Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18) - Sipotra
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4 Febbraio, 2021 Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18) Il digitale nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Le tecnologie digitali hanno già cambiato molti aspetti della società, dalle modalità di lavoro alla comunicazione, ma stanno anche profondamente influendo sulle nuove logiche di funzionamento dei processi, sulla produzione e sui modelli di business. La pandemia ha dunque accelerato alcuni processi di innovazione e digitalizzazione – della Pubblica Amministrazione così come dei privati - che sono imprescindibili per la modernizzazione del Paese, per recuperare il gap italiano sul fronte digitale/tecnologico e porre le basi per un sistema economico più competitivo. Microsoft Italia collabora da molti anni con le Istituzioni nel perseguire iniziative di Trasformazione Digitale capaci di rispondere alle principali sfide della società moderna e nel sostenere lo sviluppo dell’innovazione tecnologica, convinti del fatto che possa apportare un contributo concreto alle politiche sociali, educative ed economiche del nostro Paese. Per questo motivo si ritiene condivisibile - ed in linea con le raccomandazioni dell’Unione Europea - il sostegno che nella proposta di Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza viene dato al digitale e all’innovazione del sistema produttivo (Piano Transizione 4.0), anche attraverso gli investimenti in cybersecurity, nell’ammodernamento e completamento delle reti ad altissima capacità in fibra ottica e 5G e soprattutto lo sviluppo e l’efficientamento del cloud e l’interoperabilità delle banche dati della PA, in convergenza con il progetto UE GaiaX. Riteniamo infatti che grazie al supporto del digitale la Pubblica Amministrazione possa concretamente contribuire a migliorare e rendere sempre più efficienti i servizi pubblici ai cittadini, avendo come ‘criterio guida’ quello della qualità, della sostenibilità ambientale e sociale, dell’efficienza e della sicurezza di questi, fornendo un set di regole per interagire con gli enti pubblici. In questo quadro, le Pubbliche Amministrazioni devono poter liberamente scegliere con attenta analisi costi- benefici le tecnologie sul mercato e, nello specifico, le soluzioni Cloud che meglio rispondono alle proprie necessità gestionali, al rispetto dei più alti standard internazionali in materia di privacy e sicurezza nella capacità di erogare al meglio i propri servizi ai cittadini e fra le amministrazioni. Il fattore tempo è essenziale per far sì che i benefici di una tecnologia, come una soluzione Cloud possano realmente supportare i processi innovativi delle Pubbliche Amministrazioni senza rischiare di essere obsoleta al momento in cui entra effettivamente nelle mani dell’ente preposto. In particolare, iI fattore tempo è essenziale oggi per due motivi: 1
4 Febbraio, 2021 1) il Governo con il Piano Triennale dell’informatica nella Pubblica Amministrazione ha stabilito che il paese deve diventare Cloud First e tutte le politiche sull’innovazione devono accelerare la trasformazione digitale verso il cloud per tutta la PA; 2) abbiamo oggi un’occasione unica, che non si ripeterà nei prossimi decenni, di accesso a fondi Europei ingenti per la digitalizzazione del Paese e di sviluppare un Piano di Recovery che abbia un effetto strategico, di sistema e di visione con ricadute di crescita per i prossimi decenni. In questa sede e per le competenze Microsoft strettamente di settore ci preme commentare ed arricchire con ulteriori riflessioni solo la parte inerente alla missione e alle linee progettuali sulla Digitalizzazione. Crescita digitale del Sistema Paese Tale crescita non è legata ad aspetti unicamente tecnologici; molto spesso dipende infatti da quelli culturali e di sviluppo delle competenze e dei fattori abilitanti all’utilizzo della tecnologia attraverso servizi e applicazioni che hanno un concreto impatto nella vita di tutti i giorni dei cittadini. A monte di tutte le nuove misure e politiche pubbliche di intervento è necessaria una revisione dei processi e delle procedure oggi esistenti nella PA affinché il digitale sia uno strumento concreto