COMPORTAMENTO DEI TAMPONAMENTI PER ECCITAZIONE FUORI PIANO

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COMPORTAMENTO DEI TAMPONAMENTI PER ECCITAZIONE FUORI PIANO
COMPORTAMENTO DEI TAMPONAMENTI
PER ECCITAZIONE FUORI PIANO
Autore: Natalino Gattesco
Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Università degli Studi di Trieste, piazzale Europa 1, 34127 Trieste

Keywords: Edifici in c.a., ingegneria sismica, telai tamponati, materiali compositi, rinforzo murature

Le costruzioni esistenti in calcestruzzo armato sono normalmente provviste di pareti di tamponamento in
corrispondenza dei telai perimetrali. Queste pareti sono in muratura di laterizi semipieni o forati. Durante
l’eccitazione sismica si può verificare il collasso fuori piano delle pareti, a causa della loro scarsa resistenza
a flessione. Si presenta nel seguito la procedura di verifica dei tamponamenti eccitati fuori piano sia per
pareti non rinforzate che per pareti rinforzate con l’impiego di materiali compositi. Si mostra anche uno
studio numerico che evidenzia le prestazioni di pareti non rinforzate e rinforzate con differenti geometrie
e con presenza di forature.

I vani di un sistema strutturale a telai in cemento armato o acciaio sono frequentemente tamponati con
pareti in muratura, costruite tra i pilastri e le travi della struttura principale. Questi muri costituiscono le
chiusure perimetrali e alcune tramezzature interne, a seconda delle scelte fatte per caratterizzare l'assetto
architettonico dell'edificio in pianta e per soddisfare le funzioni per cui l’edificio è costruito. Le murature di
riempimento sono di norma costruite dopo il completamento del sistema strutturale principale.
Per quanto riguarda i carichi gravitazionali, i muri di tamponamento rappresentano tipici elementi
secondari non strutturali che aggiungono peso al sistema strutturale di base, ma non contribuiscono alla
capacità portante. Nel caso che l’edificio sia soggetto ad azioni orizzontali soprattutto di origine sismica, le
pareti di riempimento influenzano in maniera significativa il comportamento della struttura principale.
Infatti, sebbene considerati elementi non strutturali, i muri di riempimento sono spesso rigidamente
collegati con i telai in c.a. e ostacolano la deformazione della struttura. In tal caso, le pareti di riempimento
in muratura influenzano in maniera significativa la risposta strutturale dell’edificio, come evidenziato in
Gattesco 2021. Come risultato della connessione, le forze di interazione si sviluppano nella zona di contatto
tra i telai e le pareti di riempimento, influenzando il comportamento degli elementi del telaio tamponato
così come l'intera struttura. Devono garantire anche un’adeguata resistenza alle forze agenti fuori piano e
trasferirle alla struttura in c.a.
Appare evidente che nella progettazione strutturale di costruzioni realizzate in zona sismica è necessario
considerare anche il contributo delle pareti di tamponamento. Naturalmente, si adotta un approccio
diverso per valutare il comportamento sismico di una struttura a telaio in c.a. con muratura di riempimento
se si tratta di edifici con la muratura costruita come parte secondaria non strutturale del sistema principale
oppure con la muratura costruita come parte resistente del sistema strutturale.
Nel primo caso il riempimento è separato dalla struttura da particolari dispositivi di dettaglio, in modo da
non ostacolare la deformazione della struttura principale durante i terremoti. I tamponamenti non sono
sollecitati nel proprio piano, in quanto non interagiscono con i telai, e sono sollecitati solamente fuori dal
proprio piano. E’ necessario verificare che le sollecitazioni fuori piano, dovute a vento o sisma, non causino

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il ribaltamento della parete o il collasso per flessione. Per questo, bisogna verificare che i dispositivi di
    vincolo parete-pilastro e parete-trave superiore garantiscano il funzionamento previsto.
    Nel secondo caso, invece, nella progettazione degli edifici soggetti ad eccitazione sismica si deve tener
    conto dell'influenza dei muri di riempimento in termini di modifica della rigidezza e della resistenza dei telai
    (Gattesco 2021). Per il comportamento fuori-piano, le verifiche di resistenza si eseguono in maniera
    analoga al caso precedente.

