Disturbo Bipolare mania umore normale - Università Kore

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Disturbo Bipolare mania umore normale - Università Kore
Disturbo Bipolare

                                                         Umore elevato, euforico
                                              mania      Loquacità, aumento della attività
                                                         Eccessivo coinvolgimento

umore normale

                              Umore basso, triste
                depressione   Astenia, disinteresse
                              Coercizione di attività e contatti
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Disturbo Bipolare

E’ un quadro caratterizzato dall’alternarsi di episodi
depressivi e di episodi maniacali.

Un singolo episodio di mania può essere sufficiente per la
diagnosi, dal momento che in nove casi su dieci di esordio
con episodio maniacale si andrà incontro ad un disturbo
depressivo.
Disturbo Bipolare mania umore normale - Università Kore
D. Bipolare: Background storico
  Depressione:
   Bile nera

            Ipotizzò un     Follia                     Unipolari e bipolari
 Mania:                    circolare   PSICOSI
            legame tra
            melanconia e
                                       MANIACO-
   Bile                                DEPRESSIVA
  gialla    collera

                                                        Angst e Perris
                                                           1966
              Areteo di    Falret          Kraepelin
Ippocrate    Cappadocia                      1905
                           1854

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Disturbo Bipolare (DSM IV)

Disturbo bipolare I anche definito in passato psicosi
maniaco-depressiva: è caratterizzato da episodi maniacali
che durano almeno 1 settimana e episodi depressivi
depressivi di gravità analoga.

Disturbo bipolare II: è il più diffuso, è caratterizzato da
episodi depressivi gravi ed episodi ipo-maniacali.
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Kindling

                                             Seizure
                                             threshold

                     Life course of
                     bipolar disorder
      Mania

Normal mood range

      Depression

                    Stressor
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Disturbo Bipolare

La depressione nel disturbo bipolare si presenta in modo
simile alla depressione maggiore anche se nel disturbo
bipolare per il caratteristico dualismo i sintomi depressivi
possono essere inquinati da lievi sfumature maniacali.

Sono presenti differenze riguardo a:
•più tentativi di suicidio,
•maggior abuso di alcool,
•maggiore frequenza dei deliri.
Disturbo Bipolare: Prevalenza

La prevalenza nella popolazione generale è compresa tra lo 0.4 e
l’1.2%.

La distribuzione tra i due sessi è sovrapponibile.
Rapporto maschi/femmine 1:1

Età d’esordio: 20-28 anni
Età d’esordio infantile: 2% in Europa, 22% negli USA

-Età di esordio più precoci vengono correlate generalmente una
periodicità maggiore della malattia ed una maggior frequenza di
episodi maniacali, maggiore carico genetico.
EPISODIO MANIACALE
I criteri diagnostici per l’Episodio Maniacale secondo il DSM-IV-TR* sono i seguenti:

A. Un periodo definito di umore anormalmente e persistentemente elevato, espansivo o irritabile,
della durata di almeno una settimana (o di qualsiasi durata se è necessaria l’ospedalizzazione).
Durante il periodo di alterazione dell’umore, tre (o più) dei seguenti sintomi sono stati persistenti e
presenti a un livello significativo (quattro se l’umore è solo irritabile):
       1. autostima ipertrofica o grandiosità
       2. diminuito bisogno di sonno (per es., si sente riposato dopo solo 3 ore di sonno)
       3. maggiore loquacità del solito, oppure spinta continua a parlare
       4. fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente
       5. distraibilità (cioè, l’attenzione è troppo facilmente deviata da stimoli esterni non importanti
            o non pertinenti)
       6. aumento dell’attività finalizzata (sociale, lavorativa, scolastica o sessuale) oppure
            agitazione psicomotoria
       7. eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze
            dannose (per es., eccessi nel comprare, comportamento sessuale sconveniente,
            investimenti in affari avventati).
EPISODIO MANIACALE

I criteri diagnostici per l’Episodio Maniacale secondo il DSM-IV-TR* sono i seguenti:

B. I sintomi non soddisfano i criteri per l’Episodio Misto

C. L’alterazione dell’umore è sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del
funzionamento lavorativo o delle attività sociali abituali o delle relazioni interpersonali o da
richiedere l’ospedalizzazione per prevenire danni a sé o agli altri, oppure sono presenti
manifestazioni psicotiche

D. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso,
un farmaco o altro trattamento) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo).
Nota: Episodi simil-maniacali chiaramente indotti da un trattamento somatico antidepressivo (per es.,
farmaci , terapia elettroconvulsivante) non dovrebbero essere considerati per una diagnosi di Disturbo
Bipolare I
EPISODIO IPOMANIACALE

    I criteri diagnostici per l’Episodio Ipomaniacale secondo il DSM-IV-TR* sono i seguenti:
•   Un periodo definito di umore persistentemente elevato, espansivo o irritabile, che dura
    ininterrottamente per almeno 4 giorni, e che è chiaramente diverso dall’umore non depresso abituale.
•   Durante il periodo di alterazione dell’umore tre (o più) dei seguenti sintomi sono stati persistenti e
    presenti ad un livello significativo (4 se l’umore è solo irritabile):