di accompagnamento alle pratiche quotidiane dei dipendenti della PA di ottimizzazione in termini economici e di ammodernamento dei servizi ai cittadini. A nostro avviso il PNRR contempla molto correttamente il ruolo del capitale umano e la necessità di un investimento sulle competenze digitali per una formazione permanente e riqualificante per i dipendenti della PA. Si tratta dunque di aiutare le persone a pensare ed elaborare in ‘digitale’ e questo è un processo ‘chiave’ che necessita di essere accompagnato e sostenuto. Riteniamo prioritario includere nel Piano un programma per innalzare le competenze sia dei dipendenti PA, sia dei cittadini, che con quei servizi interagiscono, al fine di indirizzare una politica attiva dal lato della domanda. Riteniamo doveroso un maggiore sforzo strategico e di investimento nella modernizzazione delle applicazioni esistenti e nella digitalizzazione dei servizi pubblici resi ai cittadini ed internamente alla pubblica amministrazione: l’emergenza sanitaria ci ha insegnato che tali servizi sono fondamentali al fine di limitare assembramenti e dare continuità operativa ai servizi essenziali. In particolare, riteniamo che debba essere estesa ed agevolata la modalità di lavoro a distanza (smartworking) attraverso dotazione al dipendente pubblico della necessaria infrastruttura tecnologica accompagnata da politiche di inclusione e regolamentari che ne facilitino l’uso nel rispetto dell’ordinamento giuri lavoristico, adeguandolo ove necessario. Politiche di inclusione che avrebbero un’efficacia particolare per le persone con disabilità il cui prezioso supporto al bene pubblico sarebbe enormemente agevolato grazie all’uso delle tecnologie informatiche, le quali fornirebbero anche importanti opportunità di valorizzazione personale. Ulteriori investimenti dovrebbero mirare ad un rapporto maggiore e diretto di comunicazione fra la PA ed il cittadino ricorrendo alla tecnologia di assistenza virtuale (chatbot) per rispondere velocemente alle varie richieste informative e di percorsi burocratici per cittadini ed imprese, costruendo una PA user friendly e vicina al cittadino. Ove utilizzati, tali strumenti hanno permesso notevoli miglioramenti del rapporto tra cittadini e organizzazione (pubbliche e private) che li hanno adottati. 2
4 Febbraio, 2021 Digitalizzazione e modernizzazione della PA Infrastrutture digitali Nel nuovo paradigma Cloud è fondamentale oggi sviluppare infrastrutture e servizi di prossimità Cloud detti Edge computing, affinché le tecnologie digitali ed i loro servizi siano sempre più vicini ai clienti pubblici e privati. Per supportare la crescita del paese in tale direzione, Microsoft, così come altri grandi attori di mercato, ha deciso di aprire il suo Data Center Cloud in Italia per soddisfare requisiti di residenza dei dati sul territorio italiano (data residency) ed assicurare la miglior latenza tra i clienti e le applicazioni sviluppate su tecnologie cloud che fanno largo utilizzo di intelligenza artificiale e software predittivi (machine learning e cognitive services); Microsoft è preoccupata dell’attuale politica e disegno sul cloud per la PA che il Governo ha prospettato sia nel PNRR (rif. 1.1 Digitalizzazione e modernizzazione della PA) che nell’ art. 35 della legge 120/2020 “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitali”. Entrambe tali fonti ipotizzano la creazione di una nuova infrastruttura Cloud di Stato (PSN – Polo Strategico Nazionale). A nostro avviso, soprattutto per far ripartire velocemente ed efficacemente il paese post-pandemia, riteniamo che sia necessario aumentare la collaborazione pubblico- privata rafforzando la partnership con una vocazione paese e di sistema capace di mettere a fattor comune il meglio della tecnologia oggi presenti, focalizzando gli sforzi sulla qualità dei servizi forniti ai cittadini. Il tutto dovrebbe essere accompagnato da una corretta governance pubblica. A tal fine riteniamo che sia improprio proporre nuove infrastrutture Cloud di Stato che entrino in competizione con l’offerta di mercato esistente sia in Italia che a livello internazionale, ma piuttosto è necessario migliorare i servizi digitali per cittadini, pubblica amministrazione ed imprese aumentando la