La scuola a casa - numero speciale marzo 2020 - Morcelliana
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ISSN 2611-3635 numero speciale Rivista di aggiornamento professionale per il Primo Ciclo di Istruzione Restare presenti a se stessi marzo 2020 Una nuova normalità per il futuro Un “terzo spazio” di apprendimento la scuola a casa
Pier Cesare Rivoltella Tecnologie di comunità pp. 128, € 12 ELS La Scuola EAN 9788837230753 La genesi teorica, il profilo metodologico e alcune prime possibili applicazioni dell’approccio delle Tec- nologie di comunità: un nuovo spazio di ricerca e di intervento nell’ambito della Media Education e del lavoro sociale e di prevenzione fondamentale in una società sempre più tecnologizzata. Può diventare una occasione per la costruzione di legami, la (ri)costruzione della comunità, la liberazione delle risorse e delle energie di un territorio. Oggi il divario digitale costituisce una forma di esclusione e di negazio- ne della cittadinanza che colpisce gli anziani, gli abitanti delle periferie, i migranti: sviluppare compe- tenze digitali diviene sempre di più un obiettivo delle politiche pubbliche. Pier Cesare Rivoltella - Pier Giuseppe Rossi Il corpo e la macchina Tecnologia, cultura, educazione pp. 192, €16 Scholé EAN 9788828400462 Il paesaggio culturale attuale, segnato dal protagonismo della tecnologia e dal trionfo dei dati, necessita che se ne comprendano i significati e si prospettino le conseguenze sull’agire didattico. A due livelli. Nel primo, quello della multidisciplinarità, sono attraversati i problemi-chiave posti dall’innovazione tecnologica: epistemologico (la conoscenza), semiotico (i linguaggi), antropologico (i comportamenti e i valori), ergonomico (le forme), pedagogico (l’educazione), didattico (la mediazione), metodologico (la ricerca). Il secondo livello individua alcuni concetti-chiave trasversali ai diversi ambiti: l’aggregatore e il frammento; il sistema corpo-mente-cervello; la realtà, i dati e lo schermo; il frattale. Il risultato è una mappa. Una sorta di piattaforma programmatica da consegnare allo studioso e al for- matore. Un libro-problema, insomma, nel senso etimologico del gettare-avanti per discutere e attivare la logica della scoperta.
Editoriale L’astrazione e la verità di Pier Cesare Rivoltella Un topo morto in un corridoio. Poi un altro, molti, moltissimi topi morti, con una voglia rossa dipin- ta dal sangue sulla bocca. Qualcuno si chiede perché. Altri, i più, sono contenti: era ora che venisse- ro fuori e si potesse liberarsi di essi. Proprio uno di quelli che la pensano così accusa una febbre, vede comparire noduli gonfi e scuri su tutto il proprio corpo, sembra migliorare, poi muore. Ne seguiranno altri: dieci, trenta, trecento al giorno. Le autorità non vogliono che si pronunci il nome che però tutti ormai hanno in mente. Cercano di coprire, di contenere, di sdrammatizzare finché si può. Poi cedono. E le misure per la salute pubblica si susseguono, sempre più stringenti, mentre la città, chiusa nell’asse- dio che si è autoimposta, conosce la voglia della fuga, la paura, l’incoscienza di chi vive come se niente stesse accadendo. È lo scenario che Albert Camus disegna ne La peste, lo straordinario romanzo del 1947 che il grande scrittore, drammaturgo e filosofo francese dedica al racconto del male (del Male?), del suo diffondersi, delle passioni che suscita e agita tra gli uomini. Orano come Codogno, come Vò Euganeo, come Nembro, come uno qualsiasi dei tanti luoghi del con- tagio. Un grande laboratorio antropologico che consente di studiare i comportamenti delle persone e che mette in luce il conflitto tra l’astrazione e la verità, come rivela nella prima parte del libro il dialogo cruciale tra Rieux, il medico che sopravviverà alla peste per raccontarla, e il giornalista Rambert, im- pegnato a lasciare la città a qualunque costo. Fenomenologia dell’astrazione L’astrazione allude al “si deve”, ai ragionamenti, alla logica della verbalizzazione e della chiacchiera contro la logica dei sentimenti e della vita. Ne è testimonianza la spropositata e contraddittoria produ- zione di discorsi che ha accompagnato e sta accompagnando l’emergenza. Penso in prima istanza ai discorsi dell’informazione. Come sempre in occasione delle crisi la macchina dell’informazione tende a garantire all’evento una copertura totale. E come sempre si rimane nel dub- bio che in alcuni casi prevalga la logica di servizio o la ricerca dell’audience. L’effetto sul pubblico è no- to: la “sindrome dello scoiattolo”, chiuso in casa (questa volta non per scelta), impegnato ogni mezz’o- ra a verificare gli aggiornamenti. Gli esperti si avvicendano negli studi, si comincia a riconoscerli, li si chiama per nome. Il risultato è un’ipertrofia informativa che genera saturazione e alla fine produce di- sorientamento e disinformazione, da una parte alimenta l’ansia e dall’altra dispone alla rassegnazione o alla sottovalutazione. Accanto a questi discorsi “ufficiali”, giocano un ruolo rilevante i discorsi dei social. Vi si riconoscono alcune posture. Anzitutto la postura ingenua: è la postura di chi dà credito alle fake e si accinge ad assumere vitamine per evitare il contagio, di chi alimenta le catene di S. Antonio, ma anche di chi si emoziona e partecipa con trasporto alle gioie e ai dolori degli altri attraverso i post, le storie, le immagini. Vi è poi la postura critica: è quella di chi intenzionalmente prova a favorire la riflessione (anche attraver- so l’arguzia, la battuta, il meme che sdrammatizza con l’ironia), offre spunti al pensiero, fornisce esempi Numero speciale – marzo 2020 1 eas
di testimonianza; è questa, ad esempio, la postura di chi all’indomani del grande esodo dal Nord, pri- ma della “serrata” imposta dal Governo, lancia l’ashtag #iorestoqui, oppure del gruppo di giovani del Team Bota (tieni botta, tieni duro) che a Rimini si sono messi a disposizione di chi vive solo, per aiutarlo ad affrontare le piccole sfide di tutti i giorni. Ancora, la postura idiota: lo dico nel senso etimologico della parola greca ‒ ιδιοτες ‒ di colui che è cen- trato su se stesso e che anche nel momento dell’emergenza, della precarietà, del bisogno non esita a ri- tagliare uno spazio per il proprio Ego. In queste settimane molti insegnanti, studiosi (o sedicenti tali) hanno giocato questa postura, come molti politici, incapaci di rassegnarsi a non strumentalizzare, non polemizzare, non perdere l’occasione per mettersi in evidenza: idioti, appunto. Infine la postura cinica. È la postura di chi sa sempre tutto, di chi non si emoziona per niente, di chi vede complotti dappertutto e che non riesce a comprendere che la critica è costruttiva e non distruttiva. È la postura di chi di fronte alla scuola che si rimbocca le maniche e prova a lavorare a distanza la accusa di cedere al mercato e all’ideologia neoliberista che lo sostiene, ed è anche la postura di chi dice no, a prescindere, sempre, qualsiasi