Stabilità dei sistemi strutturali log-haus - Un metodo semplificato per la verifica di stabilità di pareti log-haus sottoposte a compressione nel ...
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Stabilità dei sistemi strutturali log-haus Un metodo semplificato per la verifica di stabilità di pareti log-haus sottoposte a compressione nel piano Chiara Bedon, Massimo Fragiacomo – Università degli Studi di Sassari, Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica ABSTRACT I sistemi strutturali log-haus (o blockhaus, blockhouse, block hause) sono generalmente ottenuti per assemblaggio di elementi trave (tronchi, in origine) sovrapposti tra loro – a formare le singole pareti, le quali sono opportunamente ammorsate mediante giunti di carpenteria, al fine di ottenere un edificio dal comportamento scatolare. Nati nel XV° secolo nelle zone boschive di Alaska, Canada, Sud Africa per la fortificazione di zone di confine, la soluzione log-haus è utilizzata oggigiorno per la realizzazione di edifici a destinazione d’uso residenziale e commerciale. Pur trattandosi di una soluzione costruttiva dalle origini antiche, basata su meccanismi resistenti semplici ottenuti tramite intagli, scanalature, contatti e fenomeni di attrito, il comportamento strutturale degli edifici log-haus resta attualmente di difficile stima, specialmente in particolari condizioni di carico. Molteplici fattori meccanici (ad es. anisotropia del legno; presenza di difetti nel legno quali nodi, deviazione della fibratura, ecc.; fenomeni di attrito; limitata rigidezza del legno nella direzione perpendicolare alle fibre; mancanza (o presenza in numero limitato) di connessioni meccaniche in grado di garantire piena solidarizzazione tra gli elementi costruttivi) e geometrici (ad es. presenza di aperture di porte e finestre, e loro posizionamento; spessore ridotto delle pareti, rispetto ad altre tipologie strutturali; possibili eccentricità e curvature geometriche, o difetti di produzione, ecc.) rendono infatti piuttosto incerta la quantificazione delle capacità strutturali degli edifici log-haus, nonché lo sviluppo di metodi di progetto di validità generale. In tale contesto, questo lavoro analizza mediante analisi sperimentali in scala reale, simulazioni numeriche ad elementi finiti (mediante il codice ABAQUS/Standard) e validazione di formulazioni analitiche derivate dalla teoria classica delle aste e piastre compresse, il tipico comportamento di pareti log-haus sottoposte a compressione nel piano, con particolare attenzione al problema dell’instabilità fuori dal piano. Sono stati eseguiti studi parametrici per analizzare il comportamento di pareti di diverse configurazioni geometriche di interesse pratico, nonché agli effetti derivanti da possibili fenomeni secondari quali lo schiacciamento del legno in compressione, la presenza di eccentricità di carico, curvature iniziali o una combinazione di queste. Sulla base di quanto analizzato numericamente ed analiticamente, infine, si propone un metodo semplificato per la verifica di stabilità di pareti log-haus compresse nel piano. Dicembre 2014 • numero 28 1
1. INTRODUZIONE I sistemi strutturali log-haus (o blockhaus, blockhouse, block hause) sono tipicamente ottenuti per assemblaggio di elementi trave (tronchi, in origine) sovrapposti tra loro – a formare le singole pareti, che sono opportunamente ammorsate mediante giunti di carpenteria, al fine di ottenere un edificio dal comportamento scatolare. Nati nel XV° secolo nelle zone boschive di Alaska, Canada, e Sud Africa per la fortificazione di zone di confine, la soluzione log-haus è ampiamente utilizzata nella pratica odierna per la realizzazione di edifici a destinazione d’uso residenziale e commerciale, in zone quali Europa, Russia, America settentrionale, Giappone. Attualmente, la tecnica log-haus è utilizzata anche in Italia soprattutto nelle zone alpine, trattandosi di una soluzione primariamente adatta agli ambienti montani. Non mancano tuttavia esempi di edifici – in generale fino a due piani in elevazione (Figura 1) – in aree non necessariamente montane, e spesso soggette ad alto rischio sismico. In tale contesto, per esempio, sono stati condotti studi recenti sperimentali e numerici dedicati all’analisi del comportamento di edifici log-haus sottoposti ad azione sismica, allo scopo di stimarne le capacità resistenti e deformative, nonché di quantificarne le potenzialità dissipative derivanti dai fenomeni di attrito tra elementi in contatto [2][3][4][5]. (a) (b) (c) (d) Figura 1 – Esempio di edifici ad uso residenziale realizzati mediante la tecnologia log -haus [1]. In questo lavoro, particolare attenzione è invece dedicata al comportamento di pareti log-haus sottoposte a compressione nel piano, con particolare riferimento ad eventuali fenomeni di instabilità. Caratteristica principale delle pareti log-haus è infatti la mancanza di un comportamento d’insieme tipico delle pareti monolitiche, nonché la suscettibilità rispetto ad altre tipologie costruttive – dovuta tanto ad elevati rapporti lunghezza/spessore quanto ad un limitato modulo di elasticità del legno in direzione perpendicolare alle fibre – a possibili fenomeni di instabilità e collasso prematuro. Dicembre 2014 • numero 28 2
