FORTUNATO ORTOMBINA SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO DEL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA - OperaLife

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FORTUNATO ORTOMBINA SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO DEL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA - OperaLife
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  IN QUESTO NUMERO
  INTERVISTA ESCLUSIVA
  AL CONTROTENORE
  JAKUB JÓZEF ORLINSKI.
                  `

  INTERVISTE A
  LEVY SEKGAPANE
  E ANTONIO DI MATTEO

  INTERVISTA ESCLUSIVA A

  FORTUNATO
  ORTOMBINA
  SOVRINTENDENTE E
  DIRETTORE ARTISTICO
  DEL TEATRO LA FENICE
  DI VENEZIA
  Ph. Honorata Karapuda
FORTUNATO ORTOMBINA SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO DEL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA - OperaLife
2   OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
FORTUNATO ORTOMBINA SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO DEL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA - OperaLife
Lettera dai collaboratori:
                                              Alessandro Bugno.

                                              Da piccolo ho sempre avuto una
                                              predisposizione all’ascolto della musica,
                                              in particolare della musica classica. Ho
                                              ricevuto lezioni di pianoforte, fino ad
                                              arrivare al canto, principalmente rivolto alla
                                              musica sacra, prendendo in seguito parte a
                                              diverse formazioni corali. La mia passione,
                                              ma potremmo definirla anche melomania,
                                              per l’opera nacque in un momento ben
                                              preciso: un Nabucco registrato dal Teatro
                                              Carlo Felice di Genova e diffuso da Rai 3 in
                                              un caldo sabato pomeriggio d’agosto nel
                                              2004.
                                              Fu una folgorazione totale. Il cast mi parve
                                              buono, anche se non avevo per nulla
                                              esperienza in materia, ma quello che mi
                                              piacque particolarmente fu l’intervento
                                              preponderante del coro, che nel Nabucco
                                              è essenziale. Rimasi incollato per due ore
                                              alla tv, quasi stregato da quella musica così
straordinaria, dalle scene imponenti, dai costumi, dalle luci. Mi chiesi perché avessi
ignorato fino a quel momento una forma d’arte così bella, e credo che la risposta
trovi spiegazione nel fatto che nessuno mi avesse mai parlato d’opera in maniera
appassionata e convincente, e nemmeno portato a vedere un’opera dal vivo.
Andai all’Arena di Verona ed il resto venne da sé: decisi di continuare ad andare
sempre a teatro! Da allora vado all’opera in moltissimi teatri, ritrovando anche altri
appassionati ed è bello poter condividere con loro pensieri, opinioni e – perché no –
anche raccontare le nostre vite.
Quello che trovavo (e trovo tuttora) affascinante nell’opera è la commistione di
molteplici aspetti, un vero e proprio connubio di arti che si uniscono per dar forma
ad un’unica grande opera d’arte, che nutre l’anima e lo spirito. Sì, perché l’opera è vita
e ci rende vivi. Noi stessi ci ritroviamo in quelle storie, fatte di sentimenti, di vicende
amorose, di vicende travagliate…insomma, l’opera parla di noi! La missione del Team di
OperaLife è quella di avvicinare i giovani a questo mondo stupendo, perché possano
appassionarsi, o anche semplicemente trovare rifugio per distendere la mente, uscendo
dalla quotidianità. Sono orgoglioso di farne parte perché posso sviscerare senza freni
la mia passione, scrivendo articoli, approfondimenti, curiosità sull’opera e sulla musica
in generale, infondendo ispirazione per chi legge o cercando di suscitare l’interesse
per qualcosa di bello, per qualcosa che può illuminare la nostra anima. Aiutateci
quindi a diffondere il messaggio, perché la cultura e la musica sono un patrimonio
da salvaguardare e sono componenti essenziali per garantire una convivenza pacifica
all’umanità.

Alessandro Bugno
                                                                  OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021   3
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SOMMARIO

                                      SPECIALE TEATRI
                                      PG 12 Intervista al Sovrintendente del Teatro
                                      La Fenice Fortunato Ortombina

                                      MUSICA E TEATRO
                                      PG 18 Un musicista “Reale”
                                      PG 22 La primadonna nell’opera lirica
                                      PG 24 E se la Regina Astrifiammante
                                             fosse buona?
                                      PG 26 Norma. L’infanticida redenta

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CURIOSITÀ                                  CULTURA
PG 34 Piccola Bio: Francesca L. Mazzulli   PG 52 Contadino allegro
PG 38 Piccola Bio: Arturo Espinosa         PG 54 Storia della danza.
PG 72 L’Opera per tutti: consigli
                                           ARTE E FOTOGRAFIA
PARTNER                                    PG 62 Una città, venti musei
PG 40 OperaUs                              PG 64 la Traviata degli Specchi

STORIA                                     BEAUTY
PG 42 Puritani                             PG 74 Focus Mascherina
PG 44 I miti del passato
                                           A TU PER TU
                                           PG 76 Rosina
                                                              OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021   5
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Lo sapevate che nel nostro
    profilo Instagram ci sono
    tantissimi contenuti apposta
    per voi?

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OperaLife
                      community

• Intervistiamo tantissimi artisti e avete la possibilità di fare delle
domande direttamente voi.

• La rubrica quotidiana “Lo sapevi che…” dove potrete scoprire
tantissime cose molto interessanti.

• La rubrica “Opera del giorno”.

• I video realizzati dai nostri collaboratori come “A spasso per i teatri”.

• Il quiz del giorno sull’opera lirica, che vi permette tutti i giorni di
imparare nuove cose giocando.

• “Le 5 opere più belle di Puccini, Mozart, Verdi, Donizetti” e tanto
altro!

Inoltre abbiamo appena aperto la pagina su
TikTok e vi invitiamo a seguirci e a restare
sempre aggiornati su tutti i contenuti.
Silvia Tassino

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INTERVISTE
                                                   ESCLUSIVE

                                      “Provare a sfruttare ogni momento
                                      che mi viene concesso.
                                      È un momento davvero unico, quindi
                                      voglio tirarne fuori tutto il possibile.”

                                      JAKUB JÓZEF ORLIŃSKI

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                   pg. 28
    OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
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“Dobbiamo rimanere positivi,
tutto tornerà come prima,
ovviamente ci vorrà un po’
di tempo prima che i teatri si
riprendano, ma ci arriveremo.”

LEVY SEKGAPANE

                                 pg. 46

                     pg. 56      “Per me il canto è dedizione, il canto
                                 è una cosa sacra... e se alla fine
                                 c’è un pizzico di fortuna quello non
                                 guasta mai...”

                                 ANTONIO DI MATTEO

                                                       OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021   9
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                                                                                                Qui di seguito riportiamo le date di scadenza per le iscrizioni dei diversi concorsi
                                                                                                che si terranno nel 2021.

                                                                                                • XIV Concorso Lirico Internazionale Magda Olivero (Milano).
                                                                                                  Scadenza 28 febbraio.

                                                                                                • 7° Concorso Internazionale Lirico “Citta’ di Iseo” (Iseo – Brescia).
                                                                                                  Scadenza 18 marzo.

                                                                                                • XXVII edizione del Concorso Internazionale per giovani cantanti lirici RICCARDO
                                                                                                  ZANDONAI (Riva del Garda – Trento).
                                                                                                  Scadenza 20 maggio.

