Difficile conclsiione - Pierantonio Marone - Romanzo 1 - Questa è la pagina di ...
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Personaggi Gabriele Tonelli direttore cosmetici Gisel Dantoni dirimpettaia Rosa e Gianni Dantoni genitori dirimpettaia Adele Lock in Gasperini vedova inconsolata Franco Gasperini marito defunto + Adriano Lock cugino impiegato Luis Goder magnate francese Luisella Franzoni capo reparto cosmetici Maria e Giuseppe coinquilina e magazziniere Antonio Santi tenente di polizia Adolfo Samperi avvocato di Sarzana Giorgio Goneni questore di polizia La Spezia Francesca e Anselmo Tonelli genitori dell’ingegnere Patrizia Tonelli in Caruso sorella torinese Giacinta - Flora Franzoni mamma e cognata a Mantova Luca Franzoni fratello imprenditore a Mantova Turi Doviglio boss imprenditore spezzino Nanni Loverso la spia in questura Fabio Bartolin anziano notaio spezzino Franz Gruber direttore banca Elvetica Berna Lorenzo Nardi Il chimico dell’azienda cosmetici Gino e Carlo Franzoni fratelli imprenditori casari a Mantova 2
Capitolo Primo I raggi del sole entravano dalla finestra aperta e batteva sul viso dei due a letto, che dormivano così bene. Erano rimasti abbracciati tra loro, dopo una notte d’immensa follia ed amoreggiare con tanta passione giovanile, da essere svegliarli dal sole così bruscamente. Nel far imprecare la giovane donna, per non aver il suo ragazzo, chiuso le imposta alla sera prima e in quel momento avere quella piacevole ombra al mattino rilassante. Invece ora lì, all’interno della loro improvvisata alcova, capitava proprio a rompere le scatole, quel caldo sole che disturbava il loro piacevole riposo, iniziato abbastanza tardi quella notte. Quella luce calda che batteva sul viso, da farla svegliare e con difficoltà Gisel, dare una gomitata al compagno al fianco, nel dire con la voce ancora impastata e immusonita dal sonno: < Gabriele, dai svegliati!.. Vai a chiudere le imposte. Il sole rompe... Ho ancora sonno! > borbottò seccata Gisel, girandosi dall’altra parte e nel coprirsi col lenzuolo che era finito in fondo ai loro piedi. Gabriele assonnato e senza rispondere, si alzava mostrando il sedere nudo e andava alla finestra a chiudere le imposta e poter tornare a letto, da riprendere il sonno arretrato, da poche ore appena incominciato. Ma qualcosa lo fermo ad aprire per bene gli occhi e guardare giù in strada, da farlo imprecare sul sorpreso: < Per la miseriaccia! Gisel?.. Accidenti! Gisel alzati!! Stanno arrivando i tuoi genitori e tra un attimo suoneranno alla tua porta. Dai! Torna nel tuo appartamento e ricevili con grazia.. Accidentaccio! Mah, ti hanno telefonato ieri che arrivavano? > Gisel non 3
rispose, ancora mezza addormentata la giovane senza dire una parole, sgusciava fuori casa con i pochi indumenti raccattati in casa del coinquilino e s’infilava nel suo appartamento di fronte, proprio mentre il citofono squillava in casa sua. Con la mano lo salutò ed entro dentro chiudendosi la porta, nel rispondere al citofono: < Chi è?.. Oh! Ciao mamma, papà!.. Dai salite... > borbottò Gisel abbastanza confusa. Dallo spioncino da casa sua Gabriele guardava l’arrivo dei genitori di Gisel, che gli annunciavano sulla porta di casa, appena aperta da Gisel in sottoveste e mezza addormentata: < Abbiamo deciso di farti una sorpresa figliola.. Come stai? > da farli entrare senza parla era rimasta stupita e contrariata, nel chiudere la porta col piede, abbastanza incavolata. Gabriele si spostò dalla porta ancora un po’ confuso, nel portarsi in bagno, ripensando a ciò che alla sera prima al ristorante, mentre cenavano avevano deciso assieme cosa fare e infine nel rimanere d’accordo, nell’avere programmato un bel week-end per il fine settimana. Si erano poi fatti una camminata fino a casa e ormai tardi da finire a letto a sbaciucchiasi per bene nel chiacchierare fino alle tre del mattino nel trovarsi poi, a fare all’amore seriamente, da soddisfarli pienamente entrambi i due amanti nottambuli. Si erano trovati abbastanza febbricitanti, aiutati dal buon vinello leggero, bevuto a cena, ma al contrario, fargli prendere sonno, gli tagliava a loro le gambe per bene, tra risate e aneddoti piccanti.. Da finire a letto in casa sua senza immaginarselo per bene, o forse era il pensiero di entrambi e voler fare all’amore con desiderio e magari poi incolpare il vinello toscano, che li aveva traditi. Ed ora sull’incavolato Gabriele stava ripensando sulla situazione nata storta e il tutto mentre si faceva la barba sul veloce e con decisione da pioniere Gabriele, tralasciò quei retorici pensieri e uscì dalla doccia, vestendosi di furia, era in ritardo al lavoro quel mattino, aveva tra le mani un bibbioso lavoro che l’aspettava in ufficio, da presentare alla padrona, la manager. 4
Da arrivare veramente in ritardo in ufficio e sentire la titolare a richiamare i soliti ritardatari e darsi da fare: < Come al solito si dorme al mattino. Vediamo di muoversi giovanotti! Qui non si batte la fiacca. Intesi?.. > li rimproverò severa i ritardatari, ma il suo intento era rivolto al giovane direttore, che il suo povero marito l’aveva da tempo insediato a dirigere l’azienda e a lei non le stava bene quel giovincello troppo ficcanaso. La signora Adele Lock in Gasperini, aveva ereditato l’azienda del marito, perito in uno strano incidente sul lago di Garda e ormai era quasi un anno ch’era defunto e trapassato, da prendere lei in mano l’azienda e tentare di migliorarla, per un migliore guadagno, invece del solito tram tram, che usava il marito prima dell’incidente. (Gli mancava l’inventiva mio marito.) commentava lei al rientro dal funerale, da sembrare un po’ dispiaciuta. Ma con un po’ di brio e vivacità dopo a tentare di raggranellare più soldi possibili, da mettere sul suo conto separato bancario, invece di appiattirsi sull’andamento dell’azienda che procedeva discretamente bene. Pertanto da brava scaltra donna manageriale, si stava impraticando a far muovere le chiappe ai suoi dipendenti senza tante storie, la pacchia era finita, assieme al marito ormai defunto e trapassato, senza averlo tra i piedi come prima a poltronizzare come faceva sovente, così raccontava la mogliettina. Appena Gabriele si sistemo nel suo ufficio progetti, la direttrice lo chiamò nel suo ufficio dall’interfono: (Gabriele l’aspetto nel mio ufficio!) da farlo correre e sentirsi la solita ramanzina giornaliera. Purtroppo non ancora per ben abituati a sentirsi spronati a muoversi con solerzia proprio per nulla. ò Gabriele bussò all’ufficio direzione e aspettò che la padrona l’annunci ad entrare: < Avanti! > rispose la donna dall’interno. Lui sul sorpreso, nel trovare poi, la dirigente spaparanzata sulla poltrona manageriale, in un atteggiamento un po’ provocatorio, ma dai modi seri e autoritari nel chiedere decisa al subalterno: < Ha terminato quel prospetto per migliorare la catena di montaggio?.. Lo posso vedere Tonelli. > < Certamente signora Gasperini!.. > rispose un po’ imbarazzato per quella presenza un po’ provocatoria della donna, che da giorni diventava un dilemma a capirla per bene, quali erano le sue vere intenzioni nell’azienda, con tutto il personale in fibrillazione, oltreché preoccupati. Lei la padrona, una bella mora intraprendete, era la difronte al direttore per bene messa e adagiata sulla poltrona manageriale, con i lunghi stivali neri, appoggiati alla scrivania, a mostrare le belle cosce giovanili, come i suoi 49 anni, che non li dimostrava proprio per niente, chi non lo sapeva e la 5
