Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche - Università di Cagliari
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Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche Psicologia Sociale 8 cfu AA 2020-21 Il programma prevede la trattazione dei seguenti argomenti suddivisi in 8 moduli: 1- Percezione sociale e attribuzione 8h 2- Gli atteggiamenti 8h 3- L’influenza sociale 6h 4- Teorie e applicazioni della psicologia della comunicazione 8h 5- Gender studies, teorie femministe e oggettivazione sessuale 8h 6- Il comportamento aggressivo e prosociale 8h 7- Gruppi e le relazioni intragruppali 4h 8- Prestazioni dei gruppi e leadership 4h 6h saranno riservate all’assessment del percorso di apprendimento. prof.ssa Cristina Cabras ccabras@unica.it
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Prestazioni dei gruppi e leadership prof.ssa Cristina Cabras ccabras@unica.it
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Prestazioni dei gruppi e leadership Performance di gruppo effettiva e potenziale La relazione tra performance di gruppo e performance individuale dipende dal tipo di compito che bisogna eseguire. Per valutare in maniera sensata le prestazioni di un gruppo è necessario definire una «baseline» rispetto a cui giudicarle. La performance di gruppo dipende da quelle individuali: maggiore è l’abilita dei/delle componenti e migliore sarà (in media) la prestazione del gruppo.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Performance di gruppo effettiva e potenziale La «componente di gruppo» della prestazione di ogni persona è influenzata dalla consapevolezza che i risultati comuni dipendono anche da quello che fanno le altre persone (influenza sociale) e dalle interazioni. Per determinare questa componente è necessario calcolare quale prestazione avrebbero raggiunto le stesse persone lavorando individualmente. Questa performance, definita «potenziale di gruppo» verrà poi confrontata con il risultato ottenuto dal gruppo, chiamata «performance effettiva».
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Performance di gruppo effettiva e potenziale TIPI FONDAMENTALI DI COMPITI Steiner (1972) distingue tre dimensioni riguardanti: - possibilità di assegnare sottocompiti diversi ai/alle vari/e componenti (unitarietà o divisibilità); - compiti in cui l’attenzione è focalizzata sulla quantità (compiti di massimizzazione) e compiti basati sulla qualità (compiti di ottimizzazione); - suddivisione tra compiti additivi, disgiuntivi e congiunti.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Performance di gruppo effettiva e potenziale COMPITO ADDITIVO COMPITO DISGIUNTIVO COMPITO CONGIUNTO Somma delle prestazioni La prestazione è determinata Questo compito richiede individuali dei/delle dalla performance individuale l’apporto di tutti i/le appartenenti al gruppo. Il del/della componente componenti. potenziale di gruppo è migliore. Talvolta si presenta Il potenziale diminuisce con la superiore a quello individuale l’«effetto eureka», il crescita del gruppo, perché più del/della componente migliore riconoscimento inaspettato è grande più è probabile che vi e aumenta in linea con le della soluzione corretta. sia un/una componente debole. dimensioni del gruppo. (Es. problem-solving, presa di (Es. lavori di precisione, scalare (Es. brainstorming, spalare la decisione, calcolo una montagna, mantenere i neve, tiro alla fune). matematico). segreti).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Perdite o guadagni di processo La performance effettiva può differire dal potenziale del gruppo e ciò dipende dalle perdite e dai guadagni di processo, che a loro volta derivano dall’interdipendenza e dall’interazione sociale (Hackam e Morris, 1975). Performance effettiva = POTENZIALE – PERDITE DI PROCESSO + GUADAGNI Vi sono 3 livelli di perdite e guadagni di processo: COORDINAZIONE, MOTIVAZIONE e CAPACITA’ INDIVIDUALI.