COMUNICATO REGIONE: AGRICOLTURA, PUBBLICATO IL NUMERO DI LUGLIO/AGOSTO - Agricolae
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COMUNICATO REGIONE: AGRICOLTURA, PUBBLICATO IL NUMERO DI LUGLIO/AGOSTO. Agricoltura, pubblicato il numero di luglio/agosto. In primo piano le scelte del nuovo Psr 2014-2020. In economia: l’andamento della campagna della frutta estiva, tutela negli Stati Uniti per il Lambrusco Igt made in Emilia, Speciale Sana sul settore sempre più in crescita del biologico Bologna – E’ dedicata al Programma di sviluppo rurale 2014/2020 l’apertura del numero di luglio/agosto di “Agricoltura”, il mensile della Regione Emilia-Romagna. I capisaldi alla base della nuova programmazione sono l’agricoltura come motore di sviluppo per tutto il territorio regionale, occasione di nuova occupazione soprattutto giovanile e strumento di difesa dell’ambiente e del territorio. Approvato dall’Assemblea legislativa nei giorni scorsi, il documento è ora a Bruxelles per l’esame della Commissione europea. All’interno del giornale, lo speciale Sana dedicato al settore del biologico in Emilia-Romagna, in vista dell’importante fiera che si tiene in settembre a Bologna. Nelle pagine dell’economia: una panoramica sulla campagna di raccolta della frutta estiva – partenza difficile per pesche e nettarine e richieste di misure eccezionali da parte del Governo italiano all’Europa per fronteggiare la crisi di mercato -. Il marchio Emilia del Lambrusco Igt finalmente tutelato negli Stati Uniti con grande soddisfazione del
Consorzio viticoltori di Reggio e Modena; la campagna del Consorzio Parmigiano Reggiano per il ritiro di 90 mila forme destinate agli esportatori per azioni promozionali sui mercati esteri. METEO E MERCATO, NICASTRO: “POMODORO DA INDISTRIA “ANNEGA”, TRA MALTEMPO E ANARCHIA DI MERCATO”. “Bombe d’acqua, piogge intense e grandinate che, in questi mesi estivi si stanno abbattendo sull’Italia, provocano danni enormi alla coltivazione del pomodoro da industria, con rilevanti perdite di prodotto per la concomitanza dell’anomalo andamento climatico con il periodo della raccolta. A causa del maltempo si evidenziano pure diverse fitopatie come peronospora, batteriosi, alternaria”. La situazione di estrema difficoltà dei produttori è messa in evidenza da Marco Nicastro, presidente della Federazione nazionale ‘Pomodoro da industria’ di Confagricoltura. Confagricoltura sta monitorando con attenzione la situazione territoriale. Dal report si evince, tra l’altro, che in Puglia
si stima il 30% di produzione in meno rispetto allo scorso anno; in Emilia Romagna stanno comparendo i primi fenomeni di marcescenza sul prodotto in campo. In Campania le consegne, iniziate a metà luglio, mostrano basse rese per ettaro. “In più – osserva Nicastro – c’è l’aggravante dell’assenza di contratti con le industrie al Centro-Sud ed i produttori sono ancor meno tutelati sul prezzo all’origine. Ed il nostro lavoro annega così tra maltempo e anarchia di mercato”. “Mentre nello scorso gennaio nel Nord Italia è stato sottoscritto l’accordo interprofessionale, che fissa per ogni chilo di pomodoro un prezzo di 9,2 centesimi, nel Centro-Sud si è costretti a lavorare alla cieca senza un prezzo di riferimento – spiega il rappresentante di Confagricoltura -. Dove c’è l’accordo di filiera i danni sono più contenuti”. OCCUPAZIONE: 8.000 NUOVI POSTI DI LAVORO DALLA PESCA AL SERVIZIO DELLO SVILUPPO LOCALE. Lega Pesca rilancia con soddisfazione i dati di un recente studio condotto dalla Commissione Europea sulle ricadute degli investimenti del Fondo Europeo Pesca 2007-2013 per le misure sullo sviluppo locale (Asse 4/ Sviluppo sostenibile delle zone di pesca). Sono stati finanziati in Europa circa 5500 progetti in totale che hanno permesso la creazione di 8000 nuovi posti
