Fattori che promuovono il processo di crescita post-traumatica: una meta-analisi
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Ricerche Fattori che promuovono il processo di crescita post-traumatica: una meta-analisi Gabriele Prati Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Università di Bologna Riassunto La crescita post-traumatica indica la tendenza a riferire cambiamenti positivi a livello personale e so- ciale dopo aver vissuto un trauma. Recenti rassegne sull’argomento hanno ipotizzato che risorse per- sonali e sociali e specifiche strategie di coping possano favorire la crescita post-traumatica anche se le evidenze in letteratura sono contrastanti. La presente meta-analisi ha indagato il ruolo dell’ottimismo e della spiritualità (risorse personali), del sostegno sociale (risorse ambientali), del coping attivo, di riformulazione positiva, di ricerca di sostegno, di ricorso alla religione e di accettazione. Tutte queste risorse risultano essere associate alla crescita post-traumatica. Le strategie di coping attivo (volto al- l’interpretazione positiva, e soprattutto religioso) presentano una dimensione dell’effetto relativamente elevata. Sostegno sociale, ottimismo, spiritualità e coping orientato alla ricerca di sostegno presen- tano effetti di media grandezza. Infine, il coping orientato all’accettazione ha un effetto medio-basso. L’analisi dei moderatori ha rilevato che non vi sono differenze sostanziali fra gli studi longitudinali e correlazionali, fra le diverse misure di crescita impiegate, in base ai mesi passati dell’evento, all’età e al genere dei partecipanti. Sono discusse le implicazioni per interventi volti a promuovere la crescita post-traumatica, possibile indicatore di salute mentale per persone che hanno vissuto un trauma. Parole chiave: crescita post-traumatica, trauma, meta-analisi, coping, risorse. Summary Potential predictors of post-traumatic growth: a meta-analytic study Post-traumatic growth refers to the tendency to relate positive personal and social changes after experiencing trauma. Recent reviews have suggested that personal, social resources and specific coping approaches can promote post-traumatic growth although supporting evidence in the literature is inconsistent. This meta-analytic study has examined the role played by optimism and spirituality (personal resources), social support (environmental resources), pro-active coping, positive reappraisal coping, and seeking social support, religious and acceptance coping. All these resources were found Edizioni Erickson - Trento Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale - Vol. 13 - n. 1 • 2007 (pp. 13-36) 13
Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale - Vol. 13 - n. 1 • 2007 to be associated with post-traumatic growth. The pro-active coping approaches, focusing on positive interpretation and above all religious coping, reflect a relatively high size effect. Social support, opti- mism, spirituality and support coping were moderately related to positive changes. Finally, acceptance coping has a medium-low size effect. The moderators analysis has shown that there are no significant differences between longitudinal and correlational studies, among the different growth measurements adopted, based on the number of months that have elapsed since the event, based on the age and gender of the participants. The implications for interventions designed to promote post-traumatic growth, a potential mental health indicator for persons who have experienced trauma, are discussed. Keywords: post-traumatic growth, trauma, meta-analysis, coping, resources. INTRODUZIONE Nel pensiero filosofico e religioso gli avvenimenti fortemente negativi sono stati spesso intesi come forieri di un rinnovamento e un rinvigorimento della persona. In psicologia, dopo decenni di studi sulle conseguenze psicopatologiche di eventi traumatici, negli ultimi 20 anni si sono cominciati a studiare in maniera sistematica i cambiamenti positivi, di tipo personale e sociale, innescati da tali esperienze (Calhoun e Tedeschi, 2006; Pietrantoni e Prati, 2006). Nel presente articolo chiameremo crescita post-traumatica la percezione di cambia- menti positivi come conseguenza dell’aver esperito un evento dalla connotazione trauma- tica. I primi studi che sono andati a indagare tale costrutto si sono basati su metodologie soprattutto sul versante qualitativo come le interviste a persone che avevano affrontato eventi traumatici. Dalle informazioni ottenute con queste metodologie si è proceduto poi a formulare gli strumenti self-report più utilizzati in letteratura come il Post-Traumatic Growth Inventory (Tedeschi e Calhoun, 1996) o la Benefit Finding Scale (Antoni et al., 2001; Mohr et al., 1999; Tomich e Helgeson, 2004) che vanno a rilevare i cambiamenti positivi in diverse aree, fra cui, un’accresciuta spiritualità e autoconsapevolezza, relazioni interpersonali più profonde, un più