FORTUNATO ORTOMBINA SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO DEL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA - OperaLife
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2 5° M AG A ZINE 0 2 |2 1 IN QUESTO NUMERO INTERVISTA ESCLUSIVA AL CONTROTENORE JAKUB JÓZEF ORLINSKI. ` INTERVISTE A LEVY SEKGAPANE E ANTONIO DI MATTEO INTERVISTA ESCLUSIVA A FORTUNATO ORTOMBINA SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO DEL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA Ph. Honorata Karapuda
Lettera dai collaboratori: Alessandro Bugno. Da piccolo ho sempre avuto una predisposizione all’ascolto della musica, in particolare della musica classica. Ho ricevuto lezioni di pianoforte, fino ad arrivare al canto, principalmente rivolto alla musica sacra, prendendo in seguito parte a diverse formazioni corali. La mia passione, ma potremmo definirla anche melomania, per l’opera nacque in un momento ben preciso: un Nabucco registrato dal Teatro Carlo Felice di Genova e diffuso da Rai 3 in un caldo sabato pomeriggio d’agosto nel 2004. Fu una folgorazione totale. Il cast mi parve buono, anche se non avevo per nulla esperienza in materia, ma quello che mi piacque particolarmente fu l’intervento preponderante del coro, che nel Nabucco è essenziale. Rimasi incollato per due ore alla tv, quasi stregato da quella musica così straordinaria, dalle scene imponenti, dai costumi, dalle luci. Mi chiesi perché avessi ignorato fino a quel momento una forma d’arte così bella, e credo che la risposta trovi spiegazione nel fatto che nessuno mi avesse mai parlato d’opera in maniera appassionata e convincente, e nemmeno portato a vedere un’opera dal vivo. Andai all’Arena di Verona ed il resto venne da sé: decisi di continuare ad andare sempre a teatro! Da allora vado all’opera in moltissimi teatri, ritrovando anche altri appassionati ed è bello poter condividere con loro pensieri, opinioni e – perché no – anche raccontare le nostre vite. Quello che trovavo (e trovo tuttora) affascinante nell’opera è la commistione di molteplici aspetti, un vero e proprio connubio di arti che si uniscono per dar forma ad un’unica grande opera d’arte, che nutre l’anima e lo spirito. Sì, perché l’opera è vita e ci rende vivi. Noi stessi ci ritroviamo in quelle storie, fatte di sentimenti, di vicende amorose, di vicende travagliate…insomma, l’opera parla di noi! La missione del Team di OperaLife è quella di avvicinare i giovani a questo mondo stupendo, perché possano appassionarsi, o anche semplicemente trovare rifugio per distendere la mente, uscendo dalla quotidianità. Sono orgoglioso di farne parte perché posso sviscerare senza freni la mia passione, scrivendo articoli, approfondimenti, curiosità sull’opera e sulla musica in generale, infondendo ispirazione per chi legge o cercando di suscitare l’interesse per qualcosa di bello, per qualcosa che può illuminare la nostra anima. Aiutateci quindi a diffondere il messaggio, perché la cultura e la musica sono un patrimonio da salvaguardare e sono componenti essenziali per garantire una convivenza pacifica all’umanità. Alessandro Bugno OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 3
SOMMARIO SPECIALE TEATRI PG 12 Intervista al Sovrintendente del Teatro La Fenice Fortunato Ortombina MUSICA E TEATRO PG 18 Un musicista “Reale” PG 22 La primadonna nell’opera lirica PG 24 E se la Regina Astrifiammante fosse buona? PG 26 Norma. L’infanticida redenta 4 OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
CURIOSITÀ CULTURA PG 34 Piccola Bio: Francesca L. Mazzulli PG 52 Contadino allegro PG 38 Piccola Bio: Arturo Espinosa PG 54 Storia della danza. PG 72 L’Opera per tutti: consigli ARTE E FOTOGRAFIA PARTNER PG 62 Una città, venti musei PG 40 OperaUs PG 64 la Traviata degli Specchi STORIA BEAUTY PG 42 Puritani PG 74 Focus Mascherina PG 44 I miti del passato A TU PER TU PG 76 Rosina OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 5
Lo sapevate che nel nostro profilo Instagram ci sono tantissimi contenuti apposta per voi? 6 OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
OperaLife community • Intervistiamo tantissimi artisti e avete la possibilità di fare delle domande direttamente voi. • La rubrica quotidiana “Lo sapevi che…” dove potrete scoprire tantissime cose molto interessanti. • La rubrica “Opera del giorno”. • I video realizzati dai nostri collaboratori come “A spasso per i teatri”. • Il quiz del giorno sull’opera lirica, che vi permette tutti i giorni di imparare nuove cose giocando. • “Le 5 opere più belle di Puccini, Mozart, Verdi, Donizetti” e tanto altro! Inoltre abbiamo appena aperto la pagina su TikTok e vi invitiamo a seguirci e a restare sempre aggiornati su tutti i contenuti. Silvia Tassino OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 7
INTERVISTE ESCLUSIVE “Provare a sfruttare ogni momento che mi viene concesso. È un momento davvero unico, quindi voglio tirarne fuori tutto il possibile.” JAKUB JÓZEF ORLIŃSKI 8 pg. 28 OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
“Dobbiamo rimanere positivi, tutto tornerà come prima, ovviamente ci vorrà un po’ di tempo prima che i teatri si riprendano, ma ci arriveremo.” LEVY SEKGAPANE pg. 46 pg. 56 “Per me il canto è dedizione, il canto è una cosa sacra... e se alla fine c’è un pizzico di fortuna quello non guasta mai...” ANTONIO DI MATTEO OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 9
1 Concorsi lirici del 2021 Qui di seguito riportiamo le date di scadenza per le iscrizioni dei diversi concorsi che si terranno nel 2021. • XIV Concorso Lirico Internazionale Magda Olivero (Milano). Scadenza 28 febbraio. • 7° Concorso Internazionale Lirico “Citta’ di Iseo” (Iseo – Brescia). Scadenza 18 marzo. • XXVII edizione del Concorso Internazionale per giovani cantanti lirici RICCARDO ZANDONAI (Riva del Garda – Trento). Scadenza 20 maggio. 2 L’Opera torna nei teatri, ma non il pubblico. A seguito della decisione di chiudere i teatri e le sale per contenere la diffusione del Covid, abbiamo assistito ad eventi e concerti in streaming, con le esibizioni liriche ridotte al minimo data la difficoltà di provare e mettere in scena opere oggettivamente complesse, viste anche le limitazioni ai movimenti ed alla distanza da tenere. In questo inizio anno iniziamo a vedere la ripresa di queste esibizioni, seppur senza pubblico. Nuove prove e nuovi spettacoli ci attendono grazie allo streaming, disponibili sui siti dei teatri, tramite portali creati appositamente o sulla piattaforma multimediale di RaiPlay. Il 23 gennaio la Scala ha messo in scena il Così fan tutte di Mozart, diretto da Giovanni Antonini, il primo in cui gli artisti (ad esclusione degli orchestrali) non hanno indossato le mascherine. Prossimamente verranno portate sul palco la Salome di Richard Strauss, con Zubin Mehta come direttore musicale, e la Lucia di Lammermoor, originariamente in programma per la serata del 7 dicembre scorso. Tutte le opere saranno visibili, ricordiamo, su RaiPlay. Anche il Teatro Regio ha riaperto all’opera, con La bohème di Giacomo Puccini, con regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, mentre a Matera è andato in scena l’intermezzo buffo La serva padrona di Pergolesi, con regia Enzo Dimatteo e direzione di Giovanni Pompeo. 10 OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
