Dott. MARCO BANI A.A. 2017-2018 - Unimib

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Dott. MARCO BANI A.A. 2017-2018 - Unimib
dott. MARCO BANI
marco.bani1@unimib.it

   A.A. 2017-2018
Dott. MARCO BANI A.A. 2017-2018 - Unimib
 Che senso ha riflettere sul proprio modo di
 funzionare e i propri stati mentali sull’attaccamento
 se comunque il passato non può essere cambiato?

 Che senso ha riflettere sul modo di funzionare e gli
 stati mentali sull’attaccamento dei pazienti se
 comunque il passato non può essere cambiato?
 Lo stile di attaccamento è una componente che
 influenza molto la relazione con il paziente a due
 livelli:
    L’influenza dello stile di attaccamento dell’operatore sulla
     relazione con il paziente
    L’influenza dello stile di attaccamento del paziente sulla
     reazione dell’operatore
 Adulti (pazienti o operatori) con uno stile di
 attaccamento insicuro hanno maggiori probabilità,
 di fronte a situazioni di stress o malattia, di andare
 incontro a problemi o difficoltà nella relazione
 clinica
 Avere una buona consapevolezza del proprio stile di
  attaccamento (o meglio dei propri modelli operativi
  interni) e dei propri bisogni relazionali è una
  componente essenziale per un professionista delle
  relazioni di cura
 È una competenza inestimabile quella di saper
  riconoscere il proprio ruolo nella relazione con il
  paziente e nel modulare tale ruolo nella direzione
  della migliore qualità possibile
 In uno studio effettuato in pronto soccorso solo il 2%
  dei pazienti con un attaccamento sicuro è stato
  percepito come difficile (Mounder et al. 2006)
 Tra i pazienti con un attaccamento insicuro la
  proporzione di coloro che sono stati percepiti come
  difficili è stata il 17% per l’attaccamento preoccupato,
  il 19% per quello evitante e il 39% per quello
  disorganizzato
“Quando ti trovi in difficoltà, per stanchezza,
paura, dolore, ecc., mantieniti vicino o ripristina la
vicinanza ad un membro conosciuto del tuo gruppo
sociale che ti appaia più forte o più saggio”.
 Il  sistema dell’ATTACCAMENTO è finalizzato ad
  ottenere la vicinanza, il conforto e la protezione della
  figura di attaccamento [FdA] (di un conspecifico).
      Viene ATTIVATO da condizioni di difficoltà, sensazioni di
       vulnerabilità, debolezza, stanchezza, pericolo, sofferenza.

      Un ostacolo nel raggiungimento della meta genera emozioni quali
       la rabbia, collera (come protesta verso la FdA), paura per la
       separazione o mancanza di protezione, tristezza per la mancanza
       di cure o per la perdita delle stesse, distacco emozionale, ecc.

      Si DISATTIVA con l’avvicinamento della figura di attaccamento,
       che genera emozioni di gioia, sicurezza, fiducia, ecc.
IL COMPORTAMENTO DI ATTACCAMENTO

    «[...] quella forma di comportamento che si manifesta in
      una persona che consegue o mantiene una prossimità
      nei confronti di un altro individuo differenziato o
      preferito, ritenuto in genere più forte e più esperto, in
      grado di affrontare il mondo in modo adeguato. Questo
      comportamento diventa molto evidente ogni volta che
      la persona è spaventata, affaticata o malata, e si attenua
      quando si ricevono conforto e cure» (Bowlby, 1988).

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«[...] la caratteristica più importante dell’essere
    genitori: fornire una base sicura da cui un bambino o
       un adolescente possa partire per affacciarsi nel
     mondo esterno e a cui possa ritornare sapendo per
     certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico
       ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se
                            spaventato»

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 Struttura che include componenti affettive,
     percettive, motorie e cognitive.