conosceva profondamente bene? Come il suo dipende, quel direttore. Al contrario il giovane direttore, l'ingegnere Gabriele Tonelli, chimico esperto in profumi, avendo avuto in mano per un certo periodo, la documentazione della ditta e aveva appreso vita e miracoli di ognuno, e aveva visionato ogni curriculum nell’ambiente lavorativo e pertanto poteva farsene un’idea ben precisa e del carattere della donna, la padrona arrivata. Lei come vedova, dall’apparenza inconsolata, per la prematura morte del caro marito. Un po’ avanti con gli anni, ma abbastanza ricco, oltretutto un po’ troppo dedito al riposo, invece di sollazzare la giovane briosa moglie vogliosa. E ora che era passato a migliore vita o peggio, questo non lo si poteva dire, dal brutto incidente capitato? Ma sta di fatto che la giovane moglie aveva altre prospettive per il suo futuro in avvenire. Raggranellare più soldi possibili e alla fine mollare proprio tutto, da sistemarsi in una bella isola esposta al sole e possibilmente in buona compagnia. Era ciò che le balenava in mente, e aveva espresso sotto voce, all’amica d’infanzia, senza pensare chi le era accanto, se poteva sentirla esprimere in quel modo in un momento di sconforto, nel ricevere le dovute condoglianze in azienda per il funerale del povero marito svolto in forma strettamente privata a Mantova, la sua città nativa. E Gabriele casualmente l’aveva sentita bisbigliare passando nel corridoio dell’azienda, mentre lei tra le lacrime si confidava ad una sua cara amica, la sua fattibile idea, nel trovare 6
un bel posto per passare le vacanze la bella vedova inconsolata. Ma al momento, da quasi un anno dalla morte del marito, non la si vedeva per niente accompagnata da qualche ammiratore occasionale. Si presentava così smunta, depressa in ufficio, accompagnata da un lontano cugino, da assumerlo come ligio impiegato, da avere una spia in loco e da far pensare alla sua ligia serietà bel affiatata. Da quel che si vedeva al momento nessuno uomo aveva attorno, sempre sola e dedita solamente al lavoro e null’altro. Da dimostrare ai conoscenti e quei parenti lontani del povero marito, che lei li definiva scrocconi, e che nominava sovente, pronta a sfarsene se poteva. Da mostrare ch’era veramente una povera vedova sola e inconsolata, distrutta dal dolore recente. Così dimostrava un po’ a tutti, di facciata com’era di presenza. Ma non all'ingegnere Gabriele che sapeva proprio tutto, vita e miracoli sulla famiglia Gasperini e signora Lock l’arrivista?.. Comunque, al contrario delle apparenze, la padrona aveva un forte temperamento combattivo, senz’altro era lei che comandava prima in casa e il marito divenuto succube forse per amore, l’ubbidiva ciecamente senza protestare, la si vedeva anche sul lavoro. Era cambiato? La signora Adele da dietro la scrivania, guardava il giovane ingeniere abbassando gli occhiali con fare greve, aspettando che lui risponda alla sua diretta domanda e a mostrarle i risultati delle modifiche e ricerca effettuata sull’andamento della sua florida azienda ben avviata. Gabriele appoggiò sulla scrivania del capo, il plico che aveva in mano nel dire: < Ecco il mio prospetto per un rinnovamento generale dell’azienda. Senza licenziare nessuno. Anzi più avanti dovrà assumere dell’altro personale da mettere all’imbottigliamento del prezioso suo prodotto.. Visto le tante richieste sul mercato cosmetici. > facendo contenta la signora con quel suo prodotto. Adele un po’ intenerita, toglieva le gambe dalla scrivania e prendeva in mano i documenti, sfogliandoli e visionandoli quei fogli di fretta, ma attenta al suo subalterno in piedi difronte in attesa. Mentre adocchiava quel furbo impiegato, così lei lo definiva, nel chiedergli poi: < Potrebbe essere fattibile questo cambiamento, senza licenziare nessuno. Anzi lei propone di assumerne. Pensa sia proprio il caso? > espose un po’ asciutta e guardinga, proprio da buona manager interessata come si dimostrava a salvaguardare la propria impresa.. < Anzi, se il lavoro aumenta, occorrerà aumentare il personale nel reparto montaggio, da poter poi aumentare la produzione e far fronte alle richieste che ci sono già pervenuta dall’estero. Penso che potrà aumentare il suo fatturato dell86% e avrà un buon introito. Come lei mi ha suggerito, 7
di poter provvedere ad arriva al traguardo e soddisfare le tante richieste dei suoi tanti clienti affezionati, da anni. > commentò Gabriele, ravvisandole il passato florido del proprio marito defunto troppo misteriosamente. < Il programma da lei sviluppato mi sembra una buona idea. Pertanto dobbiamo metterla in pratica. Oltretutto il bagèt, insomma il prestito che la banca mi ha esposto penso che possiamo farcela. Purtroppo mio marito mi ha lasciato poco nel fondo cassa aziendale? > espose soddisfatta Adele. Nel riprendere a dire al suo dipendente, rimasto in attesa e abbastanza impacciato: < Va bene Gabriele. Ne riparliamo poi a pranzo. Adesso ho degli impegni da sbrigare. Si trovi pronto alle 13,00 andremo al ristorante qua sotto, “Da Ernesto”. Ne discuteremo pranzando.. A dopo! > lo congedò decisa prendendo il telefono che squillava e da mettersi a discutere ridendo, con l’interlocutrice dall’altro capo. Gabriele sul contrariato non aveva nemmeno potuto aprire bocca e dire qualcosa, la signora Gasperini aveva già programmato tutto anche il pranzo e magari il dopo? Dal come lo guardava con fare da buona intenditrice a scegliersi il cavaliere giusto. Sperando che sia soltanto per l’occasione del pranzo? Stava pensando Gabriele sull’incavolato. Capendo che la donna era una persona piacevole, ma non per i suoi gusti. Lui non intendeva diventare il cavaliere servente da sollazzare la padrona e poi un bel giorno dargli il ben servito e rimpiazzarlo con un altro più scaltro. Pertanto al momento doveva un po’ assecondare la volontà della padrona del vapore. E poi vedere e ponderare se valeva la pena tenere quel posto e senza diventare il cavaliere servente fuori orario. Era un dilemma che l’assillava, che era uscito fuori subito, fin dal tempo della scomparsa del povero marito, l'ingegnere Franco Gasperini? Perciò doveva al momento pensarci bene e decidere cosa intendeva fare, continuare, o mollare tutto? Poi Gabriele si ravvede e si mette a sistemare per bene le sue scartoffie in ufficio e rispondere al telefono, che l’avvisavano dal reparto montaggio, si era intoppata una piccola pressa dei flaconcini di essenza aromatizzati in programma per la manifestazione da farsi in loco. Da scendere in reparto e controllare, oltre richiedere al cellulare il pezzi richiesto già da giorni e pertanto dovevano aspettare la sostituzione, che al momento non era ancora arrivata in sede e Gabriele si stava arrabbiando al telefono, con la ditta fornitrice del ricambio a muoversi per la ritardata consegna del manufatto di rimpiazzo a bloccargli la catena di montaggio. Poi anche la titolare lo chiamava nell’altro reparto spedizioni, occorreva la sua presenza sul posto. 8