sicurezza e la modernizzazione delle applicazioni. Il mercato del digitale, tranne in alcuni casi nell’Est Asiatico è caratterizzato da un efficace regime di libera concorrenza con una sana collaborazione fra pubblico e privato e riteniamo che un ruolo preponderante dello Stato nelle scelte tecnologiche e sulla neutralità tecnologica non rappresenti un beneficio per gli enti pubblici; soprattutto quando l’Europa unita ha bisogno di sviluppare proprie competenze, tecnologie ed aziende per un proprio posizionamento globale. Riteniamo che tutto ciò sia possibile con la collaborazione dei cloud service providers internazionali senza escluderli al momento della auspicata ripresa sociale ed economica del Paese, pur certamente garantendo il rispetto dei criteri di sicurezza e strategicità richiesti dal governo; Occorre assicurare un level playing field: dare cioè opportunità di competere a tutti gli operatori presenti nel territorio nazionale (sia europei sia extraeuropei) purché si adeguino ad un quadro chiaro di regole e standard su cui lo Stato ha un ruolo determinante. In questo senso riteniamo che non sia necessario creare una nuova infrastruttura per il “cloud nazionale” che rappresenterebbe un impegno economico rilevante non tanto nella creazione quanto piuttosto alla sua manutenzione ed ammodernamento al passo con le evoluzioni tecnologiche che ogni due anni si rinnovano e avanzano su scala globale. Riteniamo sia più idoneo potenziare le infrastrutture cloud oggi già esistenti nella PA sia locale che centrale accelerando sul processo di federazione e consolidamento 3
4 Febbraio, 2021 dei data center pubblici presenti. Molte delle pubbliche amministrazioni hanno inoltre già fatto delle scelte cloud di mercato ed una scelta verso un ente unico di Stato rappresenterebbe un fattore antieconomico, oltre alla necessità di creare nuove competenze digitali che stentano spesso e faticosamente a crescere nei dipendenti della PA a causa di una carenza formativa permanente. Riteniamo, infine, che nessun provider statale può offrire tecnologia e servizi tecnologici avanzati al pari dei cloud service providers che hanno fatto investimenti miliardari in R&D, sicurezza, infrastruttura e sistemi computazionali avanzati negli ultimi 20 anni creando enormi benefici per cittadini, pubblica amministrazione ed imprese, ed accumulando ovviamente un gap tecnologico difficilmente recuperabile nel breve periodo; Un esempio a livello internazionale è il modello britannico (Crown Hosting Data Center) che è stato capace di sviluppare un digital marketplace per la PA a cui possono accedere tutti i Cloud Service Providers certificati e qualificati dal Governo (nel nostro caso da AGID che ha già fatto questo percorso), con le loro offerte lasciando alle singole amministrazioni pubbliche la facoltà di scegliere con pochi semplici click per acquisire tecnologia dal mercato salvaguardando gli investimenti fatti negli anni; La visione che abbiamo cercato di rappresentare in sintesi è in linea con quanto l’Europa sta portando avanti con l’iniziativa di Gaia-X, fondazione belga a trazione franco-tedesca che ha l’obiettivo di definire regole e standard comuni per lo sviluppo di un mercato Cloud europeo capace di federare le piattaforme di cloud pubblici e privati esistenti nell’Unione senza esclusione dei cloud service providers internazionali. Per questo motivo Microsoft si è associata a GaiaX divenendo ufficialmente membro permanente della fondazione e sta collaborando per definire quell’insieme di regole tecniche e standard (data framework) capaci di regolare il business del Cloud nell’Unione e rafforzare l’offerta Cloud made in Europe. Gaia-X si concentra sull'assicurare che le organizzazioni di tutta Europa siano in grado di accedere ai dati e di archiviare, scambiare e utilizzare i dati in conformità con regole definite che riflettono i valori europei fondamentali. Microsoft è totalmente allineata a questo obiettivo, che riteniamo contribuirà a garantire che le tecnologie cloud consegnino la promessa della trasformazione digitale e avvantaggino le economie locali, garantendo al contempo il livello di fiducia necessario per l'adozione diffusa di tecnologie all'avanguardia. Crediamo che Gaia-X, a cui l’Italia partecipa attivamente, possa essere un’occasione unica per avvicinarsi all’obiettivo della Commissione di un mercato unico digitale europeo. Al pari del GDPR l’Europa si posizionerebbe come il continente che per primo è capace di regolamentare il mercato a protezione dell’interesse dei cittadini e delle imprese attraverso delle chiare “regole del gioco” senza diventare un ente che si va a sostituire al mercato creando proprie infrastrutture cloud in competizione con i grandi player internazionali. 4
