FrancoAngeli - IRIS Politecnico di Milano

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                                                                          B. Weyland et al. SCUOLE IN MOVIMENTO

                 FrancoAngeli                    ISBN 978-88-917-7238-1
                 La passione per le conoscenze

10449.1.indd 1                                                                                                    06/06/19 12:24
FrancoAngeli - IRIS Politecnico di Milano
Educazione e politiche della bellezza
collana diretta da Francesca Antonacci, Monica Guerra,
Emanuela Mancino e Maria Grazia Riva

Comitato scientifico
Jurij Alschitz, European Association for Theatre Culture, Berlin (Deutschland)
Maresa Bertolo, Politecnico di Milano
Cheryl Charles, Children & Nature Network, Minnesota (USA)
Mariagrazia Contini, Università di Bologna
César Donizetti Pereira Leite, Universidade Estadual de São Paulo (Brasil)
Maurizio Fabbri, Università di Bologna
Marcello Ghilardi, Università di Padova
Ana Lucia Goulart de Faria, Universidade Estadual de Campinas (Brasil)
Elena Luciano, Università di Parma
Susanna Mantovani, Università di Milano-Bicocca
Paolo Mottana, Università di Milano-Bicocca
Marisa Musaio, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Silvia Nogueira Chaves, Universidade Federal do Pará (Brasil)
Lola Ottolini, Politecnico di Milano
Chiara Panciroli, Università di Bologna
Núria Rajadell-Puiggrós, Universitat de Barcelona
Pier Giuseppe Rossi, Università di Macerata
Michela Schenetti, Università di Bologna
María Ainoa Zabalza-Cerdeiriña, Universidad de Vigo (España)
Franca Zuccoli, Università di Milano-Bicocca

L’educazione è espressione di una sensibilità politica capace di trasformare il
mondo a partire dalle sue molteplici possibilità. La bellezza è intesa come apertura
di responsabilità, non solo teoretica ma soprattutto espressiva, di quelle parti che
fuori o dentro al soggetto ancora possono nascere o mutare, producendo cambia-
mento, senza incorrere in pretese di gradevolezza, compiutezza o modellizzazione.
Al fine di intercettare e promuovere pensieri e pratiche che testimoniano l’interdi-
pendenza delle dimensioni etica ed estetica, la collana accoglie studi e ricerche
che esplorano le questioni e gli eventi educativi come espressioni di quella vitalità
creativa e poietica capace di far affiorare nel mondo le connessioni tra i singoli, le
comunità e i contesti.
Educazione e politiche della bellezza percorre itinerari metodologici, ermeneutici e
teorico-filosofici lungo i quali il pensiero e la prassi possano essere sempre più ca-
paci di progettarsi e progettare trasformazioni sensibili come orizzonti dell’educare.
La collana si rivolge a studenti, educatori, insegnanti, formatori, studiosi, professio-
nisti della relazione e a quanti vivano e intendano proporre, per sé e per gli altri, la
bellezza come forma vivente dell’apprendimento.

Tutti i volumi pubblicati sono sottoposti a referaggio in doppio cieco.

      Copyright © 2019 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy. ISBN 9788891792426
FrancoAngeli - IRIS Politecnico di Milano
Beate Weyland
Ulrike Stadler-Altmann
Alessandra Galletti
Kuno Prey

Layout e illustrazioni
Manuela Dasser

Foto
Stefania Zanetti

ISBN OPEN ACCESS: 9788891792426

Copyright © 2019 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy.