di lavoro ed il mantenimento di 12500 di posti già esistenti, contribuendo alla creazione di 220 imprese. Ciò dimostra che puntare sulla pesca e soprattutto sulla diversificazione delle attività della filiera ittica (lavorazione e trasformazione dei prodotti, filiera corta, tutela ambientale e gestione rifiuti, ristorazione, pescaturismo e ittiturismo) è la strada giusta per sostenere l’occupazione e imprimere un impulso allo sviluppo locale, dichiara Ettore Ianì, presidente di Lega Pesca, ricordando che in Italia sono stati attivati, come soggetti attuatori delle misure FEP dell’asse 4, 43 Gruppi di Azione costieri (FLAG) per la gestione di Piani di Sviluppo locale partecipato, ritagliati sulle specificità e potenzialità di ogni territorio costiero. L’estate è l’occasione per riscoprire i mille volti di un mestiere che sempre più è chiamato a puntare sulla multifunzionalità dell’impresa, promuovendo i pescatori in ruoli inediti. Guardiani e sentinelle del mare, sempre più impegnati in attività di ripopolamento e bonifica del mare (tra tutti il progetto De Fish Gear li vede impegnati in attività di recupero e riuso delle reti), nella stagione estiva si propongono come portabandiera della gastronomia ittica e guide del turismo blu. Quella della diversificazione è inoltre una sfida su cui sono pronti a scommettere anche i Paesi del Mediterraneo. Tunisia, Egitto, Libia e Italia ( Lega Pesca capofila e Regione Puglia) sono insieme nel Progetto europeo READY MED FISH, per professionalizzare i giovani pescatori delle due sponde alla nuove professioni della pesca. Insomma nuove generazioni di imprenditori per antichi mestieri, ferma restando l’idea che la pesca, e tutto quello che vi ruota attorno, è un patrimonio che può essere la base per creare nuove opportunità di lavoro e di impresa.
DELTA DEL PO, RIPULIAMO IL BONELLO “BACUCCO”. Sabato 9 agosto (ore 8,30) sacchi alla mano per ripulire il più suggestivo dei bonelli dell’area deltizia. Valorizzazione degli habitat dunali nella Riserva Naturale Regionale Bocche di Po di Veneto Agricoltura. Una barca per i giornalisti, su prenotazione. Incontaminato, selvaggio e suggestivo. È il Bonello “Bacucco”, scanno con sabbia chiara e ricca vegetazione alle foci del Po della Donzella, Porto Tolle (RO), nascosto nella Riserva Naturale Regionale “Bocche di Po”, istituita nel 1977 e gestita da Veneto Agricoltura. Guanti, sacchi e rastrelli alla mano, sabato 9 agosto un bel gruppo di volontari, si ritroverà alle 8.30 per eliminare dal canneto i rifiuti accumulatisi e portati dal mare. Il bonello occupa ben 47 ettari dei 424 complessivi coperti dalla Riserva, che si estende dalla foce dell’Adige fino alla foce del Po di Goro. Un paradiso naturale che sabato sarà ripulito allo scopo di valorizzare uno degli angoli più suggestivi e delicati del Parco del Delta del Po e sensibilizzare sugli aspetti ambientali dell’area.