2. SISTEMI COSTRUTTIVI LOG-HAUS 2.1.Caratteristiche principali Il tipico sistema strutturale log-haus è costituito da pareti ottenute per sovrapposizione di elementi a trave, disposti orizzontalmente, opportunamente sagomati e ammorsati tra loro al fine di ottenere un comportamento scatolare d’insieme. Gli elementi base, generalmente in legno massiccio o lamellare, in abete rosso o larice (classe di resistenza C24 [6]) sono caratterizzati da una sezione trasversale rettangolare, più o meno allungata, tipicamente caratterizzate da altezze h tra i 160mm e i 200mm, con spessori b variabili tra gli 80mm e i 200-240mm. Intagli e scanalature longitudinali ne migliorano l’ammorsamento con gli elementi in contatto, offrendo maggiore stabilità e rigidezza d’insieme. In alcuni casi, le sezioni sono ottenute tramite assemblaggio di listelli in legno lamellare incrociato (x-lam), al fine di minimizzare eventuali fenomeni di assestamento nella direzione verticale, lungo la quale il legno è sollecitato perpendicolarmente alla fibratura. (a) (b) (c) (d) (e) Figura 2 – Esempio di travi log-haus disponibili in commercio. (a), (b) Profili ‘Tirol’ e ‘Schweiz’ [1]; dimensioni nominali in mm. (c) [7], (d) [8], (e) [9]. Dicembre 2014 • numero 28 3
Il collegamento di base delle pareti log-haus alle strutture di fondazione è costituito da connettori metallici, bullonature o chiodature aventi lo scopo principale di impedire un eventuale ribaltamento e scorrimento delle stesse. Le giunzioni tra pareti tra loro ortogonali – anche interne – sono solitamente realizzate mediante giunti di carpenteria ottenuti da opportuna sagomatura delle travi. Tali giunti sono progettati per offrire sufficiente resistenza a taglio e compressione, e garantire un adeguato ammorsamento tra le varie componenti di parete, così come per soddisfare esigenze estetiche e architettoniche. (a) (b) Figura 3 – Tipico particolare di collegamento in fondazione di una parete log-haus [1]. (a) sezione trasversale (dimensioni in cm); (b) dettaglio. (a) (b) (c) Figura 4 – Esempio di giunti tra pareti log-haus. (a) ‘Tirolerschloss’ [1]; (b) ‘Standard’ [1]; (c) giunto a coda di rondine tra pareti interne [1]. I solai di interpiano, infine, sono spesso realizzati mediante travi sagomate, dimensionate in base ai carichi di progetto. Queste sostengono un tavolato strutturale, al quale vengono usualmente inchiodati pannelli strutturali del tipo OSB o in compensato strutturale in grado di offrire appropriata rigidezza nel piano ai solai e adeguata ripartizione dei carichi a livello di ciascun impalcato. Dicembre 2014 • numero 28 4
Spesso le travi di solaio possono essere interrotte nello spessore di parete e solidarizzate alle stesse mediante viti filettate (Figura 5c). Gli elementi metallici sono generalmente minimizzati, ed inseriti a livello di copertura (Figura 6) così come in prossimità delle aperture (Figura 7) al fine di garantire un adeguato ammorsamento tra le varie componenti strutturali. (a) (c) (b) Figura 5 – Esempio di solaio [1]. (a) vista; (b) connessione tradizionale tra solaio e parete (dimensioni in mm); (c) connessione eccentrica tra solaio e parete. (a) (b) Figura 6 – Esempio di collegamento tra travi di copertura e pareti log-haus [1]. (a) posizionamento delle viti; (b) sezione tipo. Dicembre 2014 • numero 28 5
