RIVISTA NUTRIZIONE di - Nutrimi

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RIVISTA NUTRIZIONE di - Nutrimi
LA
                                           RIVISTA
                                           di NUTRIZIONE
                                           PRATICA
                                                                        Identità alimentare in evoluzione:
                                                                             la nuova dieta mediterranea

                                                               Nuove evidenze su tumori e alimentazione:
                                                             dal consenso scientifico alle minority opinion

                                                            Omeostasi del glucosio e gestione del diabete:
                                                                       il punto sulle evidenze più recenti

                                                              Counseling nutrizionale mirato nell’era degli
                                                                  allarmismi mediatici sull’alimentazione

A caccia di proteine:
quali soluzioni nella dieta del futuro?

Comprendere i prodotti alimentari oggi:
aspetti regolatori e di sicurezza

La “dieta per...”: nutrienti, alimenti e
approcci mirati per esigenze specifiche

Alimentazione e stili di vita moderni

                                           N°10 - Aprile 2016 - La rivista di Nutrizione Pratica -20€
                                                        Autorizzazione di Milano n.183 del 17/04/2009
RIVISTA NUTRIZIONE di - Nutrimi
EDITORIALE
                                           Cari Congressisti, benvenuti alla X edizione di NutriMI, il Forum di Nutrizione Pratica. Dopo
                                           10 anni di contributo all’evoluzione del sapere scientifico, possiamo dire
                                           che ormai NutriMI è molto più di un congresso: quello che abbiamo voluto creare
                                           è piuttosto una grande community, una rete di dialogo attiva e concreta per noi professionisti e per
                                           tutti gli attori che vogliono promuovere le scienze dell’alimentazione e, in particolare, il settore
                                           privato, il network dell’informazione, gli educatori e il terzo settore.
                                           Una sinergia quanto mai necessaria in uno scenario come quello attuale, che è caratterizzato da
                                           una diffusione virale e spesso allarmistica di notizie riguardanti alimenti,
                                           dieta e salute, con effetti drammatici sull’educazione alimentare di una popolazione sempre
                                           più disorientata e che si chiede, ad esempio: la carne rossa deve essere eliminata della mia dieta? I
                                           prodotti che contengono olio di palma sono davvero dannosi? Perché in futuro dovremmo mangiare
                                           gli insetti? Posso guarire dal cancro se mangio meglio?
                                           Da un lato i dati di mercato evidenziano che le notizie diffuse dai media condizionano le persone
                                           nella scelta del cibo e delle bevande, dall’altro la lettura critica di queste notizie evidenzia
LA RIVISTA                                 come le scoperte scientifiche vengano spesso distorte nei messaggi che
DI NUTRIZIONE PRATICA                      raggiungono il pubblico. E questo accade soprattutto perché le notizie vengono estrapolate
                                           dal loro contesto di riferimento, perché si vuole renderle a tutti i costi sensazionali, perché
Edizioni Sprim Italia S.r.l.               considerano spesso un singolo alimento, esaltandolo come super alimento oppure demonizzandolo,
Via Brisa 3 • 20123 Milano                 senza considerare che la qualità di una dieta va considerata nel suo complesso.
Tel: 02 45 49 58 38                        In tutto questo anche il mondo della ricerca ha le sue responsabilità: le Università
segreteria@nutrimi.it                      sono come non mai in competizione per conquistare visibilità e fondi, i ricercatori premono
www.nutrimi.it                             sull’acceleratore per pubblicare articoli e, infine, le riviste scientifiche sono affamate di lettori e di
                                           citazioni bibliografiche.
Direttore Responsabile                     Ma la Nutrizione è questione di interesse pubblico, ha ripercussioni dirette sulla
Emmanuel Pauze
                                           salute della popolazione e il nostro dovere come operatori sanitari ed educatori è quello di fare
Coordinamento Scientifico
Susanna Cannata
                                           chiarezza e di contrastare gli effetti di un’informazione che risulta spesso parziale e superficiale.
Giovanna Caccavelli                        Da sempre il nostro contributo vuole essere quello di identificare i temi rilevanti di oggi e
Coordinamento Editoriale                   di domani nel campo della Nutrizione, di approfondire la conoscenza con metodo science-
Alessandra Ciliberto                       based e di condividere le esperienze di ricerche dei relatori. Non è un compito
Coordinamento Redazionale                  facile, ma la passione ci anima e la professionalità ci guida verso sempre più ambiziosi obiettivi.
Alice Brigantino                           È su queste premesse che abbiamo costruito il Programma di NutriMI 2016, che vede la rinnovata
Andrea Cattaneo                            collaborazione di ANDID (Associazione Nazionale Dietisti), che offre un focus inedito su
Francesca Mariotti                         alimenti e scelte di consumo nell’era “digitale” , e di SINUPE (Società Italiana
                                           Nutrizione Pediatrica), che presenta gli ultimi aggiornamenti nel settore della nutrizione pediatrica
Progetto Grafico e Impaginazione           e della dieta come prevenzione.
Elisa Martinelli                           Inoltre, NutriMI 2016 intende raccogliere anche l’eredità di EXPO e lo fa ospitando i massimi
Andrea Buono
                                           esperti mondiali della Dieta Mediterranea che, in seno a IFMeD - International
                                           Foundation of Mediterranean Diet (www.ifmed.org), ne propongono un modello
Stampa
Laser graph S.r.l                          ridisegnato in chiave contemporanea, inteso non solo come regola alimentare ma anche come stile di
Aprile 2016                                vita sostenibile, contemporaneo e accessibile a tutte le popolazioni.
                                           Infine, un sentito ringraziamento è rivolto allo staff di Sprim, la società organizzatrice che ha
                                           permesso a NutriMI di giungere con successo alla sua X edizione, agli esperti che per mesi hanno
Autorizzazione Tribunale di Milano n°183   lavorato insieme a noi ai contenuti, ai relatori che hanno accolto il nostro invito a partecipare e a
del 17.04.2009                             tutti voi che, con la vostra presenza, rendete speciale questa nuova edizione.

                                                                  Dott. Emmanuel Pauze , direttore scientifico
RIVISTA NUTRIZIONE di - Nutrimi
CONTENUTI
MED DIET 4.0
THE MEDITERRANEAN DIET WITH
FOUR SUSTAINABLE BENEFITS
                              IL RUOLO
pag. 05                       DELL’ALIMENTAZIONE NELLO
                              SVILUPPO DEI TUMORI:
                              ASPETTI EPIDEMIOLOGICI E
IL PESCE NELLA DIETA          DI PREVENZIONE
MEDITERRANEA: STATO
DELL’ARTE E SITUAZIONE        pag. 09
ITALIANA
pag. 07

SALUTE E OLIO DI
PALMA: MEGLIO
EVITARLO O CONSUMARLO
RESPONSABILMENTE?

pag. 18
                                                          20
                                                          PROTEINE ANIMALI:
                                                          UNA PREVISIONE DELLA
                                                          DOMANDA GLOBALE NEI
                                                          PROSSIMI 20 ANNI

                              27
                                                          LA CORRETTA ALIMENTAZIONE
                                                          DELLA DONNA IN ETà
                                                          FERTILE

                                                          pag. 30

                                                          L’ALIMENTAZIONE IN ETÀ
                                                          GERIATRICA: UNA SFIDA LEGATA
                              DIETA ED EDUCAZIONE         AI FABBISOGNI NUTRIZIONALI
                              NUTRIZIONALE DEL            E AL RALLENTAMENTO DELLE
                              BAMBINO FINO A TRE ANNI     CRONICITÀ

                                                          pag. 33

COMUNICARE LA SALUTE
NUTRIZIONALE NELL’ERA
DIGITALE: L’ESPERIENZA        EVIDENZE E FALSI MITI
DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE   ALL’EPOCA DEL WEB 2.0
DIETISTI                      pag. 46
pag. 43                       IL SEGRETO DEI CENTENARI:
                              LA DIETA DELLA LONGEVITÀ
L’INFLUENZA DEI SOCIAL
MEDIA NELLE SCELTE DI         pag. 47
SALUTE DELLA POPOLAZIONE
pag. 45
RIVISTA NUTRIZIONE di - Nutrimi
11
                             GLI STILI DI VITA DEI
                             PAZIENTI DIABETICI

                             pag. 13                      LE CRITICITà
                                                          NUTRIZIONALI DEL
                                                          SOGGETTO DIABETICO:
DALLE SINGOLE COMPONENTI                                  LE SFIDE PER IL FUTURO
ALIMENTARI AI DIETARY        DOLCIFICANTI NELLA DIETA:
PATTERNS: ORIENTAMENTI PER   DOVE STA LA VERITà?
                                                          pag. 16
UN’INDICAZIONE APPROPRIATA
                             pag. 15

                                                          INSETTI NEL PIATTO: LO
NOVITà SUGLI “ALIMENTI DA                                 STATO DELL’ARTE
UTILIZZARE SOTTO CONTROLLO
MEDICO”. ORIENTAMENTI PER                                 pag. 23
UN’INDICAZIONE APPROPRIATA
                                                          INSETTI NEL PIATTO:
                                                          COSA NE PENSA IL
pag. 22                                                   CONSUMATORE?