L’azione rientra nel progetto “Interventi di conservazione e valorizzazione degli habitat dunali e del canneto retrostante del Biotopo Bonello Bacucco”, che vede la collaborazione di Veneto Agricoltura, Comune di Porto Tolle, Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po e Genio Civile di Rovigo. Numerosi i partner che hanno reso possibile l’evento: Ecoambiente s.r.l. per la fornitura dell’attrezzatura necessaria, la Cooperativa Pescatori di Ariano per il trasposto di persone e conferimento a terra dei rifiuti e le cooperative sociali del territorio: Goccia, Attivamente, Oasi e il gruppo I Calabroni di Porto Tolle, i gruppi Scout di Taglio di Po e Porto Tolle, il WWF sezione di Rovigo e l’Ass.ne Le Dune di Porto Viro. Pulizia e lezione sul campo di tutela ambientale dunque, ma non mancherà anche la possibilità di godere della splendida, e unica, location; per concludere la giornata pic nic e bagno rinfrescante prima di lasciare il litorale, vero e proprio gioiello dell’area deltizia. PER I GIORNALISTI: Per raggiungere il luogo dell’evento alle ore 10,30 di sabato 9 Agosto sarà a disposizione un imbarco presso il ponte di barche a Gorino Sullam (Taglio di Po). E’ necessario però, per ovvi motivi organizzativi, prenotarsi al 348.2407427 o allo 049.8293753 entro domani alle ore 13,00
CREDITO SENZA “CRUNCH” PER LE AZIENDE AGRICOLE: PIU’ 1,2% I FINANZIAMENTI BANCARI AL SETTORE PRIMARIO Il 2014 rilancia il credito agrario. In controtendenza con la dinamica complessiva dei prestiti bancari, ancora in calo, l’agricoltura intercetta nel primo trimestre maggiori finanziamenti rispetto un anno fa. Lo rileva l’Ismea sulla base dei dati della Banca d’Italia, segnalando che, tra gennaio e marzo di quest’anno, il credito al settore primario ha fatto segnare, in termini di consistenze, una crescita dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2013. Anche su base trimestrale il confronto è positivo: in questo caso l’aumento è stato dello 0,7%. Al contrario, rispetto ai primi tre mesi del 2013 lo stock del credito in generale si è ridotto del 2,7%, mentre il confronto con il precedente trimestre indica un incremento dell’1,9%. Non è solo l’agricoltura, ma un po’ tutto il settore agroalimentare – spiega ancora l’Ismea – a beneficiare di una maggiore apertura del sistema creditizio. L’industria alimentare, nel trimestre analizzato, non ha aumentato la consistenza come rilevato per le imprese agricole, ma ha mantenuto se non altro lo stock di finanziamenti dell’anno scorso, riuscendo a incrementarlo del 3% rispetto al precedente trimestre.
Queste ed altre informazioni, oltre ad approfondimenti e aggiornamenti statistici dettagliati sugli sviluppi economici del settore, sono disponibili nell’ultimo numero di AgrOsserva, il trimestrale Ismea-Unioncamere di analisi e previsioni sulla filiera agroalimentare. Il rapporto, totalmente gratuito, è scaricabile nella sua versione integrale (oltre 60 pagine) dai siti web: ismea.it e unioncamere.gov.it L’agricoltura – prosegue l’analisi – si distingue anche per un più basso indice di sofferenza rispetto ad altri settori. I dati più aggiornati dimostrano che nelle campagne le aziende/imprenditori che non riescono ad onorare i loro debiti (si parla tecnicamente di tasso di decadimento) sono lo 0,4% del totale, contro lo 0,7% rilevato per la totalità dei settori economici. AGRICOLTURA: ISTITUITI, CON IL DECRETO COMPETITIVITA’, I CONSULENTI CERTIFICATI PER IL PRIMO SETTORE.