Opera per i giovani: Rigoletto 3 Una bella iniziativa, quella messa in atto dal Teatro sociale di Como AsLiCo durante il periodo natalizio. Pensata per permettere ai giovani ed alle loro famiglie di assistere all’opera Rigoletto. I misteri del teatro, con la regia di Manuel Renga, l’iniziativa ha previsto il poter acquistare un pacchetto contenente non solo la visione in streaming dello spettacolo, con la possibilità di poterlo rivedere, ma anche una serie di video e gadget atti a favorire l’interazione tra gli eventi sullo schermo ed il pubblico, in primis i giovani spettatori. Oltre a questo pacchetto, l’associazione ha messo in vendita anche un libro, Sipario kids, realizzato dall’autrice Sara Cerrato, una guida per tutta la famiglia per raccontare come si vive e lavora nel mondo del teatro e della lirica. 4 Prendiamoci un Caffè con Rigoletto È questo il nome della serie di incontri dedicata al teatro verdiano, in cui si trattano i vari aspetti non solo del Rigoletto, ma di tutto il repertorio del compo- sitore. Gli incontri, a cui partecipano diversi docenti, come Paolo Colombo e Gioachino Lanotte, si svolgono sulla piattaforma Zoom Meetings e l’accesso, a pagamento e contattando i responsabili all’indirizzo info@operaeducation.org, è aperto a tutti e consente la visione anche in un secondo momento. Qui di seguito riportiamo gli argomenti dei prossimi incontri, che si svolgono la mattina alle 10:00. La musica di Rigoletto per piccole orecchie (13 febbraio): una guida per insegnanti, educatori o semplici appassionati, per aiutarli a far conoscere l’opera a bambini e ragazzi. L’importanza dello spazio scenico nell’opera lirica (27 febbraio): la nascita del teatro di regia e l’importanza di spazio e scenografie. Il ruolo politico e sociale del teatro d’opera (13 marzo): il rapporto tra il repertorio verdiano, e non solo, con il Rinascimento ed il modo in cui uno ha influito sull’altro. OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 11
Fortunato O rtombina SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO 12 DEL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
INTERVISTA ESCLUSIVA SPECIALE TEATRI OPERALIFEMAGAZINE OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 13
Siamo onorati e felici di iniziare un nuovo viaggio insieme all’interno dei teatri, grazie al quale scopriremo i luoghi magici che rendono possibile ai nostri sogni e sentimenti di materializzarsi. Oggi siamo in compagnia di Fortunato Ortombina, Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro La Fenice di Venezia. Ci teniamo a ringraziarlo e a ringraziare il Teatro per la fantastica accoglienza che sempre ci riserva. Vorremmo partire prima di tutto dalla situazione drammatica che i teatri stanno vivendo negli ultimi mesi. Come sta affrontando il Teatro La Fenice questo difficile momento? Questo dramma purtroppo non è solo in Italia ma è una condizione che c’è in tutto il mondo. Per quanto riguarda La Fenice anche se non si può fare musica dal vivo, i teatri, sono e rimangono vivi. Nonostante questo periodo cerchiamo di produrre e dispensare cultura nonostante le forti limitazioni tra cui quelle economiche, tra attività e cassa integrazione e anche la difficoltà di mantenere per il nostro pubblico un’attività costante. Il Teatro è chiuso al pubblico ma stiamo continuamente programmando streaming e progetti senza fermarci perché il teatro è vivo! Vi siete dedicati con attenzione ai giovani essendo per alcuni anche un grande trampolino. Abbiamo visto giovani talentuosi calcare il vostro palco come Diego Matheuz, Francesca Dotto, Beatrice Venezi e molti altri. Crede sia importante dare possibilità a giovani artisti? Incoraggiarli, anche, in un momento storicamente difficile per loro? Quanto crede sia importante che i giovani conoscano il mondo del teatro? Il Teatro La Fenice è molto focalizzato sui giovani; abbiamo creduto in molti giovani interpreti dando loro fiducia ed è un nostro impegno nei loro confronti aiutarli e accompagnarli nel loro cammino, perché proprio è nell’identità del Teatro La Fenice essere attenti ad idee nuove e a giovani talenti. Abbiamo scelto, per esempio, per il Concerto di Capodanno due giovani artisti ed è nel nostro interesse farli crescere e portare qualsiasi nostro interprete a dare del suo meglio arricchendosi anche musicalmente; insomma, i giovani sono nel cuore della Fenice. 14 OPERALIFEMAGAZINE SPECIALE TEATRI Febbraio 2021
Pensa che il teatro sia un luogo sicuro? Come può il teatro tutelare il suo pubblico? Il teatro è indubbiamente un luogo sicuro basti pensare che il pubblico è contingentato, c’è la distanza di sicurezza, all’ingresso avvengono tutti i controlli tra cui la misurazione della temperatura; l’utilizzo delle mascherine è d’obbligo inoltre è un luogo dove c’è una regolarità dei comportamenti, dove non si può parlare e spostarsi da un posto all’altro, insomma il teatro per natura è un luogo sicuro; inoltre il teatro deve vincere la paura e il nostro pubblico della Fenice ce lo ha dimostrato. Quando è stato possibile aprire abbiamo sempre avuto sold out e questa è la dimostrazione che abbiamo tutti voglia di tornare a teatro. In questo momento l’attività per i giovani artisti è particolarmente difficile perché la maggior parte dei ruoli vengono affidati a dei nomi di richiamo. Cosa consiglia a questi giovani ad inizio carriera che si sono dovuti fermare a causa di questa pandemia? Noi abbiamo inventato sette titoli per recuperare i contratti che avevamo e abbiamo dovuto cancellare; tra questi contratti vi sono anche moltissimi giovani quindi noi stiamo cercando di fare il possibile a riguardo ma mi rendo conto che è molto difficile, molti artisti in questo tempo sono stati costretti a cambiare lavoro ma dobbiamo essere forti e lucidi in questo momento e non mollare. Non dobbiamo permettere alla pandemia di fermare i nostri sogni; non abbattetevi ma studiate e studiate in questo tempo perché quando tutto sarà finito sarà un mondo diverso, saremo tutti più elastici quindi ci saranno cose nuove in ballo; un mondo nuovo porterà anche nuove opportunità. C’è una produzione operistica che le è rimasta particolarmente nel cuore? È molto difficile, ogni produzione diventa come chiedere ad una madre qual è il suo figlio preferito, ma se proprio devo sceglierne una ne scelgo due [ride]. La prima è Don Carlo del 2019-2020 diretto dal M° Chung su regia di Robert Carsen. È stato un vero trionfo, una summa verdiana raggiunta da questo bellissimo trinomio: La Fenice, Chung e Verdi. Inoltre sono molto legato a questo Don Carlo perché siamo riusciti a farlo nonostante l’acqua alta fosse entrata in Teatro e tutti hanno reagito e dato il massimo per rendere possibile questo spettacolo per Venezia e per il pubblico, dimostrando al mondo intero di essere capaci di essere una fenice e questo grazie solo al lavoro di squadra. La seconda opera è il Don Giovanni del 2010 su regia di Damiano Michieletto con direzione di Antonello Manacorda. Per me queste due opere sono due vette che abbiamo raggiunto risultato di un lungo e duro lavoro. SPECIALE TEATRI OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 15
