Consiglio Nazionale dei Geologi - 19 luglio 2017 - Consiglio Nazionale dei ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Quotidiano Data 19-07-2017 Pagina 1+17 Foglio 2/2 024697 Codice abbonamento: Edilizia
VULCANI
TERREMOTI
TERREMOTI
TERREMOTI
VULCANI
VULCANI
LANUOVA I �: �" � _ Foglio 9-07-2017 1/2 600mila euro alla Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica per un nuovo progetto sanitario Petrolio e salute, un'indagine dopo l'altra Dopo quello del Comune di Viggiano, un altro studio epidemiologico interesserà la Val d'Agri Martorano ieri alla presentazione del progetto Epibas in Regione.A PAGINA 3 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, ' non • riproducibile. ' _,---- ····.. __ -.-..L_. -
Data 19-07-2017 Pagina 3 m Foglio 1/2 A Biti�lt t PEJHO In Val d'Agri bisogna fare i conti con l'esistenza di una faglia attiva ' LA SITUAZIONE SUL TERRITORIO estremamente preoccupante • • r t Lettera dell'ex presidente dell'lngv, Enzo Boschi, a «Cova contro» PIERO MIOLLA e «Si devono interrompere per sempre le iniezioni di fluidi pressurizzati nel sotto suolo della Val d'Agri e, in generale, di tutta la Basilicata». A chiederlo è Enzo Boschi, presidente Ingv (istituto nazionale di geo fisica e vulcanologia) dal 1999 al 2011, nonché studioso della geofisica e massimo esperto del settore. Boschi. invitato dall'associazio ne Cova Contro al convegno dal titolo «Si smicità e dintorni in Val d'Agri: qual è il ruolo del petrolio», che si è tenuto a Mon temurro ha inviato a Giorgio Santoriello, rappresentante legale dell'associazione, una lettera nella quale ha chiesto l'applicazione del principio di precauzione e l'interruzione delle attività di re-iniezione, come «conse guenza logica di atti e documenti ufficiali di Ministeri ed enti statali, le attività dei quali riguardano la sicurezza del Paese». «La Val d'Agri - ha aggiunto Boschi - come tutta la Basilicata, è indiscutibilmente una delle zone a massima pericolosità sismica. In Val d'Agri vengono effettuate estrazioni pe trolifere alle quali sono necessariamente as dell'lngv, si sono complessivamente pronun del Cnr (Geophysical Research Letters, 25 sociate re-iniezioni di fluidi pressurizzati. ciati 18 esperti: «Nessuno mette più in di agosto 2014, ndr), una faglia attiva estre Esiste un corposo rapporto sullo stato delle scussione che f1uidi pressurizzati possano mamente preoccupante proprio nella zona conoscenze riguardo alle possibili relazioni generare, indurre o innescareterremoti». La ove sono concentrate le attività petrolifere. È tra attività antropiche e sismicità indot doveroso ricordare che lo studio è stato for ta/innescata in Italia, redatto da un tavolo di malmente avallato e condiviso dall'attuale lavoro composto da Dpc, Mise, Ispra, Ingv, presidente Ingv. Siccome molti dei funzio Imaa, nel quale si afferma che l'iniezione di nari, docenti e ricercatori citati rivestono f1uidi nel sottosuolo può innescare o indurre Diciotto esperti sostengono che «fluidi incarichi di responsabilità ufficiali nel qua terremoti. Argomento che ha generato seria preoccupazione, visto che poi il Mise si è pressurizzati possono generare, dro della sicurezza nazionale, è lecito chie dersi perché non abbiano già preso drastiche impegnato a far produrre un altro documen indurre o innescare terremoti» decisioni a salvaguardia della vita dei cit to dal titolo (lndirizzi e linee guida per il tadini che in Basilicata vivono». Per Boschi, monitoraggio della sismicità, delle deforma infatti, non ci sono alternative: «O credono zioni del suolo e delle pressioni di poro lettura attenta dei due documenti citati, per in quello che hanno scritto, cioè terremoti nell'ambito delle attività antropiche, ndr), Boschi «hanno come necessaria, indiscuti potenziahuente innescati da re-iniezioni di da un altro gruppo di lavoro per mantenere bile e indiscussa conseguenza la sospensio fluidi e pericolosissima faglia attiva presen al più alto livello delle conoscenze gli stan ne definitiva delle iniezioni di fluidi pres te in prossimità della zona di iniezione, e dard di sicurezza in zone sismicamente at surizzati in una zona che, oltre ad essere a immediatamente in1pongono la sospensione tive». massima pericolosità sismica, presenta, se di ogni attività petrolifera, oppure rinne Sul tema, ha ricordato l'ex presidente condo uno studio di un gruppo di ricercatori gano quanto da loro stessi affermato». Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Data 19-07-2017 Pagina 27 LA STAMPA Foglio 1 I SUPER·PO"ìERI DEI TARDIGRAm Minuscoli e dal look alieno Ecco gti "immortali" della Terra - Sono minuscoli {non oltre me di temperatura e aridità e liardi di anni, a mille awersità, ts». Questi invertebrati-in grado 0,5 millimetri} e dall'aspetto perfino al bombardamento dei compresa la morte del Sole. È di sopportare un digiuno anche alieno. Sono gli unici esseri raggi cosmici, i tardigradi si rive- quanto emerge dalla ricerca del- di 30 anni, senza mangiare né «immortali» della Terra: capaci lano la specie più forte, in grado le università di Oxford e Harvard, bere -diventano così l'icona del di resistere a condizioni estre- di soprawivere {e bene} per mi- pubblicata su «Scientific Repor- la resilienza della vita, sulla Terra come su altri pianeti. WWIII !•i, i.11•,,..__., 'IL'·/. :, • • ,.,, I "'' , Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
19/07/2017 Pag. 5 Il Sole 24 Ore Dossier
19/07/2017 Pag. 5 Il Sole 24 Ore Dossier
19/07/2017 Pag. 6 Il Sole 24 Ore Dossier
19/07/2017 Pag. 6 Il Sole 24 Ore Dossier
19/07/2017 Pag. 25
19/07/2017 Pag. 28
19/07/2017 Pag. 29
