Depressione Volume I - Neuraxpharm
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PERIODICO DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA A DIFFUSIONE GRATUITA FEBBRAIO 2018 • N. 3 Depressione Volume I
FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3 ___________________________________________________________ DIRETTORE RESPONSABILE Valeria Ipavec ___________________________________________________________ COMITATO SCIENTIFICO FARMACOLOGIA Giovanni Biggio Professore emerito di Neuropsicofarmacologia, Università degli studi di Cagliari Roberto Ciccocioppo Professore ordinario di Farmacologia, Università degli studi di Camerino GERIATRIA Mario Barbagallo _____________________________________ Direttore Scuola di Specializzazione in Geriatria, EDITORE, DIREZIONE, REDAZIONE, MARKETING Università degli studi di Palermo FB HEALTH S.p.A. Angelo Bianchetti Via Piceno Aprutina, 47 - 63100 Ascoli Piceno (AP) Direttore Dipartimento Medicina e Riabilitazione, Tel. +39 0736 980619 - Fax +39 0736 389864 Istituto Clinico S. Anna di Brescia www.fb-health.com - fb-health@fb-health.com _____________________________________ NEUROLOGIA REGISTRAZIONE Alessandro Padovani Tribunale di Ascoli Piceno, n. 104/17 del 4/02/2017 Direttore Cattedra di Neurologia, Università degli Studi di Brescia _____________________________________ Ubaldo Bonuccelli Direttore UOC Neurologia, Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Eleanna Lattanzi PSICHIATRIA _____________________________________ Giuseppe Maina STAMPA Direttore Struttura Complessa a Divisione Universitaria di Psichiatria, Fast Edit S.r.l. Azienda Ospedaliera Universitaria S. Luigi Gonzaga di Orbassano (TO) Via Gramsci, 13 - 63075 Acquaviva Picena (AP) Umberto Albert _____________________________________ Professore Associato di Psichiatria, Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie, “Alma Mater Studiorum” Università di Bologna IMMAGINI Fotolia: i diritti di riproduzione delle immagini sono Alessandro Rossi stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni Professore Ordinario di Psichiatria Università de L'Aquila i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà Direttore Scuola di Specializzazione in Psichiatria l’impegno a posteriori. Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL 1 Abruzzo _____________________________________ ___________________________________________________________
EDITORIALE Editoriale Marco Marchetti Amministratore Delegato FB Health La depressione rappresenta, secondo quanto riportato dall’organizzazione mondiale della sanità, il più importante contributo singolo alla disabilità globale coinvolgendo oltre 300 milioni di persone in tutto il mondo con conseguenze enormi in termini di perdita di salute. La sua natura, duratura e spesso ricorrente, ostacola il funzionamento di chi ne è colpito sul lavoro, a scuola e nelle attività quotidiane determinando globalmente, sempre secondo i dati OMS, oltre 50 milioni anni vissuti con disabilità (YLD) nel 2015 (Depression and Other Common Mental Disorders: Global Health Estimates. Geneva: World Health Organization; 2017). La depressione è una patologia con un quadro estremamente eterogeneo e con una sintomatologia associata spesso variegata il cui inquadramento diagnostico è complesso e la cui gestione presenta ancora molteplici “unmet needs”. I sintomi depressivi rappresentano, inoltre, una comorbidità di moltissime patologie organiche di cui alterano, spesso in senso negativo, il decorso e la risposta al trattamento. Sono pertanto numerosi i professionisti sanitari che, oltre agli specialisti, si trovano a confrontarsi con questa patologia il cui impatto, già importante, è destinato ad aumentare nei prossimi decenni. La gestione della depressione è quindi un aspetto critico del sistema sanitario, per il carico economico e sociale che comporta e per la necessità di un approccio integrato e personalizzato con terapie farmacologiche e non-farmacologiche in continuo aggiornamento. Lo scopo della rivista è quello di divulgare in modo efficace e fruibile i contenuti scientifici, in questo caso relativi ad una delle patologie
EDITORIALE psichiatriche a più ampia diffusione nella popolazione e che coinvolge, direttamente o indirettamente, tutti i professionisti della salute. Pertanto il comitato editoriale di FOCUS ON BRAIN ha deciso di dedicare due volumi alla depressione. Questo terzo numero sarà focalizzato sul disturbo depressivo con una disamina, attraverso il contributo di alcuni fra i maggiori esperti italiani, degli aspetti diagnostici e terapeutici. Verranno presi in considerazione gli strumenti Depressione valutativi, gli approcci psicofarmacologici e psicoterapeutici, le terapie somatiche ma anche l’approccio nutraceutico, che Volume I può rappresentare uno strumento innovativo nella gestione integrata dei sintomi depressivi e la farmacogenetica, nuova frontiera nella direzione di una medicina personalizzata. Il secondo volume sarà invece dedicato alla depressione in popolazioni particolari o come comorbidità di altre patologie del sistema nervoso. Il periodico di divulgazione scientifica FOCUS ON BRAIN è anche on line al sito www.focusonbrain.com e potrà così raggiungere un numero sempre più ampio di specialisti, medici di medicina generale e altri professionisti della salute con un accesso dedicato e contenuti interattivi. Visiti il sito web, all’interno potrà consultare tutti gli articoli pubblicati nei numeri della rivista: • Declino cognitivo • Dolore cronico e neuropatico • Depressione, Volume I
SOMMARIO FOCUS ON BRAIN N. 3 • Depressione, Volume I 1 EDITORIALE IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI 4 Disturbo depressivo: epidemiologia ed inquadramento diagnostico 9 Basi neurobiologiche della Depressione 14 Approccio clinico diagnostico alla Depressione Bipolare (ovvero l’importanza di riconoscere e trattare adeguatamente la Depressione Bipolare) 18 Depressione e Ansia 23 Depressione e Suicidio 27 Farmaci per la terapia della Depressione 32 Trattamento farmacologico della Depressione 36 Trattamento non farmacologico della Depressione: terapie psicosociali e psicologiche 41 Trattamenti somatici del Disturbo Depressivo Maggiore 47 Strategia nutraceutica nella Depressione 51 Farmacogenetica e Depressione AGGIORNAMENTI DELLA LETTERATURA 54 S-Adenosylmethionine (SAMe) for Neuropsychiatric Disorders: A Clinician-Oriented Review of Research. Sharma A, et al. J Clin Psychiatry. 2017 Jun;78(6):e656-e667 55 N-Acetilcisteina (NAC) in psichiatria: evidenze cliniche e potenziali sviluppi 57 Efficacy of prospective pharmacogenetic testing in the treatment of major depressive disorder: results of a randomized, double-blind clinical trial. Pérez V et al. BMC Psychiatry. 2017; 17(1):250 ASSISTENZA AL PAZIENTE 58 Web based psychotherapies RUBRICHE 59 Scale di valutazione della Depressione
