Ci vorrebbe una scossa - ACI
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go green auto elettriche di Alessandro Marchetti Tricamo Ci vorrebbe una sc ma quando si partirà davvero? Dopo tanto parlarne, sembrava arrivato il momento del “decollo”. Ma i tempi paiono destinati ad allungarsi ancora. Perché? Se ne è parlato all’Università Bocconi di Milano. dove il presidente dell’ACI ha fatto il punto della situazione. e ha individuato le cause dell’impasse 22 automobile | novembre 2011
cossa P artenza lenta. Esaurito l’entusiasmo iniziale, per l’elettrica la strada è subito in salita. D’altronde sono i numeri a dirlo: in Italia nei primi 9 mesi dell’anno sono state 225 le auto a batteria immatricolate (quante però dai privati?). Un andamento simile si riscontra in Europa, dove le elettriche vendute nei primi 6 mesi del 2011 sono 5.222, pari al- lo 0,07% del mercato. Qualcuno dirà: colpa degli incentivi. Vero ma non del tutto: in Danimarca dove chi acquista un’elettrica, tra incentivi e benefici fiscali, ottiene uno sconto fino a 20.588 euro (stima di Jato Dynamics), le vendite nel primo semestre 2011 non sono andate oltre le 283 uni- tà (lo 0,3% del mercato globale). La Germania invece, nonostante un incentivo di soli 380 euro, è il paese europeo dove si vendono più elettriche (1.020). Come dire: se ci sono è meglio, ma non sem- pre - come abbiamo visto - sono determinanti. In Italia, tra l’altro, la proposta di legge presentata lo scorso 26 luglio per un incentivo di 5.000 euro (risorse ottenute tassando di 1 centesimo e mezzo le bottiglie di plastica) non ha trovato tutti d’accordo: l’Unrae, l’associazione dei costruttori di auto esteri, ha dato il suo giudizio positivo mentre parere negativo è arrivato dall’Anfia (associazione nazionale di costruttori auto, in pratica il gruppo Fiat) e Federauto (concessionari). Incentivi o me- no, le barriere alla diffusione delle auto elettriche sono anche altre: la capacità delle batterie al litio ancora ridotta e l’assenza di una rete di punti di ricarica. Prendiamo le batterie: con l’avven- to dei sistemi al litio, già utilizzati in forma elementare su telefonini e computer portatili, le autonomie 23 novembre 2011 | automobile
go green auto elettriche hanno raggiunto valori in media batterie. I francesi puntano soprat- di 150 km (la Fiat Panda Elettra tutto sulla Zoe, un segmento B, del 1990 si fermava a 65 km). Le che «costerà quanto una Clio tra- batterie al litio hanno infatti una dizionale» assicurano in Renault. densità energetica 4 volte superio- Ovviamente senza batterie perché re a quella delle batterie al piombo l’idea è quella di vendere l’auto montate a bordo delle elettriche e noleggiare appunto le batterie degli anni 90. Il valore dell’auto- ad un canone mensile. Sulle elet- nomia indicato dalle Case è però triche sembra puntare ora anche solo teorico e misurato su cicli l’industria tedesca premium: Bmw d’omologazione che, come per ha annunciato il lancio nel 2013 le auto tradizionali, sono lontani della city car elettrica, con telaio dalla realtà: su strada, nel traffico in fibra di carbonio, i3 (seguita e con l’aria condizionata accesa, un anno dopo nel 2014 dalla i8 l’autonomia difficilmente supera ibrida plug-in). Audi ha presen- gli 80 km. In realtà questo si pre- tato al Salone di Francoforte la senta come un “falso problema” riedizione della A2 in sola versione perché anche questa distanza elettrica che, secondo i piani (an- ridotta sarebbe in ogni caso suf- cora non confermati) della Casa ficiente a garantire gli spostamen- del gruppo Volkswagen, dovrà ti quotidiani degli automobilisti andare a competere proprio con europei, visto che secondo le sta- la i3 di Bmw. Mercedes invece tistiche, l’80% percorre meno di continua a puntare su Smart con il 60 km al giorno. C’è piuttosto da mettere in chiaro, e il marketing dell’industria automobilistica In giro per concessionarie non lo fa, il dna dell’elettrica: è P un’auto da città, una seconda auto agine di giornali, claim pubblicitari, campagne informative: a di famiglia (per chi può ancora giudicare dalla copertura mediatica di cui gode, l’auto elet- permetterselo). Nulla di più, nulla trica sembra già una realtà consolidata. Basta però fare un La Mitsubishi iMiev di meno. Non consente una gita al giro per i concessionari per rendersi conto che la