COVID-19 VADEMECUM PER PSICOLOGI COSA NON È POSSIBILE/OPPORTUNO FARE?
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COVID-19 VADEMECUM PER PSICOLOGI COSA NON È POSSIBILE/OPPORTUNO FARE? -Nessun tipo di attività in caso di positività, sintomatologia sospetta (febbre, tosse o dispnea), o contatti a rischio del professionista stesso (ad es., convivenza con caso positivo o sospetto, contatti diretti con casi positivi o sospetti). Contattare telefonicamente il Numero Verde Regionale 800936677 o il proprio medico curante. -Attività a contatto con anziani o pazienti fragili (pluripatologie, etc.) sono da rinviare il più possibile, tranne casi di oggettiva necessità clinica, per ridurre il rischio nei loro confronti (il rischio di mortalità è molto più elevato in queste categorie di pazienti, che devono rimanere il più possibile al proprio domicilio) - cfr. art. 3, comma 1, B. In caso di inderogabile necessità, il professionista dovrà adottare le più rigorose regole igieniche-preventive (social distancing, igienizzazione rigorosa, eventuale mascherina previo confronto con il medico curante e attenzione agli aspetti comunicativi). -Attività che richiedano contatto fisico ravvicinato con uno o più pazienti (psicocorporee, psicodramma, etc.) sono a maggior rischio, e andrebbero pertanto rinviate o sostituite con altre metodologie che garantiscano il social distancing previsto in norma. -Attività domiciliari (ad es., interventi ABA, con pazienti impossibilitati a muoversi, ecc.) sono da rinviare o sostituire, con interventi a distanza ogni qual volta sia possibile. In caso di necessità, si fornirà a parenti/caregiver una serie di indicazioni pratiche cui attenersi in questo periodo, e eventuali consulenze a distanza per la gestione di difficoltà o problematiche specifiche (ad es., bambini con gravi disturbi del comportamento). Laddove dovesse palesarsi una inderogabile necessità clinica in casi eccezionali, e previa verifica dell'assenza di fattori di rischio (nessun soggetto sintomatico, sospetto o a rischio nel domicilio) sarà cura e responsabilità del professionista implementare le più rigorose condizioni igienico-preventivo nello svolgimento dell'attività e in seguito alla stessa. 1
PRECAUZIONI E SUGGERIMENTI - Social Distancing Il distanziamento sociale nei contesti che richiedono prolungata interazione verbale per ridurre il rischio “droplet” è di 1,82 metro (indicazione Ministeriale ufficiale). Utile quindi posizionare sedie, tavoli e poltrone (anche nelle eventuali aree di attesa) in tale modo. Si raccomanda di organizzarsi in modo da limitare al massimo contatti tra pazienti in attesa. - Igienizzazione Si raccomanda attenta igienizzazione di superfici di lavoro, giochi, materiali testistici, sedie/poltrone, ecc. dopo ogni uso da parte di un paziente/utente, e lavaggio mani del professionista tra un utente e l'altro. Deve essere reso disponibile un dispenser di soluzione idroalcolica. Ricordarsi di aerare regolarmente i locali di lavoro. - Set/Setting: Indipendentemente da modelli teorici di riferimenti o ambiti professionali, può essere utile ed importante affrontare con i pazienti il significato relazionale delle misure di precauzione utilizzate (distanziamenti, igienizzazioni, eventuale uso di presidi, eventuale passaggio a consulenze online o a distanza, interruzione o rinvio di percorsi, ecc.), e le fantasie e timori che possono attivare in relazione al processo clinico in corso. - Privacy per pazienti: Al momento, non risultano e non sono state indicate specifiche modalità con cui attestare da parte di un libero professionista l'avvenuta consulenza ad un paziente ai sensi del movimento da/verso le zone a circolazione limitata. In caso di futura necessità, sarà possibile rilasciare ai pazienti breve attestazione (su loro richiesta) di aver svolto una consulenza professionale il giorno x in sede y, per chi deve rientrare a casa dopo una seduta, da esibire in caso di eventuali controlli. E' da chiarire preliminarmente al cliente, laddove dovesse giustificare i propri spostamenti, che il professionista lo potrà confermare in caso di verifica successiva, previa autorizzazione scritta del cliente, limitandosi a confermare esclusivamente