                                                          pag. 25

                             36
                                                          RITRATTO DELL’UOMO MODERNO
                                                          TRA NUTRIZIONE, MOVIMENTO
                                                          E STILE DI VITA

                                                          pag. 39

                                                          PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE
                                                          E STILI DI VITA MODERNI:
                             L’IMPORTANZA DELLA FIBRA     ADERENZA ALLA DIETA
                             NELL’ALIMENTAZIONE MODERNA   MEDITERRANEA
                                                          pag. 41

50
                             PER LA DIETA DELLA
                             MAMMA E LA SALUTE DEL
                             NEONATO:L’ESEMPIO DELLA
                             VITAMINA B12
                                                          QUANDO LA DIETA È
                             pag. 52                      PREVENZIONE: IN CASO DI
                                                          FAMILIARITÀ PER ALLERGIA

CUCINARE BENE                QUALI RACCOMANDAZIONI
                             NUTRIZIONALI IN CASO DI      pag. 57
PER VIVERE MEGLIO
                             FAMILIARITà PER OBESITà

                             pag. 55
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La nuova Dieta Mediterranea

 MED DIET 4.0
 The Mediterranean diet with four sustainable benefits
testo di: Sandro Dernini

 D       uring the past years, within the international debate on
 sustainability, food security and nutrition, sustainable diets
                                                                     environmental impacts, significant economic gains locally, and
                                                                     more social and cultural understanding of traditional the food
 have emerged as a public health nutrition challenge as well as a    value - all of which will improve the well-being of the people.
 critical issue for sustainable food systems.
 The notion of the Mediterranean Diet has undergone a pro-
 gressive evolution over the past 50 years, from a healthy dietary
                                                                             With its interdisciplinary
 pattern to a model of sustainable diet. (Figure 1)                         multidimensional approach
 The new Med Diet 4.0 is as a new comprehensive                           and easier understanding of its
 multidimensional sustainable Mediterranean diet
 framework, in which the multiplex dimensions of su-                    multiplex sustainable benefits, the
 stainability of the Mediterranean dit are highlighted                   Med Diet 4.0 provides a possible
 together. (Figure 2) In the Med Diet 4.0 framework, the
 well-documented health and nutrition mayor benefits of the
                                                                           solution for the revitalization
 Mediterranean diet are incorporated with three additional                 of the Mediterranean diet, by
 sustainable environmental, socio-cultural and economic bene-            showing also at the same time its
 fits: low environmental impacts and rich in biodiversity, high
 socio-cultural food values, positive economic return locally,          beneficial values for the individual,
 with specific country variations.                                            as well as for the planet.
  The Med diet 4.0 methodological approach, by taking into ac-
 count the specific country variations within the Mediterranean
 area, can contribute to understand what constitutes a sustaina-
                                                                             Sandro Dernini, FAO, Coordinatore Forum Culture
 ble diet in different agro-ecological zones.
                                                                              Alimentari Mediterranee; Segretario Generale IFMeD
 Improved adherence to the Mediterranean diet pattern can
 produce at the same time public health savings as well as lower

                                                                 5
RIVISTA NUTRIZIONE di - Nutrimi
Rivista di Nutrizione Pratica

                                                                                                share them at the table. The context and
 figure 1
                                                                                                the environment in which we consume
                                                                                                and produce are key components of the
                                                                                                Mediterranean diet, as well as a physi-
                                                                                                cally active life, frugality and sense of the
                                                                                                value of the food. Let’s not forget that the
                                                                                                Greek word δίαιτα (diet) means balan-
                                                                                                ce, lifestyle. The Mediterranean diet is
                                                                                                mainly a way of life that incorporates
                                                                                                knowledge, tastes, processing, food, crops
                                                                                                and social spaces related to the territori-
                                                                                                es. For this reason, in 2010, was recogni-
                                                                                                zed by UNESCO as Intangible Cultural
                                                                                                Heritage of Humanity.

                                                                                                The only perception of a “healthy” dietary
                                                                                                pattern has contributed instead to remove
                                                                                                all other cultural, social, economic, and
                                                                                                environmental factors related to food.
                                                                                                While this was one of the reasons for
 figure 2                                                                                       his success at the elite from all over the
                                                                                                world, including a very narrow band
                                                                                                of the Italian population, on the other
                                                                                                hand has probably helped to turn aside
                                                                                                just those sections of the people with
                                                                                                whom you are having today more health
                                                                                                problems due to poor nutrition. But going
                                                                                                back is not easy, and around the Medi-
                                                                                                terranean diet is necessary to reconstruct
                                                                                                today, at least in part, a culture adapted
                                                                                                to the times and fits all. A food culture,
                                                                                                which includes also the issue of sustaina-
                                                                                                bility.
                                                                                                The Med Diet 4.0 with its interdiscipli-
                                                                                                nary approach could provide a better
                                                                                                understanding of the multiplex sustaina-
                                                                                                ble benefits of the Mediterranean diet.

Despite its increasing popularity            Over the years, the Mediterranean
and exposure worldwide, adhe-                diet has been associated almost
rence to the Mediterranean diet is           exclusively, as if it were a pre-
actually decreasing in the Mediter-          scription food, the health benefits
ranean countries. This poses serious         of its nutrients, forgetting that we
threats to the preservation and enhance-     do not eat “nutrients” but “food”,
ment of the Mediterranean diet heritage      which also have aesthetic values,
and its transmission to present and future   social, religious, economic and
generations. Therefore, there is a vital     environmental. Its peculiarity is the
urgent need for interdisciplinary research   fact that it is not just a list of foods, mostly
projects designed to counter these trends,   fresh, seasonal, local, and often tradi-
and thereby improve adherence to sustai-     tional, but especially the way you cook
nable diets in general.                      them, combine them, present them and

                                                                      6
RIVISTA NUTRIZIONE di - Nutrimi
La nuova Dieta Mediterranea

 IL PESCE NELLA DIETA
 MEDITERRANEA:
 stato dell’arte e situazione italiana
testo di: Licia Iacoviello, George Pounis, Marialaura Bonaccio

 I  l pesce è un alimento importante della dieta mediterranea,
 indicato come principale fonte di proteine animali e di acidi
                                                                      Il ferro, in particolare, si trova in forma facilmente assorbibile ed
                                                                     in quantità elevate soprattutto nei mitili e nelle ostriche (5-6 mg
 grassi omega 3 nella piramide alimentare. Numerosi studi han-       per 100 grammi di prodotto), mentre per lo iodio ed il selenio,
 no evidenziato che le popolazioni con un consumo più alto di        150 g di pesce forniscono quantità sufficienti a soddisfare il
 pesce, specie quello pescato in acque fredde, hanno un minore       fabbisogno giornaliero di un adulto. Inoltre il pesce è un impor-
 tasso di incidenza di malattie cardiovascolari e di tumori. Studi   tante vettore di vitamine A, D, B1, B2, B12, PP. La complessità
 epidemiologici osservazioni e di intervento hanno confermato        dell’apporto nutrizionale del pesce spiega, almeno in parte, il
 l’associazione tra consumo di pesce e tali malattie, al punto       fallimento dei supplementi farmacologici di acidi grassi omega 3
 che le linee guida internazionali e nazionali raccomodano di        nella prevenzione sia delle malattie cardiovascolari sia dei tumo-
 consumare almeno due porzioni di pesce di 150 gr. a settima-        ri, rispetto all’invece comprovato effetto protettivo dell’alimento
 na, per assicurare un apporto di acidi grassi omega 3 a catena      come tale.
 lunga di circa 2 grammi a settimana. Agli acidi grassi omega        Nonostante le accertate proprietà salutari del pesce, il suo
 3 ed in particolare all’acido eicosapentenoico (EPA; 20:5n-3)       consumo è molto variabile in Italia e nel mondo. Risultati dello
 e docosaexenoico (DHA; 22:6n-3) sono attribuite la maggior          progetto Moli-sani, uno studio di popolazione che ha coinvolto
 parte delle proprietà salutari del pesce, attraverso un attività    25.000 soggetti residenti in Molise, di età superiore a 35 anni, tra
 antilipidemica, antinfiammatoria, antipiastrinica e antiaritmi-     il 2005 e il 2010 mostrano che il 59% della popolazione mangia
 ca. I pesci grassi come salmone, merluzzo, sardine, alici, trote,   pesce due o più volte a settimana.
 tonno sembrano quelli più indicati ad aumentare l’apporto di        La maggior parte dei consumatori di pesce, consuma pesce
 omega 3.                                                            fresco o congelato (91.4%), mentre una parte minore consuma
                                                                     pesce in scatola (87.4%) o pesce conservato come stoccafisso o
        Il pesce non contiene solo acidi                             baccalà (89%).
      grassi polinsaturi, ma rappresenta
        un’ottima fonte di iodio, calcio,                                   Licia Iacoviello, George Pounis, Marialaura
        fosforo, rame, magnesio, ferro,                                     Bonaccio , Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione,
                                                                          IRCCS Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed. Pozzilli (IS).
                 selenio e sodio