Il provvedimento, richiesto da tempo dagli operatori, servirà per aumentare la competitività delle aziende del settore agricolo. I deputati M5S del Comagri invitano gli assessori regionali ad avviare subito il procedimento, ascoltando le istanze degli agricoltori Con il decreto legge 91, denominato “Competitività”, licenziato dalla Camera, viene finalmente approvato il sistema di consulenza aziendale professionale in agricoltura, in linea con le normative europee. L’attività di consulenza dovrà essere distinta da quella di controllo amministrativo e tecnico per ottenere i finanziamenti pubblici nel primo settore. Sarà istituito, presso il Ministero delle Politiche Agricole, un registro unico nazionale degli organismi di consulenza e del sistema di certificazione di qualità sull’attività svolta. “Si tratta di un servizio fortemente richiesto dagli agricoltori e per cui ci siamo sempre battuti in questo anno e mezzo in Parlamento – dichiarano i deputati Filippo Gallinella, Giuseppe L’Abbate, Chiara Gagnarli, Silvia Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Parentela e Loredana Lupo, componenti M5S della Commissione Agricoltura – L’assistenza tecnica qualificata, legata anche alla compilazione dei bandi relativi al Piano di sviluppo rurale è fondamentale per la crescita del settore agricolo. Ora tocca alle Regioni definire, entro 60 giorni, le disposizioni attuative del sistema di consulenza. Invitiamo, dunque, gli assessori regionali ad avviare il procedimento, nel più breve tempo possibile, ascoltando subito le istanze e le esigenze del mondo agricolo italiano. Più partecipazione e trasparenza
ci sarà – concludono i deputati 5 Stelle – migliore sarà il risultato”. NITRATI: ZANIN DEPOSITA RISOLUZIONE IN COMMISSIONE AGRICOLTURA. L’on. Giorgio Zanin ha depositato una importante risoluzione in Commissione Agricoltura per indirizzare l’operato del Governo in materia di nitrati di origine zootecnica. Si tratta di un tema scottante, su cui il ministero ha avviato un tavolo con le Regioni per cercare di tenere assieme le esigenze di salvaguardia della qualità dell’acqua e dei costi per il mondo agricolo. Il Semestre europeo è un’ottima occasione per il Governo italiano per giocare un importante ruolo nel percorso di revisione della direttiva Nitrati n. 91/676/CEE. Secondo le insistenti segnalazioni proveniente al mondo dell’agricoltura, in particolare quello pordenonese con cui Zanin ha avuto modi di confrontarsi direttamente, è stata sollevata la necessità di distinguere i limiti di spandimento in funzione delle macro regioni agricole europee in ragione anche dei fattori climatici. “La risoluzione – afferma Zanin – punta ad una importante revisione del D.M. 7 aprile 2006 nella parte in cui dispone un
unico periodo per il divieto di spandimento degli effluenti zootecnici, delle acque reflue, dei concimi azotati e degli ammendamenti organici, prevedendo la possibilità di stabilire la suddivisione di tale termine in due fasi annuali. Dall’indagine Ispra presentata a maggio – spiega Zanin – in merito all’analisi delle fonti di inquinamento da nitrati, è emersa una prima corresponsabilità tra sistema agricolo e quello dei sistemi civili ed industriali. Occorre, quindi, rivedere tutta la normativa in materia di nitrati e favorirne lo stoccaggio in armonizzazione con la gestione dell’attività produttiva”. CONFEURO: NASCITA OI TABACCO PARADOSSO PER LA SITUAZIONE DI CRISI DEL PRIMARIO. La notizia della nascita dell’organizzazione interporfessionale tabacco Italia – dichiara il presidente nazionale della Confeuro Rocco Tiso – ci lasci stupiti e interdetti. In un paese in cui il il tabacco viene disincentivato e comunque cercato di allontanare dal consumatore tramite messaggi di scoraggiamento, appare – continua Tiso –
quantomeno paradossale proibire da una parte e finanziare dall’altra il prodotto del tabacco. In una situazione di crisi assoluta per il primario, e dopo anche la notizia della nuova recessione attestata dall’Istat, ci sembra giusto – conclude Tiso – concentrare le risorse sulla filiera agroalimentare e il suo ammodernamento, attraverso politiche di incentivo e tutela per uno dei settori, come quello agricolo, fondamentali per il sistema paese e quindi per il rilancio dell’intera economia. OLIO, GARDA BRESCIANO PRONTO A NUOVA CAMPAGNA, L’8 SETTEMBRE WORKSHOP A PUEGNAGO DEL GARDA Conto alla rovescia per il nuovo olio del Garda bresciano. L’Aipol di Brescia si prepara alla nuova campagna con un workshop che si svolgerà il prossimo 8 settembre a Puegnago del Garda, presso Villa Galnica, con inizio alle ore 17,30. L’evento è stato organizzato per cogliere meglio le sfide del mercato, tutelare il prodotto e promuovere il territorio degli oli extra vergine della Valtenesi. La formula scelta quest’anno sarà quella dell’intervista. Le imprese avranno la possibilità di interagire con domande direttamente ai due relatori del convegno: la dott.ssa Fausa Repole dell’ICQRF di Brescia e il prof. Maurizio Servili dell’Università di