       2                             L’Opera torna nei teatri, ma non il pubblico.

                                      A seguito della decisione di chiudere i teatri e le
                                      sale per contenere la diffusione del Covid, abbiamo
                                      assistito ad eventi e concerti in streaming, con le
                                      esibizioni liriche ridotte al minimo data la difficoltà
        di provare e mettere in scena opere oggettivamente complesse, viste anche le
        limitazioni ai movimenti ed alla distanza da tenere.
        In questo inizio anno iniziamo a vedere la ripresa di queste esibizioni, seppur
        senza pubblico. Nuove prove e nuovi spettacoli ci attendono grazie allo
        streaming, disponibili sui siti dei teatri, tramite portali creati appositamente o
        sulla piattaforma multimediale di RaiPlay.
        Il 23 gennaio la Scala ha messo in scena il Così fan tutte di Mozart, diretto da
        Giovanni Antonini, il primo in cui gli artisti (ad esclusione degli orchestrali) non
        hanno indossato le mascherine. Prossimamente verranno portate sul palco la
        Salome di Richard Strauss, con Zubin Mehta come direttore musicale, e la Lucia
        di Lammermoor, originariamente in programma per la serata del 7 dicembre
        scorso. Tutte le opere saranno visibili, ricordiamo, su RaiPlay.
        Anche il Teatro Regio ha riaperto all’opera, con La bohème di Giacomo Puccini,
        con regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, mentre a Matera è andato in
        scena l’intermezzo buffo La serva padrona di Pergolesi, con regia Enzo Dimatteo
        e direzione di Giovanni Pompeo.

10 OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
Opera per i giovani: Rigoletto                                        3
Una bella iniziativa, quella messa in atto dal Teatro sociale di Como AsLiCo durante il periodo natalizio. Pensata per permettere ai giovani ed alle loro
famiglie di assistere all’opera Rigoletto. I misteri del teatro, con la regia di Manuel Renga, l’iniziativa ha previsto il poter acquistare un pacchetto
contenente non solo la visione in streaming dello spettacolo, con la possibilità di poterlo rivedere, ma anche una serie di video e gadget atti a
favorire l’interazione tra gli eventi sullo schermo ed il pubblico, in primis i giovani spettatori. Oltre a questo pacchetto, l’associazione ha messo
in vendita anche un libro, Sipario kids, realizzato dall’autrice Sara Cerrato, una guida per tutta la famiglia per raccontare come si vive e lavora nel
mondo del teatro e della lirica.

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                       Prendiamoci un Caffè con Rigoletto

                       È questo il nome della serie di incontri dedicata al teatro verdiano, in cui si trattano i vari aspetti non solo del Rigoletto, ma di tutto il repertorio del compo-
                       sitore. Gli incontri, a cui partecipano diversi docenti, come Paolo Colombo e Gioachino Lanotte, si svolgono sulla piattaforma Zoom Meetings e l’accesso,
                       a pagamento e contattando i responsabili all’indirizzo info@operaeducation.org, è aperto a tutti e consente la visione anche in un secondo momento.
                       Qui di seguito riportiamo gli argomenti dei prossimi incontri, che si svolgono la mattina alle 10:00.
                       La musica di Rigoletto per piccole orecchie (13 febbraio): una guida per insegnanti, educatori o semplici appassionati, per aiutarli a far conoscere l’opera
                       a bambini e ragazzi.
                       L’importanza dello spazio scenico nell’opera lirica (27 febbraio): la nascita del teatro di regia e l’importanza di spazio e scenografie.
                       Il ruolo politico e sociale del teatro d’opera (13 marzo): il rapporto tra il repertorio verdiano, e non solo, con il Rinascimento ed il modo in cui uno ha influito
                       sull’altro.

                                                                                                                                         OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021                      11
Fortunato
O rtombina
     SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO
12            DEL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA
     OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
INTERVISTA ESCLUSIVA

    SPECIALE TEATRI OPERALIFEMAGAZINE
                    OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021   13
Siamo onorati e felici di iniziare un nuovo viaggio insieme all’interno dei teatri, grazie al quale
    scopriremo i luoghi magici che rendono possibile ai nostri sogni e sentimenti di materializzarsi.
    Oggi siamo in compagnia di Fortunato Ortombina, Sovrintendente e Direttore Artistico del
    Teatro La Fenice di Venezia. Ci teniamo a ringraziarlo e a ringraziare il Teatro per la fantastica
    accoglienza che sempre ci riserva.
    Vorremmo partire prima di tutto dalla situazione drammatica che i teatri stanno vivendo negli ultimi mesi. Come sta
    affrontando il Teatro La Fenice questo difficile momento?

    Questo dramma purtroppo non è solo in Italia ma è una condizione che c’è in tutto il mondo. Per quanto riguarda La Fenice
    anche se non si può fare musica dal vivo, i teatri, sono e rimangono vivi. Nonostante questo periodo cerchiamo di produrre
    e dispensare cultura nonostante le forti limitazioni tra cui quelle economiche, tra attività e cassa integrazione e anche la
    difficoltà di mantenere per il nostro pubblico un’attività costante. Il Teatro è chiuso al pubblico ma stiamo continuamente
    programmando streaming e progetti senza fermarci perché il teatro è vivo!

    Vi siete dedicati con attenzione ai giovani essendo per alcuni anche un grande trampolino. Abbiamo visto giovani
    talentuosi calcare il vostro palco come Diego Matheuz, Francesca Dotto, Beatrice Venezi e molti altri. Crede sia
    importante dare possibilità a giovani artisti? Incoraggiarli, anche, in un momento storicamente difficile per loro?
    Quanto crede sia importante che i giovani conoscano il mondo del teatro?

    Il Teatro La Fenice è molto focalizzato sui giovani; abbiamo creduto in molti giovani interpreti dando loro fiducia ed è un
    nostro impegno nei loro confronti aiutarli e accompagnarli nel loro cammino, perché proprio è nell’identità del Teatro La
    Fenice essere attenti ad idee nuove e a giovani talenti. Abbiamo scelto, per esempio, per il Concerto di Capodanno due giovani
    artisti ed è nel nostro interesse farli crescere e portare qualsiasi nostro interprete a dare del suo meglio arricchendosi anche
    musicalmente; insomma, i giovani sono nel cuore della Fenice.

14 OPERALIFEMAGAZINE SPECIALE TEATRI Febbraio 2021
Pensa che il teatro sia un luogo sicuro? Come può il teatro tutelare il suo pubblico?
Il teatro è indubbiamente un luogo sicuro basti pensare che il pubblico è contingentato, c’è la distanza di sicurezza, all’ingresso
avvengono tutti i controlli tra cui la misurazione della temperatura; l’utilizzo delle mascherine è d’obbligo inoltre è un luogo
dove c’è una regolarità dei comportamenti, dove non si può parlare e spostarsi da un posto all’altro, insomma il teatro per
natura è un luogo sicuro; inoltre il teatro deve vincere la paura e il nostro pubblico della Fenice ce lo ha dimostrato. Quando è
stato possibile aprire abbiamo sempre avuto sold out e questa è la dimostrazione che abbiamo tutti voglia di tornare a teatro.

In questo momento l’attività per i giovani artisti è particolarmente difficile perché la maggior parte dei ruoli vengono
affidati a dei nomi di richiamo. Cosa consiglia a questi giovani ad inizio carriera che si sono dovuti fermare a causa di
questa pandemia?

Noi abbiamo inventato sette titoli per recuperare i contratti che avevamo e abbiamo dovuto cancellare; tra questi contratti
vi sono anche moltissimi giovani quindi noi stiamo cercando di fare il possibile a riguardo ma mi rendo conto che è molto
difficile, molti artisti in questo tempo sono stati costretti a cambiare lavoro ma dobbiamo essere forti e lucidi in questo
momento e non mollare. Non dobbiamo permettere alla pandemia di fermare i nostri sogni; non abbattetevi ma studiate e
studiate in questo tempo perché quando tutto sarà finito sarà un mondo diverso, saremo tutti più elastici quindi ci saranno
cose nuove in ballo; un mondo nuovo porterà anche nuove opportunità.