cosa si faccia. Il risultato di questa discorsivizzazione imponente è che alla fine, sotto i discorsi, il mondo vero rischi di diventare favola, proprio come suggeriva Nietzsche, e che si perda di vista la realtà. È un primo grande tema di riflessione per gli insegnanti con le loro classi. Forme della verità La verità è l’altra grande istanza che il contagio porta in gioco. Si esprime in una gamma di vissuti che punteggiano la quotidianità: la condizione di esilio, l’esperienza della separazione, la solitudine, le rela- zioni di cui si ha nostalgia. Il tratto comune a tutti è che, per chi li sappia valorizzare, essi funzionano da esperienze fondamentali. Sono tali quelle esperienze che distillano l’essenziale lasciando venire a te- ma quel che conta nella vita. Un libro molto citato di Sherry Turkle, psicologa che da oltre due decenni si occupa di comunicazione mediata, si intitola Alone together. Allude, la Turkle (2011), alla condizione di separazione che i media digitali impongono anche quando si è fianco a fianco: seduti vicini, ciascuno sul proprio smartphone, si è in fondo da soli. In questi giorni l’esperienza è un’altra: essa consente di leggere diversamente quel titolo. Anche se da soli, ciascuno nella propria casa, si è in fondo insieme: è il filo delle comunicazioni in WhatsApp che tesse le nostre vite, sono gli eventi sincroni (in Skype, in Zoom, in Hangout…) che favo- riscono l’incontro. Questa esperienza strana di socialità e relazione a suo modo consente la riscoperta dei volti e delle vo- ci, proprio nella separazione. Come scriveva Federico Schlegel: «Non è l’odio, come dicono i saggi, ma l’amore che separa gli esseri… Solo nella risposta del suo tu ogni io può sentire totalmente la sua infi- nità unità». La separazione ci restituisce lo sguardo dell’altro e attraverso il suo sguardo ci consente di riconoscerci, cosa che non avremmo potuto fare se non ci fossimo separati da noi stessi (Melchiorre, 1977). Scrive una mia studentessa, dopo la mia prima lezione in ambiente collaborativo sincrono (già, l’Università “a distanza”): «Gentile prof. Rivoltella, volevo ringraziarla per la lezione di oggi: è stato come assaggiare un briciolo di normalità. Il riprendere le attività, anche se a distanza, mi ha fatto riflettere sull’importanza della scuola in ospedale e sulla necessità di ricreare questa esperienza anche per i più piccoli. Ho due figli e siamo via da Milano dal 23 con anche 2 nipoti: per loro (a parte il piccolo che va alla scuola dell’infanzia) l’unico contatto con la scuola (due in seconda e uno in quinta primaria) è diventa- to ricevere compiti da dover ricaricare eseguiti... solo il peggio insomma. Oggi è arrivato un messaggio attraverso il registro elettronico alla mia prima: non sa che sorriso! Devo inventarmi qualcosa, oltre alle videochiamate con le migliori amiche... Da quando ho ripreso l’università (ho terminato la magistrale di filosofia nel 2010) non lavoro più a scuola, ma vivendola da genitore ci penso spesso: spero che questo periodo faccia nascere la giusta no- eas 2 Numero speciale – marzo 2020
stalgia della scuola, un po’ come ci siamo detti tra compagni di corso dopo la sua lezione di oggi. Vole- vo solo ringraziarla, spero di non averla disturbata. Cordiali saluti». Hartmut Rosa (2016) parlerebbe di risonanza. E risonanza sono anche le parole scritte sui container arrivati dalla Cina con mascherine e ventilatori polmonari al seguito della delegazione di medici spe- cializzati nella lotta al virus: «Siamo onde dello stesso mare, rami dello stesso albero, fiori dello stesso giardino». Qui c’è un secondo grappolo di temi per gli insegnanti con le loro classi: il superamento dello stereotipo, sulla distanza che allontana, come sui cinesi; il pensiero posizionale, e cioè il sapersi mettere nei panni degli altri e guardare le cose dal loro punto di vista (Nussbaum, 2010); la cittadinanza come ascolto e relazione; il legame che la tecnologia può aiutare a costruire, o a ricostruire (Rivoltella, 2017). Occorrerà ricordarsi la lezione anche quando tutto sarà finito e saremo tornati alle nostre vite di sem- pre: «Ascoltando infatti le grida di esultanza che si levavano dalla città, Rieux si ricordava che quell’e- sultanza era sempre minacciata. Poiché sapeva quel che la folla in festa ignorava, e che si può leggere nei libri, cioè che il bacillo della peste non muore né scompare mai, che può restare per decenni ad- dormentato nei mobili e nella biancheria, che aspetta pazientemente nelle camere da letto, nelle can- tine, nelle valigie, nei fazzoletti e nelle carte, e che forse sarebbe venuto il giorno in cui, per disgrazia e monito agli uomini, la peste avrebbe svegliato i topi e li avrebbe mandati a morire in una città felice». Riferimenti bibliografici Melchiorre V. (1977). Metacritica dell’eros. Vita e Pensiero, Milano. Nussbaum M. (2010). Non per profitto. Tr. it. Il Mulino, Bologna 2011. Rivoltella P.C. (2017). Tecnologie di comunità. Scholé, Brescia. Rosa H. (2016). Pedagogia della risonanza. Tr. it. a cura di F. Fiore, Scholé, Brescia 2020. Turkle S. (2011). Insieme ma soli. Perché ci aspettiamo sempre di più dalla tecnologia, ma sempre meno dagli altri. Tr. it. a cura di S. Bourlot e L. Lilli, Codice, Torino 2012. Numero speciale – marzo 2020 3 eas
e essere a scuola a s Rivista di aggiornamento professionale per il Primo Ciclo di Istruzione ISSN 2611-3635 Editoriale L’astrazione e la verità Direttore: Pier Cesare Rivoltella di Pier Cesare Rivoltella, p. 1 Segretaria di redazione: Silvia Faini Comitato Scientifico: Giovanni Biondi Inquadrature di Media Education (INDIRE), Fabio Bocci (Università di RomaTre), Giovanni Buonaiuti I social in tempi di emergenza (Università di Cagliari), Iole Caponata di Michele Marangi, p. 6 (Docenti virtuali), Giuseppe Corsaro (Insegnanti 2.0), Luigi Guerra (Università di Bologna), Pierpaolo Ricerca Limone (Università di Foggia), Daniela Raccontare la ricerca: discorsi, catene e fake news sul virus Maccario (Università di Torino), di Alessandra Carenzio, p. 8 Elisabetta Nanni (Insegnanti 2.0), Elisabetta Nigris (Università di Milano Bicocca), Loredana Perla (Università di Mente, corpo, cervello Bari), Federica Pilotti (Docenti virtuali), Cosa vogliamo imparare da questa esperienza? Pier Giuseppe Rossi (Università di di Greta Lacchini, p. 11 Macerata), Maurizio Sibilio (Università di Salerno), Davide Zoletto (Università di Udine). Dirigere scuole e buone pratiche di sistema Comitato di Redazione: Paola Amarelli, E-learning: opportunità e impreparazione Asteria Bramati, Enrica Bricchetto, di Ennio Pasinetti, p. 13 Gianna Cannì, Alessandra Carenzio, Letizia Cinganotto, Emanuele Contu, Greta Lacchini, Vincenza Leone, Didattica delle discipline Silvia Maggiolini, Laura Montagnoli, Elena Mosa, Ennio Pasinetti, Stefano La lezione a distanza dal lato del docente. Spunti formativi al tempo Pasta, Elena Piritore, Marco Roncalli, del COVID-19 