 È concepito come una rappresentazione interna di
     Sé e di ciascuna figura di attaccamento ed è
     costituito da strutture di memoria implicita delle
     interazioni con la FdA, e delle risposte date da
     questa nei confronti delle richieste di cura e
     conforto del bambino

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 COME FUNZIONA

 Le relazioni con le persone significative vengono
     generalizzate in modelli operativi (di Sé, dell’Altro
     e di Sé-con-l’Altro) che danno significato alle
     prime esperienze interpersonali, funzionano come
     base per l'assimilazione e l’elaborazione delle
     successive esperienze con l’Altro e costituiscono la
     matrice delle future interazioni.

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A COSA SERVE
 Con l’aiuto di queste rappresentazioni il bambino (e
  l’adulto) regolano il proprio comportamento sulla base
  delle aspettative formatesi nella comune storia di relazione,
  attivando piani e strategie già immagazzinati.

 Sono quindi delle scorciatoie che servono per orientarne il
     comportamento verso la FdA e prevederne i comportamenti
     più probabili in successivi episodi di attivazione del sistema
     di attaccamento.

 Contribuiscono a formulare aspettative e previsioni senza
     dover riconsiderare tutta la situazione
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A COSA SERVE
 Le esperienze che ciascuno ha determinano in misura
  rilevante le sue aspettative di trovare una base sicura ed
  anche la misura in cui sarà capace di stabilire e mantenere ,
  quando c’è l’opportunità, un rapporto reciprocamente
  gratificante
 La natura delle aspettative che ciascuno formula determina
  in modo significativo il tipo di persone a cui si accosterà e
  con cui costruirà delle relazioni ma anche il modo in cui
  queste persone si comporteranno con noi

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 I MOI sono in grado di ridurre la complessità del mondo e
     tendono a persistere relativamente immutati fino all’età
     adulta e durante quest’ultima.

 Tuttavia sono aperti ad informazioni nuove e discrepanti
     rispetto ad essi e questo permette che i MOI vengano rivisti
     e accomodati in base alle nuove esperienze relazionali
     incrementando la capacità di adattamento

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Osservazione diretta, Strange Situation (M. Ainsworth 1978):

 Situazione sperimentale costruita per l’osservazione e lo
  studio del comportamento di attaccamento nei bambini tra i
  12 e i 18 mesi (studi successivi anche con fasce di età
  superiori, fino ai 3 anni) realizzata in tre fasi.
 Secondo la teoria la separazione attiva il sistema
  dell’attaccamento mentre il ricongiungimento con FdA lo
  disattiva.
 Dalle osservazioni rilevate attraverso tale metodologia di
  studio sono stati individuati degli stili di relazione che i
  bambini mostrano alla separazione e al ricongiungimento
  con la FdA che definiscono altrettanti pattern di
  attaccamento.
Adult Attachment Interview (A.A.I.)

 In base all’ipotesi transgenerazionale della Main, George,
  Kaplan e Main (1986/96) costruirono un protocollo di
  domande per l’ Adult Attachment Interview (A.A.I.)
  dove si prevedeva che:

 le madri dei bambini di tipo A fossero distanzianti (Ds
  dismissing)‫‏‬
 le madri dei bambini di tipo B fossero libere/autonome
  (Ffree/autonomus)
 le madri di tipo C fossero preoccupate invischiate
  (Epreoccupied/entangled)‫‏‬
 Sicuro (B)
     Ainsworth (et al., 1978)

  Insicuro/evitante (A)
     Ainsworth (et al., 1978)

  Insicuro/ambivalente o resistente (C)
     Ainsworth (et al., 1978)

  Insicuro disorganizzato/disorientato (D)
     Main & Solomon (1986, 1990)

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 Circa il 40% degli adulti presenta uno stile di
  attaccamento classificato come insicuro (Bakermans-
  Kranenburg et al., 2009)
 Avere uno stile di attaccamento adulto non
  costituisce di per sé una patologia o un problema ma
  può rappresentare una maggiore vulnerabilità nella
  gestione efficace delle situazioni difficili (Adshead et
  al., 2015)

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Video Strange Situation
Ainsworth et al., 1978

     Esplorazione     Il bambino si serve della madre come base sicura
                      per l’esplorazione.

     Separazione      Il bambino dà segnali di avvertire la mancanza del
                      genitore, specialmente nel corso della seconda
                      separazione.

