I SATELLITI NEL SISTEMA SOLARE

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I SATELLITI NEL SISTEMA SOLARE
I SATELLITI NEL SISTEMA SOLARE
Si dice satellite naturale o, più impropriamente luna, un corpo celeste che orbita attorno ad un altro
corpo diverso da una stella (oltre che di pianeti, esistono infatti anche satelliti di pianeti nani e
asteroidi). Nel sistema solare se ne conoscono oltre centocinquanta.

Origine
Riguardo l’origine dei satelliti, si possono avere diversi tipi di formazione. Per la maggior parte di
essi si crede siano stati planetesimi (oggetti rocciosi primordiali che aggregandosi formarono i
pianeti) catturati dalla forza gravitazionale di corpi con massa maggiore (i pianeti). Altre ipotesi
riguardano la cattura di asteroidi (soprattutto per i satelliti dei pianeti più esterni) e un’altra prevede
la loro formazione a partire da materiale espulso dal pianeta in seguito ad un impatto (ipotesi molto
accreditata per la Luna).

Distribuzione nel sistema solare
Analizzando il numero in cui i satelliti sono presenti nelle diverse zone del sistema solare, dobbiamo
dividere quest’ultimo in due parti: sistema solare interno, dalla nostra stella alla fascia principale
degli asteroidi, ed esterno, dalla cintura asteroidale alla nube di Oort. Degli oltre centocinquanta
satelliti del nostro sistema planetario, solo tre orbitano intorno ai pianeti rocciosi della parte interna,
la maggior parte degli altri orbita intorno ai giganti gassosi esterni. Ciò è dovuto al fatto che
nell’ultima fase della sua formazione, un forte vento solare spazzò via gli elementi più leggeri nelle
zone esterne, dove si stavano formando i giganti gassosi; nelle zone interne rimasero solo pochi
elementi pesanti. Nella tabella è riportato il numero di satelliti naturali per ogni pianeta.

 Mercurio     Venere       Terra        Marte        Giove       Saturno      Urano        Nettuno
    0            0             1           2            67          62           27           14

Caratteristiche orbitali
La maggior parte dei satelliti naturali conosciuti presenta chiari fenomeni di rotazione sincrona,
completando una rotazione per ogni rivoluzione (come la Luna, rivolgono sempre la stessa “faccia”
al pianeta), oppure di risonanza orbitale, avendo periodo di rivoluzione tale che il rapporto con
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quello di altri satelliti dello stesso pianeta sia esprimibile in frazioni con numeri interi piccoli. Non
si conosce attualmente nessun satellite che possieda a sua volta un satellite: gli effetti mareali del
pianeta primario renderebbero probabilmente le orbite instabili.

Osservazione
A causa delle loro ridotte dimensioni, pochissimi sono i satelliti del sistema solare osservabili con
strumenti amatoriali:
- ovviamente la Luna, con le sue fasi e i numerosissimi dettagli superficiali
- i quatto satelliti medicei di Giove (Io, Europa, Callisto, Ganimede) di cui si possono seguire i
movimenti intorno al gigante gassoso e osservare le ombre proiettate su di esso durante i transiti
- le principali lune di Saturno (Mimas, Encelado, Teti, Dione, Rea, Titano, Giapeto) durante il loro
moto intorno al “Signore degli Anelli”
- con strumenti semi-professionali si possono fotografare Tritone (satellite di Nettuno) e Titania e
Oberon (satelliti di Urano).

Quasi-satelliti
                         Un quasi-satellite è un corpo celeste avente un’orbita che comprende sia un
                         pianeta che la sua rispettiva stella. I quasi-satelliti rimangono nelle
                         vicinanze dei propri pianeti per periodi di tempo variabili, avendo orbite
                         instabili che in lunghi periodi possono portarli lontano dai pianeti. Per
                         completare un’orbita intorno al Sole. un quasi-satellite impiega esattamente
                         lo stesso tempo del suo pianeta (risonanza orbitale 1:1), ma di solito ha una
                         maggiore eccentricità.
                         Attualmente sono conosciuti cinque quasi-satelliti della Terra (il più famoso
                         è probabilmente 3753 Cruithne), uno di Venere (2002 VE68) e uno di
                         Nettuno.