Raffaella Rozzi, Alessandro Sacchella, di Enrica Bricchetto e Gianna Cannì, p. 15 Luisa Treccani, Elena Valgolio. Coordinamento referee: Sara Lo Jacono (per le sezioni: Essere professionisti a scuola, Inquadrature di Media Education Sviluppo professionale, Ricerca, Didattica delle La scuola a distanza: la voce dei ragazzi discipline, Fare scuola, Dirigere scuole e buone di Sara Lo Jacono, p. 19 pratiche di sistema) Autori in redazione: Elena Amodio, Monica Arrighi, Angelo Bertolone, Fare community Stefano Bertora, Caterina Bruzzone, Voci dal Web per la scuola a distanza. L’esperienza delle comunità Claudia Canesi, Ornella Castellano, on line di docenti Silvia Cattaneo, Laura Comaschi, di Jole Caponata, Elisabetta Nanni e Federica Pilotti, p. 20 Manuela Delfino, Chiara Friso, Angela Fumasoni, Paolo Gallese, Pamela Giorgi, Claudio Lazzeri, Michele Dossier materiali e strumenti Marangi, Rita Marchignoli, Paola Soli in una stanza. #distantimaunitiperlascuola Martini, Paola Massalin, Antonella di Elena Piritore ed Elena Valgolio, p. 22 Mazzoni, Isabella Ongarelli, Francesca Panzica, Maila Pentucci, Livia Petti, Eva Pigliapoco, Francesca Davida Storie della scuola Pizzigoni, Sofia Poeta, Jenny Poletti Riz, Giuseppina Rizzi, Ivan Sciapeconi, Tra patrimonio scolastico e patrimonio familiare. Anna Soldavini, Isa Sozzi, Elena Spunti didattici per creare memoria condivisa Valdameri, Pietro Zacchi. di Francesca Davida Pizzigoni, p. 25 eas 4 Numero speciale – marzo 2020
Sullo scaffale Il rischio di allargare la forbice tra Gianni e Pierino. La scuola a distanza: attenzione al divario digitale di Stefano Pasta, p. 27 Progetto grafico di copertina Monica Frassine Pratiche inclusive Cura e responsabilità: scuola e disabilità al tempo del contagio. Impaginazione COVID, ovvero Costruire Opportunità e Validi Interventi anche per Overtime di Olivia Ruggeri alunni con Disabilità di Silvia Maggiolini, p. 30 Quote di abbonamento Abbonamento annuale 2019/2020 (10 fascicoli) Fare scuola Italia: € 60,00 Europa e bacino del Mediterraneo: Tempo di fragilità, opportunità per rafforzare il ruolo educativo € 105,00 del docente Paesi extraeuropei: € 129,00 di Alessandro Sacchella, p. 32 Fascicoli singoli: € 8,00 Dai compiti alle situazioni problematiche di Alessandro Sacchella, p. 33 Abbonamento digitale: € 39,00 (iva incl.) Istruzioni per il download Fare scuola dei materiali sul sito Prove tecniche di “comunità educante” www.morcelliana.it di Biagio Di Liberto, p. 35 Modalità di pagamento Abbonamento Italia Didattica delle discipline – Versamento su ccp n. 385252 – Bonifico: UBI Banca spa - Razionalizzare la realtà Iban di Dario Forlani e Laura Montagnoli, p. 37 IT94W0311111205000000003761 Causale: Abbonamento “Essere Storie della scuola A Scuola” anno … – Ordine tramite sito web: Didattica della storia ai tempi del COVID-19. Distanza, digitale e uso www.morcelliana.it laboratoriale delle fonti – Addebito su Carta del Docente di Pamela Giorgi e Irene Zoppi, p. 39 International Subscription – Sales Office: tel. +39 030 46451 - Didattica delle discipline Fax +39 030 2400605 Mobilità degli studenti in un’Europa chiusa in casa. e-mail: abbonamenti@morcelliana.it Appunti di un’esperienza – Online Catalogue: di Vincenza Leone, p. 42 www.morcelliana.it Sviluppo professionale PER INFORMAZIONI La scuola non si ferma. Avanguardie educative e Piccole scuole a supporto dell’emergenza sanitaria Editrice Morcelliana srl di Elena Mosa e Letizia Cinganotto, p. 44 Via G. Rosa, 71 25121 Brescia, Italia Essere professionisti a scuola Tel. +39 030 46451 Fax +39 030 2400605 A scuole chiuse: riferimenti normativi e contrattuali e-mail: di Luisa Treccani, p. 46 abbonamenti@morcelliana.it Numero speciale – marzo 2020 5 eas
Inquadrature di Media Education I social in tempi di emergenza di Michele Marangi, Ricercatore CREMIT, Media Educator, docente all’Università Cattolica di Milano Che cosa possiamo imparare fuso comunemente che rimanda sindaca che lo ringrazia e ga- dall’emergenza Coronavirus ri- al pericolo e alla catastrofe. Non rantisce l’invio della polizia mu- spetto al nostro rapporto con il per puro gusto intellettuale, ma nicipale: nessuno dei due, però, digitale? In che modo gli even- come primo antidoto a farsi tra- si rende conto che la foto risale ti di queste settimane potrebbe- scinare dal pessimismo e dal ni- agli anni ’80, e i principali quo- ro mutare radicalmente la per- chilismo: una buona base per tidiani, il giorno dopo, riportano cezione delle tecnologie come postulare un futuro praticabile e la notizia senza cenni alla falsità contesto pedagogico comunita- sostenibile è la capacità di assu- dell’immagine. rio e come ambiente di appren- mere un punto di vista differen- In questa situazione, la scuo- dimento? E, in ultimo, che im- te su ciò che nel presente appare la deve affrontare fin dalle pri- patto potrebbe avere quanto ovvio e scontato. me classi dell’infanzia una gran- sta accadendo rispetto al modo Reputo che in queste settima- de sfida: considerare lo struttu- e, soprattutto, al senso del fare ne di “emergenza” stiano affio- rale imprinting personalistico scuola in quest’epoca? rando quattro aspetti chiave sul- del digitale senza farlo diventa- Non sono domande retoriche, le relazioni tra digitale, comuni- re narcisismo autoreferenziale, che prevedono risposte univo- cazione e apprendimento, di cui ma trasformandolo, viceversa, che o formule magiche. Appare sarà utile tenere conto in un fu- in una prospettiva di relazione evidente che la necessità di do- turo di nuova normalità. autentica e coinvolgente. Oltre ver reagire alla repentina tra- Il primo elemento è una confer- lo specchio e la bolla, la finestra sformazione delle nostre rou- ma: l’arena digitale è sempre in- e il ponte. tine ha costretto o permesso a nanzitutto un’espressione sog- Il secondo aspetto che emerge milioni di persone nel nostro gettiva, che spesso unisce inde- è strettamente collegato al pri- Paese di dover ripensare il pro- terminatezza emotiva e urgenza mo e rappresenta una prospet- prio rapporto con i media digi- comunicativa, con il rischio di tiva già praticabile. Se si supera tali, dallo smart working alle le- una grande superficialità. Que- l’onda immediata di emotività zioni a distanza, dalla creazio- sto non accade solo nelle situa- autoreferenziale e superficiale, ne di nuove forme di parteci- zioni più deteriorate, in cui è si possono apprezzare i flussi più pazione all’impiego creativo di esplicita la ricerca di facili con- originali dei social e le esperien- strumenti e contesti comunica- sensi, l’autoreferenzialità espres- ze di didattica a distanza, le pro- tivi spesso sottovalutati o poco siva o il piacere della rissa social, grammazioni in équipe o i con- sfruttati. ma ricorre sempre più anche in fronti tra colleghi, ovvero con- Può essere utile recuperare l’eti- contesti che dovrebbero sfuggire crete testimonianze della possi- mologia latina della parola emer- a certe logiche. Ad esempio: un bilità di mantenere nel digitale il genza, che rimanda a ciò che noto virologo pubblica l’istanta- senso di ingaggio personale e di esce all’improvviso da una su- nea di un lungofiume con mol- proficua collaborazione. perficie in cui era stato immer- te persone, nonostante il divie- Il piacere di recuperare una di- so (il verbo mergere), non consi- to di creare assembramenti; ciò mensione collettiva non appare derando qui il significato più dif- stimola la reazione di una nota solo una reazione all’isolamen- eas 6 Numero speciale – marzo 2020