     –   autostima ipertrofica o grandiosa
     –   diminuito bisogno di sonno (per es., sentirsi riposato dopo solo 3 ore di sonno)
     –   maggiore loquacità del solito, oppure spinta continua a parlare
     –   fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente
     –   distraibilità (cioè l’attenzione è facilmente deviata da stimoli esterni non importanti o non
         pertinenti)
     –   aumento dell’attività finalizzata (sociale, lavorativa, scolastica o sessuale), oppure agitazione
         psicomotoria
     –   eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze
         dannose (per es., eccessi nel comprare, comportamento sessuale sconveniente, investimenti in
         affari avventati).
EPISODIO IPOMANIACALE
•   L’episodio si associa ad un chiaro cambiamento nel modo di agire, che non è
    caratteristico della persona quando è asintomatica.
•   L’alterazione dell’umore e il cambiamento nel modo di agire sono osservabili
    dagli altri.
•   L’episodio non è abbastanza grave da provocare una marcata
    compromissione in ambito lavorativo o sociale, o da richiedere
    l’ospedalizzazione , e non sono presenti manifestazioni psicotiche
•   I sintomi non sono dovuti all azione fisiologica diretta di una sostanza (per es.,
    una droga di abuso, un farmaco o un altro trattamento), o ad una condizione
    medica generale (per es., ipertiroidismo).
    Nota: Episodi simil-ipomaniacali chiaramente indotti da un trattamento
    somatico antidepressivo (per es., farmaci, terapia elettroconvulsivante ,
    light therapy) non dovrebbero essere considerati per la diagnosi di
    Disturbo Bipolare II .
Condizioni organiche che possono determinare
una sindrome maniacale secondaria:
ENDOCRINOPATIE E DISTURBI METABOLICI:

. Morbo di Addison
. Morbo di Cushing
. Ipertiroidismo
. Stati carenziali (per es. B12)
. Complicanze dell’anestesia generale

FARMACI O SOSTANZE

. Corticosteroidi, ACTH, tiroxina, L-dopa
. I-MAO, anticolinergici
. Alcool, allucinogeni, cocaina, amfetamina.
MALATTIE NEUROLOGICHE

. Sindrome Lobo Temporale
. Sclerosi Multipla
. Corea di Huntington
. Epilessia
. Vasculopatia cerebrale
. Neoplasie

MALATTIE INFETTIVE

. Sifilide
. Encefalite di St. Louis
. Encefalite Herpetica
. AIDS da HIV
LA MANIA: caratteristiche cliniche

Il soggetto avverte e riferisce una condizione di completo
benessere, assolutamente diversa da quella esperita
normalmente. La visione di sé e del mondo è improntata a
eccessivo ottimismo e superficialità nella valutazione dei
rischi con una immotivata ed abnorme stima di se stessi e
delle proprie capacità.
LA MANIA: caratteristiche cliniche

Anche la reattività dello stato d’animo all’ambiente è alterata
e il paziente fatica a percepire il contesto in cui si muove,
manca di empatia e tende a leggere le situazioni dal punto di
vista ridicolo e clownesco.
Se contraddetto o ripreso per il suo comportamento, ed è
l’altro elemento peculiare, piuttosto che adeguarsi si arrabbia
e tende a diventare irritabile e aggressivo.
Clinica del disturbo bipolare

TIPO 1 gli episodi di eccitamento sono sempre di tipo
maniacale quindi di intensità tale da determinare
un’importante alterazione del funzionamento che
frequentemente comporta la necessità di cure in regime
ospedaliero

TIPO 2 le fasi espansive sono in ipomania cioè di
intensità lieve o moderata comunque tale da non
determinare la completa perdita del funzionamento
sociale e lavorativo.
Stadi della Mania (modificata da Carlson,
Goodwin, 1973)

UMORE

Stadio I: Labile, prevale l’euforia; irritabilità se il
soggetto viene contrariato.

Stadio II: aumento della disforia e della irritabilità,
rabbia e ostilità manifeste.

Stadio III: chiaramente disforico;
IDEAZIONE

Stadio I: contenuti di grandezza; ideazione coerente con
qualche deragliamento; accelerazione del corso del
pensiero.

Stadio II: fuga delle idee; disorganizzazione ideativa;
deliri.

Stadio III: incoerenza, lassità dei nessi associativi,
allucinazioni in un terzo dei pazienti; disorientamento
spazio-temporale; occasionali idee di riferimento.
COMPORTAMENTO

Stadio I: aumento dell’attività psicomotoria e della
spinta a parlare; eccessivo spendere, fumare, telefonare.

Stadio II: agitazione psicomotoria, logorrea; occasionali
comportamenti aggressivi.

Stadio III: attività psicomotoria frenetica e spesso
bizzarra.
Modalità di insorgenza (1)
• può essere graduale (con passaggi
  successivi attraverso gli stadi) o può invece
  iniziare direttamente da uno di questi stadi.
• esiste una variabilità interindividuale sulla
  modalità di esordio dell’episodio.
• stabilità della modalità di insorgenza e
  soprattutto della comparsa di alcuni sintomi
  prodromici nel medesimo individuo.
Modalità di insorgenza (2)
• Iniziano in maniera più improvvisa rispetto
  a quelli depressivi

