Evoluzione della cultura della sicurezza

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Evoluzione della cultura della sicurezza
Istituto Eccelsa
                                                             Alta formazione del gusto alimentare

                                                             I.P.S.E.O.A. “S. Pertini” - Brindisi
                                                             Servizi per l’Enogastronomia
                                                             E l’Ospitalità Alberghiera

Modulo 1 – AAR
Corso Addetti alla Ristorazione – POR Puglia 2007-2013

Il rischio da ambienti di lavoro
Evoluzione della cultura della sicurezza
Il rischio incendio, la gestione dell’emergenza, il P.E.E.
Microclima, illuminazione, rischio elettrico

              Evoluzione della cultura
                  della sicurezza
               - dal Dopoguerra ai giorni odierni -

                                                                                                    1
Evoluzione della cultura della sicurezza
Evoluzione della normativa in Italia

  art. 2087 del Codice Civile (1942)
(Tutela delle condizioni di lavoro)
           L’ imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le
           misure che, secondo
                   la particolarità del lavoro,
                   l’esperienza e
                   la tecnica,
           sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale
           dei prestatori di lavoro.

  Attualmente ancora considerata
     come norma “di chiusura” del
     sistema della sicurezza sul lavoro,
     visto come un rapporto di debito-
     credito tra datore di lavoro e
     lavoratore

     Evoluzione della normativa in Italia
 Normativa degli anni ’50:
              DPR 547/55 (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro)
              DPR 164/56 (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro
                                                                  nelle costruzioni)

              DPR 303/56 (Norme generali per l’igiene del lavoro)

- Specifici precetti prevenzionali
(impostazione prescrittiva alla cui applicazione sono
chiamati i datori di lavoro, i dirigenti, i preposti e
finanche i lavoratori)

- Misure di prevenzione oggettiva
 sostanzialmente preferite alle misure di
prevenzione soggettiva

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Evoluzione della cultura della sicurezza
Evoluzione della normativa in Italia
                  Anni ’90: il D.Lgs. 626/94
 (Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE,
 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE,
 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE, 99/38/CE e 99/92/CE
 riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei
 lavoratori durante il lavoro)

- Recepimento in Italia della legislazione
comunitaria “sociale”.

- Nuovo approccio alla sicurezza: alla
sicurezza oggettiva si affianca una maggiore
attenzione alle risorse umane, alla loro
formazione e organizzazione. Si parla di
“Valutazione dei Rischi”.

  Evoluzione della normativa in Italia
       I principi ispiratori del 626/94

 “... istituire nell’azienda un sistema di gestione
     permanente ed organico diretto alla
     individuazione,
     riduzione
     e controllo costante
     dei fattori di rischio per la salute e la sicurezza dei
     lavoratori.”
 (Circ. M.L. 7/8/1995, n.102)

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Evoluzione della cultura della sicurezza
Evoluzione della normativa in Italia

    L’iter evolutivo del D.Lgs. 626/94

 Recepimento della direttiva quadro 89/391/CEE
                              (Ia direttiva “sociale”)

 Modifiche ed integrazioni:
 - D. Lgs. 242/96 (modifiche)
 - D.Lgs. 359/99 (Attuazione della direttiva 95/63/CE relativa ai requisiti minimi
                        di sicurezza e salute per l’uso delle attrezzature di lavoro)
 - D.M. 12/11/99 (elenco degli agenti biologici classificati)
 - D.Lgs. 66/00 (Attuazione delle direttive 97/42/CE e 99/38/CE in materia di
                      protezione dei lavoratori contro i rischi da esposizione ad agenti
                      cancerogeni o mutageni durante il lavoro)
 - L. 422/00 (modifiche alla definizione di videoterminalista e alla relativa
                  sorveglianza sanitaria)

    Evoluzione della normativa in Italia
      L’iter evolutivo del D.Lgs.626/94
Modifiche ed integrazioni (continua):
- D.Lgs. 25/02 (Attuazione della direttiva 98/24/CE sulla protezione della salute e
                 della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici
                 durante il lavoro)
- D.Lgs. 195/03 (Requisiti professionali del responsabile del servizio
                                                           prevenzione e protezione)
- D.Lgs. 233/03 (Attuazione della direttiva 99/92/CE relativa alla tutela della
                 sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere
                 esplosive)
- D.Lgs. 235/03* (Attuazione della direttiva 2001/45/CE relativa ai requisiti minimi
                  di sicurezza e salute per l’uso delle attrezzature di lavoro)
      * in particolare, esso prescrive la redazione di un vero e proprio piano, cosiddetto “PiMUS”, su
                     montaggio, uso e smontaggio dei ponteggi
      - D.Lgs. 195/06 (Attuazione della direttiva 2003/10/CE relativa all'esposizione dei
                  lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore)
                 - NON INTEGRATO NEL 626/’94 -
      - D.Lgs. 187/05 (Attuazione della direttiva 2002/44/CE sulle prescrizioni minime
                 di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi
                 derivanti da vibrazioni meccaniche)