to forzato, ma l’inattesa scoper- Si tratta qui di ripensare il con- aut antitetico, semmai reversi- ta, per molti, di nuove possibi- cetto di digital divide. Va aggior- bile a seconda dei punti di vi- lità e modalità di partecipazio- nato il suo significato origina- sta: studenti, docenti, famiglie, ne non solo “con il”, ma anche rio, ma non nel senso ridutti- agenzie sociali, tessuto produt- “nel” digitale. Stiamo assisten- vo di fornire tecnologia a tutti, tivo. Forse è davvero maturo il do al recupero e alla ricodifica a pioggia. Piuttosto, appare ne- tempo per pensare al digitale digitale dello studium, inteso in cessario compiere scelte strate- come “terzo spazio” di appren- primo luogo come intreccio tra giche, sia nel micro che nel ma- dimento e di mediazione educa- impegno e passione, entusiasmo cro, per identificare quali tecno- tiva, che intrecci costantemente e applicazione rigorosa, cura e logie siano più funzionali per un personale e collettivo, informale propensione: si pensi agli inter- uso pedagogico e non semplice- e formale, disciplinare e trasver- venti di professionisti che metto- mente didattico, favorendo un sale, specificità del frammento e no a disposizione le loro compe- approccio sociale e partecipati- coerenza del layout, come sug- tenze in brevi pillole video, op- vo e non autoreferenziale e so- gerisce Rivoltella. pure all’attivazione partecipati- lipsistico. Oltre ai dispositivi e Oltre l’abusata e ormai impro- va di risorse digitali nei gruppi ai terminali, va affrontato il te- pria querelle tra reale e virtuale, professionali, come testimonia- ma della rete, della connessio- stiamo sperimentando quotidia- no altri interventi in questo nu- ne, della performatività necessa- namente l’intreccio tra realtà fi- mero speciale. O, ancora, sono ria per garantire effettivi flussi di sica e realtà digitale, che segue significative le molte testimo- scambio e di partecipazione col- logiche non semplicemente inte- nianze di studenti che non si li- lettiva. Questo è forse l’aspetto rattive, ma partecipative in mo- mitano a partecipare passiva- centrale che declina il digital di- do più complesso e profondo. mente ai webinar e alle sessioni vide non solo in senso tecnologi- Per la scuola potrebbe essere a distanza, ma interagiscono in co, ma anche sociale e culturale, l’occasione giusta per mettere modo proattivo e creativo, co- assottigliando sempre più la di- a sistema quanto sta emergen- sì come le esperienze tra colle- stanza tra il centro e le periferie do in questi giorni, assumendo ghi che sperimentano concreta- della mediapolis preconizzata da sempre più il ruolo di protagoni- mente le potenzialità di un ap- Silverstone. sta capace di leggere le trasfor- plicativo, di un ambiente online In questa prospettiva, per prati- mazioni in atto e di reggere la o di un social, unendo apprendi- care in modo serio e articolato le sfida di un presente complesso. mento personale e nuove possi- potenzialità delle reti, oltre l’u- bilità didattiche. so snack dei propri dispositivi, è Per poter rafforzare e radicare necessario unire gli aspetti infra- progressivamente queste dina- strutturali alle scelte strategiche, miche anche dopo l’emergen- intrecciando le competenze tec- za, è necessario però un terzo nologiche a quelle pedagogiche, elemento. Serve una specifica la sostenibilità economica con la attenzione strutturale, che per- visione sociale e culturale. metta alle persone e ai gruppi di Questa dimensione di intrec- vedere incoraggiata e sostenuta cio continuo è forse il lascito la loro nuova propensione a uti- più stimolante che sta emergen- lizzare il digitale in modo non do da questi giorni, che ci por- solo tecnico e strumentale, ma ta al quarto elemento: la neces- anche pedagogico, come fatto- sità di rinunciare a un sistema re chiave per la partecipazione puramente binario di appren- civica e per creare una nuova dimento, del giusto o sbagliato, dimensione socio-culturale che del dentro o fuori, del valutabile non sia sempre subordinata alle o non valutabile, che spesso ri- logiche del mercato. schia di trasformarsi in un aut Numero speciale – marzo 2020 7 eas
Ricerca Raccontare la ricerca: discorsi, catene e fake news sul virus di Alessandra Carenzio, ricercatrice di Didattica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e membro del Centro di Ricerca CREMIT La ricerca costituisce un patrimonio inestimabile per tutta la comunità, in qualsiasi momento e in ogni ambito. In tempi di emergenza sanitaria i dati di ricerca assumono un duplice valore: un chiaro segnale della possibilità di uscire dalla crisi, ma anche una semplice risposta al bisogno umano di sapere per interpretare il presente. Nel caso del COVID-19, emergono due elementi. Il primo ci dice che la situazione che viviamo nel nostro Paese si inserisce in un substrato di incertezze dovute al fatto che in Europa, per primi, abbiamo provato ad affron- tare il virus. Il secondo elemento fa riferimento alla comunicazione: Instagram, Whatsapp, Facebook, quotidiani, siti di informazione, TG e radio sono canali di “approvvigionamento informativo” preziosi, ma anche di scambio e di relazione che lasciano ampio spazio all’emotività, alla “pancia”, allo stile personale. La ricerca diventa ci, abbiamo letto studi, sentito esperti, ascoltato audio di me- Bufale, messaggi “leggera” dici. La ricerca, dunque, segue virali e fake news In questo momento i dati sono la strada della disintermediazio- Sono moltissimi i casi in tema di oggetto di profondo interesse a ne, che potremmo sintetizza- COVID-19: audio dagli ospe- livello trasversale: numeri, cifre, re in una battuta: non servo- dali, dati di ricerca non confer- previsioni e studi entrano nel- no gli specialisti, gli specialisti mati, notizie false costruite per la testa di tutti noi. La cosa che siamo noi. Jean-Louis Missika, orientare le scelte della popola- ci distingue è senza dubbio il li- nel libro La fine della televisione zione o preservare il mercato. vello di esperienza tematica: al (2006), inquadra perfettamen- Due sono gli esempi che voglia- medico e all’infermiere l’erro- te la situazione: non servo- mo portare. Il primo è relativo re salta all’occhio immediata- no gli apparati (la tv, la radio, a un audio attribuito al noso- mente, al comune lettore questo i giornali) per far circolare le comio