RIVISTA NUTRIZIONE di - Nutrimi
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LA RIVISTA di NUTRIZIONE PRATICA Identità alimentare in evoluzione: la nuova dieta mediterranea Nuove evidenze su tumori e alimentazione: dal consenso scientifico alle minority opinion Omeostasi del glucosio e gestione del diabete: il punto sulle evidenze più recenti Counseling nutrizionale mirato nell’era degli allarmismi mediatici sull’alimentazione A caccia di proteine: quali soluzioni nella dieta del futuro? Comprendere i prodotti alimentari oggi: aspetti regolatori e di sicurezza La “dieta per...”: nutrienti, alimenti e approcci mirati per esigenze specifiche Alimentazione e stili di vita moderni N°10 - Aprile 2016 - La rivista di Nutrizione Pratica -20€ Autorizzazione di Milano n.183 del 17/04/2009
EDITORIALE Cari Congressisti, benvenuti alla X edizione di NutriMI, il Forum di Nutrizione Pratica. Dopo 10 anni di contributo all’evoluzione del sapere scientifico, possiamo dire che ormai NutriMI è molto più di un congresso: quello che abbiamo voluto creare è piuttosto una grande community, una rete di dialogo attiva e concreta per noi professionisti e per tutti gli attori che vogliono promuovere le scienze dell’alimentazione e, in particolare, il settore privato, il network dell’informazione, gli educatori e il terzo settore. Una sinergia quanto mai necessaria in uno scenario come quello attuale, che è caratterizzato da una diffusione virale e spesso allarmistica di notizie riguardanti alimenti, dieta e salute, con effetti drammatici sull’educazione alimentare di una popolazione sempre più disorientata e che si chiede, ad esempio: la carne rossa deve essere eliminata della mia dieta? I prodotti che contengono olio di palma sono davvero dannosi? Perché in futuro dovremmo mangiare gli insetti? Posso guarire dal cancro se mangio meglio? Da un lato i dati di mercato evidenziano che le notizie diffuse dai media condizionano le persone nella scelta del cibo e delle bevande, dall’altro la lettura critica di queste notizie evidenzia LA RIVISTA come le scoperte scientifiche vengano spesso distorte nei messaggi che DI NUTRIZIONE PRATICA raggiungono il pubblico. E questo accade soprattutto perché le notizie vengono estrapolate dal loro contesto di riferimento, perché si vuole renderle a tutti i costi sensazionali, perché Edizioni Sprim Italia S.r.l. considerano spesso un singolo alimento, esaltandolo come super alimento oppure demonizzandolo, Via Brisa 3 • 20123 Milano senza considerare che la qualità di una dieta va considerata nel suo complesso. Tel: 02 45 49 58 38 In tutto questo anche il mondo della ricerca ha le sue responsabilità: le Università segreteria@nutrimi.it sono come non mai in competizione per conquistare visibilità e fondi, i ricercatori premono www.nutrimi.it sull’acceleratore per pubblicare articoli e, infine, le riviste scientifiche sono affamate di lettori e di citazioni bibliografiche. Direttore Responsabile Ma la Nutrizione è questione di interesse pubblico, ha ripercussioni dirette sulla Emmanuel Pauze salute della popolazione e il nostro dovere come operatori sanitari ed educatori è quello di fare Coordinamento Scientifico Susanna Cannata chiarezza e di contrastare gli effetti di un’informazione che risulta spesso parziale e superficiale. Giovanna Caccavelli Da sempre il nostro contributo vuole essere quello di identificare i temi rilevanti di oggi e Coordinamento Editoriale di domani nel campo della Nutrizione, di approfondire la conoscenza con metodo science- Alessandra Ciliberto based e di condividere le esperienze di ricerche dei relatori. Non è un compito Coordinamento Redazionale facile, ma la passione ci anima e la professionalità ci guida verso sempre più ambiziosi obiettivi. Alice Brigantino È su queste premesse che abbiamo costruito il Programma di NutriMI 2016, che vede la rinnovata Andrea Cattaneo collaborazione di ANDID (Associazione Nazionale Dietisti), che offre un focus inedito su Francesca Mariotti alimenti e scelte di consumo nell’era “digitale” , e di SINUPE (Società Italiana Nutrizione Pediatrica), che presenta gli ultimi aggiornamenti nel settore della nutrizione pediatrica Progetto Grafico e Impaginazione e della dieta come prevenzione. Elisa Martinelli Inoltre, NutriMI 2016 intende raccogliere anche l’eredità di EXPO e lo fa ospitando i massimi Andrea Buono esperti mondiali della Dieta Mediterranea che, in seno a IFMeD - International Foundation of Mediterranean Diet (www.ifmed.org), ne propongono un modello Stampa Laser graph S.r.l ridisegnato in chiave contemporanea, inteso non solo come regola alimentare ma anche come stile di Aprile 2016 vita sostenibile, contemporaneo e accessibile a tutte le popolazioni. Infine, un sentito ringraziamento è rivolto allo staff di Sprim, la società organizzatrice che ha permesso a NutriMI di giungere con successo alla sua X edizione, agli esperti che per mesi hanno Autorizzazione Tribunale di Milano n°183 lavorato insieme a noi ai contenuti, ai relatori che hanno accolto il nostro invito a partecipare e a del 17.04.2009 tutti voi che, con la vostra presenza, rendete speciale questa nuova edizione. Dott. Emmanuel Pauze , direttore scientifico
CONTENUTI MED DIET 4.0 THE MEDITERRANEAN DIET WITH FOUR SUSTAINABLE BENEFITS IL RUOLO pag. 05 DELL’ALIMENTAZIONE NELLO SVILUPPO DEI TUMORI: ASPETTI EPIDEMIOLOGICI E IL PESCE NELLA DIETA DI PREVENZIONE MEDITERRANEA: STATO DELL’ARTE E SITUAZIONE pag. 09 ITALIANA pag. 07 SALUTE E OLIO DI PALMA: MEGLIO EVITARLO O CONSUMARLO RESPONSABILMENTE? pag. 18 20 PROTEINE ANIMALI: UNA PREVISIONE DELLA DOMANDA GLOBALE NEI PROSSIMI 20 ANNI 27 LA CORRETTA ALIMENTAZIONE DELLA DONNA IN ETà FERTILE pag. 30 L’ALIMENTAZIONE IN ETÀ GERIATRICA: UNA SFIDA LEGATA DIETA ED EDUCAZIONE AI FABBISOGNI NUTRIZIONALI NUTRIZIONALE DEL E AL RALLENTAMENTO DELLE BAMBINO FINO A TRE ANNI CRONICITÀ pag. 33 COMUNICARE LA SALUTE NUTRIZIONALE NELL’ERA DIGITALE: L’ESPERIENZA EVIDENZE E FALSI MITI DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALL’EPOCA DEL WEB 2.0 DIETISTI pag. 46 pag. 43 IL SEGRETO DEI CENTENARI: LA DIETA DELLA LONGEVITÀ L’INFLUENZA DEI SOCIAL MEDIA NELLE SCELTE DI pag. 47 SALUTE DELLA POPOLAZIONE pag. 45
11 GLI STILI DI VITA DEI PAZIENTI DIABETICI pag. 13 LE CRITICITà NUTRIZIONALI DEL SOGGETTO DIABETICO: DALLE SINGOLE COMPONENTI LE SFIDE PER IL FUTURO ALIMENTARI AI DIETARY DOLCIFICANTI NELLA DIETA: PATTERNS: ORIENTAMENTI PER DOVE STA LA VERITà? pag. 16 UN’INDICAZIONE APPROPRIATA pag. 15 INSETTI NEL PIATTO: LO NOVITà SUGLI “ALIMENTI DA STATO DELL’ARTE UTILIZZARE SOTTO CONTROLLO MEDICO”. ORIENTAMENTI PER pag. 23 UN’INDICAZIONE APPROPRIATA INSETTI NEL PIATTO: COSA NE PENSA IL pag. 22 CONSUMATORE? pag. 25 36 RITRATTO DELL’UOMO MODERNO TRA NUTRIZIONE, MOVIMENTO E STILE DI VITA pag. 39 PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE E STILI DI VITA MODERNI: L’IMPORTANZA DELLA FIBRA ADERENZA ALLA DIETA NELL’ALIMENTAZIONE MODERNA MEDITERRANEA pag. 41 50 PER LA DIETA DELLA MAMMA E LA SALUTE DEL NEONATO:L’ESEMPIO DELLA VITAMINA B12 QUANDO LA DIETA È pag. 52 PREVENZIONE: IN CASO DI FAMILIARITÀ PER ALLERGIA CUCINARE BENE QUALI RACCOMANDAZIONI NUTRIZIONALI IN CASO DI pag. 57 PER VIVERE MEGLIO FAMILIARITà PER OBESITà pag. 55