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Evoluzione della cultura della sicurezza
Evoluzione della normativa in Italia

   2008: il Testo unico in materia di salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro D. Lgs. 81/2008
Per Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (noto
anche con l'acronimo TUSL, col quale per brevità viene spesso citata la
normativa) si intende, nell'ambito del diritto italiano, l'insieme di norme contenute
nel Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 che - in attuazione dell'articolo 1 della
Legge 3 agosto 2007, n. 123 - ha riformato, riunito ed armonizzato,
abrogandole, le disposizioni dettate da numerose
precedenti normative in materia di sicurezza
e salute nei luoghi di lavoro succedutesi
nell'arco di quasi sessant'anni, al fine di
adeguare il corpus normativo all'evolversi
della tecnica e del sistema di organizzazione
del lavoro.

   Insieme di precetti a struttura rigida e
   di precetti a struttura elastica

                                rigida
                                (PRECETTI PRESCRITTIVI)
                                Impongono al debitore di sicurezza un preciso
                                      presidio di prevenzione
  STRUTTURA
                                elastica
                                (PRECETTI PRESTAZIONALI)
                                Si limitano a prevedere il risultato prevenzionale
                                che si vuole raggiungere, lasciando al debitore
                                         di sicurezza la scelta del modo in cui
                                         raggiungere il risultato

                                                                                         5
Evoluzione della cultura della sicurezza
Le modalità operative
Precetti a struttura elastica
(PRECETTI PRESTAZIONALI) si limitano a prevedere il risultato
prevenzionale che si vuole raggiungere, lasciando al debitore di sicurezza la
scelta del modo in cui raggiungere il risultato

                       ANALISI DEI RISCHI

                    SICUREZZA INTEGRATA
Misure di prevenzione soggettiva ad integrazione
delle misure di prevenzione oggettiva

        Il costo sociale dovuto all’
                                  all’alto numero di infortuni provocati
        dalla utilizzazione delle macchine può essere ridotto
        integrando la sicurezza nelle fasi di progettazione e di
        costruzione nonché
                      nonché effettuando una corretta installazione e
        manutenzione.
        Il principio di integrazione della sicurezza prevede
        nell’
        nell’ordine:
        •eliminazione dei rischi in fase progettuale
        •riduzione dei rischi in fase progettuale
        •adozione di protezioni o dispositivi di sicurezza
        •evidenziazione (nelle istruzioni) dei rischi residui non
        eliminabili

        Basandosi su queste considerazioni il primo gennaio 1993 è
        stata emanata la prima direttiva comunitaria relativa alle
        macchine che interessa sia la produzione e la
        commercializzazione delle macchine che la responsabilità
                                                         responsabilità
        dei vari soggetti coinvolti nelle attività
                                          attività lavorative ai fini della
        prevenzione infortuni.

                                                                                6
Evoluzione della cultura della sicurezza
2006: Nuova Direttiva Macchine
         La Direttiva Macchine rappresenta, quindi, dal punto di vista
         tecnico un insieme di nuove regole per la produzione delle
         macchine e dal punto di vista amministrativo un nuovo insieme di
         adempimenti burocratici da soddisfare al momento della loro
         commercializzazione.
         commercializzazione.
         In sintesi la Direttiva Macchine prescrive che una macchina, per
         poter essere immessa sul mercato della UE, debba:
         •Risultare accettabilmente sicura (rispetto dei RES – Requisiti
         Essenziali di Sicurezza - con analisi rischi e conseguente
         applicazione di norme tecniche)
         •Essere costruita sulla base di un progetto tecnico disponibile in
                                                                         in
         caso di contestazione (fascicolo tecnico)
         •Essere riconoscibile (targa costruttore e marcatura CE)
         •Essere accompagnata da un libretto (manuale di istruzioni per
         l’uso e la manutenzione)
         •Essere garantita da una assunzione di responsabilità
                                                   responsabilità da parte del
         fabbricante (dichiarazione di conformità
                                        conformità).
         La prima direttiva macchine (89/391/CE) è stata recepita in Italia
         con D.P.R. 459/96 il 21 settembre 1996.