(a) (b) (c) Figura 7 – Esempio di parete con aperture ed irrigidimenti metallici [1]. (a) vista [10]; (b) dimensioni nominali (in mm) dei profili in acciaio e (c) loro posizionamento nella parete. 2.2.Riferimenti normativi Dal punto di vista normativo, poche raccomandazioni sono attualmente indicate per la progettazione dei sistemi strutturali log-haus. Sotto l’azione di forze orizzontali nel piano della parete (es. sisma), la resistenza a taglio della singola parete log-haus deve essere calcolata come il minore valore tra la resistenza a compressione della trave ortogonalmente alla fibratura e la resistenza a taglio della trave nella zona di giunto [11]: VRd min VRd ,comp ,VRd ,shear , (1) ovvero soddisfare le condizioni: VEd ,comp c ,90,Ed kc ,90 f c ,90,d , (2) n Aef 3 VEd , shear Ed f v ,d . (3) 2 bh Nelle equazioni (2) e (3), f c,90,d e f v,d rappresentano la resistenza di calcolo a compressione in direzione perpendicolare alle fibre e la resistenza di calcolo a taglio, rispettivamente, da calcolarsi come: k f f d mod k , (4) M con f k il corrispondente valore caratteristico, k mod un coefficiente in grado di prendere in considerazione gli effetti della durata del carico e della classe di servizio della struttura, e M il coefficiente di sicurezza del materiale, scelti in accordo all’Eurocodice 5 [11] e alle Norme Tecniche sulle Costruzioni [12]. Dicembre 2014 • numero 28 6
Nell’equazione (2), inoltre, n è il numero di intersezioni tra la parete principale e le pareti con essa intersecanti, mentre k c,90 è un coefficiente dipendente dalle proprietà geometriche dei giunti. Aef e Ashear, infine, rappresentano le aree delle superfici resistenti a compressione perpendicolare alle fibre e taglio, rispettivamente, e devono pertanto essere calcolate in base alla configurazione geometrica dei giunti (Figura 8). (a) (b) Figura 8 – Giunto ‘Standard’ [1]. In evidenza, le superfici resistenti a (a) compressione e (b) taglio. 3. MODELLI ESISTENTI PER LA VERIFICA DI STABILITÀ DI PARETI LOG-HAUS Solo pochi studi sono stati dedicati al comportamento di sistemi log-haus sottoposti a compressione nel piano. Heimeshoff e Kneidl [13][14], per esempio, hanno eseguito una serie di test di stabilità a carico di punta preliminari – su campioni in scala di pareti log-haus caratterizzati da diverse configurazioni geometriche, eccentricità di carico, presenza di aperture – sulla base dei quali hanno validato e calibrato un modello analitico semplificato. Secondo questa teoria, in particolare, la resistenza per carico di punta di una parete log-haus può essere calcolato come: E|| b 3 h 2 Gb3 N (E) cr , 0 0.8 , (5) L3 L con L lunghezza della parete, E|| modulo di elasticità del legno nella direzione parallela alla fibratura, G modulo elastico a taglio longitudinale; b×h dimensioni della sezione trasversale di una singola trave. Nel caso la parete presenti aperture (es. singola porta di dimensioni Ld × Hd , o porta e finestra (si veda Figura 9), gli stessi autori hanno successivamente rielaborato l’equazione (5), proponendo di calcolarne il carico critico Euleriano rispettivamente come: Gb3 H u H d L Ld N cr( E,0) 0.8 , (6) L H H L nel caso si singola porta, o Gb3 H u H d L Ld Li Lw Li b 3 0.8 E 48H 2 (E) 2 N (7) L H cr , 0 H L Dicembre 2014 • numero 28 7
in presenza di porta e finestra. (a) (b) (c) Figura 9 – Proprietà geometriche nominali dei provini in scala testati in [13][14]. (a) vista frontale; (b) vista laterale; (c) pianta. Nelle equazioni (6) e (7), E rappresenta il modulo di elasticità in direzione perpendicolare alla fibratura, mentre le proprietà geometriche Hu , Li, Lw sono indicate nella Figura 8. Trattandosi di un metodo analitico approssimato, data la discrepanza dei carichi critici stimati mediante le equazioni 5, 6, 7 ed i corrispondenti risultati sperimentali, Heimeshoff e Kneidl hanno successivamente proposto un fattore correttivo tale che il carico critico di ciascuna tipologia di parete potesse essere stimato, a favore di sicurezza, come: N cr( E, 0) N b , Rd . (8) 3.5 Nonostante l’equazione (8) sia calibrata sulla base dei risultati sperimentali discussi in [13][14], il presente metodo analitico stima solo in modo approssimativo la resistenza per carico di punta attesa da pareti log-haus in compressione. Il metodo si applica infatti a pareti log-haus – pur caratterizzate da varie proprietà geometriche – sottoposte a compressione centrata in mezzeria, ovvero in una condizione di carico poco realistica e tipicamente più gravosa rispetto ad una compressione uniformemente distribuita. Allo stesso tempo, l’approccio analitico proposto in [13][14] trascura il contributo irrigidente dei solai di interpiano – generalmente infinitamente rigidi nel proprio piano ed opportunamente ammorsati alle pareti stesse – risultando di conseguenza in una marcata sottostima dell’effettiva resistenza (Figura 10). Dicembre 2014 • numero 28 8