• In diversi studi è stato rilevato come più
  tipico un esordio brusco e progressione di
  mania entro 1-7 giorni.
Modalità di insorgenza (3)
• progressivo aumento della rapidità di esordio nel
  corso della malattia, probabilmente legato agli
  stessi meccanismi biologici che sottendono
  l’aumentata frequenza e l’accorciamento dei cicli
  di ricorrenza, sulla base del Kindling e della
  sensibilizzazione.
• L’esordio degli stati misti, connessi proprio con
  questi meccanismi, è particolarmente rapido.
Fattori precipitanti (1)
• 1) fattori stressanti (eventi di vita)
• Appare problematico discriminare tra gli eventi
  che causalmente possono precedere l’inizio di
  una mania e quelli che ne siano invece diretta ed
  immediata conseguenza.
• Kraepelin aveva notato che fattori stressanti,
  fisici-psichici, avevano un ruolo fondamentale
  nell’innescare il processo patologico,
  specialmente nelle fasi iniziali della malattia
Fattori precipitanti (2)
• Una maggiore concentrazione di eventi stressanti,
  nel mese precedente l’episodio; ma è la mania
  stessa che può generare le condizioni idonee al
  verificarsi di alcuni eventi stressanti (Hunt 1992).
• L’evento stressante può condizionare l’adesione
  alla terapia, esacerbare la sintomatologia e anche
  ritardare la risposta al trattamento (Malkoff 2000).
Fattori precipitanti (3)
• 2) fattori ormonali
• ricorrenze post-partum in una percentuale
  considerevole (fino al 67 %) di pazienti affette
  dalla malattia (Freeman 2002).
• la mania post-partum si verifica nel 50 % delle
  donne che hanno già avuto episodi; può essere
  ridotto al 7-10 % se si attua subito terapia
  preventiva con il litio (Cohen 1995; Stewart
  1991).
Fattori precipitanti (4)
• 3) alcol e abuso di droghe
• Forte associazione tra dipendenza da alcol e
  abuso di droghe e il disturbo bipolare.
• l’abuso di sostanze può essere associato alla
  non compliance, a un possibile esordio
  precoce dei sintomi affettivi e ad un
  peggioramento dei sintomi maniacali
  (Sherwood Brown 2001).
Fattori precipitanti (5)
• 4) antidepressivi
• L’esordio di mania/ipomania nel DB può
  avvenire, con una frequenza del 50 % in
  coda ad un episodio depressivo e può
  essere, in questo caso, indotto anche dal
  trattamento antidepressivo (Winokur 1969;
  Perris 1966; Dunner 1976; Angst 1978).
Fattori precipitanti (6)
• 5) perdita di sonno
• significativa correlazione negativa tra la durata del
  sonno notturno e l’intensità della sintomatologia
  maniacale, rilevata utilizzando la YMRS e la
  NOSIE (2 cluster: cooperatività ed irritabilità)
  (Barbini 1996).
• la deprivazione acuta e cronica di sonno può
  precipitare un episodio maniacale (Wright 1993).
Switch
    durante deprivazione di sonno

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Fattori precipitanti (7)
• 6) luce
• Nei BP l’esposizione alla luce esercita effetti
  antidepressivi; è stata individuata una relazione tra
  umore, ore di luce solare e irradiazione.
• L’uso eccessivo della luce artificiale durante le
  ore notturne (o del buio artificiale durante il
  giorno) porta a disturbi cronici nei pattern del
  sonno e ad una riduzione del tempo fisiologico di
  sonno.
Fattori precipitanti (8)
• 7) livelli plasmatici di litio
• diminuzione in concomitanza con le ricorrenze.
  Bassi livelli plasmatici di litio comportano un più
  alto rischio di ricorrenza. (Page 1987; Gelemberg
  1989).
• Fluttuazioni dei livelli plasmatici di litio sono stati
  osservati in alcuni BP in concomitanza con grandi
  variazioni dello stato dell'umore (Greenspan
  1968).
Fattori precipitanti (9)
• 8) stagioni
• significativa distribuzione stagionale degli episodi.
  Nei BP: gli episodi depressivi in autunno, quelli
  maniacali in estate. Sembra che la ragione risieda
  nell’alternanza luce-buio:in autunno il periodo di
  luce è ridotto, mentre gli episodi maniacali
  potrebbero verificarsi in estate a causa di un
  prolungato periodo di luce (Barbini 1994).
Decorso naturale del disturbo
           bipolare
• malattia cronica
• 90% dei pazienti ha un andamento ricorrente
  di episodi di entrambe le polarità
• un episodio maniacale non trattato può durare
  4-13 mesi
• compromesso il contesto relazionale sociale
  lavorativo
• può instaurarsi una rapida ciclicità
• U.S. Department of H.E.W. (1979): donna
  con esordio del DBP all’età di 25 aa., avrà
  una riduzione nell’aspettativa di vita di
  9-10 anni e una perdita di produttività
  lavorativa di 14-15 aa.;

• la stessa BP, con un trattamento adeguato ed
  efficace può recuperare all’incirca 6.5 anni
  di vita e 10 anni di produttività lavorativa.
Genetica e Disturbo Bipolare
•   Lo studio degli alberi genealogici dei pazienti ha dimostrato che il
    Disturbo Bipolare è una malattia familiare, e questo fa pensare che
    esista una predisposizione genetica, anche se un gene specifico non è
    stato individuato.

•   Il rischio sembra essere cumulativo: più persone in una famiglia ne
    soffrono, più è probabile che un nuovo membro ne soffra.

•   Se un genitore soffre di un disturbo bipolare i figli hanno circa il 10%
    di contrarlo, rischio che cresce considerevolmente se entrambi i
    genitori ne soffrono
Genetica e Disturbo Bipolare
•   La genetica non potrà raccontarci tutta la storia del Disturbo Bipolare,
    infatti studi su gemelli identici, che condividono lo stesso patrimonio
    genetico,indicano che anche altri fattori contribuiscono a scatenare la
    malattia.

•   Le ricerche più recenti avvalorano inoltre l'ipotesi che non esista un
    singolo gene responsabile ma piuttosto che molti geni agiscano
    assieme generando una predisposizione su cui si innestano fattori
    scatenanti ambientali.
Genetica e Disturbo Bipolare
• I geni determinerebbero una vulnerabilità del sistema nervoso, che si
  traduce in un alterato equilibrio dei neurotrasmettitori e , pertanto,
  particolari stress emotivi come l’inizio dello studio o del lavoro, il
  distacco dalla casa materna, l’inizio o la fine di una relazione o la
  morte del partner possono precipitare una crisi.
• Geni in comune con la schizofrenia i parenti di primo grado (genitori,
  figli o fratelli) dei pazienti affetti da schizofrenia o disturbo bipolare
  hanno un’alta probabilità di andare incontro all’una o all’altra
  patologia;
• Identificata una mutazione nel gene DAT (dopamine transporter)
  specificamente associata al disturbo bipolare, ma non alla schizofrenia
  e alla depressione
Theodorus                   Anna

                  Theo              Cornelius          Wilhelmina
           Anna                                        OP > 30 aa     Elizabeth
                  Schizoaffettivo   Suicidio
Vincent                                                Schizofrenia
Bipolare
Virginia Wolf