              La marcatura CE è obbligatoria e deve essere
           apposta prima che i prodotti ad essa collegati siano
           commercializzati e messi in servizio, salvo il caso in
              cui direttive specifiche dispongano altrimenti

La marcatura CE sui prodotti è una dichiarazione della persona responsabile
che il prodotto

       È conforme a tutte le                 È stato sottoposto alle procedure di
      disposizioni comunitarie                 valutazione della conformità del
             applicabili                                     caso

                                                                                    7
Evoluzione della cultura della sicurezza
Fare sicurezza o non fare sicurezza: costi e
benefici a bilancio

           Quanto costa fare sicurezza?

        Quanto costa non fare sicurezza?

  “Le persone conoscono il prezzo di tutto e il valore di niente” (Oscar Wilde)

                                                                                  8
Evoluzione della cultura della sicurezza
9
Evoluzione della cultura della sicurezza
Sappiamo che: ( fonte INAIL)

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L’incidente sui luoghi di lavoro
        (alcuni esempi)

      Il rischio incendio
 la gestione delle emergenze

                                   11
Termini e definizioni generali relativi all’incendio
Combustione
Reazione chimica sufficientemente rapida di ossidazione
di una sostanza combustibile, accompagnata da sviluppo di
calore, fiamma, di gas, fumo e luce.

                            Energia

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Termini e definizioni generali relativi all’incendio
Incendio
Combustione sufficientemente rapida e non controllata
che si sviluppa senza limitazioni nello spazio e nel tempo.

  Termini e definizioni generali relativi all’incendio
Combustibile
Sostanza solida, liquida o gassosa nella cui composizione
molecolare sono presenti elementi quali il carbonio,
l’idrogeno, lo zolfo, etc..

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Termini e definizioni generali relativi all’incendio
Fiamma
Combustione di gas con emissione di luce.

     Principi della combustione
Condizioni necessarie per la combustione:

   a) presenza del combustibile e del comburente

   b) per gas e vapori: rapporto tra combustibile e
      comburente entro un determinato intervallo (di
      infiammabilità)

   c) presenza di una sorgente di calore innescante la
      reazione (superamento della temperatura di
      accensione/ignizione o auto-accensione)

                                                          14
DINAMICA DELL’INCENDIO
Nell’evoluzione dell’incendio si possono individuare quattro fasi :
           1.   Fase di ignizione
           2.   Fase di propagazione
           3.   Incendio generalizzato (flash over)
           4.   Estinzione e raffreddamento
      TEMPERATURA

                         (flash-over)

                                                                      TEMPO
                                           incendio
             ignizione    propagazione                   estinzione
                                         generalizzato

                                                                              15
DINAMICA DELL’INCENDIO
1. Fase di ignizione            Dipende dai seguenti fattori:
    •   Infiammabilità del combustibile
    •   Possibilità di propagazione della fiamma
    •   Grado di partecipazione al fuoco del combustibile
    •   Geometria e volume degli ambienti
    •   Possibilità di dissipazione del calore nel combustibile
    •   Ventilazione dell’ambiente
    •   Caratteristiche superficiali del combustibile
    •   Distribuzione nel volume del combustibile, punti di contatto

2. Fase di propagazione                Caratterizzata da:
    • Produzione dei gas tossici e corrosivi
    • Riduzione di visibilità a causa dei fumi di combustione
    • Aumento della partecipazione alla combustione dei combustibili
      solidi e liquidi
    • Aumento rapido delle temperature
    • Aumento dell’energia di irraggiamento

          DINAMICA DELL’INCENDIO
3. Incendio generalizzato (flash-
                          (flash-over)
• Brusco incremento della temperatura
• Crescita esponenziale della velocità di combustione
• Forte aumento di emissioni di gas e di particelle incandescenti, che si
  espandono e vengono trasportate in senso orizzontale, e soprattutto in
  senso ascensionale
• Formazione di zone di turbolenze visibili
• I combustibili vicini al focolaio si autoaccendono, quelli più lontani si
  riscaldano e raggiungono la loro temperatura di combustione con
  produzione di gas di distillazione infiammabili.

4. Estinzione e raffreddamento
• Quando l’incendio ha terminato di interessare tutto il materiale
  combustibile ha inizio la fase di decremento delle temperature all’interno
  del locale a causa della progressiva diminuzione dell’apporto termico
  residuo e della dissipazione di calore attraverso i fumi ed i fenomeni di
  conduzione termica.