    COMPORTAMENTO SISMICO FUORI PIANO DEI TAMPONAMENTI
    Per la verifica delle pareti di tamponamento soggette ad eccitazione fuori-piano si può fare ricorso ai
    metodi che si basano sull’analisi dei meccanismi di corpo rigido, quali l’approccio cinematico lineare e
    l’approccio cinematico non lineare. Questi metodi sono sicuramente efficaci e semplici da applicare per
    pareti di muratura non rinforzata il cui collasso si verifica per formazione di catene cinematiche di corpi
    rigidi. Non sono invece applicabili ai casi di murature rinforzate con incollaggio sulle facce di sistemi
    compositi con fibre di diversi materiali e matrici organiche o inorganiche (FRP, FRCM, CRM), in quanto in
    questi casi il collasso fuori-piano è associato alla rottura delle fibre nelle sezioni maggiormente sollecitate,
    senza formazione di cinematismi.
    Per uniformare la procedura di verifica, si può quindi adottare un metodo statico equivalente che consiste
    nella determinazione di una forza equivalente da applicare alla parete e di verificare che la parete sia in
    grado di sopportare le sollecitazioni che derivano da tale forza.

    Forza statica equivalente
    La valutazione della risposta sismica di pareti eccitate fuori piano è un problema piuttosto complesso, in
    quanto bisogna tener conto dell’interazione fra il comportamento nel piano dei telai/setti e dei solai e il
    comportamento fuori-piano delle pareti di tamponamento. Infatti, le pareti di tamponamento sono
    eccitate fuori piano dalla propria massa in risposta all’eccitazione del piano sul quale sono impostate. Si
    può quindi fare riferimento ad uno spettro di risposta del piano sul quale si trova la parete e da quello
    ricavare l’accelerazione di picco della parete fuori piano in corrispondenza del periodo proprio della parete
    stessa (normalmente quello corrispondente alla prima forma modale flessionale fuori piano).
    Per costruire la forma spettrale di piano del tamponamento, si deve innanzitutto ricavare l’accelerazione
    massima di piano az,k(z), che, per edifici regolari con solai rigidi nel proprio piano e senza significativi
    problemi torsionali, può essere calcolata con la seguente formula semplificata (Circolare 21-01-2019):
                               z 3n
    az ( z ) = Se ( Tk ,ξ k ) ⋅ ⋅       1 + 4 ξ k2 .                                                   (1)
                               H 2n + 1
    Dove Se(Tk ξk) è l’accelerazione spettrale dell’edificio valutata in corrispondenza del proprio periodo
    fondamentale Tk e dello smorzamento relativo ξk, z è la quota del piano in argomento, H è l’altezza totale
    dell’edificio ed n è il numero di piani. Nella (1) si è assunto un andamento linearmente crescente delle
    accelerazioni con la quota ed una distribuzione uniforme delle masse lungo l’altezza.

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Lo spettro di piano può essere ricavato con le relazioni:
                            1.1ξk−0.5 η ( ξ ) az ( z )
                                                              1.2
                                                                   per T < a Tk
                   
                        [      − 0.5
                                         ]     
                    1 + 1.1ξk η ( ξ ) − 1  1 − a T 
                                                        T    

                                                       k
SeZ ( T ,ξ , z ) = 1.1ξk− 0.5 η ( ξ ) az ( z                      per a Tk ≤ T < b Tk ,            (2)
                                   − 0.5
                             1.1ξk η ( ξ ) az ( z )
                                                             1.2
                                                                   per T ≥ b Tk
                    
