CORTE COSTITUZIONALE SEGNALAZIONI SULL'ATTUALITÀ COSTITUZIONALE STRANIERA - SERVIZIO STUDI
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CORTE COSTITUZIONALE SERVIZIO STUDI Area di diritto comparato SEGNALAZIONI SULL’ATTUALITÀ COSTITUZIONALE STRANIERA a cura di Carmen Guerrero Picó Sarah Pasetto Maria Theresia Rörig Céline Torrisi con il coordinamento di Paolo Passaglia n. 16 (luglio 2018)
Avvertenza La Corte costituzionale ha la titolarità, in via esclusiva, dei contenuti del presente documento. La Corte costituzionale fa divieto, in assenza di espressa autorizzazione, di riprodurre, estrarre copia ovvero distribuire il documento o parti di esso per finalità commerciali. Il riutilizzo per finalità diverse è soggetto alle condizioni ed alle restrizioni previste nel contratto di licenza Creative Commons (CC by SA 3.0). Per informazioni e richieste, si invita a contattare il Servizio Studi, scrivendo al seguente indirizzo email: servstudi@cortecostituzionale.it.
SOMMARIO Francia AVVOCATI – CONTRIBUTI Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-716 QPC del 29 giugno 2018, Société Guillemin et Msika, sui c.d. droits de plaidoierie ed il finanziamento dell’assicurazione sulla vecchiaia degli avvocati .............................................. 7 Francia STRANIERO – IMMIGRAZIONE IRREGOLARE Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-717/718 QPC del 6 luglio 2018, M. Cédric H. et autre, sul delitto di aiuto all’ingresso, alla circolazione o al soggiorno irregolari di uno straniero .......................................................... 9 Germania LAVORO – CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO Tribunale costituzionale federale, ordinanza del 6 giugno 2018 – 1 BvL 7/14, 1 BvL 7/14, 1 BvR 1375/14 –, sui contratti di lavoro a tempo determinato privi di causa ................................................................................ 11 Germania RICORSO DIRETTO – SCANDALO “DIESEL” Tribunale costituzionale federale, ordinanze del 27 giugno 2018 – 2 BvR 1405/17, 2 BvR 1780/17, 2 BvR 1562/17, 2 BvR 1287/17, 2 BvR 1583/17, in merito allo scandalo ‘Diesel’ della Volkswagen AG ................................... 13 Stati Uniti CORTE SUPREMA – COMPOSIZIONE Il Presidente Trump nomina Brett Kavanaugh alla Corte suprema federale ... 15
Spagna IMMIGRAZIONE – UNIONE EUROPEA Il Tribunale supremo dichiara che il Governo spagnolo non ha adempiuto agli impegni assunti con l’Ue per il ricollocamento dei migranti provenienti da Italia e Grecia .......................................................................... 19 Francia FUNZIONARIO PUBBLICO – ENTI LOCALI Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-727 QPC del 13 luglio 2018, Commune de Ploudiry, sulla disciplina delle indennità nella funzione pubblica territoriale ......................................................................................... 23 Germania CATALOGNA – MANDATO DI ARRESTO EUROPEO Corte superiore dello Schleswig Holstein, decisione del 12 luglio 2018, sulla consegna alla Spagna dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont ... 25 Spagna PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO – REGOLAMENTAZIONE GENERALE Il Tribunale costituzionale dichiara parzialmente incostituzionale la legge sul procedimento amministrativo comune ......................................... 29 Germania RADIOTELEVISIONE – CANONE Tribunale costituzionale federale, sentenza del 18 luglio 2018 (1 BvR 1675/16, 1 BvR 981/17, 1 BvR 836/17, 1 BvR 745/17), in tema di pagamento del canone per la radiotelevisione ................................................................... 33 Spagna CATALOGNA – MANDATO DI ARRESTO EUROPEO Ritirato il mandato d’arresto europeo nei confronti dell’ex presidente Puigdemont ed altri secessionisti catalani ....................................................... 35 Israele STATO NAZIONALE – EBRAISMO Approvata la Basic Law su “Israele come Stato nazione del popolo ebraico” .......................................................................................... 37
Francia COMMERCIO – SEGRETO COMMERCIALE Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-768 DC del 26 luglio 2018, Legge sulla protezione del segreto commerciale ............................................ 39 Francia CORTE DI CASSAZIONE – INTERPRETAZIONE CONFORME A COSTITUZIONE Cour de cassation, decisione n. 18-90.017, sulla riserva di interpretazione emessa dalla Cour de cassation nell’ambito di una decisione di non-lieu à renvoi di una QPC al Conseil constitutionnel .............................................. 43 Regno Unito FINE VITA – INTERRUZIONE TRATTAMENTI SANITARI Corte suprema, sentenza An NHS Trust and others (Respondents) v Y (by his litigation friend, the Official Solicitor) and another (Appellants), [2018] UKSC 46, del 30 luglio 2018, in tema di interruzione di trattamenti sanitari per pazienti in stato vegetativo ........................................................................ 45 Regno Unito RIFUGIATI – AMBITO DI APPLICAZIONE DELLA CONVENZIONE ONU Corte suprema, sentenza R (on the application of Tag Eldin Ramadan Bashir and others) (Respondents) v Secretary of State for the Home Department (Appellant), [2018] UKSC 45, del 30 luglio 2018, in tema di estensione alle basi sull’isola di Cipro della Convenzione Onu sui rifugiati ................... 49
FRANCIA AVVOCATI – CONTRIBUTI Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-716 QPC del 29 giugno 2018, Société Guillemin et Msika, sui c.d. droits de plaidoierie ed il finanziamento dell’assicurazione sulla vecchiaia degli avvocati 03/07/2018 Il Conseil constitutionnel è stato adito dalla Cour de cassation, che ha sollevato una questione prioritaria di costituzionalità avente ad oggetto l’art. L. 723-3 del Codice della previdenza sociale. Tali disposizioni stabiliscono che i c.d. droits de plaidoirie, ovvero i diritti riversati agli avvocati dai loro clienti o dalla parte condannata a pagare le spese processuali, per l’esercizio della loro attività, devono essere destinati al finanziamento dell’assicurazione sulla vecchiaia degli avvocati, gestita dalla Cassa forense (Caisse nationale des barreaux français). Le disposizioni contestate pongono una distinzione tra gli avvocati che esercitano la loro attività a titolo principale e quelli che la esercitano a titolo accessorio. Nel secondo caso, gli avvocati sono tenuti al versamento di una contribution équivalente. Tale contributo si distingue dai droits de plaidoierie, in quanto il legislatore ha fissato un tetto massimo ai redditi presi in considerazione per determinarne l’importo. La società ricorrente nel giudizio a quo sosteneva che tali disposizioni violassero il principio di uguaglianza davanti alla legge ed agli oneri pubblici, giacché, qualora si tratti del versamento dei diritti di plaidoierie, la partecipazione al finanziamento del regime di assicurazione sulla vecchiaia non è limitata da un tetto massimo, mentre lo è per gli avvocati che versano la c.d. contribution équivalente. Il Conseil constitutionnel ha stabilito che i droits de plaidoierie non sono da considerare come una tassazione personale gravante sul loro reddito professionale 1. Di conseguenza, è irrilevante il fatto che gli avvocati percepiscano tali diritti prima di riversarli nella loro integralità alla cassa forense. Il discorso è invece diverso per la contribution équivalente, la quale grava direttamente sui redditi degli avvocati che vi sono sottoposti. Il Conseil ha quindi stabilito che, instaurando tale differenza di trattamento tra gli avvocati, il legislatore ha inteso 1 La decisione è reperibile on line alla pagina https://www.conseil- constitutionnel.fr/decision/2018/2018716QPC.htm. 7