Alcune precisazioni
Il nome proprio dei satelliti è spesso quello di un personaggio mitologico che ha avuto a che fare
con il dio avente nome del pianeta intorno al quale orbita. Una nomenclatura più attendibile dal
punto di vista scientifico prevede l’uso del nome del pianeta seguito da un numero romano
assegnato in ordine di scoperta e di distanza dal pianeta.
Nel caso di satelliti conosciuti con un nome straniero, si è preferito utilizzare il nome italiano.

Sistema solare interno

Mercurio
Mercurio è, insieme a Venere, l’unico pianeta del sistema solare a non possedere satelliti naturali.
Tale assenza è causata dalla intensa forza gravitazionale del Sole, che non avrebbe consentito ad un
eventuale satellite di orbitare intorno al piccolo pianeta.

Venere
Discorso analogo a quello di Mercurio vale per il secondo pianeta del nostro sistema stellare:
l’infernale Venere. Esso ha però, come già detto, interazioni gravitazionali con il quasi-
satellite 2002 VE68.
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Terra
La Terra è il primo pianeta, partendo dal Sole, ad avere un satellite: la Luna.

Luna (Terra I)
                                     La Luna è l’unico satellite naturale della Terra. Ha un diametro
                                     più piccolo circa 3,5 volte rispetto a quello della Terra. Ciò lo
                                     rende, in tutto il sistema solare, il satellite con le dimensioni più
                                     grandi rispetto al pianeta intorno al quale orbita. (Tale rapporto
                                     è superato solo da quello di Caronte-Plutone, che però non è più
                                     considerato un pianeta dal 2006).

                                     Origine
                                     Diverse sono le ipotesi riguardo la formazione del nostro
                                     satellite: per fissione dalla crosta terrestre, per cattura
                                     gravitazionale e per co-formazione di entrambi i corpi celesti.
                                     Queste però non spiegano alcune caratteristiche orbitali e
                                     strutturali della Luna. La teoria più accreditata è invece quella
                                     dell’Impatto Gigante, secondo cui il satellite si sarebbe formato
                                     in seguito alla collisione di un planetoide con la Terra, quando
                                     quest'ultima era ancora nella prima fase della sua formazione. Il
                                     materiale espulso dall'impatto rimase in orbita intorno alla Terra
e grazie alla forza gravitazionale si aggregò formando la Luna. Una conferma di questa tesi deriva
dal fatto che la composizione del nostro satellite è pressoché identica a quella del mantello terrestre.

Caratteristiche
La Luna è, come già accennato, il primo satellite più grande rispetto al proprio pianeta e il secondo
satellite più denso del sistema solare dopo Io.
Il 16% della Luna è ricoperto da mari, pianure basaltiche originatesi da antiche eruzioni di materiale
incandescente seguite all'impatto con asteroidi particolarmente massicci. Essi sono concentrati
principalmente sul lato visibile del satellite, la sua “faccia” nascosta è invece molto craterizzata.
La Luna è costituita da un mantello e un nucleo che, composto prevalentemente da ferro, genera un
debole campo magnetico. La superficie è inoltre ricoperta da regolite, una polvere composta
prevalentemente da silice liberata dall’erosione della crosta lunare.
Sulla Luna sono stati registrati numerosi terremoti, ma non superiori al grado 2 della scala Richter.

Parametri orbitali
Poiché il periodo di rotazione della Luna è esattamente uguale al suo periodo orbitale, noi ne
vediamo sempre la stessa faccia. Grazie alle forze di marea che causano attrito gravitazionale, la
rotazione del satellite viene gradualmente rallentata ed esso si allontana dalla Terra di 4 cm all'anno.
L'attrazione gravitazionale che la Luna esercita sulla Terra è la causa delle maree, innalzamenti e
abbassamenti del livello del mare sincronizzati con l'orbita del satellite.
La Terra e la Luna orbitano alla distanza di 384 400 km attorno a un centro di massa comune situato
a circa 4 700 km dal centro della Terra.