Il Teatro La Fenice ha ospitato illustri personaggi, c’è qualcuno che le è rimasto particolarmente impresso? Assolutamente sì grandi artisti con grande personalità come Georges Prêtre, Lorin Maazel, Mariella Devia un’artista immensa, il M° Chung, Gregory Kunde. La cosa bella è stata aver portato sempre i cantanti a lavorare ad un altissimo livello artistico e di questo ne siamo molto felici. Dai vostri profili è possibile notare che siete molto attenti ai social, crede che questi mezzi possano aiutare ad avvicinare il grande pubblico? Bisogna chiarire che questi mezzi non sono sostitutivi, come lo streaming, che in questo momento noi tutti utilizziamo, perché ovviamente lo spettacolo dal vivo è un’altra cosa ma i social al di là di questa precisazione sono un importante mezzo di comunicazione anche per noi teatri. Credo solo vada capito lo strumento per un buon utilizzo e quindi per poi sfruttare al meglio le sue potenzialità. Lei non è “solamente” Sovrintendente ma anche Direttore Artistico, in cosa consistono i due ruoli nell’aspetto pratico? E come sceglie la stagione e i suoi interpreti? Ho sempre lavorato nel mondo della musica e contemporaneamente ero musicologo quindi ho sempre visto la musica su molteplici aspetti e questo mi ha dato una maggiore consapevolezza; nonostante non si smetta mai d’imparare. Solitamente queste due figure sono in contrapposizione ma si può trovare un buon equilibrio sapendo valorizzare ciò che si ha insieme ad un concetto al quale sono molto legato di sostenibilità e fattibilità di una produzione e stagione. Il ruolo del Direttore Artistico si occupa della progettazione artistica, nel settore alimentare si chiamerebbe “controllo di qualità”. Ho avuto “sopra la testa” solo Carlo Majer e lui stesso mi ha insegnato ad avere una visione più ampia del singolo spettacolo o produzione. Il ruolo del Sovrintendente invece si occupa di trovare risorse, capire come utilizzarle al meglio inoltre ha responsabilità politiche, enti da cui dipende e deve fare “pr” con il mondo dei sindacati; insomma ha la responsabilità totale dell’andamento del teatro. Nel mese della consapevolezza sul cancro al seno avete illuminato di rosa La Fenice, pensa sia importante sensibilizzare le persone anche attraverso il teatro? Il teatro è il luogo della comunità, La Fenice è il DNA di Venezia; quindi la comunità deve essere rappresentata. Penso sia importante sensibilizzare le persone attraverso il teatro, è il suo scopo per la comunità. Il teatro non è solamente un luogo d’arte ma può essere emblema di eccellenza e bellezza. Voi l’avete dimostrato anche con la nuova collaborazione con il marchio di lusso “The Merchant of Venice” che ha fatto una fragranza ispirata al Teatro La Fenice. Pensa che questo tipo di marketing e “apertura mentale” possa premiare? Il teatro come dicevamo è l’anima di un territorio ed è proprio quello che cerchiamo di fare, interagendo con il territorio e aziende con le quali costruiamo delle partnership che possano favorire entrambi, favorendo così il territorio stesso. 16 OPERALIFEMAGAZINE SPECIALE TEATRI Febbraio 2021
Quando ascolta un giovane artista cosa cerca? E che consigli si sente di dare loro? Quando ascolto un giovane artista cerco sempre la personalità perché è la chiave che consente ad un interprete di valorizzare le proprie caratteristiche; poi chiaramente è necessaria una buona linea vocale che serve ad esprimersi al meglio attraverso la tecnica. Sono anche molto attento all’importanza della parola, come viene detta una parola sul palcoscenico. Credo che ogni teatro abbia bisogno di cose diverse, io guardo questo. Un consiglio che mi sento di dare ai giovani è che molto spesso in audizione portano cose pensando al mercato, alle opere che faremo invece io consiglio di portare quello che ritengono di fare meglio quindi attenzione al repertorio. Quali sono gli obiettivi che avete in serbo per il Teatro La Fenice e le strategie per la ripartenza? L’obiettivo è chiaramente ripartire, continuiamo a fare e disfare ma sicuramente a livello strategico dovremo occuparci di fondi, anche perché La Fenice è finanziata 1/3 dai biglietti venduti quindi ci focalizziamo su sponsor e ottimo livello artistico per continuare più forti di prima. Qual è l’insegnamento più grande che il teatro le ha lasciato in questi suoi anni con la musica? Il teatro mi ha insegnato cos’è una comunità, una squadra e specialmente in questo momento ci rendiamo conto che non possiamo uscire da soli da una pandemia, quindi dobbiamo avere rispetto e sensibilità l’uno per l’altro perché da soli non si va da nessuna parte. Il teatro prima di tutto è una comunità. Continui questa frase: “Il teatro non può morire perché…” PERCHÉ … È PARTE DI NOI. I COMPOSITORI ERANO DEI PROFETI CHE HANNO PRESO LA VITA DELL’UOMO RAPPRESENTANDOLO CON LA VITA DI OGNI SINGOLO INDIVIDUO ATTRAVERSO IL TEMPO. IL TEATRO NON MORIRÀ MAI! TALVOLTA CI SOFFERMIAMO ALL’OGGI MA TRA 500 ANNI PIÙ PERSONE ANDRANNO A SENTIRE LA BOHÈME RISPETTO AD ORA; PERCHÉ QUESTI DUE ANNI SONO UN BREVISSIMO SEGMENTO DEL TEMPO. NON È MAI MORTO E NON LO FARÀ DI CERTO ORA, MA NOI UGUALMENTE DOBBIAMO FARE TUTTO QUELLO CHE POSSIAMO PER RENDERE INDELEBILE OGNI PICCOLO SCORCIO DI QUESTA LUNGA STORIA CHIAMATA TEATRO. Ringraziamo di cuore Fortunato Ortombina per questa intervista a cuore aperto. Oggi come non mai dobbiamo unirci e noi siamo qui a dare voce ai teatri che vogliono raccontarsi. A presto! Alessandra Gambino SPECIALE TEATRI OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 17