Un imprenditore straniero era capitato proprio per caso o per davvero a visitare la sua azienda cosmetici spezzina? Erano le voci che circolavano attorno. Era arrivato un illustre imprenditore francese che produceva fragranti profumi di lusso del suo rinomato marchio mondiale: “Le Parfum Grandeour Parisien.” Erano le scritte sui quotidiani e alla TV a reclamizzare il prodotto per la bellezza femminile. Era passato a visitare la loro produzione di cosmetici e l’imbottigliamento dei vari prodotti aromatici e creme, per una possibile produzione associata sul mercato straniero e aumentare i loro già buoni fatturati. Da trovarli che discutevano alla grande, mostrando all’ospite la sua azienda ben avviata, dal vedere i vari scatoloni allineati in reparto e pronti per la distribuzione. Nel far felice la signora Adele per un prossimo approccio e pertanto voleva farsi vedere che aveva una buon affiatamento con il proprio personale italiano, da sorridere alle foto che il fotografo e reporter francese che seguiva il manager parigino. Da fotografarli nei reparti di produzione dell’ultimo prezioso cosmetico rinomato italiano. “Il profumo d’oriente” Il Dottor Luis Goder, nei suoi giri per l’Europa a trovarsi degli associati da ingrandire il suo marchio già famoso nel mondo, con il nuovo punto di vendita appena inaugurato, al centro di Manhattan Newyorchese: “Le Parfum Grandeour Parisien.” Nel garantire alle tante signore sparse per il mondo, il suo prodotto migliore di bellezza femminile, per l’esigenza della donna moderna, dinamica e veloce. Dove il prodotto in espansione era di maggior prestigio sul mercato mondiale, si stava diffondendo per bene. Mentre tra sorrisi forzati in bella mostra a discorrere su molte cose banali davanti ai tanti operai al lavoro, ma attenti ai loro discorsi sull’andamento 9
dell’industria spezzina per ben avviata, ma con un bel punto interrogativo. La padrona per ben vispa a capire l’umore dei presenti, si sforzava a presentare il proprio personale, come una bella famiglia allargata e far vedere il buon andamento della propria industria cosmetica italiana. Un’ora dopo nel veloce giro d‘ispezione a curiosare nei vari reparti di inscatolamento dei prodotti finiti, da congedarsi dalla gentile manager nel porgere i propri complimenti al caso e con savoir-faire galante. Nel vedere l’industriale francese uscire soddisfatto dall’antico portone del palazzo e salire sorridente sulla propria limousine dicendo al proprio chauffeur: < Sì! Si può fare l’affare con la madame! > da lasciare soddisfatto la fiorente industria di profumi spezzina: “La Cosmetica Gasperini”. Appena dopo, la manager Adele soddisfatta della visita dell’industriale parigino, chiamava nel suo ufficio il giovane ingeniere. Il direttore del reparto cosmetici, affidatario del defunto marito, per le ultime operazioni e direttiva da far svolgere al personale, prima di recarsi a pranzare assieme, nel chiedergli: < Dovrà vedere se si può rimettere in sesto e velocemente la linea di montaggio del nuovo prodotto, nell’imbottigliamento, dei piccoli nuovi recipienti per l’esposizione di domani nel salone conferenze, ci saranno molte personalità della città, ed avere un po’ di piccole scatolette omaggio per le signore presento all’inaugurazione del nuovo prodotto: “Il profumo d’oriente”. Mi raccomando, che sia tutto pronto. Non voglio scuse dopo! > consigliò lei decisa a dimostrare chi comandava in casa sua. Capendo che molti dipendente la snobbavano se era possibile, per il suo modo autoritario e strafottente. Intanto tra il personale nei vari reparti, era 10
tutto un bisbigliare tra loro i dipendenti in fibrillazione, se sarebbero restati ai propri posti di lavoro o sostituito con altri dipendenti stranieri? Quello era il sussurrare con il fiato sospeso, capendo che la padrona voleva sbarazzarsene di quella fiorente industria che il povero marito aveva impiantato cinquant’anni prima con un buon fatturato e pronta ad essere ingrandire l’azienda, ma con la morte prematura che colse il padrone, così misteriosamente, da lasciare un po’ tutti sul chi vive?... Era qualcosa che non doveva capitare. Aveva sbagliato a sposare quell’arpia di moglie. Era il malumore che si mormorava sotto sotto nei vari reparti. Frattanto la padrona e il suo dipendente il direttore Tonelli, si erano recati a pranzare al ristorante rinomato, molto frequentato e fortuna vuole, si trovava poco distante della loro industria cosmetici, “Da Ernesto”. La signora Adele con un savoir-faire da buona amica, era così coccola col il suo accompagnatore, da destare dei seri pensieri al giovane ingeniere. Gabriele era un po’ preoccupato da quella troppo magliara presenza, messa per bene in evidenza. Da dar da dubitare, che intenzioni aveva in mente la gentile signora? Mentre cercava di risponderle alle domande esposte, erano un po’ imbarazzanti per un dipendente. Cercando di sviare le risposte in altre domande, sul lavoro fiorente in ditta e cercare di estrapolare qualcosa d’interessante e da capire le vere intenzione della donna, se intendeva veramente svendere l’industria cosmetici, creata dal suo povero marito deceduto. A sua volta il marito, ai tempo del loro matrimonio, non aveva ancora ben capito le intenzioni della bella moglie e lui era rimasto senz’altro imbambolato, stregato, da stravedeva per la moglie esuberante, da sentirsi fiero per averla sposata. Ma all’apparenza di facciata, lei si dimostrava; Sì innamorata, ma in verità, dei suoi cospicui depositi in banca? Che però si stavano assottigliando velocemente. Pertanto Gabriele era in aspettativa di avere una risposta plausibile e un po’ esaudiente a spiegargli la sua idea e cosa avrebbe fatto del suo avvenire in azienda quella donna manageriale, vedova inconsolata. Vedendola in continuazione a telefonare al notaio per sveltire certe questioni lasciate in sospeso dal defunto marito. Quella era ciò che Gabriele aveva captato in sede e proprio per caso: Aveva trovato dei documenti lasciati dal padrone nel sottofondo del vecchio mobile nello scantinato? E il tutto l’insieme non gli suonava affatto bene?.. da rimanere in silenzio a bere un po’ d’acqua. Aspettando che si metta a parlare di cose serie e non delle vacanze altrove? Infine lei nel provare a chiedergli, con una tonalità morbida, mentre alzava il calice ridendo e scherzandosi sopra al vino toscano, nel muovere la 11