Osservazione
La Luna è l’unico satellite di cui possiamo osservare dettagli superficiali come i mari, le catene
montuose e i crateri. Il diametro apparente lunare, confrontabile con quello solare, fa si che si
verifichino sia eclissi totali che anulari. Il fenomeno della Luna che sembra più grande quando è
prossima all’orizzonte è solo un’illusione ottica provocata dalla vicinanza di oggetti con cui
comparare il corpo. Il colore rossastro del satellite nell’atto di sorgere o tramontare è invece dovuto
al fatto che, quando il satellite è vicino all’orizzonte, la luce che esso riflette deve attraversare uno
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strato più denso di atmosfera rispetto a quando è alta nel cielo. Questa atmosfera blocca le radiazioni
luminose tendenti al blu, facendo giungere all’osservatore solo quelle tendenti al rosso.

Esplorazione
L’esplorazione umana della Luna è probabilmente una delle pagine più importanti della storia
dell’uomo. Dopo una lunga lotta mediatica tra USA e Unione Sovietica e numerose missioni che
prepararono all’evento, il 21 luglio 1969 gli astronauti dell’Apollo 11, Neil Armstrong e Edwin
Aldrin, misero per la prima volte piede sulla superficie del nostro satellite. Seguirono altre sei
missioni Apollo: la 13 rimase famosa per aver portato in salvo i suoi componenti dopo una vera e
proprio odissea a gravità zero; l’ultima fu la 17 nel 1972. Recentemente anche le altre maggiori
agenzie spaziali (ESA, JAXA, CNSA) hanno dimostrato interesse allo studio e all’esplorazione della
Luna mediante numerose missioni effettuate e altre in programma. Tra i prossimi obiettivi è prevista
una colonizzazione umana permanente del satellite.

Ricostruzione in proporzione del sistema Terra-Luna. Ogni pixel equivale a 500 km.

Marte
Deimos e Fobos sono i due satelliti naturali di Marte, unico pianeta roccioso a possederne un
sistema. Entrambi compiono orbite quasi circolari prossime al piano dell’orbita del pianeta e hanno
una rotazione sincrona.
Esistono due teorie riguardo la formazione dei due corpi: una ipotizza che non si siano fusi con il
pianeta durante le fasi iniziali della sua formazione, l’altra, che i satelliti siano stati due asteroidi
catturati dalla gravità marziana (ipotesi avvalorata dalla loro composizione chimica simile ai corpi
della fascia asteroidale, ma non confermata dai parametri orbitali).
L’osservazione dei satelliti può essere compiuta solo con strumenti professionali a causa della forte
differenza di dimensioni e di luminosità con il pianeta.

Fobos (Marte I)
Fobos (o Phobos) è il più grande e il più interno dei due satelliti e, con una distanza orbitale di meno
6000 km dalla sua superficie, è quello più vicino al proprio pianeta in tutto il sistema solare. Con un
tempo di rotazione orbitale minore di un giorno marziano, osservato dal Pianeta Rosso sorge ad
ovest e tramonta ad est, completando un ciclo di fasi in una sola notte. Il suo diametro apparente
medio sarebbe di 10”, non permettendo il verificarsi di eclissi solari totali; i
transiti si verificano però quasi ogni giorno. Il satellite, durante il suo moto,
subisce un’accelerazione che riduce progressivamente il raggio dell’orbita,
facendo ipotizzare che Fobos finirà per schiantarsi sulla superficie del pianeta
fra circa quaranta milioni di anni. Il corpo ha una densità molto bassa; ciò fa
pensare che sia cavo o che contenga ghiaccio. La superficie è coperta da uno
strato di circa un metro di regolite ed è molto craterizzata.

Deimos (Marte II)
                      Deimos è il più piccolo ed esterno dei satelliti di Marte ed ha una forma più
                      irregolare rispetto a Fobos. Osservato dalla superficie marziana appare come un
                      astro luminoso difficile da risolvere ad occhio nudo, avendo una dimensione
                      apparente di poco più grande rispetto a quella di Venere osservato dalla Terra.
                      Il satellite ha un tempo di rotazione di poco superiore a quello del pianeta: ciò
                      fa si che esso sorga a est e tramonti ad ovest, ma ci impieghi ben 2,7 giorni
                      marziani. I transiti sul disco solare, che non danno mai vita a eclissi totali, si
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verificano circa una volta al mese. Come Fobos, anche Deimos ha una rotazione sincrona e
un’orbita prograda quasi circolare; a differenza dell’altro satellite però, le forze mareali marziane,
che porteranno Fobos a schiantarsi sul pianeta, fanno invece sì che Deimos si allontani sempre di
più dall’orbita di Marte, anche se in tempi lunghissimi. La superficie, ampiamente craterizzata,
appare più liscia rispetto a quella dell’altro satellite a causa dello spesso strato di regolite rossa che
la ricopre e nasconde alcuni crateri.