                                                                 7
RIVISTA NUTRIZIONE di - Nutrimi
Rivista di Nutrizione Pratica

Anche il consumo di pesce in scatola 2        economica degli ultimi anni. Nella
volte o più a settima risulta associato ad    popolazione Moli-sani la percentuale di
una riduzione dell’incidenza di eventi car-   soggetti con alta adesione alla dieta me-
diovascolari, mentre il consumo di pesce      diterranea si è ridotta dal 31% al 18% nei
conservato sotto sale no.                     soggetti reclutati prima e dopo il 2007,
Lo studio INHES, un osservatorio              anno in cui la crisi è divenuta manifesta.
epidemiologico delle abitudini alimentari     Nello stesso periodo il consumo medio di
degli italiani che, negli anni 2011-2013,     pesce si è ridotto da 46.6 a 43.8 grammi
ha intervistato circa 8000 persone di età     al giorno, mentre la percentuale di sog-
superiore a 18 anni, in tutte le regioni      getti che consuma pesce due o più volte a
italiane mostra dati simili a quelli dello    settimana è passato dal 62.1% al 57.8%.
studio Moli-sani. Il consumo medio di pe-     Questi dati sono confermati da una
sce della popolazione italiana è di 45 gr/    analisi di Coldiretti Impresa-Pesca sugli
die, mente quello di pesce in scatola è di    effetti della crisi sui consumi di pesce
7g/die. Il consumo è simile nei maschi e      degli italiani sulla base dei dati Ismea re-
nelle donne e leggermente superiore negli     lativi al periodo gennaio-novembre 2013,
over 65 anni, rispetto ai più giovani.        che mostrano un crollo dei consumi di
Nonostante le comprovate proprietà            pesce fresco che fanno segnare un calo
salutari, il consumo di pesce, così           del 20%, con riduzioni per alici (-20%),
come, più in generale, l’adesione             spigole (-19%), calamari (-17%), cozze
alla dieta mediterranea, si sta               (-15%) e naselli (-12%).
riducendo a causa della crisi socio-

                                                                     8
RIVISTA NUTRIZIONE di - Nutrimi
Nuove evidenze su tumori e alimentazione

 IL RUOLO DELL’ALIMENTAZIONE
 NELLO SVILUPPO DEI TUMORI:
 aspetti epidemiologici e di prevenzione
testo di: Giovanna Masala

 G     ià nel 1981 Richard Doll e Richard Peto stimavano che il
 35% circa dei tumori potesse essere attribuito alla dieta, stima
                                                                      Cancer and Nutrition) è un grande studio prospettico multicen-
                                                                      trico europeo che segue dai primi anni 90 oltre 500.000 persone
 confermata sostanzialmente anche in lavori più recenti.              adulte di entrambi i sessi reclutati in 10 paesi europei, tra cui
 L’osservazione delle differenze nei tassi di incidenza dei prin-     l’Italia che partecipa con oltre 47.000 soggetti, e i cui punti di
 cipali tumori in diverse parti del mondo ha suggerito una serie      forza sono rappresentati dalla grande variabilità della inciden-
 di ipotesi sulla relazione tra alimentazione e tumori e, a partire   za dei tumori nei paesi coinvolti insieme alla eterogeneità delle
 dagli anni 80, sono stati condotti numerosi studi epidemiolo-        abitudini alimentari . 1

 gici che hanno valutato l’associazione tra abitudini dietetiche      Tra i principali risultati di EPIC sui fattori alimentari associati
 individuali e rischio di tumore sia confrontando la dieta di         al tumore del colon- retto ricordiamo il rischio associato a con-
 soggetti malati con quella di soggetti sani (studi caso-controllo)   sumi elevati di carni rosse (sia fresche che conservate), insieme
 sia partendo dalla definizione delle abitudini dietetiche in         ad un effetto protettivo di elevati consumi di pesce . E’ emerso
                                                                                                                                   2

 gruppi di soggetti sani seguiti nel tempo per identificare nuovi     anche l’effetto protettivo della fibra alimentare derivante dal
 casi di tumore e valutarne l’incidenza in sottogruppi con diversi    consumo di cereali integrali, frutta, verdura e legumi . Il con- 3

 consumi alimentari (studi prospettici). Gli studi prospettici,       sumo di alcol risulta invece associato ad un aumento di rischio .              4

 nei quali la raccolta delle informazioni sulle abitudi-              Elevati consumi di frutta e verdura risultano protettivi anche nei
 ni alimentari precede la comparsa della malattia e                   confronti dello sviluppo dei tumori delle prime vie aeree e dige-
 quindi non è influenzata dallo stato di salute, ed è pos-            stive. Per altri sedi tumorali l’effetto protettivo di frutta e verdura
 sibile raccogliere campioni biologici prediagnostici                 non è emerso utilizzando i dati raccolti da questionario, tuttavia
 nei quali valutare biomarcatori di intake, parametri
 biochimici e aspetti genetici, rappresentano una fonte
                                                                           Giovanna Masala, SC Epidemiologia dei Fattori di Rischio e
 metodologicamente robusta di evidenze sul rapporto
                                                                           degli Stili di Vita. Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica
 tra alimentazione e tumori.
                                                                                                        - ISPO, Firenze
  Lo studio EPIC (European Prospective Investigation into

                                                                  9
Rivista di Nutrizione Pratica

analisi in cui sono stati valutati marca-
                                                                                                                            BIBLIOGRAFIA
tori plasmatici di intake hanno fornito                  La ricerca
risultati interessanti; in particolare è stato
evidenziato una associazione inversa tra            epidemiologica, in                                   1. Riboli E, Kaaks R. The EPIC Project:
                                                                                                rationale and study design. European Prospective
livelli plasmatici di vitamina C e rischio         particolare i risultati                           Investigation into Cancer and Nutrition. Int J
di tumore dello stomaco .                                                                                       Epidemiol 1997; 26 Suppl 1: S6-14.
                                                   degli studi prospettici
                           5

Per il tumore della mammella, per il
quale le evidenze sul ruolo dell’alimen-           di grandi dimensioni,                            2. Norat T, Bingham S, Ferrari P,et al. Meat,
                                                                                                   fish, and colorectal cancer risk: the European
tazione sono limitate, lo studio EPIC ha             forniscono quindi                        Prospective Investigation into cancer and nutrition.
                                                                                                            J Natl Cancer Inst 2005; 97: 906-916.
evidenziato un rischio moderatamento
aumentato all’aumentare dell’assunzione            evidenze robuste per
                                                                                              3. Murphy N, Norat T, Ferrari P et al. Dietary fibre
di grassi saturi per i tumori ormono-               la messa a punto di                        intake and risks of cancers of the colon and rectum
dipendenti e un aumento modesto di
                                                  Raccomandazioni per la
               6
                                                                                                   in the European prospective investigation into
rischio all’aumentare del consumo di                                                             cancer and nutrition (EPIC). PlosOne 2012; 7(6):
bevande alcoliche . Dopo un serie di
                   7
                                                  prevenzione dei tumori                                                                   e39361.