                                                                               16
PRINCIPALI CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO
     Deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o
     combustibili
     Accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile che può essere
     facilmente incendiato (accidentalmente o deliberatamente)
     Negligenza nell'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore;
     Inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle
     apparecchiature
     Impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non
     adeguatamente protetti
     Riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non
     qualificate
     Apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando
     inutilizzate
     Utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili
     Ostruzione dei canali di ventilazione, con conseguente surriscaldamento,
     di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche e
     di ufficio

     Effetti dell’incendio sull’uomo
1.   ANOSSIA (a causa della riduzione del tenore di ossigeno nell’aria)
2.   AZIONE TOSSICA DEI FUMI
3.   RIDUZIONE DELLA VISIBILITÀ
4.   AZIONE TERMICA

Sono determinati dai prodotti della combustione:
•    Gas di combustione: ossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2),
     idrogeno solforato (H2S), anidride solforosa (SO2), ammoniaca (NH3),
     acido cianidrico(HCN), acido cloridrico (HCl), perossido d’azoto (NO2),
     aldeide acrilica(CH2CHCHO), fosgene (COCl2)
•    Calore: il calore è dannoso per l’uomo potendo causare, oltre a
     direttamente bruciature, la disidratazione dei tessuti, difficoltà o blocco
     della respirazione.
•    Fumo
•    Fiamma

                                                                                   17
PREVENZIONE INCENDI
La sicurezza antincendio è orientata alla salvaguardia
dell’incolumità delle persone ed alla tutela dei beni e
dell’ambiente, mediante il conseguimento dei seguenti
obiettivi primari:
 1. Riduzione al minimo delle occasioni di incendio.
 2. Stabilità
     Stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad
     assicurare il soccorso agli occupanti.
 3. Limitata produzione di fuoco e fumi all'interno delle opere
     e limitata propagazione del fuoco alle opere vicine.
 4. Possibilità
     Possibilità che gli occupanti lascino l'opera indenni o che
     gli stessi siano soccorsi in altro modo.
 5. Possibilità
     Possibilità per le squadre di soccorso di operare in
     condizioni di sicurezza.

      Prevenzione e Protezione
                         PREVENZIONE
                           INCENDI

    Prevenzione            Protezione       Misure precauzionali
 propriamente detta                              d’esercizio

                 Protezione          Protezione
                   attiva             passiva

                                                                   18
Protezione passiva
L’insieme delle misure di protezione che non richiedono azioni
umane o azionamenti, anche automatici, di impianti (sono quindi
misure insite nelle strutture)
Possono essere realizzate da:
   1. barriere antincendio;
   2. isolamento dell’edificio;
   3. distanze di sicurezza esterne ed interne;
   4. muri tagliafuoco, schermi etc.;
   5. strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco
      commisurate ai carichi d’incendio;
   6. materiali classificati per la reazione al fuoco;
   7. sistemi di ventilazione;
   8. sistema di vie d’uscita dimensionate in base al massimo
      affollamento ipotizzabile dell’ambiente di lavoro e alla
      pericolosità delle lavorazioni.

            Compartimentazione dell’edificio

                                                                  19
Scala a prova di fumo interna (D.M. 30/11/1983)

"Scala in vano costituente
compartimento antincendio
avente accesso, per ogni
piano, da filtro a prova di
fumo".

                    Luogo sicuro
 •D.M. 30/11/1983:
 •Spazio scoperto ovvero compartimento antincendio,
   – separato da altri compartimenti mediante spazio
      scoperto o filtri a prova di fumo
   – avente caratteristiche idonee a ricevere e
      contenere un predeterminato numero di persone
      (luogo sicuro statico)
   – ovvero a consentirne il movimento ordinato (luogo
      sicuro dinamico)
 D.M. 10/3/1998:
 luogo dove le persone possono ritenersi al sicuro dagli effetti
 di un incendio

                                                                   20
Protezione attiva
L’insieme delle misure di protezione che richiedono l’azione di
un uomo o l’azionamento di un impianto finalizzate alla precoce
rilevazione dell’incendio, alla segnalazione e all’azione di
spegnimento dello stesso.

Possono essere realizzate con:
    1. impianti di rivelazione automatica d’incendio
    2. dispositivi di segnalazione e d’allarme
    3. estintori
    4. rete idrica antincendio
    5. impianti di spegnimento automatici

            Presidi antincendio
    Estintore                       Estintore portatile a
    carrellato                            polvere

                                                                  21
IDRANTE UNI 45                   NASPO UNI 25

                 DN 45      (nella UNI 10779)   DN 25     Lancia AI
Idrante
                         Simbologia secondo
                           D.M. 30/11/1983

                   IDRANTE UNI 70

                         DN 70 (nella UNI 10779)
                           Simbologia secondo
                             D.M. 30/11/1983

                                                                      22
Sistemi di ventilazione di locali
              industriali
Sono sistemi di protezione attiva dall’incendio.
evacuatori di fumo e di calore (EFC):
   funzionamento generalmente automatico a mezzo di fusibili od altri
   azionamenti
   l’apertura può essere anche manuale
   è preferibile avere il maggior numero possibile di sfoghi
aperture a shed
si possono prestare ad ottenere dei risultati soddisfacenti, se vengono
predisposti degli sportelli di adeguate dimensioni ad apertura
automatica o manuale
superfici vetrate normali
l’installazione di vetri semplici che si rompano sotto l’effetto del calore
può essere adottata a condizione che sia evitata la caduta dei pezzi di
vetro per rottura accidentale mediante rete metallica di protezione