tenere conto del fatto che i droits de plaidoierie costituiscono una partecipazione specifica al servizio pubblico della giustizia. Il Conseil ha poi ricordato che il legislatore ha creato la contribution équivalente al fine di limitare gli oneri che gravano sui redditi degli avvocati che non esercitano tale attività a titolo principale. Al riguardo, ha stabilito che la differenza di trattamento che risulta dall’assenza di tetto massimo per i droits de plaidoierie è giustificata dal fatto che tale contributo pesa sugli avvocati che vi sono sottoposti mentre i droits de plaidoierie gravano sulle persone condannate e non sugli avvocati che li riversano. Considerando che tale differenza di trattamento è fondata su una diversità di situazione che si collega all’obiettivo perseguito dalla legge, il Conseil ha concluso per la costituzionalità delle disposizioni contestate. Céline Torrisi 8
FRANCIA STRANIERO – IMMIGRAZIONE IRREGOLARE Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-717/718 QPC del 6 luglio 2018, M. Cédric H. et autre, sul delitto di aiuto all’ingresso, alla circolazione o al soggiorno irregolari di uno straniero 09/07/2018 Il Conseil constitutionnel è stato adito dalla Corte di cassazione in riferimento ad una questione prioritaria di costituzionalità avente ad oggetto gli articoli L. 622-1 e L. 622-4 del Codice dell’ingresso e del soggiorno degli stranieri e del diritto di asilo, nella loro redazione risultante dalla legge n. 2012-1560 del 31 dicembre 2012. In applicazione del primo comma dell’art. L. 622-1, il fatto di favorire, direttamente o indirettamente, l’ingresso, la circolazione o il soggiorno irregolari di uno straniero costituisce un delitto punito con 5 anni di reclusione e 30.000 euro di multa. L’art. 622-4 prevede vari casi di esenzione: il 3° punto, in particolare, stabilisce una immunità penale per tutte le persone fisiche o giuridiche che abbiano favorito lo straniero, senza alcuna contropartita diretta o indiretta, fornendo consigli legali o prestazioni quali ristoro, alloggio o cure mediche destinate ad assicurare condizioni di vita dignitose e decenti, oppure contribuendo a preservare la dignità o l’integrità fisica dello straniero. Le disposizioni venivano denunciate, invocando una violazione del principio di solidarietà (fraternité), in ragione della limitazione dell’immunità penale, che non andava a coprire qualunque atto di natura puramente umanitaria, che fosse stato posto in essere senza alcuna contropartita diretta o indiretta. Nel decidere la questione, il Conseil ha affermato 1, per la prima volta, che la fraternité è un principio di rango costituzionale, all’uopo rifacendosi al motto della Repubblica (“Liberté, Égalité, Fraternité”), enunciato anche all’art. 2 della Costituzione, nonché ai riferimenti contenuti nel Preambolo della Costituzione ed all’art. 72-3. Dal principio così enunciato, si è dedotta la sussistenza della libertà di aiutare gli altri, con uno scopo umanitario, a prescindere dalla condizione di regolarità del 1 La sentenza è reperibile on line alla pagina https://www.conseil- constitutionnel.fr/decision/2018/2018717_718QPC.htm. 9
soggiorno sul territorio nazionale del destinatario dell’aiuto. Il Conseil ha avuto cura di rilevare, tuttavia, che nessuna regola di rango costituzionale garantisce agli stranieri un diritto generale ed assoluto di ingresso e soggiorno sul territorio francese. L’obiettivo della lotta contro l’immigrazione irregolare è una componente della protezione dell’ordine pubblico, che rappresenta un obiettivo di valore costituzione, di talché si impone un bilanciamento tra il principio di solidarietà e la protezione dell’ordine pubblico, bilanciamento i cui termini concreti debbono essere definiti dal legislatore. Sulla scorta di queste premesse generali, si è pronunciata una dichiarazione di incostituzionalità dell’art. L. 622-4, nella parte in cui non estendeva l’immunità penale all’ausilio fornito alla circolazione dello straniero in situazione irregolare che si traducesse in un corollario dell’ausilio fornito per il soggiorno e che fosse motivato da uno scopo umanitario. Di contro, si è escluso che il principio di solidarietà imponga che l’immunità debba essere necessariamente estesa all’ausilio fornito all’ingresso irregolare, poiché è con tale ingresso (e non con il soggiorno o la circolazione) che viene a costituirsi la situazione illecita di irregolarità. Il Conseil ha pronunciato altresì una riserva di interpretazione, volta ad estendere la portata dell’immunità penale di cui al precitato punto 3° oltre gli atti specificamente enunciati: l’immunità deve, infatti, riguardare anche qualunque altra forma di aiuto posta in essere per uno scopo umanitario. Se gli effetti della riserva di interpretazione sono, ovviamente, immediati, per quanto attiene a quelli della declaratoria di incostituzionalità, il Conseil ha ritenuto di doverli differire al 1° dicembre 2018, onde lasciare al legislatore il tempo di modificare adeguatamente il quadro normativo, nell’esercizio del suo potere discrezionale. Céline Torrisi 10
