La Viziosa del Supermercato - By Alex
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Silvia, questo era il suo nome, lavorava in uno di quei grandi ipermercati, una ragazza molto diligente, mai una volta in ritardo sul lavoro, impeccabile, ma con un piccolo segreto................ Silvia, alta un metro e settanta, capelli castani lunghi, che teneva raccolti in una coda dietro la schiena, un paio di occhiali molto sottili che le servivano per correggere quel poco di astigmatismo che aveva. Il suo era un viso molto bello, la pelle liscia e vellutata come la seta, un nasino di giuste proporzioni. Anche il suo corpo era ben tornito, portava una 4^ misura di reggiseno, e il suo sederino sodo era uno dei suoi vanti. Vi parlerò adesso del suo piccolo segreto...........Nel supermercato, faceva la commessa nel reparto abbigliamento maschile, e tutti i giorni veniva a contatto con molti uomini di ogni età.... Aveva iniziato così per gioco, le piaceva vestirsi provocante per vedere la reazione degli uomini che entravano nel suo reparto per provare qualche vestito. Indossava sempre la minigonna, non esageratamente corta, per evitare che fosse ripresa dai suoi superiori, ma molto provocante. A volte si poteva intravedere il bordo delle sue autoreggenti quando si piegava per raccogliere qualche cosa, comunque, indossava qualsiasi tipo di calzatura, dalle scarpe con il tacco a spillo, ai sandali, agli stivali, che preferiva comunque a qualsiasi tipo di calzatura. Il suo gioco iniziò per caso, quando nel suo reparto entrò un ragazzo poco più giovane di lei (lei aveva 28 anni), lo vide e disse avvicinandosi: "Buongiorno, le posso essere utile?". "Si" rispose il ragazzo, "vorrei vedere un vestito classico, devo andare ad un matrimonio e dovrei comprare qualcosa di adatto, sul blu se c'è!". "Venga con me, rispose Silvia". Si recarono nella zona più tranquilla, che si trovava nel retro del reparto, dove si estendevano lunghissime file di vestiti di ogni genere, e sul fondo, c'erano cinque camerini di prova. Dopo qualche minuto, arrivarono in prossimità di una serie di vestiti di colore Blu. Silvia prese la scala e si arrampicò per prendere i vestiti che a lei sembravano adatti per un ragazzo giovane. Salendo sulla scala, con un pò di malizia, fece in modo che il ragazzo rimasto sotto, notò le sue autoreggenti, e il suo minuscolo tanga che spariva dentro le sue natiche e che copriva esiguamente il suo monte di venere. Scese, e porse il vestito al ragazzo, pregandolo di provarlo nel camerino. La ragazza venne percorsa da un brivido di eccitazione quando senti qualcosa di duro che le aveva sfiorato il sedere, era il ragazzo che passando, aveva fatto sentire alla ragazza che il suo giochetto di provocazione sulla scala aveva avuto effetto. Si recarono
verso i camerini, dove non c'era nessuno, dato che era quasi l'ora di pranzo, e il supermercato stava per fare la chiusura per la pausa. Il ragazzo entrò nel camerino e si spogliò, poi disse: "Signorina, mi potrebbe passare una di quelle camice bianche di prova?". "Subito signore!" rispose lei. Aprì leggermente la porta del camerino per sporgerla, ma la mano del ragazzo la afferrò e la trascinò dentro. Subito le labbra di lui cercarono le sue, forzando con la lingua, lei ricambiò, e aprì la bocca per far entrare quella lingua impetuosa. Iniziarono a baciarsi, il ragazzo aprì la camicetta di Silvia con le mani, le scoprì i seni ed iniziò una lenta tortura con i suoi capezzoli. Intanto in mezzo alle gambe, Silvia, era tutta bagnata, allungò una mano, e fece uscire il membro duro del ragazzo attraverso la feritoia dei boxer, si inginocchiò e lo prese in bocca. Il ragazzo chiuse gli occhi e disse:"Si, leccamelo, lo hai fatto apposta a provocarmi, adesso soddisfo io le tue voglie!". Silvia pompava come una forsennata, il ragazzo la fece smettere, la fece alzare, le fece appoggiare lo stivale destro sullo sgabello, si abbassò, e le sfilò il tanga. Poi, si avvicinò e la penetrò in un sol colpo. Silvia fece un piccolo sobbalzo, ed iniziò a roteare i fianchi, mentre il ragazzo, con una foga incontrollata la penetrava. Andarono avanti diversi minuti, e Silvia aveva perso ogni contatto con la realtà, era in uno stato di trance, quel grosso membro dentro di lei la stava sconquassando tutta. Ebbe un brivido quando si accorse che il ragazzo aveva estratto il pene dalla sua micina e lo aveva appoggiato sul buchino posteriore dicendole: "Vediamo se ti piace anche quì!". La penetrò, lei emise un piccolo grido di dolore, subito smorzato dalla mano di lui che le tappava la bocca. Iniziò a muoversi, e a godere sotto quei colpi insistenti. Allungò la mano in mezzo alle sue cosce, ed iniziò a masturbarsi con lo stesso ritmo dell'azione del ragazzo, che con una mano continuava a tormentarle un capezzolo. Dopo pochi colpi, Silvia fu scossa da un fremito, stava provando un forte orgasmo, e il ragazzo si stava svuotando dentro di lei. Il ragazzo uscì, la fece girare, la baciò sulla bocca, le fece pressione sulle spalle per invitarla a ripulirgli il membro. Lei lo fece volentieri, usando tutto quel mix di sapori forti. Si alzò, si sistemò, ed uscì dal camerino, senza farsi notare. Dopo pochi minuti, il ragazzo uscì e consegnò il vestito alla ragazza dicendole: "Lo compro, è perfetto signorina......?". "Silvia" rispose lei. Andarono verso la cassa, il ragazzo pagò quanto doveva e poi, se ne andò, lanciando un sorriso di intesa. Da quella volta, Silvia, ci prese gusto, si portava nei camerini un uomo quasi tutti i giorni, dai ragazzi appena diciottenni, agli uomini sposati, magari