Pubblicato con licenza Creative Commons
Attribuzione-Non Commerciale-Non opere derivate
4.0 Internazionale (CC-BY-NC-ND 4.0)

L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge
sul diritto d’autore. L’Utente nel momento in cui effettua
il download dell’opera accetta tutte le condizioni della
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https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it

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SCUOLE IN
                   MOVIMENTO

                   Progettare
                   insieme tra
                   pedagogia,
                   architettura
                   e design
                   Beate Weyland
                   Ulrike Stadler-Altmann
                   Alessandra Galletti
                   Kuno Prey

                                                                             PAD
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I                                         		pag.6
                                          Ulrike Stadler-Altmann
                                          e Beate Weyland

N                                         Pensieri di apertura

I                                         PARTE PRIMA
                                          PROGETTARE SCUOLE

D                                         INSIEME: ESPERIENZE
                                          E PROCESSI

I                                                 1.     pag.14
                                          Ulrike Stadler-Altmann

C                                         Pedagogical Research in
                                          regards to School Design
                                          Processes. A fragmentary

E                                         overview developing peda-
                                          gogical inspired principles
                                          for both planning and design-
                                          ing of school buildings

                                                2.      pag.24
                                          Anna Kristín Sigurðardóttir
                                          Open-Plan Schools in Iceland
                                          and Pedagogical Culture

                                                   3.    pag.34
                                          Giuseppina Cannella
                                          Shape of school space
                                          in italian schools

                                                 4.     pag.46
                                          Beate Weyland
                                          National and international
                                          research-action between
                                          pedagogy, architecture and
                                          design

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PARTE SECONDA                                         11.     pag.124
PROGETTARE IL MOVIMEN-                        Alessandro Colombi
TO, LE TECNOLOGIE                             Tecnologia e spazio didattico,
E L’ARREDO A SCUOLA                           riflessioni e proposte

      5.     pag.66                                  12.    pag.138
Kuno Prey                                     Alessandra Galletti
Design per pensare,                           Wayfinding inclusivo
design per sognare ...                        a scuola tra movimento
                                              tecnologie e arredi
       6.     pag.70
Andrea Ceciliani
Organizzare spazi in outdoor                  PARTE TERZA
education: vivere il corpo nel                PAD: UNA MOSTRA,
nido e scuola dell’infanzia.                  UN METODO PER
                                              PROGETTARE NUOVI
      7.      pag.82                          SCENARI DI FARE SCUOLA
Massimo Ferrari
Immaginare la scuola del futuro                      13.     pag.154
                                              Kuno Prey e
       8.      pag.92                         Alessandra Galletti
Claudio Larcher                               Una mostra negli spazi
Hispaniola- Design per soli-                  espositivi del Forte di
darietà. Un progetto di banchi                Fortezza
da scuola per i bambini domi-
nicani e haitiani delle barac-                       14.     pag.170
copoli nell’isola di Hispaniola.              Beate Weyland
                                              10 passi per progettare
        9.       pag.102                      insieme tra pedagogia,
Patrizia Tortella                             architettura e design
Progetto primosport 0246:
proposte per parchi attivi                    		            pag.196
                                              Beate Weyland
       10.    pag.114                         Pensieri conclusivi
Francesco Sgrò
Educational Exergames:                        Biografie           pag.200
tecnologie educative per
contesti di apprendimento                     Bibliografia        pag.208
ubiquo

