CORTE COSTITUZIONALE SEGNALAZIONI SULL'ATTUALITÀ COSTITUZIONALE STRANIERA - SERVIZIO STUDI

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CORTE COSTITUZIONALE
        SERVIZIO STUDI

     Area di diritto comparato

SEGNALAZIONI SULL’ATTUALITÀ
 COSTITUZIONALE STRANIERA

                             a cura di
                       Carmen Guerrero Picó
                       Sarah Pasetto
                       Maria Theresia Rörig
                       Céline Torrisi
                             con il coordinamento di
                       Paolo Passaglia

         n. 16 (luglio 2018)
Avvertenza

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SOMMARIO

Francia
  AVVOCATI – CONTRIBUTI
  Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-716 QPC del 29 giugno 2018,
  Société Guillemin et Msika, sui c.d. droits de plaidoierie ed il finanziamento
  dell’assicurazione sulla vecchiaia degli avvocati .............................................. 7

Francia
  STRANIERO – IMMIGRAZIONE IRREGOLARE
  Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-717/718 QPC del 6 luglio 2018,
  M. Cédric H. et autre, sul delitto di aiuto all’ingresso, alla circolazione
  o al soggiorno irregolari di uno straniero .......................................................... 9

Germania
  LAVORO – CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO
  Tribunale costituzionale federale, ordinanza del 6 giugno 2018 – 1 BvL 7/14,
  1 BvL 7/14, 1 BvR 1375/14 –, sui contratti di lavoro a tempo
  determinato privi di causa ................................................................................ 11

Germania
  RICORSO DIRETTO – SCANDALO “DIESEL”
  Tribunale costituzionale federale, ordinanze del 27 giugno 2018 – 2 BvR
  1405/17, 2 BvR 1780/17, 2 BvR 1562/17, 2 BvR 1287/17, 2 BvR 1583/17,
  in merito allo scandalo ‘Diesel’ della Volkswagen AG ................................... 13

Stati Uniti
  CORTE SUPREMA – COMPOSIZIONE
  Il Presidente Trump nomina Brett Kavanaugh alla Corte suprema federale ... 15
Spagna
  IMMIGRAZIONE – UNIONE EUROPEA
  Il Tribunale supremo dichiara che il Governo spagnolo non ha adempiuto
  agli impegni assunti con l’Ue per il ricollocamento dei migranti
  provenienti da Italia e Grecia .......................................................................... 19

Francia
  FUNZIONARIO PUBBLICO – ENTI LOCALI
  Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-727 QPC del 13 luglio 2018,
  Commune de Ploudiry, sulla disciplina delle indennità nella funzione
  pubblica territoriale ......................................................................................... 23

Germania
  CATALOGNA – MANDATO DI ARRESTO EUROPEO
  Corte superiore dello Schleswig Holstein, decisione del 12 luglio 2018,
  sulla consegna alla Spagna dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont ... 25

Spagna
  PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO – REGOLAMENTAZIONE GENERALE
  Il Tribunale costituzionale dichiara parzialmente incostituzionale
  la legge sul procedimento amministrativo comune ......................................... 29

Germania
  RADIOTELEVISIONE – CANONE
  Tribunale costituzionale federale, sentenza del 18 luglio 2018 (1 BvR 1675/16,
  1 BvR 981/17, 1 BvR 836/17, 1 BvR 745/17), in tema di pagamento
  del canone per la radiotelevisione ................................................................... 33

Spagna
  CATALOGNA – MANDATO DI ARRESTO EUROPEO
  Ritirato il mandato d’arresto europeo nei confronti dell’ex presidente
  Puigdemont ed altri secessionisti catalani ....................................................... 35

Israele
  STATO NAZIONALE – EBRAISMO
  Approvata la Basic Law su “Israele come Stato nazione
  del popolo ebraico” .......................................................................................... 37
Francia
  COMMERCIO – SEGRETO COMMERCIALE
  Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-768 DC del 26 luglio 2018,
  Legge sulla protezione del segreto commerciale ............................................ 39

Francia
  CORTE DI CASSAZIONE – INTERPRETAZIONE CONFORME A COSTITUZIONE
  Cour de cassation, decisione n. 18-90.017, sulla riserva di interpretazione
  emessa dalla Cour de cassation nell’ambito di una decisione di non-lieu
  à renvoi di una QPC al Conseil constitutionnel .............................................. 43

Regno Unito
  FINE VITA – INTERRUZIONE TRATTAMENTI SANITARI
  Corte suprema, sentenza An NHS Trust and others (Respondents) v Y (by his
  litigation friend, the Official Solicitor) and another (Appellants), [2018]
  UKSC 46, del 30 luglio 2018, in tema di interruzione di trattamenti sanitari
  per pazienti in stato vegetativo ........................................................................ 45

Regno Unito
  RIFUGIATI – AMBITO DI APPLICAZIONE DELLA CONVENZIONE ONU
  Corte suprema, sentenza R (on the application of Tag Eldin Ramadan Bashir
  and others) (Respondents) v Secretary of State for the Home Department
  (Appellant), [2018] UKSC 45, del 30 luglio 2018, in tema di estensione
  alle basi sull’isola di Cipro della Convenzione Onu sui rifugiati ................... 49
FRANCIA
                              AVVOCATI – CONTRIBUTI

 Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-716 QPC del 29 giugno
 2018, Société Guillemin et Msika, sui c.d. droits de plaidoierie ed il
  finanziamento dell’assicurazione sulla vecchiaia degli avvocati

                                                                              03/07/2018

  Il Conseil constitutionnel è stato adito dalla Cour de cassation, che ha sollevato
una questione prioritaria di costituzionalità avente ad oggetto l’art. L. 723-3 del
Codice della previdenza sociale.
  Tali disposizioni stabiliscono che i c.d. droits de plaidoirie, ovvero i diritti
riversati agli avvocati dai loro clienti o dalla parte condannata a pagare le spese
processuali, per l’esercizio della loro attività, devono essere destinati al
finanziamento dell’assicurazione sulla vecchiaia degli avvocati, gestita dalla
Cassa forense (Caisse nationale des barreaux français). Le disposizioni contestate
pongono una distinzione tra gli avvocati che esercitano la loro attività a titolo
principale e quelli che la esercitano a titolo accessorio. Nel secondo caso, gli
avvocati sono tenuti al versamento di una contribution équivalente. Tale
contributo si distingue dai droits de plaidoierie, in quanto il legislatore ha fissato
un tetto massimo ai redditi presi in considerazione per determinarne l’importo.
    La società ricorrente nel giudizio a quo sosteneva che tali disposizioni
violassero il principio di uguaglianza davanti alla legge ed agli oneri pubblici,
giacché, qualora si tratti del versamento dei diritti di plaidoierie, la partecipazione
al finanziamento del regime di assicurazione sulla vecchiaia non è limitata da un
tetto massimo, mentre lo è per gli avvocati che versano la c.d. contribution
équivalente.
    Il Conseil constitutionnel ha stabilito che i droits de plaidoierie non sono da
considerare come una tassazione personale gravante sul loro reddito
professionale 1. Di conseguenza, è irrilevante il fatto che gli avvocati percepiscano
tali diritti prima di riversarli nella loro integralità alla cassa forense. Il discorso è
invece diverso per la contribution équivalente, la quale grava direttamente sui
redditi degli avvocati che vi sono sottoposti. Il Conseil ha quindi stabilito che,
instaurando tale differenza di trattamento tra gli avvocati, il legislatore ha inteso

   1
        La     decisione     è   reperibile on   line   alla   pagina   https://www.conseil-
constitutionnel.fr/decision/2018/2018716QPC.htm.
                                                                                          7
tenere conto del fatto che i droits de plaidoierie costituiscono una partecipazione
specifica al servizio pubblico della giustizia.
   Il Conseil ha poi ricordato che il legislatore ha creato la contribution
équivalente al fine di limitare gli oneri che gravano sui redditi degli avvocati che
non esercitano tale attività a titolo principale. Al riguardo, ha stabilito che la
differenza di trattamento che risulta dall’assenza di tetto massimo per i droits de
plaidoierie è giustificata dal fatto che tale contributo pesa sugli avvocati che vi
sono sottoposti mentre i droits de plaidoierie gravano sulle persone condannate e
non sugli avvocati che li riversano. Considerando che tale differenza di
trattamento è fondata su una diversità di situazione che si collega all’obiettivo
perseguito dalla legge, il Conseil ha concluso per la costituzionalità delle
disposizioni contestate.