accompagnati dalla moglie che rimaneva fuori mentre Silvia praticava qualche servizietto veloce nel retro dei camerini. Fece l'amore anche con un signore di 70 anni, il quale, nonostante l'età, si dimostrò all'altezza della giovane, fino a quando.............. Silvia uscì dal camerino, e senza che se ne fosse accorta, si trovò davanti a lei il responsabile del supermercato, che aveva sentito le sue performance provenire dal camerino. Diventò bianca tutto di un colpo, la paura di essere stata sorpresa la eccitava, ma temeva di essere licenziata. Il Signor Barotti, un uomo sui 45 anni, alto, slanciato e con un corpo ancora giovanile, le disse: "Signorina Silvia, venga nel mio ufficio alla fine della giornata, le devo parlare!". "Si, signore..." rispose lei intimidita. Quando se ne fu andato, Silvia si mise a sedere sulla sedia molto preoccupata, cosa sarebbe successo quella sera. Alle 21, quando tutti i suoi colleghi e colleghe se ne erano andati, si recò al 2° piano per recarsi nell'ufficio del capo. Quel giorno indossava la solita gonna corta, un paio di autoreggenti, il tanga, un paio di stivali neri con il tacco a spillo ed una camicetta bianca. Arrivata davanti alla porta bussò, e sentì una voce dire: "Avanti". Entrò nell'ufficio, dove c'era una luce soffusa, il Signor Barotti era seduto alla sua scrivania e la invitò a sedersi. Poi si alzò e passeggiando nella stanza disse: "Signorina Silvia, il suo comportamento di oggi, ed immagino non solo oggi, è stato a dir poco riprovevole, lo sa che per quello che ho sentito potrei licenziarla su due piedi?". "Si, signore, ma io......" rispose Silvia con lo sguardo basso. "Ma io cosa? Anche come è vestita, sembra una di quelle troiette che vanno in giro a cercare sesso d'appertutto". Ribadì l'uomo con la voce seria. Quella frase risuonò nella testa di Silvia come una cannonata, aveva realmente capito le intenzioni di Silvia, cioè quelle di fare quanto più sesso poteva, ma non poteva certo ammetterlo. Sentì l'uomo avvicinarsi, fece per girare la testa, e si ritrovò a contatto con il membro dell'uomo. Aprì la bocca e lo accolse tutto, era veramente grosso, non si ricordò di averne mai provato uno così nella sua vita. "L'uomo disse, se vuole mantenere il posto possiamo raggiungere un compromesso, lei viene da me, dopo la chiusura, ogni volta che la chiamo, e io le farò avere anche un sostanzioso aumento, diciamo per ricompensarla della sua dedizione al lavoro!". Lei fece segno di si con la testa e continuò a lavorare il membro del suo capo. Intanto, lui iniziò a spogliarsi, e lei fece lo stesso. Sbottonò la camicetta, il reggiseno, liberando il suo seno, si sganciò la gonna, facendola cadere per terra, sganciò il
minuscolo tanga che aveva due gancetti sui lati, per toglierlo facilmente. Rimase nuda con solo le autoreggenti e gli stivali. Si alzò, l'uomo la fece girare e la fece appoggiare sulla scrivania. Al contatto del seno con la fredda superficie della scrivania, Silvia ebbe un sussulto, i capezzoli diventarono subito durissimi. L'uomo si avvicinò dietro, e la penetrò. Quel membro così grosso la riempì completamente, si sentiva aprire in due, e quando l'uomo affondava completamente, sentiva persino un pò di dolore. Il capo la scopò per un bel pò, aveva una resistenza invidiabile. Silvia era già venuta tre volte, e cominciava a essere stanca. L'uomo uscì, la fece stendere sulla scrivania, le prese gli stivali, le fece appoggiare le gambe sul suo petto, in quella posizione oscena, il direttore, appoggiò il suo membro sul buchino posteriore, e Silvia disse: "faccia piano, il suo membro è troppo grosso!". "Zitta troia!" disse imperioso il capo, e la penetrò. Silvia emise un urlo di dolore, che andò progressivamente diminuendo sotto i colpi dell'uomo. Dopo qualche minuto, l'uomo esplose in un intenso orgasmo, che durò molto, sentiva le sue viscere riempite da quel caldo seme, e provava una eccitazione mai provata prima. L'uomo rimase dentro di lei fino a quando il suo membro non aveva finito di sussultare, uscì, e lo porse alla bocca di Silvia facendoglielo ripulire. Alla fine, il Sig. Barotti, scambiò un bacio con la giovane che intanto si era rivestita, e quando Silvia stava per uscire le disse: "Allora signorina, l'aumento lo avrà già sulla busta paga di questo mese, e continui pure così!". Silvia sorrise e disse mentre stava varcando la soglia : "Grazie Signore, quando ha bisogno di me mi chiami pure". Uscita dalla stanza, con un rigagnolo bianco che le colava dalle labbra Silvia pensò che in fin dei conti, il suo "vizietto" aveva dato dei frutti che non si sarebbe mai aspettata.
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