CONFEURO: FESTA D'EUROPA, VECCHIO - Agricolae
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CONFEURO: FESTA D’EUROPA, RICOSTRUIRE IL VECCHIO CONTINENTE PARTENDO DA UNA NUOVA PAC Il 9 Maggio è il giorno in cui si festeggia l’Europa. La data si rifà a quel giorno del 1950 in cui il politico francese, Robert Schuman, presentò un piano per la cooperazione economica nel vecchio continente. Indubbiamente molte di quelle speranze sono state disattese, ma questo – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso – non può e non deve mettere in alcun modo in discussione la bontà di quell’idea. Come Confeuro – continua Tiso – siamo sempre stati europeisti e continuiamo a credere che sia solo attraverso il riscatto del vecchio continente che possono trarre vantaggio i singoli Paesi. Per riuscire in questo obiettivo, però, serve adottare una politica che agisca in maniera complessiva su un comparto di estrema importanza: serve una nuova Pac che unisca i Paesi europei su un’idea di sviluppo condivisa. Dalla discussione e dall’approvazione di una Politica Agricola Comune che premi gli agricoltori e non le multinazionali dell’agroindustria e che valorizzi la biodiversità e le produzioni di qualità – prosegue Tiso – può prendere vita un nuovo percorso di rilancio europeo; essenziale, non solo per una comune crescita economica, ma anche per preservare la pace all’interno di un continente spesso vittima di lotte fratricide. L’agricoltura e il bisogno di provvedere ai bisogni basilari dei cittadini – continua Tiso – possono essere lo strumento attraverso il quale dar vita all’applicazione di nuovi modelli
di crescita centrati sulla promozione del biologico, sull’agroecologia e sulla sostenibilità ambientale; ed è per questo che la battaglia per una nuova Pac non va vista come l’istanza di un settore, ma come una lotta fatta nell’interesse di tutti coloro che ancora credono e vogliono continuare a credere nell’Europa. AGRICOLTURA SOCIALE, CIA: PIACE AI GIOVANI MA LA LEGGE NON DECOLLA Far crescere nel Paese l’attenzione verso l’Agricoltura sociale e migliorare l’efficacia della nuova legge, come strada per un nuovo welfare più inclusivo e generativo. In particolare, con il supporto dei giovani volontari del Servizio Civile Nazionale si è voluto rafforzare l’informazione nei confronti dei soggetti potenzialmente interessati ad attivare sul territorio iniziative di Agricoltura Sociale e creare così un impatto positivo sulle fasce più deboli della popolazione. Questo, in sintesi, il cuore del progetto che ha visto impegnate Cia-Agricoltori Italiani, il Patronato Inac-Cia, Ases e che ha celebrato oggi la sua giornata conclusiva nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma. “Il nostro progetto ha impegnato 36 ragazzi in tutte le regioni italiane e ha portato alla luce come l’Agricoltura Sociale, se promossa con vigore, può contribuire a un miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale, che nel suo complesso oggi spende 10 miliardi di euro per le ospedalizzazioni e solo 100 milioni nella prevenzione” ha
dichiarato Antonio Barile, presidente nazionale del Patronato Inac-Cia. L’agricoltura sociale vanta nel nostro Paese migliaia di esperienze attive e ha visto la nascita di una legge specifica, la 141/2015, che sta vivendo un fase di stallo per la mancanza di decreti attuativi che rendano effettive le decisioni del legislatore. L’interesse dimostrato dai giovani per questa modalità di impegno nell’agricoltura a beneficio di persone in difficoltà nella società si è dimostrato altissimo. “L’agricoltura per sua stessa indole include -ha dichiarato la presidente di Ases, Cinzia Pagni- se la politica e le istituzioni si impegnano insieme a rendere effettiva l’applicazione della legge, potremo dare risposte importanti ai problema della salvaguardia della biodiversità e la valorizzazione delle aree marginali”. I giovani impegnati nel servizio civile nazionale attraverso Cia, Inac e Ases hanno svolto un percorso entusiasmante, mettendo in risalto, con il loro lavoro di indagine e monitoraggio le potenzialità di questo modello di agricoltura multifunzionale ma anche le opportunità previste dalla Legge. Nel dettaglio, attraverso i questionari redatti dai ragazzi impegnati è emerso che il 70% dei funzionari degli Enti locali ha scarsa conoscenza dell’Agricoltura Sociale e gli stessi interpellati non conoscono le possibilità della nuova legge. Sorprende anche che Il 37% delle aziende agricole dichiari di non sapere come avviare attività di Agricoltura Sociale e di avere difficoltà nell’organizzazione delle pratiche necessarie. Il 31% delle realtà interpellate non è inserita in reti sociali che le permettono di attivare progetti e appena il 0,6% di questi riguarda istituti scolastici. Il 40% dei soggetti dichiara, inoltre, difficoltà nella formazione specialistica dei propri operatori in materia di Agricoltura sociale. “Coniugare il servizio civile Inac-Cia all’agricoltura sociale