     Riunione         Il bambino saluta in modo attivo il genitore con
                      sorrisi, vocalizzazioni o gesti. Se il bambino è
                      alterato, segnala o cerca il contatto col genitore.
                      Una volta confortato, continua a esplorare.

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Si tratta di bambini che hanno fatto esperienza di
     caregiver stabilmente disponibili, pronti a rispondere
       quando chiamati in causa, per incoraggiare e dare
         assistenza, ma intervenendo attivamente solo
                quando necessario (Liotti, 1994).

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Il bambino B ha una rappresentazione di Sé come degno
      amore e attenzione, autorizzato a esprimere il disagio nei
                       momenti di difficoltà.

        Vi è una rappresentazione dell’Altro come affidabile,
                 benevolo, disponibile e accogliente.

     Tale modello operativo si è formato a partire da memorie e
     aspettative in cui le proprie richieste di attaccamento hanno
       incontrato una coerente risposta positiva da parte della
                         figura di accudimento.

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Ainsworth et al., 1978

     Esplorazione     Il bambino inizia subito a esplorare senza
                      mostrare un comportamento emotivo o di base
                      sicura.

     Separazione      Il bambino risponde in maniera minima, senza
                      apparente disagio quando viene lasciato solo.

     Riunione         Il bambino guarda altrove e volontariamente evita
                      il genitore; spesso si concentra sui giocattoli. Se
                      viene poi preso in braccio, il bambino può
                      irrigidirsi e tentare di divincolarsi. Tende ad
                      allontanarsi dal genitore ed è spesso più
                      interessato ai giocattoli.

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è tipico dei bambini che si sono trovati, nel corso
        del primo anno di vita, ad interagire con una
      madre evitante e poco accogliente rispetto alle
             richieste di contatto fisico del figlio.

       I bambini con attaccamento evitante hanno
         prevalentemente figure genitoriali che non
     rispondono alle loro richieste, che si rifiutano di
     aiutarli o che esprimono rabbia quando i figli si
                      avvicinano loro.

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Il bambino A ha una rappresentazione di Sé come
       indegno di protezione e cura da parte dell’Altro
                        significativo;

     si crea un’immagine di Sé come poco amabile, non
         meritevole di fiducia e incapace di suscitare
           nell’Altro risposte positive e affettuose, e
          rappresentazioni dell’altro come rifiutante,
                    “lontano” e inaffidabile
                         (Liotti, 1996).

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Ainsworth et al., 1978

     Esplorazione   Il bambino entra nella stanza già visibilmente a
                    disagio, spesso irritato o passivo; non mostra
                    nessuna attività esplorativa.

     Separazione    Il bambino è agitao e angustiato.

     Riunione       Il bambino può alternare offerte di contatto con
                    segnali di rifiuto con rabbia e capricci; oppure
                    appare passivo o troppo alterato per segnalare o
                    stabilire un contatto. Non riesce a trovare conforto
                    nella presenza del genitore.

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Il bambino C si è trovato ad interagire con una
     madre incostante e poco coerente nel far fronte alle
                   sue richieste di cura.

        I bambini con attaccamento resistente hanno
           figure genitoriali che reagiscono in modo
     discordante alle esigenze di attaccamento: a volte
     rispondono positivamente, altre volte si mostrano
             improvvisamente e imprevedibilmente
                         indisponibili.

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Da un lato, vi è un’immagine di Sé e dell’Altro come
      amabile e degno di attenzione e fiducia, mentre
      dall’altro come inaffidabile e indegno di risposte
              benevoli nei momenti di difficoltà.

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Main e Solomon (1986, 1990)

 Il comportamento del bambino non ha nessun obiettivo, nessuna
     intenzione e nessuna spiegazione apparenti.

 Può mostrare sequenze di comportamenti o comportamenti simultanei
     contraddittori; movimenti incompleti, interrotti; stereotipie;
     immobilità, comportamenti che mostrano paura o preoccupazione nei
     confronti del genitore; confusione, disorientamento.

