ELEZIONI REGIONALI 2020 - CIDA Puglia "Progettiamo insieme il futuro"

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ELEZIONI REGIONALI 2020 - CIDA Puglia "Progettiamo insieme il futuro"
CIDA Puglia
            “Progettiamo insieme il futuro”
               ELEZIONI REGIONALI 2020

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PREMESSA
Le prossime elezioni regionali costituiscono un momento di riflessione su quali indirizzi, soluzioni e con quale
visione disegnare un futuro migliore per la nostra terra. Una Organizzazione come la nostra non può che
immaginare una strategia di rilancio e sviluppo che abbia come fulcro propulsore le capacità, le competenze
e la visione delle migliori risorse umane che il nostro territorio offre.
C’è una Puglia che lavora e si afferma in tutto il mondo con l’eccellenza dei suoi prodotti, con le capacità dei
suoi imprenditori, manager, tecnici, lavoratori qualificati. Questa Puglia chiede stabilità alla politica ed è di-
sposta a impegnarsi maggiormente per la crescita e per il bene comune. Una Puglia vincente esiste – in mol-
tissimi campi – ma ha dimensioni troppo esigue per sostenere una società che invecchia, s’indebolisce e co-
mincia a perdere la speranza. Occorre moltiplicare i casi di successo, favorire gli investimenti esteri e il turi-
smo, la nascita e lo sviluppo di nuove imprese nei settori che trainano l’economia globale, il rapido aumento
della cultura tecnica e socio-economica, la ristrutturazione dei settori tradizionali, aumentandone la produt-
tività.
Favorire il merito e la crescita non significa dimenticare chi è in difficoltà, le povertà vecchie e nuove, la disoc-
cupazione, il degrado dei comportamenti, i disagi sempre più diffusi. Non si può credere però che basti distri-
buire denaro per risolvere problemi complessi, spesso di natura esistenziale. Occorre perciò ricostruire mec-
canismi e organizzazioni solidaristici, basati sulla concreta collaborazione tra le persone, sull’aiuto reciproco,
sull’impegno comune a migliorare.
Come la popolazione, anche le nostre infrastrutture sono invecchiate negli ultimi decenni. Il grande lavoro di
modernizzazione del nostro Paese – compiuto nel dopoguerra - si è interrotto, ma soprattutto si è dimenticata
la fase fondamentale di manutenzione ed evoluzione delle reti: in particolare di quelle idriche, stradali, ferro-
viarie (fuori dalle grandi direttrici), di telecomunicazione. Si è troppo a lungo trascurato l’impatto ambientale
delle opere pubbliche e private, generando numerose situazioni di criticità, aggravate dagli effetti del cam-
biamento climatico. Ambiente e infrastrutture sono perciò divenute priorità non rinviabili, strettamente con-
nesse, che richiedono investimenti pubblici urgenti e, soprattutto, un quadro regolatorio e sistemi incentivanti
in grado di mobilitare risorse private.
La classe manageriale pugliese vuole essere a fianco delle forze politiche per promuovere iniziative virtuose
di sviluppo del nostro territorio portando come contributo le esperienze, capacità e l’applicazione della meri-
tocrazia che sono al centro della nostra etica professionale.
Chiediamo pertanto di concentrare gli sforzi del prossimo governo regionale sulla composizione di un quadro
di sviluppo economico e sociale di lungo termine, con partecipazione ampia ed equa di cittadini e imprese. La
programmazione futura impone alla Puglia, oggi perché domani sarebbe troppo tardi, di programmare e
scrivere le strategie vincenti dei prossimi anni. Mettere in campo una politica di sviluppo economico significa
affrontare con coraggio e responsabilità le sfide del nostro tempo per un territorio che ha tutte le potenzialità
per un pronto riscatto. Chiediamo dunque un atto di fiducia, verso tutte quelle forze presenti in Puglia che,
unite, possono fare la differenza e confrontarci su cinque aree da noi ritenute prioritarie:

LAVORO e IMPRESA
TURISMO
SCUOLA e FORMAZIONE
SANITA’
DIGITALIZZAZIONE e COMPETITIVITA’.