La nuova Dieta Mediterranea MED DIET 4.0 The Mediterranean diet with four sustainable benefits testo di: Sandro Dernini D uring the past years, within the international debate on sustainability, food security and nutrition, sustainable diets environmental impacts, significant economic gains locally, and more social and cultural understanding of traditional the food have emerged as a public health nutrition challenge as well as a value - all of which will improve the well-being of the people. critical issue for sustainable food systems. The notion of the Mediterranean Diet has undergone a pro- gressive evolution over the past 50 years, from a healthy dietary With its interdisciplinary pattern to a model of sustainable diet. (Figure 1) multidimensional approach The new Med Diet 4.0 is as a new comprehensive and easier understanding of its multidimensional sustainable Mediterranean diet framework, in which the multiplex dimensions of su- multiplex sustainable benefits, the stainability of the Mediterranean dit are highlighted Med Diet 4.0 provides a possible together. (Figure 2) In the Med Diet 4.0 framework, the well-documented health and nutrition mayor benefits of the solution for the revitalization Mediterranean diet are incorporated with three additional of the Mediterranean diet, by sustainable environmental, socio-cultural and economic bene- showing also at the same time its fits: low environmental impacts and rich in biodiversity, high socio-cultural food values, positive economic return locally, beneficial values for the individual, with specific country variations. as well as for the planet. The Med diet 4.0 methodological approach, by taking into ac- count the specific country variations within the Mediterranean area, can contribute to understand what constitutes a sustaina- Sandro Dernini, FAO, Coordinatore Forum Culture ble diet in different agro-ecological zones. Alimentari Mediterranee; Segretario Generale IFMeD Improved adherence to the Mediterranean diet pattern can produce at the same time public health savings as well as lower 5
Rivista di Nutrizione Pratica share them at the table. The context and figure 1 the environment in which we consume and produce are key components of the Mediterranean diet, as well as a physi- cally active life, frugality and sense of the value of the food. Let’s not forget that the Greek word δίαιτα (diet) means balan- ce, lifestyle. The Mediterranean diet is mainly a way of life that incorporates knowledge, tastes, processing, food, crops and social spaces related to the territori- es. For this reason, in 2010, was recogni- zed by UNESCO as Intangible Cultural Heritage of Humanity. The only perception of a “healthy” dietary pattern has contributed instead to remove all other cultural, social, economic, and environmental factors related to food. While this was one of the reasons for figure 2 his success at the elite from all over the world, including a very narrow band of the Italian population, on the other hand has probably helped to turn aside just those sections of the people with whom you are having today more health problems due to poor nutrition. But going back is not easy, and around the Medi- terranean diet is necessary to reconstruct today, at least in part, a culture adapted to the times and fits all. A food culture, which includes also the issue of sustaina- bility. The Med Diet 4.0 with its interdiscipli- nary approach could provide a better understanding of the multiplex sustaina- ble benefits of the Mediterranean diet. Despite its increasing popularity Over the years, the Mediterranean and exposure worldwide, adhe- diet has been associated almost rence to the Mediterranean diet is exclusively, as if it were a pre- actually decreasing in the Mediter- scription food, the health benefits ranean countries. This poses serious of its nutrients, forgetting that we threats to the preservation and enhance- do not eat “nutrients” but “food”, ment of the Mediterranean diet heritage which also have aesthetic values, and its transmission to present and future social, religious, economic and generations. Therefore, there is a vital environmental. Its peculiarity is the urgent need for interdisciplinary research fact that it is not just a list of foods, mostly projects designed to counter these trends, fresh, seasonal, local, and often tradi- and thereby improve adherence to sustai- tional, but especially the way you cook nable diets in general. them, combine them, present them and 6
La nuova Dieta Mediterranea IL PESCE NELLA DIETA MEDITERRANEA: stato dell’arte e situazione italiana testo di: Licia Iacoviello, George Pounis, Marialaura Bonaccio I l pesce è un alimento importante della dieta mediterranea, indicato come principale fonte di proteine animali e di acidi Il ferro, in particolare, si trova in forma facilmente assorbibile ed in quantità elevate soprattutto nei mitili e nelle ostriche (5-6 mg grassi omega 3 nella piramide alimentare. Numerosi studi han- per 100 grammi di prodotto), mentre per lo iodio ed il selenio, no evidenziato che le popolazioni con un consumo più alto di 150 g di pesce forniscono quantità sufficienti a soddisfare il pesce, specie quello pescato in acque fredde, hanno un minore fabbisogno giornaliero di un adulto. Inoltre il pesce è un impor- tasso di incidenza di malattie cardiovascolari e di tumori. Studi tante vettore di vitamine A, D, B1, B2, B12, PP. La complessità epidemiologici osservazioni e di intervento hanno confermato dell’apporto nutrizionale del pesce spiega, almeno in parte, il l’associazione tra consumo di pesce e tali malattie, al punto fallimento dei supplementi farmacologici di acidi grassi omega 3 che le linee guida internazionali e nazionali raccomodano di nella prevenzione sia delle malattie cardiovascolari sia dei tumo- consumare almeno due porzioni di pesce di 150 gr. a settima- ri, rispetto all’invece comprovato effetto protettivo dell’alimento na, per assicurare un apporto di acidi grassi omega 3 a catena come tale. lunga di circa 2 grammi a settimana. Agli acidi grassi omega Nonostante le accertate proprietà salutari del pesce, il suo 3 ed in particolare all’acido eicosapentenoico (EPA; 20:5n-3) consumo è molto variabile in Italia e nel mondo. Risultati dello e docosaexenoico (DHA; 22:6n-3) sono attribuite la maggior progetto Moli-sani, uno studio di popolazione che ha coinvolto parte delle proprietà salutari del pesce, attraverso un attività 25.000 soggetti residenti in Molise, di età superiore a 35 anni, tra antilipidemica, antinfiammatoria, antipiastrinica e antiaritmi- il 2005 e il 2010 mostrano che il 59% della popolazione mangia ca. I pesci grassi come salmone, merluzzo, sardine, alici, trote, pesce due o più volte a settimana. tonno sembrano quelli più indicati ad aumentare l’apporto di La maggior parte dei consumatori di pesce, consuma pesce omega 3. fresco o congelato (91.4%), mentre una parte minore consuma pesce in scatola (87.4%) o pesce conservato come stoccafisso o Il pesce non contiene solo acidi baccalà (89%). grassi polinsaturi, ma rappresenta un’ottima fonte di iodio, calcio, Licia Iacoviello, George Pounis, Marialaura fosforo, rame, magnesio, ferro, Bonaccio , Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione, IRCCS Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed. Pozzilli (IS). selenio e sodio 7
