Dragonfly: la sonda che cercherà la vita su Titano - The Wall - Scuola Holden

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Dragonfly: la sonda che cercherà la vita su Titano - The Wall - Scuola Holden
Dragonfly: la sonda che cercherà la vita su
Titano.
 (7/4/2025) Rivista on-line: Inaf (istituto nazionale astrofisica).

-1.
Scatta il conto alla rovescia per la sonda della missione Dragonfly, ultima arrivata in casa Nasa, che domani
partirà alla volta di Titano, la luna più grande del sistema di Saturno.
Alle 18:30 -ora italiana- dalla piattaforma di lancio della Cape Canaveral AirForce Station sarà spedita
una sonda, composta da due moduli: un orbiter1 e un drone. Nel viaggio, della durata di otto anni, verrà
sfruttato l'effetto fionda-gravitazionale (swing-by), una tecnica di volo spaziale che utilizza la gravità di un
pianeta per alterare il percorso e la velocità di un veicolo spaziale.

                                                                           (la sonda Dragonfly sfrutterà la stessa
                                                                           traiettoria interplanetaria usata da Cassini nel 1997)

Il progetto fa parte del programma New Frontiers della Nasa. Avviato nei primi anni duemila è costituito da
una serie di missioni altamente specializzate, con lo scopo di effettuare ricerche scientifiche di medio
termine nell'ambito della scienza planetaria.
Nel luglio del 2019, Dragonfly viene selezionato come vincitore tra altre dodici proposte, tra cui
Caesar, missione avente come obiettivo quello di riportare frammenti della cometa 67P.

Il drone o Sub-Quad-Copter (SQC), così lo chiamano gli ingegneri aerospaziali, è stato progettato e
costruito dalla Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University di Baltimora.
La struttura appositamente realizzata per esplorare i bui fondali di idrocarburi situati nelle regioni polari, sarà
inoltre in grado di sorvolare e atterrare in diversi punti della superficie del satellite, per cercare e raccogliere

1. È un veicolo spaziale che orbita attorno a un pianeta o ad un satellite naturale senza atterrarvi sopra, ma studiando la superficie del corpo celeste da
distanza.
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eventuali campioni di piccoli composti azotati organici, ritenuti responsabili di possibili forme di vita.

                                                                                                  (Dragonfly)

Considerando la lontananza di Titano dal Sole, i raggi solari non potranno essere sfruttati come fonte di
energia per il viaggio. Per questo motivo gli ingegneri hanno optato per un sistema di propulsione con tre
generatori termoelettrici a radioisotopi.
In presenza del suo obiettivo, l'SQC si staccherà dal modulo principale, che resterà ad orbitare attorno alla
luna in attesa del suo rientro. Tra le sue dotazioni, oltre ad un paracadute per la fase di atterraggio, una
potente antenna parabolica, spettrografi, telecamere e sensori di profondità.

“L'obiettivo sarà quello di accrescere la grande quantità di dati che negli anni la sonda Cassini-
Huygens ci aveva consentito di raccogliere, in particolare modo ci piacerebbe confermare il lavoro2 della
Cornell University di Ithaca (NY) sulle molecole di acrilonitrile (CH2=CH-CN), potenziale ingrediente per
l'evoluzione della vita”, spiega l'autrice della missione Elizabeth Turtle.
Lo studio sul CH2=CH-CN, avviato in seguito alla conferma dell'effettiva presenza del composto organico
sul satellite, ha rivelato la possibilità di creare in laboratorio, copiando una struttura simile a quella di un
liposoma, una membrana cellulare costituita da piccoli composti azotati organici.
Rinominati Azotosoma e composti da carbonio, azoto e idrogeno, hanno da subito incuriosito gli scienziati
per la loro resistenza alle basse temperature del metano.

2        Polymorphism and electronic structure of polyimine and its potential significance for prebiotic chemistry on Titan.
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Da anni ormai la comunità scientifica cerca di provare che sul satellite (fuori dalla fascia abitabile del
Sistema solare), si possono sviluppare forme di vita microbiche tra i gelidi idrocarburi presenti nei mari e
nei laghi della sua superficie.
Il corpo roccioso oltre ad avere molte caratteristiche simili a quelle dei primi anni del nostro pianeta, non
presenta ossigeno e la sua temperatura si aggira su i 94 K (-180°C).
Grazie alla sua spessa atmosfera formata per il 95% da azoto e il restante 5% da metano e alla debole
radiazione solare che la colpisce, è in grado di generare veri e propri fenomeni climatici come venti e piogge,
composti di acrilonitrile.

“ Gli ingredienti ci sono tutti-                 afferma l'astrobiologo    Martin Cordiner   -ma dobbiamo cercare di
estraniarci dal concetto di vita terrestre e ampliare le nostre vedute“.

Titano, luna di Saturno , foto: sonda Cassini.                     Acrilonitrile
Nel riquadro, molecole di cianuro di vinile (CH2=CHCN)
composto organico che, in un ambiente di metano liquido,
può formare membrane. Photo: Nasa

Si apre così un nuovo capitolo nell'esplorazione stellare, che ci potrà portare ad una maggiore conoscenza
delle reazioni chimiche che avvengono sotto la superficie dei mari di Titano. Finora siamo andati a caccia
della vita cercando indizi e ambienti simili a quelli presenti sulla Terra, come membrane cellulari costituite
da vescicole che dipendono dalla presenza di acqua.
Le eventuali tracce aliene che potremo incontrare, non solo costituirebbero una delle più grandi scoperte
scientifiche di sempre, ma sarebbero un ottimo laboratorio, per studiare e capire i meccanismi nascosti dietro
la creazione della vita nell'universo.

Edoardo Ciarpaglini
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