risultati contraddittori in studi condotti                                                      4. Ferrari P, Jenab M, Norat T et al. Lifetime and
in popolazioni americane ed europee,             (in particolare ricordiamo il lavoro di       baseline alcohol intake and risk of colon and rectal
la coorte EPIC Italia ha consentito di           valutazione e sintesi delle evidenze          cancers in the European prospective investigation
                                                                                                    into cancer and nutrition (EPIC). Int J Cancer
studiare il ruolo del consumo di frutta e        condotto dal Fondo Mondiale per la
                                                                                                                            2007; 121: 2065-2072.
verdura in una popolazione mediterranea          Ricerca sul Cancro che ha portato alla
caratterizzata da un consumo tradiziona-         pubblicazione nel 2007 del 2° Report            5. Jenab M, Riboli E, Ferrari P et al. Plasma and
le, relativamente elevato e vario di questi      WCRF/AICR) che devono rappresen-
                                                                12
                                                                                              dietary vitamin C levels and risk of gastric cancer in
                                                                                              the European Prospective Investigation into Cancer
alimenti. Da questo studio, condotto in          tare la base per orientare gli interventi
                                                                                                and Nutrition (EPIC-URGAST). Carcinogenesis
oltre 30.000 donne nelle quali sono stati        di promozione della salute nella popo-                                  2006; 27(11): 2250-2257.
identificati circa 1.000 tumori, è emersa        lazione generale e specifici interventi in
una riduzione del rischio di tumore della        soggetti a rischio elevato. Per quanto          6. Sieri S, Chiodini P, Agnoli C et al. Dietary fat
                                                                                                 intake and development of specific breast cancer
mammella all’aumentare dei consumi di            riguarda l’alimentazione vi sono
                                                                                                         subtypes. J Natl Cancer Inst 2014; 106(5).
verdura, in particolare di verdure a foglia      indicazioni forti per valorizzare un
e a frutto, mentre non si sono evidenziati       modello alimentare nel quale pre-                    7. Romieu I, Scoccianti CC, Chaies V et al.
effetti legati al consumo di frutta . Questi
                                   8
                                                 valgano alimenti di origine vege-              Alcohol intake and breast cancer in the European
                                                                                               prospective investigation into cancer and nutrition.
dati sono stati successivamente conferma-        tale, prodotti ricchi di fibre, a base
                                                                                                               Int J Cancer 2015; 137: 1921-1930.
ti a livello europeo . Nella componente
                       9
                                                 di farine integrali o poco raffinate
italiana della coorte EPIC è emerso              e in genere alimenti poco lavorati,          8. Masala G, Assedi M, Bendinelli B et al. Fruit and
inoltre, per questo tumore, un effetto di        e siano ridotti invece i consumi              vegetables consumption and breast cancer risk: the
                                                                                                 EPIC Italy study. Breast Cancer Res Treat. 2012;
rischio di diete a a elevato carico glicemi-     di alimenti di origine animale, in
                                                                                                                                  132: 1127-1136.
co . Per il tumore del colon-retto è stato
  10
                                                 particolare carni rossa fresche e
evidenziato un aumento di rischio per            conservate, e di alimenti ad elevato               9. Emaus MJ, Peeters PH, Bakker MF, et al.
consumo di carboidrati ad elevato indice         indice glicemico.                               Vegetable and fruit consumption and the risk of
                                                                                                  hormone receptor-defined breast cancer in the
glicemico .
          11

                                                                                                EPIC cohort. Am J Clin Nutr 2016; 103: 168-177.

                                                                                              10. Sieri S, Pala V, Brighenti F et al. High glycemic
                                                                                                  diet and breast cancer occurrence in the Italian
                                                                                              EPIC cohort. Nutr Metab Cardiovasc Dis 2013; 23:
                                                                                                                                          628-634.

                                                                                                      11. Sieri S, Krogh V, Agnoli C et al Dietary
                                                                                                     glycemic index and glycemic load and risk of
                                                                                              colorectal cancer: results from the EPIC-Italy study.
                                                                                                                Int J Cancer 2015; 136: 2923-2931.

                                                                                                     12. World Cancer Research Fund/American
                                                                                                       Institute for Cancer Research (2007) Food,
                                                                                                   nutrition and the prevention of cancer: a global
                                                                                                                   perspective. AICR, Washington

                                                                      10
Nuove evidenze su tumori e alimentazione

DALLE SINGOLE COMPONENTI
ALIMENTARI AI DIETARY PATTERNS
orientamenti per un’indicazione appropriata
testo di: Monica Ferraroni

I    dietary patterns, generalmente definiti come una
combinazione di componenti alimentari (singoli alimenti o
                                                                       l’insieme di cibi consumati è formato da nutrienti che hanno
                                                                       tra loro un effetto interattivo o sinergico e i singoli alimenti,
gruppi di alimenti, micro- e macro-nutrienti, combinazioni             così come il metabolismo e l’utilizzo dei nutrienti, sono in vivo
di alimenti e nutrienti) con lo scopo di rappresentare la dieta        altamente interdipendenti e correlati (Kant, 2004; Hu, 2002).
nel suo complesso, hanno avuto una notevole attenzione negli           La natura altamente correlata delle variabili
ultimi decenni. Questo interesse nasce dalla considerazione che        alimentari è all’origine delle difficoltà interpretative
i dietary patterns, o patterns alimentari, comunque siano definiti,    di risultati che derivano da studi che esaminano la
consentono di considerare l’alimentazione di un individuo come         relazione tra dieta e salute considerando il singolo
una esposizione multidimensionale.                                     consumo di cibi o nutrienti. Lo studio di tale relazione
                                                                       attraverso l’uso dei dietary patterns riproduce
                                                                       più da vicino il mondo reale in cui cibi e nutrienti
     Quantificare la relazione esistente                               sono congiuntamente consumati e il loro effetto
      tra lo stato di salute di un soggetto                            complessivo può essere studiato considerando l’intera
    e la sua alimentazione complessiva,                                alimentazione del soggetto.

      non più rispetto al consumo di un                                In letteratura sono riportati tre differenti metodi per definire un
        singolo alimento o nutriente, è                                pattern alimentare: l’approccio a priori, quello a posteriori e la
                                                                       reduced rank regression, che combina le caratteristiche dei primi due
       intuitivamente più interessante:                                metodi.
   nella vita reale un individuo consuma                               In un approccio a prori i pattern alimentari sono indici
     pasti composti da vari alimenti che                               o punteggi costruiti sulla base di evidenze scientifiche o
                                                                       teorie prevalenti sulla prevenzione di specifiche patologie e
       riflettono preferenze individuali                               generalmente si basano su cibi e/o nutrienti considerati in linee
    che a loro volta sono modulate da un                               guida correnti, raccomandazioni di esperti o che derivano da
                                                                       specifiche composizioni dietetiche (i.e. dieta mediterranea o
     insieme di determinanti genetiche,                                vegetariana).
        culturali, sociali, ambientali ed
                  economiche.
                                                                                Monica Ferraroni, Professore di Statistica Medica
                                                                                ed Epidemiologia Nutrizionale Dipartimento di Scienze
Inoltre, un aumentato consumo di alcuni cibi può comportare                     Cliniche e di Comunità Università degli Studi di Milano
la diminuzione nel consumo di altri (effetto sostituzione),