                        [      − 0.5
                                         ]
                     1 + 1.1ξk η ( ξ ) − 1 
                                                T           
                                                        − 1 
                                              b Tk        
dove, SeZ(T,ξ,z) rappresenta lo spettro di risposta di piano in termini di accelerazione per il tamponamento
situato alla quota z, ξ è il coefficiente di smorzamento viscoso relativo al tamponamento, T è il periodo
generico relativo alla parete, a e b sono coefficienti che definiscono l’intervallo di amplificazione massima
dello spettro di piano (possono essere assunti rispettivamente pari a 0.8 e 1.1), e η(ξ) è il fattore di
smorzamento che dipende dal coefficiente viscoso secondo la relazione:
             0.1
η (ξ ) =            .                                                                                     (3)
           0.05 + ξ
Per i valori dei coefficienti di smorzamento viscoso si può assumere un valore pari al 5%, per l’edificio, e
pari al 10-15% per la parete in muratura. Il periodo proprio dell’edificio può essere ricavato con la relazione
semplificata riportata nelle NTC 2018:
Tk = C ⋅ H 0.75 ,                                                                                         (4)
con C=0.075, per edifici intelaiati in calcestruzzo armato. Nel diagramma di Figura 1 sono riportati uno
spettro di risposta di piano ed uno spettro di risposta di base.

                    Figura 1. Confronto tra spettro di risposta di piano e spettro di risposta di base.

La domanda sismica sui tamponamenti può quindi essere determinata applicando loro una forza
orizzontale Fa definita con la relazione:
     S ⋅W
Fa = a a ,                                                                        (5)
       qa
dove Sa è l’accelerazione massima, adimensionalizzata rispetto alla gravità, che la parete di tamponamento

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subisce durante il sisma, Wa è il peso dell’elemento e qa è il fattore di struttura della parete, pari a 2 per
    tamponamenti che sono collegati alla struttura principale ad entrambe le estremità. Sa si assume pari al
    valore massimo ricavato con la (2) per un valore del primo periodo proprio della parete pari a
           2 π h2   ρl A
    Ta =                                                                                                   (6)
             κ      EI
    e diviso per l’accelerazione di gravità. h è l’altezza della parete, I è il momento d’inerzia attorno al piano
    debole della parete, ρlA è la massa per unità di lunghezza della parete, E è il modulo elastico della muratura
    e κ è un coefficiente funzione del tipo di vincolo (κ=π2 per cerniere alle estremità).
    In maniera più semplice ma meno rigorosa, è possibile calcolare la forza Fa sostituendo nella (5)
    l’accelerazione massima ricavata dall’espressione diretta proposta nelle NTC 2018:
          Sa          z      
     Sa = g 1.5  1 +  − 0.5 ,                                                                        (7)
           g   H             
    con Sag accelerazione di progetto al terreno e g accelerazione di gravità.

    Resistenza fuori piano di pareti di tamponamento non rinforzate
    Non potendo fare affidamento sulla resistenza a trazione della muratura, anche in considerazione del
    carattere ciclico della sollecitazione di origine sismica, si può calcolare la forza orizzontale massima che una
    parete di tamponamento non rinforzata è in grado di sopportare mediante due approcci: a) valutando il
    momento resistente massimo nella sezione maggiormente sollecitata (Figura 2a), b) applicando il Principio
    dei Lavori Virtuali al cinematismo evidenziato in Figura 2b.

                                           (a)                                         (b)
    Figura 2. Capacità portante parete fuori-piano: a) valutazione momento resistente, b) cinematismo parete.

    Nel primo caso si ipotizza la presenza di una fessura flessionale a metà altezza, per superamento della
    resistenza a trazione della muratura, e quindi la capacità resistente FR dipende dalla resistenza della sezione
    di mezzeria (Figura 2a). Il momento resistente della sezione è dato dalla relazione
             σ o bt2   σ 
    MRd =          1 − o  ,                                                                     (8)
             2  k fd 
    dove σo=(P+P2)/bt, k=0.85, con P carico verticale agente in sommità alla parete e P2 peso della metà
    superiore della parete. La forza orizzontale massima associata al momento resistente della sezione è

