COMUNICATO REGIONE: AGRICOLTURA, PUBBLICATO IL NUMERO DI LUGLIO/AGOSTO - Agricolae

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COMUNICATO REGIONE: AGRICOLTURA, PUBBLICATO IL NUMERO DI LUGLIO/AGOSTO - Agricolae
COMUNICATO         REGIONE:
AGRICOLTURA, PUBBLICATO IL
NUMERO DI LUGLIO/AGOSTO.
Agricoltura, pubblicato il numero di luglio/agosto. In primo
piano le scelte del nuovo Psr 2014-2020. In economia:
l’andamento della campagna della frutta estiva, tutela negli
Stati Uniti per il Lambrusco Igt made in Emilia, Speciale Sana
sul settore sempre più in crescita del biologico

Bologna – E’ dedicata al Programma di sviluppo rurale
2014/2020 l’apertura del numero di luglio/agosto di
“Agricoltura”, il mensile della Regione Emilia-Romagna.

I capisaldi alla base della nuova programmazione sono
l’agricoltura come motore di sviluppo per tutto il territorio
regionale, occasione di nuova occupazione soprattutto
giovanile e strumento di difesa dell’ambiente e del
territorio. Approvato dall’Assemblea legislativa nei giorni
scorsi, il documento è ora a Bruxelles per l’esame della
Commissione europea.

All’interno del giornale, lo speciale Sana dedicato al settore
del biologico in Emilia-Romagna, in vista dell’importante
fiera che si tiene in settembre a Bologna.

Nelle pagine dell’economia: una panoramica sulla campagna di
raccolta della frutta estiva – partenza difficile per pesche e
nettarine e richieste di misure eccezionali da parte del
Governo italiano all’Europa per fronteggiare la crisi di
mercato -. Il marchio Emilia del Lambrusco Igt finalmente
tutelato negli Stati Uniti con grande soddisfazione del
Consorzio viticoltori di Reggio e Modena; la campagna del
Consorzio Parmigiano Reggiano per il ritiro di 90 mila forme
destinate agli esportatori per azioni promozionali sui mercati
esteri.

METEO E MERCATO, NICASTRO:
“POMODORO    DA   INDISTRIA
“ANNEGA”, TRA MALTEMPO E
ANARCHIA DI MERCATO”.
                           “Bombe d’acqua, piogge intense e
                           grandinate che, in questi mesi
                           estivi si stanno abbattendo
                           sull’Italia, provocano danni enormi
                           alla coltivazione del pomodoro da
                           industria, con rilevanti perdite di
                           prodotto per la concomitanza
                           dell’anomalo andamento climatico
con il periodo della raccolta. A causa del maltempo si
evidenziano pure diverse fitopatie come peronospora,
batteriosi, alternaria”. La situazione di estrema difficoltà
dei produttori è messa in evidenza da Marco Nicastro,
presidente della Federazione nazionale ‘Pomodoro da industria’
di Confagricoltura.

Confagricoltura sta monitorando con attenzione la situazione
territoriale. Dal report si evince, tra l’altro, che in Puglia
si stima il 30% di produzione in meno rispetto allo scorso
anno; in Emilia Romagna stanno comparendo i primi fenomeni di
marcescenza sul prodotto in campo. In Campania le consegne,
iniziate a metà luglio, mostrano basse rese per ettaro. “In
più – osserva Nicastro – c’è l’aggravante dell’assenza di
contratti con le industrie al Centro-Sud ed i produttori sono
ancor meno tutelati sul prezzo all’origine. Ed il nostro
lavoro annega così tra maltempo e anarchia di mercato”.

“Mentre nello scorso gennaio nel Nord Italia è stato
sottoscritto l’accordo interprofessionale, che fissa per ogni
chilo di pomodoro un prezzo di 9,2 centesimi, nel Centro-Sud
si è costretti a lavorare alla cieca senza un prezzo di
riferimento – spiega il rappresentante di Confagricoltura -.
Dove c’è l’accordo di filiera i danni sono più contenuti”.