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI Disturbo depressivo: epidemiologia ed inquadramento diagnostico Alessandro Rossi, Dalila Talevi Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche (DISCAB), Università degli Studi dell’Aquila INTRODUZIONE comorbidità fisiche, e varia dal 9,3% al 23% nei soggetti con patologie croniche, nella popolazione americana la I disturbi dell’umore, in particolare la depressione, rap- prevalenza a 12 mesi è pari al 8,3%, mentre in Italia è presentano i più importanti e frequenti disturbi psichia- stata stimata al 3% (Moussavi S, Lancet 2007; Kessler trici, anche se le stime divergono a seconda dei criteri RC, Bromet EJ, Annu Rev Public Health 2013). diagnostici utilizzati. La depressione è un problema di Studi più recenti riferiscono un rischio di depressione salute pubblica, sia per la sua alta prevalenza, sia per- nel corso della vita tra il 10 e il 15%, in tale percentuale ché comporta una considerevole disabilità e spesso si sono sono molto comuni le forme “unipolari” (Lepine JP, manifesta in comorbidità con patologie croniche medi- Briley M, Neuropsychiatr Dis Treat 2011), con una preva- che e con altri disturbi psichiatrici (Üstün TB, Sartori- lenza doppia nelle donne, maggiore nei giovani rispetto us N, 1995). La depressione ha un forte impatto spesa agli anziani - se consideriamo soggetti senza comorbidi- pubblica anche perché i pazienti depressi sono grandi tà fisiche croniche - e nei paesi ad alto reddito rispetto ai utilizzatori di risorse sanitarie (Von Korff M et al., Arch paesi poveri. Per alcuni autori, tale rischio sale addirittu- Gen Psychiatry 1992). ra al 20% della popolazione, mentre l’incidenza puntifor- Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la me è stimata intorno al 2-4%. Gli studi epidemiologici depressione è al momento la quarta causa di disabilità suggeriscono inoltre che la presenza di disturbi sottoso- nel mondo, diverrà la seconda nel 2020, associata con glia, cioè disturbi che non soddisfano pienamente i cri- le malattie croniche, e la prima nel 2030, determinando teri diagnostici, possono costituire problemi di rilevanza una perdita consistente di produttività per giorni di ma- clinica. Gli individui con depressione sottosoglia, di fatti, lattia e un aumento della mortalità. I pazienti depressi mostrano disabilità e ridotta funzionalità sociale. Tale presenteranno cioè una disabilità lavorativa e sociale forma depressiva presenta deficit, uso dei servizi sani- più elevata rispetto a malattie come l’ipertensione, il tari e di farmaci psicotropi simili o, persino, maggiori diabete, l’artrite e la lombalgia (Murray CJL, Lopez AD, rispetto ai disturbi affettivi formali (Johnson J et al., J Lancet 1997; WHO, 2004). Am Medical Ass 1992). EPIDEMIOLOGIA CLINICA LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE: DAI SINTOMI AI SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE Sempre secondo l’OMS nel mondo oltre 350 milioni di persone soffrono di depressione, con una prevalenza Poiché esistono diverse “forme” cliniche di depressione che varia ampiamente tra i diversi paesi (Weissman MM è necessario demarcarne i confini in maniera attendibi- et al., JAMA 1996) se la prevalenza media calcolata in le, tanto da risultare più corretto parlare di “depressio- 60 paesi coinvolti è pari al 3,2% per i soggetti senza ni”. Inoltre, non tutte le persone che si dicono “depres- 4 FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI se” possono essere diagnosticate come depresse e non che consentono di distinguere i due fenomeni: nel lutto tutte le persone che possono essere diagnosticate come innanzitutto i vissuti e i pensieri negativi appaiono stret- depresse dicono di essere depresse, rendendo quindi tamente in relazione al defunto; è mantenuta la reatti- necessaria un’attenta disamina del fenomeno. vità agli stimoli esterni, non è presente il rallentamento Ad un estremo del “continuum depressivo”, inteso come psicomotorio tipico della depressione maggiore, come presenza di sintomi depressivi in continuità crescente anche le idee di autosvalutazione e colpa eccessive o da forme subcliniche paucisintomatiche fino a forme altri sintomi psicotici ed è rara l’ideazione suicidaria. cliniche conclamate di gravità crescente, potremmo col- La reazione del lutto si differenzia anche per altri segni locare il cosiddetto “temperamento” depressivo (Rovai psicopatologici come la “mummificazione” (tenere gli L et al., Eur Rev Med Pharmacol Sci 2013). Il tempera- oggetti del defunto così come erano prima della morte) mento esprime la disposizione affettiva fondamentale e le gravi reazioni da “anniversario”. e caratteristica di ognuno; è una disposizione di fondo Sempre nel continuum depressivo, è possibile evidenzia- che precede l’esperienza e che predispone ad essa. Il re alcune caratteristiche che definiscono le “soglia” tra temperamento depressivo si caratterizza per la tendenza reazioni fisiologiche e disturbi depressivi veri e propri: alla tristezza, alla scarsa autostima, al pessimismo, all’i- innanzitutto, una condizione patologica determina alte- solamento: il soggetto appare prevalentemente cupo, razioni del funzionamento e un’interferenza con l’adat- introverso, solitario e incapace di divertirsi, tendente tamento sociale; è un’esperienza qualitativamente di- alle rimuginazioni. Ha preoccupazioni circa la propria versa dal lutto, rappresentando una frattura rispetto alle inadeguatezza e i propri fallimenti, presentando una fa- caratteristiche premorbose. Nella categoria dei disturbi cilità a sentirsi in colpa. depressivi troviamo una serie di patologie che condivido- Vanno quindi riportate le cosiddette reazioni depressi- no un disturbo primario delle emozioni e dei sentimenti ve “fisiologiche”: la “tristezza”, il “blues” e il “lutto”. a diversi livelli di gravità. L’alterazione dell’umore com- La tristezza è una delle emozioni primarie e consiste in prende: arousal pessimistico, ipersensibilità ad eventi una risposta universale alle avversità, che nel significato spiacevoli, ridotta sensibilità ad eventi piacevoli, ridotto etologico del termine dimostra la sua importante funzio- piacere anticipatorio e consumatorio, appiattimento af- ne adattiva. Per blues (cattivo umore) si intendono forme fettivo, apatia e depersonalizzazione affettiva. transitorie di breve durata di depressione consistenti in Sono individuabili nel nucleo sintomatologico una di- reazioni a specifici eventi stressanti: distinguiamo ad mensione cognitiva e una somatica, vegetativa e psico- esempio l’holiday blues (la tristezza che compare al rien- motoria: della prima fanno parte i sentimenti di auto- tro dalle vacanze); il maternity o baby blues (anche detta svalutazione, di autoaccusa e colpa, l’idea di perdita, la sindrome del terzo giorno; emerge tipicamente 2-3 gior- bassa autostima, l’helplessness (l’impotenza) e l’hope- ni dopo il parto e scompare entro una decina di giorni lessness (la