C’è una produzione operistica che le è rimasta particolarmente nel cuore?

È molto difficile, ogni produzione diventa come chiedere ad una madre qual è il suo figlio preferito, ma se proprio devo
sceglierne una ne scelgo due [ride]. La prima è Don Carlo del 2019-2020 diretto dal M° Chung su regia di Robert Carsen. È
stato un vero trionfo, una summa verdiana raggiunta da questo bellissimo trinomio: La Fenice, Chung e Verdi. Inoltre sono
molto legato a questo Don Carlo perché siamo riusciti a farlo nonostante l’acqua alta fosse entrata in Teatro e tutti hanno
reagito e dato il massimo per rendere possibile questo spettacolo per Venezia e per il pubblico, dimostrando al mondo intero
di essere capaci di essere una fenice e questo grazie solo al lavoro di squadra. La seconda opera è il Don Giovanni del 2010 su
regia di Damiano Michieletto con direzione di Antonello Manacorda. Per me queste due opere sono due vette che abbiamo
raggiunto risultato di un lungo e duro lavoro.

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Il Teatro La Fenice ha ospitato illustri personaggi, c’è qualcuno che le è rimasto particolarmente impresso?

    Assolutamente sì grandi artisti con grande personalità come Georges Prêtre, Lorin Maazel, Mariella Devia un’artista immensa,
    il M° Chung, Gregory Kunde. La cosa bella è stata aver portato sempre i cantanti a lavorare ad un altissimo livello artistico e
    di questo ne siamo molto felici.

    Dai vostri profili è possibile notare che siete molto attenti ai social, crede che questi mezzi possano aiutare ad avvicinare
    il grande pubblico?

    Bisogna chiarire che questi mezzi non sono sostitutivi, come lo streaming, che in questo momento noi tutti utilizziamo,
    perché ovviamente lo spettacolo dal vivo è un’altra cosa ma i social al di là di questa precisazione sono un importante mezzo
    di comunicazione anche per noi teatri. Credo solo vada capito lo strumento per un buon utilizzo e quindi per poi sfruttare al
    meglio le sue potenzialità.

    Lei non è “solamente” Sovrintendente ma anche Direttore Artistico, in cosa consistono i due ruoli nell’aspetto pratico?
    E come sceglie la stagione e i suoi interpreti?

    Ho sempre lavorato nel mondo della musica e contemporaneamente ero musicologo quindi ho sempre visto la musica su
    molteplici aspetti e questo mi ha dato una maggiore consapevolezza; nonostante non si smetta mai d’imparare. Solitamente
    queste due figure sono in contrapposizione ma si può trovare un buon equilibrio sapendo valorizzare ciò che si ha insieme
    ad un concetto al quale sono molto legato di sostenibilità e fattibilità di una produzione e stagione. Il ruolo del Direttore
    Artistico si occupa della progettazione artistica, nel settore alimentare si chiamerebbe “controllo di qualità”. Ho avuto “sopra
    la testa” solo Carlo Majer e lui stesso mi ha insegnato ad avere una visione più ampia del singolo spettacolo o produzione.
    Il ruolo del Sovrintendente invece si occupa di trovare risorse, capire come utilizzarle al meglio inoltre ha responsabilità
    politiche, enti da cui dipende e deve fare “pr” con il mondo dei sindacati; insomma ha la responsabilità totale dell’andamento
    del teatro.

    Nel mese della consapevolezza sul cancro al seno avete illuminato di rosa La Fenice, pensa sia importante sensibilizzare
    le persone anche attraverso il teatro?

    Il teatro è il luogo della comunità, La Fenice è il DNA di Venezia; quindi la comunità deve essere rappresentata. Penso sia
    importante sensibilizzare le persone attraverso il teatro, è il suo scopo per la comunità.

    Il teatro non è solamente un luogo d’arte ma può essere emblema di eccellenza e bellezza. Voi l’avete dimostrato
    anche con la nuova collaborazione con il marchio di lusso “The Merchant of Venice” che ha fatto una fragranza ispirata
    al Teatro La Fenice. Pensa che questo tipo di marketing e “apertura mentale” possa premiare?

    Il teatro come dicevamo è l’anima di un territorio ed è proprio quello che cerchiamo di fare, interagendo con il territorio e
    aziende con le quali costruiamo delle partnership che possano favorire entrambi, favorendo così il territorio stesso.

16 OPERALIFEMAGAZINE SPECIALE TEATRI Febbraio 2021
Quando ascolta un giovane artista cosa cerca? E che consigli si sente di dare loro?

Quando ascolto un giovane artista cerco sempre la personalità perché è la chiave che consente ad un interprete di valorizzare
le proprie caratteristiche; poi chiaramente è necessaria una buona linea vocale che serve ad esprimersi al meglio attraverso
la tecnica. Sono anche molto attento all’importanza della parola, come viene detta una parola sul palcoscenico. Credo che
ogni teatro abbia bisogno di cose diverse, io guardo questo. Un consiglio che mi sento di dare ai giovani è che molto spesso in
audizione portano cose pensando al mercato, alle opere che faremo invece io consiglio di portare quello che ritengono di fare
meglio quindi attenzione al repertorio.

Quali sono gli obiettivi che avete in serbo per il Teatro La Fenice e le strategie per la ripartenza?

L’obiettivo è chiaramente ripartire, continuiamo a fare e disfare ma sicuramente a livello strategico dovremo occuparci di
fondi, anche perché La Fenice è finanziata 1/3 dai biglietti venduti quindi ci focalizziamo su sponsor e ottimo livello artistico
per continuare più forti di prima.

Qual è l’insegnamento più grande che il teatro le ha lasciato in questi suoi anni con la musica?

Il teatro mi ha insegnato cos’è una comunità, una squadra e specialmente in questo momento ci rendiamo conto che non
possiamo uscire da soli da una pandemia, quindi dobbiamo avere rispetto e sensibilità l’uno per l’altro perché da soli non si va
da nessuna parte. Il teatro prima di tutto è una comunità.

Continui questa frase: “Il teatro non può morire perché…”

PERCHÉ … È PARTE DI NOI. I COMPOSITORI ERANO DEI PROFETI CHE HANNO
PRESO LA VITA DELL’UOMO RAPPRESENTANDOLO CON LA VITA DI OGNI
SINGOLO INDIVIDUO ATTRAVERSO IL TEMPO. IL TEATRO NON MORIRÀ
MAI! TALVOLTA CI SOFFERMIAMO ALL’OGGI MA TRA 500 ANNI PIÙ PERSONE
ANDRANNO A SENTIRE LA BOHÈME RISPETTO AD ORA; PERCHÉ QUESTI DUE
ANNI SONO UN BREVISSIMO SEGMENTO DEL TEMPO. NON È MAI MORTO
E NON LO FARÀ DI CERTO ORA, MA NOI UGUALMENTE DOBBIAMO FARE
TUTTO QUELLO CHE POSSIAMO PER RENDERE INDELEBILE OGNI PICCOLO
SCORCIO DI QUESTA LUNGA STORIA CHIAMATA TEATRO.
Ringraziamo di cuore Fortunato Ortombina per questa intervista a cuore aperto.
Oggi come non mai dobbiamo unirci e noi siamo qui a dare voce ai teatri che vogliono raccontarsi.
A presto!
Alessandra Gambino

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Un musicista “Reale”:
               Georg Friedrich Händel alla
               corte di Londra
               di Alessandro Bugno