OCCUPAZIONE:   8.000  NUOVI
POSTI DI LAVORO DALLA PESCA
AL SERVIZIO DELLO SVILUPPO
LOCALE.
Lega Pesca rilancia con soddisfazione i dati di un recente
studio condotto dalla Commissione Europea sulle ricadute degli
investimenti del Fondo Europeo Pesca 2007-2013 per le misure
sullo sviluppo locale (Asse 4/ Sviluppo sostenibile delle zone
di pesca). Sono stati finanziati in Europa circa 5500 progetti
in totale che hanno permesso la creazione di 8000 nuovi posti
di lavoro ed il mantenimento di 12500 di posti già esistenti,
contribuendo alla creazione di 220 imprese. Ciò dimostra che
puntare sulla pesca e soprattutto sulla diversificazione delle
attività della filiera ittica (lavorazione e trasformazione
dei prodotti, filiera corta, tutela ambientale e gestione
rifiuti, ristorazione, pescaturismo e ittiturismo) è la strada
giusta per sostenere l’occupazione e imprimere un impulso allo
sviluppo locale, dichiara Ettore Ianì, presidente di Lega
Pesca, ricordando che in Italia sono stati attivati, come
soggetti attuatori delle misure FEP dell’asse 4, 43 Gruppi di
Azione costieri (FLAG) per la gestione di Piani di Sviluppo
locale partecipato, ritagliati sulle specificità e
potenzialità di ogni territorio costiero.

L’estate è l’occasione per riscoprire i mille volti di un
mestiere che sempre più è chiamato a puntare sulla
multifunzionalità dell’impresa, promuovendo i pescatori in
ruoli inediti. Guardiani e sentinelle del mare, sempre più
impegnati in attività di ripopolamento e bonifica del mare
(tra tutti il progetto De Fish Gear li vede impegnati in
attività di recupero e riuso delle reti), nella stagione
estiva si propongono come portabandiera della gastronomia
ittica e guide del turismo blu. Quella della diversificazione
è inoltre una sfida su cui sono pronti a scommettere anche i
Paesi del Mediterraneo. Tunisia, Egitto, Libia e Italia ( Lega
Pesca capofila e Regione Puglia) sono insieme nel Progetto
europeo READY MED FISH, per professionalizzare i giovani
pescatori delle due sponde alla nuove professioni della pesca.
Insomma nuove generazioni di imprenditori per antichi
mestieri, ferma restando l’idea che la pesca, e tutto quello
che vi ruota attorno, è un patrimonio che può essere la base
per creare nuove opportunità di lavoro e di impresa.
DELTA DEL PO, RIPULIAMO IL
BONELLO “BACUCCO”.
Sabato 9 agosto (ore 8,30) sacchi alla mano per ripulire il
più suggestivo dei bonelli dell’area deltizia. Valorizzazione
degli habitat dunali nella Riserva Naturale Regionale Bocche
di Po di Veneto Agricoltura. Una barca per i giornalisti, su
prenotazione.

Incontaminato, selvaggio e suggestivo. È il Bonello “Bacucco”,
scanno con sabbia chiara e ricca vegetazione alle foci del Po
della Donzella, Porto Tolle (RO), nascosto nella Riserva
Naturale Regionale “Bocche di Po”, istituita nel 1977 e
gestita da Veneto Agricoltura.

Guanti, sacchi e rastrelli alla mano, sabato 9 agosto un bel
gruppo di volontari, si ritroverà alle 8.30 per eliminare dal
canneto i rifiuti accumulatisi e portati dal mare.

Il bonello occupa ben 47 ettari dei 424 complessivi coperti
dalla Riserva, che si estende dalla foce dell’Adige fino alla
foce del Po di Goro. Un paradiso naturale che sabato sarà
ripulito allo scopo di valorizzare uno degli angoli più
suggestivi e delicati del Parco del Delta del Po e
sensibilizzare sugli aspetti ambientali dell’area.
L’azione rientra nel progetto “Interventi di conservazione e
valorizzazione degli habitat dunali e del canneto retrostante
del Biotopo Bonello Bacucco”, che vede la collaborazione di
Veneto Agricoltura, Comune di Porto Tolle, Ente Parco
Regionale Veneto del Delta del Po e Genio Civile di Rovigo.

Numerosi i partner che hanno reso possibile l’evento:
Ecoambiente s.r.l. per la fornitura dell’attrezzatura
necessaria, la Cooperativa Pescatori di Ariano per il
trasposto di persone e conferimento a terra dei rifiuti e le
cooperative sociali del territorio: Goccia, Attivamente, Oasi
e il gruppo I Calabroni di Porto Tolle, i gruppi Scout di
Taglio di Po e Porto Tolle, il WWF sezione di Rovigo e
l’Ass.ne Le Dune di Porto Viro.