elevato senso di forza interiore, una nuova filosofia di vita e un maggiore apprezzamento nei confronti della propria esistenza. In ambito italiano uno studio ha rilevato che, in maniera simile a quello che risulta dalle ricerche in ambito internazionale, le persone esposte a traumi sono disposte ad ammettere in maniera paradossale che qualcosa è cambiato in positivo a seguito dell’evento negativo (Prati e Pietrantoni, 2006). Tuttavia gli studi sulla crescita post-traumatica non sono esenti da critiche in quanto si sospetta che la percezione di cambiamenti positivi possa essere il frutto di meccanismi difensivi o di illusioni piuttosto che di un’analisi genuina e autentica del proprio stato personale (Maercker e Zoellner, 2004; Park, 2004). Rileviamo, però, che le ricerche esistenti confermano la validità del costrutto di crescita e la sua misurabilità tramite strumenti self-report (Weinrib, Rothrock, Johnsen e Lutgendorf, 2006). Un aspetto interessante di quest’area di ricerca concerne la ricerca di quei fattori pro- tettivi che fanno sì che una persona possa crescere dal punto di vista psicologico e sociale 14
G. Prati - Fattori che promuovono il processo di crescita post-traumatica: una meta-analisi partendo da un’esperienza fortemente stressante. In letteratura vi sono diversi modelli teorici fra cui il modello del coping trasformazionale di Aldwin (1994), il modello della crescita post-traumatica nella sua versione rivista di Tedeschi e Calhoun (2004) e il modello delle crisi di vita di Schaefer e Moos (1998). Nella presente meta-analisi si è considerato il modello teorico di Schaefer e Moos (1998) poiché è quello che, a nostro avviso, presta maggiore attenzione alle risorse ambientali come il sostegno sociale. Inoltre, questo mo- dello dello stress e coping è preferito rispetto ad altri come quello di Lazarus e Folkman (1984) poiché tiene esplicitamente in considerazione esiti di crescita come conseguenza dell’aver affrontato un evento negativo. Nel loro modello, Schaefer e Moos (1998) ipotizzano che determinate risorse personali e ambientali associate a una particolare valutazione dell’evento possano facilitare una crescita dopo un’avversità. Inoltre, il sistema ambientale e personale influenza le crisi e le transizioni della vita, le quali a loro volta influenzano la possibilità di esiti positivi sia direttamente, sia con la mediazione della valutazione cognitiva e delle risposte di coping. Il sistema personale comprende le caratteristiche demografiche e le risorse personali come autoefficacia, resilienza disposizionale, ottimismo, fiducia in sé, motivazione, stato di salute ed esperienze precedenti. Il sistema ambientale comprende le relazioni della persona, il supporto sociale dalla famiglia, amici e colleghi, aspetti finanziari, l’abitazione e la situa- zione della comunità. I fattori relativi all’evento corrispondono alla gravità, alla durata, al momento di comparsa, alla portata (individuale o gruppale). I ricercatori hanno diviso le risposte di coping in due categorie: attivo (approach) e di evitamento (avoidance). Il coping attivo riguarda i tentativi di analizzare il problema in maniera logica, la rielaborazione positiva, la ricerca di supporto e l’intraprendere attività allo scopo di risolvere il problema. Il coping di evitamento riguarda i tentativi di minimizzare il problema, di concludere che niente può essere fatto, di ricercare ricompense alternative, di sfogare le emozioni. Recenti rassegne sull’argomento hanno sottolineato il ruolo protettivo del sostegno sociale, di caratteristiche personali come ottimismo, estroversione e di strategie di coping di tipo religioso, attivo e centrato sul problema, pur rilevando la contraddittorietà dei risultati in alcuni studi (Linley e Joseph, 2004; Zoellner, e Maercker, 2006). La recente meta-analisi di Helgeson, Reynolds e Tomich (2006) ha evidenziato che la crescita post-traumatica è più probabile in condizioni come genere femminile, minore età e maggiore gravità dell’even- to. Ulteriori analisi hanno evidenziato che variabili come ottimismo, religiosità, coping orientato all’accettazione, alla negazione e alla riformulazione positiva dell’evento sono associate a una maggiore crescita. Tuttavia, queste ultime analisi si basano su un campione di studi relativamente basso, tale da non garantire l’affidabilità dei risultati. L’ipotesi alla base di questo studio è di verificare se e quanto sono protettivi, nei con- fronti della crescita post-traumatica, fattori a livello personale, sociale e di strategie di coping. A questo scopo si analizzeranno fra le variabili relative alla personalità la religiosità e l’ottimismo, fra le variabili ambientali il sostengo sociale e fra le modalità di fronteg- giamento dell’evento il coping attivo, spirituale, orientato alla ricerca di sostegno sociale, all’accettazione e alla riformulazione positiva. La scelta di queste variabili è avvenuta per due ragioni: in primo luogo perché compaiono in un numero sufficiente di studi da garantire 15
Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale - Vol. 13 - n. 1 • 2007 l’affidabilità dei risultati e in secondo luogo perché si ritiene che abbiano effetti benefi- ci poiché favoriscono una migliore valutazione dell’evento, influenzano comportamenti salutari, rinforzano altre risorse della persona e facilitano il processo di attribuzione di significato all’evento negativo. Inoltre, si indagherà se eventuali fattori relativi al disegno di ricerca, al genere ed età dei partecipanti, al tipo di misura di crescita post-traumatica utilizzata, al tempo passato dall’evento e al tipo di evento possono moderare la dimensione dell’effetto delle variabili oggetto di studio. METODO Raccolta degli studi La raccolta degli studi pertinenti è avvenuta esaminando cinque database: MEDLINE, PsycINFO, PILOTS, ISI ed ERIC, indicando come arco temporale gennaio 1990 e set- tembre 2006. Le parole chiave immesse nei database sono le seguenti: «posttraumatic growth», «post-traumatic growth», «benefit finding», «perceived benefit», «perception of benefits», «stress-related growth», «positive life change», «adversarial growth e thriving». Allo scopo di ottenere materiale non pubblicato che, secondo Lipsey e Wilson (2001), può essere di valore come quello pubblicato e la cui esclusione può portare a conclusioni viziate da bias, si è proceduto a fare ricerche su internet, a contattare sia autori di tesi che gli esperti internazionali in quest’area di ricerca. Criteri per l’inclusione degli studi Sono stati considerati gli studi che hanno utilizzato: (a) una misura di crescita in se- guito all’esposizione a eventi particolarmente stressanti; (b) una stima della relazione fra questa misura e le seguenti variabili: religiosità, ottimismo, sostegno sociale, coping attivo, spirituale, orientato alla ricerca di sostegno sociale, all’accettazione e alla riformulazione positiva. La scelta di queste variabili è dovuta al fatto che compaiono in un numero di studi (almeno 20) sufficiente da garantire l’affidabilità dei risultati (Field, 2003a). Dato che la logica della meta-analisi assume l’indipendenza fra gli studi, in caso di ricerche differenti che hanno utilizzato lo stesso campione si è considerato lo studio che contempla il maggiore arco di tempo longitudinale o, in alternativa, il maggiore numero di persone incluse nel campione. Ad esempio, lo studio famoso di Luszczynska, Mohamed e Schwarzer (2005) non è stato incluso nell’analisi poiché si basa sostanzialmente sullo stes- so campione dello studio di Mohamed (2004), ma si è considerato lo studio di Mohamed e Böhmer (2004) poiché, nonostante si basi anch’esso sullo stesso campione, presenta analisi con variabili diverse rispetto allo studio di Mohamed (2004). Dalla ricerca sono stati identificati 211 studi, di cui 157 soddisfano i criteri per l’inclu- sione. Fra questi studi 84 misurano i fattori sopra menzionati e quindi sono stati inclusi nell’analisi e sono indicati in bibliografia con il segno dell’asterisco. 16
G. Prati - Fattori che promuovono il processo di crescita post-traumatica: una meta-analisi Codifica delle variabili di ogni studio Di ogni studio preso in considerazione per la meta-analisi sono state codificate le seguenti variabili: (a) anno di pubblicazione; (b) tipo di pubblicazione (articolo, capitolo, pubblicazione orale, poster, tesi); (c) disegno di ricerca (longitudinale versus correlazio- nale); (d) età media dei partecipanti e genere; (e) tipo di evento negativo subito; (f) tempo passato fra l’evento e la misurazione del cambiamento positivo; (g) tipo di strumento di misurazione della crescita. Fra le misure di coping attivo sono state incluse anche le strategie orientate al problema, di ricerca di sostegno sociale, di pianificazione, di interpretazione positiva, in accordo con la concezione teorica di Schaefer e Moos (1998). Calcolo dell’effetto medio e valutazione dell’omogeneità Le procedure di calcolo applicate in questa meta-analisi possono essere riassunte come segue. – Uso del coefficiente r come dimensione dell’effetto e relativa conversione di tutti gli indici di effetto tramite le formule descritte in Lipsey e Wilson (2001); in caso di più misure facenti parte dello stesso costrutto sono state utilizzate le formule di conversione descritte in DeCoster (2004); infine, in caso di analisi della regressione, si è provveduto prima a contattare gli autori allo scopo di ottenere l’originale matrice di correlazione e, in caso di mancata risposta, si sono convertiti i coefficienti beta in base alla formula fornita da Peterson e Brown (2005). – Analisi visive della distribuzione delle dimensioni dell’effetto con lo «stem-and-leaf display». – Analisi degli outlier, esaminando studi con valori estremi (che si scostano 3 deviazioni standard dalla media della distribuzione). – Calcolo della variabilità della serie di