 La principale caratteristica è la mancanza di una strategia di
     attaccamento coerente, nonostante il fatto che il bambino possa
     mostrare tipi sottostanti di attaccamento organizzato (tipo A, B o C).

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 Con la maturazione, tali pattern divengono man mano più
     complessi, in relazione con lo sviluppo degli altri sistemi
     motivazionali, delle funzioni mentali e delle esperienze
     relazionali.

 Inoltre il tipo di attaccamento che si instaura tra una FdA e
     il bambino è specifico di quella relazione; in altre parole
     esso è indipendente per entrambi i genitori: un bambino
     può presentare un attaccamento sicuro alla Strange
     Situation con il padre e un diverso pattern con l’altro
     genitore.

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Pattern A ANSIOSO-EVITANTE
   Separazione: poche reazioni, indifferenza apparente;
    ipercontrollo. Riunione con FdA: poche reazioni, attivo
    evitamento del contatto fisico e dello sguardo. Genitore:
    lo stile di accudimento si esprime in genere con una
    svalutazione dei bisogni di cura e attenzione
    (atteggiamento dismissing).

Pattern B SICURO
   Separazione: pianto e protesta, ricerca attiva della FdA
    nella fase di allontanamento. Riunione con FdA:
    rasserenamento e calma immediata, contatto fisico e
    contatto oculare. Genitore: riconoscimento del bisogno
    di cura che viene giudicato normale e legittimo
    (atteggiamento free).
Pattern C ANSIOSO-RESISTENTE O ANSIOSO-AMBIVALENTE
    Separazione:      pianto    inconsolabile     e    grandi    proteste,
     ipersegnalazione di abbandono. Ricongiungimento: continua
     protesta, conforto inefficace, a volte rifiuto del contatto. Genitore:
     difficoltà per tutto ciò che riguarda le richieste cura e protezione
     (atteggiamento preoccupied o problematizzato).

Pattern D DISORGANIZZATO O DISORIENTATO
    Separazione: reagiscono con comportamenti contraddittori e
     simultanei.      Ricongiungimento:     segnali     sequenziali    di
     affetto/collera. Genitore: in genere un’incapacità a far fronte alle
     richieste di attaccamento dal momento che la FdA è ancora
     impegnata nell’elaborazione di eventi luttuosi o traumatici riguardo
     alla propria storia di attaccamento.
 Pattern A. Insieme di aspettative e di rifiuto rispetto alle
  proprie esigenze di attaccamento.
  Rappresentazione di sé come indegno dell’attenzione
  protettiva     dell’altro      e    simultaneamente una
  rappresentazione dell’altro come rifiutante. Scarsa
  amabilità e affidabilità di sé e degli altri.

 Pattern B. Memorie e aspettative che le proprie richieste di
  attaccamento incontrano una risposta coerente e positiva
  da parte del genitore.
  Immagine di sé: “autorizzato” ad esprimere disagio
  quando lo sperimenta, in generale degno d’amore.
  Rappresentazione dell’altro: affidabile, benevolo e
  disponibile.
 Pattern C. Informazioni poco coerenti: alcune volte la
 FdA ha risposto positivamente alle sue richieste di
 attaccamento e altre volte in modo negativo
 (imprevedibilità della risposta). Il SM dell’attaccamento
 è iperattivato a causa dell’mprevedibilità della presenza
 della FdA che ne consente la disattivazione.

 Pattern D. Interazione con genitore in cui prevalgono
 emozioni di quest’ultimo mentre risponde alla richieste
 di attaccamento (espressioni di dolore, paura, collera
 improvvisa). Circolarità paradossale nell’attivazione del
 SM dell’attaccamento. Rappresentazione multipla di sé
 e dell’altro: rappresentazione di sé come vittima,
 persecutore o salvatore.
Relationship Stlyle Questionnaire