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8 MRd
FR =            .                                                                                       (9)
          h
Nel secondo caso si considera la formazione di un cinematismo per rotazione di blocchi rigidi (Figura 2b) e
si applica il Principio dei Lavori Virtuali alle forze esterne (ribaltanti) e interne (stabilizzanti). Si ricava la
seguente forza orizzontale che attiva il cinematismo
          P + 3 P2 + 4 P
 FR = 2 ⋅ 1              ⋅t ,                                                                          (10)
                  h
con P1 peso della metà inferiore della parete e t spessore della parete. La forza P si riferisce ad azioni
applicate in sommità alla parete direttamente sulla stessa (Paulay e Priestley, 1992).
Nel caso di tamponamento costruito come parte secondaria non interagente con il telaio in calcestruzzo, il
carico P è normalmente nullo, inoltre, per garantire la resistenza alla forza di cui alla relazione (10), è
necessario disporre opportuni dispositivi di vincolo della parete alle travi del telaio, in modo che possano
sopportare una sollecitazione tagliante pari a V (Figura 2b). Questi dispositivi possono essere costituiti da
connettori metallici solidarizzati alla sommità della parete ed alla trave, senza creare impedimenti agli
spostamenti relativi fra trave e parete in direzione verticale ed orizzontale parallela all’asse della trave. Un
esempio è costituito da sedi metalliche annegate nella trave di calcestruzzo da accoppiare con spinotti di
acciaio solidarizzati nella muratura; in questo modo, appunto, gli spinotti sono liberi di scorrere all’interno
della sede metallica sia in direzione parallela all’asse della trave che in direzione verticale.
Nel caso, invece, di tamponamento costruito a riempimento del vano dei telai, si può omettere l’aggiunta
di dispositivi di connessione tra muratura e trave purché risulti soddisfatta la verifica a taglio in direzione
perpendicolare alla parete
 FR ≤ 2 ⋅ µ P ,                                                                                        (11)
dove µ è il coefficiente di attrito tra muratura e trave di calcestruzzo. Se P è piccolo o nullo, la resistenza
della parete a forze perpendicolari al proprio piano si annulla. In realtà, anche se la parete non ha
sovraccarichi direttamente applicati in sommità, si può tener conto del vincolo costituito dalle travi
superiore e inferiore che contrastano l’attivazione del cinematismo (Figura 2b). Si può dimensionare la
resistenza residua della trave inferiore del telaio in termini di carico verticale sopportato ed assumere
questo carico come forza P massima garantita agli estremi della parete dalle travi del telaio. Nel caso che
tutte le campate sottostanti del telaio siano tamponate con muratura aderente alle travi, si può assumere
per il valore di P l’intero carico presente sulla trave soprastante la parete.
Se le verifiche di resistenza riportate in questo paragrafo non risultano soddisfatte è necessario intervenire
con opportune tecniche di rinforzo della parete di tamponamento per sollecitazioni fuori piano.

Resistenza fuori piano di pareti di tamponamento rinforzate
Per incrementare la resistenza a pressoflessione fuori-piano delle pareti di tamponamento si possono
utilizzare varie tecniche di rinforzo basate sull’impiego di materiali compositi CRM (Composite Reinforced
Mortar), FRCM (Fiber Reinforced Cementitious Matrix) o FRP (Fiber Reinforced Polymers). Le istruzioni per
l’impiego di tali tecniche si può far riferimento alle istruzioni CNR DT 200 R1/2013.
Per la determinazione della resistenza si può operare come in Figura 2a, ipotizzando la rotazione libera
fuori piano in sommità e alla base della parete, o considerando la continuità con le travi in calcestruzzo, se
adeguatamente realizzato il rinforzo in prossimità del collegamento con le travi stesse.
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Il calcolo del momento resistente delle sezioni maggiormente sollecitate si può eseguire in maniera del
    tutto analoga a come si fa per le pareti in calcestruzzo armato.
    Facendo riferimento alla sezione di Figura 3, si evidenziano i parametri che caratterizzano la sezione
    trasversale rinforzata ed il diagramma delle tensioni di compressione nella muratura o nello strato di
    intonaco armato e di trazione nelle fibre. Si fanno le ipotesi di conservazione delle sezioni piane, di
    comportamento non-lineare in compressione di muratura e malta di intonaco, di comportamento elastico-
    fragile delle fibre; si scrivono le equazioni di equilibrio della sezione e di congruenza delle deformazioni nei
    materiali (muratura, fibre, matrice) e si ricava l’espressione del momento resistente
                   t x            t
    MRd = fc b x ⋅  −  + Tw ⋅  d −  ,                                                                      (12)
                   2 2            2
    con
        N + Tw
    x=         .                                                                                               (13)
         fc b
    Dove, fc è la resistenza a compressione della muratura o della malta del rinforzo, x = 0.8 x è la profondità del
    volume equivalente delle tensioni di compressione (stress block), Tw è la resistenza dello specifico tipo di rinforzo
    utilizzato. Per interventi con l’impiego di reti in composito (sistema CRM), Tw rappresenta la resistenza a trazione del
    numero di fili di rete impiegati nella larghezza b della sezione. Per l’impiego di tessuti (FRCM e FRP), Tw rappresenta
    la resistenza del rinforzo contenuto nella larghezza b della sezione e deve risultare non superiore alla resistenza al
    distacco (ffdd o ffdd,rid) riportata nella CNR DT 200 R1/2013.