Depressione                        Psicosi
Disturbo
bipolare      M      F            Suicidio
HTTLPR
TRATTAMENTO
Gestione del paziente maniacale

•   Evitare contraddizioni dirette
•   Distrazione
•   Aiutare la consapevolezza di malattia
•   Evitare divisioni con lo staff nel piano terapeutico
•   Terapie (stabilizzanti, antipsicotici, benzodiazepine)
Terapia della mania
                                                  Competenza specialistica
Gravità

stadio 3
                                                                                Aggiungere
                                                                                antipsicotici

stadio 2
                                                     Aggiungere
                                                     antiepilettici se con
                                                     predittori clinici
stadio 1
                                     Aggiungere      positivi o
                                     Li+              sedativi maggiori
sintomi
              BDZ                                    se in caso di
premonitori   ipnoinduttrici                         agitazioni
(insonnia)    antistaminici
                                                                                       e/o disponibilità
                         1/2 sett.            2/3 sett.                   3/4          individuale e
                                                                                        ambientale al
                                                                                       trattamento
Stabilizzanti
• Appartengono a questo gruppo i farmaci efficaci nel
  trattamento del disturbo bipolare. Uno dei farmaci più
  potenti, appartenente a questa categoria, è il litio. Pur
  essendo un farmaco efficace, il litio presenta un
  inconveniente non trascurabile: può essere tossico se
  raggiunge determinati livelli nell’organismo. Per questo
  motivo è necessario tenere sotto controllo periodicamente
  (di solito ogni 3-6 mesi) la sua concentrazione nel sangue.
• Litio, Valproato, Carbamazepina…

        Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
Farmaci stabilizzanti dell’umore

• Sali di litio
• Carbamazepina
• Acido valproico
Sali di litio: uso clinico
• prima scelta nel trattamento della fase acuta
  della mania
• prima scelta nella prevenzione della
  ricorrenza nel disturbo bipolare
• possibile l’associazione con TCA e SSRI
  come potenziamento antidepressivo
• possibile utilizzo nel disturbo di personalità
  borderline e nel discontrollo degli impulsi
Litio
                   Meccanismo d’azione

Neurotrasmetttitori

NE                    √ (↓)
DA                    √ (↑)
5HT                   √ (↑)        Stabilizza eccessi?
GABA                  √ (↑)
GLU
ACH                   √ (↑)

Trasduzione del Segnale

G-Prot.-PLC√
AC (cAMP) √ (↓)       stabilizza secondi messaggeri?
Ionositolo (IMP)      √ (↓)         Ipotesi deplezione inositolo
cGMP                  √ (↓)
PKC (α,ε)
-MARKS                √ (↓)
GSK-3β                √
AP-1 (fos,jun)        √ (↑)
-DNA BINDING?
Sali di litio: uso clinico
• 600 mg/die suddivisi in 2 somministrazioni
  distanziate di 12 ore circa (mattino-sera)
• dosaggio plasmatico (litiemia) compreso tra 0.5 e
  1.0 mEq/l
• controllo dosaggio plasmatico ogni mese con
  prelievo da effettuare a 12 ore dall’ultima
  assunzione
• prima dell’inizio del trattamento e, in corso di
  trattamento almeno una volta l’anno, effettuare
  controllo di: FT3, FT4, TSH, azotemia,
  creatininemia, emocromo, formula leucocitaria,
  elettroliti, ECG.
Terapia con sali di litio

Pretrattamento                                                         Monitoraggio
Azotemia                                                    Raccomandazioni minimali
Creatininemia
T4 libero e totale          Indagini             Litiemia                     6-8 sett.
TSH                         indispensabili       Creatinina                   6-12 mesi
Esame urine completo                             T4, FT4, TSH                 6 mesi
                                                 Elettroliti                  6-12 mesi
Vol. urine 24 ore                                Esame urine                  12 mesi
Creatinina clearance
T3 libero e totale                                          Raccomandazioni aggiuntive
Emocromo completo
Elettroliti                 Indagini ulteriori   Vol. urine 24 ore            6-12 mesi
Glicemia                    raccomandate         Creatinina cl                6-12 mesi
ECG                         da alcuni Autori     Osmolarità urine             6-12 mesi
Pressione arteriosa                              Emocromo                     6-12 mesi
Test di gravidanza                               ECG (>50 anni)               6-12 mesi
per donne in età fertile                         Litio eritrocitario          3 mesi
Variazioni stagionali della
concentrazione plasmatica di litio
• in estate si osserva un significativo aumento della
  litiemia dovuto all’incremento della temperatura
  esterna e quindi della perspirazione
• è perciò consigliato un controllo della litiemia
  durante la stagione calda
• da raccomandare una corretta idratazione prima di
  una eventuale riduzione della posologia
Effetti sistemici del litio

Tiroide               Ipotiroidismo nel 3-5% dei pazienti - ridurre la dose o
                      aggiungere ormone-sostitutivo

Rene                  Diminuzione della gunzionalità tubulare - collegata alla
                      dose e alla durata del trattamento. Diminuzione della
                      capacità di concentrazione renale nel 15-30% dei
                      pazienti. Poliuria. Funzione glomerulare preservata

Sistema               Disturbi normalmente transitori e collegati alla dose;
nervoso               importante motivazione per la mancata compliance;
                      spesso correlati ad alti valori di litio eritrocitario. Fine
                      tremore nel 33-65% dei pazienti: persiste nel 4-15% dei
                      pazienti in terapia di mantenimento. Diminuzione della
                      coordinazione motoria- una lieve atassia può indicare
                      tossicità. Debolezza muscolare. Segni extrapiramidali.
                      Rigidità a “ruota dentata” lieve nel 48-59% dei pazienti-
                      associata a trattamenti lunghi. Variazioni non specifiche
                      all’ECG. Disturbi mnesici

Metabolismo           Lieve decalcificazione, ma senza osteoporosi clinica.
                      Aumento di peso. Alterazione del metabolismo glucidico.
Effetti sistemici del litio