 Le quattro seguenti auto-descrizioni si riferiscono
  alle esperienze relazionali che spesso le persone
  descrivono.
 Leggi ognuna delle quattro seguenti auto-descrizioni
  e indica l’alternativa che meglio descrive o si avvicina
  di più al tuo stile relazionale (N.B.: i termini “vicino”
  e “intimo” si riferiscono alla vicinanza psicologica ed
  emotiva, non necessariamente a quella sessuale).
Relationship Stlyle Questionnaire
1. Trovo facile stabilire relazioni intime con gli altri. Mi sento a mio agio nel
   dipendere da loro e nel sentire che qualcuno dipende da me. Non mi
   capita spesso di temere di essere abbandonato o di non essere accettato
   dagli altri.
2. Mi sento a disagio quando mi lego agli altri. Desidero stabilire delle
   relazioni intime, ma trovo difficile avere completa fiducia negli altri o
   dover dipendere da loro. Ho paura di dover soffrire se mi lego troppo agli
   altri.
3. Vorrei instaurare con le persone relazioni estremamente intime, ma
   spesso trovo che gli altri sono riluttanti a stabilire con me quell’intimità
   che desidererei raggiungere. Sto male se non sono in stretto contatto con
   qualcuno, e qualche volta temo che gli altri non mi stimino quanto io
   stimo loro.
4. Sto bene senza relazioni fortemente emotive. È molto importante per me
   sentirmi indipendente e autosufficiente; preferisco non dipendere dagli
   altri e non sopporto che gli altri dipendano da me.
Bassa dipendenza dagli altri         Alta dipendenza dagli altri
Basso       Attaccamento sicuro (Alta fiducia     Attaccamento ansioso
evitamento in sé stessi/alta fiducia negli        ambivalente/preoccupato (Bassa
degli altri altri)                                fiducia in sé stessi/alta fiducia
                                                  negli altri)
             «preferisco cavarmela da solo ma
             se ho bisogno di aiuto lo chiedo»    «ho assolutamente bisogno che
                                                  qualcuno mi aiuti, da solo non ce
                                                  la faccio»
Alto        Attaccamento                          Attaccamento timoroso (Bassa
evitamento evitante/distanziante (Alta            fiducia in sé stessi/bassa fiducia
degli altri fiducia in sé stessi/bassa            negli altri)
            fiducia negli altri)
                                                  «vorrei essere aiutato ma ho
             «non ho bisogno di aiuto,            paura di chiederlo perché potrei
             preferisco cavarmela da solo, se     essere abbandonato»
             ho bisogno di aiuto non lo chiedo»
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Pazienti e stili di attaccamento: B
Pazienti e stili di attaccamento: B (sicuro)

 Esprime le proprie necessità in modo chiaro
 Accetta la vicinanza e la cura degli operatori
 Tende a fidarsi degli operatori
 Ha una buona aderenza ai trattamenti
 Esprime dubbi o disaccordo in modo chiaro ed in
 grado di gestire il disaccordo
Operatori e stili di attaccamento: B

Operatore
Buon senso di competenza personale
Capacità di riconoscere i bisogni del paziente
Capacità di accettare i limiti del proprio ruolo
Fornisce rassicurazione in modo efficace
Chiede aiuto ai colleghi se in difficoltà
Vissuti caratteristici: B

 Interagire con un paziente con un pattern B tende a
 attivare vissuti e sensazioni caratteristici:
    Senso di competenza e soddisfazione professionale
    Si ha l’impressione che il proprio intervento aiuti il paziente
    Senso di camminare insieme e cooperare
    Capacità di fornire aiuto al paziente quando lo chiede
Pazienti e stili di attaccamento: C
Pazienti e stili di attaccamento:
           C (ansioso/preoccupato)

 Tendono a chiedere molte visite o consulti
 Bassa tolleranza al dolore
 Alta reattività emotiva
 Spesso somatizzano
 Tendono ad essere in difficoltà quando l’operatore se
 ne va o in generale nelle separazioni
Operatori e stili di attaccamento: C

Operatore
Frequenti richieste di rassicurazione rispetto al proprio lavoro
Senso di insicurezza professionale
Timore di non essere accettato dal paziente
Alto livello di preoccupazione per il paziente («portarsi il paziente a casa»)
Vissuti caratteristici: C