Pulizia e lezione sul campo di tutela ambientale dunque, ma
non mancherà anche la possibilità di godere della splendida, e
unica, location; per concludere la giornata pic nic e bagno
rinfrescante prima di lasciare il litorale, vero e proprio
gioiello dell’area deltizia.

PER I GIORNALISTI: Per raggiungere il luogo dell’evento alle
ore 10,30 di sabato 9 Agosto sarà a disposizione un imbarco
presso il ponte di barche a Gorino Sullam (Taglio di Po).

E’ necessario però, per ovvi motivi organizzativi, prenotarsi
al 348.2407427 o allo 049.8293753 entro domani alle ore 13,00
CREDITO SENZA “CRUNCH” PER LE
AZIENDE AGRICOLE: PIU’ 1,2% I
FINANZIAMENTI    BANCARI   AL
SETTORE PRIMARIO
Il 2014 rilancia il credito agrario. In controtendenza con la
dinamica complessiva dei prestiti bancari, ancora in calo,
l’agricoltura intercetta nel primo trimestre maggiori
finanziamenti rispetto un anno fa.

Lo rileva l’Ismea sulla base dei dati della Banca d’Italia,
segnalando che, tra gennaio e marzo di quest’anno, il credito
al settore primario ha fatto segnare, in termini di
consistenze, una crescita dell’1,2% rispetto allo stesso
periodo del 2013. Anche su base trimestrale il confronto è
positivo: in questo caso l’aumento è stato dello 0,7%.

Al contrario, rispetto ai primi tre mesi del 2013 lo stock del
credito in generale si è ridotto del 2,7%, mentre il confronto
con il precedente trimestre indica un incremento dell’1,9%.

Non è solo l’agricoltura, ma un po’ tutto il settore
agroalimentare – spiega ancora l’Ismea – a beneficiare di una
maggiore apertura del sistema creditizio.

L’industria alimentare, nel trimestre analizzato, non ha
aumentato la consistenza come rilevato per le imprese
agricole, ma ha mantenuto se non altro lo stock di
finanziamenti dell’anno scorso, riuscendo a incrementarlo del
3% rispetto al precedente trimestre.
Queste ed altre informazioni, oltre ad approfondimenti e
aggiornamenti statistici dettagliati sugli sviluppi economici
del settore, sono disponibili nell’ultimo numero di
AgrOsserva, il trimestrale Ismea-Unioncamere di analisi e
previsioni sulla filiera agroalimentare. Il rapporto,
totalmente gratuito, è scaricabile nella sua versione
integrale (oltre 60 pagine) dai siti web: ismea.it e
unioncamere.gov.it

L’agricoltura – prosegue l’analisi – si distingue anche per un
più basso indice di sofferenza rispetto ad altri settori. I
dati più aggiornati dimostrano che nelle campagne le
aziende/imprenditori che non riescono ad onorare i loro debiti
(si parla tecnicamente di tasso di decadimento) sono lo 0,4%
del totale, contro lo 0,7% rilevato per la totalità dei
settori economici.

AGRICOLTURA: ISTITUITI, CON
IL DECRETO COMPETITIVITA’, I
CONSULENTI CERTIFICATI PER IL
PRIMO SETTORE.
Il provvedimento, richiesto da
                              tempo dagli operatori, servirà per
                              aumentare la competitività delle
                              aziende del settore agricolo. I
                              deputati M5S del Comagri invitano
                              gli assessori regionali ad avviare
                              subito il procedimento, ascoltando
                              le istanze degli agricoltori

Con il decreto legge 91, denominato “Competitività”,
licenziato dalla Camera, viene finalmente approvato il sistema
di consulenza aziendale professionale in agricoltura, in linea
con le normative europee. L’attività di consulenza dovrà
essere distinta da quella di controllo amministrativo e
tecnico per ottenere i finanziamenti pubblici nel primo
settore. Sarà istituito, presso il Ministero delle Politiche
Agricole, un registro unico nazionale degli organismi di
consulenza e del sistema        di    certificazione   di   qualità
sull’attività svolta.