Rivista di Nutrizione Pratica Anche il consumo di pesce in scatola 2 economica degli ultimi anni. Nella volte o più a settima risulta associato ad popolazione Moli-sani la percentuale di una riduzione dell’incidenza di eventi car- soggetti con alta adesione alla dieta me- diovascolari, mentre il consumo di pesce diterranea si è ridotta dal 31% al 18% nei conservato sotto sale no. soggetti reclutati prima e dopo il 2007, Lo studio INHES, un osservatorio anno in cui la crisi è divenuta manifesta. epidemiologico delle abitudini alimentari Nello stesso periodo il consumo medio di degli italiani che, negli anni 2011-2013, pesce si è ridotto da 46.6 a 43.8 grammi ha intervistato circa 8000 persone di età al giorno, mentre la percentuale di sog- superiore a 18 anni, in tutte le regioni getti che consuma pesce due o più volte a italiane mostra dati simili a quelli dello settimana è passato dal 62.1% al 57.8%. studio Moli-sani. Il consumo medio di pe- Questi dati sono confermati da una sce della popolazione italiana è di 45 gr/ analisi di Coldiretti Impresa-Pesca sugli die, mente quello di pesce in scatola è di effetti della crisi sui consumi di pesce 7g/die. Il consumo è simile nei maschi e degli italiani sulla base dei dati Ismea re- nelle donne e leggermente superiore negli lativi al periodo gennaio-novembre 2013, over 65 anni, rispetto ai più giovani. che mostrano un crollo dei consumi di Nonostante le comprovate proprietà pesce fresco che fanno segnare un calo salutari, il consumo di pesce, così del 20%, con riduzioni per alici (-20%), come, più in generale, l’adesione spigole (-19%), calamari (-17%), cozze alla dieta mediterranea, si sta (-15%) e naselli (-12%). riducendo a causa della crisi socio- 8
Nuove evidenze su tumori e alimentazione IL RUOLO DELL’ALIMENTAZIONE NELLO SVILUPPO DEI TUMORI: aspetti epidemiologici e di prevenzione testo di: Giovanna Masala G ià nel 1981 Richard Doll e Richard Peto stimavano che il 35% circa dei tumori potesse essere attribuito alla dieta, stima Cancer and Nutrition) è un grande studio prospettico multicen- trico europeo che segue dai primi anni 90 oltre 500.000 persone confermata sostanzialmente anche in lavori più recenti. adulte di entrambi i sessi reclutati in 10 paesi europei, tra cui L’osservazione delle differenze nei tassi di incidenza dei prin- l’Italia che partecipa con oltre 47.000 soggetti, e i cui punti di cipali tumori in diverse parti del mondo ha suggerito una serie forza sono rappresentati dalla grande variabilità della inciden- di ipotesi sulla relazione tra alimentazione e tumori e, a partire za dei tumori nei paesi coinvolti insieme alla eterogeneità delle dagli anni 80, sono stati condotti numerosi studi epidemiolo- abitudini alimentari . 1 gici che hanno valutato l’associazione tra abitudini dietetiche Tra i principali risultati di EPIC sui fattori alimentari associati individuali e rischio di tumore sia confrontando la dieta di al tumore del colon- retto ricordiamo il rischio associato a con- soggetti malati con quella di soggetti sani (studi caso-controllo) sumi elevati di carni rosse (sia fresche che conservate), insieme sia partendo dalla definizione delle abitudini dietetiche in ad un effetto protettivo di elevati consumi di pesce . E’ emerso 2 gruppi di soggetti sani seguiti nel tempo per identificare nuovi anche l’effetto protettivo della fibra alimentare derivante dal casi di tumore e valutarne l’incidenza in sottogruppi con diversi consumo di cereali integrali, frutta, verdura e legumi . Il con- 3 consumi alimentari (studi prospettici). Gli studi prospettici, sumo di alcol risulta invece associato ad un aumento di rischio . 4 nei quali la raccolta delle informazioni sulle abitudi- Elevati consumi di frutta e verdura risultano protettivi anche nei ni alimentari precede la comparsa della malattia e confronti dello sviluppo dei tumori delle prime vie aeree e dige- quindi non è influenzata dallo stato di salute, ed è pos- stive. Per altri sedi tumorali l’effetto protettivo di frutta e verdura sibile raccogliere campioni biologici prediagnostici non è emerso utilizzando i dati raccolti da questionario, tuttavia nei quali valutare biomarcatori di intake, parametri biochimici e aspetti genetici, rappresentano una fonte Giovanna Masala, SC Epidemiologia dei Fattori di Rischio e metodologicamente robusta di evidenze sul rapporto degli Stili di Vita. Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica tra alimentazione e tumori. - ISPO, Firenze Lo studio EPIC (European Prospective Investigation into 9
Rivista di Nutrizione Pratica analisi in cui sono stati valutati marca- BIBLIOGRAFIA tori plasmatici di intake hanno fornito La ricerca risultati interessanti; in particolare è stato evidenziato una associazione inversa tra epidemiologica, in 1. Riboli E, Kaaks R. The EPIC Project: rationale and study design. European Prospective livelli plasmatici di vitamina C e rischio particolare i risultati Investigation into Cancer and Nutrition. Int J di tumore dello stomaco . Epidemiol 1997; 26 Suppl 1: S6-14. degli studi prospettici 5 Per il tumore della mammella, per il quale le evidenze sul ruolo dell’alimen- di grandi dimensioni, 2. Norat T, Bingham S, Ferrari P,et al. Meat, fish, and colorectal cancer risk: the European tazione sono limitate, lo studio EPIC ha forniscono quindi Prospective Investigation into cancer and nutrition. J Natl Cancer Inst 2005; 97: 906-916. evidenziato un rischio moderatamento aumentato all’aumentare dell’assunzione evidenze robuste per 3. Murphy N, Norat T, Ferrari P et al. Dietary fibre di grassi saturi per i tumori ormono- la messa a punto di intake and risks of cancers of the colon and rectum dipendenti e un aumento modesto di Raccomandazioni per la 6 in the European prospective investigation into rischio all’aumentare del consumo di cancer and nutrition (EPIC). PlosOne 2012; 7(6): bevande alcoliche . Dopo un serie di 7 prevenzione dei tumori e39361. risultati contraddittori in studi condotti 4. Ferrari P, Jenab M, Norat T et al. Lifetime and in popolazioni americane ed europee, (in particolare ricordiamo il lavoro di baseline alcohol intake and risk of colon and rectal la coorte EPIC Italia ha consentito di valutazione e sintesi delle evidenze cancers in the European prospective investigation into cancer and nutrition (EPIC). Int J Cancer studiare il ruolo del consumo di frutta e condotto dal Fondo Mondiale per la 2007; 121: 2065-2072. verdura in una popolazione mediterranea Ricerca sul Cancro che ha portato alla caratterizzata da un consumo tradiziona- pubblicazione nel 