è stata un’idea vincente -ha concluso il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino- bisogna accrescere la diffusione dell’agricoltura sociale che può rappresentare un’esperienza concreta capace di costruire un’economia sociale, solidale e responsabile e rafforzare il welfare del Paese” Al termine dell’iniziativa, presieduta dal presidente della Commissione Agricoltura in Senato, Gianpaolo Vallardi, sono stati consegnati gli attestati di frequenza ai giovani del Servizio Civile Nazionale. Hanno presenziato all’evento anche il vicesegretario vicario di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino e Giuliano Ciano del Forum Nazionale Agricoltura Sociale. PESCA, COMAGRI CAMERA. GLI INTERVENTI DI ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE, FEDERPESCA, ANAPI PESCA, IMPRESA PESCA E UNCI
“Esp rimi amo appr ezza ment o per la pres enta zion e di ben tre proposte di legge dedicate interamente alla pesca e acquacoltura, basti pensare che l’ultima volta fu nel 1980. C’è dunque uno sforzo legislativo da rinnovare ed è fondamentale che venga rilanciato il settore”. Così Alleanza delle cooperative italiane, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti interventi per il settore ittico, deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. “Bisogna sviluppare interventi concreti e organici per un settore che è strategico, concentrandoci sui temi della semplificazione, del ricambio generazionale e della salvaguardia del reddito, oltre a dover sviluppare iniziative per dare competitività alle aziende”. “È necessario dotare il settore di validi ammortizzatori sociali, al pari di quanto avviene per il comparto agricolo” ha invece dichiarato Federpesca in comagri camera. “C’è inoltre la necessità di revisionare il quadro sanzionatorio, che ad oggi è estremamente penalizzante per la pesca, e di svolgere interventi volti alla semplificazione. Auspichiamo dunque un testo unico per una riforma complessiva del settore
e di un comparto che ha sofferto una legislazione europea fortemente stringente, e che adesso è in attesa di interventi sui temi di semplificazione e occupazione, oltre a strumenti di sostegno al reddito”. “Sono trenta anni e venti governi tutti protesi a delegarsi il riordino e la semplificazione normativa della pesca, ha dichiarato Anapi Pesca. Molto importante e adesso sollecitare la commissione perché porti a termine la modifica al regolamento sulle sanzioni, perché la situazione è insostenibile”. Per Impresa pesca è importante “riflettere su alcuni punti come quelli su semplificazione in materia di pesca e acquacoltura, alle problematiche legate all’ambiente e al lavoro, specificatamente alla riforma di legge 250 che sta mettendo sul lastrico vaste categorie di pescatori. Fondamentale è poi una modifica strutturale nella gestione del servizio pubblico tendente ad agevolare le imprese, oltre ad una semplificazione da attuare anche tramite il decentramento. Sulla commissione consultiva o manteniamo il tavolo permanente come previsto dall’amministrazione oppure lo regolamentiamo a norma di legge”. Per Unci “le proposte di legge si pongono l’obiettivo di dare risposte concrete al settore della pesca, puntando su semplificazione legislativa e tutela del reddito. Importanti punti su cui soffermarsi devono essere la gestione razionale della risorsa ittica e la capacità di sostenere la produttività del settore. Quello che chiediamo è innovazione e semplificazione normativa, un testo unico sulla pesca che regolamenti la materia in modo chiaro e semplice. Fondamentale è poi agire con interventi compensativi, con strumenti di welfare strutturati che ad oggi mancano”.
TURISMO, SIGLATA COLLABORAZIONE PER PROMUOVERE PIEMONTE IN FRANCIA VisitPiemonte,la società in housedella Regione Piemonte per la valorizzazione turistica e agroalimentare del territorio (partecipata anche da Unioncamere), e SNCFVoyages Italia, l’azienda di trasporti internazionali francese,hanno concluso un accordo per la promozione del Piemonte sulla piattaforma “Oui-SNCF”, il portale di viaggi più utilizzato in Francia, che include anche servizi extra-ferroviari. L’accordo avrà durata triennale e per il 2019 prevede 3 campagne, due delle quali realizzate attraverso bannerin fase di prenotazione biglietti, oltre alla pubblicazione di 1 newsletter interamente dedicata al Piemonte, che verrà inviata nel mese di settembre in concomitanza con le promozioni post- vacanze estive lanciate da SNCF. Il target stimato è di circa 1,2 milioni di viaggiatori profilati compresi tra i 30 e i 55 anni. La prima fase della campagna, che si svilupperà dal 10 maggio al 2 giugno, sarà dedicata a Leonardoda Vincie al palinsesto di eventi per i 500 anni della sua morte, tema che si alternerà con l’apertura della nuova CollezioneCerrutial Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea. VisitPiemonte ha curato i testi in lingua francese e il video – sempre sottotitolato in lingua francese – dedicato alle celebrazioni leonardiane, che è stato realizzato in collaborazione con Getty Images. Il protocollo di collaborazione tra VisitPiemonte e SNCF