Cute                  Lesioni maculo-papulari e acneiformi - insorgono
                      precocecemente; reversibili; possono non ripresentarsi al
                      momento della riassunzione del litio. Psoriasi - non
                      infrequente nei pazienti con anamnesi remota o familiare di
                      psoriasi. Moderata perdita di capelli - quasi sempre femminile;
                      rarissima l’alopecia

Apparato              Pirosi gastrica, diarrea - transitori, collegati all’ora della
gastroenterico        somministrazione o al tipo di preparato; in rari casi vi è una
                      intolleanza gastrica o intestinale assoluta

Cuore e vasi          ECG: appiattimento o inversione dell’onda T - benigna,
                      reversibile. Disfunzione del nodo del seno - rara; dose-
                      dipendente
Clinica e trattamento del sovradosaggio da litio

Sintomi premonitori       - Comparsa o intensificazione di
                          precedenti effetti collaterali
                          (tremore).
                          - Irritabilità, nausea, difficoltà di
                          concentrazione.
                          Litiemia > 1,2 mEq/l: sospendere
                          il litio, monitorare elettroliti e
                          creatinina, eseguire esame
                          obiettivo generale e neurologico
Clinica e trattamento del sovradosaggio da litio

Sintomi moderati          - Sonnolenza, apatia, rallentamento
o gravi                   psicomotorio, disorientamento,
                          linguaggio impastato, visione offuscata,
                          andatura instabile, tremore grossolano,
                          scosse muscolari, irrequietudine, vertigini,
                          vomito, atassia, ottundimento del sensorio
                          che progredisce fino al coma.
                          Litiemia > 2 mEq/l: come sopra ed
                          aumentare la clearance del litio mediante
                          infusione salina; mantenere il bilancio
                          idroelettrico.
                          Litiemia > 3 mEq/l: iniziare emodialisi (o
                          dialisi peritoneale) se il paziente stenta a
                          rispondere entro 24 ore al trattamento
                          conservativo; se il paziente è in coma,
                          shock o severamente disidratato; se le
                          condizioni generali peggiorano.
LITIO
follow-up di 5 anni:
• il 60 - 70 % continua ad assumere il litio;
                            di questi:
• 40 % non ha avuto episodi;
• 45 % ha avuto almeno un episodio ma con una riduzione
  della morbidità media annuale (numero medio di settimane
  di malattia/anno) par i almeno al 50 % rispetto ai due anni
  precedenti la profilassi;
• 15 % ha avuto almeno un episodio ma senza la riduzione
  del 50 % della morbidità media annuale.
COMPETIZIONE
• il litio sembra ridurre la morbidità;

•    vi è una diminuzione di intensità degli episodi; se assunto
    “bene” contrasta efficacemente, almeno in determinati
    casi, i meccanismi biologici che sottendono al disturbo.

• Perciò più è grave la malattia (alto numero di episodi e di
  ricoveri, cicli rapidi,etc), meno eclatanti saranno gli effetti
  del litio.
NON RESPONSIVITA’
          TARDIVA
• il 12 % dei BP trattati con successo con litio per
  cinque anni, ha ricorrenze multiple negli anni
  successivi, nonostante un’adeguata compliance
  alla terapia (Post 1993; Maj 1995).

• Questi BP hanno, nel periodo precedente alla
  profilassi, un numero di episodi più alto e una
  durata di malattia più lunga (effetto dell’età? La
  “forza trainante della malattia” alla fine ha la
  meglio?).
COMPLIANCE
• 30-45 % dei BP interrompe l’assunzione
  del litio contro il parere dei curanti

• Più del 50 % dei BP presenta un nuovo
  episodio (in genere maniacale) entro 22
  settimane (5 mesi) dalla sospensione del
  litio (Goodwin 1990).
REFRATTARIETA’ ALLA
    REINTRODUZIONE (1)
• La sospensione si associa a un più alto rischio di
  ricorrenza.
• le brevi interruzioni del trattamento possono ridurre
  considerevolmente l’effetto del litio.
• refrattarietà alla reintroduzione della profilassi con litio in
  BP precedentemente responsivi (Maj 1995; Post 1992;
  dato non confermato da Coryell 1998; Tondo 1997).
• In alcuni casi si tratterebbe di uno stato refrattario
  reversibile.
REFRATTARIETA’ ALLA
   REINTRODUZIONE (2)
• fattori di rischio: lunga durata del periodo di
  trattamento prima dell’interruzione, età
  maggiore, storia di malattia più lunga, alto
  numero di episodi prima della profilassi.
• l’accumularsi successivo degli effetti di uno
  o più episodi come un carico eccessivo che
  andrebbe ad alterare il substrato
  neurobiologico.
EVOLUZIONE
        “FINALE” (demenza)
• Il rischio di sviluppare demenza è incrementato
  nei BP/UP rispetto alla popolazione generale.
• BP/UP hanno un rischio maggiore rispetto ai
  pazienti con diabete (1.77) o con osteoartrosi
  (2.13).
• Il litio potrebbe avere degli effetti neuroprotettivi
  e prevenire/rallentare i disturbi neurodegenerativi
  (Bauer 2003).
Litio
VANTAGGI                        SVANTAGGI
• Molto efficace come           • Ristretto indice terapeutico
  antimaniacale e               • Inizio efficacia lento
  stabilizzante                 • Meno efficace in certi
• Riduce mortalità e suicidio     sottotipi BP (es. Rapid
                                  Cyclers)
• 50 anni di esperienza
  clinica                       • Effetti Collaterali
                                   –   Teratogenico
• Prescrivibile secondo linee      –   Tremore
  guida                            –   Poliuria/polidipsia
• Economico                        –   Cognitivi
                                   –   Tiroide
Anticonvulsivanti
• Valproato
• Lamotrigina
• Carbamazepina
Anticonvulsivanti
• Valproato e carbamazepina sembrano essere
  vantaggiosi nel trattamento degli stati misti e nei
  rapidi ciclatori