Un musicista “Reale”: Georg Friedrich Händel alla corte di Londra di Alessandro Bugno È statisticamente impossibile non aver mai sentito trovò lavoro per un anno come organista, ma Händel da qualche parte il celebre Coro dell’Alleluia tratto non era soddisfatto della sua carriera musicale e si dal “Messiah” di Georg Friedrich Händel. È il coro che diede da fare per migliorarla diventando violinista e conclude la Parte II (il capitolo della crocifissione clavicembalista nell’Orchestra di Amburgo. Convinto e Redenzione del Messia) in maniera potente e nell’intraprendere definitivamente la strada della maestosa. Si sente ovunque, dai film alle serie TV, carriera musicale, nel 1706 Handel arrivò in Italia, fino ad arrivare agli spot pubblicitari. che allora era il paese musicalmente più significativo Sì, cari lettori, perché oggi al microscopio della nostra dell’Europa. Lavorò prima a Firenze e in seguito a rubrica destinata alla musica classica parleremo di Roma, dove mostrò le sue impressionanti abilità uno dei massimi compositori indiscussi del periodo compositive con il Dixit Dominus. Sempre nel suo barocco: Händel. soggiorno italiano compose l’oratorio La Resurrezione, Georg Friederich Händel nacque il 23 febbraio 1685 e si dice che approfondì la conoscenza della musica ad Halle, nel ducato di Magdeburgo (Germania). studiando i concerti di Arcangelo Corelli. Visitò Napoli Händel iniziò a manifestare la sua passione per e poi Venezia, dove segnò il suo più grande successo la musica e i genitori, che avevano pensato per del periodo italiano con l’opera Agrippina. Conobbe lui un futuro da uomo di legge, cercarono invano Alessandro Marcello, Bernardo Pasquini e Domenico di dissuaderlo. Il giovane George però per non far Scarlatti. Proprio a Roma, nel 1708, Händel tenne una dispiacere suo padre, nel 1702 iniziò a studiare competizione musicale contro il coetaneo Domenico Legge all’Università di Halle e contemporaneamente Scarlatti alla presenza del cardinale Ottoboni a 18 OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
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Palazzo della Cancelleria. Mentre il confronto al di re Giorgio II. Uno di questi, il celebre “Zadok the clavicembalo finì con una vittoria di Scarlatti, Handel Priest”, da allora è stato suonato ad ogni cerimonia di si dimostrò nettamente superiore all’organo. incoronazione britannica (è stato anche rielaborato Con l’esperienza italiana alle spalle, si trasferì poi a utilizzandolo come celebre sigla della Champions Londra: sotto tre sovrani, Händel conoscerà la vera League!). gloria (addirittura, un mecenate gli farà erigere — lui Nell’agosto del 1741 il librettista Charles Jennens vivente — un monumento nei Giardini di Vauxhall), inviò ad Händel un nuovo testo basato sulla figura divenendo di fatto il musicista della famiglia di Gesù. Handel ne fu colpito intuendone subito reale inglese. Alla regina Anna dedicherà diverse le potenzialità, e, preda di una vera e propria vena composizioni; a seguire Re Giorgio I e II. Nell’anno creativa, ultimò in soli 24 giorni quella che sarà la 1727 Handel ottenne la cittadinanza inglese e il suo sua più famosa composizione: il Messiah che, con il nome da Georg Friederich Händel si trasformò in suo coro Hallelujah, è tra le opere più popolari della George Frideric Händel, così poté finalmente ricevere musica corale. Venne eseguito per la prima volta il il titolo di “Compositore di musica per la Cappella 13 aprile 1742. La tradizione vuole che il re Giorgio II, Reale di Sua Maestà”. Handel fu anche incaricato di quando sentì il coro dell’Alleluia per la prima volta, era scrivere quattro inni per la cerimonia di incoronazione così agitato che balzò in piedi, seguito da tutti gli altri. 20 OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
Messiah è stato sicuramente il fulcro della carriera all’interno dell’Abbazia. Il monumento raffigura Händel compositiva di Händel, ma non dimentichiamo che con uno spartito in mano. In alto, un angelo suona scrisse 42 opere (Ariodante, Serse, Giulio Cesare...), una lira. La partitura è aperta alla pagina dell’assolo 29 oratori (Sansone, Jephta, Giuda Maccabeo…), più del soprano che apre la parte III del Messiah: I know di 120 cantate, trii e duetti, numerose arie, musica that my Redeemer liveth, and that He shall stand at da camera, un gran numero di pezzi ecumenici, the latter day upon the earth (So che il mio Redentore odi e serenate, 16 concerti d’organo, composizioni vive e che rimarrà fino alla fine dei giorni della terra). per orchestra (Musica per i Reali fuochi d’artificio, Di fronte alla magnificenza della sua musica non Musica sull’acqua). possiamo che essere grati al “caro Sassone”, il Il 6 aprile 1759, il compositore fece la sua ultima quale con la bellezza della sua scrittura compositiva apparizione pubblica dirigendo il Messiah a Londra. si pone senza dubbio quale esteta della musica Otto giorni dopo morì all’età di 74 anni. Al suo funerale, barocca e tra i più grandi ed incontrastati musicisti tenutosi all’Abbazia di Westminster, parteciparono del suo tempo. circa 3000 persone. Tre anni dopo lo scultore francese Louis Roubiliac Alessandro Bugno creò il monumento a Händel e al Messiah che si trova OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 21
di Samuele Peruzzi La primadonna nell’opera lirica Violetta e il protagonismo femminile Uno degli ingredienti principali per la buona riuscita di una messinscena operistica è sicuramente il cast. La scelta dei cantanti è un problema da sempre conosciuto dai compositori e dai registi, sin dalla scrittura stessa dello spartito. Quando veniva composta un’opera, un autore aveva spesso già in mente chi avrebbe impersonato i ruoli dei protagonisti, per assicurarne una grande efficacia scenica e musicale. Fra tutti, il ruolo predominante era spesso quello della cosiddetta “primadonna”, termine che ancora oggi è rimasto nel linguaggio comune, a differenza della declinazione maschile della parola, caduta in disuso con il passare degli anni. Già dall’etimologia, la parola “primadonna” denota una sicura predominanza di un ruolo sugli altri personaggi femminili, che risultano 22 OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
di minore importanza. Questa gerarchia originariamente aveva anche dei riflessi nella rappresentazione scenica, che doveva garantire, anche nei momenti di compresenza sul palco di differenti personaggi, di coglierne visivamente le diverse rilevanze all’interno dell’opera. Questo accadeva solitamente già a partire dalla posizione che i personaggi assumevano in scena, secondo pose codificate e collocazioni specifiche sul palco, che ne mettevano in luce l’importanza. Il ruolo di estrazione sociale più alto o più rilevante all’interno della trama proposta doveva sempre essere individuabile a colpo d’occhio dello spettatore, anche qualora la scena fosse particolarmente affollata. Inoltre, così facendo, le primedonne, e non meno i colleghi uomini, ottenevano gratificazione e popolarità, che favoriva la loro carriera e la loro fama in ambito teatrale e musicale. Certo, talora la situazione poteva complicarsi: alcune opere prevedevano che invece di un singolo ruolo di primadonna, fossero due le protagoniste del palcoscenico. Questo spesso causava gelosie e risentimenti. Poco avvezze a spartire l’attenzione dello spettatore e la possibilità di brillare, le cantanti raramente accettavano di buon grado