GERMANIA LAVORO – CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO Tribunale costituzionale federale, ordinanza del 6 giugno 2018 – 1 BvL 7/14, 1 BvL 7/14, 1 BvR 1375/14 –, sui contratti di lavoro a tempo determinato privi di causa 09/07/2018 Il Bundesverfassungsgericht, nell’ambito di un ricorso incidentale promosso da un tribunale del lavoro nonché di un ricorso diretto, ha ritenuto compatibile con la Legge fondamentale il divieto di iterare contratti di lavoro a termine senza indicazione di una causa, divieto sancito dall’art. 14, comma 2, per. 2 TzBfG (Teilzeit- und Befristungsgesetz - legge sul lavoro a tempo parziale ed a termine) 1. La norma scrutinata permette, infatti, la stipula di un contratto a termine c.d. “acausale” per una sola volta tra le stesse parti (all’inizio del loro rapporto di lavoro). Ciò è in linea di principio compatibile con i parametri costituzionali, in quanto l’impedimento di una iterazione di contratti di lavoro limitati nel tempo e la garanzia di un impiego stabile ovvero a tempo indeterminato come regola tiene conto del compito dello Stato di tutelare il lavoratore come parte tendenzialmente più debole nel rapporto di lavoro e del principio dello stato sociale. Il Tribunale costituzionale ha però evidenziato che ciò vale solo nei casi in cui i lavoratori necessitino realmente di tale tutela, alla luce del tipo e dell’estensione del loro impiego precedente, e se si ponga in questione la ‘regola’ del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Un divieto generale di un secondo contratto acausale può essere irragionevole se non sussiste, in concreto, il pericolo di uno sfruttamento della posizione più debole del lavoratore, ad esempio se da un precedente impiego sono passati vari anni, se l’impiego era di una natura differente o di durata molto breve. In questi casi, i giudici di merito possono infatti limitare il campo di applicazione della norma scrutinata che sancisce in genere il divieto di un secondo contratto a termine acausale. Il Tribunale costituzionale non ha condiviso invece la posizione della Corte suprema federale di lavoro secondo cui il divieto di cui alla norma non doveva applicarsi generalmente in relazione ad un nuovo contratto acasuale se dal primo 1 Un comunicato stampa relativo all’ordinanza è disponibile in lingua inglese alla pagina web: https://www.bundesverfassungsgericht.de/SharedDocs/Pressemitteilungen/EN/2018/bvg18- 047.html. 11
contratto acausale fossero trascorsi almeno tre anni. Tale orientamento non poteva dirsi in linea con la volontà del legislatore, che ha imposto la regola del contratto a tempo indeterminato. In ogni caso, è necessario dunque tener conto delle concrete circostanze della fattispecie. Maria Theresia Roerig 12
GERMANIA RICORSO DIRETTO – SCANDALO “DIESEL” Tribunale costituzionale federale, ordinanze del 27 giugno 2018 – 2 BvR 1405/17, 2 BvR 1780/17, 2 BvR 1562/17, 2 BvR 1287/17, 2 BvR 1583/17, in merito allo scandalo ‘Diesel’ della Volkswagen AG 09/07/2018 Il Bundesverfassungsgericht ha ritenuto irricevibili due ricorsi diretti della Volkwagen AG, due ricorsi diretti dello studio legale internazionale Jones Day, incaricato dalla Volkswagen AG di svolgere verifiche interne ed assistenza nell’ambito delle indagini preliminari negli Stati Uniti circa le vicende della manipolazione di gas di scarico delle vetture Diesel, nonché un ricorso diretto di un avvocato appartenente allo stesso studio, tutti aventi ad oggetto la perquisizione ed il sequestro di documentazione relativa allo scandalo “Diesel” della Volkswagen 1. Ad avviso del Tribunale costituzionale, l’ordine di perquisizione degli uffici di Monaco di Baviera dello studio legale Jones Day e la conferma del sequestro della documentazione ivi rinvenuta ai fini del’esame nell’ambito delle indagini non sono criticabili dal punto di vista costituzionale. La Volkswagen AG non è stata lesa né nel proprio diritto all’autodeterminazione dell’informazione né nel diritto ad un equo processo tramite il sequestro. In merito alla perquisizione, la Volkswagen AG non ha invece alcun interesse a ricorrere. Inoltre, lo studio legale Jones Day non è titolare di diritti fondamentali e quindi non ha il diritto di ricorrere. Nemmeno in capo all’avvocato ricorrente si può ravvisare un tale diritto. Maria Theresia Roerig 1 Un comunicato stampa relativa alle ordinanze è disponibile in lingua inglese alla pagina web: https://www.bundesverfassungsgericht.de/SharedDocs/Pressemitteilungen/EN/2018/bvg18- 057.html. 13
STATI UNITI CORTE SUPREMA – COMPOSIZIONE Il Presidente Trump nomina Brett Kavanaugh alla Corte suprema federale 10/07/2018 Nella tarda serata del 9 luglio, il Presidente Donald Trump ha nominato Brett Kavanaugh, attualmente giudice della corte di appello del District of Columbia Circuit, alla Corte suprema. La prossima fase sarà l’udienza davanti al Senate Judiciary Committee, che valuterà l’opportunità di sottoporre la candidatura al voto del Senato in seduta plenaria. Se positivo, il voto confermerà l’idoneità di Kavanaugh ad essere formalmente nominato dal Presidente. Il giudice Kavanaugh, nato nel 1965 a Washington, ha completato gli studi giuridici all’università di Yale. Nel 1993, è stato assistente di studio del Justice Anthony Kennedy alla Corte suprema. Già prima di essere nominato alla corte di appello federale all’età insolitamente giovane di 38 anni, aveva lavorato per l’avvocato indipendente Kenneth Starr nell’ambito delle indagini sull’eventuale impeachment del Presidente Bill Clinton 1. A seguito delle elezioni presidenziali del 2000, aveva lavorato sul secondo conteggio dei voti dalla Florida, vicenda che avrebbe poi portato alla decisione della Corte suprema federale con cui era stata assegnata la vittoria a George W. Bush 2. Kavanaugh è stato anche avvocato della Casa Bianca nonché segretario del personale durante la presidenza di Bush junior. Per quanto riguarda l’orientamento giurisprudenziale di Kavanaugh, si è dimostrato un conservatore convinto, sebbene non dei più radicali. 1 Può essere interessante notare che in quel contesto, Kavanaugh aveva sostenuto una definizione ampia dell’ostruzione della giustizia per la quale Clinton rischiava l’impeachment, estendendola anche alle falsità che quest’ultimo avrebbe dichiarato al proprio personale ed al pubblico statunitense; le stesse motivazioni sono state addotte da Robert S. Mueller, lo special counsel attualmente impegnato nelle indagini contro il Presidente Trump. Tuttavia, alla fine del suo incarico presso la Casa Bianca, si è espresso a favore dell’immunità presidenziale da azioni civili e penali (essendo a suo avviso sufficiente il meccanismo dell’impeachment). V. M. LANDLER – M. APUZZO, Brett Kavanaugh, Supreme Court Front- Runner, Once Argued Broad Grounds for Impeachment, in The New York Times, 5 luglio 2018, https://www.nytimes.com/2018/07/05/us/politics/brett-kavanaugh-supreme-court- impeachment.html. 2 Bush v. Gore, 531 U.S. 98, del 2000. 15