19/7/2017 Costruzioni ferme anche nel 2017: pesa la difficoltà di trasformare i fondi in cantieri Stampa Chiudi 19 Lug 2017 Costruzioni ferme anche nel 2017: pesa la difficoltà di trasformare i fondi in cantieri Mauro Salerno Anche per quest'anno il settore delle costruzioni deve dire addio alle speranze di ripresa dal ciclo negativo in atto ormai da dieci anni. A certificare che anche nel 2017 non ci sarà l’attesa inversione di tendenza saranno i dati contenuti nell’Osservatorio che l'Ance presenterà oggi a Roma. Per il secondo anno di seguito i costruttori sono stati costretti a rivedere al ribasso le stime formulate soltanto pochi mesi prima. Nel 2016 si partiva da una stima di aumento fissata all'1% che a consuntivo (non solo per gli effetti legati all’entrata in vigore del nuovo codice appalti) fu "limata" allo 0,3%. Anche quest’anno la revisione sarà tutta in negativo. Contando sull’aumento degli stanziamenti per le opere pubbliche contenute nella legge di stabilità l’associazione costruttori, a gennaio, aveva scommesso su un aumento dello 0,8% in termini reali (+1,8% in termini nominali) degli investimenti in costruzioni. Un dato che avrebbe permesso di attribuire al 2017 il sigillo di «annoi di svolta» per il settore. Non sarà così. Anche se il dato definitivo sarà annunciato soltanto oggi è praticamente certo già da ora che il traguardo di crescita annunciato a inizio anno non sarà raggiunto. E anzi darà il segno della "palude" in cui si dibatte il settore. «Per le costruzioni la crisi non è ancora finita - commenta il vicepresidente con delega al Centro Studi Rudy Girardi -. Seppure gli ultimi dati sull'andamento dell’economia mostrano un quadro migliorativo rispetto alle attese, nel nostro Paese si assiste a una crisi di investimenti, soprattutto da parte dell'amministrazione pubblica in tutte le sue articolazioni». A zavorrare i tentativi di rilancio è ancora una volta la difficoltà a tramutare le risorse in cantieri. L’Ance dà atto al Governo di aver interrotto la caduta dei finanziamenti alle infrastrutture cominciata nel 2009, aumentando sensibilmente gli stanziamenti destinati a nuove opere pubbliche negli ultimi due anni. Dopo il +9% registrato nel 2016, quest’anno l'aumento è stato del 23,4%. In totale tra 2015 e 2016 sono stati recuperati quasi due terzi dei tagli alle risorse per investimenti che tra 2009 e 2015 avevano subito una sforbiciata del 43%. Positiva anche la valutazione sulla scelta di dare il via a una programmazione di lungo periodo, soprattutto grazie al Fondo investimenti che spalma 47,5 miliardi nel periodo 2017-2032 destinando oltre il 70% delle risorse, segnala l’Ance, a interventi infrastrutturali. Nel quadro vanno inseriti poi anche i finanziamenti per la ricostrruzione post-terremoto (8 miliardi), i fondi per Anas e Ferrovie, oltre ai fondi coesione (27 miliardi) e quelli europei (15 miliardi). In totale l’Ance stima che alle infrastrutture siano destinati 100 miliardi in 15 anni. Il problema è che non si riescono a spendere. E i cantieri sono fermi. Tra i casi emblematici citati dai costruttori c'è il contratto di programma che dovrebbe sbloccare 6,6 miliardi di risorse per l’Anas e che è fermo da nove mesi per i contrasti tra Infrastrutture ed Economia. «Altrettanto significativo - segnala l’Ance - è il fatto che, a distanza di sette mesi dalla sua istituzione, ancora non sono state completate le procedure di ripartizione del Fondo http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AE4d9JzB/0 1/2
19/7/2017 Costruzioni ferme anche nel 2017: pesa la difficoltà di trasformare i fondi in cantieri investimenti da 47 miliardi ridimensionando di molto i possibili effetti sul livello di investimenti realizzabili nel 2017 che, secondo le stime inizialmente fornite dal Governo, erano quantificati in oltre 600 milioni». E che invece secondo le ultime previsioni non muoveranno più di 150 milioni. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AE4d9JzB/0 2/2
19/7/2017 Appalti e garanzie, la Guardia di Finanza scopre mezzo miliardo di polizze «carta straccia» Stampa Chiudi 19 Lug 2017 Appalti e garanzie, la Guardia di Finanza scopre mezzo miliardo di polizze «carta straccia» Roberto Galullo Oltre 550 milioni di carta straccia spacciata per polizze fideiussorie. Nella catena di false garanzie sono stati imprigionati per un anno una trentina di soggetti, per lo più imprenditori, attratti dal prezzo estremamente competitivo delle polizze ed enti pubblici, beneficiari in caso di danni ambientali e sinistri nei settori della gestione dei rifiuti e degli appalti. Senza fideiussioni non è infatti possibile perfezionare adempimenti ed obblighi previsti dalla legge. La catena è stata spezzata dal Gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Brescia, delegato dalla locale Procura. La cabina di regia portata alla luce dall'operazione “Garanzia” – che ieri ha condotto alla denuncia di 11 soggetti, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa e illecita intermediazione assicurativa con l'aggravante della transnazionalità – era a Latina dove un cittadino italiano (arrestato) riusciva a pilotare e gestire i falsi rapporti obbligatori. La sponda era a Londra, dove agiva un rumeno (anch'egli arrestato) formalmente intestatario delle società, vere e propri cloni, a partire da nome, loghi e ragioni sociali, di società italiane protagoniste credibili e affidabili nel campo assicurativo. Non era questo l'unico artificio capace di trarre in inganno. Tutte le polizze erano infatti dotate di postille che rimandavano all'esercizio dei diritti ma la rogatoria internazionale con il Regno Unito non ha ancora chiarito gli aspetti giuridici. La ciliegina sulla torta del meccanismo era la spedizione postale da Londra, che ammantava l'operazione di un'aurea di credibilità internazionale. Per perfezionare il meccanismo, i due, potevano contare anche su una sorta di broker-grossista, che piazzava le polizze a basso prezzo. Per i tre soggetti della catena di comando è stato disposto il sequestro di beni per 640mila euro. «Non sappiamo ancora se dietro questa associazione a delinquere – spiega al Sole-24 Ore Marco Thione, comandante del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Brescia – ci sia la criminalità organizzata ma non possiamo escluderlo. A chiarirlo saranno le indagini». La ragnatela ha invischiato anche i beneficiari – i cui rischi erano garantiti da carta straccia – quasi tutti enti pubblici o società partecipate. Ad esempio la Regione Lombardia e la Provincia di Brescia (17,5 milioni). «Oltre alla cifra elevatissima e alla garanzia per la collettività sulla quale sarebbero ricaduti i costi – conclude il comandante Thione – è giusto dire che questa operazione tutela le società assicurative, spazzate via da costi fortemente concorrenziali, con conseguente alterazione della http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEFFyQzB/0 1/2