questo tipo di intreccio, caratterizzato da equilibri instabili sia sul palcoscenico che al di fuori del teatro. Alcune opere però non mentono: il ruolo della primadonna spesso riesce a prevalere sull’intero cast. È questo il caso di opere come Traviata di Giuseppe Verdi, in cui il protagonismo di Violetta, probabilmente ancora oggi la donna più famosa della lirica, è indiscusso. Già dal punto di vista strutturale, Violetta è il personaggio che partecipa a più numeri musicali nei tre atti in cui si sviluppa l’opera verdiana. La sua presenza scenica è arricchita da una vocalità elaborata e complessa, che viene evidenziata da eleganti virtuosismi vocali e da un viaggio all’interno delle emozioni umane. Violetta è ed era interpretata da una primadonna, ma in un loop infinito, il personaggio stesso diventa rappresentazione della diva per eccellenza, evidenziandone i punti di forza e la complessità psicologica, che si intrecciano in un incantevole equilibrio che travolge lo spettatore. Similmente a quanto accade per la primadonna, le attenzioni del pubblico sono sempre focalizzate sul personaggio di Violetta, che anche nei momenti più concitati e scenicamente popolati, come accade nel frenetico finale dell’atto II, riesce a splendere sulla scena. Anche dal punto di vista psicologico, non mi immagino che la primadonna fosse molto diversa dalla signorina Valéry: entrambe le figure sono descritte da un carattere forte e animo puro, moralmente superiore a quello di tutti gli altri personaggi. Non mancano mai di grinta e tenacia, sembrano impossibili da sottomettere e regine dell’eleganza, sempre apprezzate per la loro energia e la brillantezza che mostrano. Eppure, entrambe non si privano della loro umanità, che si presenta sempre con un carattere di intimistica riservatezza. I punti più fragili delle loro personalità sono gelosamente protetti e nascosti, per non apparire vulnerabili, ma ancora ben presenti. Ecco che vediamo che Violetta cede all’amore per Alfredo che in un qualche modo la ammorbidisce, ma non perde mai il suo carattere forte, che sfoggia orgogliosa nel confronto con Germont padre. Anche il finale dell’opera conferma l’importanza del ruolo: dopo una vita spesa tra feste e vita pubblica, il personaggio di Violetta rimane sola, mettendo in luce la sua personalità complessa. Tuttavia la protagonista, come tutti sappiamo malata di tisi già dall’inizio dell’opera, non muore misera: anche nel momento del suo ultimo respiro, la drammaticità di una Primadonna non viene meno. Con uno slancio di forza, ottenuto grazie al ricongiungimento finale con l’amato Alfredo, richiama l’attenzione su se stessa, ergendosi moribonda sulla scena con una rinnovata dignità e con incomparabile grandezza morale, spegnendosi pochi secondi dopo circondata dagli altri personaggi. La Traviata di Giuseppe Verdi è sicuramente un capolavoro, capace di richiamare ogni anno nei teatri del mondo intero migliaia e migliaia di persone per vedere e ascoltare una storia che già conoscono. Non credo che sia solamente per l’indiscutibile bellezza della musica verdiana, ma anche perché Violetta, ieri, oggi e sicuramente anche domani, ci mostra cosa vuol dire essere protagonisti sul palco e nella vita. Samuele Peruzzi OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 23
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Tutti conosciamo Astrifiammante, ossia la Regina della Not- te, come la perfida protagonista del “Die Zauberflӧte” di W.A. Mozart e E. Schikaneder, ma se in realtà non fosse davvero perfida ma solo una regina, o meglio una donna, sconvolta e sofferente? La incontriamo per la prima volta nella scena se- sta del primo atto quando, nel dialogo con Tamino, è intenta a spiegargli, e a spiegarci, che la figlia Pamina è stata rapita da un uomo malvagio che si scoprirà, dalle bocche delle Tre Dame, essere Sarastro, Gran Sacerdote del Regno della Sag- gezza. La Regina presenta quindi Sarastro come l’iniziale an- tagonista della storia anche se poi Schikaneder, con un colpo di scena, farà capire al pubblico che l’antagonista ufficiale de “Il Flauto Magico” è proprio lei, ma se in realtà la Regina di- cesse la verità e Sarastro fosse realmente un uomo cattivo? Astrifiammante viene sempre descritta come il personaggio irrazionale e passionale della storia, e quindi considerata ne- gativa nell’era illuminista (anche se nella prima stesura del libretto era proprio lei l’elemento positivo della storia), a semplici manie di protagonismo e di superiorità. Si convince di contrario di Sarastro, uomo di ragione, perché mossa da rab- essere il cupido dei due giovani ma è Astrifiammante a man- bia e risentimento che si scopriranno essere dovuti alla per- dare Tamino da Pamina, a dar loro la possibilità di incontrarsi dita del Cerchio del Sole, ossia il simbolo di potere che il ma- e di fare in modo che i due si possano innamorare; Sarastro rito cedette volontariamente agli iniziati. Dopo la cessione dà loro solo la possibilità di compiere i riti iniziatici per poter dell’oggetto, venne declassata al Regno della Notte e quindi accedere al Regno della Luce, regno che prima era proprio di condannata ad una vita buia e triste, abbandonata alla rab- Astrifiammante e che a Pamina sarebbe spettato di diritto. Se bia e alla solitudi- non basta questo ne. Se aggiungia- per farvi almeno mo al tradimento del marito anche il rapimento del- E se la Regina prendere in con- siderazione l'ipo- tesi dell’innocen- Astrifiammante in la figlia da parte za della Regina dell’uomo che le della Notte, basti ha “portato via” il pensare al fatto suo regno, come che è stata pro- si può non capire e compatire colei che è stata ingiu- realtà fosse buona? prio lei a porgere a Tamino come dono il “Zauber- stamente chiama- flöte” e a Papa- ta “cattiva”? Cer- di Marta Masola geno il Glocken- to, Sarastro è colui spiel per aiutarli che professa amore e ragione, ma è proprio lui che davanti a nell’impresa, il flauto magico infatti aiuterà Tamino a ritrovare Pamina definisce sua madre “superba” e non le dà la possibi- Papageno e il Glockenspiel farà ammansire gli sgherri di Mo- lità di tornare da lei perché a suo parere “perderebbe la feli- nostato salvandoli dall’attacco. È anche vero però che durante cità”. Si permette di giudicare la donna senza neppure imme- l’aria che ha reso celebre il personaggio ossia “Der Hölle Rache desimarsi, lui che essendo il Gran Sacerdote del Regno della kocht in meinem Herzen”, Astrifiammante canti di vendetta Saggezza dovrebbe essere mosso dalla razionalità e non da e rabbia e chieda alla figlia Pamina di uccidere Sarastro per- ché se così non farà sarà ripudiata per sempre. Sarastro alla fine avrà la meglio e riuscirà a convincere Pamina e Tamino a rimanere nel suo regno e a far sprofondare Astrifiammante, le Tre Dame e Monostato nella “notte eterna”, condannando nuovamente la donna alla solitudine. Trovo che il personaggio della Regina della Notte sia, per quanto fiabesco, quello più reale, umano e passionale della storia e quindi vi chiedo: si può giudicare una donna come cattiva solo perché, mossa dalla sofferenza e dalla rabbia, spinge la figlia ad uccidere l’uomo che l’ha condannata? Marta Masola OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 25