    È statisticamente impossibile non aver mai sentito          trovò lavoro per un anno come organista, ma Händel
    da qualche parte il celebre Coro dell’Alleluia tratto       non era soddisfatto della sua carriera musicale e si
    dal “Messiah” di Georg Friedrich Händel. È il coro che      diede da fare per migliorarla diventando violinista e
    conclude la Parte II (il capitolo della crocifissione       clavicembalista nell’Orchestra di Amburgo. Convinto
    e Redenzione del Messia) in maniera potente e               nell’intraprendere definitivamente la strada della
    maestosa. Si sente ovunque, dai film alle serie TV,         carriera musicale, nel 1706 Handel arrivò in Italia,
    fino ad arrivare agli spot pubblicitari.                    che allora era il paese musicalmente più significativo
    Sì, cari lettori, perché oggi al microscopio della nostra   dell’Europa. Lavorò prima a Firenze e in seguito a
    rubrica destinata alla musica classica parleremo di         Roma, dove mostrò le sue impressionanti abilità
    uno dei massimi compositori indiscussi del periodo          compositive con il Dixit Dominus. Sempre nel suo
    barocco: Händel.                                            soggiorno italiano compose l’oratorio La Resurrezione,
    Georg Friederich Händel nacque il 23 febbraio 1685          e si dice che approfondì la conoscenza della musica
    ad Halle, nel ducato di Magdeburgo (Germania).              studiando i concerti di Arcangelo Corelli. Visitò Napoli
    Händel iniziò a manifestare la sua passione per             e poi Venezia, dove segnò il suo più grande successo
    la musica e i genitori, che avevano pensato per             del periodo italiano con l’opera Agrippina. Conobbe
    lui un futuro da uomo di legge, cercarono invano            Alessandro Marcello, Bernardo Pasquini e Domenico
    di dissuaderlo. Il giovane George però per non far          Scarlatti. Proprio a Roma, nel 1708, Händel tenne una
    dispiacere suo padre, nel 1702 iniziò a studiare            competizione musicale contro il coetaneo Domenico
    Legge all’Università di Halle e contemporaneamente          Scarlatti alla presenza del cardinale Ottoboni a

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OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021   19
Palazzo della Cancelleria. Mentre il confronto al          di re Giorgio II. Uno di questi, il celebre “Zadok the
    clavicembalo finì con una vittoria di Scarlatti, Handel    Priest”, da allora è stato suonato ad ogni cerimonia di
    si dimostrò nettamente superiore all’organo.               incoronazione britannica (è stato anche rielaborato
    Con l’esperienza italiana alle spalle, si trasferì poi a   utilizzandolo come celebre sigla della Champions
    Londra: sotto tre sovrani, Händel conoscerà la vera        League!).
    gloria (addirittura, un mecenate gli farà erigere — lui    Nell’agosto del 1741 il librettista Charles Jennens
    vivente — un monumento nei Giardini di Vauxhall),          inviò ad Händel un nuovo testo basato sulla figura
    divenendo di fatto il musicista della famiglia             di Gesù. Handel ne fu colpito intuendone subito
    reale inglese. Alla regina Anna dedicherà diverse          le potenzialità, e, preda di una vera e propria vena
    composizioni; a seguire Re Giorgio I e II. Nell’anno       creativa, ultimò in soli 24 giorni quella che sarà la
    1727 Handel ottenne la cittadinanza inglese e il suo       sua più famosa composizione: il Messiah che, con il
    nome da Georg Friederich Händel si trasformò in            suo coro Hallelujah, è tra le opere più popolari della
    George Frideric Händel, così poté finalmente ricevere      musica corale. Venne eseguito per la prima volta il
    il titolo di “Compositore di musica per la Cappella        13 aprile 1742. La tradizione vuole che il re Giorgio II,
    Reale di Sua Maestà”. Handel fu anche incaricato di        quando sentì il coro dell’Alleluia per la prima volta, era
    scrivere quattro inni per la cerimonia di incoronazione    così agitato che balzò in piedi, seguito da tutti gli altri.

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Messiah è stato sicuramente il fulcro della carriera         all’interno dell’Abbazia. Il monumento raffigura Händel
compositiva di Händel, ma non dimentichiamo che              con uno spartito in mano. In alto, un angelo suona
scrisse 42 opere (Ariodante, Serse, Giulio Cesare...),       una lira. La partitura è aperta alla pagina dell’assolo
29 oratori (Sansone, Jephta, Giuda Maccabeo…), più           del soprano che apre la parte III del Messiah: I know
di 120 cantate, trii e duetti, numerose arie, musica         that my Redeemer liveth, and that He shall stand at
da camera, un gran numero di pezzi ecumenici,                the latter day upon the earth (So che il mio Redentore
odi e serenate, 16 concerti d’organo, composizioni           vive e che rimarrà fino alla fine dei giorni della terra).
per orchestra (Musica per i Reali fuochi d’artificio,        Di fronte alla magnificenza della sua musica non
Musica sull’acqua).                                          possiamo che essere grati al “caro Sassone”, il
Il 6 aprile 1759, il compositore fece la sua ultima          quale con la bellezza della sua scrittura compositiva
apparizione pubblica dirigendo il Messiah a Londra.          si pone senza dubbio quale esteta della musica
Otto giorni dopo morì all’età di 74 anni. Al suo funerale,   barocca e tra i più grandi ed incontrastati musicisti
tenutosi all’Abbazia di Westminster, parteciparono           del suo tempo.
circa 3000 persone.
Tre anni dopo lo scultore francese Louis Roubiliac           Alessandro Bugno
creò il monumento a Händel e al Messiah che si trova

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di Samuele Peruzzi

    La primadonna
    nell’opera               lirica
    Violetta e il protagonismo femminile

    Uno degli ingredienti principali per la buona riuscita di una messinscena operistica è sicuramente il cast. La scelta dei cantanti è un
    problema da sempre conosciuto dai compositori e dai registi, sin dalla scrittura stessa dello spartito. Quando veniva composta un’opera,
    un autore aveva spesso già in mente chi avrebbe impersonato i ruoli dei protagonisti, per assicurarne una grande efficacia scenica e
    musicale.
    Fra tutti, il ruolo predominante era spesso quello della cosiddetta “primadonna”, termine che ancora oggi è rimasto nel linguaggio
    comune, a differenza della declinazione maschile della parola, caduta in disuso con il passare degli anni.
    Già dall’etimologia, la parola “primadonna” denota una sicura predominanza di un ruolo sugli altri personaggi femminili, che risultano