2007 del 2° Report 5. Jenab M, Riboli E, Ferrari P et al. Plasma and le, relativamente elevato e vario di questi WCRF/AICR) che devono rappresen- 12 dietary vitamin C levels and risk of gastric cancer in the European Prospective Investigation into Cancer alimenti. Da questo studio, condotto in tare la base per orientare gli interventi and Nutrition (EPIC-URGAST). Carcinogenesis oltre 30.000 donne nelle quali sono stati di promozione della salute nella popo- 2006; 27(11): 2250-2257. identificati circa 1.000 tumori, è emersa lazione generale e specifici interventi in una riduzione del rischio di tumore della soggetti a rischio elevato. Per quanto 6. Sieri S, Chiodini P, Agnoli C et al. Dietary fat intake and development of specific breast cancer mammella all’aumentare dei consumi di riguarda l’alimentazione vi sono subtypes. J Natl Cancer Inst 2014; 106(5). verdura, in particolare di verdure a foglia indicazioni forti per valorizzare un e a frutto, mentre non si sono evidenziati modello alimentare nel quale pre- 7. Romieu I, Scoccianti CC, Chaies V et al. effetti legati al consumo di frutta . Questi 8 valgano alimenti di origine vege- Alcohol intake and breast cancer in the European prospective investigation into cancer and nutrition. dati sono stati successivamente conferma- tale, prodotti ricchi di fibre, a base Int J Cancer 2015; 137: 1921-1930. ti a livello europeo . Nella componente 9 di farine integrali o poco raffinate italiana della coorte EPIC è emerso e in genere alimenti poco lavorati, 8. Masala G, Assedi M, Bendinelli B et al. Fruit and inoltre, per questo tumore, un effetto di e siano ridotti invece i consumi vegetables consumption and breast cancer risk: the EPIC Italy study. Breast Cancer Res Treat. 2012; rischio di diete a a elevato carico glicemi- di alimenti di origine animale, in 132: 1127-1136. co . Per il tumore del colon-retto è stato 10 particolare carni rossa fresche e evidenziato un aumento di rischio per conservate, e di alimenti ad elevato 9. Emaus MJ, Peeters PH, Bakker MF, et al. consumo di carboidrati ad elevato indice indice glicemico. Vegetable and fruit consumption and the risk of hormone receptor-defined breast cancer in the glicemico . 11 EPIC cohort. Am J Clin Nutr 2016; 103: 168-177. 10. Sieri S, Pala V, Brighenti F et al. High glycemic diet and breast cancer occurrence in the Italian EPIC cohort. Nutr Metab Cardiovasc Dis 2013; 23: 628-634. 11. Sieri S, Krogh V, Agnoli C et al Dietary glycemic index and glycemic load and risk of colorectal cancer: results from the EPIC-Italy study. Int J Cancer 2015; 136: 2923-2931. 12. World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research (2007) Food, nutrition and the prevention of cancer: a global perspective. AICR, Washington 10
Nuove evidenze su tumori e alimentazione DALLE SINGOLE COMPONENTI ALIMENTARI AI DIETARY PATTERNS orientamenti per un’indicazione appropriata testo di: Monica Ferraroni I dietary patterns, generalmente definiti come una combinazione di componenti alimentari (singoli alimenti o l’insieme di cibi consumati è formato da nutrienti che hanno tra loro un effetto interattivo o sinergico e i singoli alimenti, gruppi di alimenti, micro- e macro-nutrienti, combinazioni così come il metabolismo e l’utilizzo dei nutrienti, sono in vivo di alimenti e nutrienti) con lo scopo di rappresentare la dieta altamente interdipendenti e correlati (Kant, 2004; Hu, 2002). nel suo complesso, hanno avuto una notevole attenzione negli La natura altamente correlata delle variabili ultimi decenni. Questo interesse nasce dalla considerazione che alimentari è all’origine delle difficoltà interpretative i dietary patterns, o patterns alimentari, comunque siano definiti, di risultati che derivano da studi che esaminano la consentono di considerare l’alimentazione di un individuo come relazione tra dieta e salute considerando il singolo una esposizione multidimensionale. consumo di cibi o nutrienti. Lo studio di tale relazione attraverso l’uso dei dietary patterns riproduce più da vicino il mondo reale in cui cibi e nutrienti Quantificare la relazione esistente sono congiuntamente consumati e il loro effetto tra lo stato di salute di un soggetto complessivo può essere studiato considerando l’intera e la sua alimentazione complessiva, alimentazione del soggetto. non più rispetto al consumo di un In letteratura sono riportati tre differenti metodi per definire un singolo alimento o nutriente, è pattern alimentare: l’approccio a priori, quello a posteriori e la reduced rank regression, che combina le caratteristiche dei primi due intuitivamente più interessante: metodi. nella vita reale un individuo consuma In un approccio a prori i pattern alimentari sono indici pasti composti da vari alimenti che o punteggi costruiti sulla base di evidenze scientifiche o teorie prevalenti sulla prevenzione di specifiche patologie e riflettono preferenze individuali generalmente si basano su cibi e/o nutrienti considerati in linee che a loro volta sono modulate da un guida correnti, raccomandazioni di esperti o che derivano da specifiche composizioni dietetiche (i.e. dieta mediterranea o insieme di determinanti genetiche, vegetariana). culturali, sociali, ambientali ed economiche. Monica Ferraroni, Professore di Statistica Medica ed Epidemiologia Nutrizionale Dipartimento di Scienze Inoltre, un aumentato consumo di alcuni cibi può comportare Cliniche e di Comunità Università degli Studi di Milano la diminuzione nel consumo di altri (effetto sostituzione), 11
Rivista di Nutrizione Pratica L’indicatore è generalmente calcolato interpretativo ma non è molto usato in come combinazione di assenza o epidemiologia nutrizionale. presenza di specifici cibi/nutrienti e il Esistono comunque diversi limiti nell’uso risultato è utilizzato per quantificare di queste metodologie quando si è l’esposizione alimentare. Moltissimi di interessati a studiare la relazione che questi indici sono stati proposti, validati esiste tra alimentazione e salute. Se da e analizzati in relazione al rischio di un lato gli indici dietetici generalmente insorgenza di vari eventi relativi alla si basano su raccomandazioni dietetiche salute (morte, insorgenza di patologie), che possono non rappresentare la fornendo risultati significativi. migliore evidenza scientifica disponibile, i In un approccio a posteriori i pattern patterns a posteriori, costruiti sulla base dei alimentari sono definiti empiricamente, dati raccolti, non sempre rappresentano applicando tecniche statistiche il pattern alimentare “ottimale”. Inoltre multivariate (Factor analysis, Principal in questo tipo di approccio, si fa sovente component analysis - PCA - o Cluster uso di decisioni arbitrarie che possono analysis) direttamente all’informazione portare a creare pattern apparentemente alimentare raccolta. Lo scopo della simili in popolazioni con abitudini Factor analysis o della PCA è quella alimentari differenti. Per contro i dietary di trasformare l’insieme di cibi e/o patterns diventano importanti quando nutrienti raccolti in un nuovo