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Euripide avrebbe gioito di un infanticidio ma per Bellini è proprio nell’amore verso i figli, superato il primo irruento senso di odio e di vendetta che Norma troverà la strada per giungere all’azione liberatrice che purifica dalle passioni negative dell’animo umano. Lui (Bellini) che non conobbe mai la gioia dei figli, non volle che la sua sacerdotessa – Alcuni mesi dopo l’enorme successo ottenuto da “La amante si trasformasse in un’infanticida schiava del Fato Sonnambula”, Bellini fu chiamato a comporre la nuova opera che la muoveva come pedina su una scacchiera. La partitura d’apertura della stagione scaligera del 1831. La primadonna lo testimonia in maniera limpidissima. L’unica melodia che c’era già, era quella stessa, divina, Giuditta Pasta che aveva in quest’opera davvero ricorre quasi come un wagneriano dato vita e voce ad Amina, a Corinna ed Arsace, per citarne Leitmotiv è un motivo che lega la protagonista ai propri alcuni. Il soggetto doveva essere particolarmente adatto bambini (“Dormono entrambi”). alla sua vocalità, al gusto del pubblico ma allo stesso tempo Il mito di “Medea” rivive in Norma in una luce nuova, quella il bel catanese voleva qualcosa che gli desse la possibilità di di un essere umano vestito di passione ed espiazione e che rompere con la “solita forma”. La scelta cadde su “Norma solo attraverso un estremo, volontario sacrificio d’amore, ou l’Infanticide” di A. Soumet, tragedia in 5 Atti andata riuscirà a giungere alla piena libertà. Soffermiamoci un in scena il 6 aprile 1831 al Teatro dell’Odéon di Parigi. Il istante sulle difficoltà interpretative che impone questo Romani ebbe non poco da lavorare per adattare il testo di personaggio, cavallo di battaglia delle grandi Dive, dalla Soumet ai desideri di Bellini (basti pensare solo pensare alle Malibran alla Netrebko. Ieratica nel sacro ufficio della nove versione che dovette scrivere di “Casta Diva” prima sacerdotessa, sorella maggiore nell’ascoltare l’innamorata di arrivare alla stesura definitiva). Ne uscì un lavoro che ed inconsapevole Adalgisa, madre severa ed affettuosa nel condensava in sé, oltre alla tragedia omonima, la “Medea” crescere sola e nel segreto due figli, iraconda promotrice di Euripide e “Les Martyrs” di Chateubriand. Era ben noto di guerra e di vendetta all’atto della cattura di Pollione, che la Pasta, con le sue origini da mezzosoprano instradate donna di rinnovato amore nel finale dell’estremo sacrificio. poi su una vocalità di soprano, fosse decisamente a suo Questa donna ha su di sé un bagaglio emotivo senza pari e agio in parti drammatiche, permeate di gesti e passioni che vive conflitti psicologici tali per cui ogni volta che entra spudoratamente umane. Quella di Norma è una vocalità in scena sembra essere una persona nuova, diversa. Quella nuova, quasi anomala. La scrittura musicale che Bellini che si presenta a noi è una donna lacerata e martoriata applica in quest’Opera è costruita su un nuovo tipo di voce, il interiormente da un eterno conflitto tra i sacri doveri ed il “soprano drammatico d’agilità”. È un canto che sa esprimere sacrosanto diritto alla libertà e all’amore. Il personaggio contemporaneamente le appassionate melodie di un Norma ha quasi una matrice leopardiana dove l’angoscia soprano di agilità e la maestosa declamazione del soprano ed il dolore vengono sublimati dalla musica che libera e drammatico, il tutto senza abbandonare quel virtuosismo rende l’addio alla vita un canto celeste che conduce ben che era la gloria di ogni vera primadonna dell’epoca e gioia oltre la misera felicità terrena. Una simile creatura, quasi del cuore dello spettatore. Era il personaggio a richiedere divina, Bellini la volle figura dominante ed unificatrice di tutto questo? Era desiderio del compositore quello di tutta l’opera, Donna circondata da figuranti che vivono fondere in un’unica donna tutta questa forza d’espressione? drammaticamente nella sua ombra e secondo la sua volontà. Erano entrambe le cose. Il tema della sacerdotessa spergiura era un soggetto non affatto nuovo se si guarda alla “Medea” Maurizio Meandro di Spontini o alla “Sacerdotessa d’Irminsul” (entrambe su libretto dello stesso Romani). La nostra protagonista però presenta una più forte scintilla di umanità che la allontana dalla terrificante strega e madre Medea. Del mito della principessa della Colchide Bellini accettò la catastrofe della delusione e del tradimento amoroso, lasciando lo stesso spettatore interdetto alla fine del I Atto con due pezzi chiusi di una estrema bellezza ed antitesi, sia melodica che sentimentale (il duetto “Sola, furtiva al Tempio” ed il terzetto “Ah! Di qual sei tu vittima”). A questo punto OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 27
OPERALIFE INCONTRA Alessandro Bugno INTERVISTA ESCLUSIVA Jakub Józef Orliński 28 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
C ari amici, come sapete OperaLife sostiene anche i giovani artisti e non potevamo certamente lasciarci sfuggire un giovane cantante già di fama internazionale: siamo davvero entusiasti di incontrare oggi il controtenore Jakub Józef Orliński. Classe 1990, nato a Varsavia, nel giro di pochi anni il giovane cantante polacco si è conquistato un posto di rilievo tra i migliori controtenori dello star system internazionale. Il suo successo è cresciuto con le principali vittorie di concorsi su entrambe le sponde dell’Atlantico, tra cui il Metropolitan Opera National Council nel 2016 e il Marcella Sembrich International Vocal Competition nel 2015. Nell’estate del 2017, è stato catapultato alla ribalta internazionale quando la sua toccante esibizione dal vivo di “Vedrò con mio diletto” di Vivaldi sul canale France Musique ha raccolto rapidamente più di due milioni di visualizzazioni. Ph. Honorata Karapuda Febbraio 2021 OPERALIFEMAGAZINE | INTERVISTA ESCLUSIVA 29