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di minore importanza. Questa gerarchia originariamente aveva anche dei riflessi nella rappresentazione scenica, che doveva garantire,
anche nei momenti di compresenza sul palco di differenti personaggi, di coglierne visivamente le diverse rilevanze all’interno dell’opera.
Questo accadeva solitamente già a partire dalla posizione che i personaggi assumevano in scena, secondo pose codificate e collocazioni
specifiche sul palco, che ne mettevano in luce l’importanza. Il ruolo di estrazione sociale più alto o più rilevante all’interno della trama
proposta doveva sempre essere individuabile a colpo d’occhio dello spettatore, anche qualora la scena fosse particolarmente affollata.
Inoltre, così facendo, le primedonne, e non meno i colleghi uomini, ottenevano gratificazione e popolarità, che favoriva la loro carriera e
la loro fama in ambito teatrale e musicale.
Certo, talora la situazione poteva complicarsi: alcune opere prevedevano che invece di un singolo ruolo di primadonna, fossero due le
protagoniste del palcoscenico. Questo spesso causava gelosie e risentimenti. Poco avvezze a spartire l’attenzione dello spettatore e la
possibilità di brillare, le cantanti raramente accettavano di buon grado questo tipo di intreccio, caratterizzato da equilibri instabili sia sul
palcoscenico che al di fuori del teatro.
Alcune opere però non mentono: il ruolo della primadonna spesso riesce a prevalere sull’intero cast. È questo il caso di opere come
Traviata di Giuseppe Verdi, in cui il protagonismo di Violetta, probabilmente ancora oggi la donna più famosa della lirica, è indiscusso. Già
dal punto di vista strutturale, Violetta è il personaggio che partecipa a più numeri musicali nei tre atti in cui si sviluppa l’opera verdiana.
La sua presenza scenica è arricchita da una vocalità elaborata e complessa, che viene evidenziata da eleganti virtuosismi vocali e da un
viaggio all’interno delle emozioni umane.
Violetta è ed era interpretata da una primadonna, ma in un loop infinito, il personaggio stesso diventa rappresentazione della diva per
eccellenza, evidenziandone i punti di forza e la complessità psicologica, che si intrecciano in un incantevole equilibrio che travolge lo
spettatore.
Similmente a quanto accade per la primadonna, le attenzioni del pubblico sono sempre focalizzate sul personaggio di Violetta, che anche
nei momenti più concitati e scenicamente popolati, come accade nel frenetico finale dell’atto II, riesce a splendere sulla scena.
Anche dal punto di vista psicologico, non mi immagino che la primadonna fosse molto diversa dalla signorina Valéry: entrambe le figure
sono descritte da un carattere forte e animo puro, moralmente superiore a quello di tutti gli altri personaggi. Non mancano mai di grinta
e tenacia, sembrano impossibili da sottomettere e regine dell’eleganza, sempre apprezzate per la loro energia e la brillantezza che
mostrano.
Eppure, entrambe non si privano della loro umanità, che si presenta sempre con un carattere di intimistica riservatezza. I punti più fragili
delle loro personalità sono gelosamente protetti e nascosti, per non apparire vulnerabili, ma ancora ben presenti. Ecco che vediamo
che Violetta cede all’amore per Alfredo che in un qualche modo la ammorbidisce, ma non perde mai il suo carattere forte, che sfoggia
orgogliosa nel confronto con Germont padre.
Anche il finale dell’opera conferma l’importanza del ruolo: dopo una vita spesa tra feste e vita pubblica, il personaggio di Violetta rimane
sola, mettendo in luce la sua personalità complessa. Tuttavia la protagonista, come tutti sappiamo malata di tisi già dall’inizio dell’opera,
non muore misera: anche nel momento del suo ultimo respiro, la drammaticità di una Primadonna non viene meno. Con uno slancio di
forza, ottenuto grazie al ricongiungimento finale con l’amato Alfredo, richiama l’attenzione su se stessa, ergendosi moribonda sulla scena
con una rinnovata dignità e con incomparabile grandezza morale, spegnendosi pochi secondi dopo circondata dagli altri personaggi.
La Traviata di Giuseppe Verdi è sicuramente un capolavoro, capace di richiamare ogni anno nei teatri del mondo intero migliaia e migliaia
di persone per vedere e ascoltare una storia che già conoscono.
Non credo che sia solamente per l’indiscutibile bellezza della musica verdiana, ma anche perché Violetta, ieri, oggi e sicuramente anche
domani, ci mostra cosa vuol dire essere protagonisti sul palco e nella vita.

Samuele Peruzzi

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Tutti conosciamo Astrifiammante, ossia la Regina della Not-
te, come la perfida protagonista del “Die Zauberflӧte” di W.A.
Mozart e E. Schikaneder, ma se in realtà non fosse davvero
perfida ma solo una regina, o meglio una donna, sconvolta e
sofferente? La incontriamo per la prima volta nella scena se-
sta del primo atto quando, nel dialogo con Tamino, è intenta
a spiegargli, e a spiegarci, che la figlia Pamina è stata rapita
da un uomo malvagio che si scoprirà, dalle bocche delle Tre
Dame, essere Sarastro, Gran Sacerdote del Regno della Sag-
gezza. La Regina presenta quindi Sarastro come l’iniziale an-
tagonista della storia anche se poi Schikaneder, con un colpo
di scena, farà capire al pubblico che l’antagonista ufficiale de
“Il Flauto Magico” è proprio lei, ma se in realtà la Regina di-
cesse la verità e Sarastro fosse realmente un uomo cattivo?
Astrifiammante viene sempre descritta come il personaggio
irrazionale e passionale della storia, e quindi considerata ne-
gativa nell’era illuminista (anche se nella prima stesura del
libretto era proprio lei l’elemento positivo della storia), a    semplici manie di protagonismo e di superiorità. Si convince di
contrario di Sarastro, uomo di ragione, perché mossa da rab-     essere il cupido dei due giovani ma è Astrifiammante a man-
bia e risentimento che si scopriranno essere dovuti alla per-    dare Tamino da Pamina, a dar loro la possibilità di incontrarsi
dita del Cerchio del Sole, ossia il simbolo di potere che il ma- e di fare in modo che i due si possano innamorare; Sarastro
rito cedette volontariamente agli iniziati. Dopo la cessione     dà loro solo la possibilità di compiere i riti iniziatici per poter
dell’oggetto, venne declassata al Regno della Notte e quindi     accedere al Regno della Luce, regno che prima era proprio di
condannata ad una vita buia e triste, abbandonata alla rab-      Astrifiammante e che a Pamina sarebbe spettato di diritto. Se
bia e alla solitudi-                                                                                             non basta questo
ne. Se aggiungia-                                                                                                per farvi almeno
mo al tradimento
del marito anche
il rapimento del-
                             E se la Regina                                                                      prendere in con-
                                                                                                                 siderazione l'ipo-
                                                                                                                 tesi dell’innocen-

                           Astrifiammante in
la figlia da parte                                                                                               za della Regina
dell’uomo che le                                                                                                 della Notte, basti
ha “portato via” il                                                                                              pensare al fatto
suo regno, come                                                                                                  che è stata pro-
si può non capire
e compatire colei
che è stata ingiu-
                          realtà fosse buona?                                                                    prio lei a porgere
                                                                                                                 a Tamino come
                                                                                                                 dono il “Zauber-
stamente chiama-                                                                                                 flöte” e a Papa-
ta “cattiva”? Cer-                                       di Marta Masola                                         geno il Glocken-
to, Sarastro è colui                                                                                             spiel per aiutarli
che professa amore e ragione, ma è proprio lui che davanti a     nell’impresa, il flauto magico infatti aiuterà Tamino a ritrovare
Pamina definisce sua madre “superba” e non le dà la possibi-     Papageno e il Glockenspiel farà ammansire gli sgherri di Mo-
lità di tornare da lei perché a suo parere “perderebbe la feli-  nostato salvandoli dall’attacco. È anche vero però che durante
cità”. Si permette di giudicare la donna senza neppure imme-     l’aria che ha reso celebre il personaggio ossia “Der Hölle Rache
desimarsi, lui che essendo il Gran Sacerdote del Regno della     kocht in meinem Herzen”, Astrifiammante canti di vendetta
Saggezza dovrebbe essere mosso dalla razionalità e non da        e rabbia e chieda alla figlia Pamina di uccidere Sarastro per-
                                                                 ché se così non farà sarà ripudiata per sempre. Sarastro alla
                                                                 fine avrà la meglio e riuscirà a convincere Pamina e Tamino a
                                                                 rimanere nel suo regno e a far sprofondare Astrifiammante,
                                                                 le Tre Dame e Monostato nella “notte eterna”, condannando
                                                                 nuovamente la donna alla solitudine. Trovo che il personaggio
                                                                 della Regina della Notte sia, per quanto fiabesco, quello più
                                                                 reale, umano e passionale della storia e quindi vi chiedo: si può
                                                                 giudicare una donna come cattiva solo perché, mossa dalla
                                                                 sofferenza e dalla rabbia, spinge la figlia ad uccidere l’uomo
                                                                 che l’ha condannata?