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LAVORO e IMPRESA
Anche la Regione Puglia deve fronteggiare le numerose ricadute negative sul suo sistema economico e pro-
duttivo, con un particolare occhio di riguardo a quei comparti strategici, come la cultura e il turismo, che più
di altri rischiano di risentire del cambiamento profondo imposto dalla pandemia a livello globale. Come con-
fermava il recentissimo report di Banca d’Italia sull’economia della Puglia (2019), divulgato lo scorso 22 giu-
gno, un fabbisogno di liquidità delle imprese a seguito dei provvedimenti di blocco delle attività esiste, perché
“anche tenendo conto degli effetti delle misure introdotte dal Governo le aziende pugliesi a rischio di illiquidità
nei settori sottoposti a chiusura sono quasi un quarto”. Le prime previsioni di Unioncamere fanno paura: 20
mila imprese chiuse per sempre e 69 mila posti di lavoro bruciati entro il 2021.
Un bagno di sangue confermato anche dallo Svimez, che stima per la Puglia una perdita di oltre il 5,6% di Pil
solo in questi due mesi di lockdown: sono 3,8 miliardi di euro di valore aggiunto andati completamente in
fumo.
A tal fine riteniamo sia prioritaria una chiara Politica Industriale che induca alla ricerca ed incentivazione all’adozione di
modelli di Sostenibilità per quei settori di forte impatto sulla Salute e l’Ambiente insieme ad una infrastrutturazione mate-
riale ed immateriale del territorio al passo con i tempi della globalizzazione. In particolare, occorrono:

    1) Gli aiuti finalizzati allo sviluppo di nuovi modelli di attività per l’internazionalizzazione delle PMI;
    2) L’agevolare il collegamento scuola-lavoro con un percorso di ‘formazione continua” in quanto chiave fondamen-
       tale sia per il rilancio dell’occupazione giovanile che per l’avvicinamento della scuola al mondo imprenditoriale;
       Agevolare altresì l’integrazione tra Mondo Accademico e Mondo delle imprese, attraverso una presenza strut-
       turata di Managers e Alte Professionalità, provenienti da quest’ultimo, nei percorsi formativi universitari, sia in
       fase di progettazione dei piani di studio sia in fase di docenza e/o testimonianza di casi concreti aziendali.
    3) La promozione dello spirito di iniziativa e le capacità imprenditoriali dei nostri giovani aiutando in particolare le
       startup innovative. In questo possono essere d’aiuto la legge nazionale che ha promosso la figura di Innovation
       Manager e Organizzazioni come CIDA che promuovono il tutoring manageriale per quelle iniziative che vogliono
       affrontare l’attuale mercato globale con percorsi di accompagnamento e di performing delle iniziative;
    4) Ridurre i tempi della burocrazia che attualmente ruba fino a 120 giorni all’anno al lavoro in azienda,
       ma soprattutto frena con le inefficienze l’avvio di nuove attività e l’ingresso di giovani nell’attività di
       impresa di cui la Puglia ha enorme bisogno per crescere.

                                                    TURISMO
Sicuramente il turismo rappresenta il settore trainante del riscatto della nostra Regione che in termini di
storia, borghi, paesaggi, spiagge e biodiversità non ha nulla da invidiare ad altri territori.
Intravvediamo alcuni ambiti di intervento:
    1) Recuperare il patrimonio storico e architettonico dei nostri borghi e paesi. Le più famose località di
         villeggiatura devono offrire, oltre a servizi ineccepibili, anche la possibilità di godere del piacere di
         visitare borghi restaurati e perfettamente in ordine ed armonia. Bisogna quindi promuovere inizia-
         tive di recupero anche coinvolgendo ed invogliando i privati a restaurare i propri beni immobili (pro-
         muovendo ed integrando ad esempio il Bonus facciate e il nuovo fondo per la rinascita urbana pre-
         senti nella Legge di Bilancio 2020);
    2) Promuovere il turismo dei discendenti degli emigrati, con iniziative culturali e sociali per attirare
         tutti quei pugliesi nel mondo che non conoscono la propria terra di origine, trasformando così la
         piaga dell’emigrazione in una risorsa. I GAL – Gruppi di Azione Locale – dovrebbero partecipare più
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attivamente a questo percorso, attivando servizi ed azioni mirate a migliorare l’attrattività dei terri-
         tori, soprattutto rurali;
    3)   Promuovere la residenzialità per anziani non pugliesi che possono trascorrere il loro tempo go-
         dendo di un clima mite in paesi accoglienti ed a misura di pensionato. Definire unitamente al governo
         centrale misure di fiscalità premiante per chi sceglie di venire a trascorrere l’età della pensione in
         Puglia. Fra i prerequisiti di fattibilità occorrono però una buona assistenza sanitaria e buone infra-
         strutture. Bisogna quindi intervenire sugli standard regionali per allinearli ai migliori livelli nazionali;
    4)   Valorizzare l’offerta turistica dei territori rurali. Le nostre masserie sono uniche nel Mezzogiorno e
         costituiscono la meta più vicina per tanti meridionali amanti della vita rupestre. Occorre trovare un
         giusto equilibrio fra sostenibilità ed innovazione, per consentire di sfruttare al meglio il territorio;
    5)   Valorizzare il patrimonio costiero. E’ quanto mai opportuno intervenire a tutela degli 865 Km di co-
         sta sia con opere infrastrutturali che promuovendo la corretta raccolta dei rifiuti e garantendo un
         costante e diffuso funzionamento dei depuratori. Occorre altresì incentivare politiche di offerta dei
         servizi turistici durante i periodi non prettamente estivi;
    6)   Promuovere unitamente alle scuole ed alle università percorsi di formazione qualificata per addetti
         al settore in tutti gli ambiti, anche con l’ausilio di competenti figure Manageriali