disperazione) (Beck AT, Arch gen psychiatry circa), da non confondere con la ben più severa depres- 1963), i deliri olotimici, la diminuita capacità di pensare sione post-partum; citiamo ancora l’anniversary blues e i ricorrenti pensieri di morte, l’ideazione o i tentativi (stati malinconici in relazione a determinate ricorrenze) suicidari. Della seconda fanno parte le modificazioni del e il premenstrual blues. Il lutto è uno stato “emotivo” peso e dell’appetito, la riduzione o l’aumento del rit- che compare in relazione a vissuti di perdita (morte, di- mo del sonno e le alterazioni della strutturazione dello vorzio, distacchi affettivi, emigrazione, guerre, etc). stesso (es. riduzione sonno δ, aumento attività REM e Come riportato nella quinta edizione del Manuale Dia- riduzione latenza REM) l’agitazione o il rallentamento gnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) (APA, psicomotorio (tipo pseudodemenza o fino allo stupor) e 2013), il lutto può presentare gli stessi sintomi di un l’estrema faticabilità. Qui di seguito vengono riportati i episodio depressivo maggiore, quali sentimenti di inten- disturbi depressivi catalogati nei due principali sistemi sa tristezza, ruminazione sulla perdita, insonnia, scarso di classificazione delle malattie, il DSM dell’American appetito e perdita di peso, ma vi sono alcuni elementi Psychiatric Association e la Classificazione Internazio- FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3 5
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI TABELLA 1 DSM-IV E DSM-5: TUTTE LE DIAGNOSI DEL DISTURBO DEPRESSIVO DSM-IV DSM-5 • Disturbo depressivo maggiore • Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente (episodio singolo o ricorrente) • Disturbo depressivo maggiore • Disturbo distimico • Disturbo depressivo persistente (Distimia) • Disturbo depressivo • Disturbo disforico premestruale non altrimenti specificato (Disturbo disforico premestruale, • Disturbo depressivo indotto da sostanze/farmaci Disturbo depressivo minore, Disturbo depressivo breve ricorrente, • Disturbo depressivo dovuto a un’altra condizione medica Disturbo depressivo post-psicotico • Disturbo depressivo con altra specificazione della Schizofrenia, etc.) • Disturbo depressivo senza specificazione • Disturbo dell’adattamento con umore depresso • Disturbo dell’adattamento con umore depresso nale delle Malattie dell’OMS (WHO, 2007), ponendo a atipica e la depressione “mascherata”, e ancora l’episo- confronto le due più recenti versioni. dio depressivo non specificato (Tabella 2). A dimostrazione dell’attenzione crescente che la sanità Come è possibile notare, esistono alcune differenze tra mondiale ha focalizzato sul problema, il DSM-5 rivolu- il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali ziona il capitolo dedicato con nuovi disturbi depressivi e l’ICD. Nell’ICD-9, ad esempio, il “Disturbo di persona- rispetto al precedente DSM-IV e concettualizza differen- lità depressivo cronico” era riconosciuto (poi eliminato temente le forme croniche di depressione, cercando di nella versione più recente), mentre non è menzionato né favorire un miglior processo diagnostico. nel DSM-IV né nel DSM-5. Nell’ICD-10 il cosiddetto “Di- Il più recente DSM-5 mantiene le specificazioni di gra- sturbo misto ansioso depressivo” è riconosciuto come vità e le specificazioni riguardanti le caratteristiche me- entità nosografica a se stante (diagnosi assente nella lanconiche, atipiche, psicotiche (congrue ed incongrue precedente versione); nel DSM-IV il “Disturbo misto an- all’umore), la catatonia o caratteristiche miste, l’esordio sioso depressivo” fu inserito nell’appendice di ricerca, (peripartum), e l’andamento stagionale; introduce inve- diagnosi poi eliminata nel successivo DSM-5 poiché va- ce la specificazione per l’eventuale presenza di ansia lutata come non sufficientemente affidabile. associata (Tabella 1). L’ICD-10, semplificando il precedente ICD-9, elenca LE DIFFICOLTÀ NELLA DIAGNOSI l’episodio depressivo, i disturbi dell’umore persistenti DI DEPRESSIONE DELL’UMORE (distimia), altri disturbi dell’umore e i disturbi non spe- cificati; similmente alla versione precedente, distingue Si stima che i pazienti depressi rappresentino il 5-10% diverse sottoclassi di episodio depressivo: la forma lieve di tutti i pazienti trattati dai medici di base e che 2-3 e quella moderata di depressione, l’episodio depressivo volte di più siano i casi di depressione che non soddi- grave senza oppure con sintomi psicotici, la depressione sfano appieno i criteri di depressione maggiore (Katon 6 FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI TABELLA 2 ICD-9 E ICD-10: TUTTE LE DIAGNOSI DEL DISTURBO DEPRESSIVO ICD-9 ICD-10 • Depressione maggiore, episodio singolo e ricorrente • Episodio depressivo (Depressione endogena, Depressione monopolare, (tra cui depressione atipica Depressione psicotica, Melanconia involutiva, Psicosi depressiva) e depressione mascherata) • Disturbo depressivo atipico • Disturbo depressivo ricorrente • Disturbo distimico (Depressione ansiosa, Depressione reattiva, • Disturbi dell'umore persistenti Reazione depressiva, Stato depressivo nevrotico) (Distimia) • Disturbo di personalità depressivo cronico • Altri disturbi dell'umore (tra cui • Disturbo dell’adattamento con umore depresso (Reazione di lutto) altri disturbi dell'umore ricorrenti, Brevi episodi depressivi ripetuti) • Reazione depressiva prolungata • Disturbi dell’adattamento • Disturbo depressivo, non classificato altrove (Depressione SAI, Disturbo depressivo SAI, Stato depressivo SAI) • Disturbo misto ansioso depressivo W, Schulberg H, Gen Hosp Psychiatry 1992). Prestidge e una depressione maggiore nel 77% dei pazienti che pre- Lake, hanno osservato che meno della metà dei pazienti sentano sintomi affettivi e comportamentali e solo nel depressi viene identificata e trattata in modo adeguato 22% dei soggetti con sintomi somatici. La presenza di dai medici di base (Prestidge BR, Lake CR, J Fam Pract sintomi somatici, quindi, risulta di primaria importanza 1987). Si ritiene che il 50-75% dei pazienti depressi af- nel mancato riconoscimento della sindrome depressiva. ferenti agli ambulatori di medicina di base manifesti per In altre parole la presenza di sintomi somatici favorisce lo più sintomi somatici (ad esempio, cefalea, gastralgie, l’attribuzione del disagio psicologico ad un sintomo la cui dolori al collo e alla schiena) piuttosto che affettivi o co- natura andrà poi accertata. Solo nel caso che la natura gnitivi (Bridge KW, Goldberg DP, J Psychosom Res 1985) medica del sintomo venisse disconosciuta verrà presa in e questo riduce la possibilità di porre diagnosi agevol- considerazione la natura psichiatrica del sintomo stesso. mente: tra i pazienti che esprimono volontariamente il Nel migliore dei casi vi sarà un ritardo diagnostico e loro disagio psicologico infatti vi è una maggior percen- quindi terapeutico. Nel