                                                                   Marta Masola

                                                                                               OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021 25
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Euripide avrebbe gioito di un infanticidio ma per Bellini è
                                                                  proprio nell’amore verso i figli, superato il primo irruento
                                                                  senso di odio e di vendetta che Norma troverà la strada per
                                                                  giungere all’azione liberatrice che purifica dalle passioni
                                                                  negative dell’animo umano. Lui (Bellini) che non conobbe
                                                                  mai la gioia dei figli, non volle che la sua sacerdotessa –
Alcuni mesi dopo l’enorme successo ottenuto da “La                amante si trasformasse in un’infanticida schiava del Fato
Sonnambula”, Bellini fu chiamato a comporre la nuova opera        che la muoveva come pedina su una scacchiera. La partitura
d’apertura della stagione scaligera del 1831. La primadonna       lo testimonia in maniera limpidissima. L’unica melodia che
c’era già, era quella stessa, divina, Giuditta Pasta che aveva    in quest’opera davvero ricorre quasi come un wagneriano
dato vita e voce ad Amina, a Corinna ed Arsace, per citarne       Leitmotiv è un motivo che lega la protagonista ai propri
alcuni. Il soggetto doveva essere particolarmente adatto          bambini (“Dormono entrambi”).
alla sua vocalità, al gusto del pubblico ma allo stesso tempo     Il mito di “Medea” rivive in Norma in una luce nuova, quella
il bel catanese voleva qualcosa che gli desse la possibilità di   di un essere umano vestito di passione ed espiazione e che
rompere con la “solita forma”. La scelta cadde su “Norma          solo attraverso un estremo, volontario sacrificio d’amore,
ou l’Infanticide” di A. Soumet, tragedia in 5 Atti andata         riuscirà a giungere alla piena libertà. Soffermiamoci un
in scena il 6 aprile 1831 al Teatro dell’Odéon di Parigi. Il      istante sulle difficoltà interpretative che impone questo
Romani ebbe non poco da lavorare per adattare il testo di         personaggio, cavallo di battaglia delle grandi Dive, dalla
Soumet ai desideri di Bellini (basti pensare solo pensare alle    Malibran alla Netrebko. Ieratica nel sacro ufficio della
nove versione che dovette scrivere di “Casta Diva” prima          sacerdotessa, sorella maggiore nell’ascoltare l’innamorata
di arrivare alla stesura definitiva). Ne uscì un lavoro che       ed inconsapevole Adalgisa, madre severa ed affettuosa nel
condensava in sé, oltre alla tragedia omonima, la “Medea”         crescere sola e nel segreto due figli, iraconda promotrice
di Euripide e “Les Martyrs” di Chateubriand. Era ben noto         di guerra e di vendetta all’atto della cattura di Pollione,
che la Pasta, con le sue origini da mezzosoprano instradate       donna di rinnovato amore nel finale dell’estremo sacrificio.
poi su una vocalità di soprano, fosse decisamente a suo           Questa donna ha su di sé un bagaglio emotivo senza pari e
agio in parti drammatiche, permeate di gesti e passioni           che vive conflitti psicologici tali per cui ogni volta che entra
spudoratamente umane. Quella di Norma è una vocalità              in scena sembra essere una persona nuova, diversa. Quella
nuova, quasi anomala. La scrittura musicale che Bellini           che si presenta a noi è una donna lacerata e martoriata
applica in quest’Opera è costruita su un nuovo tipo di voce, il   interiormente da un eterno conflitto tra i sacri doveri ed il
“soprano drammatico d’agilità”. È un canto che sa esprimere       sacrosanto diritto alla libertà e all’amore. Il personaggio
contemporaneamente le appassionate melodie di un                  Norma ha quasi una matrice leopardiana dove l’angoscia
soprano di agilità e la maestosa declamazione del soprano         ed il dolore vengono sublimati dalla musica che libera e
drammatico, il tutto senza abbandonare quel virtuosismo           rende l’addio alla vita un canto celeste che conduce ben
che era la gloria di ogni vera primadonna dell’epoca e gioia      oltre la misera felicità terrena. Una simile creatura, quasi
del cuore dello spettatore. Era il personaggio a richiedere       divina, Bellini la volle figura dominante ed unificatrice di
tutto questo? Era desiderio del compositore quello di             tutta l’opera, Donna circondata da figuranti che vivono
fondere in un’unica donna tutta questa forza d’espressione?       drammaticamente nella sua ombra e secondo la sua volontà.
Erano entrambe le cose. Il tema della sacerdotessa spergiura
era un soggetto non affatto nuovo se si guarda alla “Medea”       Maurizio Meandro
di Spontini o alla “Sacerdotessa d’Irminsul” (entrambe su
libretto dello stesso Romani). La nostra protagonista però
presenta una più forte scintilla di umanità che la allontana
dalla terrificante strega e madre Medea. Del mito della
principessa della Colchide Bellini accettò la catastrofe della
delusione e del tradimento amoroso, lasciando lo stesso
spettatore interdetto alla fine del I Atto con due pezzi
chiusi di una estrema bellezza ed antitesi, sia melodica
che sentimentale (il duetto “Sola, furtiva al Tempio” ed
il terzetto “Ah! Di qual sei tu vittima”). A questo punto

                                                                                               OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021       27
OPERALIFE INCONTRA
                 Alessandro Bugno
INTERVISTA ESCLUSIVA

                                    Jakub
                                    Józef
                                    Orliński
28 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
C        ari amici, come sapete OperaLife sostiene anche i giovani artisti e non potevamo certamente lasciarci sfuggire
un giovane cantante già di fama internazionale: siamo davvero entusiasti di incontrare oggi il controtenore Jakub Józef
Orliński. Classe 1990, nato a Varsavia, nel giro di pochi anni il giovane cantante polacco si è conquistato un posto di
rilievo tra i migliori controtenori dello star system internazionale. Il suo successo è cresciuto con le principali vittorie
di concorsi su entrambe le sponde dell’Atlantico, tra cui il Metropolitan Opera National Council nel 2016 e il Marcella
Sembrich International Vocal Competition nel 2015. Nell’estate del 2017, è stato catapultato alla ribalta internazionale
quando la sua toccante esibizione dal vivo di “Vedrò con mio diletto” di Vivaldi sul canale France Musique ha raccolto
rapidamente più di due milioni di visualizzazioni.

 Ph. Honorata Karapuda

                                                                    Febbraio 2021 OPERALIFEMAGAZINE | INTERVISTA ESCLUSIVA 29
1. Benvenuto tra noi Jakub! Come prima domanda siamo sempre
                                                              curiosi di partire dalle origini: raccontaci, come ti sei avvicinato e
                                                              appassionato alla musica?

                                                              Il mio viaggio nel mondo della musica è cominciato quando avevo 8
                                                              anni ed ho iniziato a frequentare un coro amatoriale “Gregorianum”. Di
                                                              solito cantavamo alcuni pezzi rinascimentali, ma anche composizioni
                                                              moderne. Penso di aver preso il mio amore e la mia passione per la
                                                              musica da lì. Ovviamente da bambino facevo anche altre cose, come
                                                              skateboard, giocare a tennis e facevo un po’ di acrobazia, ma la musica
                                                              era sempre presente ed è stata lei che ha avuto maggiore influenza su
                                                              di me.