19/7/2017 Appalti e garanzie, la Guardia di Finanza scopre mezzo miliardo di polizze «carta straccia» libera concorrenza nella vendita di fideiussioni e tutela gli enti pubblici, che non avrebbero visto riconosciuto il premio assicurativo in caso di sinistri che, per fortuna, non si sono mai verificati». P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEFFyQzB/0 2/2
19/7/2017 Edilizia scolastica, in vista lo sblocco di altri 2,6 miliardi. Completati 209 istituti Stampa Chiudi 19 Lug 2017 Edilizia scolastica, in vista lo sblocco di altri 2,6 miliardi. Completati 209 istituti Giuseppe Latour In vista della pausa estiva, il Governo assesta un'accelerazione sul fronte dell'edilizia scolastica. L'annuncio è arrivato ieri da parte della ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli: «Nei prossimi venti giorni mobiliteremo altri 2,6 miliardi per dieci azioni fra cui ci sono la nuova programmazione degli interventi 2018-2020 per 1,7 miliardi, le risorse per l'antisismica e per la costruzione di nuove scuole». Prosegue così il percorso di messa in sicurezza degli istituti di tutto il paese, sul quale ieri il Governo ha fatto un bilancio: in totale sono stati aperti 7.235 cantieri in tutta Italia. Le scuole già completate Il piano scuola nel sito Miur La geolocalizzazione Il lavoro fatto in questi anni sui 42mila edifici scolastici italiani è stato sintetizzato dalla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi che ha spiegato: «Il governo dei mille giorni ha scelto di investire in tre anni maggiori risorse che negli ultimi venti. Un impegno concreto, promosso e rilanciato con decisione anche dall'attuale esecutivo, di cui oggi possiamo cominciare a raccogliere i primi risultati concreti». Nel 2014 l'esecutivo ha avviato un'inversione di tendenza sugli stanziamenti per l'edilizia scolastica, superando quota un miliardo di euro all'anno, dopo che negli anni precedenti non si era mai andati oltre il mezzo miliardo. Da quel momento sono stati messi in fila stanziamenti per 9,5 miliardi: 4,7 miliardi sono stati già assegnati agli enti locali. E, soprattutto, sono stati aperti oltre 7mila cantieri: di questi, 5.695 sono stati già chiusi e altri 780 saranno completati nel corso del 2017. In queste cifre sono comprese anche le scuole nuove: ne sono state finanziate 303 (209 già completate). «E' un'azione che ha i suoi punti di forza nel dire basta agli interventi tampone e che punta a finanziare opere cantierabili, a prediligere ristrutturazioni complete o - in molti casi - nuove costruzioni. Non è più necessario guardare agli esempi stranieri: le belle scuole sono anche in Italia. Possiamo arrivare alla totale riqualificazione del patrimonio scolastico in meno di dieci anni». Così Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di missione della presidenza del Consiglio dei ministri per la riqualificazione dell'Edilizia Scolastica. Non ci sono solo gli stanziamenti passati, ma anche le nuove risorse in arrivo. Nelle prossime settimane, prima della pausa estiva, il ministero dell'Istruzione ha in preparazione una raffica di decreti che sbloccherà risorse per 2,6 miliardi. Soprattutto, sarà portata alla http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AESLwMzB/0 1/2
19/7/2017 Edilizia scolastica, in vista lo sblocco di altri 2,6 miliardi. Completati 209 istituti Conferenza Stato-Regioni con un decreto interministeriale la nuova programmazione unica nazionale per l'edilizia scolastica per il periodo 2018-2020: vale da sola 1,7 miliardi di euro. Altri 321 milioni saranno inseriti in un decreto per assegnare a Province e Città metropolitane risorse per l'antisismica e la messa in sicurezza. Andrà in pubblicazione a inizio agosto l'avviso relativo al Pon scuola da 350 milioni per la messa in sicurezza nel Mezzogiorno. Senza dimenticare le diagnosi di rischio nelle scuole in zona 1 e 2: saranno finanziate con 100 milioni. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AESLwMzB/0 2/2
19/7/2017 Fondo Investimenti, pareri parlamentari rilasciati, Dpcm da 46 miliardi verso la Corte dei Conti Stampa Chiudi 19 Lug 2017 Fondo Investimenti, pareri parlamentari rilasciati, Dpcm da 46 miliardi verso la Corte dei Conti Alessandro Arona L'ultimo dei pareri parlamentari (delle commissioni Bilancio e Difesa) previsto sul Dpcm Investimenti da 46 miliardi di eurofirmato dal premier Paolo Gentiloni il 29 maggio scorso, è stato emanato l'11 luglio (con un paio di settimane di ritardo rispetto al termine di 30 gioni, 29 giugno), e dunque a questo punto viaggia verso la Gazzetta Ufficiale. In realtà non è tutto così immediato. Dopo i pareri parlamentari il Dpcm deve essere formalmente firmato dal Presidente del Consiglio (prima era uno schema di Dpcm), poi inviato alla Corte dei Conti e da questo registrato, quindi pubblicato in Gazzetta. Nel caso del Dpcm periferie da 800 milioni, sempre a valere sul Fondo Investimenti di cui al comma 140 della legge di Stabilità, questi sono stati i tempi: schema di Dpcm firmato il 31 marzo, ultimo paere parlamentare il 9 maggio, firma Dpcm il 29 maggio, registrazione Corte dei Conti il 13 giugno, pubblicazione in Gazzetta il 27 giugno. Dunque circa un mese e mezzo dal parere parlamentare. Se andrà così anche per il secondo Dpcm, la ripartizione generale del fondo, i fondi saranno assegnati ai ministeri, e utilizzabili, all'inizio di settembre. Ricordiamo che 1.166 milioni di euro saranno impegnabili già quest'anno, e altri 2.762 nel 2018. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEMbsKzB/0 1/1