Voyages Italia nasce all’insegna del rafforzamento dei rapporti tra Francia e Piemonte, come sottolinea l’Assessora regionale alla Cultura e al Turismo, che anche nel 2018 si è confermatatra le mete predilette dai viaggiatori francesi. Secondo i dati dell’Osservatorio Turistico regionale nel 2018 i visitatori francesi sono stati oltre 330mila,conun incremento dei pernottamenti di circa il 5% rispetto al 2017 (pari a 793.387 pernottamenti). Le destinazioni più visitate dai francesi sono, in particolare, la Città Metropolitana di Torino, seguita dal Distretto dei Laghie dal Cuneese. VisitPiemonte consolida così il proprio raggio di attività volto a invitare i viaggiatori d’Oltralpe a scoprire il territorio regionale, con la sua ricca offerta di arte e cultura; 5 Siti patrimonio dell’UNESCO; enogastronomia; attività outdoor;itinerari di spiritualità. Grazie alla varietà di proposte e alle attività di valorizzazione realizzate nel corso degli ultimi anni in collaborazione con istituzioni, operatori pubblici e privati del territorio, il Piemonte ha ottenuto l’importante riconoscimento di “regione numero 1 al mondo da visitare nel 2019” secondo la classifica internazionale “Best in Travel” di Lonely Planet. MOSE: CENTINAIO, GIU’ LE MANI DALLE TASCHE DEI TURISTI. NO A PAESE TURISTAREPELLENTE
“ S u l M o s e n o n si devono mettere le mani nelle tasche dei turisti. Non esiste da nessuna parte che un’infrastruttura nazionale debba essere finanziata perpetrando un vero e proprio furto a danno di tutti coloro che vengono a visitare Venezia”. E’ quanto dichiara Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. “Vado ripetendo da mesi di essere contrario alla tassa di soggiorno, che sia di scopo e non per coprire i buchi dei comuni, e dall’oggi al domani viene architettata una vera e propria follia: una tassa per sovvenzionare una struttura pubblica!. Mi batterò in tutti modi affinché venga ritirato immediatamente questo provvedimento dello ‘sblocca cantieri’. Sembra che qualcuno le stia pensando tutte per cacciare i turisti dal Veneto e da Venezia: prima la tassa di sbarco, poi i tornelli, ora questo. L’ho già’ detto e lo ripeto: vogliamo diventare un Paese turistarepellente?”, conclude il Ministro. CONFAGRICOLTURA E GLI ALPINI
INSIEME PER L’ITALIA T u t t o p r o n t o p e r la 92esima edizione dell’Adunata nazionale degli Alpini a Milano, dove Confagricoltura è partner dell’evento che si apre ufficialmente domani e vedrà il clou domenica 12 maggio con l’imponente sfilata delle 80mila Penne Nere. Per l’occasione sono attese nel capoluogo lombardo 500mila persone. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli è presente al Villaggio degli Alpini in piazza Castello con “Casa Confagricoltura”, un ampio stand istituzionale in cui sono proposte le eccellenze agroalimentari delle aziende associate di diverse regioni. In questo spazio, sabato 11 maggio alle ore 11, è in programma la presentazione del libro “Pikadi par an fià” (Appesi per un fiato), di Edoardo Comiotto, che racconta la storia del giovane alpino Bepi esaltando il legame tra il territorio, l’agricoltura e gli alpini. A Casa Confagricoltura, inoltre, è possibile degustare e acquistare i prodotti delle aziende agricole tutti giorni dell’Adunata, dalle 9 a mezzanotte e domenica fino alle 20.
“La nostra Organizzazione condivide con gli Alpini i valori della solidarietà e della fratellanza – sottolinea Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia – oltre all’amore per la terra e l’impegno per la sua difesa. La nostra presenza qui vuole testimoniare e rafforzare questa vicinanza”. CREA: IN CAMPO CON DIVERFARMING PER UN’AGRICOLTURA INNOVATIVA, SOSTENIBILE E RESILIENTE Q u a l i s o n o l e m i g l i o ri strategie di diversificazione colturale in risposta ai
cambiamenti climatici? E quali le innovazioni nella gestione agronomica in un contesto ambientale alterato dal clima? Di questo si è discusso oggi in occasione del primo Regional Meeting del progetto DIVERFARMING, che si è svolto presso l’azienda Ferrari (stabilimento di Gariga, Piacenza), uno dei casi studio dove vengono testate la rotazione delle colture leguminosa – frumento duro – pomodoro e la fertilizzazione mediante digestato anaerobico (un fertilizzante naturale derivante dalla produzione di biogas). Si tratta di tecniche impiegate per aumentare il sequestro del carbonio nel suolo, migliorandone in questo modo la fertilità e la biodiversità microbica, nonché per ridurre l’emissione dei gas serra. La giornata di oggi, cui ne seguiranno altre due (a Mantova ed a Cremona), è stata un’occasione di ascolto e di confronto con gli agricoltori, i produttori e i rappresentanti delle amministrazioni locali, che hanno potuto toccare con mano i vantaggi dei metodi di diversificazione delle colture. Alla visita in campo è seguito un “fishbowl” (letteralmente “la vaschetta dei pesci”, un momento di discussione fra partecipanti e relatori) in cui si è cercato di identificare le migliori strategie per mitigare gli impatti ambientali. Tra queste ricoprono un ruolo rilevante gli approcci agronomici diversificati alternativi alla monocoltura, come ad esempio la rotazione delle colture (avvicendamento temporale di colture diverse), l’intercropping (la possibilità cioè di introdurre colture intercalari tra diverse colture principali) e il multicropping, o coltivazione multicolturale (la coesistenza di colture diverse in una stessa area). DIVERFARMING, progetto europeo quinquennale di cui il CREA è il referente per l’Italia ed il Nord-Mediterraneo, mira a costruire sistemi colturali diversificati a bassi input chimici, in grado di garantire la resa delle colture e ridurre gli impatti ambientali, cercando di offrire, quindi, una possibile soluzione alle criticità agro-climatiche. Il CREA, con i suoi centri di Agricoltura e Ambiente, Cerealicoltura e