                                                              2. Sappiamo che sei anche un ballerino di break dance. Se da un
                                                              lato il canto ha definito le tue qualità artistiche di controtenore,
                                                              possiamo dire che invece quest’altra passione ha plasmato le tue
                                                              qualità di performer pienamente consapevole del proprio corpo?

                                                              La break dance mi ha sicuramente aiutato ad arrivare dove sono ora.
                                                              Non è stato facile, perché se vuoi continuare a fare qualcosa di estremo
Ph. Honorata Karapuda
                                                              come la break, devi analizzare tutto. Mi ci sono voluti molti anni e ci sto
                                                              ancora lavorando, ma è possibile trovare cose che aiutano con il canto.
                                                              Sono consapevole del mio corpo, questo mi dà una grande opportunità
                                                              sul palco per fare le cose con consapevolezza e più libertà. La trovo
                                                              molto utile e di aiuto nei momenti di alta pressione.

                                                              3. Secondo te la break dance è in contrasto con musica che esegui?
                                                              La musica è anche fisicità e libertà di espressione?

                                                              Se ci pensi, sicuramente è strano mescolare il mondo dell’opera e
                                                              della break dance, ma d’altra parte è tutto connesso alla musica. Puoi
                                                              imparare molto da una forma d’arte e metterlo nell’altra. Uso sempre
                                                              quello strumento e mi dà più idee, un aspetto fresco e soddisfazioni nel

  30 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
mio lavoro. Anche se molte persone potrebbero non rendersene conto, a         separati per la traduzione, la pronuncia, gli abbellimenti, i respiri e gli
cantare non è solo la testa del cantante. Per farlo, devi coinvolgere tutto   effetti che voglio creare nella musica. Di solito inizio con il segnare la
il tuo corpo, è molto fisico. Ecco perché a volte i cantanti si definiscono   mia parte e la traduco, in modo da sapere cosa sta succedendo nel
atleti e io sono d’accordo con questa definizione. Per mantenere una          pezzo. Poi leggo un po’ a proposito del background della storia. Dopo di
buona voce e l’energia per un grande spettacolo, che a volte dura anche       che leggo la musica da solo nel mio studio e scrivo i miei abbellimenti
3-4 ore, devi avere forza fisica.                                             se è un pezzo barocco. Pratico a lungo ogni singolo recitativo e ogni
                                                                              singola aria ed a un certo punto, quando mi sento pronto, chiedo al
Di solito non uso le mosse della break nelle opere, a meno che non siano      mio migliore amico e grande pianista (con cui collaboro molto) Michał
ben argomentate e si adattino al personaggio che interpreto, ma grazie        Biel, di ripassare tutta la parte con me. Ci esercitiamo insieme e lui
alla break sono in buona forma, per fare cose fisiche e impegnative sul       mi dà alcune note, e poi sono super pronto per le prove sul palco. Mi
palco. Non mi piace fare esibizioni solo perché posso e qualcuno vuole        piace conoscere il ruolo a memoria sin dalle prime prove perché poi
che le mostri. Sicuramente uso la mia flessibilità e l’autoconsapevolezza     ho la libertà di fare quello che voglio e quello che il regista mi chiede
del mio corpo, in alcune delle produzioni operistiche che ho fatto c’era      di provare. Non devo più stressarmi per la musica perché la conosco
molta fisicità, ma non break dance.                                           già. Ho sempre la mia opinione sul personaggio che interpreto, ma
                                                                              spesso è nei primi giorni delle prove quando parliamo con il direttore di
4. Un amore per due grandissimi compositori: Vivaldi e Händel. Quale          scena e l’intero team creativo del concept del pezzo e di ogni singolo
legame hai instaurato con la loro musica e cosa rappresenta per te            personaggio. Poi stabilisco il mio ruolo e di solito inizio con lo stabilire
la musica barocca?                                                            come si muove il mio personaggio. È molto importante per me perché
                                                                              allora posso davvero capire cosa proverebbe quel personaggio e come
Oh sì, adoro quei due. Amo la loro musica. Ho cantato parecchio Händel        canterebbe. È tutto piuttosto complicato e richiede tempo, ma è anche
e Vivaldi e ancora non riesco a dire quale mi piace di più, ma spero che      super divertente e gratificante.
scoprirò sempre di più sulla loro musica e sul loro stile.
                                                                              7. Così giovane e già sono due i CD incisi per l’etichetta Erato con
La musica barocca per me rappresenta emozioni profonde e libertà. C’è         l’Orchestra “Il Pomo d’Oro” diretta da Maxim Emelyanychev: “Anima
così tanto scritto dai compositori, ma c’è anche così tanto che puoi          Sacra” e, l’ultimo, “Facce d’Amore” dove esegui arie sul tema
fare da solo. Scrivi i tuoi abbellimenti, crei la tua interpretazione e fai   dell’amore maschile nella musica barocca. Com’è nato questo
scelte che saranno uniche per la tua performance. È questo che adoro          progetto e quale messaggio vuoi comunicare tramite questa musica?
della musica barocca. Le composizioni di quel periodo hanno così tanto
contrasto e ti richiedono di poter cantare ogni tipo di aria, devi essere     Sono molto fortunato che la mia etichetta discografica si sia fidata di
un cantante molto versatile.                                                  me e abbia accettato i miei folli progetti. Ho registrato “Anima Sacra” e
                                                                              “Facce d’amore” con il grande aiuto di Yannis Francois, il mio cacciatore
5. Un atteso evento, rinviato al 2021 a causa della pandemia, è il            di tesori. È un grande cantante ma anche un editore musicale. Abbiamo
tuo recital alla grandiosa Galleria degli Specchi di Versailles. Puoi         lavorato per più di un anno per rendere viva “Anima Sacra”. Questa è
anticiparci su quale musica verterà il programma e quali emozioni             stata la mia prima dichiarazione artistica. Cantavo in un coro amatoriale
provi al solo pensiero di esibirti in un luogo così affascinante e            e per lo più cantavamo musica sacra, quindi mi sentivo molto connesso
carico di storia?                                                             a quella parte della musica. Ecco perché ho deciso di creare un album
                                                                              che sarà un viaggio dell’anima. Non si tratta di religione ma di spirito di
Mi è dispiaciuto che quasi tutti i miei concerti siano stati rinviati o       viaggio. Questo è ciò che volevo catturare. Per fare un po’ da contrasto
cancellati, ma sfortunatamente è così adesso. Sono molto felice che           a questo, ho fatto un altro progetto con Yannis e abbiamo trovato
il mio concerto a Versailles avrà comunque luogo, prima o poi. Mi             dei pezzi per l’album “Facce d’amore”, che è pieno di arie d’amore,
piace esibirmi lì. Sono un po’ ossessionato dai luoghi storici. Ricordo       ma di sfumature diverse. Volevo realizzare un dipinto musicale di un
che stavo impazzendo quando ho cantato per la prima volta all’opera           amante del barocco che può mostrare l’amore in tanti modi diversi.
o nella Cappella Reale di Versailles. Vedere così tanta arte e quasi          Volevo anche mostrare alcuni compositori completamente sconosciuti
toccare la storia è stato qualcosa di assolutamente incredibile. Ecco         insieme ad altri molto noti. Ho nascosto molte curiosità in entrambi i
perché sono così entusiasta di presentare il programma del mio album          miei album che rivelo nel libretto dell’album, quindi se sei curioso ti
“Facce d’amore” nella Galleria degli Specchi. Abbiamo già eseguito quei       invito a prendere l’album, ascoltarlo e leggere cosa c’è dentro il libretto.
pezzi con Il Pomo d’Oro molte volte, ma cantarlo in quel posto sarà
sicuramente qualcosa di speciale. Non vedo l’ora che accada e spero           8. A tal proposito guardando le foto di copertina e gli inserti
che venga trasmesso in streaming così che tutti potranno unirsi a noi.        dell’ultimo cd, ti ritraggono come una statua che ricorda quella del
                                                                              David di Michelangelo o di una divinità greca. Secondo te quanto
6. Come studi e come ti prepari musicalmente e scenicamente                   la fisicità e la bellezza estetica giocano un ruolo di rilevanza nelle
quando devi affrontare un nuovo ruolo?                                        performances musicali sul palcoscenico?