19/7/2017 Piano periferie, progetti nei termini per 20 Comuni, a settembre le altre 199 firme Stampa Chiudi 19 Lug 2017 Piano periferie, progetti nei termini per 20 Comuni, a settembre le altre 199 firme Alessandro Arona Alla scadenza del 3 luglio scorso, data ultima di presentazione dei progetti (definitivi o esecutivi, a seconda dei casi) per i primi 24 progetti del Piano periferie "grandi città" (il programma, la firma dei protocolli di intesa), quasi tutti gli enti locali coinvolti (Comuni capoluogo di provincia o Città metropolitana) si sono presentati puntuali all'appuntamento. Solo 4-5 enti - su 24 appunto - non ce l'hanno fatta, ma nonostante la teorica possibilità di revocare i fondi Palazzo Chigi ha preferito essere indulgente, fissando un ulteriore termine, non superiore nei vari casi a 60 giorni. Resta comunque un buon ritmo, tenuto conto dei precedenti piani periferie o città, che dovrebbe garantire l'avvio dei lavori per questi primi 24 programmi entro la fine dell'anno, l'inizio del 2018 (a un anno, dunque, dall'approvazione della graduatoria, nel dicembre 2016). Ricordiamo che si tratta di 24 città (o aree metropolitane), 500 milioni di euro di finanziamenti pubblici e 1.164 milioni di euro di investimenti. Per la seconda (e più corposa) tranche, invece (1.600 milioni di euro di fondi pubblici e 2,7 miliardi di investimenti totali), i tempi sono un po' più lunghi del previsto: dopo la pubblicazione in Gazzetta a fine giugnodella delibera Cipe 3 marzo (798 milioni di finanziamento) e del Dpcm Investimenti del 29 maggio (800 mln), la firma delle convenzioni non avverrà prima di fine settembre/ottobre. Serve una nuova verifica sull'attualità dei progetti presentati un anno fa, e un altro decreto del presidente del Consiuglio. LA PRIMA TRANCHE (500 milioni) Firmati i protocolli di intesa il 6 marzo scorso, il Dpcm 25/5/2016 più volte modificato prevede che entro 60 giorni dalla registrazione da parte della Corte dei Conti (avvenuta il 4 maggio scorso) i Comuni devono «trasmettere le delibere di approvazione dei progetti definitivi o esecutivi degli interventi» (definitivi se erano preliminari, esecutivi se erano definitivi), comprese autorizzazioni o nulla osta se i beni sono vincolati. Dunque la scadenza era il 3 luglio scorso. «Nel caso in cui, ai sensi del comma 5, l'Ente beneficiario abbia trasmesso le delibere di approvazione dei progetti definitivi, lo stesso si impegna a trasmettere, nei successivi 60 giorni dalla trasmissione dei suddetti atti, le relative delibere di approvazione dei progetti esecutivi». In caso di mancato rispetto di questo impegno il governo può revocare il finanziamento. Come si diceva, 20 Comuni su 24 (o forse 19) hanno presentato i progetti nei termini, gli altri 4-5 hanno avuto proroghe limitate, massimo 60 giorni. Ora la segreteria tecnica della Presidenza (creata ad hoclo scorso 13 marzo) dovrà verificare le carte e la compatibilità dei progetti agli strumenti urbanistici, per poi sottoporre l'istruttoria all'ok formale del Gruppo di Monitoraggio, composto dal segretario generale della presidenza e da tecnici esterni. Non è un lavoro semplice, e complice le ferie sarà completato a settembre. A quel punto potrà http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AE39N7yB/0 1/2
19/7/2017 Piano periferie, progetti nei termini per 20 Comuni, a settembre le altre 199 firme essere erogata l'anticipazione del 20% del finanziamento concesso, e dunque i Comuni potranno pubblicare i bandi di gara, e dunque se tutto va bene avviare i lavori tra fine anno e l'inizio del 2018. LA SECONDA TRANCHE (1,6 miliardi) Le "carte" sono a posto: a fine giugno sono usciti in Gazzettai due provvedimenti(delibera Cipe e Dpcm) che assicurano gli 1,6 miliardi di euro di finanziamento necessari per garantire la copertura a tutti i 120 progetti progetti. Tuttavia il Dpcm Gentiloni prevede che si faccia ora un altro Dpcm per «individuare» i progetti ai fini della stipulazione della convenzione, secondo l'ordine di priorità di cui alla graduatoria del 6 dicembre 2016. Questo perché la delibera Cipe, pescando da fondi Fsc, assegna l'80% delle risorse a Comuni del Sud, costringendo così la presidenza a definire uno per uno a quali progetti (senza vincoli) andranno gli altri 800 milioni. Al di là di questo, comunque, i 199 sono tanti, bisogna riverificare l'attualità delle proposte presentate un anno fa, e dunque per la firma delle convenzioni Comuni e presidenza del Consiglio non saranno pronti prima di settembre (si sperava, nei mesi scorsi, di riuscirci prima della pausa agostana). P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AE39N7yB/0 2/2
19/7/2017 Si rafforzano i segnali di ripresa per l'ingegneria: produzione su del 14% Stampa Chiudi 19 Lug 2017 Si rafforzano i segnali di ripresa per l'ingegneria: produzione su del 14% Mauro Salerno Forse è presto per parlare di ripresa, ma possono finalmente guardare al futuro con più ottimismo le società di ingegneria italiane. Dopo anni di previsioni al ribasso i numeri che segnalano l’andamento di produzione, addetti, nuovi contratti, portafoglio ordini ritrovano il segno positivo. A scattare la fotografia del settore è l’indagine annuale che l’Oice, l’associazione di riferimento delle società di ingegneria e architettura, ha commissionato al Centro Europa Ricerce (Cer). «Un contributo importantealla crescita - ha commentato il presidente dell’associazione Gabriele Scicolone - è arrivato dall'entrata in vigore del nuovo codice appalti, ma va registrata anche una maggiore spinta sul fronte dei contratti privati». Il valore della produzione delle società rappresentate dall’Oice (circa 400 realtà, con tutte le big del mercato) quest’anno supererà i 2,3 miliardi di euro, con un salto del 14,2% rispetto ai 2 miliardi messi a consuntivo l’anno scorso. Importante sottolineare che non si tratta di una crescita imputabile soltanto all'estero. Aumenta infatti anche la produzione sviluppata in Italia che nel 2017 supererà la quota di 1,4 miliardi rispetto agli 1,3 del 2016. Molto positivi anche i dati raccolti sul versante estero. Nel 2017 il Cer prevede un balzo del 23,4% fino a 906 milioni di euro che farà salire fino al 38,7% la quotà dell'attività svolta all’estero dalle engineering italiane. «I numeri non ci fanno dire che la crisi è superata- ha sottolineato Stefano Fantacone, direttore della ricerca Cer - , ma sicuramente ci danno il primo quadro di miglioramento degli indicatori da cinque anni a questa parte. E si tratta di un miglioramento robusto, che possiamo considerare non episodico». Sono positivi anche i