lingua e le labbra vogliose sul boro del calice: < Appena la ditta sarà ben avviata e con un buon margine di guadagno, vorrei prendermi un po’ di tempo. Insomma una vacanza in qualche bel posto a riposare un poco. Cosa ne pensi Gabriele. Anzi potresti accompagnarmi, e far le vacanze assieme. Da quando è mancato il mio povero marito, non mi sono più mossa e pertanto un po di relax non farebbe male a nessuno. Trovi che ho ragione, svagarsi un poco, dopo tutto ‘sto tribolare? > espose sbattendo le lunghe ciglia e mancava solamente che si metteva a strusciarsi contro le gambe sotto il tavolo e far fuse come una gattina in cerca di coccole. < Certo che fa bene a svagarsi un poco signora. Dopo tutto il tribolare e il dispiacere della grave perdita, le fa bene distrarsi un poco. Sono spiacente, ma purtroppo ho già promesso ai miei genitori, che li avrei aiutati a ristrutturare la casa e hanno già ordinato il materiale e pertanto, non posso proprio rinviare il lavoro.. Certamente da farsi nei miei giorni di ferie.. Oltretutto ho già saltato le ferie dell’altro anno, per l’incidente a suo marito. Che peccato tale disgrazia capitata. E lei tutta sola a tribolare. > < Già! Quella casa sulle collina a Lerici? Ricordo bene, che l’aveva detto a mio marito che prima di trasferirsi a La Spezia abitava a Lerici.. Comunque non è che parta domani. Magari avrà già terminato i lavori.. E’ soltanto una mia pazza idea, a non andare da sola in giro per il mondo. Comunque ne riparleremo... Oh, finalmente! Arrivano con il primo... Ho una fame! > concluse Adele, mettendosi a mangiare con decisione e non commentare più nulla, ma a precisare al contempo: < Appena ritorniamo in ufficio ho degli impegni gravosi che mi aspettano. Dobbiamo muoverci! > commentò senza entusiasmo. Gabriele capiva dall’atteggiamento della donna, che non digeriva il suo rifiuto. Appena terminato di pranzare via di corsa in ditta, con un’altra tonalità a far capire che la tregua quasi familiare era terminata, il lavoro era da mettere al primo posto. Tutto da ridiscutere se era ancora fattibile metterci una toppa. Ma ormai sembrava scontato, era da sostituirlo con un altro più disponibile in futuro. Lui aveva ormai perso dei buoni punti nell’industria cosmetici Gasperini. Biascicò tra se il giovane direttore, era solo un dipendente per la padrona, lei non riusciva a digerire quella nomina, espressa a suo tempo dal marito. Gabriele l’aveva capito più che bene, perciò doveva fare molta attenzione nei suoi passi da farsi in futuro? Con il pericolo di perdere la posizione di prestigio che il povero marito gli aveva assegnato come dipendente di fiducia, ma ora era tutt’altra roba, messo tra quella cose da buttare? La musica era cambiata e lei la padrona stava sconvolgendo tutto in azienda. 12
Capitolo Secondo Alle sette di sera Gabriele lasciava il suo studio, la padrona era già uscita prima, senza dare spiegazioni su cosa improntare per il programma del giorno dopo, per il lanciò di una nuova crema, che gli esperti ricercatori della loro fiorente industria avevano creato con successo. A scanso di equivoci Gabriele aveva già provveduto a impostare nel salone sotto la direzione, la presentazione dei prodotti al pubblico in visita e sarebbero arrivati a vedere, dopo la pubblicità fatta. Da evitare che all’indomani la padrona abbastanza dispotica, gli trovasse da ridire sulla sua presumibile dimenticanza o su qualcosa da rifare a suo avviso non giusta. Da trovare sempre qualcosa che non andava per il verso giusto. Era sempre in disaccordo? Perciò dopo l’ultimo controllo e un’occhiata al salone feste, Gabriele capi che tutti era a posto e poteva prendersi l’auto e andare a casa. Quel giorno abbastanza movimentato l’aveva stancato, più moralmente. Gabriele arrivò a casa incavolato e non vedeva l’ora di buttarsi sotto la doccia a rimuginare sui cocci rotti. Quella brava titolare non dava pace a nessuno, da spronarli tutti a muoversi e produrre dei buoni risultati, se volevano tenersi il posto di lavoro, con la crisi mondiale in giro. Era ormai la voce non troppa rassicurante che si stava diffondeva tra i vari reparti, oltre la ormai più che sicura vendita dello stabilimento a pezzi. Mentre all’apparenza salvarsi la facciata, per le difficoltà finanziarie, lasciatole dal marito. Perciò sembrava già destinata ad essere assorbita e frantumata a pezzi, dalla grande società francese, con sede a Parigi: “Le Parfum Grandeour Parisien.” Quello era il magro destino che si profilava drasticamente davanti agli occhi bendati di tutti i dipendenti troppo preoccupati sulla veridicità dei fatti esposti, da borbottare tra le quinte. Appena uscì dall’ascensore, Gisel lo bloccò sul pianerottolo del chiedergli decisa: < Hai fatto tardi stasera?.. Dai Gabriele, cambiati che andiamo a cena con i miei... > lo spronò a muoversi, < Siamo già in ritardo.. > < Mah! Non li conosco nemmeno? Solo in foto.. > rispose impacciato. < Appunto, così li conoscerai.. Sei l’amico, il mio dirimpettaio. > < Ah! Non il tuo ragazzo adesso, vero? > commentò punzecchiandola. < Cenando poi si vedrà?.. Tranquillo, non ti mangiano! > mentre lo 13
spingeva in casa a cambiarsi d’abito. < I miei genitori ci aspettano al ristorante, proprio quello vicino alla tua sede... > le comunicò lei giuliva. < Acc..!.. Oggi è proprio una giornataccia. Ok!.. E’ inutile protestare, non ho voglia di discutere avanti... Vabbè, farò presto.. > rispose sull’indifferenza, non aveva voglia di far baruffa era stanco e stremato dalle circostanze avverse e quell’invito non ci voleva... Trequarti d’ora dopo, erano arrivati al ristorante “Da Ernesto” e far le dovute conoscenze e strette di mano ai genitori di Gisel, erano arrivati da Firenze. Gabriele quella sera non era sul verso giusto con tutto quel tribolare in ditta, oltre le ventilate proposte della padrona per delle ferie in qualche isola sperduta a rilassarsi, probabilmente a letto? Era il pensiero fisso del giovane ingeniere messo un po’ alle stretta da ogni parte e al momento anche la sua ragazza. Era quasi prima, ma ora solo amici. Dal come lo presentava ai suoi: < Mamma Papà, lui è Gabriele il mio amico dirimpettaio. > nel rivolgersi al giovane: < Papà Gianni e mamma Rosa.. > mentre loro si scambiavano strette di mano. < Piacere! Scusatemi ma ho avuto una giornata bibbiosa in ufficio e ho fatto tardi. Dovevo far preparare una presentazione di un nostro nuovo prodotto al pubblico, domani in sede dell’azienda e con un sacco di complicazioni... > < Ah! E’ un dirigente d’azienda? > gli chiedeva il padre incuriosito. < Sono chimico ingeniere alla cosmetica Gasperini. Qua vicino.. > < Quel profumo che hai provato mamma a casa mia. Me l’ha regalato Gabriele. Un prodotto della sua società, ditta. > confermò Gisel sorridente. Mentre prendevano posto a tavola, già prenotata dai signori Dantoni. < Veramente buono e piacevole all'olfatto. Complimenti! > rispose la signora Rosa, estasiata di quel giovane ingeniere che creava profumi. Gabriele rispose alla signora Rosa con un leggero sorriso d’approvazione, mentre incominciavano a sorseggiare indifferente il rinomato vino bianco del locale. Da abbinare al grosso pesce Branzino preparato apposta per loro, gradito ospiti fiorentini. Da dedurre, ch’era tutta un gran menata. Gabriele si trovò a guardare due tavoli più lontano, da vedere la signora Adele e il rinomato industriale della concorrente francese a cena assieme. Erano proprio loro, la a discutere sulla probabile vendita della loro antica produzione di profumi e cosmetici rinomata in Liguria: “La Cosmetica Gasperini”. Da farlo trasalire e capire il perché di quell’affrettata colazione per invitarlo a far le vacanze assieme? Allora aveva già un piano ben preciso la bella vedova inconsolata.. “Che puttanata!” sbottò tra se, 14