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Perdite o guadagni di processo PERDITE DOVUTE ALLA COORDINAZIONE Il potenziale del gruppo è misurato sulla base della combinazione ottimale dei contributi individuali, per questo se un gruppo fallisce a questo livello ci saranno inevitabilmente delle perdite. Una perdita di coordinazione avviene nel brainstorming. Diehl e Strobe (1987) spiegano che nel brainstorming avviene il blocco di produzione: quando le persone generano idee interagendo in gruppo, solo una persona alla volta può articolare la propria risposta e in quel momento tutti gli/le altri/e componenti sono bloccati e non possono esprimere la loro opinione.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Perdite o guadagni di processo PERDITE E GUADAGNI DOVUTI ALLA MOTIVAZIONE La divergenza tra performance effettiva e potenziale del gruppo può dipendere dal fatto che i contributi dei/delle componenti migliorano o peggiorano in una condizione gruppale rispetto ad una individuale. Una ragione è che, lavorando in gruppo, la motivazione delle persone a collaborare allo svolgimento di un compito può aumentare o ridursi.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Perdite o guadagni di processo PERDITE E GUADAGNI DOVUTI ALLA MOTIVAZIONE INERZIA SOCIALE (social loafing): considerando che il contributo individuale al prodotto di gruppo non è identificabile, i/le componenti riducono il loro sforzo (Latané, Williams e Harkins, 1979). EFFETTO DELLA NON ESSENZIALITA’: le persone si impegnano meno perché il loro contributo individuale sembra essere poco rilevante per la performance effettiva (Kerr e Bruun, 1983). EFFETTO SFRUTTAMENTO: i/le componenti percepiscono o prevedono che altri/e si stanno impegnando meno e fanno lo stesso per non fare la figura dei «polli» (Kerr, 1983).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Perdite o guadagni di processo PERDITE E GUADAGNI DOVUTI ALLA MOTIVAZIONE COMPETIZIONE COMPOSIZIONE EFFETTO SOCIALE: SOCIALE: KÖHLER: se i contributi individuali le persone più forti si i/le componenti più deboli sono identificabili, impegnano più duramente per evitare di essere le persone sono più motivate in gruppo, rispetto a considerati/e responsabili nelle prestazione comuni quanto avrebbero fatto da di un risultato scadente, rispetto a quelle individuali, soli/e, per compensare le lavorano più duramente in soprattutto performance non ottimali gruppo di quanto farebbero se hanno capacità simili dei/delle compagni/e più individualmente (Stroebe, Diehl e deboli (Köhler, 1926; Witte, 1989). Abakoumkin, (Williams e Karau, 1996). 1991) Questi guadagni dipendono dal tipo di compito.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Perdite o guadagni di processo PERDITE E GUADAGNI NELLA CAPACITÀ INDIVIDUALE L’interazione sociale può avere effetti negativi sulle abilità individuali, per esempio limitando l’attenzione oppure offrendo modelli di ruolo o strategie non efficaci. Tuttavia l’interazione sociale può anche aiutare le persone ad apportare più di quanto farebbero individualmente, per esempio offrendo stimoli intellettuali e strategie efficaci.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Perdite o guadagni di processo PERDITE E GUADAGNI NELLA CAPACITÀ INDIVIDUALE L’influenza sociale incide sulla nostra capacità di produrre idee, perché inevitabilmente l’idea esposta da un altro/a influenzerà la nostra produzione di idee . Quando siamo influenzati negativamente o «bloccati» avviene una perdita di capacità socialmente determinata, chiamata «restringimento cognitivo». Quando siamo stimolati dalle idee di altri/e a produrre nuove idee avviene un incremento socialmente determinato, definito «stimolazione cognitiva».