    Figura 3. Sezione trasversale muratura rinforzata con l’applicazione di materiali compositi in superficie e diagramma
    delle tensioni (stress-block).

    Nel caso di tamponamenti non interagenti con il telaio, si devono dimensionare adeguatamente i dispositivi
    di connessione tra travi e parete in modo che siano in grado di consentire gli scorrimenti nella direzione
    dell’asse delle travi e della direzione verticale e di trasmettere le sollecitazioni taglianti fuori-piano dalla
    parete alle travi.
    Nel caso di tamponamenti collaboranti con il telaio, oltre alle verifiche di cui sopra si deve valutare la
    modifica della risposta della struttura a telai tamponati per effetto del rinforzo nel piano delle pareti di
    tamponamento.

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Influenza della dimensione e della presenza di aperture
Nella verifica di pareti di tamponamento di telai in calcestruzzo armato soggette ad eccitazione sismica
fuori-piano, si ha normalmente a che fare con vani di altezza compresa tra 3.00 m e 4.00 m e larghezza di
4.00 m e 6.00 m. Inoltre si affrontano pareti piene, trascurando i casi di pareti con forature per porte e/o
finestre.

Nel seguito si presentano i risultati di uno studio mediante simulazione numerica dell’influenza delle
dimensioni di alcune pareti di tamponamento e dell’influenza della presenza di aperture (Gattesco, Boem
2019).
Le pareti sono state modellate con elementi solidi a 8 nodi e sono state analizzate sia in configurazione non
rinforzata che dopo aver applicato un rinforzo costituito da un intonaco armato con una rete preformata
con fibre di vetro (sistema CRM). Per descrivere il comportamento dei materiali muratura e dell’intonaco
del rinforzo è stato utilizzato un materiale a fessurazione diffusa (smeared crack) con un modello costitutivo
“total strain crack”. I parametri per descrivere il materiale sono stati calibrati da prove sperimentali
eseguite su pareti soggette a flessione fuori-piano. In Figura 4 è illustrata la discretizzazione utilizzata per
la parete in configurazione rinforzata con sistema CRM e sono riportati i parametri utilizzati per la
caratterizzazione del modello numerico dei materiali.

                Figura 4. Modello numerico con le principali caratteristiche assunte per i materiali.

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COMPORTAMENTO DEI TAMPONAMENTI PER ECCITAZIONE FUORI PIANO
Figura 5. Parete utilizzata per lo studio con evidenziate anche le posizioni e dimensioni delle aperture prese in
    considerazione in alcuni casi.

    Per lo studio é stata presa come riferimento la parete riportata in Figura 5, in muratura di dimensioni
    6.90x4.70x0.25 m3, soggette ad un carico verticale pari al peso proprio e ad un carico in sommità di 21.6