                                             SCUOLA e FORMAZIONE
Le università pugliesi, prime tra gli atenei del Sud Italia, creano ottimi laureati. La classifica, stilata dal Censis,
nell'annuale report che tiene conto di diverse variabili, riconosce il buon impianto complessivo delle Univer-
sità di Bari, del Salento e di Foggia, tanto da riuscire a competere, in alcune facoltà, con istituzioni più attrez-
zate e meglio finanziate.
Le nostre proposte:
     1) Creare dei distretti di alta tecnologia dove fare ricerca e sviluppo mettendo insieme università,
         grandi aziende e laureati è oggi una realtà di successo, almeno in alcuni casi. Tali opportunità unite
         alle capacità delle grandi aziende e delle loro peculiari managerialità possono essere un volano di
         sviluppo, permettendo inoltre che la crescita della nostra terra resti in mano alle nostre migliori
         menti evitando la cosiddetta “fuga dei cervelli”;
     2) Riorganizzare l’offerta formativa sul territorio, anche alla luce del possibile rafforzamento dell’au-
         tonomia differenziata e integrare l’azione degli attori coinvolti in una strategia in grado di sostenere
         la competitività della Regione;
     3) Investire in edilizia scolastica per superare una situazione emergenziale e dare risposte al tema della
         sicurezza e più in particolare per le misure anti-Covid

                                                     SANITÀ
Quello della sanità è forse il settore che necessita l’intervento più urgente e radicale nella politica regionale.
Vanno recuperati con urgenza i valori essenziali del diritto alla salute attraverso un sano utilizzo delle risorse
economiche ed umane, mettendo in atto una sinergia regionale e nazionale sul tema.
E’ necessario:
    1) Attuare con urgenza un serio censimento dello stato in essere, in termini di servizi offerti, di rispetto
        dei LEA, di dotazioni organiche e patrimonio;
    2) Procedere con rapidità ad una revisione del Piano Sanitario Regionale, con serie ipotesi di ottimiz-
        zazione, razionalizzazione e corretto dimensionamento;
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3) Avviare la redazione di nuovi Atti Aziendali a cura delle singole Aziende, coerenti al Piano medesimo,
       con il superamento della logica clientelare e/o localistica territoriale, ma con una visione regionale
       improntata ad efficienza ed efficacia del Servizio, pur nell’assolvimento delle attività sul territorio.
    4) Mettere in piedi una Centrale Unica di Acquisti di Beni e Servizi per tutte le Aziende sanitarie regio-
       nali, territoriali e ospedaliere, dotata di adeguato personale con specifiche competenze e ricercando
       una osmosi con realtà extra regionali, ove si sono ricercati ed ottenuti i risultati migliori, e magari
       favorire un ritorno in Puglia di eccellenti Professionisti;
    5) Avviare azioni significative sul piano della gestione del patrimonio immobiliare delle Aziende sani-
       tarie: decine e forse centinaia sono gli immobili delle Aziende Sanitarie, inutilizzati, sotto-utilizzati o
       in stato di degrado e abbandono. Una ricognizione puntuale degli stessi, un piano di utilizzo, la loro
       messa a reddito e/o alienazione ove superflui, può rappresentare una risorsa di notevole apporto
       finanziario.
    6) Valorizzare la Sanità Privata, sia curativa che socio-assistenziale, in una logica di corretta integra-
       zione e non di contrapposizione o concorrenza. Per questo è quanto mai opportuno immaginare un
       sistema informativo unico regionale che consenta l’interscambio dei dati a tutti i livelli ed una offerta
       sinergica dei servizi e delle prestazioni, oltre che un monitoraggio costante dei costi e delle perfor-
       mance.