“Si   tratta   di   un   servizio    fortemente   richiesto   dagli
agricoltori e per cui ci siamo sempre battuti in questo anno e
mezzo in Parlamento – dichiarano i deputati Filippo
Gallinella, Giuseppe L’Abbate, Chiara Gagnarli, Silvia
Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Parentela e Loredana
Lupo, componenti M5S della Commissione Agricoltura –
L’assistenza tecnica qualificata, legata anche alla
compilazione dei bandi relativi al Piano di sviluppo rurale è
fondamentale per la crescita del settore agricolo. Ora tocca
alle Regioni definire, entro 60 giorni, le disposizioni
attuative del sistema di consulenza. Invitiamo, dunque, gli
assessori regionali ad avviare il procedimento, nel più breve
tempo possibile, ascoltando subito le istanze e le esigenze
del mondo agricolo italiano. Più partecipazione e trasparenza
ci sarà – concludono i deputati 5 Stelle – migliore sarà il
risultato”.

NITRATI:   ZANIN  DEPOSITA
RISOLUZIONE IN COMMISSIONE
AGRICOLTURA.
L’on. Giorgio Zanin ha depositato una importante risoluzione
in Commissione Agricoltura per indirizzare l’operato del
Governo in materia di nitrati di origine zootecnica. Si tratta
di un tema scottante, su cui il ministero ha avviato un tavolo
con le Regioni per cercare di tenere assieme le esigenze di
salvaguardia della qualità dell’acqua e dei costi per il mondo
agricolo.

Il Semestre europeo è un’ottima occasione per il Governo
italiano per giocare un importante ruolo nel percorso di
revisione della direttiva Nitrati n. 91/676/CEE. Secondo le
insistenti segnalazioni proveniente al mondo dell’agricoltura,
in particolare quello pordenonese con cui Zanin ha avuto modi
di confrontarsi direttamente, è stata sollevata la necessità
di distinguere i limiti di spandimento in funzione delle macro
regioni agricole europee in ragione anche dei fattori
climatici.

“La risoluzione – afferma Zanin – punta ad una importante
revisione del D.M. 7 aprile 2006 nella parte in cui dispone un
unico periodo per il divieto di spandimento degli effluenti
zootecnici, delle acque reflue, dei concimi azotati e degli
ammendamenti organici, prevedendo la possibilità di stabilire
la suddivisione di tale termine in due fasi annuali.
Dall’indagine Ispra presentata a maggio – spiega Zanin – in
merito all’analisi delle fonti di inquinamento da nitrati, è
emersa una prima corresponsabilità tra sistema agricolo e
quello dei sistemi civili ed industriali. Occorre, quindi,
rivedere tutta la normativa in materia di nitrati e favorirne
lo stoccaggio in armonizzazione con la gestione dell’attività
produttiva”.

CONFEURO: NASCITA OI TABACCO
PARADOSSO PER LA SITUAZIONE
DI CRISI DEL PRIMARIO.
                         La    notizia     della     nascita
                         dell’organizzazione
                         interporfessionale tabacco Italia –
                         dichiara il presidente nazionale
                         della Confeuro Rocco Tiso – ci lasci
                         stupiti e interdetti.

In un paese in cui il il tabacco viene disincentivato e
comunque cercato di allontanare dal consumatore tramite
messaggi di scoraggiamento, appare – continua Tiso –
quantomeno paradossale proibire da una parte e finanziare
dall’altra il prodotto del tabacco.

In una situazione di crisi assoluta per il primario, e dopo
anche la notizia della nuova recessione attestata dall’Istat,
ci sembra giusto – conclude Tiso – concentrare le risorse
sulla filiera agroalimentare e il suo ammodernamento,
attraverso politiche di incentivo e tutela per uno dei
settori, come quello agricolo, fondamentali per il sistema
paese e quindi per il rilancio dell’intera economia.