Sistema solare esterno
Giove
Giove è il pianeta con il maggior numero di satelliti naturali all’interno del sistema solare. Dei ben
67 satelliti accertati, otto sono quelli regolari (tra cui i celebri medicei) con orbite prograde, quasi
circolari e poco inclinate rispetto al piano equatoriale del pianeta; gli altri, irregolari, hanno orbite
varie e non ancora certe e sono quasi tutti asteroidi catturati dalla gravità del gigante gassoso.
Il numero preciso di satelliti non sarà mai quantificato esattamente, perché anche i frammenti
ghiacciati che compongono i suoi deboli anelli possono tecnicamente essere considerati tali.
I nomi dei satelliti gioviani sono quelli di personaggi mitologici (amanti e figli) legati al re degli dei.

Satelliti medicei (galileiani)
                                                   I satelliti più importanti di Giove sono i quattro
                                                   satelliti medicei (in onore a Cosimo II de’ Medici)
                                                   scoperti da Galileo la notte del 7 gennaio 1610.
                                                   La vulcanica Io, la misteriosa Europa, il gigante
                                                   Ganimede e il craterizzato Callisto (in ordine di
distanza dal pianeta) hanno caratteristiche molto particolari che li rendono unici all’interno del
sistema solare e molto interessanti dal punto di vista dell’esplorazione e dello studio astronomico e
astrobiologico. I quattro satelliti hanno una rotazione sincrona con tempi di rotazione e rivoluzione
uguali e tre dei satelliti sono in risonanza orbitale esprimibile nel seguente modo: Io : Europa :
Ganimede = 4 : 2 : 1 (per ogni orbita di Ganimede, Europa ne compie due e Io quattro).
La loro osservazione sarebbe possibile anche ad occhio nudo, se non fossero così vicini al
luminosissimo pianeta; con un binocolo o con un cannocchiale sono apprezzabili i loro moti di
rivoluzione intorno a Giove e già con un piccolo telescopio si possono osservare i loro transiti con le
relative ombre proiettate sulla superficie del gigante gassoso.

Io (Giove I)
                    Io è il più interno dei satelliti medicei e il corpo celeste più geologicamente
                    attivo del sistema solare. I circa 400 vulcani attivi eruttano zolfo (S) e biossido
                    di zolfo (SO2) che vanno poi a costituire una sottile atmosfera (se allo stato
                    aeriforme) e estese pianure (se allo stato solido). L’intensa attività geologica è
                    dovuta alle interazioni gravitazionali con Giove e con gli altri due satelliti in
                    risonanza orbitale. Tali forze possono provocare allungamenti e contrazioni che
                    fanno variare il diametro del corpo anche di 100 m, e l’attrito causato da tali
movimenti sviluppa energia termica. A causa della poca attrazione gravitazionale del corpo, le
eruzioni su Io sono fenomeni spettacolari, osservati anche da diverse sonde: sono stati fotografati
pennacchi che si innalzano fino a 500 km dalla superficie, prima di ricadere sul suolo.
A differenza degli altri satelliti galileiani, per le elevate temperature, Io non possiede acqua ma è
composta da rocce silicee e da un nucleo di ferro fuso. Sulla superficie sono presenti numerose
montagne isolate, che raggiungono anche altezze pari al doppio di quella dell’Everest sulla Terra.
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Europa (Giove II)
                      Europa è il secondo satellite mediceo per distanza da Giove e l’ultimo per
                      dimensioni. Una sua particolare caratteristica è la presenza di ossigeno nella
                      tenue atmosfera. A differenza di quello terrestre, esso non ha origine biologica
                      ma è prodotto per radiolisi: separazione dall’acqua (H2O) di idrogeno (H2) e
                      ossigeno (O) sotto l’azione delle radiazioni solari.
                      Europa presenta una delle superfici più lisce del sistema solare, quasi priva di
                      crateri evidenti. Ciò è causato dal fatto che la crosta è formata da ghiaccio
d’acqua molto giovane che si rigenera velocemente. Formazioni peculiari sono delle striature
(fratture nel ghiaccio) causate dallo stress gravitazionale subito da Giove e le lenticulae, formazioni
circolari a cupola o scavate nella crosta superficiale, causate dall’ erosione di acqua e ghiaccio.
Si pensa che sotto la superficie ghiacciata di Europa ci sia un oceano d’acqua liquida, riscaldata
dall’attrito causato dalle maree gravitazionali. Le condizioni ambientali dell’oceano sarebbero,
inoltre, adatte ad ospitare la vita. Proprio per questo l’esplorazione di Europa (e di Titano, satellite
di Saturno) e la ricerca di forme di vita su di essa sono tra i prossimi obiettivi delle agenzie spaziali.