    Esempi di aperture di sfogo (EFC)

                                                                              23
Senza EFC                                Con EFC

Misure specifiche di prevenzione incendi
Le principali misure di prevenzione incendi, finalizzate alla
riduzione della probabilità di accadimento di un incendio,
possono essere riassunte in alcune semplici regole:
    Realizzazione di impianti elettrici a regola d'arte (Norme CEI).
    Collegamento elettrico a terra di impianti, strutture, serbatoi etc.
    Installazione di impianti parafulmine
    Dispositivi di sicurezza degli impianti di distribuzione e di
    utilizzazione delle sostanze infiammabili.
    Ventilazione dei locali.
    Utilizzazione di materiali incombustibili
    Adozione di pavimenti ed attrezzi antiscintilla
    Segnaletica di Sicurezza, riferita in particolare ai rischi presenti
    nell’ambiente di lavoro.

                                                                           24
Gestione delle
   emergenze elementari
 Finalità
 Riferimenti Normativi
 Requisiti delle strutture
 Figure coinvolte
 Scenari delle emergenze e relative
 procedure
 Assistenza ai disabili
 Informazione e formazione

                     Finalità
Obiettivo primario
  salvaguardare la vita umana;

Obiettivi derivati
  interrompere o limitare l’evolversi dell’incidente;
  attivare con tempestività i presidi antincendio disponibili;
  limitare i danni alle persone e cose;
  soccorrere le persone coinvolte nell’emergenza;
  consentire una ordinata evacuazione se
 necessaria,tenendo conto della eventuale presenza di
 disabili

                                                                 25
Finalità
 Obiettivi derivati

    assicurare il coordinamento con i servizi di emergenza
    esterni;
    consentire un corretto flusso delle informazioni da e per
    il luogo dell’incidente;
    isolare l’area interessata;
    prevedere delle procedure necessarie a garantire
    l’efficienza degli impianti, dei mezzi antincendio e di tutti
    i dispositivi il cui funzionamento è importante in caso di
    emergenza (Registro dell’antincendio)

                Ambito di applicazione

OBBLIGO DELLA REDAZIONE DEL P.E.

   in tutte le attività lavorative con più di nove dipendenti;
   in tutte le attività con meno di 10 dipendenti ma soggette
   a controlli di prevenzione incendi da parte dei vigili del
   fuoco;

I D.L. delle altre attività non hanno l’obbligo ma dovranno
comunque prevedere idonee misure organizzative e
gestionali da adottare nel caso di verifichi una qualsiasi
emergenza.

                                                                    26
Contenuti del Piano di Emergenza

gli scenari di emergenza;
le procedure che i lavoratori devono mettere in atto nel
caso in cui si verifichi un’emergenza;
le procedure che persone esterne all’ufficio (pubblico,
lavoratori di imprese esterne, addetti alla manutenzione,
ecc.) devono mettere in atto nel caso in cui si verifichi
un’emergenza;
procedure per l’evacuazione del luogo di lavoro;
procedure per assicurare l’efficienza di tutti i dispositivi
di sicurezza e antincendio;

     Contenuti del Piano di Emergenza

procedure per chiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco e
per fornire le necessarie informazioni al loro arrivo;
procedure per chiedere l’intervento di Soccorso sanitario
e altri servizi esterni;
specifiche misure per assistere i disabili;
doveri e compiti del personale incaricato alla gestione
delle emergenze, pronto soccorso e lotta antincendio;
provvedimenti necessari per assicurare l’informazione e
la formazione;
le esercitazioni di intervento e di evacuazione;

                                                               27
Contenuti del Piano di Emergenza

Planimetrie Indicanti:
   La distribuzione e destinazione dei vari ambienti, le vie
   di fuga, i luoghi sicuri ecc.;
   l’ubicazione dei luoghi a rischio incendio (archivi,
   autorimesse, gruppo elettrogeno);
   l’ubicazione dei pulsanti di azionamento delle suonerie
   di allarme;
   l’ubicazione della cassetta del pronto soccorso;
   l’ubicazione delle attrezzature e degli impianti di
   protezione attiva (estintori, idranti, rilevatori di fumo
   ecc.);

       Contenuti del Piano di Emergenza

  Planimetrie Indicanti:
     le protezioni passive esistenti (filtri a prova di fumo,
     porte tagliafuoco, ambienti compartimentati, ecc.);
     l'ubicazione dell'interruttore generale
     dell’alimentazione elettrica, delle valvole di
     intercettazione delle adduzioni idriche , delle bombole
     di gas comburente esistenti, ecc.
     Schede contenenti linee guida comportamentali e
     procedurali da esporre lungo le vie di fuga;

                                                                28
Scenari delle emergenze obbiettivi del P.E.

            Incendio e propagazione fumi;
            Terremoto;
            Emergenza di pronto soccorso sanitario;
            Fuga di gas o sostanze pericolose;
            Errato funzionamento di impianti tecnologici;
            Crollo di strutture interne;
            Guasto elettrico;
            Allagamento.