1. Benvenuto tra noi Jakub! Come prima domanda siamo sempre curiosi di partire dalle origini: raccontaci, come ti sei avvicinato e appassionato alla musica? Il mio viaggio nel mondo della musica è cominciato quando avevo 8 anni ed ho iniziato a frequentare un coro amatoriale “Gregorianum”. Di solito cantavamo alcuni pezzi rinascimentali, ma anche composizioni moderne. Penso di aver preso il mio amore e la mia passione per la musica da lì. Ovviamente da bambino facevo anche altre cose, come skateboard, giocare a tennis e facevo un po’ di acrobazia, ma la musica era sempre presente ed è stata lei che ha avuto maggiore influenza su di me. 2. Sappiamo che sei anche un ballerino di break dance. Se da un lato il canto ha definito le tue qualità artistiche di controtenore, possiamo dire che invece quest’altra passione ha plasmato le tue qualità di performer pienamente consapevole del proprio corpo? La break dance mi ha sicuramente aiutato ad arrivare dove sono ora. Non è stato facile, perché se vuoi continuare a fare qualcosa di estremo Ph. Honorata Karapuda come la break, devi analizzare tutto. Mi ci sono voluti molti anni e ci sto ancora lavorando, ma è possibile trovare cose che aiutano con il canto. Sono consapevole del mio corpo, questo mi dà una grande opportunità sul palco per fare le cose con consapevolezza e più libertà. La trovo molto utile e di aiuto nei momenti di alta pressione. 3. Secondo te la break dance è in contrasto con musica che esegui? La musica è anche fisicità e libertà di espressione? Se ci pensi, sicuramente è strano mescolare il mondo dell’opera e della break dance, ma d’altra parte è tutto connesso alla musica. Puoi imparare molto da una forma d’arte e metterlo nell’altra. Uso sempre quello strumento e mi dà più idee, un aspetto fresco e soddisfazioni nel 30 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
mio lavoro. Anche se molte persone potrebbero non rendersene conto, a separati per la traduzione, la pronuncia, gli abbellimenti, i respiri e gli cantare non è solo la testa del cantante. Per farlo, devi coinvolgere tutto effetti che voglio creare nella musica. Di solito inizio con il segnare la il tuo corpo, è molto fisico. Ecco perché a volte i cantanti si definiscono mia parte e la traduco, in modo da sapere cosa sta succedendo nel atleti e io sono d’accordo con questa definizione. Per mantenere una pezzo. Poi leggo un po’ a proposito del background della storia. Dopo di buona voce e l’energia per un grande spettacolo, che a volte dura anche che leggo la musica da solo nel mio studio e scrivo i miei abbellimenti 3-4 ore, devi avere forza fisica. se è un pezzo barocco. Pratico a lungo ogni singolo recitativo e ogni singola aria ed a un certo punto, quando mi sento pronto, chiedo al Di solito non uso le mosse della break nelle opere, a meno che non siano mio migliore amico e grande pianista (con cui collaboro molto) Michał ben argomentate e si adattino al personaggio che interpreto, ma grazie Biel, di ripassare tutta la parte con me. Ci esercitiamo insieme e lui alla break sono in buona forma, per fare cose fisiche e impegnative sul mi dà alcune note, e poi sono super pronto per le prove sul palco. Mi palco. Non mi piace fare esibizioni solo perché posso e qualcuno vuole piace conoscere il ruolo a memoria sin dalle prime prove perché poi che le mostri. Sicuramente uso la mia flessibilità e l’autoconsapevolezza ho la libertà di fare quello che voglio e quello che il regista mi chiede del mio corpo, in alcune delle produzioni operistiche che ho fatto c’era di provare. Non devo più stressarmi per la musica perché la conosco molta fisicità, ma non break dance. già. Ho sempre la mia opinione sul personaggio che interpreto, ma spesso è nei primi giorni delle prove quando parliamo con il direttore di 4. Un amore per due grandissimi compositori: Vivaldi e Händel. Quale scena e l’intero team creativo del concept del pezzo e di ogni singolo legame hai instaurato con la loro musica e cosa rappresenta per te personaggio. Poi stabilisco il mio ruolo e di solito inizio con lo stabilire la musica barocca? come si muove il mio personaggio. È molto importante per me perché allora posso davvero capire cosa proverebbe quel personaggio e come Oh sì, adoro quei due. Amo la loro musica. Ho cantato parecchio Händel canterebbe. È tutto piuttosto complicato e richiede tempo, ma è anche e Vivaldi e ancora non riesco a dire quale mi piace di più, ma spero che super divertente e gratificante. scoprirò sempre di più sulla loro musica e sul loro stile. 7. Così giovane e già sono due i CD incisi per l’etichetta Erato con La musica barocca per me rappresenta emozioni profonde e libertà. C’è l’Orchestra “Il Pomo d’Oro” diretta da Maxim Emelyanychev: “Anima così tanto scritto dai compositori, ma c’è anche così tanto che puoi Sacra” e, l’ultimo, “Facce d’Amore” dove esegui arie sul tema fare da solo. Scrivi i tuoi abbellimenti, crei la tua interpretazione e fai dell’amore maschile nella musica barocca. Com’è nato questo scelte che saranno uniche per la tua performance. È questo che adoro progetto e quale messaggio vuoi comunicare tramite questa musica? della musica barocca. Le composizioni di quel periodo hanno così tanto contrasto e ti richiedono di poter cantare ogni tipo di aria, devi essere Sono molto fortunato che la mia etichetta discografica si sia fidata di un cantante molto versatile. me e abbia accettato i miei folli progetti. Ho registrato “Anima Sacra” e “Facce d’amore” con il grande aiuto di Yannis Francois, il mio cacciatore 5. Un atteso evento, rinviato al 2021 a causa della pandemia, è il di tesori. È un grande cantante ma anche un editore musicale. Abbiamo tuo recital alla grandiosa Galleria degli Specchi di Versailles. Puoi lavorato per più di un anno per rendere viva “Anima Sacra”. Questa è anticiparci su quale musica verterà il programma e quali emozioni stata la mia prima dichiarazione artistica. Cantavo in un coro amatoriale provi al solo pensiero di esibirti in un luogo così affascinante e e per lo più cantavamo musica sacra, quindi mi sentivo molto connesso carico di storia? a quella parte della musica. Ecco perché ho deciso di creare un album che sarà un viaggio dell’anima. Non si tratta di religione ma di spirito di Mi è dispiaciuto che quasi tutti i miei concerti siano stati rinviati o viaggio. Questo è ciò che volevo catturare. Per fare un po’ da contrasto cancellati, ma sfortunatamente è così adesso. Sono molto felice che a questo, ho fatto un altro progetto con Yannis e abbiamo trovato il mio concerto a Versailles avrà comunque luogo, prima o poi. Mi dei pezzi per l’album “Facce d’amore”, che è pieno di arie d’amore, piace esibirmi lì. Sono un po’ ossessionato dai luoghi storici. Ricordo ma di sfumature diverse. Volevo realizzare un dipinto musicale di un che stavo impazzendo quando ho cantato per la prima volta all’opera amante del barocco che può mostrare l’amore in tanti modi diversi. o nella Cappella Reale di Versailles. Vedere così tanta arte e quasi Volevo anche mostrare alcuni compositori completamente sconosciuti toccare la storia è stato qualcosa di assolutamente incredibile. Ecco insieme ad altri molto noti. Ho nascosto molte curiosità in entrambi i perché sono così entusiasta di presentare il programma del mio album miei album che rivelo nel libretto dell’album, quindi se sei curioso ti “Facce d’amore” nella Galleria degli Specchi. Abbiamo già eseguito quei invito a prendere l’album, ascoltarlo e leggere cosa c’è dentro il libretto. pezzi con Il Pomo d’Oro molte volte, ma cantarlo in quel posto sarà sicuramente qualcosa di speciale. Non vedo l’ora che accada e spero 8. A tal proposito guardando le foto di copertina e gli inserti che venga trasmesso in streaming così che tutti potranno unirsi a noi. dell’ultimo cd, ti ritraggono come una statua che ricorda quella del David di Michelangelo o di una divinità greca. Secondo te quanto 6. Come studi e come ti prepari musicalmente e scenicamente la fisicità e la bellezza estetica giocano un ruolo di rilevanza nelle quando devi affrontare un nuovo ruolo? performances musicali sul palcoscenico? Adoro prepararmi, esercitarmi, ma prima di tutto contrassegno i miei È una domanda difficile. L’apparenza sembra essere sempre stata una spartiti con molti colori, cosa che richiede molto tempo. Ho colori parte importante per gli artisti. È difficile dire quanto sia importante, Febbraio 2021 OPERALIFEMAGAZINE | INTERVISTA ESCLUSIVA 31