situazione è ben è una citycar totalmente mare o in montagna, ma consente diversa. Proposte vere, in carrozzeria e pneumatici, si contano elettrica: si guida di viaggiare a zero emissioni allo sulle dita di una mano. Citroën C-Zero, Mitsubishi MiEV, Peugeot come un’auto normale scarico in città. iOn: tre auto che in realtà differiscono solo nei marchi e poco e offre un’autonomia C’è poi l’assenza della rete di punti più, dato che sono figlie dello stesso progetto. Trattasi di citycar reale di circa 100 km. di ricarica, in questo caso a salire dai costi di gestione contenuti, circa 1,5 E per chilometro, ma Più che sufficienti sul banco degli imputati sono le assai care al momento dell’acquisto. Il Double Chevron richiede per gli spostamenti amministrazioni locali che non 36.260 euro. 36.945 euro è il prezzo della Peugeot, mentre la di una giornata. hanno mai puntato realmente sulla giapponese è venduta a 36.803 euro. Tuttavia, se per le fran- Ma allora perché non mobilità elettrica: una colonnina cesi i concessionari parlano di 90-120 giorni per la consegna, se ne vedono? di ricarica costa oggi poco meno in Mitsubishi fanno capire che la disponibilità di vetture è molto Semplice: costa di 2.000 euro (il prezzo comunque limitata e che attualmente vengono privilegiati enti ed aziende. oltre 36mila euro. è destinato a scendere), difficile C’è poi la Nissan Leaf, vincitrice niente meno che del titolo di Car Servono gli incentivi. attribuire la colpa in questo caso of the Year 2011, ma ancora oggetto misterioso, almeno sulle alle scarse risorse finanziarie. In nostre strade. La Casa giapponese sta stringendo accordi con questa direzione qualche novità istituzioni e fornitori di energia elettrica in giro per il mondo, ha però inizia ad esserci: l’Autorità già consegnato la vettura ad alcune amministrazioni locali, ma per l’Energia ha ad esempio messo bisogna attendere ancora un po’ prima di conoscere il momento in campo un investimento di circa in cui la vettura sarà effettivamente ordinabile in concessionaria. 2,3 milioni di euro per finanziare Una tempistica più precisa la fornisce Renault: connettendosi la realizzazione di 1.000 colonnine al sito www.renault-ze.com è possibile ordinare il quadriciclo a di ricarica in Italia entro il 2015. batterie per la città Twizy, la berlina Fluence e il veicolo commer- Nel frattempo l’industria sem- ciale Kangoo, le cui consegne avverranno a inizio 2012. I costi? bra continuare a spingere verso Per la prenotazione sono richiesti 20 euro, mentre i prezzi sono: l’elettrificazione dell’auto: «Non 6.990 euro per la Twizy, 27.200 euro per la Fluence e da 24.200 torniamo indietro», è la risposta euro per il Kangoo. Cifre equilibrate, a cui però bisogna aggiun- ai ridotti numeri di mercato da gere il canone di locazione della batterie: 47, 82 e 90,8 euro al parte di Carlos Tavares, direttore mese rispettivamente. Come si può vedere, dunque, l’offerta è generale delegato alle operazioni molto limitata e caratterizzata da numerosi “paletti”. Sia sul fronte di Renault e numero due del grup- dell’offerta da parte delle Case, sia su quello dell’infrastruttura po francese, pronto a difendere i 4 di ricarica, praticamente assente. L’elettrificazione della mobilità, miliardi di euro investiti dall’Alle- dunque, non è certo dietro l’angolo. (A.T.) anza Renault – Nissan sull’auto a 24 automobile | novembre 2011
L’ecologia non “tira” se i prezzi sono troppo alti I ncertezza. È questo il sentimento dominante nel mer- lancio commerciale nel 2012 della no deciso di entrare nella compe- cato - se di mercato si può parlare - delle auto elet- terza generazione della versione tizione sfruttando la partnership triche. Come abbiamo visto, infatti, l’offerta attuale è elettrica in 40 Paesi. I tedeschi con Mitsubishi, riducendo così i molto scarsa. Non solo: le proiezioni sugli sviluppi futuri di Stoccarda hanno poi giocano rischi di investimento e portando sono quanto mai “fumose”. Prendendo il medio termine in anticipo sul mercato cinese: in sul mercato la Citroen C-Zero e (2020) come orizzonte temporale di riferimento, secondo i Cina il governo ha stanziato 100 la Peugeot iOn, versioni europee dati raccolti dall’ETC - una commissione di esperti ingag- miliardi di yuan (circa 10 miliardi della piccola giapponese i-MiEV. giati dall’European Environment Agency - le stime dei vari di euro) con l’obiettivo di arrivare Resta fuori invece Fiat. istituti di ricerca del Vecchio Continente prevedono una a 5 milioni di elettriche e ibride C’è poi chi invece ha deciso di quota di mercato delle auto a zero emissioni che varia tra plug-in nel 2020. Una fonte di puntare su una soluzione alternati- poco più di 0 e il 20%. Per il 2050, le previsioni oscillano profitti che Mercedes cercherà va: l’elettrica ad autonomia estesa. fra il 20 e il 90%. Variazioni molto ampie che rispecchiano di sfruttare con la joint venture È il caso di Gm con la Chevrolet i molti dubbi ancora presenti sia sul lato dell’offerta sia su siglata con la cinese Byd per la Volt e l’Opel Ampera. Il motore quello della domanda. Nello specifico, un’elaborazione produzione di elettriche destinate elettrico, in questo caso, ha due Ernst&Young su dati JD Power’s rivela che a frenare i al mercato locale. fonti di energia: le batterie e un consumatori sono gli alti costi d’acquisto delle auto elet- Così come in gara ci sono anche motore a combustione a benzina triche, la quasi totale assenza di un’infrastruttura pubblica i tedeschi di Volkswagen, con che funziona da generatore. Per i di ricarica e l’autonomia limitata. Da queste considerazio- l’arrivo nel 2013 di una versione primi 60 km la “corrente” neces- ni emerge chiaramente la necessità di misure di stimolo elettrica della piccola up! e della saria all’elettrico arriva dal pacco che permettano una prima diffusione delle auto elettriche, Golf, e i francesi di PSA (Peugeot – batterie al litio e Volt e Ampera si nella speranza che la mobilità a emissioni zero diventi un Citroen) che nonostante la grande muovono a zero emissioni. Finiti i vero e proprio status-symbol. La leva del rispetto am- tradizione sull’auto elettrica, han- quali nessuna ansia da autonomia, bientale, invece, non è in grado di assicurare la spinta necessaria: un’indagine Deloitte, condotta intervistando gli automobilisti americani ed europei, mostra che prima della motivazione ambientale viene quella economica, al di qua e al di là dell’Oceano. Detto questo, una forte spinta potrebbe venire dagli investimenti messi in campo dai più grandi Gruppi automobilistici. Renault-Nissan è il Gruppo più vicino alla commercializzazione (con Renault Twizy, Fluence, Kangoo e Nissan Leaf), Mercedes-Benz ha da poco annunciato che la Smart Fortwo ED sarà di- sponibile dalla primavera del 2012 a 24.000 euro, mentre BMW ha in cantiere ben due novità a emissioni zero. i3, citycar in arrivo nel 2012 e i8, una sportiva da 353 caval- li, attesa per il 2013. All’appello non manca ovviamente Volkswagen, anche se i progetti (Audi Urban Concept e Volkswagen Nils Concept su tutti) paiono qualche passo indietro sulla via che li porterà nelle vetrine dei conces- sionari. Non stanno fermi Oltreoceano: dei tre giganti di Detroit, Ford ha il piano più ambizioso, che prevede il lancio di ben 5 modelli elettrici entro il 2013. (A.T.) 25
go green auto elettriche nessuna affannosa ricerca alla pri- ma colonnina disponibile: il ben- Va ripensato zina genera la corrente necessaria Nelle nostre città ad azionare il motore elettrico per stanno timidamente anche altri 500 km circa. Niente male. Le apparendo le prime due auto arriveranno sul mercato colonnine pubbliche il sistema di in Italia i primi giorni del 2012. di ricarica. Si utilizzano E intanto anche gli studiosi si so- usando una tessera produzione no mobilitati e hanno iniziato ad che viene rilasciata analizzare il fenomeno dell’auto abbonandosi al servizio. L’ auto elettrica può elettrica. Come nel recente in- Attualmente sono essere una vera ri- contro organizzato dall’Univer- poche, ma espanderle voluzione industriale sità Commerciale Luigi Bocconi. non comporterebbe costi anche a monte, cioè nel ciclo Un incontro per fare il punto sui troppo onerosi. di produzione. Og- gi con l’auto a pro- pulsione termica le Case hanno livelli di Quanto costa produzione, fabbri- che e automazione un pieno? che sono dettati dal L dogma della crescita. ’auto elettrica funziona, Un fattore che nell’e- d’accordo, ma quanto co- conomia occidentale sta mantenerla e usarla? In insieme al concetto Italia è ancora difficile stabilire di crescita ha spinto cifre concrete sull’uso dell’auto i volumi di produzio- elettrica, ma in Europa ci sono ne