Colture Industriali e Genomica e Bioinformatica, si occupa nello specifico di valutare gli effetti delle tecniche adottate in aree con condizioni pedoclimatiche differenti sui principali parametri fisico-chimici e biologici del terreno, sulla microbiodiversità e sulle emissioni, individuando, attraverso un modello previsionale, la migliore gestione in termini di conservazione della sostanza organica, di incremento della biodiversità, di mantenimento della fertilità del suolo e di resilienza dell’agroecosistema (cioè la sua capacità di rispondere ai cambiamenti repentini). Gli altri partner italiani del progetto sono l’Università della Tuscia, Barilla e il Consorzio Casalasco. CANTINIERE DELL’ANNO: PREMIATO IL MIGLIORE DELLE CANTINE DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO
S i c h i a m a A n d r e a Della Lena, classe 1985, ed è il vincitore della diciottesima edizione del Premio Cantiniere dell’Anno promosso dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. La premiazione è avvenuta mercoledì 8 maggio, nella tradizionale cena di apertura della Fiera dell’Agricoltura delle Tre Berte di Acquaviva giunta quest’anno alla 38.a edizione. Andrea Della Lena, giovane enotecnico poliziano “doc”, fin dal 2001 lavora nella cantina Icario di Montepulciano come assistente enologo e cantiniere. In azienda si occupa di tutto quello che ha a che fare con la lavorazione delle uve in cantina (dalla ricezione delle uve, fino all’imbottigliamento). «Uno dei momenti più sentiti dalle nostre cantine questo – spiega il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Piero Di Betto – che conferma l’importanza di questa professione che negli anni è cresciuta di livello grazie anche alla preparazione dei professionisti che muove i principali istituti agrari d’Italia a istituire addirittura un sesto anno per perfezionare il ruolo di enotecnico e cantiniere». Icario è l’azienda in cui da ormai quasi venti anni lavora Della Lena e rappresenta nel panorama vinicolo una delle più importanti realtà. L’occupazione del vino a Montepulciano tra tradizione e
ricambio generazionale. Sono oltre 250 i viticoltori a Montepulciano e oltre mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Oltre il 37% delle cantine è condotto da un giovane (l’età media dei titolari di azienda è di 48 anni). Un dato ancora più significativo è che il 45% degli impiegati a tempo indeterminato nel vino sono sotto i 40 anni. Tra i ruoli maggiormente occupati dai giovani in cantina ci sono quelli di enotecnico e cantiniere per l’appunto, ma anche enologo, mentre l’81% delle imprese vitivinicole di Montepulciano ha un impiegato nel marketing sotto i 40 anni. Il cantiniere dell’anno. Giunto con il 2019 alla diciottesima edizione, il Premio ha l’obiettivo di evidenziare il professionista che si è particolarmente distinto nell’attività di cantiniere, una professione antica che possiede un fascino tutto suo, legata per tradizione al territorio poliziano e al Vino Nobile e che resiste nonostante la meccanizzazione delle tecniche di cantina. Il palmares. Il vincitore di quest’anno, Andrea Della Lena (Icario), fa parte dell’albo d’oro del premio in cui compaiono in ordine cronologico Paola Picchiotti (Bindella), Margherita Pellegrini (Fanetti), Moreno Barbetti (Fassati), Fabrizio Savino (Salcheto), Roberta Vannozzi (Boscarelli), i fratelli Carmine e Orazio Capoccia (Avignonesi), Stefano Rubechini (Fattoria di Palazzo Vecchio), Primo Marinelli (Casale Daviddi), Marco Papini (Vecchia Cantina) Urano Carpini (Tenuta Valdipiatta), Fabrizio Dottori (Fattoria del Cerro), Dino Magi (Cantina Fanetti), Daniele Giani (Vecchia Cantina), Bruna Casagrande (Cantina Gattavecchi), Giorgio Laurini (Fassati), Enzo Barbi (Fattoria della Talosa) fino ad arrivare al primo vincitore del Premio, Adamo Pallecchi, storico cantiniere della Cantina Contucci. La fiera dell’Agricoltura di Tre Berte (Montepulciano). Giunta
alla sua 38° edizione, l’appuntamento si svolgerà nella frazione delle Tre Berte di Acquaviva di Montepulciano, a cura dell’associazione locale. Fino al 12 maggio tutto all’insegna della tradizione, della gastronomia, della musica e del divertimento. Da sabato a domenica il tradizionale mercato e la mostra degli attrezzi agricoli e con la 11° mostra mercato di vitelloni da carne di razza Chianina, appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati. VENETO, IMPEGNI AGROAMBIENTALI E INDENNITÀ IN ZONA MONTANA, PROROGA AL 15 GIUGNO PER LE DOMANDE Si ampliano i tempi per la presentazione delle domande per alcuni dei recenti bandi del PSR Veneto. La Giunta Regionale, su proposta dell’assessore all’agricoltura, ha approvato la proroga dei termini al 15 giugno 2018 per presentare le domande di aiuto per quattro tipi d’intervento e per le domande di conferma pluriennali in ambito agroambientale. La proroga riguarda nello specifico i seguenti bandi: 1) Tipo intervento 10.1.3 – Gestione attiva di infrastrutture verdi; importo a bando: 4 milioni di euro (collegato a Tipo di intervento 4.4.2); Tipo intervento 10.1.6 – Tutela ed incremento degli habitat seminaturali, importo a bando: 2. Milioni di euro (collegato a Tipi di intervento 4.4.2 e 4.4.3); Tipo intervento 10.1.7 – Biodiversità – Allevatori custodi, importo a bando: 750 mila euro; Tipo intervento 13.1.1 – Indennità compensativa in zona montana, importo a