                                                                     Céline Torrisi

8
FRANCIA
                      STRANIERO – IMMIGRAZIONE IRREGOLARE

        Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-717/718 QPC
       del 6 luglio 2018, M. Cédric H. et autre, sul delitto di aiuto
         all’ingresso, alla circolazione o al soggiorno irregolari
                              di uno straniero

                                                                              09/07/2018

    Il Conseil constitutionnel è stato adito dalla Corte di cassazione in riferimento
ad una questione prioritaria di costituzionalità avente ad oggetto gli articoli L.
622-1 e L. 622-4 del Codice dell’ingresso e del soggiorno degli stranieri e del
diritto di asilo, nella loro redazione risultante dalla legge n. 2012-1560 del 31
dicembre 2012.
    In applicazione del primo comma dell’art. L. 622-1, il fatto di favorire,
direttamente o indirettamente, l’ingresso, la circolazione o il soggiorno irregolari
di uno straniero costituisce un delitto punito con 5 anni di reclusione e 30.000
euro di multa. L’art. 622-4 prevede vari casi di esenzione: il 3° punto, in
particolare, stabilisce una immunità penale per tutte le persone fisiche o giuridiche
che abbiano favorito lo straniero, senza alcuna contropartita diretta o indiretta,
fornendo consigli legali o prestazioni quali ristoro, alloggio o cure mediche
destinate ad assicurare condizioni di vita dignitose e decenti, oppure contribuendo
a preservare la dignità o l’integrità fisica dello straniero.
    Le disposizioni venivano denunciate, invocando una violazione del principio di
solidarietà (fraternité), in ragione della limitazione dell’immunità penale, che non
andava a coprire qualunque atto di natura puramente umanitaria, che fosse stato
posto in essere senza alcuna contropartita diretta o indiretta.
    Nel decidere la questione, il Conseil ha affermato 1, per la prima volta, che la
fraternité è un principio di rango costituzionale, all’uopo rifacendosi al motto
della Repubblica (“Liberté, Égalité, Fraternité”), enunciato anche all’art. 2 della
Costituzione, nonché ai riferimenti contenuti nel Preambolo della Costituzione ed
all’art. 72-3.
    Dal principio così enunciato, si è dedotta la sussistenza della libertà di aiutare
gli altri, con uno scopo umanitario, a prescindere dalla condizione di regolarità del

   1
         La    sentenza      è   reperibile on   line   alla   pagina   https://www.conseil-
constitutionnel.fr/decision/2018/2018717_718QPC.htm.
                                                                                          9
soggiorno sul territorio nazionale del destinatario dell’aiuto. Il Conseil ha avuto
cura di rilevare, tuttavia, che nessuna regola di rango costituzionale garantisce agli
stranieri un diritto generale ed assoluto di ingresso e soggiorno sul territorio
francese. L’obiettivo della lotta contro l’immigrazione irregolare è una
componente della protezione dell’ordine pubblico, che rappresenta un obiettivo di
valore costituzione, di talché si impone un bilanciamento tra il principio di
solidarietà e la protezione dell’ordine pubblico, bilanciamento i cui termini
concreti debbono essere definiti dal legislatore.
    Sulla scorta di queste premesse generali, si è pronunciata una dichiarazione di
incostituzionalità dell’art. L. 622-4, nella parte in cui non estendeva l’immunità
penale all’ausilio fornito alla circolazione dello straniero in situazione irregolare
che si traducesse in un corollario dell’ausilio fornito per il soggiorno e che fosse
motivato da uno scopo umanitario. Di contro, si è escluso che il principio di
solidarietà imponga che l’immunità debba essere necessariamente estesa
all’ausilio fornito all’ingresso irregolare, poiché è con tale ingresso (e non con il
soggiorno o la circolazione) che viene a costituirsi la situazione illecita di
irregolarità.
    Il Conseil ha pronunciato altresì una riserva di interpretazione, volta ad
estendere la portata dell’immunità penale di cui al precitato punto 3° oltre gli atti
specificamente enunciati: l’immunità deve, infatti, riguardare anche qualunque
altra forma di aiuto posta in essere per uno scopo umanitario.
    Se gli effetti della riserva di interpretazione sono, ovviamente, immediati, per
quanto attiene a quelli della declaratoria di incostituzionalità, il Conseil ha
ritenuto di doverli differire al 1° dicembre 2018, onde lasciare al legislatore il
tempo di modificare adeguatamente il quadro normativo, nell’esercizio del suo
potere discrezionale.

                                                                       Céline Torrisi

10
GERMANIA
                    LAVORO – CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO

                Tribunale costituzionale federale, ordinanza
       del 6 giugno 2018 – 1 BvL 7/14, 1 BvL 7/14, 1 BvR 1375/14 –,
        sui contratti di lavoro a tempo determinato privi di causa

                                                                                   09/07/2018

   Il Bundesverfassungsgericht, nell’ambito di un ricorso incidentale promosso da
un tribunale del lavoro nonché di un ricorso diretto, ha ritenuto compatibile con la
Legge fondamentale il divieto di iterare contratti di lavoro a termine senza
indicazione di una causa, divieto sancito dall’art. 14, comma 2, per. 2 TzBfG
(Teilzeit- und Befristungsgesetz - legge sul lavoro a tempo parziale ed a termine) 1.
La norma scrutinata permette, infatti, la stipula di un contratto a termine c.d.
“acausale” per una sola volta tra le stesse parti (all’inizio del loro rapporto di
lavoro). Ciò è in linea di principio compatibile con i parametri costituzionali, in
quanto l’impedimento di una iterazione di contratti di lavoro limitati nel tempo e
la garanzia di un impiego stabile ovvero a tempo indeterminato come regola tiene
conto del compito dello Stato di tutelare il lavoratore come parte tendenzialmente
più debole nel rapporto di lavoro e del principio dello stato sociale. Il Tribunale
costituzionale ha però evidenziato che ciò vale solo nei casi in cui i lavoratori
necessitino realmente di tale tutela, alla luce del tipo e dell’estensione del loro
impiego precedente, e se si ponga in questione la ‘regola’ del rapporto di lavoro a
tempo indeterminato. Un divieto generale di un secondo contratto acausale può
essere irragionevole se non sussiste, in concreto, il pericolo di uno sfruttamento
della posizione più debole del lavoratore, ad esempio se da un precedente impiego
sono passati vari anni, se l’impiego era di una natura differente o di durata molto
breve. In questi casi, i giudici di merito possono infatti limitare il campo di
applicazione della norma scrutinata che sancisce in genere il divieto di un secondo
contratto a termine acausale.
   Il Tribunale costituzionale non ha condiviso invece la posizione della Corte
suprema federale di lavoro secondo cui il divieto di cui alla norma non doveva
applicarsi generalmente in relazione ad un nuovo contratto acasuale se dal primo

   1
     Un comunicato stampa relativo all’ordinanza è disponibile in lingua inglese alla pagina web:
https://www.bundesverfassungsgericht.de/SharedDocs/Pressemitteilungen/EN/2018/bvg18-
047.html.
                                                                                              11
contratto acausale fossero trascorsi almeno tre anni. Tale orientamento non poteva
dirsi in linea con la volontà del legislatore, che ha imposto la regola del contratto a
tempo indeterminato. In ogni caso, è necessario dunque tener conto delle concrete
circostanze della fattispecie.