effetti cumulati, tramite la statistica Q, e calcolo dell’effetto medio tramite la procedura condizionale all’approccio a effetti casuali (conditional random-effects approach) (Hedges e Vevea, 1998); in base a questa pro- cedura, raccomandata nel caso in cui il numero di studi sia basso (Van den Noortgate e Onghena, 2003), l’utilizzo di un modello a effetti fissi o casuali dipende dal risultato dell’analisi della variabilità: se gli studi sono tra loro omogenei si utilizza il modello a effetti fissi, mentre se vi è una variabilità significativa si utilizza un modello a effetti casuali. In quest’ultimo caso si è deciso di utilizzare il metodo di Hedges e Vevea (1998) poiché, in accordo con Field (2003b), questa procedura ha un controllo migliore sugli errori di primo tipo rispetto al metodo di Hunter-Schmidt (2000) in caso di bassa numerosità degli studi (k = 20-40); per interpretare la grandezza della dimensione dell’effetto medio sono state adottate le linee guida di Cohen (citate in Lipsey e Wilson, 2001): un effetto «piccolo» equivale a r ≤ 0,10; un effetto «medio» equivale a r = 0,25; e un effetto «grande» equivale a r ≥ 0,40. 17
Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale - Vol. 13 - n. 1 • 2007 In questa meta-analisi non è stata condotta una correzione degli artefatti (Hunter e Schmidt, 1990) poiché le stime di attendibilità delle variabili antecedenti considerate in questo studio (coping, sostegno sociale, ecc.), generalmente, non sono elevate e sempre disponili negli studi originali. In accordo con Schwarzer (1989), la procedura di calcolo basata su stime di attendibilità degli strumenti basse comporta coefficienti elevati, creando così una situazione illusoria. Inoltre Di Nuovo (1995, p.78) ha espresso simili perplessità nei confronti di queste procedure: «La fiducia in una dimensione “reale” dell’effetto, tan- to diversa da quella di “superficie” e determinata su basi matematiche, può in casi come questi diventare eccessiva… risultati ottenuti con correzioni tanto radicali diventano poco confrontabili con quelli di studi di base non corretti». Analisi del numero di studi non significativi L’analisi del numero di studi non significativi o cosiddetti fail-safe N (Orwin, 1983) è stata effettuata considerando un effetto «piccolo» (r = 0,10). Ricerca dei fattori moderatori Nell’analisi dei moderatori sono state prese in considerazione le seguenti variabili: età media dei partecipanti, percentuale di donne nel campione, tempo passato dall’even- to, disegno di ricerca (longitudinale versus correlazionale), strumento utilizzato per misurare la crescita. Inoltre, si sono suddivisi gli studi sulla base del tipo di evento in accordo con la classificazione delle vittime stabilita da Taylor (1999): traumi vissuti in prima persona, traumi vissuti in modo vicario poiché hanno coinvolto una persona vicina (genitore, figlio, partner, ecc.), traumi vissuti in maniera ancora più indiretta come quelli collettivi (disastri, attentati, ecc.) che sconvolgono la comunità di appar- tenenza. Un’ulteriore categoria fa riferimento a quelle ricerche in cui non si è studiata una popolazione particolare colpita da un evento negativo ma in cui è stato chiesto a un campione della popolazione generale (ad esempio studenti) di pensare all’evento più stressante vissuto recentemente. In queste analisi dei moderatori si è utilizzata la regressione lineare multipla e l’Anova utilizzando il modello statistico degli «effetti misti» (mixed effects) descritto in Lipsey e Wilson (2001). Pacchetti statistici utilizzati nella presente meta-analisi Nel presente studio non si è fatto uso di un software specifico per la meta-analisi. Tutti i calcoli sono stati effettuati utilizzando il software Excel 2003 della Microsoft (http:// www.microsoft.it) e il software SPSS v. 13 (http://www.spss.it/). Inoltre si è fatto uso delle applicazioni macro per SPSS e per Excel di David B. Wilson (http://mason.gmu. edu/~dwilsonb/ma.html), di Jamie DeCoster e Anne-Marie Leistico (http://www.stat-help. com) e di Marta Garcia Granero (http://www.spsstools.net/). 18
G. Prati - Fattori che promuovono il processo di crescita post-traumatica: una meta-analisi RISULTATI In tabella 1 viene mostrata l’analisi visiva della distribuzione delle dimensioni dell’ef- fetto tramite stem-and-leaf display. L’analisi degli outlier non ha rivelato la presenza di studi con valori estremi. In tabella 2 vengono illustrate le statistiche descrittive, l’effetto medio, la valutazione dell’omogeneità e del numero di studi non significativi. La variabilità della dimensione dell’effetto risulta essere significativa per tutti i fattori considerati. Pertanto, gli effetti medi sono stati calcolati con il modello a effetti casuali. Tutte le dimensioni dell’effetto dei fattori di protezione considerati risultano essere significative. Il coping religioso, quel- lo orientato alla riformulazione positiva e, con una minore «grandezza», il