milanese Niguarda, nel non capita, a meno di esercita- proprie idee, bastano una con- quale si racconta di un tragico re un’attenta analisi condita con nessione, un dispositivo e una meccanismo di scelta per i po- una dose di distanziamento critico. canale, garantendo al singolo sti in rianimazione: vince il più La ricerca, in sintesi, diven- la possibilità di partecipare al- giovane, lasciamo morire il più ta “leggera” (anche se non lo lo spazio pubblico senza aver- anziano che, ça va sans dire, ha è) e in poche settimane svilup- ne (sempre) titolo. L’accesso già vissuto abbastanza. Parole piamo un apparente linguag- diffuso e la possibilità di esse- dure che schiacciano con for- gio quasi-scientifico, che fino re autori senza una mediazio- za il nostro campanello di al- a pochi giorni prima ci face- ne dall’alto non sono elementi larme. La Direzione generale va discutere del virus davanti negativi, ma possono costitui- dell’ospedale ha sporto denun- a un caffè. «Con il caldo do- re un problema in tempi di an- cia e questo è il commento rila- vrebbe sparire», e ancora, «il sia, disorientamento e bisogno sciato dal Procuratore aggiun- virus si ferma sulle superfici di conforto. I dati della ricerca to Tiziana Siciliano al Corriere per almeno 24 ore!». «Ma non possono, dunque, partecipare della Sera (12 marzo): «è asso- erano 12?». «Allora mi com- a questo processo di consola- lutamente criminale mandare pro la mascherina». «Serve zione, ma possono creare pa- in giro notizie false e allarman- la FFP2!». Conosciamo codi- nico e disinformazione. ti in un momento come quello eas 8 Numero speciale – marzo 2020
che stiamo vivendo tutti», co- municando l’apertura di un’in- Quale compito Chiudiamo con due strumenti utili per l’analisi (vedi figg. 1 e 2 chiesta. Il Prof. Roberto Fuma- per la scuola in queste pagine). galli, Direttore dell’Anestesia e Gli esempi citati possono esse- Si tratta di criteri per smaschera- Rianimazione 1 del Niguarda, re tradotti in attività didattiche: re le fake news (costruiti dalla In- è intervenuto con un video su raccogliere articoli e testi, met- ternational Federation of Libra- YouTube (un canale “aperto” terli a disposizione della classe, ry Associations and Institutions) per raggiungere tutti) e artico- fornire tracce di analisi, chie- e di indicazioni messe a punto da li, ricordandoci che dobbiamo dere agli studenti di contribui- Valigia blu. Nel primo la logica fare affidamento solo su infor- re. Risorse importanti sono co- suggerisce di andare in profondi- mazione “qualificata”. Ci sono stituite dagli esiti delle ricerche tà: quali sono le fonti? Quali so- audio nei quali si racconta che, delle agenzie di fact-checking no i miei preconcetti? Chi è l’au- di notte, gli elicotteri sorvolano (https://www.bbc.com/news/ tore? Come è formulato il titolo? Milano spargendo disinfettan- world-africa-51710617) o siti de- Nel secondo caso, le indicazio- dicati (www.bufale.net). ni sono frutto di una riflessione te, altri che citano studi sull’u- so di vitamina C, gargarismi e bevande calde per contrastare Figura 1 il virus. Il secondo esempio fa riferimen- to a uno studio cinese, pubbli- cato su una Rivista di medici- na, che sostiene la permanenza del virus nell’aria per 30 minu- ti, raccomandando una distan- za di sicurezza di almeno 4,5 metri. Uno studio ritirato dalla Rivista, che formula delle ipo- tesi a partire da un caso di con- tagio avvenuto su un autobus, sulla base della disposizione dei posti e del sistema di areazio- ne del bus, arrivando a questa affermazione: «in un ambiente chiuso con aria condizionata, la distanza di trasmissione del nuovo coronavirus supererà la distanza di sicurezza comune- mente riconosciuta». Ma il da- to è circolato per giorni. Si tratta di informazioni che passano da un dispositivo all’al- tro alla velocità della luce con il rischio di non dare valore al- le informazioni attendibili, de- stinate a perdersi nel mare dei dati, e di confondere il medico coscienzioso con il tuttologo im- provvisato. Numero speciale – marzo 2020 9 eas
sul virus con suggerimenti pra- consultati più esperti? Si tratta ca (so leggere le notizie in chiave tici: evitare immagini di archi- di un’indiscrezione o di un dato transmediale), critica (so valuta- vio, parlare con più di un esper- confermato?). re), etica (sono un autore respon- to, sorvolare sulle indiscrezio- Il lavoro della scuola è quello sabile, condivido solo post sen- ni, semplificare le informazioni. di predisporre lo spazio per su- sati e confermati, praticando il Dunque, suggerimenti per in- perare il meccanismo del bias bene comune). formare in modo responsabile di conferma, che ci fa prediligere Quando questa edizione specia- che possiamo adottare come au- quelle informazioni che tendo- le sarà sui nostri schermi, lo sce- tori dei nostri post e che possia- no a confermare le nostre con- nario sarà mutato sia nel numero mo trasformare in domande per vinzioni. Emerge chiaramente dei contagiati, sia nelle risposte gli studenti (l’articolo usa im- il senso della Media Education delle persone. Speriamo in me- magini di repertorio? Vengono nelle sue tre dimensioni: alfabeti- glio, perché #andratuttobene. Figura 2 eas 10 Numero speciale – marzo 2020
Mente, corpo, cervello Cosa vogliamo imparare da questa esperienza? di Greta Lacchini In questi giorni inquieti, nei si generano e come possano mu- L’ansia invece si scatena attra- quali oscilliamo tra la dramma- tare la percezione del mondo e verso previsioni negative e cata- tizzazione di un evento inatteso della realtà. strofiche su eventi percepiti co- e l’eco della peste del Boccaccio Il pensiero positivo è una grande me importanti o pericolosi. An- e del Manzoni, dobbiamo pre- medicina, in questo caso molto che l’ansia genera una serie di stare particolare attenzione alle utile per produrre energie rige- modificazioni fisiologiche simili nostre emozioni e ai nostri pen- neratrici a protezione del pro- a quelle della paura: giramenti sieri. prio corpo, energie che posso- di testa, vertigini, senso di con- Spezzare un pensiero domina- no anche essere inviate mental- fusione, mancanza di respiro, to dalla paura è possibile e so- mente a supporto di chi soffre. costrizione o dolori al torace, prattutto ci può offrire la possi- È rassicurante pensare che l’uo- appannamento della vista, sen- bilità di ascoltare – anzi sentire mo, sebbene sia l’essere coscien- so di irrealtà, il cuore che batte – qualcosa di diverso che abbia- te e pensante per antonomasia, in fretta o salta qualche battito, mo dentro. conservi dei meccanismi istintivi perdita di sensibilità o formicolii La mia riflessione si interroga primitivi per far fronte alle mi- alle dita, mani e piedi freddi, su- sulle opportunità che ci offre nacce. Tuttavia non sempre ri- dore, rigidità muscolare, mal di questo momento di forzata in- usciamo ad avere il pieno con- testa, crampi muscolari, paura timità con noi