(a) (b) (c) Figura 10 – Meccanismo di collasso per instabilità di pareti log-haus (a) senza aperture, (b) con singola porta o (c) con apertura di porta e finestra, sottoposte a compressione centrata F e prive di vincolo in sommità offerto da solai di interpiano [15]. ABAQUS/Standard [16]. In tale contesto, risulta quindi necessario sviluppare un modello analitico di verifica da poter applicarsi a pareti log-haus di varie proprietà geometriche e meccaniche, sottoposte a compressione uniformemente distribuita q e provviste di vincolo in sommità nei confronti di eventuali spostamenti fuori piano, per effetto dei solai di interpiano (Figura 11). Allo stesso tempo, un valido criterio di verifica dovrebbe essere in grado di prendere in considerazione gli effetti dovuti ad eventuali eccentricità di carico, imperfezioni geometriche iniziali, possibili fenomeni di danneggiamento locale per compressione nel legno, così come di quantificare il contributo irrigidente dei profili metallici generalmente posizionati ai lati delle aperture (Figura 7). (a) (b) (c) Figura 11 – Meccanismo di collasso per instabilità di pareti log-haus (a) senza aperture, (b) con singola porta o (c) con apertura di porta e finestra, sottoposte a compressione uniformemente distribuita q e dotate di vincolo in sommità offerto da solai di interpiano [15]. ABAQUS/Standard [16]. 4. STUDIO SPERIMENTALE Al fine di analizzare il comportamento di pareti log-haus sottoposte a compressione nel piano, presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Trieste è stata recentemente condotta una campagna sperimentale. Lo studio, finalizzato alla successiva calibrazione e validazione di modelli numerici ad elementi finiti, nonché allo sviluppo di formule Dicembre 2014 • numero 28 9
analitiche di uso pratico per la verifica di stabilità di pareti log-haus in compressione, è stato condotto su una serie di pareti in scala reale aventi diverse proprietà geometriche. 4.1.Caratteristiche dei provini Cinque provini di dimensioni L= 4m×H= 2.945m e rappresentativi di pareti ‘Tirol’ attualmente prodotte da Rubner Haus [1] sono stati sottoposti a prova di stabilità incrementale, nella quale cioè il carico verticale è stato aumentato monotonicamente fino alla situazione di collasso. Le differenze tra i vari provini, dovute tanto al tipo di vincolo laterale di estremità (ad es. tratti di pareti ortogonali o pilastri in legno) quanto alla presenza o meno di aperture, sono proposte nella Tabella 1. Tabella 1 – Proprietà geometriche nominali dei provini ‘Tirol’ in scala reale. (*) code metalliche (Figura 12). Provino Vincoli laterali Aperture Tipologia Giunti Distanza Tipologia Li Ld, Lw Hd Hw di carpenteria [-] [-] [m] [-] [m] [m] [m] [m] S01 - - - - - S02 * Pareti ’Tirol’ ‘Standard’ S03 ortogonali 1.18 0.18 Porta + finestra 1.23 2.23 1.33 S04 0.30 Pilastri Cunei a coda S05 - - - - - in legno di rondine Nel caso del provino S02, è stata dedicata particolare attenzione in fase di sperimentazione all’efficacia strutturale di code in acciaio inserite lungo la sezione di mezzeria delle pareti stesse, al fine di incrementarne la rigidezza flessionale e di garantire un ulteriore ammorsamento tra gli elementi trave (Figura 12). L’eventuale schiacciamento dei profili a coda di acciaio è stato quindi impedito mediante cunei in legno di abete posizionati all’interno degli stessi (Figura 12c). (a) (b) (c) Figura 12 – Provino S02. (a) posizionamento in pianta degli irrigidimenti metallici e (b) dimensioni nominali (in mm). (c) vista degli irrigidimenti con cunei interni in legno di abete. Dicembre 2014 • numero 28 10
Diversamente, la parete S05 priva di aperture di porte e finestre, è stata vincolata alle estremità laterali tramite pilastri continui di sezione 160×140mm, ottenuti per incollaggio di lamelle in abete (classe C24 [6]) e vincolati alla parete adiacente tramite code di rondine in legno (Figura 13). (a) (b) Figura 13 – Provino S05. (a) dettaglio della connessione parete-pilastro e (b) dimensioni nominali (in mm) dei cunei in legno a coda di rondine. 4.2.Protocollo di prova Ciascuna parete è stata posizionata su un piano rigido. Al fine di riprodurre opportunamente il trasferimento dei carichi verticali dai solai di interpiano alle pareti di prova, i provini sono stati sottoposti ad un carico di compressione uniformemente distribuito, linearmente crescente fino a collasso, applicato agli stessi tramite 5 martinetti idraulici disposti ad interasse regolare. La presenza di solai interpiano infinitamente rigidi ed ammorsati alle travi di sommità delle pareti, allo stesso tempo, è stata riprodotta mediante controventi metallici in grado di impedire – seppur puntualmente – eventuali spostamenti fuori piano delle pareti, a livello di solaio. Ciascuna parete, infine, è stata sottoposta ad una prefissata eccentricità di carico ecarico , variabile di prova in prova, e compresa tra b/5 e b/2. Durante ciascun test, le pareti sono state strumentate in modo da monitorarne gli spostamenti fuori piano (14 strumenti) e l’abbassamento (4 strumenti di misura disposti alle estremità laterali ed al centro della trave di sommità). 4.3.Analisi dei risultati Complessivamente, le pareti testate hanno dimostrato elevata resistenza e flessibilità. Allo stesso tempo – come atteso – le prove sperimentali hanno dimostrato una marcata sensibilità dei risultati alle ampiezze di eccentricità di carico ecarico applicate. I principali risultati di prova sono riassunti nella Tabella 2, e confrontati rispetto alla parete S01 (priva di aperture, incastro ‘Standard’) assunta quale riferimento per le varie configurazioni geometriche. Dicembre 2014 • numero 28 11