coping attivo sono associati in maniera importante con le misure di crescita post-traumatica in quanto si avvicinano a un effetto «grande». Le dimensioni dell’effetto del sostegno sociale, dell’ot- timismo, della spiritualità e del coping orientato alla ricerca di sostegno risultano essere di media grandezza. Infine, la dimensione dell’effetto del coping orientato all’accettazione è sì significativo, ma a una «grandezza» medio-bassa. L’analisi della stabilità degli effetti cumulati rivela che gli effetti medi di tutti i fattori, se si esclude il coping orientato all’accettazione, dimostrano una sufficiente tenuta al problema degli studi non pubblicati perché non significativi (fail-safe N). In tabella 3 viene riportata l’analisi dei moderatori: età media, genere (percentuale di donne nel campione), disegno di ricerca (correlazionale vs. longitudinale), tipo di misura- zione della crescita post-traumatica e tempo passato dall’evento. L’analisi dei moderatori per il sostegno sociale (R2 = 0,10; QMODELLO = 3,32, df = 5, p = 0,65; QRESIDUO = 29,27, df = 25, p = 0,25), l’ottimismo (R2 = 0,21; QMODELLO = 6,20, df = 5, p = 0,29; QRESIDUO = 23,17, df = 16, p = 0,11), la spiritualità (R2 = 0,17; QMODELLO = 3,72, df = 5, p = 0,59; QRESIDUO = 18,40, df = 12, p = 0,10), il coping attivo (R2 = 0,11; QMODELLO = 4,16 df = 5, p = 0,53; QRESIDUO = 33,60, df = 31, p = 0,34), il coping orientato alla ricerca di sostegno sociale (R2 = 0,33; QMODELLO = 8,89, df = 5, p = 0,11; QRESIDUO = 17,82, df = 19, p = 0,53) e il co- ping di accettazione dell’evento (R2 = 0,17; QMODELLO = 3,74, df = 5, p = 0,59; QRESIDUO = 18,60, df = 15, p = 0,23) non è in grado di spiegare una parte significativa della variabilità e non rileva variabili moderatrici significative. Al contrario, l’analisi dei moderatori per le variabili coping religioso (R2 = 0,34; QMODELLO = 15,70, df = 5, p = 0,01; QRESIDUO = 30,74, df = 20, p = 0,06) e coping orientato alla riformulazione positiva dell’evento (R2 = 0,37; QMODELLO = 13,20, df = 5, p = 0,02; QRESIDUO = 22,92, df = 17, p = 0,15) è in grado di spiegare in maniera significativa la variabilità dell’effetto medio e indica che la variabilità residua fra le dimensioni dell’effetto è piuttosto omogenea. La relazione fra coping religioso e crescita post-traumatica è più forte per le donne rispetto agli uomini e per le persone più anziane. Il coping orientato alla riformulazione positiva dell’evento è maggiormente associato ai punteggi di crescita nelle ricerche cor- relazionali rispetto a quelle longitudinali. Le variabili tipo di strumento utilizzato nella misurazione della crescita post-traumatica e tempo passato dall’evento non agiscono da moderatori in nessuna delle analisi considerate. 19
Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale - Vol. 13 - n. 1 • 2007 Tabella 1 – Analisi visiva della distribuzione delle dimensioni dell’effetto tramite stem- and-leaf display Sostegno sociale Ottimismo Spiritualità ƒ Stem Leaf ƒ Stem Leaf ƒ Stem Leaf 4 0 0589 2 -1 58 1 Estremi (= < -0,20) 4 1 0344 0 -0 1 -0 4 7 1 5556679 3 0 039 2 0 04 6 2 001223 7 1 2355669 3 1 003 8 2 55677799 6 2 123456 11 2 00334677889 2 3 33 7 3 5567899 2 3 06 2 3 68 1 4 7 0 4 2 4 02 1 5 0 2 Estremi (> = 0,53) 1 Estremi (> = 0,57) Coping religioso Riformulazione positiva Coping attivo ƒ Stem Leaf ƒ Stem Leaf ƒ Stem Leaf 2 0 08 2 0 06 1 0 3 2 1 67 2 1 26 6 1 055889 6 2 334589 5 2 00257 9 2 113455679 8 3 01223579 6 3 013478 14 3 00001333356668 7 4 1344479 8 4 03555678 6 4 345677 1 5 6 2 5 25 1 5 5 4 6 0233 1 Estremi (> = 0,61) Ricerca di sostegno Coping sociale di accettazione ƒ Stem Leaf ƒ Stem Leaf 1 0 4 1 -1 3 6 1 019999 3 -0 118 8 2 00112344 3 0 044 3 2 589 7 1 0347778 4 3 0068 6 2 011788 2 4 11 3 3 236 2 Estremi (> = 0,49) 20
G. Prati - Fattori che promuovono il processo di crescita post-traumatica: una meta-analisi Tabella 2 – Statistiche descrittive, effetto medio, valutazione dell’omogeneità e Fail- Safe N Fattore di Dimensione Fail- k N 95% CI Q protezione dell’effetto Safe N Sostegno 37 5055 0,24 0,20 to 0,28 78,52 53 sociale Ottimismo 25 4447 0,23 0,17 to 0,28 83,36 32 Spiritualità 22 7642 0,22 0,16 to 0,29 153,63 27 Ricerca sostegno 26 5231 0,24 0,19 to 0,29 68,83 37 (coping) Coping religioso 30 6248 0,37 0,30 to 0,44 215,41 82 Coping attivo 37 7489 0,32 0,27 to 0,37 201,54 81 Riformulazione positiva 24 5286 0,35 0,28 to 0,43 193,80 61 (coping) Accettazione 22 5117 0,16 0,19 to 0,22 82,69 16 (coping) Nota. Per l’effetto medio, r è significativamente diverso da zero con probabilità p < 0,001; per la statistica Q, valori significativi indicano che vi è una maggiore variabilità nella dimensione dell’effetto di quanto ci si potrebbe aspettare dal caso, p < 0,001; la statistica Fail-Safe N indica il numero di studi necessario per rendere non significativa tutta la serie: valori bassi indicano che i dati cumulati sono poco stabili in quanto basterebbe l’aggiunta di pochi