Ganimede (Giove III)
                     Ganimede è il più grande satellite del sistema solare (più del pianeta Mercurio)
                     e l’unico a presentare un campo magnetico causato del nucleo di ferro fuso.
                     Presenta una crosta ghiacciata che scivola sopra un mantello di ghiaccio più
                     caldo che potrebbe anche ospitare uno strato di acqua liquida. La superficie di
                     Ganimede mostra due tipologie di terreno differenti: regioni scure, antiche e
                     fortemente craterizzate si contrappongono a zone più chiare, di formazione più
                     recente e meno uniformi.

Callisto (Giove IV)
                     Callisto è il satellite più fortemente craterizzato del sistema solare. Il corpo è
                     composto dal 60% di roccia e ferro e dal 40% di ghiaccio; quest’ultimo è
                     presente soprattutto in superficie, dove non forma strutture particolari a causa
                     dello scorrimento dei ghiacci che rende il terreno uniforme. Le uniche
                     particolarità sulla crosta sono i crateri che formano enormi bacini brillanti
                     circondati da anelli concentrici. A differenza di Ganimede, Callisto non
                     presenta attività tettonica. Sotto lo strato superficiale di ghiaccio (200 km) è
stato trovato un oceano di acqua salata spesso 10 km.

Oltre ai satelliti medicei, i quattro restanti satelliti regolari costituiscono il gruppo di Amaltea e
sono: Metis (GIOVE V), Adrastea (GIOVE XIV), Amaltea (GIOVE XV) e Tebe (GIOVE XVI).

Saturno
Saturno è il pianeta che presenta più satelliti dopo Giove, ben 62. Come le altre lune del sistema
solare esterno, anche quelle di Saturno si dividono in regolari, con orbite prograde e poco ellittiche,
e irregolari, con forma e moti non ordinati. Essi sono raggruppati in questo modo:
SATELLITI REGOLARI: piccole lune che orbitano negli anelli, pastori degli anelli (orbitano loro
vicino e li modellano con la loro gravità), coppie di lune co-orbitali, grandi lune interne (Mimante,
Encelado, Teti, Dione), Alcionidi, lune Troiane, grandi lune esterne (Rea, Titano, Iperione, Giapeto)
SATELLITI IRREGOLARI: gruppo Inuit, gruppo Gallico, gruppo Nordico (on Febe).
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Pan (Saturno XVIII)
                   Pan è il più interno dei satelliti di Saturno. Si trova nell’anello A, cui funge da
                   satellite pastore. Più precisamente orbita all’interno della divisione di Enke, da
                   esso mantenuta stabile, liberando lo spazio dai detriti che formano gli anelli. Una
                   caratteristica peculiare di Pan è la sua pronunciata forma discoidale.

Mimante (Saturno I)
Mimante (Mimas) è il responsabile della formazione della più importante divisione
degli anelli del pianeta: quella di Cassini, osservabile anche con piccoli telescopi. Il
satellite, composto principalmente da ghiaccio d’acqua, ha una caratteristica molto
particolare: presenta sulla superficie un enorme cratere (battezzato Herschel, in
omaggio allo scopritore di Mimante) di circa un terzo del diametro del corpo.