                                                                  11
Rivista di Nutrizione Pratica

L’indicatore è generalmente calcolato         interpretativo ma non è molto usato in
come combinazione di assenza o                epidemiologia nutrizionale.
presenza di specifici cibi/nutrienti e il     Esistono comunque diversi limiti nell’uso
risultato è utilizzato per quantificare       di queste metodologie quando si è
l’esposizione alimentare. Moltissimi di       interessati a studiare la relazione che
questi indici sono stati proposti, validati   esiste tra alimentazione e salute. Se da
e analizzati in relazione al rischio di       un lato gli indici dietetici generalmente
insorgenza di vari eventi relativi alla       si basano su raccomandazioni dietetiche
salute (morte, insorgenza di patologie),      che possono non rappresentare la
fornendo risultati significativi.             migliore evidenza scientifica disponibile, i
In un approccio a posteriori i pattern        patterns a posteriori, costruiti sulla base dei
alimentari sono definiti empiricamente,       dati raccolti, non sempre rappresentano
applicando tecniche statistiche               il pattern alimentare “ottimale”. Inoltre
multivariate (Factor analysis, Principal      in questo tipo di approccio, si fa sovente
component analysis - PCA - o Cluster          uso di decisioni arbitrarie che possono
analysis) direttamente all’informazione       portare a creare pattern apparentemente
alimentare raccolta. Lo scopo della           simili in popolazioni con abitudini
Factor analysis o della PCA è quella          alimentari differenti. Per contro i dietary
di trasformare l’insieme di cibi e/o          patterns diventano importanti quando
nutrienti raccolti in un nuovo ma ridotto     l’effetto sulla salute di singoli nutrienti
insieme di variabili tra loro indipendenti,   è troppo piccolo per essere valutato
ciascuna delle quali identifica un diverso    ma l’effetto cumulativo di più nutrienti
pattern alimentare. La Cluster analysis       inclusi in un unico pattern può essere
invece definisce gruppi di individui che      sufficientemente grande da essere
hanno un comportamento alimentare             determinato.
molto simile tra loro.                        Il secondo report del World
Questo tipo di approccio viene definito       Cancer Research e dell’American
a posteriori in quanto i patterns             Institute for Cancer Research
alimentari sono ricavati direttamente         “Food, Nutrition and the Prevention
dai dati raccolti senza considerare           of Cancer”: a global perspective
ipotesi predefinite, ma semplicemente         include un capitolo specifico sui
considerando le caratteristiche di            dietary pattern ma conclude
consumo.                                      che pur esistendo in letteratura
La reduced rank regression combina i          numerosissimi studi che si basano
vantaggi di un approccio esplorativo con      su questi metodi, la loro definizione
quelli che si basano su ipotesi a priori      è troppo varia e poco specifica e la
per definire in pattern alimentare. E’        loro evidenza sulla salute rimane
un metodo molto simile alla PCA da un         poco chiara.
punto di vista sia computazionale sia

                                                                     12
Omeostasi del glucosio e gestione del diabete

GLI STILI DI VITA
dei pazienti diabetici
testo di: Gianluigi Ferrante

 I   ntroduzione e obiettivi
 Il diabete mellito è una patologia a forte impatto sulle
                                                                            interviste telefoniche, effettuate da operatori delle ASL a
                                                                            campioni di popolazione di 18-69 anni del proprio bacino
 condizioni di salute della popolazione, con un carico                      di utenza, con l’utilizzo di un questionario standardizzato
 assistenziale e una ricaduta economica importanti per                      e validato a livello nazionale. L’informazione sul diabete
 il sistema sanitario. Mentre il diabete di tipo 1 colpisce                 è riferita dall’intervistato come diagnosi ricevuta da un
 prevalentemente le persone giovani, quello di tipo 2, compare              medico. I dati raccolti dalle ASL sono caricati in un database
 per lo più in età adulta ed è associato alla presenza di alcuni            centralizzato, dove previo processo di aggregazione, pesatura,
 fattori di rischio individuali modificabili, in particolare                e controllo di qualità vengono resi disponibili per l’analisi.
 l’eccesso ponderale e la sedentarietà.                                     Nel 2014 partecipavano al PASSI 129 su 147 ASL, che
 La qualità organizzativa e l’efficienza dell’assistenza                    coprono circa il 90% della popolazione residente sul
 diabetologica sono due parametri fortemente                                territorio italiano. I risultati che seguono fanno riferimento
 correlati con un buon controllo e una buona prognosi                       a 152.210 adulti (18-69 anni), intervistati nel periodo 2011-
 del diabete.                                                               2014.
 Il contrasto a questa patologia, pertanto, deve avvenire da un
 lato, attraverso un’azione mirata a modificare gli stili di vita           Risultati
 della popolazione, dall’altro, attraverso una riorganizzazione             Il 4,3% degli intervistati dichiara di aver ricevuto una
 dell’assistenza per prevenire o ritardare il più possibile                 diagnosi di diabete mellito (tipo 1 o tipo 2) da parte di un
 l’insorgenza delle complicanze.                                            medico. Questa prevalenza cresce all’aumentare dell’età (9,5%
 Il sistema di sorveglianza di sanità pubblica PASSI (Progressi             nei 18-69enni), è più alta negli uomini (4,9%), nelle persone
 delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) consente di               con basso livello di istruzione (13,7%) e in quelle con molte
 stimare la prevalenza di diabete tra gli adulti residenti in Italia        difficoltà economiche (7,0%). La percentuale di diabetici è più
 e di descrivere il profilo della popolazione diabetica in termini          alta nelle regioni meridionali, in particolare Calabria (6,5%),
 di fattori di rischio associati alle complicanze del diabete e di          Sicilia (5,7%), Sardegna (5,5%) e Campania (5,4%).
 accesso alle cure.                                                         Alle persone con diabete si consiglia di modificare gli stili di
                                                                            vita, in particolare di adottare una corretta alimentazione, di
 Metodi                                                                     fare regolare attività fisica, di moderare il consumo di alcol
 PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) è        e di smettere di fumare. Inoltre è raccomandato il controllo
 un sistema di sorveglianza di popolazione che, a regime dal                della pressione arteriosa, almeno ogni 3/4 mesi, e del profilo
 2008, raccoglie in continuo informazioni sui fattori di rischio            lipidico, almeno una volta l’anno. Queste azioni, oltre a
 comportamentali connessi all’insorgenza delle malattie                     svolgere un ruolo importante nell’eziologia della malattia,
 croniche non trasmissibili, e sul grado di conoscenza e                    rappresentano strumenti importanti per conservare un buon
 adesione dei cittadini ai programmi di intervento che il Paese             equilibrio metabolico. La figura 1 mostra la diffusione dei
 sta realizzando per la prevenzione delle malattie croniche. E’
 condotto dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL), coordinate
 dalle Regioni e a livello nazionale dal Centro Nazionale
                                                                                  Gianluigi Ferrante, Sistema di Sorveglianza PASSI,
 di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
                                                                                Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione
 dell’Istituto Superiore di Sanità, che ne assicura il supporto
                                                                                          della Salute, Istituto Superiore di Sanità
 tecnico-scientifico. La raccolta dei dati avviene attraverso

                                                                       13
Rivista di Nutrizione Pratica

principali fattori di rischio/aggravamento                                            mentre una percentuale piccola (2%) ma
modificabili fra le persone con diabete,                                              esistente, non è seguita affatto.
in un confronto con popolazione libera                                                Soltanto il 36% ha effettuato il
da diabete: il 90% dei diabetici fa uno                                               controllo dell’emoglobina glicata nei
scarso consumo di frutta e verdura, non                                               4 mesi precedenti l’intervista, cioè
assumendo le 5 porzioni quotidiane                                                    l’intervallo raccomandato dalle linee
raccomandate; il 74% è in eccesso                                                     guida nazionali, e il 31% non conosce
ponderale, più del 40% è sedentario, il                                               affatto l’esame. L’83% è in trattamento
23% è fumatore e il 9% fa un consumo di                                               con ipoglicemizzanti orali e il 22% con
alcol a rischio. Quasi la metà dei diabetici                                          insulina.
è ipercolesterolemica (45%) e più della
metà è ipertesa (53%). Fatta eccezione                                                Conclusioni
per il fumo di tabacco e il consumo                                                   La prevalenza del diabete in Italia
di alcol a rischio, per gli altri                                                     è caratterizzata da un significativo
fattori di rischio/aggravamento, la                                                   gradiente geografico e sociale. Nella
popolazione diabetica presenta un                                                     popolazione intervistata è molto
profilo di rischio peggiore rispetto                                                  elevata la frequenza di ipertensione
alla popolazione non diabetica; lo                                                    e ipercolesterolemia, condizioni che
scarso consumo di frutta e verdura                                                    aumentano il rischio di complicanze
è equivalente nelle due popolazioni.                                                  micro e macrovascolari e che non
Poco più di un terzo dei diabetici (35%)                                              sempre sono adeguatamente trattate.
è preso in carico principalmente da                                                   Complessivamente, l’informazione
un centro diabetologico, il 33% dal                                                   e l’educazione dei pazienti per la
medico di medicina generale e il 26%                                                  promozione di stili di vita sani
da entrambi. Una piccola quota (4%) è                                                 sembra un’area suscettibile di
seguita da “altro” medico specialista,                                                ampio miglioramento.