dati dei nuovi contratti, con una stima di 2,9 miliardi a fine 2017 (+7,5%), dovuto a un aumento di acquisizioni più sostenuto all’estero (1,2 miliardi, +12,4%) ma di rilievo anche in Italia (1,7 miliardi +4,2%). A trainare il settore al rialzo sono soprattutto i big del comparto. «Si sta rafforzando la tendenza alla polarizzazione del settore - sottolinea Fantacone -. Le società che hanno più di 50 dipendenti, hanno capacità di andare all’estero e riescono a diversificare l'attività sul fronte privato aumentano le prorpie quote di mercato». Le imprese con più di 50 addetti mostrano una marcia in più: il divario sul fronte valore della produzione si amplierà nel 2017, quando le imprese più grandi otterranno un aumento del 17% (1,9 miliardi) contro la crescita limitata al 3,6% (436 milioni in termini assoluti) delle realtà più piccole. Andamenti simili sono riscontrabili anche sul fronte dei nuovi contratti e del portafoglio ordini. http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AE8NEMzB/0
Terremoto centro Italia: confronto tra professionisti e struttura del Commissario per la ricostruzione 19/07/2017 Lo scorso 13 luglio si è tenuto ad Accumoli (RI) un importante confronto, fortemente voluto dalla Rete Professioni Tecniche (RPT), tra i professionisti tecnici impegnati nelle attività di ricostruzione delle zone colpite dal sisma e la struttura del Commissario Vasco Errani, rappresentata nell’occasione dall’Arch. Alfiero Moretti. All’incontro, oltre ai Presidenti dei Consigli Nazionali della Rete e ai Presidenti e i Consiglieri degli Ordini e dei Collegi territoriali, hanno partecipato anche dirigenti e funzionari degli Uffici speciali regionali per la ricostruzione. “E’ stato un incontro di grande importanza – commenta la Rete – da noi fortemente voluto nell’ambito di uno stretto rapporto di collaborazione tra professionisti tecnici e la struttura del Commissario Errani, sfociata di recente con la firma del Protocollo d’intesa e la costituzione dell’Osservatorio della ricostruzione. La situazione è complessa ed è necessario trovare soluzioni condivise. Nonostante i passi avanti che abbiamo fatto, restano
alcune criticità a proposito delle quali abbiamo elaborato delle proposte. Si tratta di richieste ragionevoli che riteniamo possano essere una valida base su cui lavorare”. “Siamo ancora in una fase molto calda – ha detto Alfiero Moretti della struttura del Commissario alla ricostruzione – sono passati solo sei mesi dalla conclusione degli eventi sismici, dunque non possiamo aspettarci che tutti i problemi siano risolti. Si è trattato di un terremoto molto complesso che ha coinvolto quattro regioni, con tutto quello che ne consegue. Desidero sottolineare la straordinaria collaborazione tra la nostra struttura e il mondo delle professioni. Va detto che questa è una ricostruzione privata con i cittadini che scelgono autonomamente il professionista e l’impresa alla quale rivolgersi per ripristinare la propria abitazione. Lo Stato determina soltanto il sistema di regole finalizzato al riconoscimento del credito di imposta. Per questo motivo i professionisti svolgono un ruolo decisivo e noi riteniamo fondamentale tenere aperto il confronto, al fine di superare le difficoltà”. Nell’ambito dell’incontro, si è tenuta una tavola rotonda che ha alimentato il dibattito. Antonio Miluzzo (Ordine Ingegneri Rieti) ha offerto una panoramica sullo stato della ricostruzione, mettendo in evidenza le criticità determinate dalla normativa e dalle procedure. Stefano Eleuteri (Vice Presidente Ordine Architetti Rieti) ha sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare alla ricostruzione. Roberto Troncarelli(Presidente Ordine Geologi Lazio) ha posto l’attenzione sui diversi regolamenti che caratterizzano le varie regioni interessate dall’evento sismico, con particolare riferimento alle autorizzazioni sismiche. Carlo Papi (Presidente Collegio Geometri Rieti) ha illustrato gli elementi essenziali del Protocollo d’intesa siglato tra RPT e Commissario, sottolineandone le criticità dal punto di vista dei professionisti tecnici impegnati sul territorio. Stefano Villarini (Presidente Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali Perugia) si è soffermato sulle problematiche relative alle autorizzazioni paesaggistiche, essendo molte delle aree coinvolte inserite all’interno di parchi regionali. Leonello Rossi (Presidente Collegio Periti Industriali Rieti) ha richiamato la necessità di un confronto con gli Uffici speciali regionali per la ricostruzione al fine di giungere ad un’interpretazione univoca delle normative.Cesare Spuri (USR Marche), infine, ha sottolineato il ruolo degli USR confermando la disponibilità degli stessi ad un confronto diretto con i professionisti tecnici. A cura di Ufficio Stampa RPT © Riproduzione riservata
Il Presidente Cantone apre ai "prezzi di riferimento" e "costi standard" 19/07/2017 "Una prevenzione della corruzione ben fatta, con controlli seri e rigorosi, soprattutto nel settore degli appalti, è essa stessa una misura di risparmio, perché può eliminare gli sprechi". Lo ha affermato il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Raffaele Cantone, in occasione del convegno a cui ha partecipato lo scorso 25 maggio dal titolo “La spesa pubblica tra controlli e spending review”, svolto presso la Scuola di Polizia tributaria della Guardia di finanza. Cantone ha prima parlato dell'incidenza diretta della crisi economica sulla corruzione. Pur ammettendo una certa difficoltà nel'individuare e valutare con certezza dati statistici, secondo il Presidente dell'ANAC "un elemento indicativo è che i momenti di crisi sono quelli in cui spesso poi emergono, anche dal punto di vista giudiziario, una serie di episodi di corruzione. Questo accade perché la forte riduzione delle commesse fa sì che ci sia chi, pur di ottenerle, sia disposto a utilizzare qualunque mezzo, introducendo di fatto un meccanismo di forte “concorrenza” nel sistema della corruzione. In questo senso c'è