peggiore una mancata diagnosi, tuale di diagnosi. Nelle donne le manifestazioni soma- in quanto anche l’accertamento della natura medica del tiche della depressione sembrano essere circa il doppio sintomo non è di per sé criterio sufficiente a negare la rispetto agli uomini (Stewart DE, J Clin Psychiatry 2003). copresenza del disturbo depressivo. Un’alta prevalenza delle manifestazioni somatiche è Ma quali sono le altre ragioni che rendono difficoltosa la presente anche nei ceti meno abbienti, nei giovani, nei diagnosi di depressione nella pratica clinica non specia- gruppi etno-culturali provenienti dai paesi in via di svi- listica? Un problema è il tasso relativamente modesto di luppo, nei malati internistici e nei soggetti istituziona- depressione nell’assistenza primaria - tra il 10 ed il 20% lizzati, in particolare nella popolazione carceraria. Kir- - rispetto ad altri disturbi somatici. Un basso tasso di mayer et al. (Kirmayer LJ, Robbins JM, Am J Psychiatry depressione favorisce l’identificazione dei soggetti non 1993) hanno riportato che i medici di base riconoscono depressi, mentre un alto tasso favorisce la diagnosi di FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3 7
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI depressione. Inoltre vi è una certa difficoltà di far cor- disturbi depressivi, abuso/dipendenza da alcool, distur- rispondere i diversi livelli di gravità della depressione bi somatoformi e binge eating disorder). È composto con una precisa categoria diagnostica. Ad esempio un da 9 item (con una scala da 0 = mai a 3 = quasi tutti i terzo dei casi i medici di base non pongono una diagnosi giorni) che corrispondono ai sintomi della depressione definitiva tra depressione “piena”, depressione sottoso- maggiore secondo il DSM-IV. Il punteggio ha un range glia o non depressione. Molti errori consistono in stime compreso tra 0 e 27 e il livello di gravità della depres- errate di gravità, ad esempio quando i sintomi vengono sione viene suddiviso a seconda dei punteggi ottenuti: diagnosticati ma giudicati clinicamente insignificanti. I punteggi compresi tra 0 e 9 indicano la presenza di una casi più gravi di depressione sono diagnosticati in modo depressione sottosoglia; il punteggio di 10 viene indica- più affidabile rispetto alle forme meno gravi. Ugualmen- to come punto in cui la sensibilità e la specificità dello te, molti falsi positivi hanno disturbi correlati, come strumento vengono riconosciute ottimali per evidenzia- ansia o disturbi dell’adattamento o disturbi dell’umore re depressioni di rilevanza clinica (10-14 = depressione sottosoglia, e in alcuni casi la rivalutazione consente la minore/depressione maggiore lieve); punteggi tra 15 e revisione della diagnosi errata o semplicemente il mi- 19 individuano una depressione maggiore moderata e glioramento dell’alleanza terapeutica. sopra a 20 una depressione maggiore severa (Spitzer RL Un altro fattore sembra essere la disponibilità di tem- et al., JAMA 1999; Gilbody S et al., Br J Gen Pract 2007; po: visite brevi sembrano compromettere la diagnosi Kroenke K et al., J Gen Intern Med 2001). Il PHQ-2, co- nei casi più complessi poiché i pazienti possono sentirsi stituito dalle prime due domande del PHQ-9, può esse- inibiti nel rivelare il loro problemi. Un’ulteriore questio- re somministrato prima di quest’ultimo per eseguire un ne sembra essere quella di una scarsa attenzione ai se- primo screening (Kroenke K et al., Medical Care 2003). gnali appropriati indicanti uno stato depressivo, come Quest’ultimo ha mostrato una sensibilità del 86% e una le problematiche lavorative, economiche e domestiche. specificità del 78% per il disturbo depressivo maggiore Una recente metanalisi (Mitchell AJ, Lancet 2009) ha e una sensibilità del 79% e una specificità del 86% per posto la questione sotto un differente punto di vista, af- ogni disturbo depressivo. Le sue prestazioni di diagno- fermando che il problema maggiore nella pratica della stica è stato paragonabile a quello delle scale di de- medicina generale è quello della sovradiagnosi piutto- pressione più lunghi. Qui un esempio delle 2 domande: sto che della mancata diagnosi. Durante le ultime due settimane, con quale frequenza è Questi dati indicano dunque che la gestione della depres- stato disturbato da qualcuno dei seguenti problemi? a. sione da parte della medicina generale rappresenta una Scarso interesse o piacere nel fare le cose; b. Sentirsi questione di primaria importanza. Se è vero che molti me- giù, depresso o disperato. dici di base hanno acquisito negli anni una buona pratica, è anche vero che la maggior parte degli specialisti non CONCLUSIONE psichiatri ha difficoltà nel riconoscere i disturbi mentali. Per questo motivo, linee guida recenti raccomandano l’u- Nonostante la natura e la presenza di sintomi depressivi tilizzo di strumenti standardizzati al fine di incrementare sia ampiamente riconosciuta nella medicina, le revisioni l’identificazione e la gestione della depressione. diagnostiche degli ultimi decenni supportano la necessi- Il Patient Health Questionnaire-9 (PHQ-9) è un breve tà di un processo che miri ulteriormente ad identificare strumento autosomministrato, sviluppato specificata- quadri clinici in maniera sempre più valida ed attendibile. mente per l’utilizzo nelle cure primarie per lo screening, Questo lavoro deve condurre ad una maggiore utilità cli- la diagnosi, il monitoraggio e la misurazione della gra- nica in favore dei portatori di interesse. Dovendo affron- vità della depressione; è parte del più ampio PHQ, che tare nei prossimi decenni un verosimile aumento dell’im- indaga la presenza di 8 disturbi mentali, divisi in disturbi patto della depressione sui sistemi di cura è importante pieni (depressione maggiore, disturbo di panico, altri che gli aspetti sopra menzionati vengano adeguatamente disturbi d’ansia e bulimia nervosa) e sottosoglia (altri comunicati in ambito medico e scientifico. • 8 FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI Basi neurobiologiche della Depressione Giovanni Biggio1,2, Maria Cristina Mostallino2, Roberto Ciccocioppo3 1. Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università degli Studi di Cagliari | 2. Istituto di Neuroscienze, CNR, Cagliari 3. Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, Università degli Studi di Camerino INTRODUZIONE poche ore un marcato aumento dei livelli cerebrali di se- rotonina e/o noradrenalina. A distanza di oltre 60 anni la Lo studio delle basi neurobiologiche della depressione terapia farmacologica di questa patologia utilizza ancora inizia negli anni cinquanta quando nei laboratori del molecole capaci di aumentare i livelli sinaptici di seroto- National Institute of Health di Bethesda, Bernard Brodie nina e/o noradrenalina. Lo sviluppo di queste molecole osservò che la reserpina, una molecola ad azione antii- non solo ha permesso di ottenere farmaci efficaci e con pertensiva ed antipsicotica capace di indurre una sindro- sempre minori effetti collaterali, ma ha dato anche un me depressiva nell’uomo, produceva nel ratto la quasi contributo fondamentale alla comprensione dei mecca- totale deplezione di serotonina cerebrale. nismi molecolari e cellulari coinvolti nell’eziopatogenesi Successivamente Arvid Carlson dimostrò che la reserpi- dei disturbi della sfera affettiva, emozionale e cognitiva. na depletava anche i livelli cerebrali di Noradrenalina e L’ipotesi monoaminergica della depressione (l’antide- Dopamina, suggerendo, per la prima volta, che queste pressivo in poche ore aumenta i livelli di monoamine monoamine potessero essere coinvolte nel controllo nelle sinapsi) è stata per oltre 40 anni in apparente con- della sfera affettiva e che la riduzione dei loro livelli ce- trasto con l’evidenza clinica che dimostra come il miglio- rebrali potesse essere la causa principale scatenante la ramento dei sintomi non avviene prima di 4-6 settimane patologia depressiva. dall’inizio del trattamento. Questo paradosso ha trovato Questi affascinanti e straordinari risultati motivarono solo di recente una spiegazione convincente sia dalla le industrie farmaceutiche ad attivare linee di ricerca al ricerca di base che clinica con la dimostrazione che un fine di sviluppare molecole capaci di aumentare i livelli trattamento di 4-6 settimane con antidepressivi, utile ad di monoamine, presumibilmente ridotti in alcune aree ottenere un significativo miglioramento dei sintomi era del cervello dei soggetti depressi. anche necessario per stimolare i meccanismi molecolari L’importante scoperta di Brodie diede così inizio ad una che modulano la funzione di specifici geni coinvolti nella ricerca che continua ancora oggi a distanza di più di espressione e sintesi di differenti fattori trofici. Infatti, sessanta anni e rappresenta una delle più affascinanti attraverso questo meccanismo i farmaci antidepressivi storie nell’ambito delle conoscenze della fisiologia e pa- sono capaci nel tempo (settimane/mesi) di migliorare la tologia del cervello umano. alterata funzione dei neuroni, rendendoli meno sensibi- li agli eventi stressanti attraverso un parziale recupero IPOTESI MONOAMINERGICA del loro trofismo con il conseguente parziale o totale ripristino, nell’arco di mesi/anni, dei volumi di alcune L’ipotesi monoaminergica della depressione costituì importanti aree cerebrali coinvolte nella modulazione una cruciale e ancora oggi valida base biologica per la della sfera affettiva, emozionale e cognitiva. Pertanto, farmacoterapia della patologia depressiva quando fu di- alla fine degli anni novanta la scoperta che farmaci sin- mostrato che tutti i farmaci antidepressivi inducevano in tetizzati e sviluppati per aumentare in tempi rapidi (ore) FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3 9
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI le concentrazioni sinaptiche di monoamine erano anche sono associate a modificazioni nella morfologia cellu- in grado di modificare in tempi più lunghi (settimane) la lare che possono determinare un aumento o una dimi- funzione di specifici geni capaci di esprimere moleco- nuzione nella formazione di sinapsi e spine dendritiche, le ad azione neurotrofica ha suggerito di affiancare alla così come in un’estensione o ritrazione di dendriti. Le ipotesi monoaminergica l’ipotesi neurotrofica. modificazioni della plasticità neuronale si associano a diverse modalità di apprendimento e memorizzazione e DEPRESSIONE E PLASTICITÀ NEURONALE sono a loro volta stimolate dall’ambiente arricchito (ov- vero da una condizione ottimale che fornisce all’indivi- La depressione è una patologia cronica, progressiva duo una maggiore quantità e varietà di stimoli positivi), e ricorrente le cui basi eziopatogenetiche sono asso- dall’esercizio fisico e dal trattamento a lungo termine ciate non solo ad una disfunzione della trasmissione con farmaci psicotropi, mentre sono inibite dallo stress monoaminergica ma anche ad una progressiva perdita psicosociale e dallo stato di depressione, ansia, psicosi. del trofismo neuronale con conseguente riduzione delle Nel loro insieme questi dati hanno più di recente indiriz- proprietà plastiche e quindi l’incapacità di sottopopo- zato la ricerca a capire i complessi meccanismi di rego- lazioni neuronali di specifiche aree cerebrali, coinvolte lazione del trofismo e plasticità neuronale dando origine nel controllo della sfera emozionale, affettiva, fisica e a quella che viene definita come ipotesi neurotrofica delle funzioni cognitive, a sapersi adattare agli stimoli della depressione. ambientali negativi. Alterazioni nei livelli dei neurotrasmettitori, nell’attività IPOTESI NEUROTROFICA dei sistemi di trasduzione del segnale e nell’espressio- ne di specifici geni sono alla base del fenomeno noto L’ipotesi neurotrofica della depressione ha origine tra la come plasticità cellulare, cioè la capacità dei neuroni fine degli anni novanta e l’inizio del nuovo secolo quan- di sapersi adattare sia a livello morfologico che funzio- do la ricerca sperimentale prima e la ricerca clinica su- nale a stimoli ambientali, endocrini e farmacologici, e bito dopo dimostrano che i neuroni cerebrali in seguito a agli stessi insulti stressanti. Studi sperimentali hanno eventi stressanti di varia natura e di lunga durata vanno infatti dimostrato che le proprietà plastiche dei neuroni incontro ad una perdita di trofismo. 10 FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI Le ricerche sperimentali hanno dimostrato in modo ine- LA NEUROGENESI quivocabile che i neuroni del cervello di ratti sottopo- sti a stress cronico perdono trofismo e mostrano una L’evidenza che il BDNF e altre molecole trofiche svolgono riduzione sia della arborizzazione dendritica che della un ruolo cruciale nel meccanismo di differenziazione e densità delle spine dendritiche. Parallelamente a queste proliferazione di nuove cellule, fenomeno che si verifica evidenze la ricerca clinica ha dimostrato che il volume di in condizioni fisiologiche nel cervello umano dall’infan- alcune aree cerebrali (ippocampo, corteccia prefrontale, zia, all’adolescenza fino alla vecchiaia e risulta essere nucleo accubens) di soggetti con depressione grave, non cruciale nel controllo dei meccanismi adattivi agli eventi trattata farmacologicamente o che hanno subito gravi stressanti, agli insulti patologici, ai trattamenti farma- traumi psicologici è significativamente ridotto rispetto cologici, suggerisce che la neurogenesi è un fenomeno al range di valori dei soggetti sani. strettamente connesso all’ipotesi neurotrofica. Infatti, La scoperta sia a livello sperimentale che clinico che l’integrità funzionale delle vie metaboliche che portano il trattamento con i farmaci antidepressivi reverte in alla sintesi di fattori trofici e alla proliferazione di nuove modo significativo l’ipotrofismo