OLIO, GARDA BRESCIANO PRONTO
A   NUOVA    CAMPAGNA,    L’8
SETTEMBRE WORKSHOP A PUEGNAGO
DEL GARDA
Conto alla rovescia per il nuovo olio del Garda bresciano.
L’Aipol di Brescia si prepara alla nuova campagna con un
workshop che si svolgerà il prossimo 8 settembre a Puegnago
del Garda, presso Villa Galnica, con inizio alle ore 17,30.
L’evento è stato organizzato per cogliere meglio le sfide del
mercato, tutelare il prodotto e promuovere il territorio degli
oli extra vergine della Valtenesi. La formula scelta
quest’anno sarà quella dell’intervista. Le imprese avranno la
possibilità di interagire con domande direttamente ai due
relatori del convegno: la dott.ssa Fausa Repole dell’ICQRF di
Brescia e il prof. Maurizio Servili dell’Università di
Perugia. I due esperti interverranno rispettivamente sui temi:
etichettatura, oli monovarietali e registri SIAN; risorse dei
reflui oleari: il valore delle acque di vegetazione e delle
sanse.
Sono previsti contributi di Ettore Prandini, vicepresidente
nazionale Coldiretti, Colomba Mongiello vicepresidente
commissione parlamentare d’inchiesta contro le frodi; Silvano
Zanelli, presidente di Aipol e dirigente Unaprol, Francesco
Martinoni, presidente UPA di Brescia, Giacomo Tiraboschi
produttore televisivo. Saluto introduttivo di Adelio Zeni,
sindaco di Puegnago del Garda dove sono ubicati gli uffici di
Aipol Brescia. Al termine del convegno si terrà la cerimonia
di consegna della 10^ edizione del premio Olivo d’Oro.
Oltre 2300 gli ettari di olivi di alta qualità in Lombardia.
Il 50% dell’Olio Garda DOP viene venduto direttamente a un
pubblico di turisti, italiani e stranieri e un 20% sui mercati
esteri più ricercati, sia europei che extraeuropei: in primis
la Germania, ma anche Stati Uniti, Canada e Giappone.
L’olivicoltura del Garda ha numeri da difendere considerata la
buona annata olivicola che è alle spalle con circa 900
tonnellate di olio prodotte. Nella campagna 2013/2014 la
produzione ha registrato un più 35% rispetto alla campagna
precedente.