Gli osservatori liberali esprimono il timore che la massima corte federale compirà, con la nomina di Kavanaugh, una forte virata a destra, con ripercussioni soprattutto sul rovesciamento di sentenze fondamentali in tema di aborto, affirmative actions e matrimoni tra persone dello stesso sesso. Preoccupazioni sono espresse anche circa le sue posizioni fortemente a favore dell’accentramento del potere esecutivo a scapito delle agenzie amministrative federali (avendo ad esempio ritenuto incostituzionale il Consumer Financial Protection Bureau 3). Tuttavia, sottolineano altri, Kavanaugh potrebbe non essere il candidato ideale per i conservatori: alcuni esponenti della destra lo ritengono potenzialmente inaffidabile, citando la sua giurisprudenza asseritamente lesiva della libertà religiosa e, per contro, di sostegno alla legge sull’assicurazione sanitaria voluta dal Presidente Obama 4; infine, la sua produzione giurisprudenziale e giuridica in generale sarebbe eccessivamente lunga da permettere una valutazione celere davanti al Senato, di talché la sua conferma potrebbe non arrivare prima dell’inizio del nuovo Term nell’ottobre 2018 5. Peraltro, l’ingresso di un nuovo giudice potrebbe non portare a sconvolgimenti, poiché da alcuni anni ormai la giurisprudenza della Corte suprema adotta un approccio “incrementale”, più che radicale, nell’apportare modifiche all’assetto giuridico statunitense 6: per esempio, la Corte non ha avuto la necessità di rovesciare Roe v. Wade 7, la sentenza miliare in tema di aborto, per ostacolare, di fatto, la possibilità di abortire nello Stato del Texas 8. 3 United States Court of Appeals, District of Columbia Circuit, PHH Corporation, et al., Petitioners v. Consumer Financial Protection Bureau, Respondent, No. 15-1177, del 2016, https://caselaw.findlaw.com/us-dc-circuit/1750805.html. 4 D. MATTHEWS, Brett Kavanaugh, Donald Trump’s Supreme Court Pick, explained, in Vox.com, 9 luglio 2018, https://www.vox.com/2018/7/9/17548782/brett-kavanaugh-trump- supreme-court-anthony-kennedy. 5 Ibid. 6 R. BARNES, A more conservative Supreme Court could step, not lurch, to the right, in The Washington Post, 9 luglio 2018, https://www.washingtonpost.com/politics/courts_law/a-more- conservative-supreme-court-could-step-not-lurch-to-the-right/2018/07/09/48997ae6-83a4-11e8- 8553-a3ce89036c78_story.html?utm_term=.04812c14190e. 7 410 U.S. 113, del 1973. 8 Ibid. V. anche M. GARCIA, In many states, the end of Roe v. Wade is already here, in Vox.com, 9 luglio 2018, https://www.vox.com/2018/7/3/17526222/abortion-states-access-roe-v- wade-kennedy. 16
In ogni caso, è probabile che la nomina, qualora venisse confermata, non plachi le critiche mosse in misura crescente contro la Corte suprema negli anni recenti, critiche motivate dal fatto che i giudici sarebbero poco più che “politici con la toga”, fedeli sostenitori delle posizioni dei presidenti che li hanno nominati 9. Sarah Pasetto 9 BARNES, op. cit. 17
SPAGNA IMMIGRAZIONE – UNIONE EUROPEA Il Tribunale supremo dichiara che il Governo spagnolo non ha adempiuto agli impegni assunti con l’Ue per il ricollocamento dei migranti provenienti da Italia e Grecia 16/07/2018 Nel 2015, anno della crisi dei rifugiati in Europa, le decisioni (UE) 2015/1523 del Consiglio, del 14 settembre 2015 1, e 2015/1601 2, del 22 settembre 2015, istituirono misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell’Italia e della Grecia. Entro 24 mesi, gli altri Stati membri avrebbero dovuto provvedere all’adozione di misure di sostegno per la gestione di questi flussi migratori. Periodicamente avrebbero dovuto offrire disponibilità di posti, approvare le liste inviate dalle autorità italiane e greche ed accogliere le persone da – utilizzando la terminologia delle decisioni – ricollocare, fino al raggiungimento finale delle quote di accoglienza stabilite. La Spagna avrebbe dovuto ricollocare 19.449 migranti e, nonostante l’art. 4, comma 5, della decisione (UE) 2015/1601 permettesse agli Stati membri di richiedere, in circostanze eccezionali, una riduzione della quota spettante (fino ad un 30%), il Governo spagnolo aveva deciso di non usufruire di questa possibilità. Tuttavia, nei primi mesi del 2017, aveva offerto solo il 12,85% dei posti richiesti ed effettuato solo il 6,46% dei ricollocamenti che gli spettavano. Per questi motivi, il 21 aprile 2017, l’Associació de suport a stop mare mortum aveva inoltrato una richiesta al Governo spagnolo reclamando l’adempimento immediato degli obblighi assunti con l’Unione europea. La richiesta era stata respinta con il meccanismo del silenzio rifiuto, dunque l’associazione aveva deciso di presentare un ricorso dinanzi il Tribunale supremo, poiché, ai sensi dell’art. 48, comma 1, della legge n. 39/2015, del 1º ottobre 3, sul procedimento amministrativo comune delle Pubbliche amministrazioni, sono 1 Il testo è reperibile on line alla pagina https://eur-lex.europa.eu/legal- content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32015D1523. 2 Il testo è reperibile on line alla pagina https://eur-lex.europa.eu/legal- content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32015D1601. 3 Il testo consolidato della legge è reperibile on line alla pagina https://www.boe.es/buscar/act.php?id=BOE-A-2015-10565&tn=0&p=20180622. 19
annullabili gli atti dell’amministrazione che incorrano in qualsivoglia infrazione all’ordinamento. Considerando che le decisioni del Consiglio sono obbligatorie in tutti i loro elementi (art. 288 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea), il mancato adempimento degli obblighi imposti dalle decisioni 2015/1523 e 2015/1601 non poteva non ritenersi un’infrazione all’ordinamento giuridico. Di conseguenza, l’Associació de suport a stop mare mortum chiedeva al Tribunale supremo: i) che dichiarasse illegittima la decisione amministrativa di rigetto; ii) che dichiarasse che il Governo spagnolo non aveva adempiuto agli obblighi previsti dalle decisioni del Consiglio; iii) che ordinasse al Governo spagnolo di adempiere con urgenza agli anzidetti obblighi, offrendo immediatamente 10.586 posti di ricollocamento alla Grecia e 5.738 all’Italia. L’avvocato dello Stato, oltre a denunciare il difetto di legittimazione attiva dell’associazione ricorrente, riteneva che la giurisdizione contenzioso- amministrativa difettasse della competenza necessaria per giudicare sull’adempimento degli obblighi di cui alle decisioni 2015/1523 e 2015/1601; evidenziava anche il fatto che la Commissione europea non avesse dato inizio ad alcuna procedura di infrazione nei confronti della Spagna, a differenza di quanto accaduto con Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, che si erano rifiutate in toto di accogliere migranti nell’ambito di questo programma. In subordine, l’avvocato dello Stato chiedeva al Tribunale supremo di adire in via pregiudiziale la Corte di giustizia dell’Ue, affinché questa dichiarasse se il controllo delle decisioni di emergenza affidate alla Commissione e al Consiglio dovesse considerarsi esclusivo o se, per contro, potesse essere condiviso con i tribunali interni ed a quali condizioni, per evitare che gli organi europei ed interni potessero giungere a soluzioni contradditorie. La sala contenzioso-amministrativa del Tribunale supremo con sentenza del 9 luglio 2018 (n. Roj: STS 2546/2018) ha parzialmente accolto il ricorso 4. Il Tribunale supremo non ha ritenuto necessario adire la Corte di giustizia e ha rivendicato la propria competenza ad esercitare il controllo dell’attività dell’amministrazione nazionale nell’adempimento e nell’esecuzione degli obblighi derivanti del diritto eurounitario 5; tale competenza non è stata ritenuta in contradizione con i poteri della Commissione di instaurare, qualora ritenuto 4 Il testo della sentenza è reperibile on line alla pagina http://www.poderjudicial.es/search/openDocument/b06a3b9ac1ef852f; il relativo comunicato stampa può essere consultato alla pagina http://www.poderjudicial.es/cgpj/es/Poder- Judicial/Tribunal-Supremo/Noticias-Judiciales/El-Tribunal-Supremo-condena-al-Estado-por- incumplir-su-obligacion-de-tramitar-las-solicitudes-de-asilo-de-19-449-refugiados. 5 V. il Fundamento de Derecho – FD – 5. 20