bando: 20 milioni di euro. 2) Misura 221 del PSR 2007-2013; Misure 6 e 8 del PSR 2000-2006; Regolamenti CEE 2078 e 2080/1992. La domanda riguarda i beneficiari degli impegni pluriennali sottoscritti nel corso delle programmazioni 2007-2013, 2000-2006 e con i regolamenti del 1992 in materia agroambientale e forestale. In particolare sono coinvolti quanti hanno assunto impegni pluriennali nell’ambito delle misure: 221 – Primo imboschimento dei terreni agricoli del PSR 2007-2013, 6 – Agroambiente e 8 – Forestazione nel periodo 2000-2006, e infine, quanti hanno assunto impegni nel quadro dei regolamenti europei sui programmi agroambientali e forestali n. 2080 del 1992. 3) Misure 10 e 11 del PSR 2014-2020 Riguarda i beneficiari che negli ultimi quattro anni hanno presentato domanda di aiuto per gli impegni pluriennali nel quadro del PSR 2014-2020, a seguito dei bandi aperti con le deliberazioni n. 465 del 19 aprile 2016, n. 440 del 31 marzo 2015 e n. 435 del 6 aprile 2017 e n.396 del 2018. Si tratta in particolare dei beneficiari dei tipi d’intervento: 10.1.1 – Tecniche agronomiche a ridotto impatto ambientale, 10.1.2 Ottimizzazione ambientale delle tecniche agronomiche ed irrigue, 10.1.3 – Gestione attiva di infrastrutture verdi, 10.1.4 Gestione sostenibile di prati, prati-seminaturali, pascoli e prati-pascoli in zone montane, 10.1.7 – Biodiversità – Allevatori e coltivatori custodi, 11.1.1 – Pagamenti per la conversione all’agricoltura biologica e 11.2.1 – Pagamenti per il mantenimento dell’agricoltura biologica del PSR 2014-2020. Si precisa che la proroga è condizionata all’approvazione dell’analogo provvedimento da parte della Commissione europea e del Ministero delle politiche agricole. Il testo ufficiale del provvedimento, sarà pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto il 14 maggio.
COPAGRI: #EUROPEDAY, LA FESTA DELL’EUROPA È LA FESTA DI TUTTI, SENZA UE NON C’È FUTURO PER IL PAESE “In occasione dell’importante festività che ricorre oggi, ribadiamo che a nostro avviso senza Europa non c’è futuro per il Paese, così come allo stesso modo senza regole comuni non c’è futuro per l’Europa, i cui meccanismi necessitano di un deciso cambio di marcia; è su questo semplice ma fondamentale assunto che dobbiamo riflettere e continuare a lavorare, con il fine ultimo di dare certezze ai cittadini comunitari, a partire dagli agricoltori, il cui lavoro è di fondamentale importanza per l’economia e il cui reddito va salvaguardato a ogni costo”. Così il presidente della Copagri Franco Verrascina, in occasione della Festa dell’Europa, che si celebra oggi per ricordare la celebre dichiarazione di Schuman del 1950, con la quale iniziò il processo di integrazione che portò alla nascita della CECA, la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, primo tassello dell’integrazione comunitaria, e furono poste le basi per un progetto comune di pace, cooperazione e prosperità. “Altrettanto fondamentale è quindi difendere il capitolo agricolo del bilancio comunitario e in particolare i fondi per la PAC e per i programmi di politica di coesione, tenendo sempre bene a mente che l’Italia è tra i contributori netti dell’UE; nasce anche da qui il nostro sostegno alla campagna del Copa-Cogeca #WeFarm4EU, lanciata in vista delle imminenti elezioni europee del prossimo 26 maggio con lo scopo di riaffermare l’importanza del settore agricolo per il futuro
dell’Unione Europea e per chiedere un impegno concreto ai candidati”, prosegue il presidente della Copagri. “La giornata odierna è poi un’occasione per rilanciare l’importanza dei valori fondanti dell’Europa, ovvero libertà, democrazia, uguaglianza e rispetto per i diritti e la dignità delle persone; abbiamo un grande bisogno di una Europa forte per contrastare le chiusure commerciali provenienti da altri continenti, che in un mercato sempre più globalizzato, quale quello in cui viviamo, rischiano di mettere a serio rischio la stabilità dell’economia comunitaria e di quella nazionale”, conclude Verrascina. CONFAGRICOLTURA LEADER EUROPEO DELL’INNOVAZIONE NELLE CATENE CORTE Copa Cogeca, la Confederazione degli agricoltori e delle agro cooperative europee, insieme a Confagricoltura affronteranno a Roma, a Palazzo della Valle, le misure più efficaci per accorciare le filiere produttive e dialogare direttamente con la distribuzione e con il consumatore finale. Quaranta Esperti da tutta Europa, partecipanti al Progetto UE SKIN coordinato dall’Università di Foggia, sono arrivati a Roma questa mattina per una tre giorni molto intensa dedicata allo scambio delle esperienze e buone pratiche nei diversi Paesi europei a beneficio degli agricoltori inseriti sia individualmente, sia collettivamente nelle filiere corte. “I prodotti ed i mercati locali sono ormai una parte fondamentale del business agricolo e della sua capacità di