Tabella 2 – Risultati ottenuti dalle prove sperimentali. R= risultato prova i-esima / risultato prova S01. Provino Eccentricità Rigidezza Carico Deformazione RK RN Ru/H di carico ecarico niziale K massimo Nu a carico massimo u(Nu) / H [m] [kN/m] [kN] [-] [-] [-] [-] S01 0.040 7917 233.2 0.0161 1.00 1.00 1.00 S02 0.040 11445 240.7 0.0108 1.45 1.03 0.67 S03 0.015 13590 228.7 0.0316 1.72 0.98 1.96 S04 0.040 5476 211.9 0.0167 0.69 0.91 1.04 S05 0.040 7513 221.3 0.0134 0.95 0.95 0.83 (a) Irrigidimento metallico profile (b) (c) (d) Figura 14 – Provino S03. (a) meccanismo di collasso; (b)(c) configurazione finale; (d) deformazione dell’irrigidimento metallico centrale a test ultimato. Nel caso delle pareti con aperture (provini S03 e S04), gli irrigidimenti metallici – seppur interagenti con le travi adiacenti tramite soli contatti – si sono mostrati collaboranti con gli elementi in legno fino a collasso, offrendo un’apprezzabile deformabilità ultima e resistenza residua alle pareti stesse (Figura 13). Il provino S05 vincolato tramite pilastri di estremità, diversamente, ha evidenziato un tipico meccanismo di collasso fragile, caratterizzato da rottura progressiva dei cunei in legno a coda di rondine per trazione perpendicolare alle fibre (Figura 14). Questo meccanismo di collasso (non Dicembre 2014 • numero 28 12
visibile esternamente) ha comportato il collasso improvviso della parete, seppur offrendo una rigidezza iniziale e resistenza a collasso confrontabile con quella ottenuta per provini vincolati tramite pareti ortogonali (es. S01, Tabella 1). (a) Pilastro (b) (c) Pilastro (d) (e) Figura 15 – Provino S05. (a) Meccanismo di collasso globale (sequenza); (b)(c) dettaglio di rottura per trazione perpendicolare alla fibratura nelle code di rondine; (d) nei pilastri e (e) nelle estremità delle travi, in prossimità dei giunti. 4.4.Validazione numerica ad elementi finiti E’ stata eseguita una successiva analisi e validazione dei risultati sperimentali mediante modelli numerici ad elementi finiti (ABAQUS/Standard [16]) in grado di riprodurre la geometria nominale delle varie pareti, così come l’interazione tra le singole componenti. Dicembre 2014 • numero 28 13
Il tipico modello consiste infatti in elementi solidi a 8 nodi, del tipo C3D8R disponibile in ABAQUS/Standard. Ogni trave di parete, opportunamente sagomata, interagisce con gli elementi in contatto tramite interazioni superficiali. Queste sono calibrate in modo che ciascuna trave possa scorrere rispetto a quella adiacente, essendo = 0.5 il coefficiente di attrito statico determinato sperimentalmente [4]. Nella direzione perpendicolare alle superfici in contatto, allo stesso tempo, gli elementi trave possono separarsi in presenza di sforzi di trazione. Per quanto riguarda la descrizione dei vincoli, la tipica parete è fissata rigidamente alla base, così come a livello della trave in sommità. Le pareti ortogonali sono invece descritte – sulla base di studi numerici preliminari – sotto forma di carrelli distribuiti con piano di scorrimento verticale, essendo questa opzione in grado di riprodurre in modo accurato il comportamento di giunti di tipo ‘Standard’. Il materiale legno, infine, è descritto sotto forma di materiale omogeneo ed isotropo equivalente, caratterizzato da un comportamento ideale del tipo elasto-plastico perfetto, con modulo di elasticità perpendicolare alle fibre E E , modulo tangenziale longitudinale G e resistenza a compressione media perpendicolare alle fibre f c,90,m ottenuti sperimentalmente da ulteriori provini di singole componenti log-haus [15]. Come proposto nelle Figure 16 e 17, il presente approccio è in genere risultato in un’ottima corrispondenza tra risultati sperimentali e stime numeriche, sia nel caso di pareti prive di aperture (Figura 16, provino S01) che nel caso di pareti caratterizzate dalla presenza di porta e finestra (Figura 17, provino S03). I confronti proposti nelle Figure 16 e 17, in particolare, dimostrano come i modelli numerici implementati