opportuno, una procedura di infrazione. Perfino in caso di pendenza di un ricorso per infrazione sarebbe stato possibile adire la giurisdizione interna, unica via perché i privati possano far valere i loro diritti, fermo restando che, nel caso si verificasse una tale situazione, il giudice nazionale dovrebbe aspettare la decisione della Corte di giustizia prima di pronunciarsi 6. La natura provvisoria delle misure di ricollocamento non permette di ritenere, come sosteneva l’avvocato dello Stato, che, una volta superato il termine di applicazione previsto, non sia più possibile accogliere il ricorso nei termini proposti dalla ricorrente 7. La Corte di giustizia dell’UE 8 è stata molto chiara nel dichiarare la temporaneità delle misure decise per affrontare l’emergenza migranti, tuttavia, tenendo conto delle resistenze dimostrate delle autorità nazionali, la Commissione ha avvertito nell’undicesima relazione sui programmi di ricollocamento e di reinsediamento di emergenza dell’UE, del 12 aprile 2017, che l’obbligo giuridico di ricollocare i migranti non sarebbe cessato dopo settembre del 2017 9. Ad avviso del Tribunale supremo, la complessità delle operazioni poste in essere dalla Spagna per chiamare e ricollocare i migranti 10 non ostava a constatare l’inadempimento degli obblighi assunti, trascorso oltre un anno e mezzo dalla fine della validità delle decisioni del Consiglio 11. Secondo un rapporto dell’Ufficio asilo e rifugio (OAR), al 22 marzo 2018, la Spagna aveva offerto appena il 12,85% dei posti e aveva accolto 235 migranti provenienti dall’Italia e 1124 dalla 6 V. il FD 7. 7 V. il FD 13. 8 V. la sentenza del 6 settembre 2017 (Repubblica slovacca e Ungheria c. Consiglio dell’Unione europea, cause riunite C‑643/15 e C‑647/15), che ha respinto i ricorsi di annullamento presentati nei confronti della decisione 2015/1601. Il testo della pronuncia è reperibile on line alla pagina http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?docid=194081&doclang=IT. 9 “As stressed in the previous report, if Member States do not increase their relocations soon, and if the pressure on Greece and Italy is not alleviated, the Commission will not hesitate to make use of its powers under the Treaties. In any case, pursuant to the Council Decisions, Member States’ legal obligations do not stop after September 2017. Therefore, the relocation procedure set out in those Decisions must still be carried out by the Member States for eligible applicants within a reasonable timeframe thereafter”. Il testo completo è reperibile in https://ec.europa.eu/home-affairs/sites/homeaffairs/files/what-we- do/policies/european-agenda- migration/20170412_eleventh_report_on_relocation_and_resettlement_en.pdf. 10 V. il FJ 14. 11 V. i FFDD 16-17. 21
Grecia (meno del 7% della quota di ricollocamento). Cionondimeno, il tribunale ha riconosciuto che si sono verificati problemi di coordinamento con le autorità italiane e greche che non hanno giovato alla buona riuscita degli obiettivi delle decisioni del Consiglio. La complessità del processo di ricollocamento, la necessità di cooperare con Grecia e Italia e le misure da adottare hanno imposto che la dichiarazione di inadempimento parziale degli obblighi periodici delle anzidette decisioni comportasse la condanna allo Stato spagnolo a continuare ad applicare le misure previste dalle decisioni e conformi agli accordi che le istituzioni europee potessero adottare successivamente 12. Il Governo spagnolo ha dichiarato di essere disposto ad adempiere alla decisione del Tribunale supremo 13 e l’Associació de suport a stop mare mortum ha sottolineato che si è trattato di una decisione pioneristica in materia 14. Carmen Guerrero Picó 12 V. il FD 18. 13 Cfr. Marlaska expresa la “voluntad real” de cumplir la sentencia del Supremo sobre los refugiados, in Eldiario, del 12/07/2018, https://www.eldiario.es/politica/Marlaska-voluntad- sentencia-Supremo-refugiados_0_791971020.html. 14 Cfr. Historical Judgement in Spain concerning asylum rights, del 13/07/2018, https://www.stopmaremortum.org/noticies/historical-judgement-in-spain-concerning-asylum- rights/. 22
FRANCIA FUNZIONARIO PUBBLICO – ENTI LOCALI Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-727 QPC del 13 luglio 2018, Commune de Ploudiry, sulla disciplina delle indennità nella funzione pubblica territoriale 16/07/2018 Il Conseil constitutionnel è stato adito dal Conseil d’État in riferimento ad una questione prioritaria di costituzionalità avente ad oggetto il primo comma dell’art. 88 della legge n. 84-53 del 26 gennaio 1984 sulle disposizioni statutarie relative alla funzione pubblica territoriale, come modificato dalla legge n. 2016-483 del 20 aprile 2016 sulla deontologia, sui diritti e sugli obblighi dei funzionari. Tali disposizioni stabilivano che gli organi deliberanti degli enti locali possono determinare la disciplina delle indennità dei dipendenti pubblici, nel limite di quella applicabile ai funzionari dello Stato centrale. Nello specifico, si stabiliva che, nel definire tale disciplina, si potesse tenere conto delle condizioni di esercizio delle funzioni e dell’impegno professionale dei dipendenti e che, qualora i funzionari dello Stato centrale godessero di una indennità riversata in due parti, l’organo deliberante dovesse fissare il tetto massimo applicabile a ciascuna delle parti e determinarne i criteri. In ogni caso, la somma delle due parti non doveva superare il tetto globale del premio riconosciuto ai dipendenti dello Stato centrale. Le disposizioni venivano denunciate invocando la violazione del principio di libera determinazione degli enti locali (libre administration des collectivités locales). I ricorrenti nel giudizio a quo sostenevano, in effetti, che, tali disposizioni costringerebbero gli enti che attuano un regime indennitario (tenendo conto delle condizioni di esercizio delle proprie funzioni e dell’impegno professionale dei propri dipendenti) a seguire quanto stabilito dalla disciplina statale. Sostenevano, inoltre, che, non avendo esercitato pienamente le proprie competenze (c.d. incompetenza negativa) e avendo subordinato la scelta degli enti locali a quella fatta dallo Stato centrale, il legislatore avesse leso il principio di libera determinazione degli enti locali nonché quello di uguaglianza davanti alla legge. 23