                                                              Maria Theresia Roerig

12
GERMANIA
                       RICORSO DIRETTO – SCANDALO “DIESEL”

               Tribunale costituzionale federale, ordinanze
       del 27 giugno 2018 – 2 BvR 1405/17, 2 BvR 1780/17, 2 BvR
            1562/17, 2 BvR 1287/17, 2 BvR 1583/17, in merito
               allo scandalo ‘Diesel’ della Volkswagen AG

                                                                                    09/07/2018

   Il Bundesverfassungsgericht ha ritenuto irricevibili due ricorsi diretti della
Volkwagen AG, due ricorsi diretti dello studio legale internazionale Jones Day,
incaricato dalla Volkswagen AG di svolgere verifiche interne ed assistenza
nell’ambito delle indagini preliminari negli Stati Uniti circa le vicende della
manipolazione di gas di scarico delle vetture Diesel, nonché un ricorso diretto di
un avvocato appartenente allo stesso studio, tutti aventi ad oggetto la
perquisizione ed il sequestro di documentazione relativa allo scandalo “Diesel”
della Volkswagen 1.
   Ad avviso del Tribunale costituzionale, l’ordine di perquisizione degli uffici di
Monaco di Baviera dello studio legale Jones Day e la conferma del sequestro
della documentazione ivi rinvenuta ai fini del’esame nell’ambito delle indagini
non sono criticabili dal punto di vista costituzionale. La Volkswagen AG non è
stata lesa né nel proprio diritto all’autodeterminazione dell’informazione né nel
diritto ad un equo processo tramite il sequestro. In merito alla perquisizione, la
Volkswagen AG non ha invece alcun interesse a ricorrere. Inoltre, lo studio legale
Jones Day non è titolare di diritti fondamentali e quindi non ha il diritto di
ricorrere. Nemmeno in capo all’avvocato ricorrente si può ravvisare un tale diritto.

                                                                      Maria Theresia Roerig

   1
     Un comunicato stampa relativa alle ordinanze è disponibile in lingua inglese alla pagina web:
https://www.bundesverfassungsgericht.de/SharedDocs/Pressemitteilungen/EN/2018/bvg18-
057.html.
                                                                                               13
STATI UNITI
                              CORTE SUPREMA – COMPOSIZIONE

                Il Presidente Trump nomina Brett Kavanaugh
                          alla Corte suprema federale

                                                                                 10/07/2018

   Nella tarda serata del 9 luglio, il Presidente Donald Trump ha nominato Brett
Kavanaugh, attualmente giudice della corte di appello del District of Columbia
Circuit, alla Corte suprema. La prossima fase sarà l’udienza davanti al Senate
Judiciary Committee, che valuterà l’opportunità di sottoporre la candidatura al
voto del Senato in seduta plenaria. Se positivo, il voto confermerà l’idoneità di
Kavanaugh ad essere formalmente nominato dal Presidente.
   Il giudice Kavanaugh, nato nel 1965 a Washington, ha completato gli studi
giuridici all’università di Yale. Nel 1993, è stato assistente di studio del Justice
Anthony Kennedy alla Corte suprema.
   Già prima di essere nominato alla corte di appello federale all’età insolitamente
giovane di 38 anni, aveva lavorato per l’avvocato indipendente Kenneth Starr
nell’ambito delle indagini sull’eventuale impeachment del Presidente Bill
Clinton 1. A seguito delle elezioni presidenziali del 2000, aveva lavorato sul
secondo conteggio dei voti dalla Florida, vicenda che avrebbe poi portato alla
decisione della Corte suprema federale con cui era stata assegnata la vittoria a
George W. Bush 2. Kavanaugh è stato anche avvocato della Casa Bianca nonché
segretario del personale durante la presidenza di Bush junior.
   Per quanto riguarda l’orientamento giurisprudenziale di Kavanaugh, si è
dimostrato un conservatore convinto, sebbene non dei più radicali.

   1
      Può essere interessante notare che in quel contesto, Kavanaugh aveva sostenuto una
definizione ampia dell’ostruzione della giustizia per la quale Clinton rischiava l’impeachment,
estendendola anche alle falsità che quest’ultimo avrebbe dichiarato al proprio personale ed al
pubblico statunitense; le stesse motivazioni sono state addotte da Robert S. Mueller,
lo special counsel attualmente impegnato nelle indagini contro il Presidente Trump. Tuttavia,
alla fine del suo incarico presso la Casa Bianca, si è espresso a favore dell’immunità
presidenziale da azioni civili e penali (essendo a suo avviso sufficiente il meccanismo
dell’impeachment). V. M. LANDLER – M. APUZZO, Brett Kavanaugh, Supreme Court Front-
Runner, Once Argued Broad Grounds for Impeachment, in The New York Times, 5 luglio 2018,
https://www.nytimes.com/2018/07/05/us/politics/brett-kavanaugh-supreme-court-
impeachment.html.
   2
       Bush v. Gore, 531 U.S. 98, del 2000.
                                                                                            15
Gli osservatori liberali esprimono il timore che la massima corte federale
compirà, con la nomina di Kavanaugh, una forte virata a destra, con ripercussioni
soprattutto sul rovesciamento di sentenze fondamentali in tema di aborto,
affirmative actions e matrimoni tra persone dello stesso sesso. Preoccupazioni
sono espresse anche circa le sue posizioni fortemente a favore dell’accentramento
del potere esecutivo a scapito delle agenzie amministrative federali (avendo ad
esempio ritenuto incostituzionale il Consumer Financial Protection Bureau 3).
Tuttavia, sottolineano altri, Kavanaugh potrebbe non essere il candidato ideale per
i conservatori: alcuni esponenti della destra lo ritengono potenzialmente
inaffidabile, citando la sua giurisprudenza asseritamente lesiva della libertà
religiosa e, per contro, di sostegno alla legge sull’assicurazione sanitaria voluta
dal Presidente Obama 4; infine, la sua produzione giurisprudenziale e giuridica in
generale sarebbe eccessivamente lunga da permettere una valutazione celere
davanti al Senato, di talché la sua conferma potrebbe non arrivare prima
dell’inizio del nuovo Term nell’ottobre 2018 5.
    Peraltro, l’ingresso di un nuovo giudice potrebbe non portare a sconvolgimenti,
poiché da alcuni anni ormai la giurisprudenza della Corte suprema adotta un
approccio “incrementale”, più che radicale, nell’apportare modifiche all’assetto
giuridico statunitense 6: per esempio, la Corte non ha avuto la necessità di
rovesciare Roe v. Wade 7, la sentenza miliare in tema di aborto, per ostacolare, di
fatto, la possibilità di abortire nello Stato del Texas 8.