           5
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7

                                                            Massimo
                                                            Ferrari

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L’esercizio dell’immagina-                   maginare si debba prima di tutto
zione, risalendo al significato                    cercare di analizzare ciò che è
più profondo del termine latino                    oggi il nostro presente, oltre a
imago1, corrisponde tanto in Ar-                   quello che lo ha preceduto, af-
chitettura quanto in Arte ad una                   frontare le domande che ci rivol-
pratica rischiosa ma necessaria                    ge, le condizioni oggettive dimo-
che non sempre riesce a tenere                     strate, perché forse la tendenza
in equilibrio le possibilità e le vo-              senza soluzione di continuità, la
lontà ricercate. Ancor di più se si                direzione manifesta è da sempre
ricordano le tante accezioni della                 la miglior garanzia rispetto alla
radice antica della parola che, ol-                certezza dei risultati attesi. Ma
tre all’origine del vocabolo imma-                 capire il presente per proporre
gine, allude ai termini, tradotti nel              una visione coerente, indirizzata
contemporaneo, di ritratto, spiri-                 con una ragionevole maggiore
to, spettro, sogno, visione, alle-                 o minore arbitrarietà, se da una
goria in una deriva mistica che                    parte permette una proiezione
ci allarma per la facilità d’errore                veritiera rispetto a ciò che potrà
nell’allontanamento dall’orizzon-                  accadere, dall’altra ci allinea alle
te ricercato. Ma è proprio que-                    tante esperienze passate che, in
sta visione che, con l’accortezza                  special modo quelle sviluppate
delle premesse esposte, riesce                     alla metà del secolo scorso –
a farci immaginare –pre-vedere                     dopo i primi tentativi sviluppati
– con un’attendibilità cosciente                   in ambiente comasco all’inizio
quello che possiamo supporre                       del ‘9002 –, ci hanno mostrato
sarà il nostro futuro. Prevedere                   sperimentalmente come sia sta-
per capire, prevedere per orien-                   to possibile indirizzare scelte e
tare. Il ruolo dell’immaginazione                  obiettivi dedotti da argomentate
ha in questo senso anche un                        intuizioni interdisciplinari anche
contenuto fortemente politico,                     senza affinati strumenti diagno-
nel significato più felice del termi-              stici.
ne, ovvero di strategia d’azione,                         Forse una delle chiavi più
di indirizzo sociale delle ipotesi,                efficaci per arrivare a corret-
di critica alle domande poste che                  te proiezioni future nell’ambito
sono forse la base più razionale                   dell’architettura scolastica sta
alla radice del processo immagi-                   forse nella condivisione delle
nativo, il cui valore inizia proprio               tante componenti interdiscipli-
dal giudizio sull’esistente.                       nari che concorrono a definire
                                                   la complessità di un tema civile
     Possiamo pensare per que-                     tradotto in architettura; caratteri
sto motivo che per riuscire ad im-                 diversi che rendono complesso

          83     Immaginare la Scuola del futuro

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l’argomento da interpretare, nel                   vincitore del concorso bandito
caso che stiamo affrontando,                       del 1949 per le scuole all’aper-
quello dell’educazione. Herbert                    to e nominato nel 1958 diretto-
Read scriveva nel 1954: «In una                    re del Centro Studi per l’edilizia
società razionale c’è soltanto                     scolastica istituito dallo stesso
una questione di priorità; e nes-                  Ministero della Pubblica Istruzio-
sun servizio tranne quelli che si                  ne. Un tavolo di lavoro – quello
riferiscono all’alimentazione e                    del Centro Studi – condiviso da
alla protezione della vita umana,                  architetti pedagogisti, medici,
deve avere priorità sull’educazio-                 amministratori, nato coraggiosa-
ne»3. Una priorità quella educati-                 mente per riscrivere la normati-
va che ha da sempre sollecitato                    va riferita all’edilizia scolastica e
una riflessione sulle architetture                 saldamente guidato da Ciccon-
ad essa dedicate.                                  celli, soprattutto per riflettere
                                                   sul fondamentale passaggio dal
     La rivoluzione dello spazio                   concetto di “istruzione-insegna-
dell’apprendimento, inteso come                    mento” a quello di “educazione”.
evoluzione del concetto di edu-                          «La progettazione di una
cazione nella sua accezione pro-                   scuola moderna» scrive Ciccon-
gettuale, quantomeno nelle sue                     celli «deve nascere soprattutto
linee ideali inizia in Italia con Ciro             dalla ricerca di uno spazio ido-
Cicconcelli, architetto romano,                    neo psicologicamente, oltre che