neuronale indotto a cellule è considerata cruciale per garantire alla cellu- livello sperimentale dallo stress cronico così come la la adulta come a quella neoformata le risposte adat- riduzione di volume di alcune aree cerebrali presente tative migliori e più immediate. Al contrario, la ridotta nella patologia depressiva ha suggerito che questi far- espressione genica dei fattori trofici e del processo di maci nati, come riportato nel paragrafo precedente, per neurogenesi dovute a stress prolungati o a particolari ripristinare i ridotti livelli di serotonina e/o noradrena- fattori genetici (polimorfismi) si pensa possa avere un lina hanno anche la capacità di ripristinare almeno in ruolo cruciale nell’aumentare la soglia di vulnerabilità ai parte l’ipotrofismo neuronale e le conseguenti altera- disturbi del tono dell’umore e/o nel ridurre la resilienza zioni funzionali della sfera affettiva, emozionale e co- nei soggetti depressi. gnitiva ad esso associate. La neurogenesi (differenziamento e proliferazione di L’evidenza che tutti i farmaci antidepressivi hanno la ca- nuovi neuroni) è un processo biologico ben documentato pacità di attivare, anche se in modo totalmente aspeci- nel cervello dei mammiferi, dai roditori fino ai primati, fico, differenti geni capaci di esprimere sia fattori trofici uomo incluso. che molecole del sistema immunitario capaci di modu- Questo fenomeno è molto intenso nell’età infantile e lare i meccanismi regolatori del trofismo neuronale, ha adolescenziale, si riduce significativamente nel cervello portato nuove conoscenze sui meccanismi eziopatoge- adulto ed è ancora presente nel cervello dell’anziano. netici della patologia depressiva. In particolare, questi Importanti e recentissimi studi hanno dimostrato che studi hanno evidenziato che i fattori trofici di origine questo affascinante meccanismo di rinnovamento del neuronale (BDNF) e gliale (GDNF) svolgono un ruolo cru- cervello attraverso l’espressione di nuovi neuroni vie- ciale nel mediare gli effetti dei farmaci antidepressivi ne marcatamente potenziato da condizioni ambientali sul trofismo neuronale. Questi risultati hanno stimolato favorevoli quali l’ambiente arricchito, l’apprendimento, in questi ultimi anni numerose ricerche per lo sviluppo una dieta bilanciata, l’attività fisica e soprattutto da un sia di molecole trofiche capaci di superare la barriera adeguato numero di ore di sonno ristoratore. Non a caso ematoencefalica e avere un’azione diretta sui neuroni, la melatonina potenzia in modo significativo il differen- sia di molecole che attraverso meccanismi epigenetici ziamento delle cellule staminali e la proliferazione dei possano modulare la funzione di specifici geni capaci di neuroni, mentre la deprivazione di sonno, così come altri esprimere molecole trofiche e/o del sistema immunita- stimoli stressanti, una dieta inadeguata, la vita seden- rio. In particolare, molecole capaci di modulare l’espres- taria e la mancanza di interazioni sociali e motivazioni sione di specifici cluster di geni potranno nel prossimo inibiscono questo fenomeno. È rilevante sottolineare futuro rappresentare una nuova classe di farmaci anti- che l’alcool e molte sostanze d’abuso inibiscono il dif- depressivi più selettiva ed efficace. ferenziamento delle cellule staminali e la proliferazione FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3 11
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI dei neuroni e cellule gliali riducendo significativamente Coerentemente con questa conclusione, recenti studi il processo di neurogenesi soprattutto nel cervello dei hanno dimostrato che il trattamento con antidepres- bambini e degli adolescenti. Al contrario, tutti i farmaci sivi è in grado di ripristinare la riduzione del volume antidepressivi potenziano la neurogenesi favorendo il ippocampale in pazienti con patologa depressiva. A differenziamento e la proliferazione dei neuroni. questo riguardo riveste una grande importanza l’evi- È interessante sottolineare che la neurogenesi sembra denza che le alterazioni morfologiche rappresentano essere associata alla capacità del cervello dei mammi- la conseguenza di una patologia non trattata in modo feri, uomo incluso, a memorizzare i ricordi recenti, feno- adeguato. Questa osservazione ha un rilevante signifi- meno che si riduce significativamente nel cervello che cato clinico perché suggerisce che, non essendo le mo- invecchia nel quale il processo di neurogenesi è note- dificazioni morfologiche presenti già al primo episodio volmente ridotto. depressivo, vi è un lasso di tempo nel quale si può e si deve intervenire per impedire, o quanto meno rallen- REMISSIONE E RECIDIVA: tare, il processo ipotrofico associato alla patologia de- ASPETTI NEUROBIOLOGICI pressiva. Se ciò non avviene, il rischio che il paziente nell’arco della vita possa andare incontro ad atrofia di Uno dei più importanti problemi della neurobiologia specifici neuroni è elevatissimo e gli stessi trattamenti sperimentale e clinica dei disturbi affettivi è capire successivi risulteranno meno efficaci. La recidiva co- quanto un disturbo depressivo sia in grado, se non stituisce infatti un insulto pesantissimo per i neuroni, i trattato in modo tempestivo e adeguato (dosaggio ap- quali perdendo trofismo diventano meno sensibili alla propriato e protratto nel tempo), di alterare in modo terapia e non sono in grado di recuperare, se non par- quasi irreversibile l’omeostasi dei neuroni, in partico- zialmente, le loro potenzialità funzionali. lare nelle aree cerebrali quali l’ippocampo, l’amigdala Nel loro insieme gli attuali dati clinici e sperimentali e la corteccia del cingolo la cui morfologia e funzione suggeriscono che i pazienti con molteplici episodi de- risultano essere alterate da questa patologia. Nei sog- pressivi hanno un grande rischio di andare incontro a getti depressi, nei quali il trattamento non viene pro- modificazioni della morfologia di selettive popolazioni tratto per un tempo sufficiente, il numero di recidive neuronali, fenomeno che potrebbe rendere più diffici- nei mesi successivi alla sospensione della terapia è le la completa remissione. Un trattamento precoce al sempre marcatamente superiore a quello dei pazienti primo episodio risulta cruciale per limitare o abolire trattati per almeno 2 anni. Inoltre, nei pazienti con ri- il rischio di ipotrofismo a carico di specifiche aree ce- petute recidive il volume dell’ippocampo risulta signi- rebrali e garantire un’adeguata ripresa funzionale dei ficativamente ridotto rispetto ai valori ottenuti negli neuroni. Quando ciò avviene il fenomeno remissione stessi pazienti all’inizio della terapia. Questi risultati risulta più duraturo nel tempo e si riduce il rischio di suggeriscono che per proteggere il cervello del depres- recidiva (Figura). so è necessario un tempestivo trattamento che preve- In conclusione, la più recente ricerca neurobiologi- da dosaggi adeguati e tempi che vadano decisamente ca dimostra il ruolo cruciale di una ridotta plasticità oltre la semplice remissione dei sintomi. Le straordi- neuronale nell’eziologia della patologia depressiva, e narie immagini ottenute, a livello sperimentale, con i suggerisce che una terapia farmacologica, soprattutto supermicroscopi ad alta risoluzione e a livello clinico se combinata con un valido supporto psicosociale o attraverso gli studi di “Brain Imaging“, hanno permes- psicoeducativo, possa garantire una migliore aderenza so di dimostrare che uno stress cronico nell’animale e del paziente al trattamento. Infatti, la terapia farma- la patologia depressiva nell’uomo determinano una ri- cologica non può che trarre vantaggio dall’associazio- duzione delle capacità funzionali dei neuroni associata ne con pratiche non farmacologiche capaci di favorire ad una perdita di trofismo, fenomeno revertito parzial- meccanismi che modulano il trofismo e la plasticità mente dai farmaci antidepressivi. cerebrale. 