INTERROGAZIONE   SEL    SU
DISSESTO  IDROGEOLOGICO  E
CEMENTIFICAZIONE
INDISCRIMINATA
                                                                 A
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Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00984
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo di
Martedì 5 agosto 2014, seduta n. 279
PELLEGRINO, FRANCO BORDO, MARCON e ZARATTI. — Al Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per
sapere – premesso che:
nella zona di Refrontolo, il torrente Lierza – per la potenza
e l’intensità delle piogge cadute nella sera del 2 agosto 2014
– ha tracimato e ha investito una zona dove si stava tenendo
una festa paesana della pro loco uccidendo quattro persone;
questa tragedia non è dovuta solamente e genericamente al
«maltempo» e all’eccezionalità delle piogge di quelle ore;
infatti, negli scorsi mesi il rischio di un territorio come
quello dell’Alta Marca trevigiana – devastato da sbancamenti,
disboscamenti e in degrado per l’incuria delle sponde naturali
e degli argini dei corsi d’acqua – si era palesato con tutta
la sua evidenza;
il Lierza era già esondato nel mese di febbraio 2014, a causa
del cedimento di una collina che aveva riversato nel torrente
fanghi e detriti. La località di Refrontolo era stata già
minacciata in passato da ben tre frane. Ma in tutta la zona
molti centri sono stati colpiti e minacciati in passato:
Follina Tarzo, Cison di Valmarino, Farra di Soligo e altri. La
stessa Pieve di Soligo – che ha dato i natali al poeta Andrea
Zanzotto, che negli ultimi anni della sua vita ha denunciato
la devastazione del paesaggio in Veneto – è stato più volte
allagato dall’esondazione del torrente Soligo, le cui sponde
naturali hanno ceduto in più punti;
in tutta la zona abitazioni, vigneti e strade sono state
colpite o minacciate in questi anni da esondazioni, frane,
anche a causa di sbancamenti di colline attraverso
terrazzamenti per lasciare spazio ad attività economiche,
senza tener conto di nessuna condizione di sicurezza
ambientale, umana e soprattutto della compatibilità idraulica
fra l’agricoltura e la sicurezza del territorio;
il Veneto e l’Italia hanno bisogno di interventi per la messa
in cura e in sicurezza del territorio;
il Sottosegretario di Stato per le politiche agricole,
alimentari e forestali Giuseppe Castiglione, nella seduta
della Camera n. 264 di martedì 15 luglio 2014, rispondendo
all’interrogazione «Iniziative per contrastare il dissesto
idrogeologico, con particolare riferimento alle aree agricole
– n. 3-00715» ha ammesso: «(…) Per quanto concerne, invece, le
informazioni richieste in merito al piano contro il dissesto
idrogeologico del 2010 e all’opportunità di adottare un
attinente piano nazionale strutturale, considerata la
competenza del Ministero dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare, fornisco anche alcune informazioni che
al riguardo sono state acquisite. Riguardo alla programmazione
dell’ultimo triennio, l’articolo 2, comma 240, della legge
n. 191 del 2009 ha destinato le risorse assegnate per gli
interventi di risanamento ambientale, di cui alla delibera
Cipe n. 83 del 6 novembre 2009 (pari ad un miliardo di euro),
ai piani straordinari diretti a rimuovere in tutto il Paese le
situazioni a più elevato rischio idrogeologico. La medesima
norma ha anche stabilito che detti programmi straordinari
potessero essere attuati anche tramite accordi di programma,
che, dai primi mesi del 2010, sono stati sottoscritti tra il
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del
mare con le competenti regioni. Detti accordi individuano e
finanziano interventi per la messa in sicurezza della
popolazione e del territorio, individuati anche coinvolgendo
l’autorità di bacino e il dipartimento della protezione
civile. Si tratta di interventi diretti prioritariamente alla
salvaguardia della vita umana attraverso la riduzione del
rischio idraulico, di frana e di difesa della costa, sia
mediante la realizzazione di nuove opere, sia con azioni di
manutenzione ordinaria e straordinaria. Il valore complessivo
degli accordi sottoscritti, considerate le risorse statali del
fondo per le aree sottoutilizzate destinate dalla legge
finanziaria 2010, quelle di bilancio messe a disposizione del
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del
mare e quelle regionali ammonta a circa 2.097 milioni di euro,
per oltre 1.600 interventi finanziati, suddivisi in ulteriori
stralci funzionali;
alla fine del 2011, tuttavia, considerato che al Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
risultavano effettivamente solo 100 milioni di euro delle
risorse statali del fondo per le aree sottoutilizzate
inizialmente previste e che, in molti casi, anche le risorse
del fondo per le aree sottoutilizzate regionali non erano
ancora disponibili, il piano straordinario per il dissesto in
molte regioni ha incontrato, obiettivamente, notevoli
difficoltà di attuazione, con la conseguente necessità di
rimodulare gli accordi già sottoscritti, con evidente
pregiudizio dell’azione dello Stato nel campo della difesa del
suolo. Ciononostante, a fine dicembre 2011 il Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di
concerto con il Ministero per la coesione territoriale, ha
avviato un’attività per recuperare una parte importante delle
risorse originarie del dissesto idrogeologico attraverso le
risorse statali del fondo per le aree sottoutilizzate,
riuscendo in tal modo ad inserire nell’ambito del piano
nazionale per il Sud (previsto dalla delibera Cipe n. 1 del
2011) tutti gli interventi già individuati negli accordi di
programma con le regioni del Mezzogiorno. Le regioni coinvolte
attivamente nel processo sono state la Basilicata, la
Calabria, la Campania, la Sicilia il Molise, la Puglia e la
Sardegna;
l’attività si è conclusa con l’emanazione della delibera Cipe
n. 8 del 2012, che prevede il finanziamento di 518 interventi
per la mitigazione del rischio idrogeologico per complessivi
674 milioni di euro, di cui solo 60 milioni sono assegnati al
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del
mare, mentre i restanti sono stati trasferiti direttamente
alle regioni;
manca a parere degli interroganti un disegno complessivo da
parte del Governo rispetto alla grave situazione che il Paese
sta vivendo per quanto riguarda il dissesto idrogeologico sul
nostro Paese;
l’incapacità di spendere le risorse, peraltro risorse del
tutto inadeguate, stanziate in questi anni per la difesa del
suolo è uno dei motivi dei gravi problemi che ostacolano
l’avvio di un serio programma di messa in sicurezza del
territorio;
ad oggi nel 2014, cioè nell’anno corrente, di fatto il nostro
Paese sta incominciando ad attivare quell’impegno di spesa di
programmazione previsto quattro anni fa, cioè nel 2010, con
cui non si coprono tutte le risorse previste in quel piano. In
più si ha un’altra serie di previsioni, che però rimangono
tali –:
quali misure immediate intenda adottare per mettere in
sicurezza le colline e le sponde naturali dei torrenti,
evitare i disboscamenti e gli sbancamenti dannosi e la
cementificazione selvaggia del territorio e attivare un
monitoraggio continuo sulle emergenze ambientali e sulle aree
critiche di questa regione, il cui paesaggio è stato devastato
in questi anni da uno sviluppo economico e urbanistico
indiscriminato. (3-00984)
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