lo svolgimento di consulenza nel dato luogo e ora, e senza entrare in alcun modo in informazioni cliniche o personali; questo comporta ovviamente la necessità di esplicare alle Forze dell'Ordine che si è svolta consulenza con professionista sanitario Psicologo. - Dimostrazione di attività professionale: Al momento, da chiarificazioni del Ministero degli Interni dell'8 marzo, è sufficiente una autocertificazione, scaricabile al seguente link: https://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/modulo_autodichiarazione_spostament i.pdf. I dipendenti di cooperative, ambulatori o Enti possono eventualmente chiedere una dichiarazione del datore di lavoro, da portare con sé per dimostrare l'esigenza lavorativa in zona a circolazione limitata; alla data attuale, comunque, tali documentazioni aggiuntive non risultano essere necessarie. 2
SPOSTAMENTI SUL TERRITORIO REGIONALE: IN, DA , VERSO LE ZONE A CIRCOLAZIONE LIMITATA Si può fare appunto solo per comprovati motivi di lavoro, necessità o salute. Questo ricomprende il movimento da e verso lo studio professionale/luogo di lavoro del professionista: in caso di eventuali controlli da parte di Forze dell'Ordine, sarà quindi necessario comunicare la natura del proprio ruolo di professionista sanitario che si sta recando al lavoro. Allo stesso modo, il paziente che si sta recando presso lo psicologo, può dichiarare che si sta recando da un professionista sanitario per lo svolgimento di una prestazione sanitaria come motivazione dello spostamento. E’ possibile autocertificare la motivazione dello spostamento con apposito modulo scaricabile sul sito del governo al seguente link: https://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/modulo_autodichiarazione_spostament i.pdf ATTIVITA’ PROFESSIONALE PRIVATA • CONSULENZA A DISTANZA Il nostro Ordine, in attesa di ricevere indicazioni più precise dalle istituzioni, invita tutti i colleghi, a privilegiare laddove possibile le modalità online, nel rispetto delle raccomandazioni del CNOP 2017, e valutando sempre a cura del professionista, l'effettiva applicabilità/utilità dello strumento nella specifica situazione, e i relativi accorgimenti implementativi e di setting). Risorse Utili: su https://solidarietadigitale.agid.gov.it è possibile reperire numerose risorse di servizi di comunicazione / piattaforme online che possono facilitare le attività dei professionisti , messe a disposizione gratuitamente da varie realtà private. Su www.eduiss.it è possibile accedere gratuitamente al corso FAD ECM (20 ECM) dell'Istituto Superiore di Sanità, aperto a 100.000 professionisti sanitari (quindi psicologi compresi), su "Emergenza Coronavirus". • ATTIVITA’ PROFESSIONALE IN STUDIO PRIVATO In generale, L'attività professionale ("comprovate esigenze professionali e di salute"), sia fuori che dentro le zone a circolazione limitata, può continuare a svolgersi se professionista e paziente sono entrambi asintomatici, e non hanno fattori di rischio; previo ovviamente il rigoroso rispetto delle misure igienico-preventive del Ministero della Salute, che devono essere applicate con particolare attenzione da tutti i professionisti sanitari. si ribadisce che Se vi sono sintomi (febbre, tosse, dispnea) o fattori di rischio epidemiologico, gli appuntamenti devono ovviamente essere rinviati. 3
Applicare in ogni caso, a propria e altrui tutela, le precauzioni raccomandate dall'Istituto Superiore di Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus, dove è possibile anche scaricare “infografiche e materiali divulgativi” Ricordiamo: • Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute. Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l’infezione: bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 20 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol. Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non lavate. • Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci; usa fazzoletti monouso. • Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate. • Tieni una distanza di almeno 1-2 metri durante i colloqui (valuta anche gli eventuali impatti di setting, e sii pronto a discuterne con il paziente se opportuno). • Tieni a disposizione un dispenser di soluzione igienizzante idroalcolica, da far usare ai pazienti prima della manipolazione di test, materiali diagnostici, giochi per bambini che debbano poi essere poi usati da altri. Valuta come comunicare in modo sereno la richiesta di farne uso. • Devi prestare particolare attenzione in caso di attività di natura psicocorporea, che richiedono a volte un contatto più ravvicinato col paziente, e dove il rispetto delle norme di igienizzazione (uso di soluzione idroalcolica) deve essere tassativo. • Ricordati inoltre di pulire regolarmente le superfici di lavoro (tavoli, sedie) e sanitarie del tuo studio con disinfettanti adeguati (a base di cloro o alcol), e di arieggiare regolarmente i locali. In caso tu abbia una sala d'attesa, tieni maggiormente distanziate le sedie, e pulisci giornali o materiali di gioco/lettura lasciati a disposizione dei clienti. Regola di buon senso, lavorando a contatto con altri, è di verificare quotidianamente la propria temperatura e stato di salute. In caso anche solo di leggera febbre o altri sintomi come tosse e dispnea, SOSPENDI temporaneamente la tua attività, o passa a modalità online. 4
PRECAUZIONI PER SOGGETTI IN ETÀ EVOLUTIVA Professionalmente, non vi sono misure particolari rispetto a quanto espresso sopra. Va considerato che i bambini sono però spesso meno attenti alle norme igieniche generali; pertanto va prestata particolare attenzione alla rigorosa igienizzazione di oggetti, giochi, tappetini e superfici con cui sono entrati in contatto. Allo stesso modo, considera che solitamente le interazioni con i bambini sono più ravvicinate rispetto a quelle con gli adulti, con maggiore esposizione per il clinico. A livello puramente informativo, il Coronavirus sembra essere clinicamente meno pericoloso in età pediatrica. ATTIVITA’ DI GRUPPO Attività di gruppo, meeting, supervisioni collettive e formazioni di gruppo vanno rinviate dopo il 3 aprile in quanto in contrasto, per le loro modalità attuative, con le regole di social distancing del DPCM 8 marzo. Possono essere sostituite da forme di supervisione/intervisione o incontro in modalità telematica. EVENTI CORSI DI FORMAZIONE Il DPCM 8 marzo prevede l’annullamento fino al 3 aprile in quanto in contrasto, per le loro modalità attuative, con le regole di social distancin. TIROCINI POST LAUREAM E DI SPECIALIZZAZIONE A breve saranno comunicate informazioni specifiche ALTRE ATTIVITA’ Lo svolgimento di attività in contesti Istituzionali pubblici e privati (reparti ospedalieri, Comunità, RSA, Istituti di Pena, Corpi dello Stato, ecc.) può continuare nei limiti e modi definiti dalle rispettive Amministrazioni, rispettando rigorosamente le indicazioni e direttive specifiche dei responsabili sanitari delle stesse, con cui è opportuno confrontarsi. LAVORO COME DIPENDENTE DI UNA COOPERATIVA, UNA SCUOLA, Etc. Seguire sempre le indicazioni di prevenzione generale e poi le indicazioni specifiche del tuo datore di lavoro. Contattalo se ritieni di dover svolgere funzioni potenzialmente a rischio: dovranno essere sentiti RSPP e Medico Competente per quanto riguarda la tutela della salute dei dipendenti, e dovranno fornirti indicazioni operative chiare e i DPI eventualmente necessari. In tal caso, segnala anche loro se hai particolari problemi di salute (pregresse patologie respiratorie, immunitarie, etc.) che ti possono rendere soggetto a maggiore rischio clinico. 5
ANNULLAMENTO DEGLI INCONTRI CON SCARSO PREAVVISO Se un paziente annulla l'incontro con scarso preavviso, posso chiedere di essere pagato lo stesso? Ci si rifà come sempre agli accordi pregressi sui recuperi sedute. Si ricorda che normalmente non è possibile richiedere il pagamento di una prestazione non avvenuta; ed eventuali annullamenti, in questi giorni di allarme sociale, possono essere più frequenti del solito - è magari frustrante per il professionista, ma comprensibile. "SE MI AMMALO IO, POTREI ESSERE CHIAMATO A RIFERIRE I NOMI DEI MIEI PAZIENTI IN CASO DI INDAGINE EPIDEMIOLOGICA?" La tutela di Salute Pubblica in situazione di emergenza sanitaria è prevalente rispetto alla privacy individuale. In caso tu risultassi positivo al Coronavirus, e dovessi essere quindi coinvolto in procedure di