Encelado (Saturno II)
                    Encelado è tra i satelliti più studiati dalle sonde in orbita intorno a Saturno.
                    Presenta caratteristiche molto particolari, come eruzioni attive (solo Io e Tritone
                    ne hanno) e acqua sotto la superficie, che lo rendono anche molto importante in
                    campo astrobiologico. Il satellite ha inoltre una geologia attiva e molto simile a
                    quella terrestre. Come è visibile anche nell’immagine accanto, i crateri si
                    concentrano nei pressi del polo settentrionale; a sud si notano invece delle
                    striature scure note come Tiger strips, che svolgono la stessa funzione delle
                    dorsali sulla Terra: generano crosta giovane, che è infatti priva di crateri.

Teti (Saturno III) - Teti è un corpo composto quasi totalmente da ghiaccio
d’acqua, come Dione e Rea. La sua superficie è fortemente craterizzata e il cratere
Odysseus, in particolare, occupa due quinti del diametro del corpo; non è però
suggestivo quanto Herschel su Mimante, essendo quasi piatto.
Dione (Saturno IV) - Come accennato, Dione ha una composizione simile a Teti e Rea: è
costituito prevalentemente da ghiaccio d’acqua. Ha una netta distinzione tra emisfero anteriore e
posteriore: il primo è fortemente craterizzato, il secondo (nell’immagine) presenta delle particolari
striature chiare: rupi ghiacciate create da fratture tettoniche.
Rea (Saturno V) - Strutturalmente simile ai due satelliti precedenti, Rea presenta in particolare,
come Dione, una divisione tra i due emisferi con l’anteriore craterizzato e brillante e il posteriore
con bande chiare su un fondo scuro. I dati ricavati da un passaggio della sonda Cassini hanno fatto
ipotizzare la presenza di un sistema di anelli; sarebbe il primo caso accertato nel sistema solare.

Titano (Saturno VI)
                    Titano è il più grande satellite di Saturno e il secondo nel sistema solare, l’unico
                    a presentare una densa atmosfera composta quasi totalmente da azoto. Le sue
                    proprietà fisiche sono simili a quelle di Ganimede, Callisto, Tritone (satellite di
                    Nettuno) e Plutone. La caratteristica più particolare del corpo è però
                    indubbiamente la presenza di un ciclo del metano simile a quello dell’acqua
                    sulla Terra. L’idrocarburo presente in atmosfera infatti piove e va a formare
                    fiumi e laghi. Per questa sua peculiarità il satellite è stato studiato dalle sonde in
orbita intorno a Saturno e alcune prossime missioni spaziali sono dirette proprio sulla sua superficie.

Iperione (Saturno VII)
Iperione è il più grande satellite di forma irregolare nel sistema solare. Probabilmente è
parte di un corpo più grande interessato da un impatto. Ha un moto di rotazione caotico
e orbita intorno a Saturno in risonanza 4:3 con Titano. Il corpo, formato da ghiaccio
d’acqua, ha una superficie ricca di crateri, con uno enorme che la ricopre interamente.
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Giapeto (Saturno VIII)
                  Giapeto è il terzo satellite di Saturno per dimensioni; è composto soprattutto da
                  ghiaccio. Le sue caratteristiche più interessanti sono legate alla sua superficie.
                  Essa presenta una colorazione bitonale dovuta ai ghiacci che ricoprono circa la
                  metà del corpo. Un’altra particolarità è la cresta equatoriale: una catena montuosa
                  alta circa 13 km che si estende perfettamente lungo tutto l’equatore del satellite.
                  Gli studiosi si stanno ancora interrogando riguardo la sua origine.
Febe (Saturno IX) è il più grande tra i satelliti irregolari; si pensa sia un oggetto della fascia di
Kuiper catturato dalla gravità di Saturno.

Altri satelliti di minore importanza sono Atlante (Atlas, Saturno XV), Prometeo (Saturno XVI) e
Pandora (Saturno XVII), situati nella parte più esterna degli anelli di Saturno.
Atlante è famoso per la sua forma discoidale, molto simile a quella di Pan.
Prometeo ha invece una forma allungata ed un moto caotico; è in risonanza orbitale con Pandora.
Pandora, anch’essa con moto caotico, è una luna pastore dell’anello F, il più esterno del sistema.