Perugia. I due esperti interverranno rispettivamente sui temi: etichettatura, oli monovarietali e registri SIAN; risorse dei reflui oleari: il valore delle acque di vegetazione e delle sanse. Sono previsti contributi di Ettore Prandini, vicepresidente nazionale Coldiretti, Colomba Mongiello vicepresidente commissione parlamentare d’inchiesta contro le frodi; Silvano Zanelli, presidente di Aipol e dirigente Unaprol, Francesco Martinoni, presidente UPA di Brescia, Giacomo Tiraboschi produttore televisivo. Saluto introduttivo di Adelio Zeni, sindaco di Puegnago del Garda dove sono ubicati gli uffici di Aipol Brescia. Al termine del convegno si terrà la cerimonia di consegna della 10^ edizione del premio Olivo d’Oro. Oltre 2300 gli ettari di olivi di alta qualità in Lombardia. Il 50% dell’Olio Garda DOP viene venduto direttamente a un pubblico di turisti, italiani e stranieri e un 20% sui mercati esteri più ricercati, sia europei che extraeuropei: in primis la Germania, ma anche Stati Uniti, Canada e Giappone. L’olivicoltura del Garda ha numeri da difendere considerata la buona annata olivicola che è alle spalle con circa 900 tonnellate di olio prodotte. Nella campagna 2013/2014 la produzione ha registrato un più 35% rispetto alla campagna precedente. INTERROGAZIONE SEL SU DISSESTO IDROGEOLOGICO E CEMENTIFICAZIONE
INDISCRIMINATA A t t o C a m e r a Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00984 presentato da PELLEGRINO Serena testo di Martedì 5 agosto 2014, seduta n. 279 PELLEGRINO, FRANCO BORDO, MARCON e ZARATTI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: nella zona di Refrontolo, il torrente Lierza – per la potenza e l’intensità delle piogge cadute nella sera del 2 agosto 2014 – ha tracimato e ha investito una zona dove si stava tenendo una festa paesana della pro loco uccidendo quattro persone; questa tragedia non è dovuta solamente e genericamente al «maltempo» e all’eccezionalità delle piogge di quelle ore; infatti, negli scorsi mesi il rischio di un territorio come quello dell’Alta Marca trevigiana – devastato da sbancamenti, disboscamenti e in degrado per l’incuria delle sponde naturali
e degli argini dei corsi d’acqua – si era palesato con tutta la sua evidenza; il Lierza era già esondato nel mese di febbraio 2014, a causa del cedimento di una collina che aveva riversato nel torrente fanghi e detriti. La località di Refrontolo era stata già minacciata in passato da ben tre frane. Ma in tutta la zona molti centri sono stati colpiti e minacciati in passato: Follina Tarzo, Cison di Valmarino, Farra di Soligo e altri. La stessa Pieve di Soligo – che ha dato i natali al poeta Andrea Zanzotto, che negli ultimi anni della sua vita ha denunciato la devastazione del paesaggio in Veneto – è stato più volte allagato dall’esondazione del torrente Soligo, le cui sponde naturali hanno ceduto in più punti; in tutta la zona abitazioni, vigneti e strade sono state colpite o minacciate in questi anni da esondazioni, frane, anche a causa di sbancamenti di colline attraverso terrazzamenti per lasciare spazio ad attività economiche, senza tener conto di nessuna condizione di sicurezza ambientale, umana e soprattutto della compatibilità idraulica fra l’agricoltura e la sicurezza del territorio; il Veneto e l’Italia hanno bisogno di interventi per la messa in cura e in sicurezza del territorio; il Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Giuseppe Castiglione, nella seduta della Camera n. 264 di martedì 15 luglio 2014, rispondendo all’interrogazione «Iniziative per contrastare il dissesto idrogeologico, con particolare riferimento alle aree agricole – n. 3-00715» ha ammesso: «(…) Per quanto concerne, invece, le informazioni richieste in merito al piano contro il dissesto idrogeologico del 2010 e all’opportunità di adottare un attinente piano nazionale strutturale, considerata la competenza del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, fornisco anche alcune informazioni che al riguardo sono state acquisite. Riguardo alla programmazione dell’ultimo triennio, l’articolo 2, comma 240, della legge n. 191 del 2009 ha destinato le risorse assegnate per gli interventi di risanamento ambientale, di cui alla delibera