indagine epidemiologica, dovrai fornire i nominativi delle persone con cui sei venuto in contatto (non è necessario - ed è ovviamente da evitare perché sottoposto a Segreto Professionale - lo specificare il motivo clinico; semplicemente, indicherai che hai avuto contatti ravvicinati per motivi di lavoro con una data persona). Avvisa comunque i tuoi pazienti di questa eventuale (seppur remota) possibilità, chiarendo la situazione e rassicurandoli sul mantenimento rigoroso del segreto professionale (ed ovviamente avvisandoli tempestivamente in caso risultassi tu positivo in futuro, perché sarebbero stati a loro volta esposti). Nelle terapie di gruppo, la presenza di un partecipante positivo può portare a dover indicare i nomi degli altri partecipanti. "SE MI AMMALO IO, HO DIRITTO A QUALCHE ASSISTENZA PARTICOLARE? E PER LE SCADENZE PROFESSIONALI?" Le scadenze professionali, al momento, rimangono invariate (tranne che in Zona Rossa). Se ti ammali, hai diritto alle normali forme di assistenza (INPS, ENPAP) previste per malattia (ad es., indennità malattia). Tieni conto che la malattia ha decorso benigno e leggero nell'80% dei casi (simil-influenzale), e solo nel 20% dei casi porta a complicanze di salute che possono richiedere ricovero ospedaliero. Le possibilità di assistenza ENPAP sono diverse: A) Indennità di Malattia - per chi si dovesse ammalare, è possibile richiedere un indennizzo economico: https://www.enpap.it/servizi-per-te/indennita-di-malattia-e-infortunio/ B) Assistenza Sanitaria Integrativa - sempre per chi si dovesse ammalare o averne sequele, è possibile accedere a diverse forme di servizi sanitari integrativi: https://www.enpap.it/servizi- per-te/assistenza-sanitaria-integrativa-emapi/ C) Stato di Bisogno - forma di copertura speciale per situazioni personali straordinarie. E' importante sapere che non è una forma di assistenza generalizzata per chi ha avuto "solo" una 6
temporanea deflessione delle attività lavorative (appuntamenti rinviati, formazioni annullate, etc.), ma è pensata proprio per situazioni eccezionali (ad es., colleghi isolati in zona rossa con gravi conseguenze personali, etc.). Vanno letti con attenzione i criteri: https://www.enpap.it/servizi-per-te/assistenza-stato-di-bisogno/ Come tutte le categorie professionali colpite anche economicamente dalla situazione, siamo in attesa di provvedimenti del Governo a sostegno degli operatori economici; il primo uscito per ora è il Decreto Legge 2 marzo 2020 n. 9, in particolare l'art. 16, rivolto ai professionisti residenti o operanti nei Comuni di Zona Rossa; oltre a questo, si aspettano eventuali autorizzazioni ad "interventi in deroga" degli Enti di Previdenza, al momento non ancora autorizzati dai Ministeri. COSA DIRE AI MIEI PAZIENTI PARTICOLARMENTE IN ANSIA O SPAVENTATI? CI SONO FONTI DI RIFERIMENTO DA CONSIGLIARE?" Rimandare alle fonti ufficiali: sito Ministero della Salute, sito dell’Istituto Superiore di Sanità, Numero Verde Regione Marche 800936677 attivo dalle ore 8.00 alle 20.00 Numero verde del Ministero della Salute 1500, ed i medici curanti. Adattando la comunicazione alle esigenze e istanze di ognuno, si può - a puro titolo di esempio - indicare ai clienti che è normale essere in ansia, che è utile evitare "information overload", che è opportuno stare attenti alle molte Fake News che circolano, che si possono mettere in atto utili comportamenti protettivi (anche per aumentare il loro empowerment), e che devono fare riferimento solo a fonti informative accreditate. In caso di pazienti particolarmente ansiosi, ipocondriaci, rupofobici, claustrofobici, con aspetti di ritiro sociale, con tratti paranoidi; il clinico dovrà ovviamente esercitare particolare attenzione a esplorare il significato della situazione per loro, e come questo impatti sulla relazione clinica. Idem per pazienti eventualmente in isolamento domiciliare con la famiglia, laddove le tematiche di consultazione fossero connesse a dinamiche famigliari disfunzionali. Il presente testo è stato redatto grazie il contributo dell’Ordine Psicologi Veneto e Ordine Psicologi Lazio a testimonianza anche del lavoro di raccordo interregionale. 7
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