• lamotrigina utilizzata negli stati misti e nei rapidi
  ciclatori, sembra essere efficace nel trattamento
  della depressione del paziente bipolare tipo I
  (scarsi però i dati)
Acido valproico
• appartiene alla classe degli antiepilettici
• utilizzato come antimaniacale e come stabilizzante
  nel disturbo bipolare
• utilizzato nelle fasi miste, da solo o associato a
  neurolettico in presenza di sintomi psicotici
• utilizzato nel discontrollo degli impulsi e nei
  disturbi di personalità borderline e antisociale
Valproato
 VANTAGGI                   SVANTAGGI
• Rapida efficacia         • Meno efficace del litio
• Ben tollerato            • Effetti collaterali
• Efficace nei sottotipi      –   Aumento peso
  BP                          –   tremori
• Prescrivibile               –   iperammonemia
                              –   pancreatiti
                              –   epatotossicità
                              –   teratogenicità
Carbamazepina
• appartiene alla classe degli antiepilettici
• utilizzata come antimaniacale e come stabilizzante
  nel disturbo bipolare
• come prima scelta nelle fasi miste, da sola o
  associata a neurolettico in presenza di sintomi
  psicotici
• utilizzata nel discontrollo degli impulsi e nei
  disturbi di personalità borderline e antisociale
Carbamazepina
 VANTAGGI                   SVANTAGGI
• Rapida efficacia         • Meno efficace del litio
• Ben tollerato            • Effetti collaterali
• Efficace nei sottotipi      – epatotossicità
  BP                          – leucopenia
• Prescrivibile               – teratogenicità
Lamotrigina
VANTAGGI                   SVANTAGGI
• Efficace nella           • Aumento dose
  depressione                lento (rush)
• Efficace nei sottotipi   • Cefalea
  BP                       • Diarrea
• Prescrivibile            • Rash
In genere

• Monoterapia!!
LA GRANDE SFIDA:
           aumentare la compliance farmacologica

La sospensione è un problema comune in tutte le malattie croniche.
L'assunzione corretta della terapia è estremamente importante fin dall'inizio
della malattia ( il rischio suicidario è più elevato nelle prime fasi di malattia )

RAGIONI DELLA NON ADERENZA
➢Negazione della malattia
➢Effetti collaterali dei farmaci ( aumento di peso; apatia; ripercussioni sul
funzionamento sex )
➢Stigma sul Litio e sugli psicofarmaci
➢Nostalgia per i « momenti su » , bisogno di umore elevato, di grandiosità
  ( i pazienti con pura euforia sono i meno disposti ad assumere il Litio )

C'è una certa dipendenza dall'esperienza euforica
Paul Robert Lowell « esiste un magico aranceto dentro l'incubo »
« La psicoriabilitazione del disturbo
bipolare come obiettivo della moderna
             psichiatria »
PREMESSA ( I )
Negli ultimi 20-25 anni si è radicalmente trasformato il nostro modo di
concettualizzare il disturbo bipolare.
1) Da patologia rara a disturbo abbastanza diffuso nelle sue varie
manifestazioni ( 20% di tutti i disturbi dell'umore )
2) Da patologia relativamente tardiva a disturbo che ha invece un esordio
precoce ( infanzia, adolescenza )
3) Da patologia a decorso episodico, con intervalli liberi tra un episodio e
l'altro, a disturbo tendenzialmente cronico con frequente sintomatologia
residua interepisodica
4) Da patologia ad esito piuttosto favorevole a disturbo ad esito spesso
severo sia dal punto di vista psicopatologico che psicosociale
5) Da patologia di trattamento relativamente semplice ( LITIO ) a disturbo
spesso resistente alla terapia con frequente necessità di combinare più
farmaci e con problemi peculiari nelle varie fasi di malattia
6) Disturbo in cui oltre all'approccio farmacologico rivestono importanza
fondamentale le diverse tecniche psicoterapeutiche e psicoeducazionali ed
in cui riveste importanza fondamentale l'approccio integrato
                                               M.Maj Introduzione al Congresso
                             "La terapia a lungo termine nei pazienti bipolari "
PREMESSA ( II )
"   La psicoriabilitazione del disturbo bipolare si identifica con
il trattamento integrato a lungo termine

"    L'approccio integrato ( intervento farmacologico –
psicoterapia – interventi psicoeducazionali e psicosociali ) si
è rilevato più efficace della sola terapia farmacologica nel
trattamento dei disturbi dell'umore

"   Importanza fondamentale nella cura del disturbo bipolare
rivestono le qualità umane e relazionali del terapeuta
( flessibilità; elasticità; capacità di adattamento )
PRINCIPALI OBIETTIVI DEL
TRATTAMENTO INTEGRATO A LUNGO TERMINE
➢ Prevenzione degli episodi di mania, di depressione e degli
episodi misti
➢   Intervento anche nei periodi intervallari interepisodici
( spesso caratterizzati da depressione subsindromica o da
umore ipertimico )
➢  Trattare in forma integrata le condizioni mediche e i fattori di
rischio che spesso si associano al disturbo bipolare
➢   Prevenzione del suicidio
➢   Occuparsi dell'uomo ( oltre che della malattia).
  Individualizzare il trattamento sulle caratteristiche peculiari
della   persona
INTEGRAZIONE TRA INTERVENTI MEDICI
Il disturbo bipolare è tra i disturbi psichiatrici quello che si presenta con:
" Una maggiore e più precoce comorbidità con malattie mediche e fattori di
rischio per molte malattie organiche ( frequentissime le doppie diagnosi )
" Una maggiore mortalità per le condizioni mediche associate:
   - malattie cardiovascolari – ipertensione
   - patologie respiratorie
   - obesità
   - diabete
   - sindrome metabolica( vi è una recente ipotesi di correlazione tra queste due
condizioni di « vulnerabilità genetica » )
" Fattori di rischio:
   - abuso di caffè
   - tabagismo
   - alcolismo
   - abuso di sostanze ( cocaina )
   - promiscuità sessuale
INTEGRAZIONE TRA INTERVENTI MEDICI