Cipe n. 83 del 6 novembre 2009 (pari ad un miliardo di euro), ai piani straordinari diretti a rimuovere in tutto il Paese le situazioni a più elevato rischio idrogeologico. La medesima norma ha anche stabilito che detti programmi straordinari potessero essere attuati anche tramite accordi di programma, che, dai primi mesi del 2010, sono stati sottoscritti tra il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare con le competenti regioni. Detti accordi individuano e finanziano interventi per la messa in sicurezza della popolazione e del territorio, individuati anche coinvolgendo l’autorità di bacino e il dipartimento della protezione civile. Si tratta di interventi diretti prioritariamente alla salvaguardia della vita umana attraverso la riduzione del rischio idraulico, di frana e di difesa della costa, sia mediante la realizzazione di nuove opere, sia con azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria. Il valore complessivo degli accordi sottoscritti, considerate le risorse statali del fondo per le aree sottoutilizzate destinate dalla legge finanziaria 2010, quelle di bilancio messe a disposizione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e quelle regionali ammonta a circa 2.097 milioni di euro, per oltre 1.600 interventi finanziati, suddivisi in ulteriori stralci funzionali; alla fine del 2011, tuttavia, considerato che al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare risultavano effettivamente solo 100 milioni di euro delle risorse statali del fondo per le aree sottoutilizzate inizialmente previste e che, in molti casi, anche le risorse del fondo per le aree sottoutilizzate regionali non erano ancora disponibili, il piano straordinario per il dissesto in molte regioni ha incontrato, obiettivamente, notevoli difficoltà di attuazione, con la conseguente necessità di rimodulare gli accordi già sottoscritti, con evidente pregiudizio dell’azione dello Stato nel campo della difesa del suolo. Ciononostante, a fine dicembre 2011 il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero per la coesione territoriale, ha
avviato un’attività per recuperare una parte importante delle risorse originarie del dissesto idrogeologico attraverso le risorse statali del fondo per le aree sottoutilizzate, riuscendo in tal modo ad inserire nell’ambito del piano nazionale per il Sud (previsto dalla delibera Cipe n. 1 del 2011) tutti gli interventi già individuati negli accordi di programma con le regioni del Mezzogiorno. Le regioni coinvolte attivamente nel processo sono state la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Sicilia il Molise, la Puglia e la Sardegna; l’attività si è conclusa con l’emanazione della delibera Cipe n. 8 del 2012, che prevede il finanziamento di 518 interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per complessivi 674 milioni di euro, di cui solo 60 milioni sono assegnati al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, mentre i restanti sono stati trasferiti direttamente alle regioni; manca a parere degli interroganti un disegno complessivo da parte del Governo rispetto alla grave situazione che il Paese sta vivendo per quanto riguarda il dissesto idrogeologico sul nostro Paese; l’incapacità di spendere le risorse, peraltro risorse del tutto inadeguate, stanziate in questi anni per la difesa del suolo è uno dei motivi dei gravi problemi che ostacolano l’avvio di un serio programma di messa in sicurezza del territorio; ad oggi nel 2014, cioè nell’anno corrente, di fatto il nostro Paese sta incominciando ad attivare quell’impegno di spesa di programmazione previsto quattro anni fa, cioè nel 2010, con cui non si coprono tutte le risorse previste in quel piano. In più si ha un’altra serie di previsioni, che però rimangono tali –: quali misure immediate intenda adottare per mettere in sicurezza le colline e le sponde naturali dei torrenti, evitare i disboscamenti e gli sbancamenti dannosi e la cementificazione selvaggia del territorio e attivare un monitoraggio continuo sulle emergenze ambientali e sulle aree
critiche di questa regione, il cui paesaggio è stato devastato in questi anni da uno sviluppo economico e urbanistico indiscriminato. (3-00984)
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