                 Assistenza ai disabili
SPAZIO CALMO
Luogo sicuro statico contiguo e comunicante con una via
di esodo verticale od in essa inserito. Tale spazio non
dovrà costituire intralcio alla fruibilità delle vie di esodo ed
avere caratteristiche tali da garantire la permanenza di
persone con ridotte o impedite capacità motorie in attesa
dei soccorsi.

                                                                   29
Spazio Calmo: esempio

    Rischio da ambiente di lavoro:
      microclima, illuminazione,
           rischio elettrico

                                     30
MICROCLIMA

                 Microclima
•L’insieme dei fattori fisici ambientali che caratterizzano
l’ambiente di lavoro (non necessariamente confinato) e
che, assieme ai parametri individuali quali l’attività
metabolica e l’abbigliamento, determinano gli scambi
termici tra l’ambiente stesso e gli individui che vi operano.

                                                                31
Microclima
•BENESSERE TERMICO :
•- è rappresentato da quelle condizioni in cui l’organismo
riesce a mantenere l’equilibrio termico (omeotermia)
senza l’intervento del sistema di termoregolazione propria .
•- ISO 7730: "quello stato della mente che esprime la
soddisfazione verso l'ambiente termico"

                Microclima
•AMBIENTI DI LAVORO
• Ambienti moderati :
- lievi variazioni dei parametri microclimatici;
- il sistema di termoregolazione del corpo umano è in grado
di reagire efficacemente

 •Ambienti severi

                                                               32
Microclima
          •PARAMETRI DA MISURARE
          •Fattori fisici ambientali:

          • Temperatura dell’aria Ta (°C)

          • Velocità dell’aria VA (m/s)

          • Temperatura media radiante TR (°C)

          • Umidità relativa Ur (%)

                Microclima
   Fattori fisici ambientali

Valori ottimali in assenza di irraggiamento e per individui che
  compiono lavori sedentari e sono vestiti adeguatamente

     Stagione     T° (°C)      U.R. (%)     v aria (m/s)

     Inverno      19-22        40-50        0,05-0,1

     Estate       24-26        50-60        0,1-0,2

                                                                  33
ILLUMINAZIONE

                34
Illuminazione

  • L’illuminazione rappresenta uno dei principali
   fattori ambientali atti ad assicurare il benessere
                 nei luoghi di lavoro.

Illuminazione
• Una corretta
  illuminazione
• oltre a contribuire
• all'incremento della
• produttività, riveste
  grande
• importanza nella
• prevenzione degli
  infortuni
• sul lavoro

                                                        35
Illuminazione

 • L’illuminazione dei luoghi di lavoro deve essere ottenuta
 • per quanto è possibile con luce naturale poiché essa è
   più
 • gradita all’occhio umano e quindi meno affaticante.

                  Illuminazione

In ogni caso, tutti i locali e i luoghi di lavoro devono essere
dotati di adeguata luce artificiale per la sicurezza e la salute
dei lavoratori.

                                                                   36
Illuminazione
• La luce solare diretta è sconsigliabile negli
    ambienti di lavoro in quanto determina
       abbagliamento o fastidiosi riflessi.

             Illuminazione

     Per quanto riguarda postazioni di lavoro con
     videoterminali una cura particolare dovrà essere
     dedicata all’illuminazione.

                                                        37
Illuminazione
• “L'illuminazione generale ovvero l'illuminazione specifica
  (lampade di lavoro) devono garantire un'illuminazione
  sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e
  l'ambiente, tenuto conto delle caratteristiche del lavoro e
  delle esigenze visive dell'utilizzatore.

• Fastidiosi abbagliamenti e riflessi sullo schermo o su
  altre attrezzature devono essere evitati strutturando
  l'arredamento del locale e del posto di lavoro in funzione
  dell'ubicazione delle fonti di luce artificiale e delle loro
  caratteristiche tecniche.