12 FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI Glu GABA Glu Glu GABA Glia Glu Glia Glu Stress Glu Glu Glu psicosociali Glu Glu Fattori Fattori Glu trofici DEPRESSIONE NORMALE trofici AD GABA Glu GABA Glu Glia Glia Glu Sospensione AD Glu Glu Glu Fattori Glu trofici Fattori Glu RICADUTA RIPRESA trofici Figura: Ipotetiche modificazioni del trofismo neuronale e delle arborizzazioni dendritiche associate a stress cronico, trattamento con antidepressivi e sospensione precoce della terapia. AD = antidepressivo. CONCLUSIONI ne di meccanismi epigenetici ad essa associati viene stimolata anche dall’esposizione ad un ambiente posi- Consolidate evidenze neurobiologiche dimostrano che tivo, dall’attività fisica, dalla corretta alimentazione e i neuroni del soggetto depresso presentano una perdi- da altre buone abitudini di vita, suggeriscono che nel ta di trofismo e plasticità neuronale che ne limitano il trattamento della depressione l’efficacia della impre- migliore adattamento agli stimoli ambientali negativi. scindibile terapia farmacologica può essere potenziata Le stesse evidenze dimostrano come gli antidepressivi con l’ausilio di un valido supporto psicosociale e psi- attivano, anche se con meccanismi aspecifici, la fun- coeducativo, e con l’impiego concomitante di pratiche zione di geni coinvolti nella sintesi dei fattori trofici. non farmacologiche capaci di favorire meccanismi tro- L’efficacia clinica del trattamento con antidepressivi è fici e la plasticità cerebrale. • associata alla capacità di questa classe di farmaci di _______________________________________________________ ripristinare e mantenere nel tempo le proprietà plasti- Duman RS, Aghajanian GK. Science 2012. | Alves ND et al., Transl che del neurone. Psychiatry 2017. | Iesulola E et al., Behav Brain Res 2017. | Nunes PV L’evidenza che la sintesi di fattori trofici e l’attivazio- et al., Int J Geriatr Psychiatry 2018. FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3 13
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI Approccio clinico diagnostico alla Depressione Bipolare (ovvero l’importanza di riconoscere e trattare adeguatamente la Depressione Bipolare) Umberto Albert1, Giuseppe Maina2, Diana De Ronchi1 1. Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie (DIBINEM), “Alma Mater Studiorum” Università di Bologna 2. Dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi Montalcini”, Università degli Studi di Torino e A.O.U. San Luigi Gonzaga di Orbassano, Torino In una prospettiva trasversale un Episodio Depres- La corretta diagnosi differenziale non è sempre facile sivo Maggiore (EDM) così come definito dai criteri dia- per il clinico, soprattutto se non specialista in Psichia- gnostici del DSM-5 appare simile fenomenologicamen- tria, per due motivi sostanziali: innanzitutto una quota te sia quando appartiene ad una diagnosi longitudinale rilevante di pazienti con successiva diagnosi di DB pre- di Disturbo Depressivo Maggiore (DDM) che di Disturbo senta come primo episodio affettivo lifetime un EDM, Bipolare (DB). Nella realtà clinica, tuttavia, alcuni ele- che necessariamente quindi verrà considerato come menti intraepisodici combinati a notizie anamnestiche unipolare (una recente meta-analisi ha stimato che il (familiari e personali) possono aiutare il clinico a distin- 22,5% dei soggetti con DDM seguiti per 12-18 mesi guere tra le due condizioni (Vöhringer & Perlis, Psychiatr svilupperà successivamente un episodio contropolare - Clin N Am 2016). Ratheesh et al., Acta Psychiatr Scand 2017; il rischio di È di fondamentale importanza, infatti, riconoscere l’ap- conversione è massimale nel primo anno, e decresce partenenza della condizione depressiva all’una o all’al- successivamente - Kessing et al., Bipolar Disord 2017); tra delle condizioni cliniche longitudinali (DDM versus in secondo luogo i pazienti, soprattutto nel caso di un DB) in quanto la scelta del trattamento e il significato DB tipo II, riferiranno in anamnesi ricorrenti EDM men- prognostico sono differenti; nel primo caso (EDM in una tre tenderanno a considerare le brevi fasi ipomaniacali diagnosi longitudinale di DDM) è indicata una terapia come periodi di benessere fisiologici, soprattutto quan- con antidepressivi, che andrà mantenuta per circa 1 do accompagnati da sintomi come euforia lieve e in- anno (in assenza di elementi indicatori della necessità cremento delle energie e delle attività finalizzate, in tal di proseguire con un trattamento profilattico, quali ad modo negandone l’appartenenza alla sfera del disturbo esempio almeno 3 episodi depressivi lifetime o 2 epi- e quindi impedendo una corretta diagnosi longitudinale. sodi intervallati da un periodo libero di durata inferiore Occorre quindi ricordare l’importanza di una adeguata a 5 anni). Nel caso della depressione bipolare, invece, anamnesi longitudinale, condotta ove possibile con il trattamento di prima scelta consiste in un farmaco l’ausilio di familiari (si potrebbe dire che la diagnosi di stabilizzante dell’umore, che andrà mantenuto a lungo DDM è una diagnosi di esclusione, cioè che può essere termine (in genere a vita) con l’obiettivo di prevenire posta solo dopo avere attivamente escluso che vi si- ricorrenze affettive di entrambe le polarità. ano stati nella vita del paziente episodi contropolari). 