          84     Immaginare la Scuola del futuro

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funzionalmente, allo svolgersi                     nell’estrema       contemporaneità
dei problemi educativi. Bisogna                    dei principi; riflessioni che hanno
cioè intuire e quindi realizzare,                  accompagnato una lenta trasfor-
degli spazi capaci di favorire le                  mazione spesso rimasta sulla
tendenze del fanciullo e rendere                   carta o concretizzata solo in po-
questi efficaci; bisogna realizza-                 chissimi esempi virtuosi.
re degli spazi che accompagni-
no il bambino nella sua crescita                         Alla scala minore, l’aula
biologica e psichica, il bambino                   scolastica, spazio per apprende-
deve stare al centro della ricerca                 re nella più contemporanea inter-
di uno spazio scolastico del no-                   pretazione di un concetto tanto
stro tempo. »                                      labile quanto profondamente ra-
                                                   dicato nell’idea di educazione,
     Lo sguardo attento e ap-                      riporta la discussione alla dimen-
passionato all’esperienza di Dar-                  sione originale del problema che
mstadt e al modello di scuola                      vede come principali attori pro-
proposto da Hans Scharoun nel                      prio i bambini, e la loro capacità
1951 è la possibilità, per il Cen-                 di condividere per la prima volta
tro Studi e il suo direttore, di ridi-             l’idea di comunità.
scutere il concetto di aula fino ad
allora consueto, immaginando e                          All’architettura il compito di
sperimentando la composizione                      immaginare l’adeguatezza dei
dello spazio per l’apprendimento                   luoghi, proprio perché anch’essa
a partire dalle possibilità di azio-               vive nel presente immaginando il
ne della comunità di bambini e                     futuro. Spesso solo gli architet-
insegnanti.                                        ti, con i loro progetti utopistici
                                                   quanto reali, sono gli unici che,
      “Le aule per un processo di                  ancora oggi, possono pensare di
osmosi che si stabilisce non sol-                  modificare l’idealità di usi e modi
tanto tra insegnanti ed alunni, ma                 consueti di vita, di ridiscutere ra-
tra gli alunni stessi, quando si in-               gioni radicate nella tradizione, di
contrano in una funzione peda-                     proporre nuove strade a favore
gogica affine, dovrebbero essere                   di un futuro migliore consideran-
accoppiabili e passibili di essere                 do la qualità dello spazio e an-
trasformate con facilità; trasfor-                 cora, in questo caso, di mettere
mazioni, anche totali, organiche                   in scena i principi fondativi delle
con lo stesso arredamento co-                      più aggiornate ipotesi pedago-
stituito con materiali scomponi-                   giche ed educative. La capacità
bili e trasportabili”6. Parole che                 di essere interpreti della Società
ancora oggi sembrano visionarie                    che ci è chiesto di rappresenta-

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re in forme costruite è da sem-                   nale, rivoluzionando principi con-
pre alla base del nostro lavoro;                  solidati in nome di un’idea vera
in fondo è la Società stessa a                    d’insegnamento, libera da ogni
porre le domande a cui l’archi-                   vincolo pretestuoso.
tettura deve dare risposta con
onestà. Questa ferma interpre-                          Aule e corridoi, nelle parole
tazione vive però di due neces-                   di Aldo Rossi che affondano le
sarie qualità convergenti, da una                 radici nelle precedenti avanguar-
parte la ricerca di una profondità                die, luoghi per la formazione,
e conoscenza crescente legata                     dove il rapporto tra gli spazi col-
alle ragioni proprie del tema da                  lettivi e gli spazi singolari, la for-
discutere, la pedagogia e l’ap-                   ma propria dei luoghi dell’inse-
prendimento per noi, dall’altra                   gnamento, la più adeguata idea
la libertà di poter immaginare                    didattica, costituiscono l’ossatu-
luoghi adeguati alla vita delle                   ra di un possibile confronto con-
persone ancor prima che spazi                     tinuo tra i modi di insegnamento
normativamente corretti o tec-                    e gli esempi in architettura che li
nologicamente efficienti; ragioni                 hanno meglio interpretati a parti-
sicuramente necessarie ma mai                     re dalle sostanziali letture peda-
sufficienti.                                      gogiche del Novecento da Rosa
                                                  e Carolina Agazzi a Maria Mon-
     Il tema della formazione,                    tessori fino a Loris Malaguzzi e
nella sua traduzione architet-                    Mario Lodi.
tonica rappresentata da istituti
scolastici di ogni ordine e grado,                     Il caso italiano racconta, per
è uno degli argomenti centra-                     questa ragione, una storia origi-
li della nostra contemporaneità                   nale che ben conosciamo, il lega-
tanto politica quanto civile; fino                me forte o comunque l’interesse
ai nostri giorni, l’architettura per              diffuso, l’attenzione costante alla
le scuole ha anticipato, seguito,                 ricerca applicata derivata dagli
alle volte in-seguito, trasforma-                 studi pedagogici, ai suoi maestri,
zioni sociali, riforme ministeriali,              ai riconoscimenti internazionali,
proposte educative, ha da sem-                    arricchisce un approfondimento
pre scandito sottovoce la storia                  dei temi propri della composi-
del nostro paese. Allo stesso                     zione degli edifici che diviene in
tempo i molti progetti per le strut-              parallelo ricerca del valore dell’e-
ture scolastiche, dagli asili alle                ducazione e degli spazi a essa
università, hanno saputo scrive-                  adeguati. Già all’inizio del secolo
re brani importanti della storia                  scorso Maria Montessori, rife-
dell’architettura, non solo nazio-                rendosi ai luoghi dell’apprendi-