                 Illuminazione
• Riflessi e abbagliamenti: i posti di lavoro devono essere
  sistemati in modo che le fonti luminose quali le finestre e
  le altre aperture, le pareti trasparenti o traslucide,
  nonché le attrezzature e le pareti di colore chiaro non
  producano riflessi sullo schermo.

• Le finestre devono essere munite di un opportuno
  dispositivo di copertura regolabile per attenuare la luce
  diurna che illumina il posto di lavoro”.

                                                                 38
Illuminazione

POSIZIONE SBAGLIATA

                      77

    Illuminazione

POSIZIONE SBAGLIATA

                      78

                           39
Illuminazione

       POSIZIONE CORRETTA   79

IL RISCHIO ELETTRICO

                                 40
Impianti elettrici
    Si definisce impianto elettrico, l’l’insieme dei componenti
    (cavi, canalizzazioni, apparecchiature di manovra,
    apparecchiature di protezione, quadri elettrici, prese a
    spina, ecc.) compresi tra il punto di fornitura dell’
                                                      dell’energia
    (contatore ENEL) e il punto di utilizzazione.

                                                                     81

         Utilizzatori elettrici
• Si definiscono utilizzatori
  elettrici le apparecchiature che
  utilizzano l’l’energia elettrica per
  produrre lavoro, calore, luce,
  come pure le apparecchiature
  informatiche, le apparecchiature
  per telecomunicazioni, ecc.

                                                                     82

                                                                          41
Sovraccarico
  E’ una condizione anomala di funzionamento, in conseguenza
  del quale i circuiti elettrici sono percorsi da una corrente
  superiore rispetto a quella per la quale sono stati dimensionati.
                                                      dimensionati.
  La non tempestiva interruzione di questa “sovracorrente”
                                               sovracorrente” può
  dar luogo all’
               all’eccessivo riscaldamento dei cavi o di altri
  componenti dell’
               dell’impianto elettrico

                                                                                  83

                         ELETTROCUZIONE

     Il contatto di una persona con parti in tensione può determinare
                                                          determinare il passaggio
di una corrente attraverso il corpo umano, con conseguenze che vanno
                                                                   vanno dal lieve
fastidio a danni anche mortali.
     Il funzionamento biologico del corpo umano è governato da un'attività un'attività
elettrica dell'ordine delle decine di mV.mV. Una corrente elettrica proveniente
dall'esterno, sommandosi alle piccole correnti fisiologiche interne,
                                                             interne, può alterare le
funzioni vitali dell'organismo causando danni che possono anche essere
irreversibili o addirittura letali.

                                                                                  84

                                                                                         42
RISCHIO ELETTRICO

Comportamenti da evitare

                                    85

              RISCHIO ELETTRICO

   LAMPADE A SOFFITTO

                                    86

                                         43
MACCHINE ED ATTREZZATURE
                                 alimentate ad energia ELETTRICA

 Prima di usare una macchina informatevi sulle caratteristiche e sulle
 precauzioni di sicurezza, consultando il libretto di uso e manutenzione

 Non effettuare manutenzione se prima non avete provveduto a
 staccare la spina dalla presa. In caso di avvio accidentale della
 macchina le vostre mani che nel frattempo controllano all’interno della
 macchina rischiano gravi lesioni
                                                                           87

                            Rischi elettrici generali

I rischi connessi all’
                  all’utilizzo dell’
                               dell’energia elettrica sono
molteplici e riassumibili:
    – elettrocuzione (passaggio della corrente elettrica
      attraverso il corpo umano);
    – arco elettrico;
    – esplosioni e/o incendi;
    – altri tipi di rischio (mancanza
      improvvisa dell’energia elettrica,
      avviamenti intempestivi delle macchine
      macchinario, ecc.).                                                  88

                                                                                44
Rischi elettrici generali

 • L’evento elettrocuzione si manifesta quando, in seguito
   all’applicazione di una differenza di potenziale fra due o
   più punti del corpo umano, questo viene percorso da
   corrente.
 • La condizione di elevato pericolo è direttamente
   proporzionale:
     – all’intensità di corrente attraverso il corpo umano;
     – durata del contatto con parti in tensione (msec.).
 • Qualche mA che attraversi il corpo per
   alcuni millisecondi (msec.) può produrre
                                                                       89
   nell’uomo effetti fisiologici dannosi.

                           Rischi elettrici generali

• Per contatto indiretto si intende il contatto di persone
  con parti conduttrici metalliche, normalmente non in
  tensione ma che possono andare in tensione per un
  guasto di isolamento.
• Per contatto diretto si intende un contatto con una parte
  dell’impianto che è normalmente in tensione, come ad
  esempio:
       • un conduttore che ha perduto l’isolamento;
       • un elemento di una morsettiera priva di coperchio;
       • l’attacco di una lampada, di un fusibile o l’alveolo di una
         spina durante l’inserzione nella presa;
       • una parte metallica, non identificabile come massa,           90
         come ad esempio un cacciavite quando tocca una parte
         in tensione.