14 FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI La conseguenza di questa difficoltà è che nella realtà rischio genetico (familiarità per DB) con elementi clini- clinica una proporzione stimata tra il 16 e il 40% delle ci intraepisodici o longitudinali che si ritrovano preva- depressioni bipolari non viene riconosciuto corretta- lentemente associati alla depressione bipolare. Varie mente (Angst et al., Gen Psychiatry 2011), e la durata di sono state le proposte, da quelle storiche e apparente- malattia non trattata (intesa come tempo trascorso tra mente naif quale come quella della “regola del tre” o l’esordio del disturbo e il primo trattamento adeguato, dei “red signs” di Akiskal (indicatori di depressione bi- nel caso di un DB il primo trattamento con stabilizzan- polare: almeno 3 episodi depressivi maggiori lifetime, ti dell’umore) è stimata in circa 6 anni nel DB (Dagani 3 matrimoni falliti, 3 trattamenti antidepressivi falliti, et al., Can J Psychiatry 2017). Mentre è ovvio che in 3 familiari di primo grado con disturbo dell’umore, 3 parte tale lunga durata di malattia non trattata possa disturbi d’ansia lifetime, abuso di 3 sostanze lifetime, fisiologicamente dipendere dal fatto che molti pazienti 3 disturbi del controllo degli impulsi lifetime, e così esordiscono con un primo EDM, è pur da sottolineare via, ma anche 3 lingue straniere conosciute perfetta- che anche in presenza di pregressi episodi ipomaniacali mente se si è cittadini Americani, 3 lavori mantenuti spesso una corretta diagnosi di DB non viene fatta. Le contemporaneamente, 3 relazioni sentimentali man- conseguenze sono, come già ricordato, una non corretta tenute contemporaneamente), a modelli probabilistici impostazione terapeutica, con spesso la conseguenza che considerano elevata la probabilità che si tratti di di ricevere diagnosi di depressione resistente (in realtà depressione bipolare se vi sono almeno 5 indicatori di quindi pseudoresistente), l’incremento del rischio sui- bipolarità (che vanno da elementi intraepisodici, quali cidario associato ad un utilizzo non corretto degli anti- la presenza di ipersonnia, iperfagia, paralisi plumbea, depressivi, e il peggioramento del decorso del disturbo, ritardo psicomotorio, sintomi psicotici o delirio di colpa, che diventa progressivo/deteriorativo (non solo quindi labilità dell’umore o sintomi maniacali intraepisodici, accelerazione del ciclo): le recenti evidenze di lettera- ad esempio, a elementi di decorso quali l’esordio prima tura, infatti, sottolineano la relazione tra il numero di di 25 anni o la presenza di almeno 5 episodi depressivi episodi affettivi e l’incremento del rischio di successi- lifetime, alla storia positiva familiare per disturbo bipo- va ricorrenza, la riduzione della probabilità di risposta/ lare) (Mitchell et al., Bipolar Disord 2008). Altri autori, remissione dell’episodio, la gravità degli episodi suc- quali Malhi et al. (Bipolar Disord 2009) sottolineano cessivi, la riduzione della soglia per lo sviluppo di suc- inoltre l’importanza di considerare indicativa di bipola- cessivi episodi affettivi (inizialmente associati ad eventi rità una risposta atipica agli antidepressivi, soprattutto stressanti e successivamente indipendenti da essi), e lo sviluppo di “tolleranza” agli antidepressivi (risposta infine la progressione verso una compromissione cogni- in acuto, magari entro pochi giorni e non attendendo tiva (Kapczinski et al., Expert Rev Neurother 2017). le più tipiche 2 settimane di latenza d’esordio dell’ef- Al di là dell’impiego possibile di scale di valutazione fetto antidepressivo classico, con successiva perdita e/o questionari autosomministrati (quali ad esempio: della risposta). Uno strumento utile, espressione del Mood Disorders Questionnaire, Bipolar Spectrum Dia- medesimo approccio probabilistico e che rappresenta gnostic Scale, Bipolar Disorder Screening Scale, Hypo- una sommatoria di molti degli elementi clinici predittori mania Checklist) che possono aiutare ad identificare di bipolarità già citati, è il Bipolarity Index, proposto la depressione bipolare, l’unica strategia realmente da Sachs nel 2004, che recentemente ha confermato la efficace consiste nel focalizzare l’attenzione sulla di- capacità predittiva con elevate sensibilità e specificità mensione longitudinale della malattia (si ritorna agli in- (Aiken et al., J Affect Disord 2017). segnamenti kraepelininani), evitando quindi di basare Un utile schema riassuntivo degli aspetti principali che la diagnosi esclusivamente sull’approccio trasversale. possono aiutare a distinguere tra la depressione unipo- Un approccio corretto ed innovativo alla diagnosi di lare e bipolare è riportato dalle linee guida Australiane depressione bipolare consiste nel considerare un indi- e Neozelandesi per il trattamento dei disturbi affettivi ce di rischio cumulativo che deriva dal sommarsi del (Malhi et al., Aust N Z J Psychiatry 2015) (vedi tabella). FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3 15
DEPRESSIONE: IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI TABELLA ASPETTI INTRAEPISODICI E/O LONGITUDINALI CHE POSSONO AIUTARE A DISTINGUERE TRA DEPRESSIONE UNIPOLARE E BIPOLARE (da Royal Australian and New Zealand College of Psychiatrists clinical practice guidelines for mood disorders 2015, modificato) Caratteristica Bipolare Unipolare Storia familiare Disturbo bipolare (più probabile) Disturbo bipolare (meno probabile) Disturbo da uso di alcool o sostanze Disturbo da uso di alcool o sostanze (più probabile) (meno probabile) Esordio di malattia Esordio precoce (20-25 anni) Esordio tardivo (25-30 anni) Inizio/fine dell’episodio Più spesso improvviso/rapido Più spesso graduale/lento Comorbidità Più frequente ADHD Meno frequente ADHD Durata dell'episodio < 6 mesi > 6 mesi Numero di precedenti episodi Molteplici episodi precedenti Rari o pochi episodi precedenti Sintomi affettivi Labilità dell’umore/sintomi maniacali Umore deflesso e ridotta energia Sintomi psicomotori Rallentamento psicomotorio Rallentamento psicomotorio meno importante frequente Disturbi del sonno Ipersonnia e/o sonnolenza diurna Insonnia iniziale/sonno ridotto (numerosi pisolini diurni) Modificazioni dell'appetito Iperfagia e/o aumento di peso Perdita di appetito e/o di peso Altri sintomi Altri sintomi depressivi atipici quali Lamentele somatiche ipersonnia, iperfagia, paralisi plumbea. Sintomi psicotici e/o colpa patologica L’attenzione al decorso longitudinale dei disturbi affet- sta è la premessa indispensabile per l’impostazione di tivi più volte precedentemente ricordato (prima di poter un corretto trattamento, innanzitutto per decidere se diagnosticare un DDM devo escludere anche tramite utilizzare o meno antidepressivi. colloquio con i familiari che nella storia del paziente vi Per quanto concerne l’efficacia degli antidepressivi nel- siano elementi indicatori di bipolarità) insieme all’im- la depressione bipolare, l’argomento è fonte di dibatti- piego di un approccio probabilistico al singolo episodio to e fondamentalmente esistono due scuole di pensiero depressivo (quanto è grande la probabilità che l’attuale contrapposte; l’una che ritiene dannosi gli antidepres- EDM sia bipolare?) consentono quindi con sufficiente sivi, l’altra che considera opportuno l’impiego di anti- sicurezza di identificare una depressione bipolare. Que- depressivi in associazione agli stabilizzatori in talune 16 FOCUS ON BRAIN • Febbraio 2018 • N. 3
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