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mento, scriveva: « L’educazione                    ci fa da guida. Il modello ameri-
è un processo naturale effettuato                  cano della scuola ad unica clas-
dal bambino, e non è acquisita                     se – one room school – modello
attraverso l’ascolto di parole,                    esportato in molti altri paesi tra
ma attraverso le esperienze del                    cui l’Austria, la Germania, l’Au-
bambino nell’ambiente. », an-                      stralia, l’Irlanda, rappresenta un
cora Loris Malaguzzi, molti anni                   orizzonte figurativo più che un
dopo sottolineava: «L’atelier (…)                  obiettivo della formazione, una
ha prodotto un’irruzione ever-                     suggestione singolare come la
siva, una complicazione e una                      sua unicità denuncia. Queste
strumentazione in più, capaci                      piccole scuole rurali costruite
di fornire ricchezze di possibi-                   alla fine del ‘800 immerse nella
lità combinatorie e creative tra                   natura, capaci di costruire as-
i linguaggi e le intelligenze non                  sieme alla Chiesa, ogni centro
verbali dei bambini», fino a Ma-                   cittadino erano composte da un
rio Lodi, che alla metà degli anni                 unico spazio e dai pochi luoghi
settanta scriveva della necessità                  necessari alla vita scolastica,
di «realizzare una comunità in cui                 compressi nella loro misura mi-
i bambini si sentano uguali, com-                  nima: una scala, un ingresso, la
pagni, fratelli». Ambiente, atelier,               stanza dell’insegnamento, i ser-
comunità, segnano in architettu-                   vizi; una sola classe per bambi-
ra altrettante possibilità di una ri-              ni di diverse età, un solo inse-
cerca ancora in corso, spazi fisi-                 gnante per imparare a leggere,
ci o forme figurate che con forza                  scrivere, contare, la storia e la
centrifuga riescono a generare a                   geografia, una grande finestra a
partire dall’interno gli edifici sco-              est per accogliere la luce. Piccoli
lastici nella propria complessità.                 edifici dalle forme elementari che
                                                   spesso nell’immaginario colletti-
     Ma è perciò l’aula, il modulo                 vo sono diventati il centro della
minimo nella semplificazione del                   comunità; luoghi che spesso
testo, a rappresentare questa                      hanno rappresentato un’idea di
forza generativa rivolta all’ester-                società futura come nelle parole
no, il carattere più domestico                     di Abraham Lincoln «The philo-
e allo stesso tempo autentico                      sophy of the school room in one
dell’edificio per l’istruzione, il                 generation will be the philosophy
germe più profondo del cambia-                     of government in the next».
mento possibile nel modo di im-
parare e insegnare in futuro.                            Pensare la scuola del futu-
                                                   ro non è quindi uno slogan ma
     Ancora un esempio antico                      la riproposizione nel presente di