Dopo aver ricordato le condizioni nelle quali il legislatore può sottoporre gli enti locali ad alcuni obblighi o ad alcuni oneri, il Conseil constitutionnel 1 ha richiamato la giurisprudenza del Conseil d’État, il quale ha stabilito che, quando i dipendenti dello Stato centrale godono di un regime indennitario che tenga conto sia delle condizioni di esercizio delle funzioni sia dell’impegno professionale dei lavoratori, gli enti locali non possono instaurare una disciplina indennitaria che tenga conto solo di uno dei due elementi. Il Conseil ha poi stabilito che le disposizioni contestate sono volte a garantire una certa parità tra il regime indennitario applicabile ai dipendenti dello Stato centrale e quello applicabile ai dipendenti degli enti locali. Adottando tali disposizioni, il legislatore ha quindi inteso contribuire all’armonizzazione delle condizioni di retribuzione dei dipendenti pubblici statali e territoriali nonché facilitare la mobilità tra le due categorie. A parere del Conseil, il legislatore ha, quindi, perseguito un obiettivo di interesse generale. È stato poi ricordato che gli enti locali che decidono di attuare tale regime sono liberi di determinare i tetti massimi applicabili a ciascuna delle indennità (con l’unica riserva che la loro somma non superi il tetto massimo globale del premio riconosciuto ai dipendenti dello Stato centrale) nonché i criteri di attribuzione delle medesime indennità. Sulla scorta di queste considerazioni, il Conseil constitutionnel ha dichiarato le disposizioni contestate conformi alla Costituzione. Céline Torrisi 1 La sentenza è reperibile on line alla pagina https://www.conseil- constitutionnel.fr/decision/2018/2018727QPC.htm. 24
GERMANIA CATALOGNA – MANDATO DI ARRESTO EUROPEO Corte superiore dello Schleswig Holstein, decisione del 12 luglio 2018, sulla consegna alla Spagna dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont 16/07/2018 In data 12 luglio 2018, la Corte superiore (OLG) dello Schleswig-Holstein ha stabilito l’ammissibilità della consegna del leader separatista catalano Carles Puigdemont alla Spagna per il reato di corruzione nella forma della malversazione, ovvero per il reato di uso illecito di denaro pubblico 1. La Corte tedesca ha invece confermato la precedente statuizione secondo cui l’estradizione del separatista catalana per il reato di ribellione (ai sensi dell’art. 472, commi 5 e 7, del Codice penale spagnolo) è inammissibile, andando quindi a negare, in relazione al reato politico, la fondatezza della richiesta che era stato il primo fondamento addotto dalle autorità spagnole per il mandato di cattura europeo. Il reato analogo alla ribellione in Germania, quello di «alto tradimento» (art. 81 StGB – Codice penale tedesco), è indissolubilmente legato alla violenza o all’appello alla violenza, che non sussistono nel caso di Puigdemont. Non risulta, infatti, sufficiente, nemmeno alla luce di un secondo esame da parte della corte, per poter affermare una “violenza” ai sensi della normativa tedesca che l’autore minacci o applichi la violenza per indurre un organo costituzionale ad una determinata azione. Al riguardo, è necessario che l’esercizio di violenza nei confronti di terzi induca una pressione tale sull’organo costituzionale che sia idonea a piegare la volontà contraria dello stesso. Ciò non poteva, ad avviso dei giudici tedeschi, affermarsi nel caso di specie. Sebbene atti violenti nel giorno delle elezioni siano stati attribuibili a Puigdemont quale iniziatore e fautore dell’attuazione del referendum, questi non sarebbero tuttavia stati idonei, in base alla loro intensità, modalità ed efficacia, a creare una pressione tale sul Governo spagnolo che esso si dovesse considerare costretto ad una “capitolazione rispetto 1 Il comunicato stampa della decisione (in lingua inglese) è reperibile on line alla pagina https://www.schleswig-holstein.de/DE/Justiz/OLG/Presse/PI/201806Puigdemontenglisch.html. Per una traduzione della decisione in lingua spagnola, v. La sentencia del tribunal alemán sostiene que el orden constitucional no peligró, in La Vanguardia, del 15/07/2018, https://www.lavanguardia.com/politica/20180715/45912373401/puigdemont-tribunal-alemania- resolucion-entrega.html. 25
alla pretesa” dei violenti (nemmeno alla luce del coinvolgimento dei “Mossos d’Esquadra”, la polizia regionale). Infine, non si poteva neppure affermare la sussistenza del reato del Landfriedensbruch (art. 125 StGB – violazione della pace di un paese): Carles Puigdemont voleva realizzare il referendum (che di per sé nemmeno può condurre alla separazione della Catalogna) e non era invece un leader intellettuale né un organizzatore (non direttamente presente sulla scena della violenza) con lo specifico scopo di realizzare atti violenti. La punibilità del reato (anche) in Germania (cioè la condizione di reciprocità) è un requisito per la consegna ai sensi dell’art. 3 della legge federale sulla cooperazione giudiziaria internazionale (IRG). Nella fattispecie non era dato individuarla per i reati di cui sopra. Con riferimento al reato di corruzione, invece, ed in particolare per l’appropriazione indebita di denaro pubblico ai sensi degli artt. 432, 252 del Codice penale spagnolo, la Corte tedesca ha ritenuto ammissibile la richiesta di consegna. La concreta condotta addebitata è infatti punibile anche in Germania. Le autorità spagnole hanno, ad avviso della Corte tedesca, addebitato in maniera condivisibile la co-responsabilità a Carles Puigdemont per gli impegni finanziari assunti a carico delle casse pubbliche (da ricordare è che, in una precedente decisione del 5 aprile 2018, la corte aveva sottolineato che fossero necessari altri chiarimenti e informazioni da parte delle autorità iberiche al fine di addivenire ad una decisione definitiva). Se le accuse potranno essere confermate, ciò non potrà che avvenire nell’ambito del procedimento penale spagnolo. Alla luce del fatto che Carles Puigdemont ha sempre rispettato le condizioni di arresto non è stato revocato il provvedimento che ha sospeso (l’esecuzione del)la detenzione. Carles Puigdemont è quindi rimasto in libertà. La Corte non ha ravvisato, infine, elementi per cui Carles Puigdemont potesse essere esposto al pericolo di una persecuzione politica di cui all’art. 6, comma 2, IRG; né ha ravvisato altri ostacoli alla consegna. A seguito alla decisione della corte superiore tedesca, accolta criticamente dalla dottrina spagnola 2, il Tribunale supremo sta vagliando tre opzioni 3: rifiutare la 2 V., per tutti, C. FERNÁNDEZ LIESA, El caso 1-O: Ante la Justicia internacional, in Abc, del 13/07/2018, https://www.abc.es/espana/abci-caso-ante-justicia-internacional-y- europea-201807130834_noticia.html; A. BETANCOR, El catalán errante, in El Mundo, del 14/07/2018, http://www.elmundo.es/opinion/2018/07/14/5b48d1ae46163fbd428b4591.html; e J. DE ESTEBAN, Alemania y el desprestigio de sus jueces, in El Mundo, del 16/07/2018, http://www.elmundo.es/espana/2018/07/14/5b49026bca47411b208b468e.html. 3 Cfr. Preguntas y respuestas sobre el futuro judicial de Puigdemont, in El País, del 15/07/2018, https://politica.elpais.com/politica/2018/07/13/actualidad/1531493772_280192.html; 26