                 figura 1 - principali fattori di rischio/aggravamento per il diabete nella
                                 popolazione diabetica e non. passi 2011-14

                 100%
                                    90,5%
                               89,6%
                        90%

                        80%                 73,5%

                        70%
Milioni di tonnellate

                        60%                                  53,0%
                                                                              44,9%
                        50%                                                                       42,6%
                                                    40,5%
                        40%
                        30%
                                                                                  22,8%                         23,3% 27,6%
                                                                 18,5%                                                               17,2%
                        20%
                                                                                                                              9,4%
                        10%
                        0%
                              No 5-a-day     Eccesso        Ipertensione Ipercolesterolemia     Sedentarietà     Fumo         Consumo
                                            pendolare                                                                         di alcol a
                                                                                                                                richio
                                             Popolazione diabetica                        Popolazione non diabetica

                                                                                                                14
Omeostasi del glucosio e gestione del diabete

 DOLCIFICANTI NELLA DIETA:
 dove sta la verità?
testo di: Lucilla Titta

 L    imitare l’assunzione di zuccheri
 liberi a meno del 10% del consumo
                                                conclusioni più corrette. Occorre ricor-
                                                dare che gli edulcoranti sono additivi
                                                                                               me e l’Estratto di Stevia, un edulcorante
                                                                                               di origine naturale i cui vantaggi sono
 totale di energia è una misura pri-            alimentari regolamentati a livello             confermati da numerosi studi
 oritaria nella lotta a obesità e malattie      Europeo, utilizzati per conferire un           scientifici (tra cui si citano in particola-
 correlate. Anzi, un’ulteriore riduzione a      gusto dolce ai prodotti alimentari o come      re quelli antidiabetici e anticariogeni).
 meno del 5% dell’energia totale è sugge-       edulcoranti da tavola, la cui sicurezza è      Rappresentando un’alternativa sicura
 rita per ottenere benefici per la salute.      soggetta a valutazione prima dell’auto-        allo zucchero assunto in eccesso, allo sta-
 È noto però che il consumo di zucchero         rizzazione all’immissione in commercio.        to delle conoscenze attuali, i dolcificanti,
 della popolazione generale è superiore         Il regolamento CE 1333/2008 stabilisce,        nell’ambito di una corretta alimentazione
 alle raccomandazioni istituzionali. Il         inoltre, che tutti gli additivi alimentari     e nelle giuste quantità, potrebbero rap-
 livello di conoscenza da parte della           autorizzati per l’uso nell’UE prima del 20     presentare un contributo concreto e
 popolazione, nonché le informazioni a          gennaio 2009 debbano essere sottoposti a       positivo nella riduzione dell’assunzione
 loro disposizione e veicolate dai mass         una nuova valutazione di sicurezza             di zuccheri e calorie con la dieta, oltre
 media, portano a timori e confusio-            da parte dell’EFSA: tutti i dolcifi-           che nella rieducazione ad un gusto dolce
 ne, non soltanto in riferimento allo           canti saranno rivalutati entro il 31           meno intenso e nella prevenzione della
 zucchero, ma anche in merito ai                dicembre 2020.                                 carie dentale.
 dolcificanti, i sostituti dello zucchero       Nel dicembre 2013, l’EFSA ha pubblicato
 la cui conoscenza è ancora troppo spesso       la sua prima, completa valutazione
 avvolta nel mistero.                           del rischio associato all’aspartame.                                           BIBLIOGRAFIA
 I Professionisti della Salute sono i primi     Nel parere si conclude che l’aspartame e
                                                                                                  1. Ruiz-Ruiz JC, et al. Biological activity of Stevia
 ad ammetterlo: il 50% ritiene importan-        i suoi prodotti di degradazione, ai livelli           Rebaudiana Bertoni and their relationship to
 te ricorrere a soluzioni alternative           correnti di esposizione, sono sicuri per la           health. Crit Rev Food Sci. Accepted oct 2015.
 per ridurre il consumo di zuccheri,            popolazione generale (compresi i neonati,
                                                i bambini e le donne in gravidanza).                2.Gold J. Erythritol may reduce dental caries in
 ad esempio usando i dolcificanti.                                                                high-risk school children. J Evid Based Dent Pract
 Eppure, è la stessa classe medica ad am-       È possibile distinguere i dolcificanti di                                          2014; 14(4): 185-7.
 mettere una scarsa conoscenza del              massa, come i polioli, tra cui l’eritritolo,
 tema, e non mancano i timori legati            il sorbitolo, il mannitolo, lo xilitolo, e             3. Bruyère O, et al. Review of the nutritional
                                                l’isomalto, dai dolcificanti intensivi,              benefits and risks related to intense sweeteners.
 alla loro sicurezza.                                                                                               Arch Public Health 2015; 73: 41.
 In generale, per quanto riguarda i be-         che includono, oltre all’aspartame, l’ace-
 nefici/ la sicurezza, gli studi sono spesso    sulfame K, la saccarina e il sucralosio.         4. Roberts JR; The paradox of artificial sweeteners
 controversi, a causa di divergenze di          In quest’ultima categoria, è opportuno          in managing obesity. Curr Gastroenterol Rep 2015;
                                                menzionare anche i più recenti advanta-                                                    17(1): 1-3.
 protocollo, endpoint e rischio di
 bias elevato. Una valutazione critica
 della letteratura scientifica pro-
 dotta sul tema permette di evidenziare                       Lucilla Titta, Ricercatrice presso il Campus Ifom-Ieo di Milano,
 tali aspetti, invitando a considerare tutti                             Dipartimento di Oncologia Sperimentale
 gli elementi di uno studio, per trarne le

                                                                  15
Rivista di Nutrizione Pratica

LE CRITICITÀ NUTRIZIONALI
DEL SOGGETTO DIABETICO:
le sfide per il futuro
testo di: Giuseppe Marelli

U     n comportamento alimentare corretto è senza dubbio da
considerare ancora e sempre di più un pilastro per il controllo               La prescrizione di una “cura
ottimale del diabete, finalizzato a evitare, o perlomeno ritardare          nutrizionale” deve essere basata
l’avvento delle temibili complicanze della malattia.                        su strumenti che permettano da
Oggi il concetto di sana alimentazione riveste un ruolo talmente
fondamentale nella prevenzione e cura delle malattie meta-                 una parte una corretta valutazione
boliche che ormai da alcuni anni in ambito medico il termine                    del paziente e dall’altra la
“dieta”, che esprime ristrettezze e tristezza, è stato abbandona-
to, e sostituito dal termine “Terapia Medica Nutrizionale”                     “sostenibilità” di un regime
(TMN). Qualunque sia il tipo di diabete infatti, scelte e abitu-            alimentare corretto e duraturo.
dini alimentari corrette possono aiutare a controllare i livelli di
glicemia e dei grassi nel sangue e contribuire ad un miglior con-
trollo globale della malattia, agendo anche sul peso corporeo.         Di fatto ottenere l’aderenza alla terapia nutrizionale da parte
Le più recenti raccomandazioni nazionali e internazionali pro-         di soggetto con diabete mellito è oggi una cosa assai difficile.
pongono per il paziente diabetico un regime alimentare bilan-          Esistono una serie di criticità legate sia alla predisposizione del
ciato dove i carboidrati devono rappresentare il 45-60% della          paziente a seguire un corretto regime alimentare sia all’offerta
quota calorica giornaliera totale con stando attenti a contenere
l’introduzione degli zuccheri semplici a non oltre il 10%, i grassi
non più del 35% con particolare attenzione ai grassi saturi, e le            Giuseppe Marelli, Responsabile SSD Diabetologia En-
proteine il 10-20%. Inoltre viene raccomandato un apporto di                 docrinologia e Nutrizione Clinica - ASST di Vimercate (MB)
fibre pari a 20 g/1000 calorie

