione sempre
  aperta. La quale può avvenire sia ricorrendo a “riletture reinterpretanti” sia
  appellandosi a “nuove ispirazioni” che determinati soggetti avrebbero ricevute.
  Moon è uno di questi giacché asserisce di aver ricevuto da Gesù una ulteriore
  rivelazione alternativa/aggiornante rispetto a quella biblica conosciuta; il suo
  “Principi Divini” (a volte citato al singolare) si propone infatti come il
  “Completo Testamento”, dopo il Vecchio e il Nuovo.

  Il motivo teologico
  Tornando alla veduta cattolica, la teologia spiegherebbe che tali caratteri di
  esaustività e definitività derivano dal fatto ­pretesa unica rispetto a quella di ogni
  altra religione!­ che in Gesù di Nazareth è la stessa Persona di Dio­Figlio a
  rivelarsi. Pertanto abbiamo che il messaggio di Cristo e la sua Redenzione sono di
  tipo escatologico, cioè definitive ed esaustive in rapporto alla salvezza. E’ questo
  che rende Gesù unico e non omologabile con altri messaggeri, profeti, guru o
  avatar della storia. E’ questo che rende obsoleta ogni rivelazione precedente
  l’avvento di Gesù all’interno dello stesso popolo di Israele (vi è stato detto ma io
  vi dico...) e rende superflua ogni rivelazione futura (salvo quelle private che sono
  finalizzate alla esortazione, richiamo, conforto ecc...). In altre parole se Dio, per
  assurdo, realizzasse sulla nostra terra una nuova incarnazione (2) rinnegherebbe la
  serietà della rivelazione cristiana (serietà che intuiamo dal suo altissimo “costo”);
  la sufficienza della rivelazione già data, alla quale ogni creatura ha diritto (3); la
  definitività della Parola donata nella Persona del Figlio (tramite “eventi e parole
  intimamente connessi”, DV n. 2 e 4). No, non è possibile che questo avvenga.
  Dio, così come è concepito nella Chiesa Cattolica, non è fatto di tale stoffa.
  Saprebbe troppo di umano. (4)

  La Bibbia? Un “vecchio violino...”
  E’ certo però che, se qualcuno leggesse in autonoma libertà la Bibbia e
  pretendesse di ricavare solo da essa la completa verità rivelata potrebbe trarne la
  convinzione che la Bibbia non escluda una ulteriore rivelazione; potrebbe ad es.
  interpretare quello “ultimamente, in questi giorni” (Eb 1,1­2) come un
  riferimento semplicemente cronologico destituendone la valenza di esaustività,
  perfezione massima e definitività. Potrebbe anche perfino non ricavare dalla
http://www.db.gris.org/gris/forum/allegati/2002-03/06-999999/Basefedecatt.htm             3/6
2/3/2019                                                                        MILINGO

  Bibbia, perché non riesce a vedercela, la divinità di Cristo in senso forte (come
  pari dignità con il Padre) ecc... ; quindi potrebbe replicare che il nostro
  riconoscere detta valenza escatologica alla Rivelazione di Cristo rientra
  nell’opinabile, sarebbe un parere, una interpretazione discutibile della Chiesa
  Cattolica.
  Ed è precisamente qui che si situa la differenza discriminante tra il cattolicesimo
  da una parte e il protestantesimo e suoi derivati dall’altra. Noi cattolici non siamo
  liberi di credere che questo sia un parere della Chiesa. Perché relativamente a
  questa valenza la Chiesa non ha mai pensato di esprimere una sua opinione. L’ ha
  capita al contrario e insegnata come un’ interpretazione divina e perciò si è
  espressa in tal senso con un verdetto definitivo, infallibile; un qualcosa cioè che
  esce dal livello dell’opinabile e del riformabile e si propone come certezza, con
  tanto di garanzia divina in cui è coinvolta l’assistenza di Dio­Spirito Santo in
  persona (Egli vi farà capire ogni cosa...). Del resto non è stato a seguito delle
  libere interpretazioni che si è paragonata la Bibbia a un “vecchio violino su cui si
  può suonare qualsiasi melodia”?