     3
      United States Court of Appeals, District of Columbia Circuit, PHH Corporation, et al.,
Petitioners v. Consumer Financial Protection Bureau, Respondent, No. 15-1177, del 2016,
https://caselaw.findlaw.com/us-dc-circuit/1750805.html.
     4
     D. MATTHEWS, Brett Kavanaugh, Donald Trump’s Supreme Court Pick, explained, in
Vox.com, 9 luglio 2018, https://www.vox.com/2018/7/9/17548782/brett-kavanaugh-trump-
supreme-court-anthony-kennedy.
     5
         Ibid.
     6
     R. BARNES, A more conservative Supreme Court could step, not lurch, to the right, in The
Washington Post, 9 luglio 2018, https://www.washingtonpost.com/politics/courts_law/a-more-
conservative-supreme-court-could-step-not-lurch-to-the-right/2018/07/09/48997ae6-83a4-11e8-
8553-a3ce89036c78_story.html?utm_term=.04812c14190e.
     7
         410 U.S. 113, del 1973.
     8
     Ibid. V. anche M. GARCIA, In many states, the end of Roe v. Wade is already here, in
Vox.com, 9 luglio 2018, https://www.vox.com/2018/7/3/17526222/abortion-states-access-roe-v-
wade-kennedy.
16
In ogni caso, è probabile che la nomina, qualora venisse confermata, non plachi
le critiche mosse in misura crescente contro la Corte suprema negli anni recenti,
critiche motivate dal fatto che i giudici sarebbero poco più che “politici con la
toga”, fedeli sostenitori delle posizioni dei presidenti che li hanno nominati 9.

                                                                    Sarah Pasetto

  9
      BARNES, op. cit.
                                                                               17
SPAGNA
                       IMMIGRAZIONE – UNIONE EUROPEA

   Il Tribunale supremo dichiara che il Governo spagnolo non
 ha adempiuto agli impegni assunti con l’Ue per il ricollocamento
           dei migranti provenienti da Italia e Grecia

                                                                             16/07/2018

    Nel 2015, anno della crisi dei rifugiati in Europa, le decisioni (UE) 2015/1523
del Consiglio, del 14 settembre 2015 1, e 2015/1601 2, del 22 settembre 2015,
istituirono misure temporanee nel settore della protezione internazionale a
beneficio dell’Italia e della Grecia. Entro 24 mesi, gli altri Stati membri avrebbero
dovuto provvedere all’adozione di misure di sostegno per la gestione di questi
flussi migratori. Periodicamente avrebbero dovuto offrire disponibilità di posti,
approvare le liste inviate dalle autorità italiane e greche ed accogliere le persone
da – utilizzando la terminologia delle decisioni – ricollocare, fino al
raggiungimento finale delle quote di accoglienza stabilite.
   La Spagna avrebbe dovuto ricollocare 19.449 migranti e, nonostante l’art. 4,
comma 5, della decisione (UE) 2015/1601 permettesse agli Stati membri di
richiedere, in circostanze eccezionali, una riduzione della quota spettante (fino ad
un 30%), il Governo spagnolo aveva deciso di non usufruire di questa possibilità.
Tuttavia, nei primi mesi del 2017, aveva offerto solo il 12,85% dei posti richiesti
ed effettuato solo il 6,46% dei ricollocamenti che gli spettavano.
   Per questi motivi, il 21 aprile 2017, l’Associació de suport a stop mare mortum
aveva inoltrato una richiesta al Governo spagnolo reclamando l’adempimento
immediato degli obblighi assunti con l’Unione europea.
   La richiesta era stata respinta con il meccanismo del silenzio rifiuto, dunque
l’associazione aveva deciso di presentare un ricorso dinanzi il Tribunale supremo,
poiché, ai sensi dell’art. 48, comma 1, della legge n. 39/2015, del 1º ottobre 3, sul
procedimento amministrativo comune delle Pubbliche amministrazioni, sono

   1
       Il testo è reperibile on line       alla   pagina   https://eur-lex.europa.eu/legal-
content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32015D1523.
   2
       Il testo è reperibile on line       alla   pagina   https://eur-lex.europa.eu/legal-
content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32015D1601.
   3
         Il testo consolidato della legge è reperibile on line              alla    pagina
https://www.boe.es/buscar/act.php?id=BOE-A-2015-10565&tn=0&p=20180622.
                                                                                        19
annullabili gli atti dell’amministrazione che incorrano in qualsivoglia infrazione
all’ordinamento. Considerando che le decisioni del Consiglio sono obbligatorie in
tutti i loro elementi (art. 288 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea),
il mancato adempimento degli obblighi imposti dalle decisioni 2015/1523 e
2015/1601 non poteva non ritenersi un’infrazione all’ordinamento giuridico. Di
conseguenza, l’Associació de suport a stop mare mortum chiedeva al Tribunale
supremo: i) che dichiarasse illegittima la decisione amministrativa di rigetto; ii)
che dichiarasse che il Governo spagnolo non aveva adempiuto agli obblighi
previsti dalle decisioni del Consiglio; iii) che ordinasse al Governo spagnolo di
adempiere con urgenza agli anzidetti obblighi, offrendo immediatamente 10.586
posti di ricollocamento alla Grecia e 5.738 all’Italia.
    L’avvocato dello Stato, oltre a denunciare il difetto di legittimazione attiva
dell’associazione ricorrente, riteneva che la giurisdizione contenzioso-
amministrativa difettasse della competenza necessaria per giudicare
sull’adempimento degli obblighi di cui alle decisioni 2015/1523 e 2015/1601;
evidenziava anche il fatto che la Commissione europea non avesse dato inizio ad
alcuna procedura di infrazione nei confronti della Spagna, a differenza di quanto
accaduto con Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, che si erano rifiutate in toto
di accogliere migranti nell’ambito di questo programma. In subordine, l’avvocato
dello Stato chiedeva al Tribunale supremo di adire in via pregiudiziale la Corte di
giustizia dell’Ue, affinché questa dichiarasse se il controllo delle decisioni di
emergenza affidate alla Commissione e al Consiglio dovesse considerarsi
esclusivo o se, per contro, potesse essere condiviso con i tribunali interni ed a
quali condizioni, per evitare che gli organi europei ed interni potessero giungere a
soluzioni contradditorie.
    La sala contenzioso-amministrativa del Tribunale supremo con sentenza del 9
luglio 2018 (n. Roj: STS 2546/2018) ha parzialmente accolto il ricorso 4.
    Il Tribunale supremo non ha ritenuto necessario adire la Corte di giustizia e ha
rivendicato la propria competenza ad esercitare il controllo dell’attività
dell’amministrazione nazionale nell’adempimento e nell’esecuzione degli
obblighi derivanti del diritto eurounitario 5; tale competenza non è stata ritenuta in
contradizione con i poteri della Commissione di instaurare, qualora ritenuto