sempre più incavolato delle circostanze capitate tutte assieme e per caso. Anche Gisel lo stava osservando di traverso, tentando di capire dove guardava, mentre rispondeva ai genitori, sul buon pesce che mangiavano. Quella presenza al ristorante da far intendere a Gabriele e capire che la padrona stava veramente tentando di sfarsene della bene avviata impresa, impiantata dal suo defunto marito. Ormai aveva i soldi in mano del povero marito, ma non le bastavano, voleva altri soldi e sfarsene di quel peso addossi di gestire un’impresa, che di quel passo era in procinto a fallire. Non era ciò che pensava la donna nel tentare di salvare la ditta e dipendenti, da brava e scaltra vedova. Il suo scopo l’aveva raggiunto e il resto non gli importava proprio più nulla, ne dell’industria cosmetici e dei dipendenti da salvargli e il posto di lavoro. Immaginava Gabriele nel ripensare un po’ a tutto, in quell'ambaradan di scenografica facciata storta. Da essere richiamato al presente da Gisel, che guardava anche lei oltre, a capire dove guardava lui il vispo dirimpettaio, che fissava quella signora provocante, intenta a chiacchierare animatamente in un perfetto francese? < Gabriele conosci quella esuberante signora francese? > sbottò decisa, un po’ seccata per la distrazione del suo dirimpettaio a cena con i suoi. < E’ la vedova Gasprini! Sta svendendo la propria industria di cosmetici al furbetto miliardario francese... Ecco tutto qui la faccenda! Sembrava avesse l’interesse per la sua azienda più che fiorente. Invece? > rispose sul 15
distratto Gabriele, mettendosi a mangiare abbastanza sull’arrabbiato. < Quella è la vedova, la tua titolare.. Accipicchia! > sbottò Gisel. < Immaginò già cosa dirà domani all’inaugurazione di un nuovo prodotto. Davanti ai suoi dipendenti? Si chiude!.. Un vero peccato! > < Veramente signor Tonelli. Pensa che vuole svendere la sua industria, ai francesi? > commentava il padre di Gisel incuriosito. < Già!... > ma non poté proseguire, la signora e l’accompagnatore francese, stavano lasciando il locale e nel passare al loro fianco lei, si stupì al vederlo, e con decisione si fermò un attimo, a dire sorridendo al suo subalterno: < Buona cena! Mi raccomando Gabriele, domani non faccia tardi alla presentazione.. Arrivederci! > li salutò mentre si allontanava con il viso tirato per la rabbia, era incavolata, per essere stata sorpresa... Gisel provò a dire: < E’ un po’ cafona come imprenditrice quella!? > < Talvolta i soldi danno alla testa. Mi sa che dovrò trovarmi un altro lavoro. Prima che l’azienda chiuda. Un vero peccato! > sbottò Gabriele alzando le spalle rassegnato all’evidenza delle circostanze davanti. < Lei è sposato con prole, signor Tonelli? > chiedeva la signora Rosa. < Non ho per ora quei problemi, signora. Comunque ai giorni nostri è sempre un problema trovare un posto di lavoro sicuro e decente oltre una buona paga.. > espose Gabriele, alzando il suo calice e invogliare gli altri a brindare a qualcosa: ai genitori di Gisel: < Ai signori Dantoni... Salve! > svuotando deciso il proprio calice abbastanza incavolato Gabriele. Da arrivare alla fine della cena tra svariati discorsi, da trascurare, mentre la signora Rosa le domandava del suo lavoro: < Allora Gabriele domani avrete la presentazione di un nuovo profumo da proporlo al pubblico spezzino? > chiedeva incuriosita la donna. < Può venire signora Rosa con Gisel a vedere, oltre ricevere un omaggio, in un flaconcino di essenza da provare, se le piacerà all’olfatto. > Rivolgendosi a Gisel nel precisare: < Io sarò impegnato tutto il giorno e già al mattino presto sono in sede. Ma potete venire, la presentazione è aperta a tutti e per tutto il giorno. > commentava Gabriele mentre uscivano da ristorante, e si scusava salutandoli, nel spiegarsi: < Mi devono scusare ma sono stanco e vado a riposare. Domani ho un’altro giornata da scordare. Arrivederci e grazie per la bella cena e la vostra piacevole compagnia! > si accomiatò guardato da Gisel sospettosa. < Buona notte Gabriele! Noi faremo una passeggiata sul lungo mare. Dovrebbero fare dei fuochi d’artificio, sul molo centrale. > < E’ un peccato, che non puoi restare. Ciao! > concluse Gisel seccata. 16
< Buon divertimento! > augurò Gabriele avviandosi a prendere la propria auto parcheggiata nel piazzale dell’azienda la accanto. Mentre i signori Dantoni s’incamminavano verso il centro, a prendersi il fresco serale sul viale centrale del lungomare spezzino. Già sul fondo, si vedevano lontano i primi fuochi d’artificio, ad illuminare la bella serata. Gabriele era abbastanza incavolato per quella giornata da dimenticare, mentre si accingeva a salire sulla propria auto, quando notò qualcosa di una sospettosa presenza,la attorno all’edificio della propria azienda cosmetici a mezzanotte. Da insospettirlo e andare a controllare cose facevano quelle quattro persone che si muovevano furtivamente attorno, da sembrare di trovare un’apertura, per entrare all’interno del garage. Gabriele arrivò all’angolo dell’edificio e scoprì cosa stavano combinando quei quattro individui, stavano tentando di forzare la saracinesca del garage automezzi della ditta. Da stupirsi e notare per bene, che avevano la chiave e il codice per aprirla e da poter entrare all’interno e magari rubare i 4 furgoni già carichi di prodotti pronti per la consegna a giorni. Gabriele senza tergiversare, compose il numero 113 della polizia, da avvisarli di un procinto furto d'automezzi carichi di prodotti per la consegna. Se possibile arrivare in sordina sul posto, da prenderli alla sprovvista i malviventi, già ormai all’interno del garage della rinomata ditta di cosmetici spezzina. Mentre quelli nella loro premura a sbrigarsi, avevano aperto il garage ed entravano all’interno. Gabriele furtivamente si avvicinava in silenzio e con la sua chiave richiuse il garage, da bloccarli all’interno, impostando un nuovo codice. Se quelli dall’interno poi, non conoscevano il nuovo codice 17