stessi. Qualcuno trollo a livello percettivo del- d’impazzire o di perdere il con- potrà trovare questa esperienza le nostre emozioni. La paura è trollo. L’ansia è generata spesso nuova e interessante, per altri uno stato emozionale che si at- dalle valutazioni che si effettua- sarà l’occasione di sentirsi parte tiva per motivare l’organismo no su un determinato evento, o di un’entità collettiva in comu- a fronteggiare eventi che lo mi- meglio da pensieri intrusivi, pre- nicazione reciproca. Il “restate nacciano1. Nonostante ci man- visioni il più delle volte, su quel- a casa”, imperativo che accom- chino le informazioni necessarie lo che accadrà in futuro. Il no- pagna ossessivamente le nostre per riconoscere visivamente uno stro pensiero logico, dunque, si giornate, può permettere a noi stimolo, il nostro corpo si attiva ritrova subordinato al comando adulti, così come ai bambini, di prima della nostra mente. delle nostre emozioni. L’amig- percepire senza imbarazzo l’e- Ansia e paura hanno lo stesso dala fa parte delle strutture più nergia che si sprigiona da cia- interruttore nel cervello, ovvero primitive del cervello ed è essa scuno nello stare insieme a casa, sono codificate nella medesima che regola le emozioni. Davanti senza fare nulla. Si può parla- area cerebrale, ma i motivi per a un’importante fonte di stress, re o restare in silenzio, l’impor- cui si manifestano sono diversi. l’amigdala ci sequestra. Questo tante è rimanere in osservazione Nel primo caso, quando provia- porta a un’alterazione dei livelli delle sensazioni che percorrono mo paura, siamo spaventati da di adrenalina e cortisolo. tutto il nostro corpo, dalla pun- qualcosa di reale. Strategia semplice ma efficace ta dei piedi fino alla testa. Que- in questi casi è attivare la cortec- 1 Öhman A. (2000). In Fink G. (Ed.), sto vale anche per chi è solo e Encyclopedia of Stress. Vol. 2, Academic cia, la parte frontale e logica del ha voglia di provare come esse Press, San Diego (CA), pp. 111-116. cervello che, come abbiamo già Numero speciale – marzo 2020 11 eas
detto, si trova inibita durante il mai essere separati dal momen- stre strategie di coping. Può inse- sequestro emozionale. Di conse- to che stiamo vivendo. Il vissu- gnarci ad accettare l’impreve- guenza, iniziare a contare quan- to claustrofobico di non potersi dibilità della vita, le limitazioni do si presenta un’emozione in- sottrarre a un destino inelutta- che ne conseguono, e a reagire. tensa causata dallo stress può bile, in cui si manifesta chiara- Quello che possiamo fare per distanziarci da essa e aiutarci a mente la nostra impotenza da- mantenere alte le nostre difese comprendere cosa sta accaden- vanti agli eventi, può creare an- fisiche e psichiche è ancorarci do in quel preciso momento. che una sorta di rassegnazione al momento presente e tracciare Un’altra strategia consiste nel che si trasforma in depressione una rotta più coerente alla no- concentrarsi in modo consape- e anergia o, in casi non rari, an- stra direzione evolutiva. Perché vole sulla respirazione: quando che in aggressività. Reagire al il tempo è relativo e il suo valore la nostra attenzione si concentra virus con rabbia significa cerca- è dato da ciò che noi facciamo sulla respirazione, tutte le vol- re un autore cattivo, un’inten- mentre sta scorrendo. Imparia- te che inspiriamo, trasportiamo zione malevola, intenzione che mo a portare piena consapevo- noi stessi nel momento presen- naturalmente non può essere lezza in ogni istante che vivia- te e ci manteniamo calmi. Si at- attribuita al virus, invisibile e mo mostrando calore, attenzio- tiva così il sistema nervoso pa- inoltre troppo elementare come ne e profonda connessione alle rasimpatico che inibisce il siste- organismo per essere oggetto di persone con cui interagiamo e ma nervoso simpatico, il quale si un’aggressione sensata. Il no- restando presenti a noi stessi, ai trova attivo durante l’esperien- stro stato d’animo può trasfor- nostri stati d’animo ed emozio- za del sequestro ad opera dell’a- mare anche i commenti neutra- ni, restando fedeli a ciò che pen- migdala. li in parole contrastanti, distor- siamo, a ciò che ci guida, istante È dimostrato che la meditazio- cendo ciò che ascoltiamo per dopo istante. Dobbiamo eserci- ne riequilibra l’attività del siste- adattarlo a ciò che temiamo. tare la nostra capacità di adat- ma nervoso autonomo. C’è una E quando un evento ci impedi- tarci al cambiamento e rimane- riduzione dell’attività del siste- sce di vedere dove siamo in un re focalizzati su ciò che voglia- ma nervoso ortosimpatico (ecci- determinato istante rimaniamo mo imparare da questa espe- tatorio-attivante) a favore di un disorientati. Ci fa scoprire più rienza, osservandola e andando incremento dell’azione del siste- fragili ma allo stesso tempo ci avanti, pieni di una feconda spe- ma nervoso parasimpatico (ri- permette di migliorare le no- ranza. lassante-calmante). Il che signi- fica favorire il detensionamen- to dell’organismo e la riduzio- ne del cortisolo, ormone dello stress e dell’ansia, come anche della adrenalina, della noradre- nalina e del testosterone, impli- cato nell’aumento dell’aggres- sività e dei comportamenti vio- lenti. In definitiva, disponiamo di strumenti naturali necessari per sfuggire al sequestro emozio- nale attivato da una forte fon- te di stress. Anche se i nostri pensieri corrono nel passato o nel futuro, per quanto distan- ti in avanti o indietro essi pro- vino ad andare, non possono eas 12 Numero speciale – marzo 2020
Dirigere scuole e buone pratiche di sistema E-learning: opportunità e impreparazione di Ennio Pasinetti, dirigente scolastico Diario di un Dirigente scolasti- dissimili, dei gradi scolastici, dei timane è, ancor prima che tra- co, Emanuele Contu, alla guida mezzi e delle competenze tecno- sferire contenuti disciplinari, te- dell’Istituto “Puecher Olivetti” logiche normalmente utilizzati. nere vive le relazioni: comuni- di Rho, di pochi giorni fa, nel Per qualche giorno – pochi – è cazione e apprendimento sono mezzo dell’emergenza: «Anche riaffiorata l’antica disputa tra e- processi sociali. Nei primi gradi oggi, come migliaia di colleghi learning e scuola in presenza, scolastici questo è stato eviden- dirigenti in tutta Italia, al mio quasi contrapposte ovvero l’una te da subito: la prima preoccu- posto di lavoro. Alle scuole toc- sostitutiva dell’altra: non è così, pazione delle insegnanti della ca oggi un compito importante: lo sapevamo già e lo avvertiamo scuola dell’infanzia e della pri- tenere vive le relazioni, non quotidianamente. La didattica maria è stata di non far perce- permettere che le nostre comu- a distanza ha dei limiti, esatta- pire ai propri bambini e alunni nità si sfilaccino, non lasciare so- mente come quella in presenza, che le loro maestre fossero lon- li oltre otto milioni di bambini e ma l’esperienza di queste setti- tane, che i loro visi e le voci si ragazzi ma garantire