     4
         Il    testo    della     sentenza      è    reperibile    on     line     alla pagina
http://www.poderjudicial.es/search/openDocument/b06a3b9ac1ef852f; il relativo comunicato
stampa può essere consultato alla pagina http://www.poderjudicial.es/cgpj/es/Poder-
Judicial/Tribunal-Supremo/Noticias-Judiciales/El-Tribunal-Supremo-condena-al-Estado-por-
incumplir-su-obligacion-de-tramitar-las-solicitudes-de-asilo-de-19-449-refugiados.
     5
         V. il Fundamento de Derecho – FD – 5.
20
opportuno, una procedura di infrazione. Perfino in caso di pendenza di un ricorso
per infrazione sarebbe stato possibile adire la giurisdizione interna, unica via
perché i privati possano far valere i loro diritti, fermo restando che, nel caso si
verificasse una tale situazione, il giudice nazionale dovrebbe aspettare la decisione
della Corte di giustizia prima di pronunciarsi 6.
    La natura provvisoria delle misure di ricollocamento non permette di ritenere,
come sosteneva l’avvocato dello Stato, che, una volta superato il termine di
applicazione previsto, non sia più possibile accogliere il ricorso nei termini
proposti dalla ricorrente 7. La Corte di giustizia dell’UE 8 è stata molto chiara nel
dichiarare la temporaneità delle misure decise per affrontare l’emergenza
migranti, tuttavia, tenendo conto delle resistenze dimostrate delle autorità
nazionali, la Commissione ha avvertito nell’undicesima relazione sui programmi
di ricollocamento e di reinsediamento di emergenza dell’UE, del 12 aprile 2017,
che l’obbligo giuridico di ricollocare i migranti non sarebbe cessato dopo
settembre del 2017 9.
    Ad avviso del Tribunale supremo, la complessità delle operazioni poste in
essere dalla Spagna per chiamare e ricollocare i migranti 10 non ostava a constatare
l’inadempimento degli obblighi assunti, trascorso oltre un anno e mezzo dalla fine
della validità delle decisioni del Consiglio 11. Secondo un rapporto dell’Ufficio
asilo e rifugio (OAR), al 22 marzo 2018, la Spagna aveva offerto appena il
12,85% dei posti e aveva accolto 235 migranti provenienti dall’Italia e 1124 dalla

   6
       V. il FD 7.
   7
       V. il FD 13.
   8
      V. la sentenza del 6 settembre 2017 (Repubblica slovacca e Ungheria c. Consiglio
dell’Unione europea, cause riunite C‑643/15 e C‑647/15), che ha respinto i ricorsi di annullamento
presentati nei confronti della decisione 2015/1601. Il testo della pronuncia è reperibile on line alla
pagina http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?docid=194081&doclang=IT.
   9
     “As stressed in the previous report, if Member States do not increase their relocations soon,
and if the pressure on Greece and Italy is not alleviated, the Commission will not hesitate to make
use of its powers under the Treaties.
    In any case, pursuant to the Council Decisions, Member States’ legal obligations do not stop
after September 2017.
   Therefore, the relocation procedure set out in those Decisions must still be carried out by the
Member States for eligible applicants within a reasonable timeframe thereafter”. Il testo completo
è       reperibile      in      https://ec.europa.eu/home-affairs/sites/homeaffairs/files/what-we-
do/policies/european-agenda-
migration/20170412_eleventh_report_on_relocation_and_resettlement_en.pdf.
   10
        V. il FJ 14.
   11
        V. i FFDD 16-17.
                                                                                                   21
Grecia (meno del 7% della quota di ricollocamento). Cionondimeno, il tribunale
ha riconosciuto che si sono verificati problemi di coordinamento con le autorità
italiane e greche che non hanno giovato alla buona riuscita degli obiettivi delle
decisioni del Consiglio.
    La complessità del processo di ricollocamento, la necessità di cooperare con
Grecia e Italia e le misure da adottare hanno imposto che la dichiarazione di
inadempimento parziale degli obblighi periodici delle anzidette decisioni
comportasse la condanna allo Stato spagnolo a continuare ad applicare le misure
previste dalle decisioni e conformi agli accordi che le istituzioni europee
potessero adottare successivamente 12.
    Il Governo spagnolo ha dichiarato di essere disposto ad adempiere alla
decisione del Tribunale supremo 13 e l’Associació de suport a stop mare mortum
ha sottolineato che si è trattato di una decisione pioneristica in materia 14.

                                                                  Carmen Guerrero Picó

     12
          V. il FD 18.
     13
      Cfr. Marlaska expresa la “voluntad real” de cumplir la sentencia del Supremo sobre los
refugiados, in Eldiario, del 12/07/2018, https://www.eldiario.es/politica/Marlaska-voluntad-
sentencia-Supremo-refugiados_0_791971020.html.
     14
         Cfr. Historical Judgement in Spain concerning asylum rights, del 13/07/2018,
https://www.stopmaremortum.org/noticies/historical-judgement-in-spain-concerning-asylum-
rights/.
22
FRANCIA
                     FUNZIONARIO PUBBLICO – ENTI LOCALI

         Conseil constitutionnel, decisione n. 2018-727 QPC
      del 13 luglio 2018, Commune de Ploudiry, sulla disciplina
         delle indennità nella funzione pubblica territoriale

                                                                          16/07/2018

   Il Conseil constitutionnel è stato adito dal Conseil d’État in riferimento ad una
questione prioritaria di costituzionalità avente ad oggetto il primo comma dell’art.
88 della legge n. 84-53 del 26 gennaio 1984 sulle disposizioni statutarie relative
alla funzione pubblica territoriale, come modificato dalla legge n. 2016-483 del 20
aprile 2016 sulla deontologia, sui diritti e sugli obblighi dei funzionari.
    Tali disposizioni stabilivano che gli organi deliberanti degli enti locali possono
determinare la disciplina delle indennità dei dipendenti pubblici, nel limite di
quella applicabile ai funzionari dello Stato centrale. Nello specifico, si stabiliva
che, nel definire tale disciplina, si potesse tenere conto delle condizioni di
esercizio delle funzioni e dell’impegno professionale dei dipendenti e che, qualora
i funzionari dello Stato centrale godessero di una indennità riversata in due parti,
l’organo deliberante dovesse fissare il tetto massimo applicabile a ciascuna delle
parti e determinarne i criteri. In ogni caso, la somma delle due parti non doveva
superare il tetto globale del premio riconosciuto ai dipendenti dello Stato centrale.
    Le disposizioni venivano denunciate invocando la violazione del principio di
libera determinazione degli enti locali (libre administration des collectivités
locales). I ricorrenti nel giudizio a quo sostenevano, in effetti, che, tali
disposizioni costringerebbero gli enti che attuano un regime indennitario (tenendo
conto delle condizioni di esercizio delle proprie funzioni e dell’impegno
professionale dei propri dipendenti) a seguire quanto stabilito dalla disciplina
statale. Sostenevano, inoltre, che, non avendo esercitato pienamente le proprie
competenze (c.d. incompetenza negativa) e avendo subordinato la scelta degli enti
locali a quella fatta dallo Stato centrale, il legislatore avesse leso il principio di
libera determinazione degli enti locali nonché quello di uguaglianza davanti alla
legge.