siano in grado di riprodurre con accuratezza sia la configurazione finale ed il meccanismo di collasso dei vari provini (Figure 16a-16b e 17a-17b), che le corrispondenti storie di carico risultante N in funzione della massima deformazione fuori piano (Figure 16c e 17c, dove la deformazione fuori piano dei provini è proposta quale inviluppo massimo degli spostamenti misurati rispetto all’altezza H delle pareti). (a) (b) (c) Figura 16 – Provino S01. (a) Meccanismo di collasso globale e (b) corrispondente deformata a collasso ottenuta dal modello numerico ad elementi finiti (ABAQUS/Standard). (c) Confronto numerico -sperimentale in termini di carico di compressione in funzione del rapporto u/H, con u il massimo inviluppo degli spostamenti fuori piano [15]. ecarico= b/2. Dicembre 2014 • numero 28 14
(a) (b) (c) Figura 17 – Provino S03. (a) Meccanismo di collasso globale e (b) corrispondente deformata a collasso ottenuta dal modello numerico ad elementi finiti (ABAQUS/Standard). (c) Confronto numerico -sperimentale in termini di carico di compressione in funzione del rapporto u/H, con u il massimo inviluppo degli spostamenti fuori piano [15]. ecarico= b/5. 5. STUDIO NUMERICO PARAMETRICO 5.1.Carico critico Euleriano Ncr,0(E) Sulla base dei confronti numerico-sperimentali in parte discussi al paragrafo 4, è stato successivamente eseguito uno studio numerico parametrico in ABAQUS/Standard su un’ampia serie di configurazioni geometriche di pareti log-haus. A parità di altezza H=2.945m, in particolare, le analisi numeriche hanno riguardato pareti con larghezza L compresa tra 3.5m e 6m, tipologia di profilo ‘Tirol’ e ‘Schweiz’ (Figura 2), presenza o meno di aperture (singola porta, porta e finestra) diversamente posizionate, con relativi irrigidimenti metallici (Figura 7). Una prima serie di analisi agli autovalori ha consentito di calcolarne il carico critico Euleriano Ncr,0 (E) nell’ipotesi di comportamento meccanico lineare e di valutarne preliminarmente il comportamento globale. In generale, le analisi numeriche eseguite su pareti log-haus (i) prive di aperture, (ii) con apertura di singola porta o (iii) con aperture di porta e finestra hanno dimostrato comportamenti d’insieme confrontabili con quanto proposto nella Figura 11, ovvero comportamenti strutturali riconducibili a quelli di (i) pareti monolitiche vincolate lungo i 4 lati (Figura 11a), (ii) pareti vincolate lungo 3 lati (Figura 11b) o (iii) colonne ‘composte’ caricate di punta (Figura 11c). Sulla base di quanto stimato ed osservato numericamente, il carico critico Euleriano di pareti log- haus (i) senza aperture può in particolare essere stimato come: 2 E b 3 1 2 E b 3 1 N cr( E, 0) k k , (9) 12 L 1 eq 2 12 L E 2 1 1 2G con k = 6.97 il coefficiente correttivo associato alla specifica condizione di vincolo [15]. Dicembre 2014 • numero 28 15
L’equazione (9), sebbene trascuri l’effetto irrigidente dei profili metallici, si applica anche a pareti log-haus (ii) con singola porta, essendo L≡Lef la massima distanza della porta dai vincoli laterali della parete e k = 1.277 il coefficiente correttivo corrispondente. Nel caso di pareti log-haus (ii) con doppia apertura, infine, il carico critico Euleriano è ragionevolmente stimabile come: 2 EI ef N cr( E, 0) 2 , (10) H con b 3 Li EI ef E 2 Esteel I steel (11) 12 la rigidezza flessionale della porzione di parete compresa tra porta e finestra (Figura 7), Esteel il modulo elastico dell’acciaio, Isteel il momento d’inerzia di un singolo profilo metallico e: H 0.7 H d (12) la luce libera di inflessione. (a) (b) Figura 18 – Carico critico Euleriano Ncr,0 (E) di pareti log-haus. Confronto tra risultati numerici (ABAQUS/Standard) e analitici (equazioni (9)-(10)) per pareti log-haus (a) senza aperture o (b) con singola (porta) e doppie (porta e finestra) aperture. Nella Figura 18 si propone un confronto tra carichi critici Euleriani numerici ed analitici, divisi per tipologia di parete. Come illustrato nella Figura 18a, in particolare – in accordo con quanto proposto all’equazione (9) – si può notare che il comportamento ideale di pareti log-haus prive di aperture sia paragonabile a quello di una piastra monolitica vincolata lungo i quattro lati (appoggio semplice alla base ed in sommità; incastri laterali in corrispondenza delle pareti ortogonali). Nel caso di pareti con aperture (Figura 18b), le formule analitiche proposte (equazioni (9) e (10)) in genere tendono a sottostimare i corrispondenti valori numerici, pur offrendo una sufficiente approssimazione di questi. Dicembre 2014 • numero 28 16