consegna, mantenendo il mandato di arresto nazionale e riattivando il mandato di arresto europeo qualora Puigdemont entri nel territorio di un altro Stato membro; accettarla 4, senza poter giudicare l’ex presidente catalano per ribellione; adire la Corte di giustizia dell’UE, affinché questa si pronunci sull’applicazione del mandato di arresto europeo da parte dei giudici tedeschi. Maria Theresia Roerig e Carmen Guerrero Picó e El ‘match point’ de Llarena, in La Vanguardia, del 16/07/2018, https://www.lavanguardia.com/politica/20180716/45926696720/llarena-puigdemont-tribunal- alemane-xtradicion.html. 4 Su questa ipotesi, v. J. NIEVA-FENOLL, Un final previsible: la entrega parcial de Puigdemont, in Agenda Pública, del 12/07/2018, http://agendapublica.elperiodico.com/un-final- previsible-la-entrega-parcial-de-puigdemont/. 27
SPAGNA PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO – REGOLAMENTAZIONE GENERALE Il Tribunale costituzionale dichiara parzialmente incostituzionale la legge sul procedimento amministrativo comune 18/07/2018 La STC 55/2018, del 24 maggio 1, ha accolto parzialmente il ricorso in via principale presentato dal Governo catalano nei confronti di talune disposizioni della legge n. 39/2015, del 1º ottobre, sul procedimento amministrativo comune delle Pubbliche Amministrazioni, uno dei nuovi pilastri del diritto amministrativo spagnolo. La legge, oltre a consolidare la normativa precedente, ha introdotto rilevanti novità volte ad attuare il processo di semplificazione amministrativa e la politica di better regulation e smart regulation conformemente alle raccomandazioni dell’OCSE 2. Il fulcro del ricorso interessava aspetti rilevanti dell’iniziativa legislativa e della potestà normativa delle pubbliche amministrazioni 3 che, secondo il ricorrente, violavano lo Statuto di autonomia della Catalogna ed esorbitavano dalle competenze dello Stato per definire le bases del regime giuridico delle pubbliche amministrazioni ed il procedimento amministrativo comune (art. 149, comma 1, paragrafo 18, Cost.) 4. L’art. 129, comma 4, terzo paragrafo, della legge n. 39/2015 statuiva che, di regola, l’assemblea legislativa autonomica non potesse affidare l’attuazione regolamentare delle sue leggi alle consejerías (l’equivalente degli assessorati regionali) né ai loro organi. Tale attuazione doveva attribuirsi, salvo limitate e giustificate eccezioni, direttamente al Governo o al Consiglio di governo 1 Il testo della sentenza è reperibile on line alla pagina http://www.boe.es/boe/dias/2018/06/22/pdfs/BOE-A-2018-8574.pdf. 2 V. UFFICIO VALUTAZIONE IMPATTO DEL SENATO, La qualità della regolazione nell’ambito del Programma nazionale di riforme in Spagna, esperienze n. 10, 2016, https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/repository/UVI/10_- _oRIGINE_SPAGNA.pdf 3 Per ulteriori approfondimenti, v. C. PRIETO ROMERO, El nuevo procedimiento para la iniciativa legislativa y el ejercicio de la potestad reglamentaria, in Revista de Administración Pública, n. 201, settembre-dicembre 2016, 335-372, https://recyt.fecyt.es/index.php/RAP/article/download/54444/33076. 4 Sulla portata di queste competenze statali, v. il FJ 4. 29
autonomico. Le stesse considerazioni si applicavano alle norme con forza di legge emanate dai governi autonomici in conformità ai rispettivi Statuti di autonomia. Il Governo catalano denunciava la violazione dell’art. 68, comma 1, dello Statuto di autonomia catalano, che, nell’attribuire la potestà regolamentare originaria al Governo della Generalitat, non aveva vietato che l’attuazione in via regolamentare delle leggi autonomiche potesse essere affidata ad una consejería o un organo in essa integrato. Il Tribunale costituzionale ha confermato che la disposizione statutaria non può essere interpretata stricto sensu ed alla lettera. È formalmente possibile la decentralizzazione della potestà regolamentare, come era stato dichiarato in precedenza riguardo all’art. 97 Cost., che riconosce il potere regolamentare del Governo della nazione. Fermo restando quanto detto, l’illegittimità dell’art. 129, comma 4, terzo paragrafo, è derivata dal fatto che il legislatore ordinario statale non ha la competenza per provvedere alla ripartizione dei poteri normativi in seno alle istituzioni autonomiche, così come non può assegnare, eliminare, limitare o ripartire la potestà regolamentare nelle Comunità autonome. La regolamentazione di aspetti che formano parte del contenuto minimo necessario degli Statuti di autonomia viola, infatti, l’art. 147, comma 2, lettera c), Cost. 5. Sono state dichiarate “contrarie all’ordine costituzionale di competenza” (e non già incostituzionali), con la conseguenza che non si applicheranno alle Comunità autonome, ma soltanto allo Stato: i) talune disposizioni riguardanti i principi di buona regolamentazione 6, perché hanno invaso le competenze delle Comunità autonome riguardanti il procedimento di elaborazione delle proprie leggi; ii) altre norme relative alla pianificazione normativa ed alla partecipazione della cittadinanza nei progetti normativi 7, perché una così compiuta disciplina esorbita dalla competenza che autorizza lo Stato ad emanare le bases del regime giuridico delle pubbliche amministrazioni 8. Inoltre, sono stati dichiarati incostituzionali il secondo paragrafo dell’art. 6, comma 4, riguardante l’approvazione con orden ministerial dei modelli per il conferimento di poteri di rappresentanza iscrivibili nel Registro electrónico de 5 Secondo cui: “2. Gli Statuti di autonomia dovranno contenere: […] c) la denominazione, organizzazione e sede delle proprie istituzioni autonome” (enfasi aggiunto). La dichiarazione di incostituzionalità è stata circoscritta alle espressioni “o consiglio di governo rispettivo” e “o delle consejerías del governo”. V. il FJ 5. 6 Artt. 129 (eccezion fatta del comma 4, paragrafi secondo e terzo), 130, 132 e 133. 7 Artt. 132 e 133 (eccezion fatta dell’incipit del comma 1 e del primo paragrafo del comma 4). 8 V. il FJ 7. 30