rinnovarsi e di innovare – ha sottolineato la vicepresidente di Confagricoltura Elisabetta Falchi – così come la digitalizzazione favorisce e favorirà sempre più una relazione diretta con il consumatore finale, informato e responsabile delle sue scelte alimentari”. Elisabetta Falchi ha richiamato l’esigenza di studiare nuovi modelli di business e nuove politiche d’impresa “che consentano anche all’imprenditore agricolo piccolo e medio di beneficiare dei vantaggi della vendita diretta, individuandone anche le criticità, e di quelli della digitalizzazione e delle innovazioni verticali e sistemiche lungo le diverse filiere produttive”. Il tema estremamente attuale si presta ad una approfondita analisi delle migliori pratiche realizzate dalla produzione primaria nei diversi Paesi europei, ben oltre il solito enfatizzato e-commerce che, nell’agroalimentare, ha dato purtroppo risultati modesti per la grande difficoltà logistica di trasferire quasi in tempo reale prodotti freschi, freschissimi, deperibili, igienicamente vulnerabili, generalmente a basso valore unitario; con trasporti onerosi, fiscalità complesse e catene del fresco e del freddo spesso discontinue. Vendere anche localmente e direttamente, garantendo sempre quantità e qualità alle produzioni europee, unitamente ad una sempre maggiore sostenibilità, sicurezza ed utilizzo responsabile ed efficiente delle risorse naturali e del capitale umano, è la sfida dei prossimi dieci anni, per arrivare capaci e consapevoli all’obiettivo europeo di Food 2030, ancor di più se si conserva la condizione di essere imprenditori, legati al territorio ed alle comunità locali. Ne discuteranno a Roma: Bin Liù della FAO, Remigio Berruto dell’Università di Torino, Fedele Colantuono dell’Università di Foggia, Albino Russo di Ancc – Coop, Raffaele Maiorano dei Giovani Agricoltori, Marco Di Stefano della Rete delle
Fattorie Sociali, Michele Contel dell’Osservatorio Giovani di Confindustria – Assobirra, Fulvio Sarzana dell’Università Nettuno, Jorn Andersen dell’Ambasciata Danese, Patrick Mc Crehan di quella irlandese CKA, Andras Sebok di Campden in Ungheria e Christophe Cotillon dell’Actia francese. “Il futuro dell’agroalimentare in Europa – ha detto Daniele Rossi, delegato alla Ricerca ed Innovazione di Confagricoltura, partner strategico di SKIN – si giocherà non solo sull’innovazione in campo ambientale, sulla digitalizzazione, sulla genetica sia vegetale sia animale, sulla nutraceutica e sull’ alimentazione salutare, sulla gestione dell’acqua e del suolo, sulle energie rinnovabili, ma anche e soprattutto sui nuovi modelli di business, sull’accorciamento ed efficienza delle filiere produttive, sulle innovazioni organizzative e formative del capitale umano”. “Fondamentale per il successo della ricerca e dell’innovazione europee – ha concluso la vicepresidente Falchi – saranno la più stretta collaborazione fra mondo accademico, agricoltura, industria ed Istituzioni; il rapporto fiduciario con i consumatori basato sulle reali conoscenze scientifiche e tecnologiche; nonché la sempre migliore cooperazione fra i diversi attori delle filiere”. AGRUMI, DIANA (CONFAGRICOLTURA): BENE COLLABORAZIONE TRA COCA COLA
E CONSORZIO ARANCIA IGP “La collaborazione tra il Consorzio di tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP e Coca Cola Italia che ha portato al lancio sul mercato italiano della nuova bibita Fanta zero Arancia Rossa IGP, è un’ottima notizia per il comparto agrumicolo nazionale e siciliano in particolare”, lo afferma il presidente della federazione nazionale di Prodotto agrumicola di Confagricoltura Gerardo Diana, commentando l’arrivo sugli scaffali dei supermercati della nuova bevanda con succo d’arancia rossa di Sicilia 100%. “Si tratta di un grande risultato ottenuto grazie all’impegno del Consorzio presieduto dal nostro Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania, che potrà aiutare i produttori siciliani ricadenti nell’areale dell’IGP ad avere i riconoscimenti che meritano, sia a livello economico sia a livello di notorietà del marchio, che rappresenta una delle eccellenze agroalimentari del nostro Paese” – aggiunge Diana. La strada aperta con caparbietà e spirito imprenditoriale innovativo dal Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP e dal Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, presieduto da Federica Argentati, che collabora già da tempo con Coca Cola Italia, non potrà che giovare a nuove iniziative di questo genere che possono rappresentare una vera svolta per l’impiego nel settore della trasformazione in succhi e bevande di agrumi italiani di qualità controllati, certificati e di indubbie qualità salutistiche ed organolettiche”, conclude il presidente nazionale della sezione agrumicola di Confagricoltura.