dunque una correlazione diretta fra crisi economica, riduzione degli investimenti pubblici e rischio di aumento della corruzione. A maggior ragione, perciò, una politica di prevenzione diventa uno strumento fondamentale sia per far rispettare le regole, sia per evitare che i meccanismi di riduzione della spesa lo siano solo sulla carta. Il motivo è evidente: l’imprenditore che ha pagato una tangente sarà portato a recuperarla con un'offerta non del tutto congrua, col risultato che ciò che in un primo momento appare come un risparmio in seguito diventa in realtà un costo ulteriore per l'amministrazione". Al riguardo, il Presidente Cantone ha ricordato le indagini di Tangentopoli del 1991/92 che "ebbero un aumento esponenziale in un momento politico-sociale molto particolare, anche se ciò non significa affatto che fino a quel momento non ci fosse corruzione. Prima probabilmente essa era solo più difficile da scoprire, perché la possibilità di spartirsi la “torta” era molto maggiore". Altro interessante aspetto trattato dal Presidente ANAC riguarda le politiche di spending review come strumenti capaci di prevenire la corruzione. "Si pensi, sotto questo profilo, al ruolo che possono avere i cosiddetti prezzi di riferimento - afferma Cantone - che sono sostanzialmente il “giusto” prezzo al quale un certo prodotto viene di solito pagato. Essi presuppongono la standardizzazione, cioè l’esistenza di informazioni rilevanti in grado di rendere confrontabili lavori, beni e servizi tramite una serie di elementi omogenei. Di conseguenza maggiore è la standardizzazione, più è semplice individuare una serie di prezzi di riferimento". Sul "costi standard" l’Anac ha una specifica competenza (il nuovo Codice degli appalti prevede che siano elaborati in collaborazione con l’ISTAT) e rappresentano uno strumento che può essere utilissimo sotto numerosi punti di vista. "In primo luogo - continua Cantone - possono consentire di individuare indici di anomalia o persino indici di corruzione, perché è chiaro che a un maggiore allontanamento da essi corrisponderanno altrettanti campanelli d’allarme. Faccio un esempio concreto: se qualcuno compra a 100 un bene che altri acquistano a 10, è evidente che si accende una sorta di alert sul quale si può avviare un'indagine specifica. Non è detto che questa differenza nell’acquisto implichi l’esistenza di illeciti, forse è solo inefficienza o scarsa concorrenza ma è di sicuro uno degli elementi caratteristici dietro il quale si possono verificare fatti corruttivi. L'individuazione di costi standard può essere quindi determinante per individuare indicatori oggettivi della corruzione, che al momento l’Anac sta provando a “costruire”". Sempre sui prezzi di riferimento Cantone rileva come questi limitino la discrezionalità della stazione appaltante prevenendo sia possibili fenomeni di inefficienza che di corruzione. "Si riduce - afferma il Presidente dell'Anticorruzione - il rischio di una eccessiva remunerazione, dietro la quale si può nascondere una logica corruttiva, favorendo al tempo
stesso l’emersione di elementi che permettono un controllo più diffuso come la trasparenza e l’accountability. Mi spiego: se si crea un alert quando un certo bene è pagato oltre una certa cifra, vengono disincentivati comportamenti potenzialmente devianti. In questo senso vi è dunque un collegamento molto forte tra interventi di spending review e prevenzione della corruzione". Sulla lotta alla corruzione Cantone è stato chiaro "una prevenzione della corruzione ben fatta, con controlli seri e rigorosi, soprattutto nel settore degli appalti, è essa stessa una misura di risparmio, perché può eliminare gli sprechi. Se fin dall'inizio un appalto è fatto correttamente, tramite l’individuazione di una base d'asta corretta, è possibile evitare quella degenerazione tipica fatta di riserve e varianti in cui spesso si celano fatti corruttivi, cosicché la spesa è determinata fin dall’inizio e i meccanismi in grado di farla lievitare sono scongiurati. Il rispetto delle procedure, soprattutto in materia di appalti, è dunque uno strumento che consente significative economie, come mostrano i controlli che l’Anac ha svolto sugli appalti per il Giubileo in base a quanto disposto dal DPCM che ha assegnato i fondi a Roma Capitale. Quei lavori, soprattutto manutenzioni di piccole o medie dimensioni, sono stati assegnati con ribassi molti significativi, in qualche caso anche superiori al 40% rispetto alla base d'asta e, grazie alle verifiche preventive effettuate sui bandi e sulle fasi successive alle aggiudicazioni, sia i contenziosi che il ricorso a varianti o riserve è stato limitatissimo. È stato così possibile impedire il verificarsi di illeciti e si sono consentiti risparmi rilevanti". "Mi pare la conferma - conclude Cantone - che un controllo rigoroso delle regole può rappresentare uno dei principali mezzi gli strumenti più importanti di spending review e che soprattutto laddove parliamo di appalti (ma si potrebbe estendere il discorso anche al mondo della sanità) il rispetto delle regole rappresenta esso stesso un modo per conseguire risparmi. Per tornare al punto da cui sono partito, non è dunque un caso se di contrasto alla corruzione si parla soprattutto nei momenti di crisi, perché è evidente che quando la situazione economica è più difficile gli sprechi diventano ancora meno tollerabili di quanto non lo siano già normalmente". A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata
Edilizia scolastica, entro agosto investimenti per 2,6 miliardi di euro di Paola Mammarella Otto nuove scuole, poli per l’infanzia, adeguamento sismico, messa in sicurezza dei solai, ripristini post-sisma 19/07/2017 – Saranno sbloccati a breve 2,6 miliardi di euro per l’edilizia scolastica. Lo ha annunciato il Ministro per l’Istruzione, l’Università e la ricerca, Valeria Fedeli, durante la conferenza stampa che ha illustrato il programma 2014- 2018 e il lavoro svolto per la messa in sicurezza e riqualificazione del patrimonio immobiliare scolastico. Le risorse fanno parte dei 9,5 miliardi complessivi stanziati dal 2014 ad oggi e saranno spalmati su dieci linee di intervento. 2,6 miliardi per 10 linee di intervento 1. Venerdì prossimo sarà firmato un decreto da 26,4 milioni di euro per interventi di adeguamento sismico degli edifici scolastici.