 Interagire con un paziente con un pattern C tende a
 attivare vissuti e sensazioni caratteristici:
    Senso di inadeguatezza (pozzo senza fondo)
    Si ha l’impressione che ciò che si fa non sia mai abbastanza
    Bisogno di ripetere sempre le stesse cose, come se le nostre
     rassicurazioni non siano efficaci
    Sensazione di «pesantezza» che passa quando il paziente se ne
     va o usciamo dalla stanza
Pazienti e stili di attaccamento: A
Pazienti e stili di attaccamento:
             A (evitante/distanziante)

 Tendono a chiedere poche visite o ad evitarle finché è
    possibile
   Tendono ad essere compulsivamente autosufficienti
   Hanno una bassa aderenza ai trattamenti e alle
    indicazioni dei sanitari avendo difficoltà a fidarsi
   Alta tolleranza al dolore
   A volte sono presenti alti livelli di rabbia che si
    manifestano con un atteggiamento di provocazione o
    sfida
Operatori e stili di attaccamento: A

Operatore
Non chiede aiuto ai colleghi se non in casi estremi («devo farcela da solo»)
Apparentemente sicuro di sé ma non si sente all’altezza
Tende a svalutare o minimizzare i bisogni del paziente
Marcata autonomia, difficoltà nel lavoro di équipe
Vissuti caratteristici: A

 Interagire con un paziente con un pattern A tende a
 attivare vissuti e sensazioni caratteristici:
    Sensazione di lontananza dal paziente
    Si ha l’impressione di non capire mai davvero i suoi bisogni
    Apparente soddisfazione
    Senso di diffidenza o paura di dire/fare qualcosa di sbagliato
Pazienti e stili di attaccamento: D
Pazienti e stili di attaccamento: D
Vissuti caratteristici: D

 Interagire con un paziente con un pattern D tende a
 attivare vissuti e sensazioni caratteristici:
    Sensazione di allarme/preoccupazione elevata
    Senso di imprevedibilità («camminare sulle uova»)
    Senso di vulnerabilità/mancanza di confini
    Senso di diffidenza o paura di dire/fare qualcosa di sbagliato
Con i pazienti difficili:

Fare:
•   Cambiare i loro comportamenti
•   Capire i loro timori e difficoltà, dietro i loro difficili comportamenti
•   Accettare un cambiamento progressivo
•   Esprimere i vostri bisogni e regole
•   Accettare un cambiamento incompleto
•   Attenersi all’essenziale

Non Fare:
•   Voler cambiare la loro visione del mondo
•   Pensare che si tratta solo di cattiva volontà
•   Esigere un cambiamento rapido
•   Fare la morale o paternale
•   Esigere la perfezione e poi lasciar cadere tutto
•   Compatire o entrare nel loro gioco relazionale
Pazienti e stili di attaccamento:
                D (disorganizzato)

 Hanno dei confini relazionali molto labili che si
    frammentano di fronte a situazioni di stress
   C’è una forte ambivalenza tra il senso di urgenza e la
    mancanza di speranza
   Sono emotivamente sopraffatti e riversano questa
    emotività sull’operatore
   I colloqui clinici sono spesso caotici con
    un’alternanza tra fiducia e rabbia e repentini cambi
    di umore
   Possono essere molto sospettosi di fronte a piccole
    incongruenze
Lavorare sulla consapevolezza: alcune domande
  per lavorare nella relazione con il paziente

 Come gestisco la prossimità fisica?
 Come esprimo le emozioni?
 Come vivo le critiche da parte di supervisori o
  utenti?
 Quali sono i miei modelli operativi interni? Come
  possono essere funzionali/disfunzionali nella
  relazione con l’utente?
Riconoscere le dinamiche relazionali

 Cosa sto provando e pensando? Qual è la mia
    esperienza? (focus su di sé)
   Cosa della mia esperienza è simile (o complementare) a
    quello che abitualmente prova l’utente
   Se io provo questa emozione, quale potrebbe provare la
    persona che ho di fronte?
   Qual è il gioco relazionale che stiamo giocando? Quale
    sistema motivazionale interpersonale è attivo?
   Come vorrei che qualcuno si rivolgesse a me per farmi
    sentire meglio?
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