    kN/m (pari ad una quota del carico del solaio) e sono state fatte diverse variazioni di dimensione e di
    presenza di aperture dando origine a 6 casi. In particolare il caso a) riguarda la parete di riferimento, il caso
    b) lo stesso del caso a) ma senza carico verticale aggiunto in sommità alla parete, il caso c) è senza vincoli
    lungo i lati verticali, la parete del caso d) ha una lunghezza doppia rispetto al caso di riferimento, il caso e)
    presenta una porta nella zona centrale delle dimensioni di Figura 5, il caso f) presenta una porta centrale e
    5 finestre disposte come in Figura 5.
    Queste pareti sono state soggette ad una forza orizzontale distribuita proporzionale al peso proprio della
    parete ed è stata eseguita una time-history sotto il controllo dello spostamento fuori-piano della mezzeria
    del pannello murario δ, in modo da consentire di costruire la curva di capacità delle pareti che sintetizzano
    le prestazioni delle stesse. Le curve relative ai vari casi sopra elencati nella configurazione non rinforzata
    URM e rinforzata CRM sono illustrate in Figura 6; nelle ordinate sono riportati i valori della forza orizzontale
    Fh rapportata al peso proprio della parete W. Le curve a tratto più grosso si riferiscono ai casi di pareti
    rinforzate e quelli a tratto più sottile ai casi non rinforzati. Si evidenzia il notevole incremento di capacità
    resistente dei casi rinforzati.
    Nella Figura 7 sono illustrati gli spostamenti fuori piano ed i valori delle tensioni agenti nei fili del rinforzo
    sulla faccia tesa immediatamente prima del collasso. Nella figura sono anche riportati i valori αu del carico
    orizzontale massimo rapportato al peso della parete per i casi rinforzati (CRM) e non rinforzati (URM) ed il
    loro confronto, per evidenziare l’incremento dovuto al rinforzo.

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(a) parete di riferimento
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                                                                     (c) parete vincolata solo sui due lati orizzontali
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                                                                     (e) parete con porta centrale (Figura 5)
                                                                     (f) parete con porta e 5 finestre (Figura 5)
                                                                     (a’)come caso a) con intonaco senza rete GFRP

                     Spostamento δ [mm]

                   Figura 6. Curve di capacità per sollecitazioni fuori-piano delle pareti analizzate.

    Caso (a)        Caso (b)         Caso (c)                 Caso (d)                 Caso (e)          Caso (f)

Figura 7. Spostamenti fuori-piano dei casi di pareti rinforzate con CRM e tensioni di trazione agenti nella rete di
rinforzo sulla faccia tesa (il colore rosso evidenzia i valori massimi). Essendo i casi di parete studiati simmetrici, viene
illustrata solo metà parete.

Dalla figura si evidenzia un comportamento simile per i casi (a) e (b), ma con una significativa minore
resistenza del caso senza carico verticale in sommità nella configurazione non rinforzata; nella
configurazione rinforzata la differenza è molto modesta. Il caso (d) mostra che la parte centrale della parete
si comporta in maniera del tutto simile al caso (c), che ha solo i lati superiore e inferiore vincolati
(deformazione cilindrica), sia per le pareti non rinforzate che per le pareti rinforzate. In realtà, per le pareti
non rinforzate, in termini di capacità resistente non si hanno apprezzabili differenze fra i casi (a), (c) e (d),
a significare che un modello semplificato monodimensionale consente di studiare con buona
approssimazione il comportamento fuori-piano della parete; per le pareti rinforzate, invece, un modello
monodimensionale conduce ad una modesta sottostima della capacità portante (effetto piastra
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maggiormente evidenziato dalla presenza del rinforzo). I casi di pareti con forature mostrano chiaramente
     un significativo comportamento bidimensionale anche nelle pareti non rinforzate. Infatti, si notano valori
     di capacità portante uguali o leggermente superiori a quelli della parete del caso (a). Si ricorda che la forza
     orizzontale riportata in Figura 7 è rapportata al peso della parete tenendo conto della presenza delle
     forature (parete con minore massa eccitata). Anche nel caso rinforzato la resistenza delle pareti con
     forature non si discosta in maniera significativa da quella della parete piena.
     Si può, quindi, concludere che la verifica delle pareti sollecitate dall’eccitazione sismica fuori-piano può
     essere eseguita in sicurezza con la procedura monodimensionale vista nei paragrafi precedenti anche per
     il caso di pareti forate, analizzando, in quest’ultime, solo le parti piene verticali comprese tra le aperture.

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BIBLIOGRAFIA

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Costruzioni” di cui al DM 17-01-2018, Circolare Consiglio Superiore Lavori Pubblici n. 7.
CNR DT 200 R1/2013, Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Interventi di
Consolidamento Statico mediante l’utilizzo di Compositi Fibrorinforzati, Consiglio Nazionale delle Ricerche,
10 ottobre 2013.
Gattesco N., Boem I., “Numerical study on the out-of-plane performances of perforated masonry walls
enhanced with composite reinforced mortar”, Atti Convegno CC2019, Riva del Garda, 2019.
Gattesco N., “Contributo dei tamponamenti sulle prestazioni sismiche degli edifici a telaio in c.a.”, Ingenio,
2021.
NTC 2018, “Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni”, DM 17-01-2018, Ministero delle Infrastrutture.
Paulay, T., Priestley, M.J.N., “Seismic design of reinforced concrete and masonry buildings”, John Wiley and
Sons, INC, Toronto, 1992.