5.2.Carico ultimo Nu La stessa serie di pareti log-haus analizzate nella sezione 5.1 è stata successivamente sottoposta ad analisi numeriche di stabilità (buckling) incrementale, essendo il carico critico Euleriano Ncr,0 (E) solo indicativo della capacità resistente attesa per questa tipologia di strutture. In tale contesto, le analisi di buckling incrementale hanno consentito di evidenziare l’influenza di fattori meccanici e geometrici – quali ad esempio la plasticizzazione del legno in compressione perpendicolare alla fibratura, la presenza di intagli lungo le superfici di contatto tra le travi (Figura 2), la presenza di eccentricità di carico ecarico , imperfezioni geometriche iniziali u0 /H o una combinazione di queste – sulla risposta strutturale delle pareti oggetti di studio. Nella Figura 19a si può osservare come – per una parete ‘Tirol’ di dimensioni L=4m×H=2.945m – la presenza di curvature iniziali di ampiezza massima u0 /H, così come il possibile danneggiamento in compressione del legno, comportino una marcata riduzione della rigidezza iniziale della parete e della corrispondente capacità resistente ultima Nu . In accordo con l’Eurocodice 5 [11], dove a fini progettuali si raccomanda che la verifica di stabilità di membrature in legno sia eseguita prendendo in considerazione una curvatura iniziale di ampiezza minima pari a u0 /lef= 0.002 e u0 /lef= 0.0033 nel caso di legno massiccio o legno lamellare rispettivamente, con lef la luce libera di inflessione della membratura, in questo lavoro si suggerisce per la verifica di pareti log-haus un’ampiezza di curvatura iniziale almeno pari ad u0 /H= 0.0025. (a) (b) Figura 19 – Tipica risposta di una parete ‘Tirol’ (L= 4m×H= 2.945m) sottoposta a compressione nel piano uniformemente distribuita, in presenza di curvature iniziali u0/H ed eccentricità di carico e carico. (a) Confronto carico N – deformazione u/H; (b) configurazione deformata a collasso (ABAQUS/Standard). Ulteriori confronti parametrici sono proposti nella Figura 20, dove i carichi critici Euleriani Ncr,0 (E) di pareti log-haus con o senza aperture e imperfezioni iniziali di ampiezza massima u0 /H= 0.0025 – ottenute quali deformazioni modali fondamentali (es. Figura 11) opportunamente scalate – sono confrontati con i corrispondenti carichi ultimi Nu . Dicembre 2014 • numero 28 17
(a) (b) Figura 20 – Carico critico Euleriano Ncr,0(E) e carico resistente ultimo Nu di pareti log-haus. Risultati numerici (ABAQUS/Standard) per pareti log-haus (a) senza aperture o (b) con singola (porta) e doppie (porta e finestra) aperture. Imperfezione iniziale u0/H= 0.0025. 6. METODO ANALITICO PER LA VERIFICA DI STABILITÀ Dal punto di vista pratico, la verifica di stabilità di pareti log-haus compresse nel piano dovrebbe essere eseguita tenendo conto della configurazione geometrica delle stesse, delle proprietà meccaniche di progetto del legno, così come di possibili eccentricità di carico o curvature iniziali. Sotto l’azione di un carico di progetto Nsd , risultante di una compressione uniformemente distribuita qsd , la resistenza di progetto di una parete log-haus deve essere tale da soddisfare la condizione: Nb, Rd N sd , (13) con Nb, Rd imp N (E) cr , 0 d (14) 1 e Ncr( E,0) d il carico critico Euleriano di progetto dato dalle equazioni (9) e (10), essendo: E G k mod f c ,90,k E , d , Gd f c ,90,d , (15)(16)(17) M M M il modulo elastico di progetto in direzione perpendicolare alle fibre, il modulo a taglio longitudinale di progetto e la resistenza di progetto a compressione perpendicolare alle fibre, con = 1.3 [11] e k mod = 0.7 [11] per strutture in classe di servizio 1 sottoposte a carichi di lunga durata. Nell’equazione (14), in particolare, 1 è un coefficiente di sicurezza, mentre e imp 1 , (18) b con e u0, max ecarico , (19) è un fattore correttivo in grado di prendere in considerazione gli effetti di possibili difetti geometrici, quali curvature (con u0,max almeno pari a u0 = 0.0025H) ed eccentricità ecarico . Dicembre 2014 • numero 28 18