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Gestione della performance di gruppo Tre principi fondamentali per la gestione della produttività dei gruppi Shulz-Hardt, Hertel e Brodbeck (2007) definiscono «gestione delle prestazioni di gruppo» l’insieme delle attività finalizzate a potenziare le componenti specifiche dei gruppi e la loro performance, massimizzando i guadagni e minimizzando le perdite legate ai processi. Propongono 3 principi base: 1. i gruppi devono essere composti secondo i requisiti della struttura del compito; 2. durante la prestazione i processi di gruppo devono essere sincronizzati attentamente; 3. è necessario dare l’opportunità di svolgere vari compiti simili per consentire l’apprendimento.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Gestione della performance di gruppo Tre principi fondamentali per la gestione della produttività dei gruppi COMPOSIZIONE DEL GRUPPO Le prestazioni dei gruppi dipendono dalle capacità delle persone che ne fanno parte. Anche la composizione può rendere più o meno possibile esprimere il proprio potenziale. Profilo nascosto: le informazioni individuali circa un compito non bastano, è necessario un confronto con gli/le altri/e. Profilo manifesto: avere tutte le informazioni individuali necessarie sul compito.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Gestione della performance di gruppo Tre principi fondamentali per la gestione della produttività dei gruppi COMPOSIZIONE DEL GRUPPO Solitamente il gruppo non è in grado di risolvere con successo i compiti che implicano un profilo nascosto a causa di tre processi Focus della negoziazione: «Bias» di discussione: «Bias» di valutazione: i gruppi tendono a negoziare anche quando le informazioni anche la valutazione delle le decisione in base alle vengono scambiate, la informazioni nei gruppi è preferenze verso le persone discussione di solito è falsata falsata a favore di quelle che sono state elaborate dal momento che i gruppi condivise e coerenti con le prima della discussione, parlano di più delle scelte personali, che sono invece di scambiarsi le informazioni condivise rispetto accettate a priori e considerate informazioni rilevanti a quelle non scambiate (Larson, corrette (Mojzisch, Grouneva e (Gigone e Hastie, 1993). Foster-Fishman e Keys, 1994). Schulz-Hardt,2010).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Gestione della performance di gruppo Tre principi fondamentali per la gestione della produttività dei gruppi SINCRONIZZAZIONE DEL GRUPPO Insieme delle attività messe al fine di ottimizzare la produzione, il cambiamento e l’integrazione dei contributi individuali in modo collaborativo. Come la composizione del gruppo, anche la sincronizzazione ottimale dipende dal tipo di compito che si deve svolgere. Esistono strumenti volti a promuoverla, che sono applicabili in diverse situazioni: - la visibilità continua dei contributi individuali; - le tecniche dialettiche.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Gestione della performance di gruppo Tre principi fondamentali per la gestione della produttività dei gruppi SINCRONIZZAZIONE DEL GRUPPO VISIBILITÀ CONTINUA DEI TECNICHE DIALETTICHE: CONTRIBUTI INDIVIDUALI: Metodologie più complesse in cui il gruppo viene Contrasta l’insorgere di perdite diviso in due sottoinsiemi con ruoli differenti per motivazionali e facilita i guadagni consentire lo sviluppo di un dibattito anche in derivanti dalla competizione. presenza di opinioni convergenti. Queste tecniche funzionano da stimolo e aumentano la qualità delle decisioni.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Gestione della performance di gruppo Tre principi fondamentali per la gestione della produttività dei gruppi APPREDIMENTO DI GRUPPO Le persone migliorano la loro prestazione se ripetono sempre gli stessi compiti, la replicazione congiunta di mansioni simili mette in moto dei processi di apprendimento di gruppo che non si presentano quando le persone lavorano individualmente. Brodbeck e Greitemeyer (2000) hanno identificato 4 processi di intervento che si verificano in situazioni collaborative di gruppo: 1) trasmissione da persona a persona; 2) trasmissione da gruppo a persona; 3) trasmissione da gruppo a persona-nel-gruppo; 4) trasmissione da gruppo a gruppo.