loro il con- mane ha fatto emergere alcuni potessero dimenticare. Abbia- tatto con i coetanei e con degli capisaldi che le parole sopra ci- mo visto insegnanti non avvezze adulti di riferimento. tate evidenziano. Proviamo a ri- al mezzo informatico improvvi- Dimostrare che, anche in que- assumerli seguendo il filo della sarsi davanti alla web camera, sto tempo inedito, siamo esse- testimonianza riportata. accompagnare quotidianamen- ri umani: e che quindi amiamo te con una filastrocca i loro sa- stare insieme e amiamo impa- Tenere vive luti, ingegnarsi a sperimenta- rare insieme. le relazioni re modi nuovi che arrivano al- I dirigenti scolastici sono la pun- Smentendo il luogo comune più le proprie classi attraverso la ne- ta di un iceberg straordinario, diffuso, stiamo constatando che cessaria mediazione degli adulti, fatto di migliaia di docenti che il digitale non è necessariamen- data l’età, in una forma di scuo- stanno continuando a lavorare te deriva di solipsismo, di isola- la in cui insegnanti, genitori (o da casa, garantendo umanità mento quasi rancoroso verso il più spesso nonni!) e alunni con- e cultura a una fetta così rile- prossimo. Lo può essere, natu- vivono. vante della nostra popolazione». ralmente, e spesso lo è, ma ri- Nelle medie e nelle superiori, L’inedita sfida di tenere aper- cordiamo che stiamo parlando specie là dove la scuola digitale ta la scuola, mentre sono sospe- di strumenti che, come tali, fa- era già consuetudine, i ragazzi se le attività didattiche, in altri cilitano e velocizzano la sostan- si sono ritrovati in classi virtuali termini di trovare modalità non za e quindi si modellano alle in- nelle quali, anche nella lezione in presenza perché non venga tenzioni di chi li utilizza. Se l’in- più classica, la dimensione della meno l’offerta formativa che so- tenzione è la socialità, la rete la relazione prevale sulla materia stanzia il servizio scolastico, ha favorisce. di insegnamento, non fosse altro trovato i dirigenti più o meno Primo compito che si riconosce per la consapevolezza solidale preparati a seconda delle realtà alla scuola digitale in queste set- del momento in cui si colloca. Numero speciale – marzo 2020 13 eas
Amiamo imparare la scuola nella forma digitale è segno di un indispensabile che tà, attenzioni. La tentazione al- la chiusura, all’isolamento dalla insieme non può essere interrotto. comunità professionale è ricor- Naturalmente le esperienze in Muta la forma, ma non viene rente per l’insegnante, una vol- atto non sono tutte positive, meno l’erogazione dell’essenza, ta chiusa la porta della propria ma in linea di massima si regi- questa sì non surrogabile: uma- aula. La scuola digitale la atte- stra che non si sta nella scuola nità e cultura. Sostanza dell’u- nua o quanto meno vede accre- a distanza diversamente che nel- mano che certamente non si sciuto il ruolo di regia del diri- la scuola in presenza: se il mio può dire virtuale, anzi è profon- gente o dei docenti di riferimen- approccio didattico è modellato damente reale, come reali sono to per dipartimenti o collegi di sulla trasmissione verticale, dal- le azioni che la tecnologia con- classe. Quanto meno per supe- la cattedra ai banchi, posso ave- sente: le lezioni on-line, le inte- rare insieme le criticità tecni- re video e app più accattivanti, razioni sulle piattaforme, il Col- che, le incompetenze o il timore ma la tendenza non sarà dissi- legio Docenti in call conference della novità, la pratica di questo mile: attraverso la piattaforma sono reali seppur non svolte in momento induce al cooperative insegnerò, manderò approfon- un luogo fisico. Fuori e domani teaching, spesso invocato nei dimenti ed esercitazioni come in continuazione con l’edificio Collegi Docenti e non sempre nella più obsoleta delle lezioni scolastico ci abitueremo a pen- attuato. frontali. sare che lo spazio è una compo- Avremo tutti bisogno di appog- Perlopiù, assistiamo invece a nente, non l’unica, di una fun- giare e consolidare queste con- un’attività orizzontale, anche zione. statazioni con maggiore forma- qui favorita dal mezzo, di co- zione: empirismo e buona vo- costruzione dell’offerta didat- La necessità lontà ci sorreggono, ma non bastano. Percepiamo l’inade- tica, in cui l’apporto di tutti è esaltato. Anche gli insegnanti del coordinamento guatezza a sfruttare tutte le op- meno propensi lo stanno speri- Tutto questo è avvenuto e pro- portunità attive, a saper consi- mentando e se ne entusiasma- segue in una scuola che a giusta derare idee alternative e forni- no, perché vedono riconosciuto ragione pensavamo imprepara- re controesempi, a saper con- quanto in fondo hanno vissuto ta a reinventarsi in un tempo dividere il lavoro con gli altri in per anni in classe: amiamo im- così stretto. E spesso i dirigen- maniera collaborativa, a inco- parare insieme, dove l’attenzio- ti scontano tale impreparazio- raggiare interattività, feedback ne è posta più sull’avverbio che ne, in termini di analfabetismo e partecipazione degli studenti. sul verbo. Anche se da soli (ne- ai mezzi, alle opportunità, di ri- Appuntiamoci queste sensazioni cessariamente, non più in grup- chieste scomposte delle famiglie, di disagio: ci verranno utili. pi di amici per i compiti) davanti di pregiudizi e resistenze di alcu- a un monitor, in luoghi e a orari ni docenti. diversi, il ritrovarci in una clas- Tutto troppo affrettato, talvolta se virtuale, appunto un insieme, con affanno, appunto in situa- denota una progressione che ci zione d’emergenza. Tuttavia lo fa comunità più di quanto non scenario imprevisto ha costretto avvertissimo quotidianamente. ancora di più a un lavoro di co- ordinamento tutt’altro che scon- tato: tutta insieme in vetrina sul- Garantire umanità la stessa piattaforma, una scuola e cultura deve omologare la sua proposta Stiamo rivalutando l’esperien- per non dichiarare palesemen- za scolastica come servizio es- te le diversità (di per sé legitti- senziale: al pari delle farmacie me e positive) quando non le di- e dei negozi di prima necessità, varicazioni di stili, opportuni- eas 14 Numero speciale – marzo 2020