rimpostato da Gabriele, non potevano riaprire la serranda da rimanere bloccati all’interno senza poter in nessun modo uscire, e rimanere bloccati dentro senza altra via d’uscita. Alle spalle c’era la parete di cemento contro la montagna. Pertanto quelli tentavano già di telefonare a qualcuno che capisca l’inghippo capitato? Mentre all’esterno Gabriele restava in attesa che giunga la polizia a catturarli tutti quanti i ladri, finiti all’interno. Mezz’ora dopo arrivavano in silenzio, due auto della polizia e Gabriele si presentava come direttore della casa cosmetici e spiegava la situazione. Da far funzionare l’apertura e quelli rimasti all’interno, mentre imprecavano cosa mai era capitato al congegno che si era chiuso prima e non si apriva dopo. Da trovare poi, la polizia fuori che li aspettavano, essendo pronti a rubare quattro automezzi carichi di prodotti nuovi da vendere sotto banco. Venivano tutti arrestati e ammanettati per bene, nel chiedere spiegazioni sommariamente, da chi aveva fornito loro la chiave e il codice per aprire il garage della casa produttrice di cosmetici. Ma restavano tutti muti e sorpresi. Da portarli in centrale e se volevano alleviare le proprie pene fornire il nome di chi aveva consegnato a loro le chiavi e il codice per fare un bel furto di prodotti di bellezza, da vendere poi sotto banco altrove. Mentre la polizia si portava via i ladri, con l’accordo preso con il direttore Tonelli, d’aspettare in centrale la titolare, la signora Adele Lock Gasperini per redigere la verbalizzazione sull’accaduto e il presumibile furto di furgoni dal loro garage, la sotto la sede dell’industria cosmetici spezzina. Erano ormai le cinque del mattino, quando Gabriele si portò nel suo ufficio stanco e stremato. Aveva chiamato diverse volte la titolare, ma nulla da fare. Chissà dov’era finita la vedova? Forse già a letto con l’imprenditore francese, per un migliore accordo sulla svendita della sua azienda. Immagino Gabriele che aveva spiegato all’ufficiale di polizia che la titolare era al momento irreperibile, pertanto sarebbe andato lui in questura a verbalizzare l’accaduto, oltre tentare di sapere chi aveva fornito quella chiave e il codice ai ladri? Sebbene s’immaginava già chi poteva essere, per farsi un po’ di grana facile prima del tracollo nella svendita finale. Ma prima doveva aspettare i suoi dipendenti e colleghi da lasciare in mano a loro l’apertura e della presentazione del nuovo prodotto. Sapendo già di far tardi in questura con quei verbali da redigere al posto della titolare assente e introvabile al momento. Per fortuna sul lavoro arrivo in anticipo la capo reparto cosmetici, la signorina Luisella Franzoni e subito Gabriele la contattò: < Meno male che 18
sei giunta prima Luisella. Mi devi fare un grosso favore, a presenziare tu all’apertura del salone e presentare il nuovo prodotto ai visitatori. Io devo andare in questura a redigere un verbale, stanotte hanno tentato di rubarci dei furgoni. Per fortuna ero da queste parti e li ho bloccati e chiamato il 113. Ma ora mi tocca andare in questura, la titolare non si trova. Lo chiamata ancora mezz’ora fa. Comunque se arriva, non dire nulla e vediamo che cosa salterà fuori dopo. Tu non sai nulla. Qualcuno a fornito loro le chiavi e il codice per aprire il garage e prendersi i furgoni carichi di roba. Vuol dire che sapevano cosa prendere e pertanto lo sappiamo bene chi è che ha il codice. Io e Adele e il nuovo impiegato, il suo cugino tirapiedi Adriano. Altri nell’azienda non hanno e non sanno proprio nulla del carico pronto da spedire a Roma. Comprendi Luisella! > < Acciderba! Gabriele.. Mi sa che lo stanno svuotando prima di svenderlo questo vecchio manufatto.. Accidenti a loro. Un vero peccato! > sbottò Luisella, nel chiedere ancora: < Ma tu cosa facevi qui di notte? Poi certamente con la gente in città per vedere i fuochi pirotecnici, i ladri erano sicuri, di viaggiare alla grande a prendersi la merce belle che pronta.. > < Avevo parcheggiato l’auto qui nel piazzale. Ero a cena con amici qui “Da Ernesto”. Non vedevo l’ora di buttarmi a letto con tutto sto casino, ed invece ecco belle che fregato a far le nottate a tener d’occhio il castello degli altri... Accidenti! > sbottò sull’incavolato. < Chi tenevi d’occhio. Non hai dormito allora? Ieri eri a pranzo con la padrona e alla sera, altrettanto?... > chiedeva stupita Luisella la bella ragazza che si era per bene destreggiata sul lavoro ad avere un posto migliore, grazie a Gabriele che l’aveva proposta per un avanzamento al padrone, come persona di fiducia e ligia al proprio dovere: < Già, prima a pranzo, Adele mi ha fatto una testa che non ti dico... Ma è la seconda notte che la faccio in bianco. La prima a chiacchierare con la mia coinquilina quasi tutta la notte ed ora eccomi qui, ad aspettare che la nostra titolare tiri fuori le unghie e tenti di scorticarmi, che non ho per bene impostato il programma di presentazione dei prodotti oggi... Comunque per cortesia Luisella, tieni sotto controllo la situazione. Io farò presto in questura, oltre sapere se quei quattro arrestati, hanno svuotato il sacco e detto chi li ha inviati qui a rubare i nostri furgoni.. Vado! > lasciandola e andare in questura, proprio mentre vedeva spuntare dall’altro lato del salone la titolare assieme al manager francese. Ma Gabriele non si fece trovare, non aveva tempo di raccontarle sul furto mancato. Forse più tardi avrebbe parlato, dopo che avrebbe saputo chi era il vero mandante del furto ai 19
furgoni ben carichi di prodotti di valore e già pronti per la consegna ai vari punti vendita sparsi in Italia. La manager Adele, si guardava per attorno, in cerca del direttore e non vedendolo, chiedeva alla capo reparto cosmetici: < Luisella ha visto da qualche parte Gabriele. Qui non c’è? > chiedeva irritata, torcendosi le dita. < No! Non lo ancora visto... Sarà nel suo ufficio. > rispose Luisella, nel mostrarsi indaffarata a consegnare gli omaggi alle signore presenti. < E’ sempre così! Quando uno ha un posto di comando se ne strafotte. Accidenti! Devo dargli una buona strigliata e se non gli sta bene, può anche andarsene altrove! Nella mia azienda non voglio i fannulloni.. > andandosene dal magnate francese, ad intrattenerlo sui vari nuovi profumi. Gabriele mezz’ora dopo entrava in questura e trovava il tenente della sera prima in borghese, da chiedergli: < Mi scusi tenente. Ha per caso saputo qualcosa dai ladruncoli chi è il mandante del furto mancato da noi? > < Mi sa che qualcosa non quadra Tonelli. Il loro legale è subito arrivato qui in questura e ha spiegato che quei 4 giovani autisti, avevano avuto l‘ordine e la chiave con il codice, per aprire e prendere i furgoni carichi e consegnare la merce a Roma, come dalle bollette di viaggio e già pronte per la spedizione, e l’avvocato Samperi ci ha mostrato. Pertanto il capo questore li ha lasciati liberi. Non hanno fatto nessuna infrazione. Sembra sia stato una svista, dalla telefonata anonima, a riferito il questore? > < Ma guardi che come direttore, io ho programmato le consegne, non ho dato a dei forestieri il compito di trasportare la merce. Abbiamo il nostro personale autisti e solo dopodomani sarebbe partita la spedizione dei prodotti, certamente a Roma. Mi comprende tenente? Oltretutto nella nostra ditta, per quel che so, non abbiamo quell’avvocato rinomato, che 20