2. Il 25 luglio sarà la volta del decreto per la costruzione di 8 nuove scuole da realizzare con modalità di finanziamento e costruzione innovative. Per questi interventi saranno sbloccati 20 milioni di euro. In questo ambito il Ministro ha rivolto un ringraziamento speciale agli architetti Renzo Piano, che ha progettato un prototipo di scuola come civic center, e Mario Cucinella, che per la prima volta ha attuato la progettazione partecipata con un gruppo di studenti. 3. Giovedì 27 luglio sarà firmato il decreto per la ripartizione regionale dello stanziamento Inail da 150 milioni di euro destinato alla realizzazione di nuovi poli per l’infanzia. Il decreto sarà poi portato in Conferenza Stato-Regioni. La progettazione degli interventi avverrà sulla base di un concorso di idee e ai vincitori potranno essere affidati i livelli successivi della progettazione. 4. Altri 10 milioni saranno destinati per il 2017 e il 2018 al ripristino della funzionalità delle scuole e alla realizzazione di strutture modulari nelle aree colpite dal sisma. Le modalità saranno definite con un decreto che sarà firmato venerdì 28 luglio. 5. Nella stessa giornata il Miur presenterà una proposta di decreto interministeriale per la nuova programmazione unica nazionale 2018-2020 degli interventi di edilizia scolastica, che potrà contare su 1,7 miliardi di euro. Questo stanziamento è stato annunciato lo scorso febbraio. Le risorse da destinare ad interventi di messa in sicurezza, saranno erogate accendendo mutui pluriennali agevolati con la Banca europea per gli investimenti (BEI). 6. Sarà firmato il 31 luglio il decreto che assegnerà 321 milioni di euro agli interventi di adeguamento sismico e messa in sicurezza a seguito delle indagini diagnostiche per le Province e le Città metropolitane. Ricordiamo che con la legge sulla Buona Scuola nel 2015 sono stati stanziati 40 milioni di europer le indagini diagnostiche su solai e controsoffitti. Dai sopralluoghi effettuati nel 2016 è emersa la necessità di una serie di interventi di messa in sicurezza. Nei giorni scorsi il Governo, nel comunicare come saranno impiegate le risorse del Fondo Investimenti, ha reso noto che 341 milioni andranno agli interventi post-indagini diagnostiche. 7. Il 2 agosto sarà siglata la convenzione che assegnerà 100 milioni di euro alle indagini di vulnerabilità sismica degli edifici situati nelle aree a rischio sismico 1 e 2. Lo stanziamento è stato previsto lo scorso febbraio dal Ministro dell'Istruzione con un emendamento all'ultima legge per il sostegno alle
popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016. Una delle condizioni previste è che il 20% delle risorse sia destinato alle quattro regioni colpite (Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo). 8. 6 milioni di euro andranno alle nuove indagini diagnostiche sui solai e i controsoffitti, utili a prevenire fenomeni di crollo. Il decreto sarà pronto entro il 7 agosto. Le risorse faranno scorrere la graduatoria del 2015, che ha reso possibili 7mila indagini con 40 milioni di euro. 9. Il 9 agosto sarà pubblicato l’avviso PON Scuola da 350 milioni di euro per l’adeguamento sismico, la messa in sicurezza antincendio e il conseguimento dell’agibilità in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. 10. Sarà infine lanciata il 10 agosto l’anagrafica dei responsabili della sicurezza nelle scuole. Questo permetterà che i responsabili siano facilmente individuabili e ricevano una formazione adeguata. Edilizia scolastica, i numeri del Miur Dal 2014 al 2017, ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Elena Boschi, sono stati aperti 7238 cantieri (in totale in italia ci sono più di 42mila scuole). Più di 5mila sono stati chiusi e, entro la fine del 2017 ne saranno conclusi altri 780. In totale i lavori hanno riguardato la ristrutturazione e il consolidamento degli edifici esistenti, ma anche la realizzazione di 303 nuove scuole, 209 delle quali sono state completate. "Non è sufficiente stanziare miliardi - ha affermato il Ministro Valeria Fedeli - ma renderli trasparenti. Stiamo andando concretamente verso il fascicolo elettronico per ogni edificio - ha aggiunto - per avere certezze suglle spese e sugli interventi effettuati o da programmare". Con questo obiettivo è stato riattivato, dopo vent'anni, l'osservatorio sull'edilizia scolastica. Come spiegato da Laura Galimberti, coordinatore della struttura di missione per l’edilizia scolastica di Italia Sicura, gli interventi integrano didattica e architettura per la creazione di spazi “belli” e idonei a favorire metodi di apprendimento innovativi. Perchè, ha concluso citando Loris Malaguzzi, "l'edificio scolastico diventi un educatore". © Riproduzione riservata
Cavalcavia di Cuneo, Anas lo ricostruirà in acciaio di Rossella Calabrese A tre mesi dal crollo, sono in corso indagini e tomografie a ultrasuoni sugli altri impalcati della tangenziale di Fossano Foto: www.targatocn.it 19/07/2017 - Nel primo pomeriggio del 17 aprile 2017 il cavalcavia della tangenziale di Fossano, nel cuneese, è improvvisamente crollato, per fortune senza causare vittime, ma schiacciando un’automobile dei Carabinieri ferma per un posto di blocco. Nei giorni scorsi il Vice ministro per le infrastrutture e dei trasporti, Riccardo Nencini, ha risposto all’interrogazione presentata dal Senatore Aldo Di Biagio (APE-CpE-NCD), informando sullo stato delle attività che l’Anas ha intrapreso dopo il crollo.
Di Biagio chiedeva quale sia lo stato attuale del monitoraggio della rete infrastrutturale del Paese e se il Governo intendesse definire una mappatura dei rischi e delle fragilità delle infrastrutture, per predisporre un piano di manutenzione del patrimonio infrastrutturale, che scongiurasse nuovi cedimenti. I controlli sulla tangenziale di Fossano Per quanto riguarda il cavalcavia di Fossano, Nencini ha riferito che ANAS ha avviato la progettazione della rampa crollata e la ricostruirà in acciaio per accelerare i tempi e non dover intervenire sulle pile esistenti. Inoltre ANAS sta eseguendo ispezioni e indagini strumentali sugli altri impalcati realizzati dalla stessa impresa nell’ambito del medesimo appalto. Lungo un tracciato di 8 chilometri della tangenziale, su cui insistono 16 manufatti tra ponti e viadotti della medesima tipologia (per uno sviluppo complessivo di 3,4 chilometri), ANAS sta effettuando le seguenti indagini: - ispezione approfondita per mappare l’eventuale presenza di micro-anomalie; - endoscopia nelle guaine per verificare la presenza dell’inghisaggio e lo stato dei trefoli dove c’è umidità; - analisi termografica per verificare il posizionamento dei cavi; - tomografia ultrasonica per rilevare la presenza di cavità negli impalcati. Il Politecnico di Milano e ANAS stanno sperimentando la tecnica della tomografia a ultrasuoni su elementi strutturali in cemento armato per la verifica delle condizioni di sicurezza dei ponti/viadotti (la tomografia verifica il riempimento dei cavi di precompressione evidenziando la presenza di vuoti con elevata precisione). La manutenzione della rete infrastrutturale La Direzione generale per le strade e le autostrade e per la vigilanza e la sicurezza nelle infrastrutture stradali fa sapere di aver richiesto ad ANAS, tra l’altro, di condurre a scopo precauzionale una verifica su tutti i cavalcavia con caratteristiche analoghe a quello crollato.
Per quanto riguarda invece la spesa complessiva per la manutenzione, ANAS fa sapere che nel 2016 è stata pari a 630 milioni di euro. La sola manutenzione straordinaria raggiungerà, invece, nel 2017 un volume di spesa di oltre 400 milioni, circa il doppio della spesa media annua registrata nell’ultimo quinquiennio. Inoltre, nel Piano di monitoraggio dei ponti e dei viadotti della rete viaria gestita da ANAS, sono state programmate le seguenti attività specifiche (triennio 2017- 2019): - sorveglianza e ispezioni periodiche sui ponti e viadotti a seguito delle quali si emette un giudizio sulla condizione generale dell’opera e sullo stato di conservazione della struttura e delle opere accessorie alla stessa; - applicazioni strumentali e studi specialistici per il controllo di problematiche specifiche a forte impatto sulla sicurezza delle opere d’arte, estendendo il rilievo di eventuali criticità anche all’ambiente e al territorio circostante. ANAS - ha riferito Nencini - tramite il personale di esercizio, svolge una quotidiana attività di vigilanza sulle infrastrutture in gestione intervenendo, con la massima tempestività, in caso di emergenza per assicurare le condizioni di sicurezza della circolazione stradale. © Riproduzione riservata
In arrivo otto scuole ispirate ai prototipi di Piano e Cucinella di Paola Mammarella Nel piano di edilizia scolastica anche nuovi poli per l’infanzia. A breve il concorso di idee 19/07/2017 – Scuole intese come civic center e frutto di una progettazione partecipata, ma anche nuovi poli per l’infanzia. Il patrimonio scolastico italiano sta per arricchirsi di nuovi edifici in cui un’architettura all’avanguardia è in grado di favorire metodi di apprendimento innovativi. Mirano a questi obiettivi due delle dieci iniziative del programma nazionale di edilizia scolastica, illustrato ieri in conferenza stampa a palazzo Chigi. Alle due misure è destinato uno stanziamento complessivo di 170 milioni di euro sui 2,6 miliardi complessivamente previsti per l’edilizia scolastica. Le risorse saranno liberate nei prossimi giorni con due decreti dedicati.