ma ridotto l’effetto sulla salute di singoli nutrienti insieme di variabili tra loro indipendenti, è troppo piccolo per essere valutato ciascuna delle quali identifica un diverso ma l’effetto cumulativo di più nutrienti pattern alimentare. La Cluster analysis inclusi in un unico pattern può essere invece definisce gruppi di individui che sufficientemente grande da essere hanno un comportamento alimentare determinato. molto simile tra loro. Il secondo report del World Questo tipo di approccio viene definito Cancer Research e dell’American a posteriori in quanto i patterns Institute for Cancer Research alimentari sono ricavati direttamente “Food, Nutrition and the Prevention dai dati raccolti senza considerare of Cancer”: a global perspective ipotesi predefinite, ma semplicemente include un capitolo specifico sui considerando le caratteristiche di dietary pattern ma conclude consumo. che pur esistendo in letteratura La reduced rank regression combina i numerosissimi studi che si basano vantaggi di un approccio esplorativo con su questi metodi, la loro definizione quelli che si basano su ipotesi a priori è troppo varia e poco specifica e la per definire in pattern alimentare. E’ loro evidenza sulla salute rimane un metodo molto simile alla PCA da un poco chiara. punto di vista sia computazionale sia 12
Omeostasi del glucosio e gestione del diabete GLI STILI DI VITA dei pazienti diabetici testo di: Gianluigi Ferrante I ntroduzione e obiettivi Il diabete mellito è una patologia a forte impatto sulle interviste telefoniche, effettuate da operatori delle ASL a campioni di popolazione di 18-69 anni del proprio bacino condizioni di salute della popolazione, con un carico di utenza, con l’utilizzo di un questionario standardizzato assistenziale e una ricaduta economica importanti per e validato a livello nazionale. L’informazione sul diabete il sistema sanitario. Mentre il diabete di tipo 1 colpisce è riferita dall’intervistato come diagnosi ricevuta da un prevalentemente le persone giovani, quello di tipo 2, compare medico. I dati raccolti dalle ASL sono caricati in un database per lo più in età adulta ed è associato alla presenza di alcuni centralizzato, dove previo processo di aggregazione, pesatura, fattori di rischio individuali modificabili, in particolare e controllo di qualità vengono resi disponibili per l’analisi. l’eccesso ponderale e la sedentarietà. Nel 2014 partecipavano al PASSI 129 su 147 ASL, che La qualità organizzativa e l’efficienza dell’assistenza coprono circa il 90% della popolazione residente sul diabetologica sono due parametri fortemente territorio italiano. I risultati che seguono fanno riferimento correlati con un buon controllo e una buona prognosi a 152.210 adulti (18-69 anni), intervistati nel periodo 2011- del diabete. 2014. Il contrasto a questa patologia, pertanto, deve avvenire da un lato, attraverso un’azione mirata a modificare gli stili di vita Risultati della popolazione, dall’altro, attraverso una riorganizzazione Il 4,3% degli intervistati dichiara di aver ricevuto una dell’assistenza per prevenire o ritardare il più possibile diagnosi di diabete mellito (tipo 1 o tipo 2) da parte di un l’insorgenza delle complicanze. medico. Questa prevalenza cresce all’aumentare dell’età (9,5% Il sistema di sorveglianza di sanità pubblica PASSI (Progressi nei 18-69enni), è più alta negli uomini (4,9%), nelle persone delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) consente di con basso livello di istruzione (13,7%) e in quelle con molte stimare la prevalenza di diabete tra gli adulti residenti in Italia difficoltà economiche (7,0%). La percentuale di diabetici è più e di descrivere il profilo della popolazione diabetica in termini alta nelle regioni meridionali, in particolare Calabria (6,5%), di fattori di rischio associati alle complicanze del diabete e di Sicilia (5,7%), Sardegna (5,5%) e Campania (5,4%). accesso alle cure. Alle persone con diabete si consiglia di modificare gli stili di vita, in particolare di adottare una corretta alimentazione, di Metodi fare regolare attività fisica, di moderare il consumo di alcol PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) è e di smettere di fumare. Inoltre è raccomandato il controllo un sistema di sorveglianza di popolazione che, a regime dal della pressione arteriosa, almeno ogni 3/4 mesi, e del profilo 2008, raccoglie in continuo informazioni sui fattori di rischio lipidico, almeno una volta l’anno. Queste azioni, oltre a comportamentali connessi all’insorgenza delle malattie svolgere un ruolo importante nell’eziologia della malattia, croniche non trasmissibili, e sul grado di conoscenza e rappresentano strumenti importanti per conservare un buon adesione dei cittadini ai programmi di intervento che il Paese equilibrio metabolico. La figura 1 mostra la diffusione dei sta realizzando per la prevenzione delle malattie croniche. E’ condotto dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL), coordinate dalle Regioni e a livello nazionale dal Centro Nazionale Gianluigi Ferrante, Sistema di Sorveglianza PASSI, di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione dell’Istituto Superiore di Sanità, che ne assicura il supporto della Salute, Istituto Superiore di Sanità tecnico-scientifico. La raccolta dei dati avviene attraverso 13
Rivista di Nutrizione Pratica principali fattori di rischio/aggravamento mentre una percentuale piccola (2%) ma modificabili fra le persone con diabete, esistente, non è seguita affatto. in un confronto con popolazione libera Soltanto il 36% ha effettuato il da diabete: il 90% dei diabetici fa uno controllo dell’emoglobina glicata nei scarso consumo di frutta e verdura, non 4 mesi precedenti l’intervista, cioè assumendo le 5 porzioni quotidiane l’intervallo raccomandato dalle linee raccomandate; il 74% è in eccesso guida nazionali, e il 31% non conosce ponderale, più del 40% è sedentario, il affatto l’esame. L’83% è in trattamento 23% è fumatore e il 9% fa un consumo di con ipoglicemizzanti orali e il 22% con alcol a rischio. Quasi la metà dei diabetici insulina. è ipercolesterolemica (45%) e più della metà è ipertesa (53%). Fatta eccezione Conclusioni per il fumo di tabacco e il consumo La prevalenza del diabete in Italia di alcol a rischio, per gli altri è caratterizzata da un significativo fattori di rischio/aggravamento, la gradiente geografico e sociale. Nella popolazione diabetica presenta un popolazione intervistata è molto profilo di rischio peggiore rispetto elevata la frequenza di ipertensione alla popolazione non diabetica; lo e ipercolesterolemia, condizioni che scarso consumo di frutta e verdura aumentano il rischio di complicanze è equivalente nelle due popolazioni. micro e macrovascolari e che non Poco più di un terzo dei diabetici (35%) sempre sono adeguatamente trattate. è preso in carico principalmente da Complessivamente, l’informazione un centro diabetologico, il 33% dal e l’educazione dei pazienti per la medico di medicina generale e il 26% promozione di stili di vita sani da entrambi. Una piccola quota (4%) è sembra un’area suscettibile di seguita da “altro” medico specialista, ampio miglioramento. figura 1 - principali fattori di rischio/aggravamento per il diabete nella popolazione diabetica e non. passi 2011-14 100% 90,5% 89,6% 90% 80% 73,5% 70% Milioni di tonnellate 60% 53,0% 44,9% 50% 42,6% 40,5% 40% 30% 22,8% 23,3% 27,6% 18,5% 17,2% 20% 9,4% 10% 0% No 5-a-day Eccesso Ipertensione Ipercolesterolemia Sedentarietà Fumo Consumo pendolare di alcol a richio Popolazione diabetica Popolazione non diabetica 14