tratta con la malavita locale, e viene pagato bene da loro.. Non so se mi spiego bene? Già!... Ho capito tenente, questa volta gli è andata bene. Ma almeno sapete chi è che ha dato l’ordine, diciamo delle spedizione. Sono proprio curioso di saperlo?.. > chiedeva Gabriele sull’incavolato all’ufficiale della polizia a sua volta irritato. < Il direttore Lock. Adriano Lock. Così si è presentato, mandato dalla titolare a salvare la faccenda, scusandosi. Visto che ha noi i quattro ceffi già schedati, non sapevano cosa dire prima? E solo dopo che l’avvocato Samperi lì ha informati a non dire altro, hanno rigirato la loro deposizione, spiegandosi di essersi confusi prima per paura. D’altronde se la direzione non sporge denuncia e l’avvocato è per bene informato dal direttore Adriano Lock?.. Penso proprio che siamo noi gli allocchi e comprendiamo male, signor Tonelli? Qualcosa non quadra!.. E m’incazzo anche io, se qualcuno si prende gioco della polizia, per fare i furbi... Accidentaccio!.. Lei prima, ha detto la verità. Giusto? > sbottò il tenente sull’incavolato. < Ha perfettamente ragione tenente Santi. Grazie egualmente per la delucidazione! Quel Lock è il cugino della titolare e fa solo l’impiegato al momento in reparto?.. Ed è tutto un po’ troppo strano. Troppo?.. Potrebbe per cortesia interessarsi sulla morte improvvisa e non chiara, capitata sul lago di Garda del padrone della Cosmetica Franco Gasprini? 20 luglio 2018. Non vorrei che è tutto un intreccio ben congegnato già da tempo?.. Di questi tempi capitano proprio di tutto?.. Grazie e arrivederci tenente! > lasciando la questura demoralizzato. Il suo intervento notturno, non previsto aveva rotto un po’ le palle a tutti, quelle che avevano impostato i piani per bene e lui era arrivato a scombussolare tutto e magari a tanti altri, quelli immischiati dentro senza accorgersene, loro poveri dipendenti. Constatava Gabriele, mentre guidava svogliato. Poi noto un’auto che lo seguiva, già da prima appena aveva lasciato l’azienda, ed ora ancora dietro ad una dovuta distanza. Non gli piaceva affatto? Da tenere sotto controllo lo specchio retrovisore, borbottando da solo: < Mi sa che dovrò telefonare al tenente Santi? Mi ha fornito il numero del suo cellulare. > borbottava da solo. Poi all’improvviso il suo cellulare si metteva a gracchiare, da aprirlo in viva voce: < Buon giorno Gisel! Scusami, al momento sono molto impegnato…. Sei uno sporco bastardo! Ho sonno, devo riposare e invece chissà dove hai passato la notte. Porco bastardo! Vai al diavolo! > chiudendo decisamente lei la comunicazione più che incavolata. Da farlo imprecare a sua volta: < Che puttanata! Anche Gisel rompe stamattina! Ah, cavoli! Per non dire altre parolacce appropriate.. Accidenti a lei! Poi mica 21
sono il suo ragazzo, da presentarlo ai suoi genitori? Il mio vicino di casa.. Vada a farsi benedire ch’è meglio! Lei la santarellina che gli piace farsi strusciare e poi ti manda al diavolo. Accidenti! > sbottò sull’incavolato. Infine con calma si riprende e chiama il tenente Santi, da riferire che era seguito da un fuoristrada scuro targato GE****. Segnalò tranquillo, mentre lui, avrebbe fatto un percorso zigzagando per le vie della città, da capire se era sempre seguito. Tentando di ritornare verso la questura e magari condurli da quella parte ed essere individuato dalla polizia in borghese, da capire veramente chi erano? Perciò il tenente Santi con dei colleghi in borghese si mettevano a seguire le due auto la davanti, da stabilire se effettivamente quelli seguivano l'ingegnere Tonelli. Forse aspettando che Gabriele si fermi ad un incrocio e subito capitò, veniva raggiunto dall’altra auto, che si affiancava e con decisione scendevano degli scagnozzi e tentavano di bloccarlo, senza farsi scorgere dai passanti tranquilli, da rapirlo, avendolo velocemente incappucciato da strattonarlo sul loro fuoristrada e pronti a partire di furia. Ma a quel punto con decisione intervenivano i poliziotti in borghese e altre auto della polizia al seguito, arrivavano in aiuto, contromano e tanto di lampeggiatori accesi al completo, da bloccare l’auto e arrestare i malviventi rimasti sorpresi, tra i passanti stupiti di tale intervento delle forze dell’ordine, senza possibilità di fuga dell’auto dei malviventi beccati sul loro lavoro sporco. Risultavano poi appartenenti ad una banda camorristica del posto, che erano stati assunti per depistare e far sparire l'eventuali prove fornite dal direttore Tonelli. Capendo poi, che il mandante era nientemeno che il finto o presunto direttore, Adriano Lock.. Il mellifluo cugino disoccupato tutto fare, e amico senz’altro con la malavita locale da avere degli appoggi. Il tutto si era svolto in città tra la gente stupita di tale mossa repentina della polizia a bloccare dei criminali incalliti del posto, che tentavano un sequestro in pieno giorno. Da ricevere degli applausi della gente comune, 22
che avevano compreso subito la faccenda di un rapimento in pieno giorno e ormai, da non stupirsi più ai giorni nostri, di tale avvisaglia criminale sempre in azione a scapito di ignari cittadini che capitavano in mezzo. Gabriele ringraziava il tenente Santi, per averlo creduto e prontamente aveva escogitato il suo pedinamento e alla fine corsa, arrestarli tutti quanti e stavolta senza ombra di dubbio e avere l’avvocato pronto per difenderli. Gabriele chiedeva al tenente: < Tenente Santi, oltre ringraziarla per l’aiuto datomi, essendo lei in borghese da passare inosservato, avrebbe tempo di venire alla presentazione del prodotto in ditta? Le farò conoscere la titolare Adele Lock, cugina del finto direttore. Forse la padrona si è scordata d’informarmi della sua nomina a direttore della ditta cosmetici in mia vece. Io gli sto da tempo sulle palle? Dalla morte strana del padrone, stanno succedendo un sacco di cose storte, oltre svendere l’azienda a dei francesi, cosi si va ventilando in ditta. Sempre di più incomincio a capire, che la morte del padrone non è stato un semplice incidente sul lago? Se lei avrà delle informazioni dai suoi colleghi a Desenzano, capirà che c’è del marcio sotto. Oltre e all’improvviso gli ammanchi di milioni di euro, del povero defunto. Ho scovato dei falsi registri a inventare spese mai fatte? > si spiegò Gabriele al tenente attento al suo discorso. < Anche al questore non gli è piaciuta queste avvisaglie strampalate, nel prenderci in giro. E non ci va giù sta menata esposta dai furbetti. Poi decideremo come dovremo procedere con gli arresti e anche dei mandanti, visto che abbiamo tanti nomi, ma bloccati per dei cavilli burocratici, da avere le mani legate? Questo è il guaio. Vengo volentieri a dare una occhiata e poi vedremo cosa sapremo di preciso dai colleghi sul lago Garda. Ho già inoltrato un fax di ricerca sull’incidente capitato?... > confermava il tenente. Mentre guardava i poliziotti che rientravano in sede con gli arrestati e il tenente seguiva con la propria auto il direttore Tonelli alla presentazione in sede della premiata (La Cosmetici Gasperini) dei nuovi prodotti di bellezza proposti ai clienti, presenti all’esposizione. 23