                                                                                   23
Dopo aver ricordato le condizioni nelle quali il legislatore può sottoporre gli
enti locali ad alcuni obblighi o ad alcuni oneri, il Conseil constitutionnel 1 ha
richiamato la giurisprudenza del Conseil d’État, il quale ha stabilito che, quando i
dipendenti dello Stato centrale godono di un regime indennitario che tenga conto
sia delle condizioni di esercizio delle funzioni sia dell’impegno professionale dei
lavoratori, gli enti locali non possono instaurare una disciplina indennitaria che
tenga conto solo di uno dei due elementi.
   Il Conseil ha poi stabilito che le disposizioni contestate sono volte a garantire
una certa parità tra il regime indennitario applicabile ai dipendenti dello Stato
centrale e quello applicabile ai dipendenti degli enti locali. Adottando tali
disposizioni, il legislatore ha quindi inteso contribuire all’armonizzazione delle
condizioni di retribuzione dei dipendenti pubblici statali e territoriali nonché
facilitare la mobilità tra le due categorie. A parere del Conseil, il legislatore ha,
quindi, perseguito un obiettivo di interesse generale.
   È stato poi ricordato che gli enti locali che decidono di attuare tale regime sono
liberi di determinare i tetti massimi applicabili a ciascuna delle indennità (con
l’unica riserva che la loro somma non superi il tetto massimo globale del premio
riconosciuto ai dipendenti dello Stato centrale) nonché i criteri di attribuzione
delle medesime indennità.
   Sulla scorta di queste considerazioni, il Conseil constitutionnel ha dichiarato le
disposizioni contestate conformi alla Costituzione.

                                                                           Céline Torrisi

     1
         La    sentenza      è   reperibile on   line   alla   pagina   https://www.conseil-
constitutionnel.fr/decision/2018/2018727QPC.htm.
24
GERMANIA
                   CATALOGNA – MANDATO DI ARRESTO EUROPEO

           Corte superiore dello Schleswig Holstein, decisione
          del 12 luglio 2018, sulla consegna alla Spagna dell’ex
                 presidente catalano Carles Puigdemont

                                                                                 16/07/2018

   In data 12 luglio 2018, la Corte superiore (OLG) dello Schleswig-Holstein ha
stabilito l’ammissibilità della consegna del leader separatista catalano Carles
Puigdemont alla Spagna per il reato di corruzione nella forma della
malversazione, ovvero per il reato di uso illecito di denaro pubblico 1.
    La Corte tedesca ha invece confermato la precedente statuizione secondo cui
l’estradizione del separatista catalana per il reato di ribellione (ai sensi dell’art.
472, commi 5 e 7, del Codice penale spagnolo) è inammissibile, andando quindi a
negare, in relazione al reato politico, la fondatezza della richiesta che era stato il
primo fondamento addotto dalle autorità spagnole per il mandato di cattura
europeo. Il reato analogo alla ribellione in Germania, quello di «alto tradimento»
(art. 81 StGB – Codice penale tedesco), è indissolubilmente legato alla violenza o
all’appello alla violenza, che non sussistono nel caso di Puigdemont. Non risulta,
infatti, sufficiente, nemmeno alla luce di un secondo esame da parte della corte,
per poter affermare una “violenza” ai sensi della normativa tedesca che l’autore
minacci o applichi la violenza per indurre un organo costituzionale ad una
determinata azione. Al riguardo, è necessario che l’esercizio di violenza nei
confronti di terzi induca una pressione tale sull’organo costituzionale che sia
idonea a piegare la volontà contraria dello stesso. Ciò non poteva, ad avviso dei
giudici tedeschi, affermarsi nel caso di specie. Sebbene atti violenti nel giorno
delle elezioni siano stati attribuibili a Puigdemont quale iniziatore e fautore
dell’attuazione del referendum, questi non sarebbero tuttavia stati idonei, in base
alla loro intensità, modalità ed efficacia, a creare una pressione tale sul Governo
spagnolo che esso si dovesse considerare costretto ad una “capitolazione rispetto

   1
      Il comunicato stampa della decisione (in lingua inglese) è reperibile on line alla pagina
https://www.schleswig-holstein.de/DE/Justiz/OLG/Presse/PI/201806Puigdemontenglisch.html. Per
una traduzione della decisione in lingua spagnola, v. La sentencia del tribunal alemán sostiene
que el orden constitucional no peligró, in La Vanguardia, del 15/07/2018,
https://www.lavanguardia.com/politica/20180715/45912373401/puigdemont-tribunal-alemania-
resolucion-entrega.html.
                                                                                            25
alla pretesa” dei violenti (nemmeno alla luce del coinvolgimento dei “Mossos
d’Esquadra”, la polizia regionale). Infine, non si poteva neppure affermare la
sussistenza del reato del Landfriedensbruch (art. 125 StGB – violazione della pace
di un paese): Carles Puigdemont voleva realizzare il referendum (che di per sé
nemmeno può condurre alla separazione della Catalogna) e non era invece un
leader intellettuale né un organizzatore (non direttamente presente sulla scena
della violenza) con lo specifico scopo di realizzare atti violenti.
   La punibilità del reato (anche) in Germania (cioè la condizione di reciprocità) è
un requisito per la consegna ai sensi dell’art. 3 della legge federale sulla
cooperazione giudiziaria internazionale (IRG). Nella fattispecie non era dato
individuarla per i reati di cui sopra.
   Con riferimento al reato di corruzione, invece, ed in particolare per
l’appropriazione indebita di denaro pubblico ai sensi degli artt. 432, 252 del
Codice penale spagnolo, la Corte tedesca ha ritenuto ammissibile la richiesta di
consegna. La concreta condotta addebitata è infatti punibile anche in Germania.
Le autorità spagnole hanno, ad avviso della Corte tedesca, addebitato in maniera
condivisibile la co-responsabilità a Carles Puigdemont per gli impegni finanziari
assunti a carico delle casse pubbliche (da ricordare è che, in una precedente
decisione del 5 aprile 2018, la corte aveva sottolineato che fossero necessari altri
chiarimenti e informazioni da parte delle autorità iberiche al fine di addivenire ad
una decisione definitiva). Se le accuse potranno essere confermate, ciò non potrà
che avvenire nell’ambito del procedimento penale spagnolo.
   Alla luce del fatto che Carles Puigdemont ha sempre rispettato le condizioni di
arresto non è stato revocato il provvedimento che ha sospeso (l’esecuzione del)la
detenzione. Carles Puigdemont è quindi rimasto in libertà.
   La Corte non ha ravvisato, infine, elementi per cui Carles Puigdemont potesse
essere esposto al pericolo di una persecuzione politica di cui all’art. 6, comma 2,
IRG; né ha ravvisato altri ostacoli alla consegna.

   A seguito alla decisione della corte superiore tedesca, accolta criticamente dalla
dottrina spagnola 2, il Tribunale supremo sta vagliando tre opzioni 3: rifiutare la

   2
       V., per tutti, C. FERNÁNDEZ LIESA, El caso 1-O: Ante la Justicia internacional,
in Abc, del 13/07/2018, https://www.abc.es/espana/abci-caso-ante-justicia-internacional-y-
europea-201807130834_noticia.html; A. BETANCOR, El catalán errante, in El Mundo, del
14/07/2018, http://www.elmundo.es/opinion/2018/07/14/5b48d1ae46163fbd428b4591.html; e J.
DE ESTEBAN, Alemania y el desprestigio de sus jueces, in El Mundo, del 16/07/2018,
http://www.elmundo.es/espana/2018/07/14/5b49026bca47411b208b468e.html.
   3
     Cfr. Preguntas y respuestas sobre el futuro judicial de Puigdemont, in El País, del
15/07/2018, https://politica.elpais.com/politica/2018/07/13/actualidad/1531493772_280192.html;
26
consegna, mantenendo il mandato di arresto nazionale e riattivando il mandato di
arresto europeo qualora Puigdemont entri nel territorio di un altro Stato membro;
accettarla 4, senza poter giudicare l’ex presidente catalano per ribellione; adire la
Corte di giustizia dell’UE, affinché questa si pronunci sull’applicazione del
mandato di arresto europeo da parte dei giudici tedeschi.