Omeostasi del glucosio e gestione del diabete DOLCIFICANTI NELLA DIETA: dove sta la verità? testo di: Lucilla Titta L imitare l’assunzione di zuccheri liberi a meno del 10% del consumo conclusioni più corrette. Occorre ricor- dare che gli edulcoranti sono additivi me e l’Estratto di Stevia, un edulcorante di origine naturale i cui vantaggi sono totale di energia è una misura pri- alimentari regolamentati a livello confermati da numerosi studi oritaria nella lotta a obesità e malattie Europeo, utilizzati per conferire un scientifici (tra cui si citano in particola- correlate. Anzi, un’ulteriore riduzione a gusto dolce ai prodotti alimentari o come re quelli antidiabetici e anticariogeni). meno del 5% dell’energia totale è sugge- edulcoranti da tavola, la cui sicurezza è Rappresentando un’alternativa sicura rita per ottenere benefici per la salute. soggetta a valutazione prima dell’auto- allo zucchero assunto in eccesso, allo sta- È noto però che il consumo di zucchero rizzazione all’immissione in commercio. to delle conoscenze attuali, i dolcificanti, della popolazione generale è superiore Il regolamento CE 1333/2008 stabilisce, nell’ambito di una corretta alimentazione alle raccomandazioni istituzionali. Il inoltre, che tutti gli additivi alimentari e nelle giuste quantità, potrebbero rap- livello di conoscenza da parte della autorizzati per l’uso nell’UE prima del 20 presentare un contributo concreto e popolazione, nonché le informazioni a gennaio 2009 debbano essere sottoposti a positivo nella riduzione dell’assunzione loro disposizione e veicolate dai mass una nuova valutazione di sicurezza di zuccheri e calorie con la dieta, oltre media, portano a timori e confusio- da parte dell’EFSA: tutti i dolcifi- che nella rieducazione ad un gusto dolce ne, non soltanto in riferimento allo canti saranno rivalutati entro il 31 meno intenso e nella prevenzione della zucchero, ma anche in merito ai dicembre 2020. carie dentale. dolcificanti, i sostituti dello zucchero Nel dicembre 2013, l’EFSA ha pubblicato la cui conoscenza è ancora troppo spesso la sua prima, completa valutazione avvolta nel mistero. del rischio associato all’aspartame. BIBLIOGRAFIA I Professionisti della Salute sono i primi Nel parere si conclude che l’aspartame e 1. Ruiz-Ruiz JC, et al. Biological activity of Stevia ad ammetterlo: il 50% ritiene importan- i suoi prodotti di degradazione, ai livelli Rebaudiana Bertoni and their relationship to te ricorrere a soluzioni alternative correnti di esposizione, sono sicuri per la health. Crit Rev Food Sci. Accepted oct 2015. per ridurre il consumo di zuccheri, popolazione generale (compresi i neonati, i bambini e le donne in gravidanza). 2.Gold J. Erythritol may reduce dental caries in ad esempio usando i dolcificanti. high-risk school children. J Evid Based Dent Pract Eppure, è la stessa classe medica ad am- È possibile distinguere i dolcificanti di 2014; 14(4): 185-7. mettere una scarsa conoscenza del massa, come i polioli, tra cui l’eritritolo, tema, e non mancano i timori legati il sorbitolo, il mannitolo, lo xilitolo, e 3. Bruyère O, et al. Review of the nutritional l’isomalto, dai dolcificanti intensivi, benefits and risks related to intense sweeteners. alla loro sicurezza. Arch Public Health 2015; 73: 41. In generale, per quanto riguarda i be- che includono, oltre all’aspartame, l’ace- nefici/ la sicurezza, gli studi sono spesso sulfame K, la saccarina e il sucralosio. 4. Roberts JR; The paradox of artificial sweeteners controversi, a causa di divergenze di In quest’ultima categoria, è opportuno in managing obesity. Curr Gastroenterol Rep 2015; menzionare anche i più recenti advanta- 17(1): 1-3. protocollo, endpoint e rischio di bias elevato. Una valutazione critica della letteratura scientifica pro- dotta sul tema permette di evidenziare Lucilla Titta, Ricercatrice presso il Campus Ifom-Ieo di Milano, tali aspetti, invitando a considerare tutti Dipartimento di Oncologia Sperimentale gli elementi di uno studio, per trarne le 15
Rivista di Nutrizione Pratica LE CRITICITÀ NUTRIZIONALI DEL SOGGETTO DIABETICO: le sfide per il futuro testo di: Giuseppe Marelli U n comportamento alimentare corretto è senza dubbio da considerare ancora e sempre di più un pilastro per il controllo La prescrizione di una “cura ottimale del diabete, finalizzato a evitare, o perlomeno ritardare nutrizionale” deve essere basata l’avvento delle temibili complicanze della malattia. su strumenti che permettano da Oggi il concetto di sana alimentazione riveste un ruolo talmente fondamentale nella prevenzione e cura delle malattie meta- una parte una corretta valutazione boliche che ormai da alcuni anni in ambito medico il termine del paziente e dall’altra la “dieta”, che esprime ristrettezze e tristezza, è stato abbandona- to, e sostituito dal termine “Terapia Medica Nutrizionale” “sostenibilità” di un regime (TMN). Qualunque sia il tipo di diabete infatti, scelte e abitu- alimentare corretto e duraturo. dini alimentari corrette possono aiutare a controllare i livelli di glicemia e dei grassi nel sangue e contribuire ad un miglior con- trollo globale della malattia, agendo anche sul peso corporeo. Di fatto ottenere l’aderenza alla terapia nutrizionale da parte Le più recenti raccomandazioni nazionali e internazionali pro- di soggetto con diabete mellito è oggi una cosa assai difficile. pongono per il paziente diabetico un regime alimentare bilan- Esistono una serie di criticità legate sia alla predisposizione del ciato dove i carboidrati devono rappresentare il 45-60% della paziente a seguire un corretto regime alimentare sia all’offerta quota calorica giornaliera totale con stando attenti a contenere l’introduzione degli zuccheri semplici a non oltre il 10%, i grassi non più del 35% con particolare attenzione ai grassi saturi, e le Giuseppe Marelli, Responsabile SSD Diabetologia En- proteine il 10-20%. Inoltre viene raccomandato un apporto di docrinologia e Nutrizione Clinica - ASST di Vimercate (MB) fibre pari a 20 g/1000 calorie 16