Capitolo Terzo Gabriele e il tenente Santi. erano appena entrati nel salone delle dell’azienda e trovare i colleghi indaffarati, che presentavano al pubblico i nuovi prodotti di bellezza. Presentando il tenente come un conoscente alla promotrice Luisella, e prontamente lei offriva ai visitatori una scatoletta di profumo omaggio, nell’offrirlo con un grazioso sorriso: < Per gli ospiti graditi. Un omaggio della nostra produzione. Per sua moglie o la fidanzata signore! > espresse sorridente Luisella al giovane tenente sorpreso. < Antonio Santi. Grazie! Farò contenta mia moglie. > Mentre Gabriele informava la giovane collega: < Luisella, Antonio è un carissimo amico incontrato in questura e mi ha accompagnato qui alla presentazione... Qui va tutto bene per adesso? > mentre loro si stringevano le mani e Santi si metteva in tasca la piccola confezione regalo per la propria consorte: < Mia moglie sarà contenta, è a casa con due vispi nostri figli da crescere. E’ impegnata con due gemelli.. > < Complimenti! Avrete un bel da fare, lei e sua moglie con due figli. > < Meno male che c’è mia suocera che l’aiuta. > si spiegava il tenente. < Luisella, vedo che ci sono pochi dipendenti qui oggi? Stanno snobbando la padron. Ormai è più che certo venderà tutto al francese.. > < Già! La padrona è inviperito con te Gabriele. Appena ti trova ti farà una sua bella girata. Per non dire altro, di ciò che ma detto prima arrabbiatissima con te... > l’informò la giovane capo reparto cosmetici. < Tranquilla, immagino già cosa pensa di me. Hai per caso visto il cugino della padrona, l’impiegato Adriano. Pare che è passato direttore? > chiedeva Gabriele guardandosi attorno tra gli ospiti presenti, nel grande salone delle conferenze dove promuovevano la nuova essenza di profumo appena scoperta. “Il profumo D’oriente” di una fragranza esclusiva. < No, non lo visto ancora!.. Direttore quello? Impossibile! Ma tu hai fatto tardi in questura stamattina. Pensavo che non tornavi più qui ad aiutarmi. Lo sai che non ho molta dimestichezza con il pubblico.. Lascio a te le rogne e i reclami spropositati, delle gentili signore sofisticate e pretenziose della città.. > commentò sottovoce Luisella. < Ho avuto un contrattempo, da non immaginare, che casino…. > Mentre tra loro i dipendente, un bravo chimico di profumi, Lorenzo, a ricordo del momento, li fotografava col cellulare a mo di festa per tutti loro: < Un bel sorriso! Sarà senz’altro l’ultima riunione di noi dipendenti 24
affezionati. Presto ci sbatteranno fuori.. > andava a dire più che convinto della loro fine, senza un altro posto di lavoro sicuro da trovare in seguito. < Non pensiamo sempre male ragazzo! > rispose Gabriele ai colleghi. < Penso che Lorenzo ha più che ragione. Oltretutto la padrona sta combinando un bel casino e mi sa che tra poco ci manderà tutti a casa? > < Lo temo anche io…. Ecco che arriva la nostra manager! > < In un attimo la padrona era arrivato accanto, guardando il gruppo dei suoi dipendenti e la persona assieme al suo direttore, da giudicarlo piacevole. Ma da tralasciare le presentazioni e andare al sodo decisa, coi fumi che le uscivano dalle orecchie: < Signor Tonelli, non mi piace affatto il suo troppo distaccato comportamento al suo dovere. Dove e mi sembra che la pago profumatamente e lei se ne va in giro, quando è qui il suo compito. Pertanto la rimpiazzerò con il signor Lock, che mi sembra più all’altezza della situazione. Avendomi avvisato che c’è stato un disguido ed è dovuto correre, chiamato in questura. Avvisato dal nostro avvocato, a districare un inghippo capitato, da anonimi?... Qualche vicino di casa ha telefonato che stavano rubando dei nostri furgoni. Invece non era vero. Persino il questore a capito che era stata una bufala inventata da chissà chi.. E lei dove si trovava, invece di coordinare per bene le cose in ditta? Ne riparliamo domani. Per oggi può andarsene a casa, non serve qui al momento è di troppo.. > terminò, mentre fissava il signore presente, da non saper cosa chiedergli, se era con il Tonelli o un ospite di passaggio alla sua presentazione di prodotti di bellezza. Mentre Gabriele nell’indifferenza totale, le rispondeva con un sorriso: < Sta trascurando il suo illustre ospite francese. La mollato la in mezzo al salone. Sarà meglio che lo rincorra, altrimenti non le comprerà la sua azienda quel miliardario? > facendola 25
infuriare da diventare paonazza e scappare via di corsa. Nel far ridere il tenente che appena prima aveva parlato con la giovane Luisella, nel chiederle incuriosito: < Signorina Luisella. Ma Tonelli cosa rappresenta qui in ditta e conta veramente qualcosa? > < E’ lui che fa andare avanti la baracca, già da prima ancora, che il povero padrone è scomparso misteriosamente sul lago di Garda? Gabriele era bene accettato dal padrone e gli voleva bene. Da fidarsi ciecamente. Peccato che è morto cosi malamente? > rispose Luisella, al conoscente di Gabriele, mentre offriva alla signore in entrata, le piccole confezioni di profumo regalo. Guardando il signor Santi incuriosita un poco dal tanto interessamento per il direttore Gabriele?... Alla fine il tenente chiedeva a Tonelli con un mezzo sorriso: < Amico mio, sei ben messo! Mi sa che approfondirò per bene le ricerche e cos’è capitato veramente al padrone qui, del vapore. Ma, cosa gli ha preso, un infarto? > domandava a Gabriele, che stupito gli rispondeva sorpreso: < E’ questo il guaio tenete! Non si sa nulla? > guardato da Luisella, sorpresa sul pronunciare tenente e lui riprendeva a dire: < Nessuno sa bene cosa sia successo di preciso la sul lago di Garda? Mi hanno riferito che è trapassato sul lago, e nemmeno siamo stati invitati al suo funerale. La vedova non poteva chiudere l’azienda per un giorno, che si è svolto a Mantova il funerale dov’è nato, nel 1956? E’ tutto quello che sappiamo noi qui nell’azienda. Ecco il guaio tenente?.. > concluse Gabriele. < Ok! Ho perfettamente compreso Tonelli. Vado a spulciare un po la faccenda, sono stufo di farmi prendere per i fondelli. Quel che ho visto qui e sentito prima dalla titolare ho capiti che aria tira. Le farò sapere. Arrivederci! E grazie ancora signorina Luisella per il piccolo regalo da dare a mia moglie. Piacere di averla conosciuta. Arrivederci! > sgusciando via velocemente e la giovane Luisella a chiedere a Gabriele: < Ma è un tenente della polizia e sta indagando sulla morte del nostro padrone? Forse sapremo com’è crepato. Ho ammazzato? > borbottò sotto voce Luisella. < Già! Speriamo bene, che riescono a frugare nel torbido la polizia. Ma temo che la mafia o camorra ha dei tirapiedi in alto, all’interno della polizia da mettere i bastoni fra le ruote? Speriamo?.. > rispose Gabriele. Intanto in sala la manager Adele, si faceva forza e presentava al pubblico presente e ai pochi dipendenti, il magnate francese, Luis Goder, che era passato a concordare l’accordi di una fusione delle loro due imprese di cosmetici, tra la rinomata francese: “Le Parfum Grandeour Parisien.” e la 26
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