perché non sono io ad assumere gli artisti. Sarebbe meglio chiedere a cose buone e trovare rapidamente soluzioni piuttosto che sprofondare quelli che decidono chi canterà cosa. Da parte mia devo dire che avevo nei miei fallimenti e nei problemi che si verificano lungo la strada. paura che le persone mi vedessero come un prodotto a causa del mio Preferisco restare il più possibile nel lato positivo. aspetto ed è per questo che metto così tanta importanza nel livello delle prestazioni che offro al pubblico. Metto sempre il duro lavoro 13. Siamo stati afflitti dalla chiusura dei teatri e degli spazi dove e la pratica al primo posto, poi le altre cose. C’è un videoclip che ho opere e concerti prendono forma a causa della grave emergenza realizzato in cui gioco un po’ sul fatto che fin dall’inizio dei miei studi sanitaria COVID-19. Cosa ne pensi del futuro del teatro e degli impegni le persone mi dicevano che somigliavo ad una statua di Michelangelo, artistici? quindi ho deciso di usarlo in uno dei miei progetti video. È un momento molto difficile per gli artisti e le istituzioni culturali. 9. Possiamo dire senza dubbi che sei dotato di una voce perfettamente Spero che sopravvivremo a questo e voglio credere che torneremo omogenea emessa con naturalezza, con alti cristallini, centri ancora più forti, ma ad essere onesti non ho idea di come sarà. Stiamo marmorei e un registro basso molto ricco. Come tieni allenata ed in cercando di adattarci alla situazione, essere flessibili, utilizzare nuovi forma la tua voce? Hai qualche segreto? strumenti, possibilità e fare tutto quello che possiamo come artisti per condividere la cultura. Facciamo concerti, eventi e video in streaming. Oh, ho molti segreti, ma quello che posso condividere di sicuro è che Apprezzo molto quello che tutti gli artisti stanno facendo per mantenere faccio pratica ed analizzo molto la mia voce e me stesso. La voce è uno in vita le arti, ma sfortunatamente non c’è nulla che possa sostituire di quegli strumenti che possono cambiare di giorno in giorno, quindi una performance dal vivo a teatro o una mostra al museo. Il flusso di devi continuare a imparare, studiare, esercitarti e osservare. Sono energia dal vivo tra gli artisti, il brano e il pubblico. L’esperienza comune ancora molto giovane e ho ancora molto da imparare, ma ho i miei modi della stessa cosa. Le emozioni coinvolte. Le persone hanno bisogno di per mantenere la mia voce fresca, agile, flessibile e pronta per qualsiasi quel tipo di esposizione dal vivo all’arte e lo vogliono, quindi spero che cosa io accetti di cantare. una volta liberate tutte queste restrizioni il pubblico torni nei teatri e nelle sale da concerto. Fino ad allora dobbiamo fare tutto il possibile per 10. Impegno, studio e sacrificio: quale consiglio daresti a quei giovani mantenere in vita le istituzioni. che hanno intrapreso la strada del canto? 14. Ti chiediamo allora di aiutarci a terminare questa frase. “L’Arte e Non è un percorso facile, ma è bellissimo se lo vuoi seguire davvero. l’Opera non possono morire perché…”? Credo che ci sia un posto per tutti in questo settore fintanto che lavori duro e sai più o meno quello che vuoi. Ma una cosa che ho imparato Perché c’è così tanto che entra in sintonia con noi quando sperimentiamo dall’inizio è che ci sono molte cose che devi fare da solo, perché l’arte. Ti fa sentire, ti fa pensare, insegna e parla di cose che a volte nessuno farà il lavoro per te. sono troppo difficili da descrivere con parole semplici. Non credo che la gente permetterà che l’arte e l’opera muoiano. 11. Usciamo un po’ dall’ambito musicale: chi è e cosa fa Jakub nel tempo libero? Hobby ed altre passioni? 15. Compatibilmente a questo periodo particolare, quali saranno i tuoi prossimi impegni? Oltre alla musica, al canto e al ballo, non mi resta molto tempo, ma amo lo snowboard, mi piace incontrare persone e conoscere le loro storie, I tempi sono così strani che è impossibile dire cosa accadrà al 100%. quindi parlo molto con gli amici. Cerco di imparare a disegnare ma non è Ho due tour di concerti a marzo. Uno con Il Pomo d’Oro e uno con Les proprio la mia forza quindi i miei lavori sono imbarazzanti. [Ride]. Arts Florissants. Poi un’altra tournée con The English Concert ad aprile e un’altra con Il Pomo d’Oro. Poi ci sono un bel po’ di concerti prenotati, 12. Sei una persona con una grande energia, un’energia molto vitale ma ricevo costantemente e-mail su alcuni di essi che vengono rinviati o e positiva. Da dove arriva? Sei innamorato della vita? cancellati, il che è molto triste, ma spero ancora che la maggior parte di questi impegni avrà luogo. Per vedere il mio programma completo puoi Bella questa domanda. Provare a sfruttare ogni momento che mi viene controllare il mio account Instagram, la mia pagina Facebook o il mio concesso. È un momento davvero unico, quindi voglio tirarne fuori tutto sito web. Pubblico tutto regolarmente. il possibile. Sono una persona molto dinamica, sono sempre attivo e mi piace fare le cose. Sono abbastanza fortunato da non aver bisogno Ringraziamo moltissimo Jakub Józef Orliński per la sua disponibilità, di dormire molto, di solito dormo circa 6 ore e mi basta. Mi piacciono semplicità e gentilezza. Lo salutiamo augurandogli in bocca al lupo diversi tipi di attività e davvero non ricordo quando mi sono annoiato per i suoi prossimi appuntamenti e per la sua già sfavillante carriera! l’ultima volta, probabilmente mai perché ho un talento nel tenermi A presto Jakub! occupato. Alessandro Bugno Per la cronaca, non è che sono sempre positivo e pieno di energia. Ci sono momenti in cui sono giù e non ho voglia di fare nulla. Non è sempre facile vivere nel mondo dell’opera, ma preferisco concentrarmi sulle 32 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
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