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quegli esempi centrali, quei pic-                 ipotizzare, a partire dai principi
chi di sintonia tra le discipline                 evidenziati, una personale inter-
che punteggiano il secolo scor-                   pretazione figurativa dei progetti
so. Significa – ancora – sicuri                   esposti.
della capacità critica del con-
fronto, credere a una generazio-                        Le dieci soluzioni più rea-
ne di architetti italiani ben consa-              listiche escludono, per una mi-
pevoli e capaci di affrontare e far               nore concretezza, due esempi
progredire la qualità della nostra                altrettanto interessanti ma ca-
architettura. Abbiamo per que-                    ratterizzati da una riflessione più
sto invitato, qualche tempo fa,                   astratta sulla qualità del luogo
un gruppo di dodici architetti ita-               dell’insegnamento e il rapporto
liani, nell’occasione di un evento                tra maestro e allievo (Renato Riz-
espositivo alla Triennale di Mila-                zi) o ancora sulla infinitezza del-
no. Dodici architetti impegnati                   la possibilità di somma di spazi
nella ricerca, nell’insegnamento                  concatenati per la didattica (Pa-
e nella critica della nostra disci-               olo Zermani); dieci suggestioni
plina, appartenenti alla medesi-                  fattive per definire più costrutti-
ma generazione, spinti a immagi-                  vamente il tema dello spazio per
nare e rappresentare la loro idea                 l’insegnamento che vorremmo
di aula per il futuro; dodici spazi               fosse un contributo corale e con-
diversi per forma, carattere, colo-               diviso per i luoghi dell’apprendi-
re, rapporto con la luce o con la                 mento del futuro.
natura, proporzioni e flessibilità,
orientamento e possibilità di usi                       La grande attenzione alle
differenziati, sovrapposizioni e                  nuove tecnologie è uno dei primi
scomposizioni di luoghi che nella                 interessi rivolti allo spazio inno-
generalità dei principi compositi-                vativo immaginato per gli alunni,
vi rimandano ad altrettante idee                  un sistema digitale capace di
di scuola. Un tentativo concreto                  educare nella contemporaneità
e propositivo, nella varietà dei                  attraverso l’immersione totale
progetti proposti, di immaginare                  all’interno dei luoghi progettati.
attraverso un confronto aperto                    Volumi regolari contraddistinti
le diverse suggestioni, le diver-                 dalla proiezione digitale simulta-
se declinazioni di una ricerca                    nea su tre lati della stanza rivolta
comune. Nella critica che segue                   direttamente all’esterno attraver-
l’impossibilità, in questo saggio,                so il quarto frammento. Un’agorà
di riferirsi ad immagini puntuali                 incisa al suolo dove poter stare
e descrittive, permette al letto-                 concentrati nel completo coinvol-
re – all’interno del racconto – di                gimento tra i contenuti proposti;