a livelli altissimi, altre realtà (Germania, Portogal- fino ad arrivare, pur- lo, Regno Unito e Spagna) dove troppo, a superare questo tipo di mobilità, seppur in le domanda. Oggi numero limitato, è in uso e con infatti si producono costi ormai definiti e controllati. beni e servizi, tra cui Analizzando i prezzi della forni- le automobili, nella tura elettrica attraverso il portale speranza di una cre- dell’energia dell’Unione Europea, scita costante. Un concetto di recenti sviluppi tecnologici e valu- è possibile fare dei calcoli sul costo d’uso confrontando ad sviluppo che affonda le radici tare su quali radici poggia oggi la esempio una Smart a benzina con la sua variante a trazione nell’illuminismo in cui appunto domanda di auto a impatto zero. elettrica. La Smart mhd ha un consumo medio di 4,4 litri/100 è nata la credenza di sviluppo Ma anche sullo stato attuale del km contro i 122 Wh/km della Smart Electric Drive. In Por- e crescita. Adesso però ci si mercato e sulle iniziative statali di togallo ogni 1.000 km percorsi si spendono 17,4 euro per scontra con mercati saturi e sostegno. Come ha ben riassunto il l’elettrica e 62 per la benzina, in Spagna 14,3 per l’elettrica con il costante rischio di re- presidente dell’ACI, Enrico Gelpi e 52 per la benzina, in Germania 24,9 per l’elettrica e 62 cessione. Così la produzione che così ha aperto il suo intervento: per l’elettrica e, infine, nel Regno Unito 15,6 per l’elettrica dell’auto elettrica potrebbe . 26 automobile | novembre 2011
Ricarica: bisogna puntare sulle energie rinnovabili F acile dire auto elettrica. Fatte le vetture, resta da creare l’in- Il primo, di più facile implementazione, consiste nella ricarica notturna frastruttura, ovvero la rete per fornire e distribuire nel modo dei veicoli, quando la richiesta energetica è più bassa. Questo stra- ottimale tutta l’energia richiesta. Un tagemma porterebbe peraltro un ulteriore vantaggio: problema non da poco, se si pensa che sposterebbe gli investimenti dei produttori di elettricità la rete delle nostre città è stata concepita da impianti di generazione di picco ad altri a funziona- per soddisfare esigenze di carico ben di- mento continuo, più efficienti e con minori emissioni verse da quelle che un’elettrificazione della di CO2. Il secondo, più sofisticato, viene definito dagli mobilità imporrebbe. In altre parole, agli in- esperti Smart Grid. Un’architettura molto complessa, gegneri spetta il compito di scongiurare il in cui il flusso di potenza non è più unidirezionale (da pericolo black-out, nel momento in cui, tra produttore a consumatore), ma bidirezionale: ogni ge- qualche anno, insieme al cellulare mette- neratore a fonti rinnovabili (i pannelli solari sui tetti delle remo sotto carica l’automobile. nostre case, per esempio) diventa parte attiva nella Una questione che si pone da due punti di fornitura di energia. Non solo: nelle Smart Grid, grazie vista: il primo è quello della produzione, il secondo è quello della di- a un sistema centralizzato di gestione, le zone in surplus possono stribuzione. Non basta dunque cioè generare più MW, è necessario inviare energia a quelle in deficit. Ultimo aspetto, ma non meno studiare strategie di diffusione efficaci. Quanto al primo punto, la importante, è quello delle tipologie di ricarica dei veicoli. Innanzi- soluzione sta ovviamente nella creazione di nuovi siti di generazione: tutto non si può prescindere da uno standard comune per prese la via migliore, dal punto di vista ambientale, è ovviamente quella di e alimentatori. Risolto questo problema, a cui Renault e Schneider puntare sulle energie rinnovabili. In questo modo, oltre ai vantaggi Electric hanno già pensato depositando il marchio di conformità « EV diretti derivanti dall’efficienza superiore del motore elettrico rispetto Ready® », restano da migliorare le prestazioni delle colonnine. Dalle a quello termico, si sommerebbe il beneficio di un’ulteriore riduzione attuali stazioni monofase, con tempi di ricarica di circa 8 ore, si dovrà della dipendenza da petrolio e carbone. Il secondo punto può essere passare a erogatori rapidi e ultrarapidi, trifase, capaci di ricaricare affrontato in due modi. gli accumulatori nel tempo di un pieno di benzina. O quasi. (A.T.) 27 novembre 2011 | automobile
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