Omeostasi del glucosio e gestione del diabete alimentare in un sistema nel quale le che per il controllo del peso. L’utilizzo aziende che operano in campo nutrizio- di cibi molto raffinati a basso contenuto nale giocano un ruolo fondamentale. di fibre non permette di raggiungere la Le principali criticità possono essere così quota raccomandata; riassunte: - Alimenti “superfood”: i legumi, - Un eccessivo introito alimentare: alimento che contiene sia carboidrati che l’apporto calorico giornaliero totale è proteine di tipo vegetale vengono oggi quasi certamente ridotto rispetto al pas- poco consumati, in virtù anche della to- sato, ma se messo in relazione al ridotto tale esclusione, a torto, dalle diete abituali dispendio energetico imposto dalla vita confezionate per la perdita di peso; moderna, risulta essere “relativamente - Aderenza nutrizionale: seguire la aumentato”; dieta per un paziente diabetico è oggi - Cibi troppo raffinati: negli ultimi una delle cose più difficili da fare. La anni l’offerta alimentare si è caratteriz- privazione di molti alimenti, la dispa- zata con alimenti sempre più raffinati, rata disponibilità alimentare e la scarsa perché “più belli e accattivanti”, fonte in attenzione ad un adeguato “counselling particolare di un aumentato introito di nutrizionale”, nel quale occorrerebbe zuccheri semplici, con un impatto negati- dare particolare attenzione al problema vo sul sistema insulina-glucosio; del gusto, sono ostacoli spesso ritenuti - Troppi grassi: l’utilizzo di condimenti insormontabili dai pazienti diabetici. ad alto contenuto di grassi, il consumo inappropriato di alimenti con elevato Cercare di ottenere la maggiore aderenza tasso di grassi saturi rende conto di un al piano nutrizionale, garantendo qualità apporto globale eccessivo di “grassi e gusto degli alimenti, rappresenta la cattivi”; sfida del futuro per curare al meglio - Carenza di fibre: le fibre rivestono la malattia diabetica, il cui compenso un oggi un ruolo determinante sia per troppo spesso dipende da una corretta il controllo di tipo metabolico esercitato alimentazione e stile di vita. 17
Rivista di Nutrizione Pratica SALUTE E OLIO DI PALMA meglio evitarlo o consumarlo responsabilmente? testo di: Elena Fattore L’ olio di palma è un olio vegetale derivante dal frutto della palma da olio (Elaeis guineensis), una pianta originaria dell’Africa occidentale e diffusa nelle zone tropicali. Dai semi della palma da olio si ottiene un altro grasso, l’olio di palmisto, caratteriz- zato da una composizione diversa da quella dell’olio di palma e utilizzato prevalentemente a scopi non alimentari. L’olio di palma rappresenta l’olio commestibile più prodotto al mondo. La sua produttività, in termini di tonnel- late di olio prodotto per ettaro coltivato, è circa 7 volte quella dei principali altri oli vegetali. I principali paesi produttori ed esportatori sono la Malesia e l’Indonesia. A differenza della maggior parte degli oli vegetali, l’olio di palma è ricco di acidi grassi saturi (50%), oltre che acidi grassi monoinsaturi (40%) e polinsaturi (10%) (Tabella 1). L’acido palmitico rappresenta circa il 44% degli acidi grassi contenu- ti, seguito dall’acido oleico (39%) e dall’acido linoleico (10%). Inoltre l’olio di palma nativo contiene una serie di fitonutrienti, tra i quali numerosi carotenoidi, precursori della vitamina A, vitamina E (α, β, γ e δ-tocotrienoli e α-, β-, γ- e δ-tocoferoli), steroli, fosfolipidi, glicolipidi e squalene. Il contenuto relativamente elevato di grassi saturi conferisce all’olio di palma una consistenza semisolida a temperatura ambiente che lo rende particolarmente Elena Fattore, Ricercatrice Istituto di Ricerche adatto a una serie di applicazioni alimentari, oltre a Farmacologiche “Mario Negri” essere più resistente ai processi ossidazione e irranci- dimento. 18
Counseling nutrizionale mirato Da diversi anni l’olio di palma in Italia Nel 2014 è stata pubblicata una revisione è oggetto di una campagna mediatica sistematica e meta-analisi sull’effetto 4 circa potenziali effetti negativi sulla specifico dell’olio di palma sui principali salute legati al suo consumo alimentare. marcatori lipidici di rischio cardiovasco- Nel 2013, una revisione narrativa della lare. La meta-analisi ha incluso 51 studi letteratura sull’argomento , ha evidenzia- 1 nutrizionali di intervento su volontari in to che il motivo per cui l’olio di palma è cui l’olio di palma era scambiato in ma- considerato un ingrediente non salutare è niera isoenergetica con i principali altri dovuto proprio al suo contenuto di acidi oli e grassi presenti nella dieta. grassi saturi. Una vasta letteratura scientifica, infatti, I risultati di questo ha messo in evidenza un’associazione studio non hanno tra il consumo di acidi grassi saturi e il rischio di malattie cardiovascolari. Re- evidenziato un profilo centemente, tuttavia, questa associazione lipidico di rischio è stata messa in discussione e sono stati pubblicati alcuni studi su giornali scienti- sfavorevole dell’olio di fici internazionali di alto profilo che non palma rispetto agli altri hanno più confermato l’esistenza di tale principali oli e grassi associazione . 2,3 Inoltre, i risultati di alcuni studi che presenti nella dieta. hanno stimato il consumo di acidi grassi saturi della popolazione italiana prove- In conclusione, l’evidenza scientifica nienti da prodotti industriali contenenti disponibile fino a questo momento in olio di palma non sembrano indicare letteratura non supporta che si possano valori preoccupanti in relazione alle linee verificare effetti negativi sulla salute guida nutrizionali relative all’assunzione legati a l’attuale consumo alimentare di di acidi grassi saturi. olio di palma. BIBLIOGRAFIA tabella 1. composizione percentuale media in acidi grassi dell’olio di palma 1. Fattore E, Fanelli R. Palm oil and palmitic acid: a review on cardiovascular effects and Acidi grassi Acidi grassi carcinogenicity. Int J Food Sci Nutr 2013; 64(5): Acidi grassi saturi monoinsaturi polinsaturi 648-659. Acido palmitico Acido oleico Acido linoleico 2. Chowdhury R, Warnakula S, Kunutsor S, et al. (C16:0)a 44% (C18:1) 39,2% (C18:2) 10,1 % Association of dietary, circulating, and supplement fatty acids with coronary risk: a systematic review and meta-analysis. Ann Intern Med 2014; 160: Acido stearico Acido palmitoleico Acido linolenico 398-406. (C18:0) 4,5% (C16:1) 0,1% (C18:3) 0,4% 3. de Souza RJ, Mente A, Maroleanu A, et al. Acido miristico Intake of saturated and trans unsaturated fatty (C14:0) 1,1% acids and risk of all cause mortality, cardiovascular disease, and type 2 diabetes: systematic review and Acido arachico meta-analysis of observational studies. BMJ 2015; 351: h3978. (C20:0) 0,4% 4. Fattore E, Bosetti C, Brighenti F, Agostoni C, Acido laurico Fattore G. Palm oil and blood lipid-related markers (C12:0) 0,2 % of cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis of dietary intervention trials. Am J a Il primo numero davanti alla “C” indica la lunghezza della catena carboniosa, il secondo il numero di doppi legami Clin Nutr 2014; 99: 1331-1350. 19