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Gestione della performance di gruppo Tre principi fondamentali per la gestione della produttività dei gruppi APPREDIMENTO DI GRUPPO ① Trasmissione da persona a persona Ripetendo lo stesso compito ha luogo un apprendimento che solitamente porta a prestazioni migliori. Anche il gruppo ne trae benefici poiché il suo potenziale aumenta quando ogni componente migliora le proprie capacità e competenze. (Es. la prestazione potenziale di una squadra di atleti/e in una staffetta dipende dall’allenamento dei/delle singoli/e).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Gestione della performance di gruppo Tre principi fondamentali per la gestione della produttività dei gruppi APPREDIMENTO DI GRUPPO ② Trasmissione da gruppo a persona Le interazioni sociali nel gruppo migliorano la capacità dei/delle componenti di eseguire il compito individualmente (Laughlin e Sweeney, 1977). (Es. Durante una gara di staffetta un/un’ atleta meno esperto/a può imparare dagli/dalle altri/e a migliorare la sua tecnica di corsa).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Gestione della performance di gruppo Tre principi fondamentali per la gestione della produttività dei gruppi APPREDIMENTO DI GRUPPO ③ Trasmissione da gruppo a persona-nel-gruppo Eseguire compiti insieme alle altre persone può migliorare alcune abilità specifiche nei/nelle componenti, applicabili anche ad altri contesti di gruppo. Queste competenze sono trasferibili ad altre imprese di gruppo, però non di tipo individuale. (Es. nelle squadre di atleti/e, i/le componenti imparano ad aiutarsi nel trovare tecniche migliori o a correggere reciprocamente gli errori).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Gestione della performance di gruppo Tre principi fondamentali per la gestione della produttività dei gruppi APPREDIMENTO DI GRUPPO ④ Trasmissione da gruppo a gruppo La ripetizione del compito conduce a un miglioramento delle capacità dei/delle appartenenti a quel determinato gruppo. Svolgendo ripetutamente dei compiti simili, le persone imparano a distribuire i sottocompiti in maniera ottimale e a coordinarsi con gli/le altri/e appartenenti al gruppo, sulla base delle capacità specifiche. Questa forma di conoscenza condivisa è chiamata anche memoria transattiva (Wegner, 1987). (Es. se un gruppo di atleti/e corre abitualmente assieme, ognuno/a di loro imparerà i punti deboli dei/delle compagni/e).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici LEADERSHIP
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici LEADERSHIP Esistono molteplici definizioni in letteratura, che possiedono tutte lo stesso comune denominatore: la «leadership» consiste nella capacità di influenzare gli altri (Bass,2008; Yulk, 2012). Come In che modo possiamo Come nasce influenzano identificare un/una gli/le altri/e e come i/le leader leader? sono percepiti/e? efficaci? In che modo la leadership può contribuire a incrementare la prestazione del gruppo?
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership APPROCCI ORIENTATI AL/ALLA LEADER Queste teorie si fondano sull’idea che «leader si nasce, non si diventa» e che quindi vi siano dei tratti stabili dei/delle leader (la personalità, l’intelligenza, le disposizioni motivazionali). (periodo storico: prima metà del 1900).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership APPROCCI CENTRATI SUL COMPORTAMENTO Il gruppo di ricerca dell’Ohio cercò di classificare gli aspetti rilevanti a partire da 1.800 descrizioni dei comportamenti dei/delle leader, in seguito ridotte a 150 affermazioni. Venne creato e somministrato il Questionario di descrizione del comportamento del/della leader (Leader Behaviour Description Questionnaire, LBDQ). L’uso di metodi di analisi fattoriale evidenziò due dimensioni indipendenti: • struttura di iniziazione -> compiti orientati al compito • considerazione -> comportamenti orientati alle persone Attenzione posta sulla figura del/della leader