                                      Maria Theresia Roerig e Carmen Guerrero Picó

e    El    ‘match    point’  de     Llarena,   in   La   Vanguardia,     del    16/07/2018,
https://www.lavanguardia.com/politica/20180716/45926696720/llarena-puigdemont-tribunal-
alemane-xtradicion.html.
   4
        Su questa ipotesi, v. J. NIEVA-FENOLL, Un final previsible: la entrega parcial de
Puigdemont, in Agenda Pública, del 12/07/2018, http://agendapublica.elperiodico.com/un-final-
previsible-la-entrega-parcial-de-puigdemont/.
                                                                                          27
SPAGNA
       PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO – REGOLAMENTAZIONE GENERALE

Il Tribunale costituzionale dichiara parzialmente incostituzionale
        la legge sul procedimento amministrativo comune

                                                                             18/07/2018

   La STC 55/2018, del 24 maggio 1, ha accolto parzialmente il ricorso in via
principale presentato dal Governo catalano nei confronti di talune disposizioni
della legge n. 39/2015, del 1º ottobre, sul procedimento amministrativo comune
delle Pubbliche Amministrazioni, uno dei nuovi pilastri del diritto amministrativo
spagnolo. La legge, oltre a consolidare la normativa precedente, ha introdotto
rilevanti novità volte ad attuare il processo di semplificazione amministrativa e la
politica di better regulation e smart regulation conformemente alle
raccomandazioni dell’OCSE 2.
    Il fulcro del ricorso interessava aspetti rilevanti dell’iniziativa legislativa e
della potestà normativa delle pubbliche amministrazioni 3 che, secondo il
ricorrente, violavano lo Statuto di autonomia della Catalogna ed esorbitavano
dalle competenze dello Stato per definire le bases del regime giuridico delle
pubbliche amministrazioni ed il procedimento amministrativo comune (art. 149,
comma 1, paragrafo 18, Cost.) 4.
    L’art. 129, comma 4, terzo paragrafo, della legge n. 39/2015 statuiva che, di
regola, l’assemblea legislativa autonomica non potesse affidare l’attuazione
regolamentare delle sue leggi alle consejerías (l’equivalente degli assessorati
regionali) né ai loro organi. Tale attuazione doveva attribuirsi, salvo limitate e
giustificate eccezioni, direttamente al Governo o al Consiglio di governo

   1
         Il   testo     della    sentenza    è    reperibile    on   line   alla   pagina
http://www.boe.es/boe/dias/2018/06/22/pdfs/BOE-A-2018-8574.pdf.
   2
       V. UFFICIO VALUTAZIONE IMPATTO DEL SENATO, La qualità della regolazione
nell’ambito del Programma nazionale di riforme in Spagna, esperienze n. 10, 2016,
https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/repository/UVI/10_-
_oRIGINE_SPAGNA.pdf
   3
       Per ulteriori approfondimenti, v. C. PRIETO ROMERO, El nuevo procedimiento
para la iniciativa legislativa y el ejercicio de la potestad reglamentaria, in Revista de
Administración          Pública,    n.      201,     settembre-dicembre 2016,    335-372,
https://recyt.fecyt.es/index.php/RAP/article/download/54444/33076.
   4
       Sulla portata di queste competenze statali, v. il FJ 4.
                                                                                      29
autonomico. Le stesse considerazioni si applicavano alle norme con forza di legge
emanate dai governi autonomici in conformità ai rispettivi Statuti di autonomia.
    Il Governo catalano denunciava la violazione dell’art. 68, comma 1, dello
Statuto di autonomia catalano, che, nell’attribuire la potestà regolamentare
originaria al Governo della Generalitat, non aveva vietato che l’attuazione in via
regolamentare delle leggi autonomiche potesse essere affidata ad una consejería o
un organo in essa integrato.
    Il Tribunale costituzionale ha confermato che la disposizione statutaria non può
essere interpretata stricto sensu ed alla lettera. È formalmente possibile la
decentralizzazione della potestà regolamentare, come era stato dichiarato in
precedenza riguardo all’art. 97 Cost., che riconosce il potere regolamentare del
Governo della nazione. Fermo restando quanto detto, l’illegittimità dell’art. 129,
comma 4, terzo paragrafo, è derivata dal fatto che il legislatore ordinario statale
non ha la competenza per provvedere alla ripartizione dei poteri normativi in seno
alle istituzioni autonomiche, così come non può assegnare, eliminare, limitare o
ripartire la potestà regolamentare nelle Comunità autonome. La regolamentazione
di aspetti che formano parte del contenuto minimo necessario degli Statuti di
autonomia viola, infatti, l’art. 147, comma 2, lettera c), Cost. 5.
    Sono state dichiarate “contrarie all’ordine costituzionale di competenza” (e non
già incostituzionali), con la conseguenza che non si applicheranno alle Comunità
autonome, ma soltanto allo Stato: i) talune disposizioni riguardanti i principi di
buona regolamentazione 6, perché hanno invaso le competenze delle Comunità
autonome riguardanti il procedimento di elaborazione delle proprie leggi; ii) altre
norme relative alla pianificazione normativa ed alla partecipazione della
cittadinanza nei progetti normativi 7, perché una così compiuta disciplina esorbita
dalla competenza che autorizza lo Stato ad emanare le bases del regime giuridico
delle pubbliche amministrazioni 8.
    Inoltre, sono stati dichiarati incostituzionali il secondo paragrafo dell’art. 6,
comma 4, riguardante l’approvazione con orden ministerial dei modelli per il
conferimento di poteri di rappresentanza iscrivibili nel Registro electrónico de

     5
     Secondo cui: “2. Gli Statuti di autonomia dovranno contenere: […] c) la denominazione,
organizzazione e sede delle proprie istituzioni autonome” (enfasi aggiunto).
   La dichiarazione di incostituzionalità è stata circoscritta alle espressioni “o consiglio di
governo rispettivo” e “o delle consejerías del governo”. V. il FJ 5.
     6
         Artt. 129 (eccezion fatta del comma 4, paragrafi secondo e terzo), 130, 132 e 133.
     7
         Artt. 132 e 133 (eccezion fatta dell’incipit del comma 1 e del primo paragrafo del comma 4).
     8
         V. il FJ 7.
30
apoderamientos, in quanto esorbitante dalle bases dello Stato 9, ed il secondo
paragrafo della prima disposizione finale, che annoverava tra i titoli competenziali
abilitanti della legge n. 39/2015 l’art. 149, comma 1, paragrafi 13 e 14, Cost.
(competenze dello Stato in materia di pianificazione generale dell’attività
economica e di finanza pubblica) 10.
   La seconda disposizione aggiuntiva della legge, sull’adesione delle Comunità
autonome e degli enti locali alle piattaforme ed ai registri elettronici
dell’Amministrazione generale dello Stato, infine, deve essere interpretata nel
senso che essa non implica un’abilitazione per lo Stato ad esercitare un controllo
amministrativo 11.
   La sentenza reca l’opinione dissenziente del giudice costituzionale María Luisa
Balaguer Callejón.