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unica speranza l’affaccio alla re-                ticolare si dimostrano efficaci nel
altà esterna (Walter Angonese).                   definire la singolarità dello spazio
       La somma di differenti spazi               dello studio. Solide pareti com-
per la vita dei bambini, binati e                 poste in forma di corte e coperte
attrezzati per ottenere una semi                  dall’evidente riconoscibilità di un
indipendenza rispetto ai servizi                  tetto a falde rendono riconoscibi-
offerti dalla scuola – la cucina ad               le sia l’unitarietà del modulo mini-
esempio – o suddivisibili in quat-                mo che la domesticità del luogo
tro unità a partire da un grande                  pensato (Stefano Guidarini). La
spazio collettivo, coincide con                   traslata riproposizione di spazia-
la ricerca di altri due differenti                lità storiche, riconosciute esem-
scenari proposti. Il primo oltre                  plari per la loro qualità di vita
ad accoppiare due sezioni conti-                  abitata, contraddistingue un dif-
gue, legate da un confine di libri,               ferente indirizzo che non immagi-
immagina sia verso l’esterno che                  na alcuna distinzione tra gli spazi
l’interno spazi accessori, privati                dell’apprendimento        all’interno
per le due sezioni, ma integra-                   delle scuole di “di ogni ordine e
bili in un sistema più complesso                  grado”. Solo il portato culturale
(Alberto Ferlenga). Il secondo                    di ogni grado caratterizza forte-
affida alla trasparenza e alla luce               mente, in questo caso, le diverse
filtrata al perimetro il carattere                identità della formazione attra-
maggiore di un luogo colletti-                    verso l’iconicità di arredi, colori,
vo suddivisibile in quattro parti                 opere d’arte – realizzati ad hoc
definito in prima istanza da una                  per ogni sezione – che comple-
evidente copertura metallica (Ar-                 tano gli articolati spazi predefiniti
mando Dal Fabbro). Sempre il                      (Eleonora Mantese).
tema della luce naturale definisce
altre ipotesi disegnate che nella                      Ancora il tema del territorio
rarefazione dell’illuminazione allo               proprio e dei servizi necessari
zenith e nella completa apertu-                   distingue un’ulteriore proposta
ra e trasparenza a terra trovano                  che raccoglie in una centralità
la più convincente risposta nel                   esaltata il luogo dell’apprendi-
progetto di un grande campus                      mento e distribuisce al contorno
coperto dove lo spazio per l’ap-                  gli abbondanti ambiti accessori.
prendimento vive di un naturale                   La proporzione in altezza di que-
sviluppo verso un esterno protet-                 sto volume eletto rende ricono-
to (Luigi Franciosini). Semplicità                scibile lo spazio principale, che
e facilità di composizione sono                   trasferisce la luce verticale fino
i segni distintivi di tanti progetti              a terra, anche dall’esterno. Una
offerti che in una proposta in par-               serrata composizione a scac-

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chiera compone la scuola (Bruno                    relazione tra collettività e singo-
Messina). Due esempi alla scala                    larità dello spazio scolastico. Il
minore affrontano il tema del luo-                 luogo centrale manifesto, già ful-
go della prima infanzia seguendo                   cro esterno della scuola origina-
differenti esperienze. La scuola                   ria, diventa nel progetto proposto
materna nella riconoscibilità del-                 centro effettivo di una comunità
le sue forme elementari segna                      che si ritrova nello spazio teatrale
una prima ipotesi che a partire                    baricentro dei due interventi con-
da un perimetro abitato, dove                      catenati (Riccardo Campagnola,
sono distribuiti gli spazi educa-                  Mariagrazia Eccheli).
tivi, definisce un centro pensato                        Le tante riflessioni aperte, le
come luogo collettivo nel mezzo                    domande poste, le ipotesi sug-
della geometria planimetrica che,                  gerite credo ben raccontino la
come un cortile coperto, affida ad                 complessità di un tema strategi-
un grande pilastro/albero il ruolo                 co come quello della formazione
di sostenere la copertura piana.                   e il legame inscindibile con gli
Un primitivo terreno sociale da                    spazi che la favoriscono in un’e-
immaginare sotto quell’albero                      poca quanto mai priva di certez-
(Carlo Moccia). La seconda stra-                   ze dogmatiche, per una ricerca
da concretizza la relazione stretta                ancora in corso che richiede si-
tra l’idea di casa e quella di aula                nergia e fermezza negli obbiettivi
scolastica come alla scala mag-                    condivisi.
giore tra scuola e villaggio. L’am-
biente costruito, allestito su due
piani sotto un domestico tetto a
falde, ricorda nei più piccoli gradi
di apprendimento un’idea di con-
tinuità iconica proprio con la figu-
ra dell’abitazione; per la scuola il
raggruppamento di singole case
si dispone a formare una piccola
urbanità (Andrea Sciascia). Da
ultima un’esperienza di ricerca
maturata in seguito alla possibi-
lità esecutiva di un progetto re-
alizzato, una riflessione sul tema
che partendo dalla necessità di
ampliamento di una scuola esi-
stente traduce in un principio
ordinatore il ragionamento sulla

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Bibliografia

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