                                                                      16
Omeostasi del glucosio e gestione del diabete

alimentare in un sistema nel quale le           che per il controllo del peso. L’utilizzo
aziende che operano in campo nutrizio-          di cibi molto raffinati a basso contenuto
nale giocano un ruolo fondamentale.             di fibre non permette di raggiungere la
Le principali criticità possono essere così     quota raccomandata;
riassunte:                                      - Alimenti “superfood”: i legumi,
- Un eccessivo introito alimentare:             alimento che contiene sia carboidrati che
l’apporto calorico giornaliero totale è         proteine di tipo vegetale vengono oggi
quasi certamente ridotto rispetto al pas-       poco consumati, in virtù anche della to-
sato, ma se messo in relazione al ridotto       tale esclusione, a torto, dalle diete abituali
dispendio energetico imposto dalla vita         confezionate per la perdita di peso;
moderna, risulta essere “relativamente          - Aderenza nutrizionale: seguire la
aumentato”;                                     dieta per un paziente diabetico è oggi
- Cibi troppo raffinati: negli ultimi           una delle cose più difficili da fare. La
anni l’offerta alimentare si è caratteriz-      privazione di molti alimenti, la dispa-
zata con alimenti sempre più raffinati,         rata disponibilità alimentare e la scarsa
perché “più belli e accattivanti”, fonte in     attenzione ad un adeguato “counselling
particolare di un aumentato introito di         nutrizionale”, nel quale occorrerebbe
zuccheri semplici, con un impatto negati-       dare particolare attenzione al problema
vo sul sistema insulina-glucosio;               del gusto, sono ostacoli spesso ritenuti
- Troppi grassi: l’utilizzo di condimenti       insormontabili dai pazienti diabetici.
ad alto contenuto di grassi, il consumo
inappropriato di alimenti con elevato           Cercare di ottenere la maggiore aderenza
tasso di grassi saturi rende conto di un        al piano nutrizionale, garantendo qualità
apporto globale eccessivo di “grassi            e gusto degli alimenti, rappresenta la
cattivi”;                                       sfida del futuro per curare al meglio
- Carenza di fibre: le fibre rivestono          la malattia diabetica, il cui compenso
un oggi un ruolo determinante sia per           troppo spesso dipende da una corretta
il controllo di tipo metabolico esercitato      alimentazione e stile di vita.

                                                                   17
Rivista di Nutrizione Pratica

SALUTE E OLIO DI PALMA
meglio evitarlo o consumarlo responsabilmente?
 testo di: Elena Fattore

L’     olio di palma è un olio vegetale derivante dal frutto della
palma da olio (Elaeis guineensis), una pianta originaria dell’Africa
occidentale e diffusa nelle zone tropicali. Dai semi della palma
da olio si ottiene un altro grasso, l’olio di palmisto, caratteriz-
zato da una composizione diversa da quella dell’olio di palma e
utilizzato prevalentemente a scopi non alimentari.
L’olio di palma rappresenta l’olio commestibile più
prodotto al mondo. La sua produttività, in termini di tonnel-
late di olio prodotto per ettaro coltivato, è circa 7 volte quella
dei principali altri oli vegetali. I principali paesi produttori ed
esportatori sono la Malesia e l’Indonesia.
A differenza della maggior parte degli oli vegetali, l’olio di
palma è ricco di acidi grassi saturi (50%), oltre che acidi grassi
monoinsaturi (40%) e polinsaturi (10%) (Tabella 1). L’acido
palmitico rappresenta circa il 44% degli acidi grassi contenu-
ti, seguito dall’acido oleico (39%) e dall’acido linoleico (10%).
Inoltre l’olio di palma nativo contiene una serie di fitonutrienti,
tra i quali numerosi carotenoidi, precursori della vitamina A,
vitamina E (α, β, γ e δ-tocotrienoli e α-, β-, γ- e δ-tocoferoli),
steroli, fosfolipidi, glicolipidi e squalene.
Il contenuto relativamente elevato di grassi saturi
conferisce all’olio di palma una consistenza semisolida
a temperatura ambiente che lo rende particolarmente                         Elena Fattore, Ricercatrice Istituto di Ricerche
adatto a una serie di applicazioni alimentari, oltre a                             Farmacologiche “Mario Negri”
essere più resistente ai processi ossidazione e irranci-
dimento.

                                                                       18
Counseling nutrizionale mirato

Da diversi anni l’olio di palma in Italia                   Nel 2014 è stata pubblicata una revisione
è oggetto di una campagna mediatica                         sistematica e meta-analisi sull’effetto
                                                                                             4

circa potenziali effetti negativi sulla                     specifico dell’olio di palma sui principali
salute legati al suo consumo alimentare.                    marcatori lipidici di rischio cardiovasco-
Nel 2013, una revisione narrativa della                     lare. La meta-analisi ha incluso 51 studi
letteratura sull’argomento , ha evidenzia-
                                 1
                                                            nutrizionali di intervento su volontari in
to che il motivo per cui l’olio di palma è                  cui l’olio di palma era scambiato in ma-
considerato un ingrediente non salutare è                   niera isoenergetica con i principali altri
dovuto proprio al suo contenuto di acidi                    oli e grassi presenti nella dieta.
grassi saturi.
Una vasta letteratura scientifica, infatti,                     I risultati di questo
ha messo in evidenza un’associazione                             studio non hanno
tra il consumo di acidi grassi saturi e il
rischio di malattie cardiovascolari. Re-                      evidenziato un profilo
centemente, tuttavia, questa associazione                        lipidico di rischio
è stata messa in discussione e sono stati
pubblicati alcuni studi su giornali scienti-                  sfavorevole dell’olio di
fici internazionali di alto profilo che non                  palma rispetto agli altri
hanno più confermato l’esistenza di tale                       principali oli e grassi
associazione .  2,3

Inoltre, i risultati di alcuni studi che                       presenti nella dieta.
hanno stimato il consumo di acidi grassi
saturi della popolazione italiana prove-                   In conclusione, l’evidenza scientifica
nienti da prodotti industriali contenenti                  disponibile fino a questo momento in
olio di palma non sembrano indicare                        letteratura non supporta che si possano
valori preoccupanti in relazione alle linee                verificare effetti negativi sulla salute
guida nutrizionali relative all’assunzione                 legati a l’attuale consumo alimentare di
di acidi grassi saturi.                                    olio di palma.
                                                                                                                                                    BIBLIOGRAFIA
   tabella 1. composizione percentuale media in acidi grassi dell’olio di palma
                                                                                                                            1. Fattore E, Fanelli R. Palm oil and palmitic
                                                                                                                              acid: a review on cardiovascular effects and
                                            Acidi grassi                    Acidi grassi                                  carcinogenicity. Int J Food Sci Nutr 2013; 64(5):
              Acidi grassi saturi
                                            monoinsaturi                    polinsaturi                                                                          648-659.

              Acido palmitico               Acido oleico                    Acido linoleico                            2. Chowdhury R, Warnakula S, Kunutsor S, et al.
              (C16:0)a 44%                  (C18:1) 39,2%                   (C18:2) 10,1 %                             Association of dietary, circulating, and supplement
                                                                                                                        fatty acids with coronary risk: a systematic review
                                                                                                                           and meta-analysis. Ann Intern Med 2014; 160:
              Acido stearico                Acido palmitoleico              Acido linolenico
                                                                                                                                                                  398-406.
              (C18:0) 4,5%                  (C16:1) 0,1%                    (C18:3) 0,4%
                                                                                                                             3. de Souza RJ, Mente A, Maroleanu A, et al.
              Acido miristico                                                                                              Intake of saturated and trans unsaturated fatty
              (C14:0) 1,1%                                                                                             acids and risk of all cause mortality, cardiovascular
                                                                                                                       disease, and type 2 diabetes: systematic review and
              Acido arachico                                                                                            meta-analysis of observational studies. BMJ 2015;
                                                                                                                                                                 351: h3978.
              (C20:0) 0,4%
                                                                                                                          4. Fattore E, Bosetti C, Brighenti F, Agostoni C,
              Acido laurico
                                                                                                                       Fattore G. Palm oil and blood lipid-related markers
              (C12:0) 0,2 %                                                                                             of cardiovascular disease: a systematic review and
                                                                                                                         meta-analysis of dietary intervention trials. Am J
a Il primo numero davanti alla “C” indica la lunghezza della catena carboniosa, il secondo il numero di doppi legami                       Clin Nutr 2014; 99: 1331-1350.