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership APPROCCI CENTRATI SUL COMPORTAMENTO Il gruppo di ricerca del Michigan identificò le 4 dimensioni di comportamento: - facilitazione dell’interazione; -facilitazione del lavoro; - enfasi sugli obiettivi; - sostegno individuale. Esse rappresentano la «struttura fondamentale della leadership». Attenzione posta sui comportamenti
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership TEORIE DI CONTINGENZA Sottolineano il ruolo dei fattori situazionali ed il modo in cui questi moderano la relazione tra tratti e comportamenti di leadership ed efficacia. Prendono in considerazione le caratteristiche: • del compito (struttura, complessità, ecc.), • dei/delle collaboratori/trici (livello di motivazione, competenze, maturità) • del contesto sociale (qualità delle relazioni, coesione del gruppo, dimensioni del gruppo).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership TEORIE DI CONTINGENZA: Teoria percorso-obiettivo (path-goal theory) Un punto fondamentale di questa riguarda il modo in cui i/le leader influenzano la percezione che i/le collaboratori/trici hanno dei loro obiettivi personali e lavorativi e del percorso per raggiungerli. Perché la loro influenza sia massima i/le leader devono saper padroneggiare un ventaglio di comportamenti, sapendoli adattare alle situazioni. House (1996) ha identificato 5 classi di comportamenti di leadership
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership 1. Comportamento di chiarificazione: riduce l’ambiguità di ruolo e incoraggia l’idea che indirizzare i propri sforzi in una direzione porterà a un buon risultato, e che questo verrà premiato. 2. Comportamento di facilitazione lavorativa: elimina gli ostacoli, fornisce risorse, stimola lo sviluppo delle potenzialità e aiuta a delegare l’autorità. 3. Comportamento partecipativo: incrementa la fiducia in se stessi/e dei/delle collaboratori/trici ed il valore personale attribuito agli sforzi lavorativi. 4. Comportamento di sostegno: aumenta il coinvolgimento nel lavoro di gruppo e l’impegno sia nei confronti dell’organizzazione sia verso gli obiettivi. 5. Comportamento orientato al successo: aumenta il senso di fiducia e il valore attribuito a propri sforzi.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership TEORIE DI CONTINGENZA Teoria percorso-obiettivo (path-goal theory) Il grado di successo di queste tipologie di comportamento dipende da 2 insiemi di fattori contingenti: a) le caratteristiche personali di collaboratori/trici che influenzano la loro tendenza a considerare i comportamenti del/della leader come fonte di appagamento o come strumentali al fine di raggiungere soddisfazioni future (locus of control interno vs. esterno, l’autoefficacia percepita, le conoscenze, le competenze e le abilità). b) le caratteristiche dell’ambiente che non possono essere controllate direttamente da collaboratori/trici, ma sono importanti per soddisfare i loro bisogni o la loro capacità di ottenere buoni risultati (struttura del compito, il sistema formale di autorità dell’organizzazione, il gruppo di lavoro primario).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership LEADERSHIP CARISMATICA, TRANSAZIONALE E PERMISSIVA La ricerca su questi 3 tipi di leadership combina gli approcci orientati al/alla leader a quelli di contingenza Leader carismatici/e (o trasformativa/e) si concentrano sulla corrispondenza tra gli obiettivi del gruppo e bisogni e aspirazioni dei/delle collaboratori/trici. Leader transazionali si concentrano sullo scambio di risorse: danno ai/alle subalterni/e quello che vogliono e chiedono qualcosa in cambio (Burns, 1978; Conger e Kanungo, 1998). Leader permissivi/e tendono a delegare e offrono molto poco ai/alle subalterni/e; evitano di prendere decisioni, esitano nel intraprendere delle azioni e spesso sono assenti nel momento del bisogno. Si può considerare una «non leadership».