studi non significativi per rendere non significativa l’intera serie sottoposta a meta-analisi. L’analisi dei moderatori per la variabile categoriale tipo di trauma ha evidenziato che tale classificazione spiega in modo significativo la variabilità dell’effetto medio per le sole variabili coping orientato all’accettazione dell’evento (QBETWEEN = 13,86, df = 3, p = 0,00; QWITHIN = 22,83, df = 18, p = 0,20) e coping orientato alla riformulazione positiva dell’even- to (QBETWEEN = 17,21, df = 3, p = 0,00; QWITHIN = 27,38, df = 20, p = 0,12). In altre parole l’effetto medio differisce significativamente fra le categorie. Come si può notare in tabella 4, il coping orientato all’accettazione dell’evento non risulta essere associato ai punteggi di crescita post-traumatica nei casi di traumi collettivi, mentre la dimensione dell’effetto medio è decisamente più alta rispetto alla media nei casi di traumi vissuti da persone vicine. Il coping orientato alla reinterpretazione positiva dell’evento è sempre significativamente associato ai punteggi di crescita post-traumatica anche se tale relazione è molto più de- bole nei casi di traumi collettivi e decisamente più forte nei casi in cui non si analizza un particolare campione di persone colpite da traumi ma si chiede a un sottocampione della popolazione generale di pensare all’evento più stressante vissuto recentemente. 21
22 Tabella 3 – Analisi dei moderatori Sostegno sociale B SE B -95%CI +95%CI z p β Età media 0,00 0,00 0,00 0,00 -1,07 0,29 -0,23 Generea 0,00 0,00 0,00 0,00 0,01 1,00 0,00 Disegno di ricercab -0,05 0,06 -0,15 0,06 -0,82 0,41 -0,16 Misura della crescitac 0,02 0,06 -0,10 0,15 0,37 0,71 0,07 Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale - Vol. 13 - n. 1 • 2007 Tempo passato dall’evento 0,00 0,00 0,00 0,00 0,13 0,89 0,03 Ottimismo B SE B -95%CI +95%CI z p β Età media 0,00 0,00 -0,01 0,00 -1,07 0,29 -0,21 Generea 0,00 0,00 0,00 0,00 -0,69 0,49 -0,14 Disegno di ricercab -0,09 0,06 -0,21 0,03 -1,52 0,13 -0,29 Misura della crescitac -0,08 0,07 -0,21 0,05 -1,22 0,22 -0,26 Tempo passato dall’evento 0,00 0,00 0,00 0,00 -0,03 0,98 -0,01 (continua)
(continua) Spiritualità B SE B -95%CI +95%CI z p β Età media 0,00 0,00 0,00 0,01 1,01 0,31 0,27 Generea 0,00 0,00 -0,01 0,00 -0,61 0,54 -0,14 Disegno di ricercab -0,06 0,10 -0,26 0,13 -0,61 0,54 -0,14 Misura della crescitac -0,08 0,09 -0,27 0,10 -0,89 0,37 -0,20 Tempo passato dall’evento 0,00 0,00 0,00 0,00 -0,88 0,38 -0,22 Ricerca di sostegno (coping) B SE B -95%CI +95%CI z p β Età media 0,00 0,00 0,00 0,00 -1,73 0,08 -0,35 Generea 0,00 0,00 0,00 0,00 -1,83 0,07 -0,38 Disegno di ricercab 0,07 0,03 0,00 0,13 1,94 0,05 0,42 Misura della crescitac 0,00 0,04 -0,07 0,08 0,11 0,92 0,02 Tempo passato dall’evento 0,00 0,00 0,00 0,00 1,53 0,13 0,31 (continua) 23 G. Prati - Fattori che promuovono il processo di crescita post-traumatica: una meta-analisi
24 (continua) Coping religioso B SE B -95%CI +95%CI z p β Età media 0,00 0,00 0,00 0,01 2,55 0,01 0,47 Generea 0,00 0,00 0,00 0,00 2,21 0,03 0,34 Disegno di ricercab -0,08 0,06 -0,20 0,03 -1,39 0,16 -0,21 Misura della crescitac -0,01 0,06 -0,13 0,11 -0,14 0,89 -0,02 Tempo passato dall’evento 0,00 0,00 0,00 0,00 0,54 0,59 0,09 Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale - Vol. 13 - n. 1 • 2007 Coping attivo B SE B -95%CI +95%CI z p β Età media 0,00 0,00 0,00 0,00 -0,06 0,95 -0,01 Generea 0,00 0,00 0,00 0,00 0,05 0,96 0,01 Disegno di ricercab -0,08 0,05 -0,18 0,02 -1,55 0,12 -0,26 Misura della crescitac -0,03 0,04 -0,10 0,05 -0,67 0,50 -0,11 Tempo passato dall’evento 0,00 0,00 0,00 0,00 -1,23 0,22 -0,21 (continua)
(continua) Riformulazione positiva B SE B -95%CI +95%CI z p β Età media 0,00 0,00 0,00 0,00 -0,14 0,89 -0,03 Generea 0,00 0,00 0,00 0,00 -0,13 0,90 -0,02 Disegno di ricercab -0,16 0,05 -0,26 -0,07 -3,35 0,00 -0,58 Misura della crescitac 0,01 0,05 -0,09 0,11 0,17 0,86 0,03 Tempo passato dall’evento 0,00 0,00 0,00 0,00 0,58 0,56 0,11 Accettazione (coping) B SE B -95%CI +95%CI z p β Età media 0,00 0,00 -0,01 0,00 -1,35 0,18 -0,33 Generea 0,00 0,00 0,00 0,00 -1,15 0,25 -0,25 Disegno di ricercab -0,01 0,07 -0,15 0,13 -0,09 0,93 -0,02 Misura della crescitac 0,06 0,07 -0,07 0,19 0,90 0,37 0,21 Tempo passato dall’evento 0,00 0,00 0,00 0,00 0,10 0,92 0,02 Nota. B e SE B indicano, rispettivamente, il coefficiente di regressione non standardizzato e il relativo errore standard. Tale coefficiente rappresenta una stima del cambiamento della variabile dipendente per ogni cambiamento, a livello di unità, della variabile indipendente; +/-95%CI è l’intervallo di confidenza; z indica il valore di Z relativo allo z-test che calcola la significatività del coefficiente di regressione; p indica la significatività del coefficiente di regressione; β indica il coefficiente di regressione standardizzato. a Percentuale di donne presenti nella studio (0-100%); bDisegno di ricerca: correlazionale = 0 e longitudinale =1; cTipo di misurazione della crescita post- traumatica: Benefit Finding scales (Antoni et al., 2001; Mohr et al, 1999; Tomich e Helgeson, 2004) = 0 e Post-Traumatic Growth Inventory (Tedeschi e Calhoun, 1996) assieme a SRGI (Park, Cohen, Murch, 1996) = 1. 25 G. Prati - Fattori che promuovono il processo di crescita post-traumatica: una meta-analisi
Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale - Vol. 13 - n. 1 • 2007 Tabella 4 – Analisi dei moderatori per la variabile tipo di evento Accettazione (coping) Dimensione dell’effetto k p Trauma vissuto direttamentea 0,18 8 0,00 Trauma vicariob 0,27 3 0,00 Trauma collettivoc 0,00 2 0,94 Evento più stressanted 0,21 9 0,00 Riformulazione positiva Dimensione dell’effetto k p Trauma vissuto direttamentea 0,37 9 0,00 Trauma vicariob 0,31 3 0,00 Trauma collettivoc 0,23 2 0,00 Evento più stressanted 0,43 10 0,00 Nota. aTrauma vissuto in prima persona (ad esempio grave problema di salute o violenza sessuale); b trauma vissuto in modo vicario poiché è stato esperito da una persona molto vicina (ad esempio partner di una persona a cui è stato diagnosticato un tumore); ctrauma che non è stato vissuto in maniera personale ma in quanto soccorritore o appartenente alla comunità colpita (ad esempio terremoto); dquesta categoria fa riferimento a quegli studi in cui non si indaga una popolazione particolare colpita da un evento negativo ma in cui si chiede ad un campione della popolazione generale di pensare all’evento più stressante vissuto negli ultimi tempi. DISCUSSIONE La presente meta-analisi aveva l’obiettivo di indagare i possibili fattori in grado di promuovere la percezione di cambiamenti positivi dopo aver vissuto un trauma. Recenti rassegne sull’argomento (ad esempio, Linley e Joseph, 2004; Zoellner e Maercker, 2006) hanno ipotizzato gli effetti protettivi di alcune variabili a livello perso- nale, sociale e di strategie di coping, rilevando però contraddizioni nei risultati. Questa rassegna di tipo quantitativo mette in luce che, in media, questi fattori sono tutti importanti nel processo di crescita post-traumatica, anche se con gradi diversi. Le strategie di coping impiegate, soprattutto quelle relative al ricorso alla religione, alla riformulazione positiva dell’evento e all’affrontare attivamente un determinato tipo di evento, risultano avere un peso molto più importante rispetto alle risorse sociali e personali. Ci sembra possibile ipotizzare che l’effetto protettivo delle risorse, siano esse ambientali o personali, sia mediato dalle strategie di coping. 26
G. Prati - Fattori che promuovono il processo di crescita post-traumatica: una meta-analisi In particolare, l’effetto medio del sostegno sociale sulla crescita può essere dovuto al fatto che, da un lato, comporta una migliore valutazione dell’evento e strategie di coping più adattive (Schaefer e Moos, 1998), dall’altro favorisce, tramite l’apertura agli altri, l’ela- borazione dell’evento e la sua collocazione all’interno della narrativa personale (Tedeschi e Calhoun, 2004). In maniera simile, anche l’effetto medio dell’ottimismo può essere spiegato tenendo presente la sua influenza positiva sull’appraisal dell’evento e sulla scelta di specifiche strategie di coping (riformulazione positiva, coping attivo, centrato sul problema e coping di accettazione) (Schaefer e Moos, 1998; Tennen e Affleck, 1999; Zoellner e Maercker, 2006). Tedeschi e Calhoun (2004) aggiungono che gli ottimisti hanno un’abilità parti- colare, fondamentale nel processo di crescita post-traumatica, che li aiuta a concentrarsi sulle cose importarti e ad abbandonare le cognizioni che sono incompatibili con la realtà del trauma. La spiritualità è un’altra risorsa che ha un effetto medio sulla crescita post-traumatica. L’adesione a credenze religiose o spirituali può essere di grande aiuto nel processo di attri- buzione di senso all’evento (Cadell, Regehr e Hemsworth, 2003). Inoltre, la partecipazione a pratiche religiose può fornire un senso di comunità e di sostegno da parte delle persone che condividono lo stesso credo. Tuttavia, le misure di coping religioso hanno un effetto ben maggiore rispetto alle misure di religiosità. Infatti, il coping religioso è il fattore che maggiormente risulta essere associato alla crescita post-traumatica, e ciò è dovuto, a nostro avviso, all’effetto aggiuntivo relativo all’utilizzo specifico della spiritualità nell’affrontare l’evento negativo. Questa strategia di coping assume un’importanza ancora maggiore nelle donne rispetto agli uomini e nelle persone più anziane. Un’altra strategia di coping estremamente importante nel processo di crescita post- traumatica riguarda la riformulazione in termini positivi dell’evento. Nonostante questa relazione sia più forte negli studi correlazionali rispetto a quelli longitudinali, l’effetto di questa forte associazione non trova una completa spiegazione nella possibilità che crescita post-traumatica e