 « Il paziente con disturbo bipolare cerca con grande

 passione tutte le cose che fanno male a lui e soprattutto alla

 sua malattia pur avendo un sistema nervoso molto reattivo

 agli effetti delle sostanze » ( A. KouKopoulos )
INTEGRAZIONE TRA INTERVENTI MEDICI

Per un intervento integrato dal punto di vista
clinico:

u Riconoscere il carico medico sia in termini di
fattori di rischio, sia in termini di patologia medica
associata

 Ogni volta che prescriviamo una terapia e la
u
implementiamo – tenere in considerazione – sia i
problemi psichiatrici sia i problemi medici
OCCUPARSI DELL' UOMO

Aspetti e problemi di ordine psicologico ed esistenziale nel disturbo
bipolare
➢ Confusione rispetto alla propria identità ( yo-yo dell'umore )

 - Cicli rapidi
 - Inizio precoce
➢ Incertezza rispetto al proprio progetto esistenziale
 - grandiosità e dispersività nella fase maniacale
 - infuturazione bloccata nella fase depressiva
➢    Sensazione di perdita di controllo sulle proprie emozioni e
comportamenti
   Sindrome della spada di Damocle
OCCUPARSI DELL' UOMO

➢Profonde     ripercussioni sull'autostima

➢Differenti   e variabili percezioni da parte dell'ambiente ( alternanza di
speranze e delusioni )

➢Profonde     ripercussioni sulle relazioni interpersonali e sociali

   ( problematicità della vita affettiva e lavorativa )

➢Aspetti   creativi della personalità spesso presenti. Il disturbo
bipolare è fortemente rappresentato nelle personalità artistiche.

 « Toccati dal fuoco » ( K. Jamison )
LA PSICOTERAPIA NEL DISTURBO
                       BIPOLARE
●    E' ormai convincimento generale che la psicoterapia da sola non risulta efficace
    nella cura degli episodi della malattia ( in particolare della fase maniacale ) ma
    all'interno di un approccio integrato, la psicoterapia si è rivelata particolarmente
    utile per affrontare le difficoltà personali e relazionali causate dal disturbo,
    influendo positivamente sull'autostima ed in generale sulla qualità della vita del
    paziente affetto da disturbo bipolare

● Tutte le forme di psicoterapia possono essere potenzialmente efficaci
 nell'approccio integrato del disturbo bipolare
● Solo per alcune di esse esistono degli studi che ne hanno evidenziato e
 comprovato l'efficacia

➢PSICOTERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE
➢TRATTAMENTO FAMILIARE denominato FAMILY FOCUS TREATMENT
➢( F.F.T. )
➢PSICOTERAPIA INTERPERSONALE E DEI RITMI SOCIALI ( I.P.S.R.T.)
PSICOTERAPIA CON PROVE DI EFFICACIA
A)   PSICOTERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE ( CBT )

  l'approccio sviluppato da Basco e Rush e ripreso da Beck è diretto ai pazienti
    e ai loro familiari. E' particolarmente utile nello sviluppare:
"    capacità di riconoscimento e coping rispetto a life events
"    capacità di riconoscimento e coping di sintomi prodromici
"    capacità di problem solving rispetto a diversi aspetti della malattia

In tale approccio sono utilizzati i GRAFICI DELL'UMORE utili per evidenziare le
    modificazioni dello stato affettivo.
Negli studi effettuati, il gruppo con la terapia cognitivo comportamentale aveva
    significativamente periodi più lunghi senza ricadute ed episodi bipolari più
    corti rispetto al gruppo di controllo
 ( Ricerca di Lam e altri su 103 pazienti con disturbo bipolare I )
PSICOTERAPIA CON PROVE DI EFFICACIA

B) FAMILY FOCUS TREATMENT sviluppato da Miklowitz e altri

( I° modulo ) :iniziale approccio psicoeducazionale

( II°modulo ) vengono attenzionate in particolare le relazioni
  disfunzionali all’interno della famiglia

( IIIº modulo ) offerte soluzioni ai principali problemi interpersonali
PSICOTERAPIA CON PROVE DI EFFICACIA

PSICOTERAPIA INTERPERSONALE E DEI RITMI SOCIALI ( I.P.S.R.T.)

 ideata dal gruppo di Ellen Frank presso l' Università di Pittsburg
  In questo approccio la psicoterapia interpersonale di Klermann e
Weissman si combina con un approccio psicoeducazionale
particolarmente indirizzato alla gestione dei ritmi circadiani del
paziente.
 Nella I.P.S.R.T. Si presta molta attenzione:
" Alla connessione di eventi interpersonali ( delusioni interpersonali )
e variazioni dell'umore
" Ai ritmi circadiani del paziente descritti in 5 ITEMS
➔Alzarsi dal letto
➔Primo contatto con altre persone

➔Inizio del lavoro

➔Cena

➔Andare a letto
PSICOTERAPIA INTERPERSONALE E DEI
          RITMI SOCIALI
L'ipotesi che si tiene in considerazione è che il paziente
bipolare abbia una particolare

 « vulnerabilità circadiana » e che gli eventi traumatici, specie
interpersonali, della vita possano determinare ricadute per la
loro influenza sui principali ritmi sociali ( in particolar modo il
ritmo sonno veglia )

Negli studi della Frank il gruppo che ha iniziato la IPSRT nella fase
acuta ed ha imparato a protocollare il proprio ritmo giornaliero ha
avuto un periodo di benessere significativamente più lungo della fase
di mantenimento rispetto al gruppo di controllo
OBIETTIVI DELLA PSICOTERAPIA
A prescindere dall'approccio utilizzato, gli obiettivi di una
psicoterapia possono così essere focalizzati:

1) comprensione della malattia e ricerca di un equilibrio stabile e duraturo
con sostegno dell'identità personale
2) sostenere progetti di vita realistici e realizzabili ( programmazione accorta
degli obiettivi personali )
3) favorire l'acquisizione di un maggior controllo della propria vita
( miglioramento del funzionamento sociale e lavorativo )
4) sostegno dell'autostima
5) sostegno alla famiglia ( partner; genitori; figli ecc. )
6) prevenzione delle condotte impulsive e autodistruttive ( ricorso a droghe,
alcol, tendenza agli incidenti, condotte suicidali )
7) rispetto e valorizzazione degli aspetti creativi della personalità
L'INTERVENTO PSICOEDUCAZIONALE

                         SUL SINGOLO PAZIENTE
                        u

                        uSU GRUPPI DI PAZIENTI

PRINCIPALI OBIETTIVI ( I )
" Aumentare il livello di informazione e consapevolezza sulla malattia,
sul possibile decorso, sulle conseguenze della non aderenza
" Aumentare il livello di informazione sulle terapie farmacologiche
disponibili; sull'efficacia del Litio e degli altri stabilizzatori dell'umore
" Informare sugli effetti collaterali e come affrontarli
" Coinvolgere i membri della famiglia nei processi psicoeducativi
( valorizzare gli aspetti positivi )
" Individuazione degli eventi stressanti, dei primi sintomi e come
fronteggiarli
" Aumentare la capacità di distinguere tra aspetti della personalità e
disturbi connessi alla malattia
" Promozione di condizioni di vita igieniche ( movimento –
alimentazione – sonno )
PRINCIPALI OBIETTIVI ( II )
   NELLA PSICOEDUCAZIONE DI GRUPPO
uCreare    nei partecipanti sentimenti di comprensione,
solidarietà, appartenenza
uScambio di esperienze e consigli pratici su aspetti
esistenziali connessi al disturbo

Alcune esperienze storiche fanno riferimento ad un approccio
psicoeducazionale finalizzato al disease management:
i cosiddetti « gruppi del Litio »

L'intervento psicoeducazionale sui pazienti può essere affiancato da
un gruppo psicoeducazionale per i familiari

I gruppi psicoeducazionali possono evolvere in gruppi di autoaiuto
ALTRA GRANDE SFIDA:
      Attenzionare il cervello senza perdere di vista la mente
                  ( conciliare biologia e spirito )
"   Avvalersi delle acquisizioni della ricerca moderna particolarmente nel campo
delle neuroscienze ( NEURO IMAGING )
" Visualizzare un cervello prima e dopo un trattamento può far cambiare il giudizio
sugli effetti dei farmaci « non solo non danneggiano il cervello ma anzi lo aiutano a
crescere » Kay Jamison. Riconosciuti ormai gli aspetti neurotrofici del Litio, degli
antipsicotici atipici e di alcuni antidepressivi
" Avvalersi di consigli letterari
    Nella psicoeducazione è buona pratica, non solo consigliare testi divulgativi sulla
malattia e il suo trattamento, ma soprattutto libri scritti da autori ( scrittori,
giornalisti ) che hanno vissuto direttamente o indirettamente il problema della
malattia. Spesso la letteratura ha molto da insegnare agli psichiatri e a i loro
pazienti
  Un esempio per tutti:
  di Kay Jamison « Rapida viene la notte » emozionante testo sul tema del suicidio
    di Luana De Vita « Mio padre è un chicco di grano » la malattia bipolare vista
con gli occhi di una figlia
TAB. I. Argomenti discussi durante le sedute di gruppo
psicoeducazionale

Sintomi della depressione

Cos’è il Disturbo dell’Umore di tipo Unipolare e di tipo
Bipolare

Terapia di fase acuta nella depressione

Terapia di mantenimento nella depressione

Associazione del trattamento non psicofarmacologico
nel Disturbo dell’Umore

Rischio associato con la sospensione della terapia

Cause e fattori stressanti     concorrenti   nell’esordio
dell’episodio depressivo

Precoce individuazione dei sintomi e cosa fare quando
si identifica una ricorrenza

Gestione dei ritmi biologici
INTERVENTO PREVENTIVO SULLA
    CONDOTTA SUICIDARIA ( I )

Conoscenza dei fattori clinici di rischio
suicidario

➔ Sesso maschile
➔Storia familiare di suicidio

➔Esordio precoce della malattia
➔Precedenti tentativi di suicidio
➔Comorbidità con abuso di sostanze
➔Episodi depressivi misti ( depressione
agitata )
➔Life-events ( divorzi, perdita del lavoro ecc.)
➔Stato non coniugale – vivere da soli

➔Non aderenza alla terapia – sospensione
della terapia
➔Fattori climatici: primavera o inizio estate
INTERVENTO PREVENTIVO SULLA
        CONDOTTA SUICIDARIA ( II )
➔Non  eludere il problema ma trattarlo apertamente ( esistenza o
meno di un piano per il suicidio o tentativi precedenti

➔Non   esprimere giudizi o valutazioni morali

➔ Trattamento     patologia psichiatrica (Litio-attenzione alla
prescrizione dei farmaci )

➔Coinvolgimento   familiare

➔Eventuale   ospedalizzazione

➔Aiutare   il paziente a costruire UN PIANO PER LA VITA
« Sono sopravvissuta perchè i medici si preoccupavano di me
  e uno di loro credeva in me quando io non credevo in nulla; stare
 tranquillamente seduti in una stanza di consultazione e parlare con
                qualcuno può non sembrare alla gente
                    una cosa eroica o drammatica.
         In medicina ci sono molti modi per salvare una vita.
                        Questo è uno di essi »

Dal libro « Al di là di ogni ragione »
di Mauray Coat scrittrice inglese
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