                                                                                   19
Rivista di Nutrizione Pratica

PROTEINE ANIMALI:
una previsione della domanda globale nei prossimi 20 anni
 testo di: Antonella Baldi, Davide Gottardo e Carlotta Giromini

S    i prevede che la popolazione mondiale passerà dagli
attuali 7 miliardi di individui ad oltre 9 miliardi nel 2050.
                                                                                                         teici globali anche se nei Paesi “sviluppati” tale valore si attesta
                                                                                                         intorno al 40%.
Una delle sfide principali sarà quindi quella di produrre un                                             Stime FAO prevedono un aumento della domanda dei prodotti
livello sufficiente di alimenti, assicurando nel contempo una                                            di origine animale pari al 50% entro il 2050; tale aumento non
produzione alimentare sostenibile per l’ambiente.                                                        risulta però omogeneo in tutte le regioni del mondo. Nei paesi
I prodotti di origine animale, che comprendono carne,                                                    sviluppati dopo il forte incremento nei consumi di alimenti del
pesce, uova, latte e derivati, forniscono, come ben noto,                                                dopoguerra, si è osservato un rallentamento del consumo di
proteine ad elevato valore biologico, caratterizzate                                                     proteine animali, particolarmente in riferimento al consumo
dalla presenza di aminoacidi essenziali, indispensabili                                                  di carne “rossa” . Il quadro dei paesi sviluppati contrasta però
                                                                                                                            1

per la crescita ed il corretto funzionamento dell’organi-                                                con quello dei paesi in via di sviluppo, dove i consumi alimen-
smo umano. Tali alimenti forniscono inoltre micro-nutrienti,                                             tari sono cambiati rispetto al passato; la crescita della popola-
quali ferro, zinco, vitamina A, vitamina B12 e calcio, oltre ad                                          zione, del reddito e dell’urbanizzazione infatti, hanno indotto
alcune componenti “bioattive”, tra le quali le più studiate sono                                         un progressivo aumento del consumo pro-capite di prodotti di
quelle derivanti dalle proteine del latte. Attualmente gli alimenti                                      origine animale, per le quali si stima uno stabile incremento nei
di origine animale forniscono in media il 28% degli apporti pro-                                         prossimi anni.

    figura 1. previsione del consumo di prodotti di origine animale (modificato da report fao, 2011)

                                         700,0
                                         600,0
                 Milioni di tonnellate

                                         500,0
                                         400,0
                                         300,0
                                         200,0
                                         100,0
                                           0,0
                                                       Consumo    Carne      Carne       Carne     Latte e    Consumo    Carne        Carne      Carne     Latte e
                                                       di carne   bovina     suina       avicola   derivati   di carne   bovina       suina      avicola   derivati
                                                        totale                                                 totale

                                                                     Paese in via di sviluppo                                     Paesi sviluppati

                                                                                         2010       2020         2030              2050

Come riportato in Figura 1, si prevedono trend differenti per i
                                                                                                                 Antonella Baldi, Davide Gottardo e Carlotta
diversi alimenti, con un aumento generale dei consumi nei paesi
                                                                                                                Giromini, Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute,
in rapida crescita pari o superiore al 10% nel prossimo decen-
                                                                                                                    la Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare.
nio per i prodotti carnei ed ancora più marcato per il latte e
                                                 2,3

                                                                                                                            Università degli Studi di Milano
derivati.

                                                                                                       20
A caccia di proteine

Lo scenario globale del prossimo            Uno scenario di questo tipo ha
ventennio quindi richiederà una             intuitivamente diverse implicazioni
rivisitazione delle politiche e degli       anche ambientali relative all’uso del
investimenti che sempre più dovranno        suolo, delle risorse idriche e alle emissioni
essere mirati ad una maggiore efficienza    di gas serra. Come riportato nel Report
nel convertire le risorse naturali in       FAO del 2012, il trend delle emissioni
alimenti, anche riducendo gli sprechi, in   globali di gas serra relative al comparto
un contesto di “economia circolare”.        agricolo negli ultimi cinquant’anni è in
                                            costante aumento (2,7 miliardi di ton
    In tal senso, concetti                  CO2 eq nel 1961 vs 5,3 miliardi di ton
                                            CO2 eq nel 2010). Il settore zootecnico
       quali sicurezza                      è responsabile del 15% delle emissioni
   alimentare, diritto al                   globali di gas serra (CH4, CO2 e N2O),
    cibo, riduzione degli                   anche se i diversi indirizzi produttivi
                                            sono responsabili di differenti livelli di
   sprechi e promozione                     emissioni. Le sfide future saranno quelle
      di un’agricoltura                     di rendere gli allevamenti degli animali
                                            da reddito ancora più efficienti dal punto
         sostenibile                        di vista produttivo, ottimizzandone
  rappresentano le parole                   la sostenibilità, ovvero l’utilizzo
     chiave per il futuro                   responsabile delle risorse alimentari,
                                            idriche ed energetiche, e garantendo
    dell’alimentazione e                    la qualità dei prodotti e il benessere
  della nutrizione umana.                   animale.

                                                                                                                         BIBLIOGRAFIA
                                                                                             1.EU Agricultural Markets Briefs n. 6, June 2015;

                                                                                                  2. FAO. Alexandratos N, Bruinsma J. World
                                                                                            agriculture towards 2030/2050: the 2012 revision.
                                                                                                             ESA Working paper 2012; 12(3).

                                                                                            3. Estrada A. et al. World Livestock 2011: Livestock
                                                                                                             in food security. Rome, FAO 2011.

                                                               21
Rivista di Nutrizione Pratica

NOVITÀ SUGLI “ALIMENTI DA
UTILIZZARE SOTTO CONTROLLO
MEDICO”. Orientamenti per un’indicazione appropriata
 testo di: Bruno Scarpa

G    li alimenti a fini medici speciali (AFMS) hanno il fine
di contribuire al soddisfacimento delle esigenze nutritive di
                                                                           Va considerato che solo gli integratori alimentari
                                                                           possono svolgere effetti “fisiologici” benefici per
soggetti che non riescono a farlo utilizzando i comuni alimenti            l’apporto di sostanze diverse dai nutrienti senza alcuna
disponibili (integratori compresi).                                        compartecipazione alla costituzione della razione
                                                                           alimentare (ad esempio prodotti a base di estratti
Un AFMS, pertanto, deve contribuire utilmente                              vegetali).
alla costruzione “nutrizionale” della razione
alimentare giornaliera (in alcuni casi la può sostituire
completamente) di pazienti affetti da una malattia,
                                                                              Gli AFMS, invece, devono avere
un disturbo o una particolare condizione medica. La                        necessariamente un ruolo “nutritivo”,
patologia in questione, inoltre, deve determinare una condizione           come costituenti di una dieta utile per
di “vulnerabilità nutrizionale”, cioè l’impossibilità o la difficoltà
di alimentarsi con i comuni alimenti a causa del loro profilo              pazienti in condizioni di vulnerabilità
“nutrizionale”. Al riguardo il caso tipico ed emblematico di                            nutrizionale.
vulnerabilità nutrizionale “indotta” da una patologia è quello
della fenilchetonuria, malattia metabolica congenita che                   Gli AFMS rientrano ad oggi nel settore del prodotti destinati
determina la controindicazione all’impiego di tutte le comuni              ad una alimentazione particolare come una categoria specifica
fonti alimentari di proteine.                                              disciplinata dalla direttiva 99/21/CE. Con l’abrogazione di
                                                                           detto settore, dettata da esigenze di semplificazione normativa,
Per favorire la corretta classificazione di un prodotto come               le norme vigenti sugli AFMS saranno trasferite nel campo
AFMS, con un’ottica particolare alla sua distinzione dagli                 di applicazione del Regolamento (UE) 609/2013, designato
integratori alimentari, sono da tempo state messe a punto                  comunemente con l’acronimo FSG (Food for Specific Groups).
specifiche linee guida ministeriali pubblicate sul portale (www.           Al riguardo è già stato emanato il Regolamento (UE) 2016/128,
salute.gov.it), aggiornate a dicembre 2015.                                che comunque entrerà in vigore dal 22 febbraio 2019 (dal 22
Anche l’EFSA, con la “Scientific and technical guidance on food for        febbraio 2020 nel caso degli AFMS destinati ai lattanti).
special medical purposes in the context of Article 3 of Regulation (EU)
No 609/2013” - EFSA Journal 2015; 13(11):4300 – fornisce
dettagliate indicazioni su come presentare un dossier a supporto                     Bruno Scarpa, Ministero della Salute, Direzione
della classificazione di un prodotto come AFMS per poterne                            Generale Igiene, Sicurezza Alimenti e Nutrizione
valutarne correttamente la rispondenza alla definizione                                           (DGISAN) – Ufficio 4
normativa.

                                                                          22
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