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership LEADERSHIP CARISMATICA, TRANSAZIONALE E PERMISSIVA: Leadership carismatica o trasformativa Leader carismatici/che: sicuri/e di sé, entusiasti/e e capaci di conquistare rispetto e sostegno di collaboratori/trici. Sono in grado di modellare comportamenti a seconda del proprio ruolo e si assumono rischi personali mostrando grande fiducia nel loro team. La leadership carismatica conduce collaboratori/trici a: • internalizzazione degli ideali e degli obiettivi del/della leader; • identificazione sociale (Conger e Kanungo, 1987, 1998; Judge e Piccolo, 2004).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership LEADERSHIP CARISMATICA, TRANSAZIONALE E PERMISSIVA: Leadership trasformativa o carismatica Bass (1985) ha identificato 4 dimensioni della leadership trasformativa: 1. influenza idealizzata; 2. motivazione ispiratrice; 3. stimolazione intellettiva; 4. considerazione individualizzata.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Approcci allo studio delle leadership LEADERSHIP CARISMATICA, TRANSAZIONALE E PERMISSIVA: Leadership transazionale È formata da 3 dimensioni: 1. ricompensa contingente: scambi costruttivi con collaboratori/trici; 2. gestione attiva: comportamento dei collaboratori/trici monitorato dai/dalle leader; 3. gestione passiva: leader intervengono solo quando il comportamento di collaboratori/trici causa problemi(Avolio,1999).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici La leadership nei gruppi Lewin, Lippitt e White (1939, 1976) hanno identificato 3 stili di leadership differenti: • leadership autoritaria: comportamenti direttivi, non partecipativi, dominanti; • leadership democratica: partecipativa, egalitaria, comunicativa; • leadership permissiva: pochi tentativi di influenzare gli/le altri/e.
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici La leadership nei gruppi Leadership di gruppo: capacità di influenzare e motivare gli/le altri/e, in modo da permettere loro di contribuire all’efficacia del lavoro del gruppo. Questa definizione include anche i gruppi senza leader guidati da agenti esterni/e o da una leadership condivisa o di squadra. La leadership condivisa e la leadership di squadra prevedono una condivisione della responsabilità tra i/le componenti per lo svolgimento delle funzioni di guida e comando (Pearce e Sims, 2000; Sivasubramanian et al. 2002; Smith, 1995).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici La leadership nei gruppi A prescindere dalla presenza del/della leader informale, una leadership efficace deve garantire: • la progettazione del gruppo e del compito; • la sincronizzazione; • l’apprendimento del gruppo. (Zaccaro, Rittman e Marks, 2001)
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici La leadership nei gruppi PROGETTAZIONE DEL GRUPPO E DEL COMPITO Progettazione del gruppo I gruppi devono essere composti in conformità con ciò che viene chiesto dalla struttura del compito. Progettazione del compito I/le leader dovrebbero cercare di strutturare i compiti in base alla composizione del gruppo. (Wageman, 2001)
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici La leadership nei gruppi SINCRONIZZAZIONE DEL GRUPPO Per condurre un gruppo è necessario controllarne e gestirne le interazioni sociali e i processi tra cui lo scambio di informazioni, punti di vista e opinioni. La leadership contribuisce alla sincronizzazione del gruppo soprattutto gestendo le informazioni durante le prese di decisione. La leadership efficace mantiene il gruppo focalizzato sul problema, favorisce la comunicazione, stimola contributi utili per le decisioni e li mantiene vivi durante la discussione (Larson e Christensen, 1993; Maier,1967).
Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici La leadership nei gruppi SVILUPPO DEL GRUPPO E APPRENDIMENTO Una conduzione efficace deve preoccuparsi di sostenere processi di apprendimento del gruppo, promuovendo lo sviluppo di sistemi di memoria transattiva (Bunderson e Sutcliffe, 2003). Ciò si può attuare incoraggiando la collaborazione reciproca tra i/le componenti e sviluppando una struttura di comunicazione decentralizzata al posto di una leadership direttiva centrata sul/sulla leader. La consapevolezza di squadra è la conoscenza da parte dei/delle componenti delle attività svolte dagli/dalle altri/e: essa inoltre fornisce un contesto in cui inserire la propria attività. Riduce lo sforzo necessario a coordinare compiti e risorse, fornendo un quadro di riferimento per interpretare le comunicazioni e le azioni altrui in modo corretto (Weisband, 2002).
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