  Essere informati in anticipo: una “vaccinazione”
  Perché abbiamo esordito dicendo che chi crede in questa fede della Chiesa, in
  questa interpretazione sicura che la Chiesa ha dato sul fenomeno della
  Rivelazione in Cristo, si risparmierebbe tanti guai? Perché semplicemente
  saprebbe in anticipo di non poter prendere sul serio nessuna offerta di ulteriore
  rivelazione pubblica come un qualcosa che possa provenire da Dio. E ciò non
  perché siamo noi cattolici a pretendere di mettere limiti alla libertà divina (5) ma
  perché, dietro la garanzia interpretativa della nostra Chiesa, riconosciamo che Dio
  stesso si è come “legate le mani” avendoci detto nel Figlio tutto ciò che aveva da
  dire in relazione alla nostra salvezza e garantendoci che perciò non abbiamo
  bisogno di nessun’altra Parola oltre quella con cui si è sigillata la Rivelazione
  Apostolica. Questo è il motivo per cui, quando si verificano fenomeni di
  apparizioni, gli ultimi ad accorrere sono sempre i sacerdoti e i Vescovi. Questo il
  motivo per cui il Magistero lascia decantare ogni entusiasmo aspettando sempre
  prima la morte dei veggenti interessati e esaminando attentamente i segni di
  credibilità­plausibilità dell’origine divina dei fenomeni; mentre nel frattempo
  addita i mezzi ordinari di sempre già disponibili a tutti per la propria
  santificazione. Si tratta certamente di rivelazioni, quando sono vere, superflue, di
  utilità marginale, che non diranno (non è possibile che lo dicano) nulla di nuovo
  di ciò che già si sa.

  Gesù secondo Milingo
  La conseguenza da tirare per il caso Milingo è palese. Egli si è appunto “cacciato
  nei guai” perché, con la sua adesione alla setta moonista che, comunque ora o in
http://www.db.gris.org/gris/forum/allegati/2002-03/06-999999/Basefedecatt.htm             4/6
2/3/2019                                                                        MILINGO

  futuro ami denominarsi, va inquadrata come fede non cattolica, si è di fatto posto
  fuori della Fede della Chiesa. Egli cioè ha confessato, con valenza implicita,
  anche se non formale (6), di non credere più che Gesù è appunto quella Parola di
  Dio definitiva con cui Dio ha realizzato con l’umanità una presenza personale
  esaustiva di verità rivelata, anzi non solo di verità ma di comunione esistenziale
  (siamo stati fatti partecipi della divina natura). Chi legge ricordi che Moon si è
  autoproposto come il nuovo Messia, il Signore del secondo Avvento. Dice che
  Gesù ha fallito come Messia e che il NT è da ritenersi superato dal suo libro
  “Principi Divini” che richiede di essere accolto per fede, come testo sacro
  sostitutivo della Bibbia (che tuttavia cita continuamente dandone una sua esegesi
  di comodo, fuori contesto, e talvolta alterandone la traduzione).

  Possiamo osservare anche che, sposandosi, Milingo non ha contratto il
  matrimonio sacramento perché la Fede cattolica ritiene che il sacramento del
  matrimonio, se ricevuto da persone consacrate senza la previa riduzione allo stato
  laicale e la dispensa canonica, diviene un atto nullo essendo l’ordinazione
  sacerdotale un impedimento dirimente.
  Infine ci sarà anche da chiedersi, se Milingo continuasse a praticare esorcismi la
  cui efficacia precedentemente attribuiva alla potenza di Gesù­Dio, a quale potenza
  farà mai riferimento in futuro non credendo più alla divinità di un Gesù ridotto da
  Moon a un semplice uomo predecessore del Messia del Secondo Avvento (intendi,
  lo stesso Moon)?

  Attenderemo pregando gli esiti di questa triste e sconcertante vicenda. Intanto ne
  approfitteremo per prendere coscienza e per riconfermare il fondamento della
  nostra fede cattolica sulla vera roccia della Chiesa (e su questa pietra...). (7)