In arrivo 8 nuove scuole Il programma ha destinato 20 milioni di euro alla realizzazione di 8 nuove scuole da realizzare con modalità di finanziamento e costruzione innovative. I modelli cui gli edifici si dovranno rifare sono stati elaborati dagli architetti Renzo Piano e Mario Cucinella. Prototipi, ha sottolineato il Ministro per l'Istruzione, l'Università e la ricerca, Valeria Fedeli, che i due architetti hanno elaborato a titolo gratuito per la realizzazione di due scuole, una del I ciclo e una del II ciclo. Ricordiamo che un prototipo di scuola del futuro, immaginato da Renzo Pianonel 2015, è un civic center elaborato in collaborazione con il pedagogista Franco Lorenzoni e lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet. Il modello si articola in tre livelli: un piano terra con un giardino e la funzione di connessione con la città, un primo piano con le aule e un tetto con laboratori e attività in cui il bambino possa coltivare l’immaginario personale. Fondamentale anche la sostenibilità energetica e l’eco-compatibilità dei materiali usati. Il modello è servito anche da ispirazione per il concorso di idee “Scuole Innovative”, bandito a maggio 2016, di cui ancora non si conoscono gli esiti, ma che secondo il ministro Fedeli dovrebbe concludersi in autunno. Al bando per la realizzazione di 51 scuole in tutta Italia, ha spiegato la coordinatrice della struttura di missione per l’edilizia scolastica, Laura Galimberti, hanno partecipato 1238 progettisti. Mario Cucinella ha invece avviato un processo di progettazione partecipata, coinvolgendo un gruppo di studenti e chiedendo loro di contribuire a definire la scuola ideale. Basandosi sulla teoria che “progettare è voce del verbo amare”, esposta al convegno “Fare scuola” lo scorso 29 maggio, Cucinella aveva già annunciato che “nella progettazione vanno coinvolti i ragazzi per intercettare i loro desideri e creare un ambiente in cui esprimere le proprie potenzialità”. La scuola progettata da Cucinella sorgerà in una delle aree colpite dal sisma.
Poli per l’infanzia, a breve i bandi Nel triennio 2018/2020 saranno realizzati nuovi poli per l’infanzia per bimbi da 0 a 6 anni con un finanziamento Inail da 150 milioni di euro previsto dal Dlgs 65/2017 attuativo della Buona Scuola. Il Miur ha messo a punto il decreto per la ripartizione delle risorse tra le Regioni in base ai dati rilevati dall’Anagrafe sull’Edilizia scolastica. La procedura sarà simile a quella utilizzata per le “Scuole Innovative”. Gli enti locali interessati proporranno alle Regioni le aree su cui intendono realizzare il polo. Le Regioni dovranno utilizzare i criteri indicati nel decreto del Miur per la scelta delle proposte (da una a tre) da sottoporre al Miur. Successivamente, il Miur pubblicherà un concorso di idee per selezionare le proposte progettuali relative agli interventi individuati dalle Regioni. I progetti saranno valutati da una commissione di esperti e, per ogni area d’intervento, saranno decretati il primo, il secondo e il terzo classificato. Gli Enti locali proprietari delle aree oggetto d’intervento potranno affidare i successivi livelli di progettazione ai vincitori del concorso. Il Ministro Fedeli ieri ha annunciato che il decreto sarà firmato il 27 luglio e portato subito dopo in Conferenza Stato-Regioni. © Riproduzione riservata
Edllizia scolastica: in arrivo altri 2.6 miliardi. Scuole completate, piano MIUR, mappe del 19/07/2017 Edilizia scolastica, il Governo ha fatto il punto sul piano 2014-2018. Fedeli: pronti altri 2,6 miliardi dei 9 stanziati per 10 azioni fra cui ci sono la nuova programmazione degli interventi 2018-2020 per 1,7 miliardi, risorse per l'antisismica e per la costruzione di nuove scuole La pausa estiva porta fondi all'edilizia scolastica. Lo ha annunciato il Governo alla conferenza stampa dedicata sul tema, fornendo dati completi e le slide di riferimento su tutto il piano 2014-2018. Edilizia scolastica: cosa è stato già fatto Oltre nove miliardi di cui 4,7 assegnati agli Enti locali per interventi su scuole già individuate. 7.235 cantieri aperti in tutta Italia, 5.659 conclusi, 303 nuove scuole finanziate, di cui 209 già realizzate. Altri 780 cantieri chiuderanno entro il 2017. Sono i numeri elencati nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi dalla Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi, dalla Ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli e dalla Coordinatrice della Struttura di Missione per la Riqualificazione dell'Edilizia Scolastica, Laura Galimberti. I dati, come già detto sopra, sono stati riassunti in slide proiettate nel corso della conferenza, raccontati dalle decine di foto delle nuove scuole realizzate grazie alle politiche del Governo in tre anni e nei "Cantieri del Giorno", selezionati dalla Struttura di Missione tra i 700 interventi pubblicati nella rubrica online. "Nei prossimi 20 giorni - ha annunciato il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli - mobiliteremo altri 2,6 miliardi dei 9 stanziati per 10 azioni fra cui ci sono la nuova programmazione degli interventi 2018-2020 per 1,7 miliardi, risorse per l’antisismica e per la costruzione di nuove scuole". Infine, la chiosa di Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione per la riqualificazione dell'edilizia scolastica. ”La messa in sicurezza delle scuole è prioritaria, perché la scuola rappresenta uno dei pilastri della formazione delle nuove generazioni, e quindi del futuro del Paese. E' per questo che il Governo dei mille giorni ha scelto di investire in tre anni maggiori risorse che negli ultimi venti. Un impegno concreto, promosso e rilanciato con decisione anche
Puoi anche leggere