PAC E SFIDE AMBIENTALI AD ASSEMBLEA ANNUALE DI CAI SABATO 11 MAGGIO È in programma sabato 11 maggio (ore 10) alla “Fattoria La Principina Hotel” a Principina Terra, in provincia di Grosseto, la terza assemblea della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani. L’assemblea dell’organizzazione agricola che rappresenta 18mila imprese agromeccaniche e agricole in Italia sarà aperta dalla relazione del presidente, Gianni Dalla Bernardina. Seguiranno gli interventi di Gabriele Chiodini dell’Università di Perugia (“La Pac 2021-2027, agricoltura smart, ambiente, alimentazione, territorio”); Jacopo Bacenetti dell’Università di Milano (“Valutazione dell’impatto ambientale delle lavorazioni colturali di pieno campo svolte da contoterzi e in conto proprio”) e di Ermanno Comegna (“La riforma della Pac 2021-2027 nel contesto internazionale e il ruolo degli agromeccanici in Europa”). Marco Speziali, imprenditore agromeccanico e presidente di Confai Mantova, illustrerà le nuove frontiere dell’agricoltura di precisione nell’ambito della Pianura padana. Le conclusioni saranno affidate al presidente nazionale di Cai, Gianni Dalla Bernardina. Interverranno, fra gli altri, il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, il vicepresidente della Commissione Agricoltura alla Camera on. Mario Lolini, il presidente del Consorzio Agrario Tirreno Felice Massimo Neri, il direttore di Enama Sandro Liberatori, il presidente di Unacma Roberto Rinaldin, il responsabile nazionale Area economica di Coldiretti Gianluca Lelli. Modera l’assemblea Francesco Bartolozzi, giornalista di New
Business Media. PROSCIUTTO SAN DANIELE, CICHETTI: INNOVAZIONE DIGITALE PER IL BENE DI CHI CONSUMA E DI CHI PRODUCE. ECCO COME. VIDEO INTERVISTA https://www.agricolae.eu/wp-content/uploads/2019/05/15b7a60 f-20f7-4f72-bc8b-597b63140c56.mp4 Il consorzio del prosciutto di San Daniele mette a punto un nuovo sistema che consente oggi di gestire tutta la mole documentale della DOP, ma al tempo stesso permette anche ai consumatori di accedere con estrema fruibilità a tutte le informazioni dettagliate sui prodotti acquistati o che si intende acquistare. Il tutto grazie ad un semplice e veloce scan, direttamente dal proprio smartphone, di un QR code bidimensionale stampato sull’intera produzione delle vaschette di preaffettato, circa 23 milioni e 500 mila confezioni all’anno. “Dopo 25 anni di tracciabilità cartacea il salto è verso una smaterializzazione del dato e la messa on line dello stesso”, spiega ad AGRICOLAE il Direttore Generale del Consorzio del Prosciutto di San Daniele Mario Cichetti. “Questo progetto prevede di portare tutta la documentazione on line sulle vaschette di affettato, la modalità più moderna e diffusa di consumo di prodotto, attraverso informazioni di tracciabilità”, prosegue. “Ogni anno si producono 24 milioni di vaschette di San Daniele, circa il 15 per cento della produzione totale. E ogni confezione avrà le informazioni
relative al contenuto”. Per il consumatore si tratta di una presa diretta attraverso lo smartphone. Per quanto riguarda il sistema produttivo si tratta di eliminare tutta la burocrazia cartacea. Quindi un enorme risparmio in termini di tempistica, costi e giornate di lavoro”, continua ancora Cichetti. “Al plus per il consumatore attraverso un’informazione chiara e immediata si va ad aggiungere il plus per il produttore grazie a una gestione più semplice e funzionale”, conclude. https://www.agricolae.eu/wp-content/uploads/2019/05/26acae5 c-a0ec-436d-be01-e6c48db944f1-1.mp4 MADE IN ITALY, PROSCIUTTO SAN DANIELE DIVENTA ‘SMART’: DA 60 GIORNI A 60 SECONDI PER ‘TRACCIARLO’
I l s i s t e m a d i f i l i e r a che sta alla base della DOP prosciutto di San Daniele assicura da oltre 20 anni la sua completa tracciabilità a partire dal suinetto italiano che viene tatuato entro un mese dalla nascita a tutta la sua storia, documentata dalla certificazione che ne garantisce la provenienza e le fasi di allevamento sino alla macellazione, momento in cui le carni divengono materia prima per prosciutti DOP, e che prosegue una volta che le cosce giungono presso il prosciuttificio garantendo che quella materia prima è idonea per “fare” un San Daniele. Essere stati così all’avanguardia sulla tracciabilità di filiera da così tanto tempo ha dato al Consorzio lo stimolo per la realizzazione di un nuovo processo di implementazione informatica che ha il duplice obiettivo di digitalizzare tutta la documentazione permettendo di linkare in tempo reale i Produttori, il Consorzio e l’Organo di controllo, ma anche di dialogare in maniera smart e trasparente con i consumatori mettendo a disposizione tutte le informazioni disponibili direttamente sulle vaschette di Prosciutto di San Daniele