Adoro prepararmi, esercitarmi, ma prima di tutto contrassegno i miei          È una domanda difficile. L’apparenza sembra essere sempre stata una
spartiti con molti colori, cosa che richiede molto tempo. Ho colori           parte importante per gli artisti. È difficile dire quanto sia importante,

                                                                                   Febbraio 2021 OPERALIFEMAGAZINE | INTERVISTA ESCLUSIVA                    31
perché non sono io ad assumere gli artisti. Sarebbe meglio chiedere a         cose buone e trovare rapidamente soluzioni piuttosto che sprofondare
     quelli che decidono chi canterà cosa. Da parte mia devo dire che avevo        nei miei fallimenti e nei problemi che si verificano lungo la strada.
     paura che le persone mi vedessero come un prodotto a causa del mio            Preferisco restare il più possibile nel lato positivo.
     aspetto ed è per questo che metto così tanta importanza nel livello
     delle prestazioni che offro al pubblico. Metto sempre il duro lavoro          13. Siamo stati afflitti dalla chiusura dei teatri e degli spazi dove
     e la pratica al primo posto, poi le altre cose. C’è un videoclip che ho       opere e concerti prendono forma a causa della grave emergenza
     realizzato in cui gioco un po’ sul fatto che fin dall’inizio dei miei studi   sanitaria COVID-19. Cosa ne pensi del futuro del teatro e degli impegni
     le persone mi dicevano che somigliavo ad una statua di Michelangelo,          artistici?
     quindi ho deciso di usarlo in uno dei miei progetti video.
                                                                                   È un momento molto difficile per gli artisti e le istituzioni culturali.
     9. Possiamo dire senza dubbi che sei dotato di una voce perfettamente         Spero che sopravvivremo a questo e voglio credere che torneremo
     omogenea emessa con naturalezza, con alti cristallini, centri                 ancora più forti, ma ad essere onesti non ho idea di come sarà. Stiamo
     marmorei e un registro basso molto ricco. Come tieni allenata ed in           cercando di adattarci alla situazione, essere flessibili, utilizzare nuovi
     forma la tua voce? Hai qualche segreto?                                       strumenti, possibilità e fare tutto quello che possiamo come artisti per
                                                                                   condividere la cultura. Facciamo concerti, eventi e video in streaming.
     Oh, ho molti segreti, ma quello che posso condividere di sicuro è che         Apprezzo molto quello che tutti gli artisti stanno facendo per mantenere
     faccio pratica ed analizzo molto la mia voce e me stesso. La voce è uno       in vita le arti, ma sfortunatamente non c’è nulla che possa sostituire
     di quegli strumenti che possono cambiare di giorno in giorno, quindi          una performance dal vivo a teatro o una mostra al museo. Il flusso di
     devi continuare a imparare, studiare, esercitarti e osservare. Sono           energia dal vivo tra gli artisti, il brano e il pubblico. L’esperienza comune
     ancora molto giovane e ho ancora molto da imparare, ma ho i miei modi         della stessa cosa. Le emozioni coinvolte. Le persone hanno bisogno di
     per mantenere la mia voce fresca, agile, flessibile e pronta per qualsiasi    quel tipo di esposizione dal vivo all’arte e lo vogliono, quindi spero che
     cosa io accetti di cantare.                                                   una volta liberate tutte queste restrizioni il pubblico torni nei teatri e
                                                                                   nelle sale da concerto. Fino ad allora dobbiamo fare tutto il possibile per
     10. Impegno, studio e sacrificio: quale consiglio daresti a quei giovani      mantenere in vita le istituzioni.
     che hanno intrapreso la strada del canto?
                                                                                   14. Ti chiediamo allora di aiutarci a terminare questa frase. “L’Arte e
     Non è un percorso facile, ma è bellissimo se lo vuoi seguire davvero.         l’Opera non possono morire perché…”?
     Credo che ci sia un posto per tutti in questo settore fintanto che lavori
     duro e sai più o meno quello che vuoi. Ma una cosa che ho imparato            Perché c’è così tanto che entra in sintonia con noi quando sperimentiamo
     dall’inizio è che ci sono molte cose che devi fare da solo, perché            l’arte. Ti fa sentire, ti fa pensare, insegna e parla di cose che a volte
     nessuno farà il lavoro per te.                                                sono troppo difficili da descrivere con parole semplici. Non credo che la
                                                                                   gente permetterà che l’arte e l’opera muoiano.
     11. Usciamo un po’ dall’ambito musicale: chi è e cosa fa Jakub nel
     tempo libero? Hobby ed altre passioni?                                        15. Compatibilmente a questo periodo particolare, quali saranno i
                                                                                   tuoi prossimi impegni?
     Oltre alla musica, al canto e al ballo, non mi resta molto tempo, ma amo
     lo snowboard, mi piace incontrare persone e conoscere le loro storie,         I tempi sono così strani che è impossibile dire cosa accadrà al 100%.
     quindi parlo molto con gli amici. Cerco di imparare a disegnare ma non è      Ho due tour di concerti a marzo. Uno con Il Pomo d’Oro e uno con Les
     proprio la mia forza quindi i miei lavori sono imbarazzanti. [Ride].          Arts Florissants. Poi un’altra tournée con The English Concert ad aprile
                                                                                   e un’altra con Il Pomo d’Oro. Poi ci sono un bel po’ di concerti prenotati,
     12. Sei una persona con una grande energia, un’energia molto vitale           ma ricevo costantemente e-mail su alcuni di essi che vengono rinviati o
     e positiva. Da dove arriva? Sei innamorato della vita?                        cancellati, il che è molto triste, ma spero ancora che la maggior parte di
                                                                                   questi impegni avrà luogo. Per vedere il mio programma completo puoi
     Bella questa domanda. Provare a sfruttare ogni momento che mi viene           controllare il mio account Instagram, la mia pagina Facebook o il mio
     concesso. È un momento davvero unico, quindi voglio tirarne fuori tutto       sito web. Pubblico tutto regolarmente.
     il possibile. Sono una persona molto dinamica, sono sempre attivo e
     mi piace fare le cose. Sono abbastanza fortunato da non aver bisogno          Ringraziamo moltissimo Jakub Józef Orliński per la sua disponibilità,
     di dormire molto, di solito dormo circa 6 ore e mi basta. Mi piacciono        semplicità e gentilezza. Lo salutiamo augurandogli in bocca al lupo
     diversi tipi di attività e davvero non ricordo quando mi sono annoiato        per i suoi prossimi appuntamenti e per la sua già sfavillante carriera!
     l’ultima volta, probabilmente mai perché ho un talento nel tenermi            A presto Jakub!
     occupato.
                                                                                   Alessandro Bugno
     Per la cronaca, non è che sono sempre positivo e pieno di energia. Ci
     sono momenti in cui sono giù e non ho voglia di fare nulla. Non è sempre
     facile vivere nel mondo dell’opera, ma preferisco concentrarmi sulle

32 INTERVISTA ESCLUSIVA | OPERALIFEMAGAZINE Febbraio 2021
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