                                         DIGITALIZZAZIONE e COMPETITIVITA’
La Commissione europea ha pubblicato lo scorso giugno i risultati per il 2020 dell’indice di digitalizzazione
dell’economia e della società (Digital Economy and Society Index – DESI), che monitora le prestazioni digitali
globali dell’Europa e misura i progressi compiuti dai paesi dell’UE in termini di competitività digitale. Secondo
l’indice Desi 2020 l’Italia è ancora quartultima in Europa e ultima per competenze.
Una scomposizione per regione del DESI generale (Digital Economy and Society Index), redatta dall’Osserva-
torio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, evidenzia che tutte le regioni italiane restano al di sotto della
media europea. Tuttavia, la situazione italiana è caratterizzata da un forte divario. Infatti, 9 regioni superano
la media nazionale (Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Veneto, e province autonome di Trento
e Bolzano, Lazio e Toscana), mentre tutte le altre rimangono sotto la media e, soprattutto, in questa classifica
sono ultime, con grande divario, tutte le regioni del Sud.
Riteniamo pertanto necessario intervenire su tutte le aree che compongono l’indice DESI e, per questa via,
incidere sulla competitività della Puglia. In particolare, occorre procedere alla misurazione degli indici regio-
nali, al fine di individuare i profili su cui intervenire prioritariamente e quantificare le ricadute degli interventi
adottati. In generale si rende urgente:
     1) Potenziare la connettività su tutto il territorio regionale;
     2) Sostenere e rafforzare il capitale umano, attraverso agevolazioni all’accesso a percorsi di laurea e
           impiego in settori tecnologici knowledge-intensive;
     3) Progettare itinerari di alfabetizzazione della popolazione sull’utilizzo di internet per l’accesso ai ser-
           vizi privati (per es: homebanking, eshopping) e pubblici (interazione con la PA);
     4) Accrescere i servizi pubblici digitali (per es: fascicolo sanitario).
Ma soprattutto riteniamo indispensabile che la governance regionale promuova l’incremento dell’utilizzo
degli Innovation Manager, che possano accompagnare le aziende nel percorso di trasformazione digitale at-
traverso l’introduzione di tecnologie emergenti, con l’obiettivo di spingere verso un miglioramento del busi-
ness e un potenziamento della competitività.
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CIDA affonda le sue radici in una tradizione sindacale ben radicata a livello nazionale. Da oltre 70 anni rap-
presenta le istanze provenienti dalla dirigenza e dalle alte professionalità, pubbliche e private.
Forte di questa storia CIDA si propone contribuire al rinnovamento della politica sindacale, del rapporto con
le Istituzioni, con la Politica e con le altre Parti Sociali.
CIDA si impegna a valorizzare il ruolo della dirigenza al di là dei prerequisiti di professionalità e competenza:
responsabilità sociale, senso etico e trasparenza sono i valori che costituiscono i nostri tratti distintivi. La
Confederazione trova indispensabile, per aumentare la competitività del sistema Paese, puntare su una diri-
genza pubblica e privata impegnate in modo sinergico e lungimirante. Contaminazione, reciprocità e accet-
tazione del peso di cambiamenti complessi, sono le sfide che CIDA si è posta.

                                   Le Federazioni aderenti a CIDA sono:
Federmanager (Federazione Nazionale dei Dirigenti e delle Alte Professionalità delle Aziende Industriali)
Manageritalia (Federazione dei Manager del Commercio)
FP-CIDA (Federazione Nazionale dei Dirigenti e delle Alte Professionalità della Funzione Pubblica)
CIMO (Il Sindacato dei Medici)
SUMAI (Sindacato Unitario Medici Ambulatoriali)
Sindirettivo Banca Centrale (Sindacato del Personale Direttivo della Banca d’Italia)
FIDIA (Federazione Italiana Dirigenti Imprese Assicuratrici)
Federazione 3° Settore CIDA (Dirigenti e delle Alte Professionalità degli Enti e delle Istituzioni non profit)
FeNDA (Federazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità dell’Agricoltura e dell’Ambiente)
SAUR (Sindacato Autonomo Università e Ricerca)
Sindirettivo Consob (Sindacato del Personale Direttivo della Consob)

Attraverso le sue Federazioni, aderiscono a CIDA circa 150mila dirigenti e alte professionalità, in servizio e
pensionati sia pubblici che privati.
CIDA è presente con propri rappresentanti nel Cnel, in tutti i Comitati Regionali e Provinciali di Inps ed Inail
e nelle maggiori Commissioni e Gruppi di lavoro istituiti presso i vari Ministeri (Commissione salute e sicu-
rezza lavoro, Fondo lavoratori dipendenti, Comitato Sorveglianza PON Infrastrutture e Reti, Comitato Sorve-
glianza PON Ricerca e Innovazione, Comitato Sorveglianza PON Città Metropolitane, Fondo pensioni lavora-
tori dipendenti, ecc.). La Confederazione è inoltre socia fondatrice della CEC (Confederazione Europea dei
Manager) ed esprime un proprio rappresentante nel CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo). CIDA è
presente sul territorio con 20 Sedi Regionali.

CIDA Puglia, per il tramite delle Associazioni territoriali, associa circa 4mila Dirigenti nei diversi settori pro-
duttivi.
                                           Governance CIDA Puglia
Segretario Regionale: Giuseppe Trisciuzzi
Consiglio: Bonfitto Antonio, Conversano Pietro, Garofalo Maria Grazia, Losurdo Francesco, Oliva Arturo, Ro-
mito Roberto.

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