Urano
Urano presenta un complesso sistema di satelliti naturali, molti dei quali con orbite caotiche che
portano ad una collisione circa ogni milione di anni. Ad oggi si conoscono 27 lune di Urano. I
satelliti si dividono in due categorie: regolari, con orbite piccole e quasi circolari in rotazione
sincrona, e irregolari, con orbite molto ellittiche e moti irregolari. I satelliti maggiori sembrano
essersi formati a partire da un disco di materiale che circondava il pianeta dopo la sua formazione.
A differenza degli altri, i satelliti di Urano prendono nome da personaggi di Shakespeare e Pope.

I principali satelliti di Urano sono:
Miranda (URANO V) è il più piccolo e interno dei satelliti principali. Ha una superficie coperta da
ghiaccio d’acqua e in passato aveva un’intensa attività geologica.
Ariel (URANO I) è il secondo più piccolo e il secondo più vicino a Urano dei suoi principali
satelliti. È invece la luna più luminosa ed ha una superficie molto caratteristica e particolareggiata.
Umbriel (URANO II) è il terzo satellite di Urano per dimensioni. La superficie, la più scura tra i
satelliti del pianeta, è ricca di crateri. Il corpo ha l’attività geologica meno intensa tra i cinque.

Titania (URANO III)
             Titania è il più grande e massiccio satellite di Urano ed ha una luminosità intermedia
             tra gli oscuri Oberon e Umbriel e i luminosi Ariel e Miranda. Ha una composizione di
             ghiaccio e roccia in misura uguale. La sua superficie, caratterizzata da enormi strutture
             come canyon e scarpate, è stata mappata per il 40%.

Oberon (URANO IV)
             Tra satelliti principali di Urano, Oberon è quello più esterno. Ha una struttura simile a
             quella di Titania, ma ha una superficie più craterizzata (la maggiore tra i cinque
             satelliti). Come gli altri satelliti di Urano, rivolge ogni emisfero al Sole per 42 anni a
             causa del fatto che il pianeta orbita “steso” lungo il piano dell’eclittica.

Nettuno
Nettuno possiede un sistema di quattordici satelliti. I più importanti sono Tritone, Proteo e Nereide.
I SATELLITI NEL SISTEMA SOLARE
Tritone (Nettuno I)
                Tritone è il principale satellite di Nettuno e uno dei più massicci nel sistema solare.
                La caratteristica principale del satellite è quella di avere un moto retrogrado (il che
                fa pensare sia stato un oggetto catturato dalla gravità nettuniana), nonostante le
                grandi dimensioni: è un caso unico nel sistema solare. Tritone ha una tenue
                atmosfera composta da azoto e la superficie ghiacciata è solcata da valli e canyon.

Proteo (Nettuno II)
Pur essendo il secondo per dimensioni, è stato scoperto molto tardi rispetto gli altri a causa della
vicinanza al pianeta, e ancora oggi non è stato sufficientemente studiato.

Nereide (Nettuno III)
Nereide è il secondo satellite di Nettuno per dimensioni, dopo Tritone e Proteo. Ha una forma
allungata ed ha dimensioni abbastanza grandi per essere un satellite irregolare.

Altri corpi del sistema solare
Come già accennato nell’introduzione, i satelliti nel sistema solare non sono un’esclusiva dei
pianeti. Esistono infatti anche satelliti di pianeti nani e di asteroidi.

Pianeti nani
Plutone: Caronte (Plutone I)
                     Caronte è il più grande dei satelliti di Plutone, declassificato nel 2006 a pianeta
                     nano (gli altri sono Stige, Notte, Cerbero, Idra). Come accennato nel capitolo
                     sulla Luna, la caratteristica principale del sistema è che Caronte è il satellite più
                     grande rispetto al corpo intorno a cui orbita in tutto il sistema solare. Come
                     conseguenza, i due corpi orbitano intorno ad un punto esterno a Plutone.

Eris
Disnomia (Eris I) - Disnomia è il satellite naturale di Eris, il più grande pianeta nano del
sistema solare. Ha un diametro stimato intorno ai 350 km e orbita a circa 40 000 km da Eris.