In questo lavoro, il coefficiente di sicurezza 1 è stato calibrato mediante simulazioni numeriche incrementali (ABAQUS/Standard) e stime analitiche. In particolare, si suggeriscono i valori 1 = 1 per pareti con singola apertura e 1 = 2 per pareti prive di aperture o con doppia apertura. Alcuni confronti sono proposti nella Figura 21, dove si evidenzia la buona corrispondenza tra resistenze di progetto stimate numericamente (con proprietà meccaniche di progetto del legno date dalle equazioni (15)-(17)) ed analiticamente (equazione (14)). (a) (b) Figura 21 – Resistenza di progetto Nb,Rd di pareti log-haus sottoposte a compressione nel piano. Confronto tra risultati numerici (ABAQUS/Standard) e analitici (equazione (13)) per pareti log-haus (a) senza aperture o (b) con singola (porta) e doppie (porta e finestra) aperture. 7. CONCLUSIONI Nel presente lavoro, sono presentati studi sperimentali, numerici ed analitici dedicati all’analisi del comportamento strutturale di pareti log-haus sottoposte a compressione nel piano, con particolare attenzione per fenomeni di instabilità (buckling). Pur trattandosi di una tipologia costruttiva di origini antiche, la tecnica log-haus è ampiamente utilizzata nella pratica attuale per la realizzazione di edifici residenziali e commerciali. In presenza di particolari condizioni di carico e vincolo, sono tuttavia poche le indicazioni e raccomandazioni fornite dalle normative sulle costruzioni in legno. Nel caso di pareti log-haus sottoposte a compressione nel piano, il presente studio ha dimostrato per esempio come la capacità resistente teorica nei confronti di fenomeni di instabilità possa essere stimata – a seconda delle configurazioni geometriche delle pareti stesse – sulla base di formulazioni analitiche tratte dalla teoria classica delle piastre e aste compresse. Ulteriori studi parametrici numerici, opportunamente validati sulla base di test di buckling in scala reale, hanno consentito di analizzare gli effetti di vari aspetti geometrici o meccanici (es. curvature geometriche iniziali e/o eccentricità di carico; posizione e numero di aperture; anisotropia e possibile danneggiamento del legno in compressione, ecc.) sul comportamento globale di pareti log-haus compresse, al fine di stimarne in modo appropriato la resistenza ultima a collasso. Infine, è stato proposto un metodo analitico semplificato ma in grado di fornire una stima accurata della resistenza di progetto di stabilità per pareti log-haus compresse nel piano. Dicembre 2014 • numero 28 19
RINGRAZIAMENTI Si ringrazia Rubner Haus AG Spa per il finanziamento del presente progetto di ricerca. Un ringraziamento è inoltre rivolto agli Ingg. Annalisa Battisti e Ugo Carusi (Rubner Haus SpA) per la collaborazione tecnica, al Prof. Claudio Amadio ed agli Ingg. Matteo Izzi, Giovanni Rinaldin, Franco Trevisan, Andrea Cernigoi per il supporto tecnico durante l’allestimento e l’esecuzione delle prove sperimentali presso il Laboratorio Materiali e Strutture dell’Università degli Studi di Trieste. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] Rubner Haus SpA (www.haus.rubner.com). [2] Branco J, Araújo JP (2010). Lateral Resistance of Log Timber Walls subjected to Horizontal Loads. Proceedings of the World Conference on Timber Engineering WCTE 2010, Volume 4, pp.2876-2885. [3] Branco J, Araújo JP (2012). Structural behaviour of log timber walls under lateral in-plane loads. Engineering Structures, 40: 371-382. [4] Bedon C, Fragiacomo M, Amadio C, Sadoch C (2014). Experimental study and numerical investigation of 'Blockhaus' shear walls subjected to in-plane seismic loads. Journal of Structural Engineering, published online, DOI: 10.1061/(ASCE)ST.1943-541X.0001065. [5] Piazza M, Campos Costa A, Candeias PX, Lourenço PB, Branco JM, Aranha C (2013). SERIES Project 227887 – Seismic performance of multi-storey timber buildings – Rusticasa building. Report. [6] EN 338 (2009) – Structural timber-strength classes. CEN, Brussels, Belgium. [7] Blockhaus Italia Srl. (www.blockhouseitalia.it) [8] Weinberger-Holz GMBH Austria (www.weinberger-holz.at) [9] Anzelini Srl (www.anzelini.it) [10] Giovannini T, Grossi P, Sartori T, Tomasi R (2013). Sistema costruttivo Blockhaus: prove su pareti a scala reale. Report interno; Università degli Studi di Trento, Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica. [11] UNI EN 1995-1-1:2009. Eurocodice 5 – Progettazione delle strutture in legno - Part 1-1: Regole generali – Regole comuni e regole per gli edifici. CEN, Brussels, Belgium. [12] DM 14/01/2008, Norme Tecniche per le Costruzioni. Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. [13] Heimeshoff B, Kneidl R (1992). Zur Abtragung vertikaler Lasten in Blockwänden – Experimentelle Untersuchungen. Holz als Roh-und Werkstoff 50:173-180. [14] Heimeshoff B, Kneidl R (1992). Bemessungsverfahren zur Abtragung vertikaler Lasten in Blockwänden. Holz als Roh-und Werkstoff 50: 441-448. [15] Bedon C, Fragiacomo M (2015). Numerical and analytical assessment of the buckling behaviour of Blockhaus log-walls under in-plane compression. Engineering Structures, 82(1): 134-150. [16] Simulia. ABAQUS v. 6.12 [Computer Software], Dassault Systems, Providence, RI, USA; 2012. Dicembre 2014 • numero 28 20
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