Rivista di Nutrizione Pratica PROTEINE ANIMALI: una previsione della domanda globale nei prossimi 20 anni testo di: Antonella Baldi, Davide Gottardo e Carlotta Giromini S i prevede che la popolazione mondiale passerà dagli attuali 7 miliardi di individui ad oltre 9 miliardi nel 2050. teici globali anche se nei Paesi “sviluppati” tale valore si attesta intorno al 40%. Una delle sfide principali sarà quindi quella di produrre un Stime FAO prevedono un aumento della domanda dei prodotti livello sufficiente di alimenti, assicurando nel contempo una di origine animale pari al 50% entro il 2050; tale aumento non produzione alimentare sostenibile per l’ambiente. risulta però omogeneo in tutte le regioni del mondo. Nei paesi I prodotti di origine animale, che comprendono carne, sviluppati dopo il forte incremento nei consumi di alimenti del pesce, uova, latte e derivati, forniscono, come ben noto, dopoguerra, si è osservato un rallentamento del consumo di proteine ad elevato valore biologico, caratterizzate proteine animali, particolarmente in riferimento al consumo dalla presenza di aminoacidi essenziali, indispensabili di carne “rossa” . Il quadro dei paesi sviluppati contrasta però 1 per la crescita ed il corretto funzionamento dell’organi- con quello dei paesi in via di sviluppo, dove i consumi alimen- smo umano. Tali alimenti forniscono inoltre micro-nutrienti, tari sono cambiati rispetto al passato; la crescita della popola- quali ferro, zinco, vitamina A, vitamina B12 e calcio, oltre ad zione, del reddito e dell’urbanizzazione infatti, hanno indotto alcune componenti “bioattive”, tra le quali le più studiate sono un progressivo aumento del consumo pro-capite di prodotti di quelle derivanti dalle proteine del latte. Attualmente gli alimenti origine animale, per le quali si stima uno stabile incremento nei di origine animale forniscono in media il 28% degli apporti pro- prossimi anni. figura 1. previsione del consumo di prodotti di origine animale (modificato da report fao, 2011) 700,0 600,0 Milioni di tonnellate 500,0 400,0 300,0 200,0 100,0 0,0 Consumo Carne Carne Carne Latte e Consumo Carne Carne Carne Latte e di carne bovina suina avicola derivati di carne bovina suina avicola derivati totale totale Paese in via di sviluppo Paesi sviluppati 2010 2020 2030 2050 Come riportato in Figura 1, si prevedono trend differenti per i Antonella Baldi, Davide Gottardo e Carlotta diversi alimenti, con un aumento generale dei consumi nei paesi Giromini, Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, in rapida crescita pari o superiore al 10% nel prossimo decen- la Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare. nio per i prodotti carnei ed ancora più marcato per il latte e 2,3 Università degli Studi di Milano derivati. 20
A caccia di proteine Lo scenario globale del prossimo Uno scenario di questo tipo ha ventennio quindi richiederà una intuitivamente diverse implicazioni rivisitazione delle politiche e degli anche ambientali relative all’uso del investimenti che sempre più dovranno suolo, delle risorse idriche e alle emissioni essere mirati ad una maggiore efficienza di gas serra. Come riportato nel Report nel convertire le risorse naturali in FAO del 2012, il trend delle emissioni alimenti, anche riducendo gli sprechi, in globali di gas serra relative al comparto un contesto di “economia circolare”. agricolo negli ultimi cinquant’anni è in costante aumento (2,7 miliardi di ton In tal senso, concetti CO2 eq nel 1961 vs 5,3 miliardi di ton CO2 eq nel 2010). Il settore zootecnico quali sicurezza è responsabile del 15% delle emissioni alimentare, diritto al globali di gas serra (CH4, CO2 e N2O), cibo, riduzione degli anche se i diversi indirizzi produttivi sono responsabili di differenti livelli di sprechi e promozione emissioni. Le sfide future saranno quelle di un’agricoltura di rendere gli allevamenti degli animali da reddito ancora più efficienti dal punto sostenibile di vista produttivo, ottimizzandone rappresentano le parole la sostenibilità, ovvero l’utilizzo chiave per il futuro responsabile delle risorse alimentari, idriche ed energetiche, e garantendo dell’alimentazione e la qualità dei prodotti e il benessere della nutrizione umana. animale. BIBLIOGRAFIA 1.EU Agricultural Markets Briefs n. 6, June 2015; 2. FAO. Alexandratos N, Bruinsma J. World agriculture towards 2030/2050: the 2012 revision. ESA Working paper 2012; 12(3). 3. Estrada A. et al. World Livestock 2011: Livestock in food security. Rome, FAO 2011. 21
Rivista di Nutrizione Pratica NOVITÀ SUGLI “ALIMENTI DA UTILIZZARE SOTTO CONTROLLO MEDICO”. Orientamenti per un’indicazione appropriata testo di: Bruno Scarpa G li alimenti a fini medici speciali (AFMS) hanno il fine di contribuire al soddisfacimento delle esigenze nutritive di Va considerato che solo gli integratori alimentari possono svolgere effetti “fisiologici” benefici per soggetti che non riescono a farlo utilizzando i comuni alimenti l’apporto di sostanze diverse dai nutrienti senza alcuna disponibili (integratori compresi). compartecipazione alla costituzione della razione alimentare (ad esempio prodotti a base di estratti Un AFMS, pertanto, deve contribuire utilmente vegetali). alla costruzione “nutrizionale” della razione alimentare giornaliera (in alcuni casi la può sostituire completamente) di pazienti affetti da una malattia, Gli AFMS, invece, devono avere un disturbo o una particolare condizione medica. La necessariamente un ruolo “nutritivo”, patologia in questione, inoltre, deve determinare una condizione come costituenti di una dieta utile per di “vulnerabilità nutrizionale”, cioè l’impossibilità o la difficoltà di alimentarsi con i comuni alimenti a causa del loro profilo pazienti in condizioni di vulnerabilità “nutrizionale”. Al riguardo il caso tipico ed emblematico di nutrizionale. vulnerabilità nutrizionale “indotta” da una patologia è quello della fenilchetonuria, malattia metabolica congenita che Gli AFMS rientrano ad oggi nel settore del prodotti destinati determina la controindicazione all’impiego di tutte le comuni ad una alimentazione particolare come una categoria specifica fonti alimentari di proteine. disciplinata dalla direttiva 99/21/CE. Con l’abrogazione di detto settore, dettata da esigenze di semplificazione normativa, Per favorire la corretta classificazione di un prodotto come le norme vigenti sugli AFMS saranno trasferite nel campo AFMS, con un’ottica particolare alla sua distinzione dagli di applicazione del Regolamento (UE) 609/2013, designato integratori alimentari, sono da tempo state messe a punto comunemente con l’acronimo FSG (Food for Specific Groups). specifiche linee guida ministeriali pubblicate sul portale (www. Al riguardo è già stato emanato il Regolamento (UE) 2016/128, salute.gov.it), aggiornate a dicembre 2015. che comunque entrerà in vigore dal 22 febbraio 2019 (dal 22 Anche l’EFSA, con la “Scientific and technical guidance on food for febbraio 2020 nel caso degli AFMS destinati ai lattanti). special medical purposes in the context of Article 3 of Regulation (EU) No 609/2013” - EFSA Journal 2015; 13(11):4300 – fornisce dettagliate indicazioni su come presentare un dossier a supporto Bruno Scarpa, Ministero della Salute, Direzione della classificazione di un prodotto come AFMS per poterne Generale Igiene, Sicurezza Alimenti e Nutrizione valutarne correttamente la rispondenza alla definizione (DGISAN) – Ufficio 4 normativa. 22
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