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contatto diretto             contatto indiretto

                          Rischi elettrici generali

• Il contatto diretto è
  ritenuto il più
  pericoloso, essendo il
  soggetto sottoposto
  alla piena tensione
  verso terra del sistema
  elettrico.
• Il contatto indiretto è però molto più subdolo…..tornando
                                                       tornando
  all’
  all’esempio di prima una persona potrebbe ‘prendere la
  scossa’
  scossa’ per il semplice fatto di aver toccato una macchina che
  ha avuto un guasto d’d’isolamento!
                                                                   92

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Rischi elettrici generali

• Le misure di protezione contro i contatti DIRETTI sono
  essenzialmente basate sull’isolamento dei conduttori
  elettrici, sulla loro segregazione all’interno di involucri o
  locali chiusi oppure sull’utilizzo di tensioni ridotte non
  pericolose.
• Le misure di protezione contro i contatti INDIRETTI sono
  essenzialmente basate sul collegamento a terra delle
  parti metalliche degli impianti elettrici, nonché sulla rapida
  interruzione automatica del circuito in caso di guasto
  verso massa.
    – Collegando a terra le previste parti metalliche di
      apparecchi elettrici, ci poniamo al sicuro da contatti            93
      con potenziali pericolosi.

                           Rischi elettrici generali
   – Normalmente le apparecchiature elettriche vengono
     collegate a terra tramite l’l’alveolo centrale delle prese (solo
     se l’impianto di terra è esistente).
   – Il collegamento a terra provoca inoltre, in caso di guasto,
     una circolazione di corrente dall’oggetto verso terra. Questa
     corrente viene avvertita dall’interruttore differenziale
     (salvavita), che scatta.
   – Come misura di protezione addizionale (che non dispensa
     dall’applicazione di una delle misure precedenti) possono
     essere utilizzati interruttori differenziali ad alta sensibilità
     (salvavita).
   – Questi non evitano la scossa elettrica, ma hanno
     unicamente la funzione di limitare nel tempo il passaggio
                                                                        94
     della corrente elettrica attraverso il corpo umano (max
     40ms).

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Rischi elettrici generali

• Vi sono apparecchi elettrici che non devono
  essere collegati all’impianto di terra in quanto la
  protezione è affidata a un doppio isolamento o a
  un isolamento rinforzato.
• Per riconoscerli basta guardare la targa: deve
  essere riportato il simbolo con il doppio quadrato
  concentrico.
• La spina non ha il contatto centrale che serve,
  infatti, per il collegamento all’impianto di terra.        95

                        Rischi elettrici generali

  • Il “fai da te” è tassativamente vietato per
    quanto riguarda gli impianti elettrici.
  • Tutti i lavori devono essere eseguiti da imprese
    installatrici o installatori abilitati. Importante, in
    questo campo, è il D.M. 37/08.
  • Per i lavori su apparecchiature
    elettriche anche di tipo semplice
    si sconsiglia comunque
    l’intervento se non si hanno delle                       96
    buone conoscenze di base in campo elettrico.

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3. Rischi elettrici
                          generali
• L’interruttore differenziale, che dovrebbe essere
  presente in tutti i quadri elettrici, si riconosce
  facilmente per la presenza di un pulsante
  contrassegnato con la lettera T.
• Questo pulsante serve per eseguire il test:
  premendolo si deve ottenere lo scatto del salvavita.
• Questo pulsante deve essere premuto
  all’incirca una volta al mese per impedirne
  l’inceppamento nel tempo.

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                   Rischi elettrici generali

RISCHIO ELETTRICO PRESE A SPINA
• Le spine tedesche (Schuko) non devono essere
  inserite nelle prese ad alveoli allineati se non
  tramite appositi adattatori che trasformano la
  spina rotonda in spina di tipo domestico.
• Senza l’uso degli adattatori l’apparecchio elettrico
  funzionerebbe ugualmente
  ma sarebbe privo del
  collegamento a terra con                            98

• grave pericolo per l’operatore.

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Rischi elettrici generali

• Gli “alberi di Natale” sono pericolosi per le
  sollecitazioni a flessione che introducono sugli
  alveoli delle prese, fino a provocare l’uscita del
  frutto fissato alla scatola con griffe.
• L’”albero di Natale” può provocare
  sovrariscaldamenti localizzati, con pericolo di
  incendio.
• Può essere utilizzata
in suo luogo una “ciabatta”.                             99

                          Modulo 1 - AAR
                      Il rischio da ambienti di lavoro

                     FINE LEZIONE

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