apoderamientos, in quanto esorbitante dalle bases dello Stato 9, ed il secondo paragrafo della prima disposizione finale, che annoverava tra i titoli competenziali abilitanti della legge n. 39/2015 l’art. 149, comma 1, paragrafi 13 e 14, Cost. (competenze dello Stato in materia di pianificazione generale dell’attività economica e di finanza pubblica) 10. La seconda disposizione aggiuntiva della legge, sull’adesione delle Comunità autonome e degli enti locali alle piattaforme ed ai registri elettronici dell’Amministrazione generale dello Stato, infine, deve essere interpretata nel senso che essa non implica un’abilitazione per lo Stato ad esercitare un controllo amministrativo 11. La sentenza reca l’opinione dissenziente del giudice costituzionale María Luisa Balaguer Callejón. Carmen Guerrero Picó 9 V. il FJ 8. 10 V. il FJ 13. 11 V. il FJ 11. 31
GERMANIA RADIOTELEVISIONE – CANONE Tribunale costituzionale federale, sentenza del 18 luglio 2018 (1 BvR 1675/16, 1 BvR 981/17, 1 BvR 836/17, 1 BvR 745/17), in tema di pagamento del canone per la radiotelevisione 19/07/2018 Il Bundesverfassungsgericht ha deciso, nell’ambito di vari ricorsi diretti (di tre soggetti privati e di un imprenditore), che l’obbligo di versare il canone per la radiotelevisione sia essenzialmente compatibile con la Legge fondamentale (LF), sia nell’ambito privato che in quello commerciale 1. Non risulta invece compatibile con il principio di uguaglianza (art. 3, comma 1, LF) l’obbligo di versamento del canone per la seconda casa. I legislatori dei Länder (competenti in materia di radiodiffusione) dovranno quindi intervenire e provvedere ad adottare una nuova normativa al riguardo entro il 30 giugno 2020. La sentenza chiarisce come la Legge fondamentale non vieti tout court contributi tramite i quali i soggetti che ne hanno un beneficio partecipano alle spese di un ente pubblico. Nel caso del canone radiotelevisivo, il beneficio consiste nella possibilità di poter fruire della radiotelevisione pubblica. Non rileva, invece, l’effettiva disponibilità di apparecchi di ricezione o la volontà di un loro utilizzo. Nell’ambito privato, l’obbligo del canone ben può essere collegato al possesso di una abitazione, visto che la radiotelevisione viene tipicamente utilizzata a casa. I titolari di più case non devono tuttavia essere gravati dal pagamento di più canoni. Il Tribunale ha ritenuto che il canone sia legittimo anche in capo agli imprenditori ed ai titolari di autovetture (nella specie a noleggio) utilizzati non esclusivamente per scopi privati. Maria Theresia Roerig 1 Il comunicato stampa della decisione (in lingua inglese) è reperibile on line alla pagina https://www.bundesverfassungsgericht.de/SharedDocs/Pressemitteilungen/EN/2018/bvg18- 059.html. 33
SPAGNA CATALOGNA – MANDATO DI ARRESTO EUROPEO Ritirato il mandato d’arresto europeo nei confronti dell’ex presidente Puigdemont ed altri secessionisti catalani 20/07/2018 Con ordinanza del 19 luglio 2018 1, Pablo Llarena, giudice della sezione penale del Tribunale supremo, ha rinunciato alla consegna dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont nei termini accordati la scorsa settimana dalla Corte superiore dello Schleswig Holstein 2, ovvero perché fosse giudicato per il solo reato di malversazione di fondi pubblici e non per quello di ribellione o sedizione. Con tale decisione si è criticata la Corte tedesca, che avrebbe anticipato un giudizio di merito privo di base legale 3, discostandosi dalla decisione quadro 2002/584/GAI relativa al mandato d’arresto europeo e alle procedure di consegna e dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE, nonché dal Manuale 1 Il testo dell’ordinanza è reperibile on line alla pagina http://www.poderjudicial.es/stfls/TRIBUNAL%20SUPREMO/DOCUMENTOS%20DE%20INTER %C3%89S/Auto%20TS%20Penal%2019%20julio%202018.pdf. Il relativo comunicato stampa può essere consultato in: http://www.poderjudicial.es/cgpj/es/Poder-Judicial/Noticias-Judiciales/El- juez-del-Tribunal-Supremo-Pablo-Llarena-rechaza-la-entrega-de-Carles-Puigdemont-solo-por-el- delito-de-malversacion. Per un primo commento alla decisione, v. J. NIEVA-FENOLL, La Justicia española se aísla, in Agenda Pública, del 19/07/2018, http://agendapublica.elperiodico.com/la-justicia- espanola-se-aisla/; El rechazo de la entrega de Puigdemont, una decisión “sin precedentes” según los juristas, in El País, del 20/07/2018, https://elpais.com/politica/2018/07/19/actualidad/1532004052_189245.html; Llarena rechaza la entrega de Puigdemont, editoriale di La Vanguardia, del 20/07/2018, https://www.lavanguardia.com/opinion/20180720/45971991472/llarena-rechaza-la-entrega-de- puigdemont.html. V. anche La defensa de Puigdemont prevé que Llarena reactive la euroorden cuando haya sentencia, in La Vanguardia, del 20/07/2018, https://www.lavanguardia.com/politica/20180720/45973158772/defensa-puigdemont-pablo- llarena-reactive-euroorden-sentencia-1-o.html. 2 V. la precedente segnalazione Corte superiore dello Schleswig Holstein, decisione del 12 luglio 2018, sulla consegna alla Spagna dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont, del 16/07/2018. 3 V. il Fundamento de Derecho – FD – 5. 35
sull’emissione e l’esecuzione del mandato d’arresto europeo della Commissione europea 4. Considerati i dubbi rilevati dal pubblico ministero tedesco e manifestati dallo stesso Llarena nell’informativa integrativa inviata in Germania a sostegno della consegna di Puigdemont per il reato di ribellione, la Corte superiore dello Schleswig Holstein avrebbe dovuto adire in via pregiudiziale la Corte di giustizia in merito al concetto di “doppia incriminazione” ai sensi dell’art. 4, comma 1, della decisione quadro ed in merito alla portata del controllo da parte dell’autorità dello Stato di esecuzione del mandato. Il giudice spagnolo ha denunciato il mancato impegno della corte tedesca nella valutazione dei fatti passibili di aver infranto l’ordine costituzionale spagnolo; tale difetto sarebbe da ritenersi particolarmente grave in ragione della consapevolezza che il Tribunale supremo spagnolo, in quanto organo di emissione del mandato di arresto, avrebbe avuto preclusa la possibilità di adire la Corte di giustizia 5. In base alle suddette considerazioni, Llarena ha deciso di ritirare il mandato di arresto europeo spiccato nei confronti di Puigdemont e dei dirigenti separatisti Toni Comín, Meritxell Serret, Lluis Puig 6, Clara Ponsatí e Marta Rovira. Resta in vigore l’ordine di detenzione all’interno del territorio nazionale. Carmen Guerrero Picó 4 V. i FFDD 3-4 e 6. 5 Si citano a questo proposito le Conclusioni del 16 maggio 2018 dell’Avvocato generale Szpunar nella causa C-268/17, in concreto i paragrafi 26, 29, 30, 31, 32 e 33 (http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=202006&pageIndex=0&docla ng=EN&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=1314698). V. il FD 6. 6 Le autorità giudiziarie del Belgio avevano rifiutato la consegna di Comín, Serret e Puig per l’inadempimento dei requisiti di contenuto e forma del mandato d’arresto europeo, ai termini dell’art. 8, comma 1, della decisione quadro. V., in senso critico, il Fundamento de Derecho – FD – 2 della decisione. 36
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