Didattica delle discipline La lezione a distanza dal lato del docente Spunti formativi al tempo del COVID-19 di Enrica Bricchetto e Gianna Cannì, docenti di secondaria di secondo grado, media educator, collaboratrici CREMIT, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano enricabricchetto@gmail.com, giannacanni@gmail.com «Alcuni tra noi docenti sono in Prendiamo a prestito le paro- cio, con parti fisse su cui fare va- difficoltà con le tecnologie, al- le di Anna Stefi perché signifi- rianti che dipendono dall’ordine tri sono in difficoltà con i vissu- cano questo momento. L’emer- di scuola, dal contesto e dalla re- ti emotivi. Alcuni scelgono la le- genza ci ha tolto la cattedra e ci lazione con i propri allievi. zione on line, altri costruiscono ha chiusi in casa con i nostri di- Il registro elettronico è il pri- mappe preziose, che affiancano spositivi. E allora non si può ne- mo livello, per tutti. Nell’Agen- a materiali caricati su classroom. gare che le tante sirene inascol- da di classe, punto di partenza Quasi tutti, attorno a me, sono tate, quelle che per anni si sono e di raccolta, si riportano gli im- in un qualche contatto; cam- formate alla didattica digitale e pegni e si crea il nuovo orario. bia poco che sia via mail o via magari hanno anche formato i Ogni docente scrive a che ora telefono o via schermo. Si tratta, colleghi (l’insegnante-ricercato- farà la lezione a distanza, se ha io credo, di non accomodarsi, di re-formatore) si sono trovati in caricato i compiti nell’“Area di- non restare nell’isolamento, di acque amiche. Tra questi ci so- dattica” e per quando devono usare quel che abbiamo a dispo- no i docenti che vivono e lavo- essere fatti. È il primo luogo do- sizione per ritrovare qualco- rano Onlife, come ha scritto Lu- ve ritrovarsi. sa dei corpi, in modo nuo- ciano Floridi: si lavora in classe Da lì si entra nella progettazio- vo. Qualcuno ha più paura di e sul web, con risorse e forma- ne del singolo docente. Giacché, altri, qualcuno fa più fatica di al- ti tra tradizione e innovazione, ora più che mai, il docente è co- tri. Non è così semplice il video, esattamente come si vive. Chi stretto a progettare. non è così semplice, in video, te- ha rifiutato fin dall’inizio tutte le Ecco che è allora necessario un nere quella posizione che l’en- proposte di una scuola che non ambiente digitale che consenta trare in classe, così collauda- poteva che cambiare, non per la comunicazione, l’interazione, to, rende più facile. Trovo che il adeguarsi ai tempi ma per con- lo scambio di materiali, la con- nostro compito, ora, sia testi- tribuire a cambiarli, si è trovato divisione dei testi o degli esercizi moniare la nostra presen- quantomeno spiazzato ma ‒ co- per lavorarci insieme, per aiutare za, e la presenza della scuola, in sa sorprendente e positiva ‒ ha gli allievi a migliorare i loro lavo- questo tempo di inciampo. accettato la sfida. ri. Insomma, il docente deve ave- Scandire la giornata con le le- Nei gruppi social dei docenti e re la possibilità di creare la situa- zioni e conservare alcuni aspetti ovunque nella rete si capisce il zione della classe virtuale: video- della cornice istituzionale: la le- fermento. Ognuno ci prova. Ser- chiamare la classe, parlare, capi- zione, i contenuti, quel che resta peggiano ansia, disorientamento, re come stanno tutti, insomma, di un programma. Interroghe- mancanza di strumenti, ma vo- entrare in classe, anche senza remo? Vediamo»1. glia di fare e spesso fatica perché corpo. Si può fare con Meet, Jit- vengono imboccati percorsi diffi- si, Webex, Zoom: sono simili an- 1 Stefi A. (2020). Diario di un’insegnante. In «Doppiozero», 14 marzo 2020, https:// cili. Della molteplicità dei tenta- che se non proprio uguali. Tutti www.doppiozero.com/users/astefi). tivi si può costruire un canovac- funzionano. Se ne scelga uno. Numero speciale – marzo 2020 15 eas
Stabilito il contatto, come pro- e alla Tecnologia: https://www. vi e le famiglie se lo aspettano e seguire dipende dall’ambiente cremit.it/ per esplorare il sito) perché le attività didattiche ri- digitale che si ha a disposizio- e direttore della nostra rivista. chiedono un feedback. Ogni at- ne. Può essere l’ambiente scelto Il lavoro in anticipo ci consen- tività è fatta di più parti, produ- dalla scuola ‒ da Google Suite te di aprire la videolezione con zioni testuali, artefatti o eserci- a Weschool ‒ o quello personale un momento di condivisione su zi che la piattaforma consente di del docente. Se la scuola non ha quello che gli studenti hanno già correggere. E poi si tiene conto la piattaforma i docenti possono fatto in autonomia. Un breve della partecipazione, della pun- aprire una classe virtuale su Fi- Framework del docente mette tualità, dei contributi che gli al- denia o Edmodo. In ogni caso il a fuoco il tema e aggiunge ele- lievi danno alla soluzione di pro- contatto e lo scambio devono es- menti portanti; poi, si assegnano blemi tecnologici. Tutto questo sere agevoli e chiari. una o più attività da fare singo- può corrispondere a un voto, Il web pullula di docenti – ot- larmente o in gruppo (anche gli che è appunto comprensivo di timi youtuber – che insegna- studenti possono vedersi e con- più parti. no qualunque cosa. Proponia- dividere il loro schermo). Du- Lavorare così per settimane, ap- mo quattro nomi: prof. Digitale rante questa emergenza han- profondendo questo approccio, (Alessandro Bencivenni), Jessica no tempi dilatati di vita, a casa leggendo le linee guida che man Redighieri, Giuseppe Corsaro, possono lavorare, anzi ne han- mano escono – si vedano quel- Valeria Pancucci. Si trovano in no bisogno per strutturare la lo- le della SIREM (Società Italia- Facebook o Instagram o su You- ro giornata. Le attività digitali na per la Ricerca dell’Educazio- Tube. È uno scouting utile e in- possono passare da leggere e ri- ne Mediale)2 e dell’Associazio- teressante, perché aiuta a entra- spondere a domande fino a cre- ne Dschola3 – non può non ar- re in contatto con tante espe- are artefatti (vedi esempi ripor- ricchire la didattica di ogni do- rienze e accelera la produzione tati nelle figure). cente che, al termine di questa di idee e riflessioni. Poi, nella lezione successiva si reclusione, tornerà in classe, se Quando la classe virtuale è sta- commenta, si fa modificare, si fa non altro, più attrezzato. ta costituita, si è arrivati al cuore presentare a loro. E come si va- della questione. Che cosa signi- luta? Stando alla scrivania, si ge- fica fare lezione a distanza? Non stiscono meglio le griglie di valu- 2 https://www.unifg.it/sites/default/files/ certo fare lezione agli studen- tazione. Nella scuola a distanza allegati/12-03-2020/universita_-_la_ sirem_per_la_didattica_a_distanza_ai_ ti che guardano il docente co- non è possibile dare i voti come tempi_del_covid-19_1.pdf. me fosse in televisione: la vide- in presenza, ma non si può cer- 3 http://www.associazionedschola.it/ blog/didattica-a-distanza-linee-guida- olezione corre il rischio di essere to non valutare, perché gli allie- indipendenti/. una lezione frontale. Allora può funzionare se è breve, precisa e se magari si videoregistra (i si- Esempio di attività digitale realizzata su Classroom dagli studenti di 1a D stemi citati di videoconferenza dell’I.I.S. “Avogadro” di Torino lo consentono). Le videolezio- ni troppo lunghe non reggono, anche perché spesso gli studenti hanno connessioni ballerine. Allora, ancora una volta soccor- re la logica didattica degli Eas (Episodi di Apprendimento Si- tuato), messi a punto da Pier Cesare Rivoltella, studioso di didattica, direttore del Cremit (Centro di Ricerca per l’Educa- zione ai Media, all’Innovazione eas 16 Numero speciale – marzo 2020
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