affettato. Sono tutti qui i tratti distintivi dell’iniziativa lanciata dal Consorzio del Prosciutto di San Daniele, in collaborazione con IFCQ Certificazioni, e volta a digitalizzare tutto il sistema cartaceo di tracciabilità del prodotto, il cui software è stato messo a punto dalla società Beantech di Udine, anche quale primo step di una futura certificazione blockchain dell’intera filiera italiana dei suini per le DOP prosciutti. IL CUORE DEL SISTEMA – È un potente database, accessibile esclusivamente agli operatori tramite il sito web portale.prosciuttosandaniele.it, che ha smaterializzato tutta la documentazione cartacea che scorta la certificazione della DOP e l’ha resa fruibile, su diversi livelli, agli operatori attraverso una piattaforma dati implementata dall’Organo di controllo, dai Produttori e dal Consorzio – ciascuno per la sua parte di competenza – e sempre accessibile dall’Ispettorato Centrale Repressione Frodi per una conoscenza diretta e in tempo reale, anche in chiave di anticontraffazione, di quanto viene fatto nella filiera del San Daniele. TRACCIABILITÀ AI RAGGI X — Il nuovo sistema consente oggi di gestire tutta la mole documentale della DOP, ma al tempo stesso permette anche ai consumatori di accedere con estrema fruibilità a tutte le informazioni dettagliate sui prodotti acquistati o che si intende acquistare. Il tutto grazie ad un semplice e veloce scan, direttamente dal proprio smartphone, di un QR code bidimensionale stampato sull’intera produzione delle vaschette di preaffettato, circa 23 milioni e 500 mila confezioni all’anno. Lo scan individua e riconosce in forma univoca ogni vaschetta di Prosciutto di San Daniele e le relative informazioni, atterrando su un’apposita pagina web del sito www.ilsandanieletrasparente.it. Tante le voci sul prodotto, in quattro lingue (italiano, inglese, francese, tedesco): dalla conferma di autenticità, agli
allevamenti/macelli e al mese/anno e durata di stagionatura, passando per la data di affettamento, gli ingredienti e i dettagli sui produttori, nonché la ditta di affettamento e ad eventuali riferimenti commerciali/marketing. DISTRETTO AL CENTRO — Con questo progetto, il Consorzio ha dato un impulso senza precedenti all’ulteriore digitalizzazione della catena produttiva e commerciale, coinvolgendo tutte le aziende del distretto del Prosciutto di San Daniele e supportandole nell’adeguamento al processo e nell’installazione dei sistemi di stampa presso i vari laboratori di affettamento: il valore complessivo dell’investimento, iniziato nel 2016, supera i 600.000 euro. Ad oggi, sono 16 le linee di affettamento coinvolte nel programma e per la cui messa a regime è stato necessario l’acquisto di macchinari tipici dell’Industry 4.0: tra gli altri, stampanti industriali per la marcatura del codice univoco sulle vaschette, sistema di visione per la lettura del codice, software per la generazione e il confronto tra il codice inviato a stampa ed effettivo risultato ed evocazione delle informazioni associate ad esso.
“Siamo orgogliosi di essere tra i primi distretti alimentari a informatizzarsi completamente. Non si tratta quindi di un’azienda singola, bensì di un insieme di realtà che collaborano e comunicano in maniera smart tramite flussi che sono stati digitalizzati al 100% al fine di poter offrire un servizio al consumatore finale sempre più efficiente”, ha affermato Mario Cichetti, Direttore Generale del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, che ha proseguito: “Fin dalla nostra fondazione nel 1961, abbiamo avuto un solo obiettivo: promuovere e valorizzare la conoscenza delle tipicità e qualità del Prosciutto di San Daniele nel mondo. Per farlo, è fondamentale la fiducia da parte dei consumatori: grazie al nuovo sistema riusciamo oggi a dialogare in maniera sempre più diretta e trasparente con il consumatore, offrendo un packaging attivo e intelligente che non è più un mero contenitore passivo dell’alimento, ma è custode attivo di tutte le informazioni che riguardano il prodotto che ne certificano genuinità e origine. È un primo passo concreto verso una strategia di più ampio raggio verso la realizzazione di una piattaforma di derivazione crittografica in grado di autenticare in modo univoco e sicuro tutte le fasi della filiera produttiva anche utilizzando le potenzialità della blockchain”.e della catena produttiva e commerciale, coinvolgendo tutte le aziende del distretto del Prosciutto di San Daniele e supportandole nell’adeguamento al processo e nell’installazione dei sistemi di stampa presso i vari laboratori di affettamento: il valore complessivo dell’investimento, iniziato nel 2016, supera i 600.000 euro. Ad oggi, sono 16 le linee di affettamento coinvolte nel programma e per la cui messa a regime è stato necessario l’acquisto di macchinari tipici dell’Industry 4.0: tra gli altri, stampanti industriali per la marcatura del codice univoco sulle vaschette, sistema di visione per la lettura del codice, software per la generazione e il confronto tra il codice inviato a stampa ed effettivo risultato ed evocazione delle informazioni associate ad esso.
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