                                                            Carmen Guerrero Picó

   9
       V. il FJ 8.
   10
        V. il FJ 13.
   11
        V. il FJ 11.
                                                                                 31
GERMANIA
                             RADIOTELEVISIONE – CANONE

       Tribunale costituzionale federale, sentenza del 18 luglio 2018
       (1 BvR 1675/16, 1 BvR 981/17, 1 BvR 836/17, 1 BvR 745/17),
         in tema di pagamento del canone per la radiotelevisione

                                                                                 19/07/2018

   Il Bundesverfassungsgericht ha deciso, nell’ambito di vari ricorsi diretti (di tre
soggetti privati e di un imprenditore), che l’obbligo di versare il canone per la
radiotelevisione sia essenzialmente compatibile con la Legge fondamentale (LF),
sia nell’ambito privato che in quello commerciale 1. Non risulta invece compatibile
con il principio di uguaglianza (art. 3, comma 1, LF) l’obbligo di versamento del
canone per la seconda casa. I legislatori dei Länder (competenti in materia di
radiodiffusione) dovranno quindi intervenire e provvedere ad adottare una nuova
normativa al riguardo entro il 30 giugno 2020.
    La sentenza chiarisce come la Legge fondamentale non vieti tout court
contributi tramite i quali i soggetti che ne hanno un beneficio partecipano alle
spese di un ente pubblico. Nel caso del canone radiotelevisivo, il beneficio
consiste nella possibilità di poter fruire della radiotelevisione pubblica. Non
rileva, invece, l’effettiva disponibilità di apparecchi di ricezione o la volontà di un
loro utilizzo.
    Nell’ambito privato, l’obbligo del canone ben può essere collegato al possesso
di una abitazione, visto che la radiotelevisione viene tipicamente utilizzata a casa.
I titolari di più case non devono tuttavia essere gravati dal pagamento di più
canoni.
    Il Tribunale ha ritenuto che il canone sia legittimo anche in capo agli
imprenditori ed ai titolari di autovetture (nella specie a noleggio) utilizzati non
esclusivamente per scopi privati.

                                                                   Maria Theresia Roerig

   1
     Il comunicato stampa della decisione (in lingua inglese) è reperibile on line alla pagina
https://www.bundesverfassungsgericht.de/SharedDocs/Pressemitteilungen/EN/2018/bvg18-
059.html.
                                                                                           33
SPAGNA
                    CATALOGNA – MANDATO DI ARRESTO EUROPEO

        Ritirato il mandato d’arresto europeo nei confronti dell’ex
           presidente Puigdemont ed altri secessionisti catalani

                                                                                  20/07/2018

   Con ordinanza del 19 luglio 2018 1, Pablo Llarena, giudice della sezione penale
del Tribunale supremo, ha rinunciato alla consegna dell’ex presidente catalano
Carles Puigdemont nei termini accordati la scorsa settimana dalla Corte superiore
dello Schleswig Holstein 2, ovvero perché fosse giudicato per il solo reato di
malversazione di fondi pubblici e non per quello di ribellione o sedizione.
   Con tale decisione si è criticata la Corte tedesca, che avrebbe anticipato un
giudizio di merito privo di base legale 3, discostandosi dalla decisione quadro
2002/584/GAI relativa al mandato d’arresto europeo e alle procedure di consegna
e dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE, nonché dal Manuale

   1
          Il    testo    dell’ordinanza   è      reperibile     on     line     alla     pagina
http://www.poderjudicial.es/stfls/TRIBUNAL%20SUPREMO/DOCUMENTOS%20DE%20INTER
%C3%89S/Auto%20TS%20Penal%2019%20julio%202018.pdf. Il relativo comunicato stampa può
essere consultato in: http://www.poderjudicial.es/cgpj/es/Poder-Judicial/Noticias-Judiciales/El-
juez-del-Tribunal-Supremo-Pablo-Llarena-rechaza-la-entrega-de-Carles-Puigdemont-solo-por-el-
delito-de-malversacion.

    Per un primo commento alla decisione, v. J. NIEVA-FENOLL, La Justicia española
se aísla, in Agenda Pública, del 19/07/2018, http://agendapublica.elperiodico.com/la-justicia-
espanola-se-aisla/; El rechazo de la entrega de Puigdemont, una decisión “sin
precedentes”       según       los     juristas,    in    El     País,    del    20/07/2018,
https://elpais.com/politica/2018/07/19/actualidad/1532004052_189245.html; Llarena rechaza la
entrega      de    Puigdemont,      editoriale   di    La    Vanguardia,   del   20/07/2018,
https://www.lavanguardia.com/opinion/20180720/45971991472/llarena-rechaza-la-entrega-de-
puigdemont.html. V. anche La defensa de Puigdemont prevé que Llarena reactive la
euroorden       cuando     haya     sentencia,   in    La    Vanguardia,   del   20/07/2018,
https://www.lavanguardia.com/politica/20180720/45973158772/defensa-puigdemont-pablo-
llarena-reactive-euroorden-sentencia-1-o.html.
   2
      V. la precedente segnalazione Corte superiore dello Schleswig Holstein, decisione del 12
luglio 2018, sulla consegna alla Spagna dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont, del
16/07/2018.
   3
       V. il Fundamento de Derecho – FD – 5.
                                                                                             35
sull’emissione e l’esecuzione del mandato d’arresto europeo della Commissione
europea 4.
   Considerati i dubbi rilevati dal pubblico ministero tedesco e manifestati dallo
stesso Llarena nell’informativa integrativa inviata in Germania a sostegno della
consegna di Puigdemont per il reato di ribellione, la Corte superiore dello
Schleswig Holstein avrebbe dovuto adire in via pregiudiziale la Corte di giustizia
in merito al concetto di “doppia incriminazione” ai sensi dell’art. 4, comma 1,
della decisione quadro ed in merito alla portata del controllo da parte dell’autorità
dello Stato di esecuzione del mandato.
   Il giudice spagnolo ha denunciato il mancato impegno della corte tedesca nella
valutazione dei fatti passibili di aver infranto l’ordine costituzionale spagnolo; tale
difetto sarebbe da ritenersi particolarmente grave in ragione della consapevolezza
che il Tribunale supremo spagnolo, in quanto organo di emissione del mandato di
arresto, avrebbe avuto preclusa la possibilità di adire la Corte di giustizia 5.
   In base alle suddette considerazioni, Llarena ha deciso di ritirare il mandato di
arresto europeo spiccato nei confronti di Puigdemont e dei dirigenti separatisti
Toni Comín, Meritxell Serret, Lluis Puig 6, Clara Ponsatí e Marta Rovira. Resta in
vigore l’ordine di detenzione all’interno del territorio nazionale.

                                                                      Carmen Guerrero Picó

     4
         V. i FFDD 3-4 e 6.
     5
      Si citano a questo proposito le Conclusioni del 16 maggio 2018 dell’Avvocato generale
Szpunar nella causa C-268/17, in concreto i paragrafi 26, 29, 30, 31, 32 e 33
(http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=202006&pageIndex=0&docla
ng=EN&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=1314698). V. il FD 6.
     6
      Le autorità giudiziarie del Belgio avevano rifiutato la consegna di Comín, Serret e Puig per
l’inadempimento dei requisiti di contenuto e forma del mandato d’arresto europeo, ai termini
dell’art. 8, comma 1, della decisione quadro. V., in senso critico, il Fundamento de Derecho
– FD – 2 della decisione.
36
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