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nelle-prestazioni-sismiche

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fici-a-telaio-in-ca-casi-studio-e-analisi-fem

https://www.ingenio-web.it/30289-criticita-strutturali-dei-solai-in-laterocemento-e-tecniche-di-
rinforzo-con-nastri-in-composito

Edifici in c.a.: il rinforzo di travi e pilastri mediante l’utilizzo di FRP (ingenio-web.it)

https://www.ingenio-web.it/30759-progettazione-con-frp-per-il-consolidamento-di-travi-e-pilastri

                                                www.fibrenet.it                                                  11
APPROFONDIMENTO SUL SISTERMA CRM RI-STRUTTURA
     Il sistema di rinforzo RI-STRUTTURA si compone di reti, angolari e connettori preformati in GFRP composti da
     fibra di vetro AR e resine termoindurenti abbinati a malte strutturali inorganiche a base calce o cemento e
     applicati attraverso la tradizionale tecnica dell’intonaco armato. L’intervento di rinforzo strutturale
     garantisce un miglioramento strutturale omogeneo e diffuso, con elevate caratteristiche meccaniche e di
     duttilità e un modesto incremento di rigidezza della struttura.

     Perché e dove utilizzare la tecnica CRM ?
     La tecnica CRM – introdotta sul mercato dell’edilizia esistente da
     FIBRE NET ormai 20 anni fa e assimilabile alla classica tecnica
     dell’”intonaco armato”. Si tratta di sistemi di rinforzo strutturale
     ad elevata inerzia chimica, non soggetti a corrosione, e
     rappresentano la soluzione ideale soprattutto nell’ambito di edilizia
     storica e tutelata, laddove è frequente il caso di murature a più
     paramenti o a sacco scarsamente collegate e quindi a forte rischio
     di disgregazione in caso di eventi sismici.
     Negli ultimi 10 anni, la tecnica CRM è stata infatti largamente
     impiegata per il miglioramento strutturale di vaste aree soggette ad
     eventi sismici, sia in fase di prevenzione sismica che nelle fasi della
     ricostruzione.

     Con delibera del 16 dicembre 2020 il Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori
     Pubblici, ha riconosciuto la validità del sistema CRM - Composite Reinforced Mortar- RI-STRUTTURA di
     FIBRE NET per l’impiego come rinforzo strutturale.

     Ciò è avvenuto attraverso il recepimento del Benestare Tecnico Sloveno STS 17/0013 emesso dallo
     ZAG Ljubljana Slovenian National Building and Civil Engineering Institute e la conseguente emissione
     dell’Attestato di Equivalenza n. 0009946.17-12-2020.

     FIBRE NET: gli specialisti del rinforzo strutturale
     Idee, passione, esperienza e ingegno italiano in continua evoluzione
     La storia di FIBRE NET inizia nel 2001 con una visione: sviluppare un prodotto
     non presente sul mercato, una rete in GFRP: RI-STRUTTURA, la risposta evoluta
     alla classica rete elettrosaldata che, consente di rispettare la compatibilità
     muraria soprattutto negli edifici storici. Da allora, forte di un’intensa attività di R&S
     supportata da Università e istituti di ricerca, l’azienda ha sviluppato diversi sistemi
     per il rinforzo strutturale in materiale composito fibro rinforzato, certificati e
     validati.
     FIBRE NET si pone come partner specializzato, in grado di affiancare enti,
     progettisti ed imprese nelle scelte più opportune, efficaci e sostenibili mirate al
     consolidamento, al miglioramento e adeguamento strutturale, al mantenimento
     della durabilità del bene.
     L’azienda mette a disposizione dei propri partners laboratori, attrezzature e
     competenza per l’esecuzione di prove, anche on-site, per la diagnosi delle
     problematiche, per la caratterizzazione meccanica e chimica di materiali e cicli
     di intervento.

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