interpretazione positiva dell’evento siano costrutti sovrapponibili in quanto vi sono studi che riportano sia correlazioni non significative (ad esempio, Butler et al., 2005; Hoffman e Whitmire, 2002; Prati e Pietrantoni, 2006) sia la presenza, fra i due costrutti, di differenti relazioni con altri fattori (Sears, Stanton e Danoff-Burg, 2003). Si ritiene che una spiegazione supplementare possa essere il fatto che un’interpretazione positiva dell’evento e delle sue conseguenze funzioni come una profezia che si autoavvera, la quale infatti, innescando tutta una serie di cambiamenti, porta a una effettiva percezione di crescita. L’effetto protettivo di questa strategia è maggiore nei casi in cui non si analizza una popolazione particolare colpita da un trauma e, in generale, nei casi in cui si indaga un evento personale. Emerge pertanto che lo sforzo teso a trovare un lato positivo all’accaduto è più funzionale nei casi in cui l’evento sia vissuto personalmente piuttosto che da persone vicine e, soprattutto, dalla comunità di appartenenza. La riformulazione positiva dell’evento rientra concettualmente nel modello di Schaefer e Moos (1998) fra le strategie di coping attivo le quali pure risultano essere associate, sebbene in misura leggermente minore, alla crescita post-traumatica. Queste strategie riflettono i ten- 27
Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale - Vol. 13 - n. 1 • 2007 tativi della persona di affrontare attivamente l’evento negativo e le sue conseguenze, senza darsi mai per vinta e dimostrando quello che si definisce uno «spirito combattivo». Infine, le altre due strategie di coping, ricerca di sostegno e accettazione risultano avere rispettivamente dimensioni dell’effetto medie e medio-basse. L’efficacia della strategia orientata alla ricerca di sostegno sociale può essere dovuta sia all’incremento nella qua- lità e quantità del sostegno sociale sia a una maggiore apertura agli altri sulle questioni relative specificatamente all’evento negativo. L’altra strategia di coping, relativa all’ac- cettare la realtà per quanto negativa, ha la «grandezza» dell’effetto più piccola rispetto a tutti i fattori considerati e va interpretata con cautela in quanto risulta essere poco stabile (basso fail-safe N) ossia «basterebbe l’aggiunta di pochi studi non significativi per ren- dere non significativa l’intera serie sottoposta a meta-analisi» (Di Nuovo, 1995, p. 56). L’accettazione dell’evento come strategia di coping perde la sua funzione protettiva nei casi di traumi collettivi poiché, probabilmente, in questi casi l’evento negativo non coinvolge direttamente la vita della persona e quindi è relativamente meno importante sforzarsi di accettarlo e di conviverci. Nei casi, invece, di eventi personali o, soprattutto, occorsi a persone vicine, questa strategia diventa una risorsa importante poiché favorisce una più aperta elaborazione cognitiva dell’evento. CONCLUSIONI Il limite maggiore di questa meta-analisi riguarda la metodologia degli studi su cui si basa: la maggior parte è di tipo correlazionale e, fra gli studi longitudinali, non vi è un controllo del valore base della crescita post-traumatica. Anche se in sede di analisi dei mo- deratori non vi sono differenze sostanziali nelle dimensioni dell’effetto ricavate dagli studi correlazionali e longitudinali, questo non ci autorizza a considerare i fattori considerati come dei veri e propri predittori. A questo proposito sono necessarie future ricerche con un disegno longitudinale che controlla i valori iniziali della crescita post-traumatica. Al di là di questa limitazione, questa ricerca offre supporto ad alcuni punti del mo- dello teorico di Schaefer e Moos (1998) e suggerisce che interventi, volti a incrementare il sostegno sociale, l’ottimismo, la spiritualità e il ricorso a specifiche strategie di coping come quello religioso, attivo, legato alla riformulazione positiva dell’evento, alla ricerca di sostegno sociale e, con tutte le cautele, all’accettazione, possono favorire il processo di crescita post-traumatica nelle persone che hanno affrontato un trauma. Dalla meta-analisi di Helgeson, Reynolds e Tomich (2006), emerge che la cresci- ta post-traumatica si associa alle misure di benessere (benessere psicologico, benessere soggettivo, emozioni positive, soddisfazione per la vita, ecc.) ma non in quelle di ansia o distress. Concordemente con quanto suggerito dagli autori, noi riteniamo che la crescita post-traumatica possa essere, per le persone che hanno vissuto un trauma, un indicatore di benessere o di salute mentale in positivo a cui mirare negli interventi. Nella presente meta-analisi ci siamo proposti di suggerire i potenziali elementi su cui fare leva nel pro- muovere questo potenziale indicatore di salute mentale in positivo. I riferimenti seguiti dall’asterisco in bibliografia indicano gli studi inclusi nella meta-analisi. 28
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