Haumea
Hi’iaka (Haumea I) - Hi’Haka è il principale satellite di Haumea. Il corpo, del diametro
prossimo ai 350 km, orbita intorno al pianeta nano ad una distanza di circa 50 000 km.
Namaka (Haumea II) - Namaka è il più interno e meno massiccio dei due satelliti di Haumea.
Il corpo, con un diametro di 170 km, orbita intorno a Haumea ad una distanza di quasi 40 000 km.

Satelliti asteroidali
Nel sistema solare numerosi sono i satelliti che orbitano intorno ad un asteroide, talvolta con un
sistema (ad oggi se ne conoscono 25). La maggior parte di essi ha un diametro di pochi chilometri,
ma ci sono anche alcune eccezioni, con satelliti che raggiungono i 100 km e, forse, anche 250 km.

Ida
Dattilo (Ida I) - Dattilo è il satellite naturale di Ida, un asteroide della fascia principale. È stato il
primo satellite asteroidale scoperto: ciò avvenne casualmente durante l’avvicinamento ad Ida della
sonda Galileo, nel 1993.
I SATELLITI NEL SISTEMA SOLARE
TABELLA RIASSUNTIVA CON LE CARATTERISTICHE PIU’ IMPORTANTI DEI
             PRINCIPALI SATELLITI DEL SISTEMA SOLARE

 Satellite     Nome        Magnitu-   Diametro   Semiasse     Periodo     Accelerazio-       Scoperta
             scientifico    dine        (km)     maggiore     orbitale    ne di gravità
                                                   (km)                   in superficie
                                                                              (m/s²)
Luna          Terra I       -12,74     3 476     384 400      27g 7h           1,62          _______
                                                               43m
Fobos         Marte I        11,6       22,2      9 375       7h 40m         0,0052         1877 (Asaph
                                                                                               Hall)
Deimos        Marte II       12,8       12,4      23 458      30h 20m        0,0025         1877 (Asaph
                                                                                               Hall)
Io            Giove I        5,0       3 642     421 700     1g 18h 29m       1,79         1610 (Galileo
                                                                                              Galilei)
Europa        Giove II       5,3       3 121     671 034     3g 13h 12m       1,31         1610 (Galileo
                                                                                              Galilei)
Ganimede     Giove III       4,6       5 262     1 070 400   7g 3h 36m        1,43         1610 (Galileo
                                                                                              Galilei)
Callisto     Giove IV        5,7       4 820     1 882 700    16g 16h         1,23         1610 (Galileo
                                                                34m                           Galilei)
Mimas        Saturno I       12,8       397      185 400      22h 34m        0,064         1789 (William
                                                                                             Herschel)
Encelado     Saturno II      11,7       499      238 000      32h 53m        0,079         1789 (William
                                                                                             Herschel)
Teti         Saturno III     10,2      1 066     294 600     1g 21h 36m      0,145        1684 (Giovanni
                                                                                              Cassini)
Dione         Saturno        10,5      1 123     377 400     2g 17h 46m       0,24        1684 (Giovanni
                IV                                                                            Cassini)
Rea          Saturno V       9,6       1 528     527 000     4g 12h 29h       0,25        1672 (Giovanni
                                                                                              Cassini)
Titano       Saturno         8,3       5 150     1 221 900     15g 22h        1,35        1655 (Christiaan
                VI                                              41m                          Huygens)
Giapeto      Saturno         11,0      1 472     3 560 800   79g 7h 41m      0,255        1671 (Giovanni
               VIII                                                                           Cassini)
Titania      Urano III       14,0      1 578     435 910     8g 16h 57m      0,378         1787 (William
                                                                                             Herschel)
Oberon       Urano IV        13,7      1 523     583 519     13g 11h 2m      0,346         1787 (William
                                                                                             Herschel)
Tritone      Nettuno I       13,7      2 707     354 800     5g 21h 3m        0,78         1846 (William
                                                                                              Lassell)
Caronte      Plutone I       15,0      1 207      19 600     6g 9h 17m       0,278          1978 (James
                                                                                              Christy)

                                                                                          Giulio Trono
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