  Note
  1) Garanzia data con infallibilità nella Dominus Jesus che riporta in questo la convinzione di un Magistero
  Ordinario perenne (cf n. 3)
  2) La teologia non la esclude per eventuali altri mondi, popolati da esseri intelligenti e bisognosi di
  redenzione. Essa si spinge, in un discorso che per ora resta possibilistico, ad ipotizzare felicemente che detti
  ipotetici fratelli potrebbero non averne bisogno se non afflitti da un peccato originale come è avvenuto da noi.
  3) Vale la pena ricordare (pensiamo sempre a una catechesi per adulti) come la grazia “cristica”, avendo una
  valenza legata alla Persona divina del Verbo, è atemporale. Essa estende la sua efficace azione anche
  retroattivamente al tempo prima dell’evento storico dell’Incarnazione e del Mistero Pasquale.
  4) Questo non è un accenno immotivato. Si pensi in concreto al “Dio Padre” mormone che avrebbe fatto un
  suo percorso di sviluppo dallo stadio umano a quello divino; o a quello dei Testimoni di Geova che realizza
  rivelazioni progressive anche contraddittorie e “studia l’uomo” per poterlo un giorno governare con
  proprietà...
  5) Come osservò espressamente, ma non appropriatamente, Don Mario Mazzoleni finito nelle braccia di Sai
  Baba.
  E’ interessante notare come anche il moonismo cerca di appigliarsi a questa malintesa libertà di Dio. Una
  “teologa” moonista, proprio difendendo la legittimità della nuova rivelazione ricevuta da Moon, scrive:
  “Secondo i precedenti biblici non si può limitare il luogo e la persona a cui Dio può rivelare il Suo
  messaggio. Come ha fatto rilevare Barth, Dio è sempre sovrano, il che implica una completa libertà da parte
  sua;...” (Young Oon Kim, Teologia dell’Unificazione, p. 45). Riservandoci di trovare dove e come il teologo
http://www.db.gris.org/gris/forum/allegati/2002-03/06-999999/Basefedecatt.htm                                    5/6
2/3/2019                                                                        MILINGO

  Karl Barth dica quello che qui gli si fa dire, si può comunque obiettare che Dio è certamente libero ma non
  fino al punto da poter mentire. E se risulta, come risulta, che in Gesù­Parola ha detto perfettamente ed
  esaustivamente tutto ciò che ci era necessario per la salvezza, non è certamente libero di sorprenderci
  rivelando ora che non era vero. Questo criterio, che metafisicamente deriva dall’essenza divina che è
  perfezione totale, è proprio ciò che permette di valutare e squalificare dal di dentro il messaggio di tante
  “religioni”, che si adattano opportunamente e si correggono anche contraddicendosi, squalificandone così la
  pretesa di derivare da Dio. E’ ad es. il criterio adoperato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede in
  relazione alle presunte “rivelazioni” di Vassula Ryden.
  6) Sappiamo che egli protesta (per ora) di voler restare nella fede cattolica e di sentirsi ancora Vescovo e di
  voler continuare a celebrare l’Eucaristia. Ma questo atteggiamento, che soggettivamente possiamo ritenere
  sincero, è oggettivamente insostenibile perché contraddittorio. La setta moonista del resto non è la sola che,
  in regime di confusione culturale e di relativismo, propone come normale il sincretismo, indulgendo a questo
  tipo di slealtà.
  7) Catechisticamente si potrebbe ricordare:
      ­ che la Fede ci è donata molto tempo prima che si impari a leggere;
      ­ che ne possono avere un vero basamento di ragioni anche coloro che restano analfabeti a vita;
      ­ che ancora nel 2000, come ha detto il Ministro Veronesi, un italiano su tre faceva fatica a leggere (e
          quindi, aggiungiamo noi, a capire la Bibbia anche nelle cose che non richiedono particolare esegesi);
      ­ che il Card Biffi ha messo in guardia contro quella che potrebbe configurarsi come “bibliolatrìa” (in
          La bella, la bestia e il cavaliere, Jaca Book, p. 36­38);
      ­ che la Chiesa ha da subito agito come comunità di culto e di salvezza prima ancora che venisse
          completato il NT, e non si può dubitare che in questo abbia sbagliato o sia stata incompleta;
      ­ che la codificazione “ufficiosa” del primo Canone delle Scritture sacre è avvenuta nel 367 al
          Concilio regionale di Cartagine e quella ufficiale/solenne a quello di Trento ma solo perché motivata
          dal dissenso protestante;
      ­ che detta codificazione è stata fatta ad opera della Chiesa Cattolica, e che perciò è incongruente che i
          protestanti, venuti più di mille anni dopo, adoperino la Bibbia, ricevuta come Parola di Dio in base
          all’autorità­verdetto della Chiesa Cattolica (verdetto che ha dovuto espungere tanti “libri” che si erano
          candidati ad essere Bibbia: gli Apocrifi) per poi rifiutare il verdetto della Chiesa nella successiva
          interpretazione biblica.
      La stessa scelta­verdetto dei “libri” non è avvenuta esaminando attentamente il loro contenuto interpretato
      come corrispondente alla Fede già creduta e vissuta dalla Chiesa?
                                           Copyright © 2001 – by Sandro Leoni

http://www.db.gris.org/gris/forum/allegati/2002-03/06-999999/Basefedecatt.htm                                     6/6
Puoi anche leggere