4 Febbraio, 2021 Cybersecurity In materia di sicurezza informatica è necessario che il PNRR sviluppi un piano di investimenti e strategie per la cybersecurity logica; quell’insieme cioè di regole e procedure a cui gli enti pubblici dovrebbero attenersi per proteggere i propri sistemi e quindi i dati dei cittadini italiani. L’approccio alla sicurezza, a nostro avviso, è ancora prevalentemente orientato all’uso di misure di protezione perimetrale, che difficilmente possono fronteggiare una situazione in cui persone e strumenti sono sempre più in mobilità e le minacce vengono portate direttamente all’interno della rete degli enti pubblici e privati. In uno scenario di questo tipo è fondamentale che le organizzazioni si focalizzino sulla protezione degli asset critici e che capiscano come il nuovo perimetro aziendale non è più quello definito dalla rete aziendale bensì dall’identità che rappresenta il mezzo tramite il quale viene controllato l’accesso al bene da proteggere, cioè i dati. La pandemia ha mostrato come il concetto di cyber resilienza sia fondamentale per potere continuare a garantire i servizi anche in condizioni di crisi. La Cyber Resilience deve diventare non solo uno dei pilastri dell’attività di un’organizzazione ma quell’elemento che abilita tutti gli altri e li rende possibili, considerato da un lato la crescente pervasività dell’ICT nella società attuale e dall’altro la corrispondente crescita delle minacce. Come gli ultimi casi di cronaca ci insegnano, queste risorse vanno trovate ed impiegate quanto prima, ed il cambiamento di modello di business va compiuto con urgenza, oppure, inevitabilmente, gli attaccanti avranno la meglio, causando alla comunità danni sempre più onerosi. L’utilizzo dei più alti standard di privacy e sicurezza è una condizione imprescindibile per essere in linea con il GDPR e per proteggere al meglio le amministrazioni da eventuali attacchi. Il Cloud è oggi la soluzione più sicura poiché accentra le funzioni di protezione perimetrale e di sistema, limitando i punti di ingresso per gli hacker; A nostro avviso, il problema più grave ed urgente rimane la cronica (e drammatica) insufficienza degli investimenti in cyber security nel nostro Paese, che ci pone sostanzialmente ultimi tra i Paesi avanzati e rischia di condizionare seriamente lo sviluppo dell’Italia ed il benessere dei suoi cittadini nei prossimi anni. Questa spesa, a valle di analisi quantitative puntuali, deve essere commisurata alle minacce ed ai danni attuali, pena (nel migliore dei casi) una crescente, significativa erosione dei benefici attesi dal processo di digitalizzazione della nostra società. Il PNRR dovrebbe contemplare le seguenti azioni: o Investimento ingente per la rimozione dell’obsolescenza informatica dei sistemi IT delle PA che utilizzano in gran parte tecnologia facilmente aggredibile da parte degli hackers ed in molti casi sviluppata in un’era precedente all’insorgere dei social media e delle funzionalità avanzate della rete; o Metter mano ai processi e le procedure di amministrazione dei sistemi che risultano inadeguati a prevenire il furto di credenziali, e si riscontra la quasi totale mancanza di consapevolezza rispetto a cosa sarebbe necessario fare per prevenire queste minacce. A tal fine è necessario un investimento su larga scala per la formazione ai dipendenti delle PA e l’inserimento nell’organico pubblico di nuove figure giovani tecniche. 5
4 Febbraio, 2021 Politica dei dati Il PNRR dovrebbe contemplare un’attenta politica dei dati al fine di proteggerli al meglio, ma cosa ancor più importante è operare in regime di trasparenza e consapevolezza da parte dei cittadini. È essenziale quindi che tutti i fornitori Cloud pubblici o privati siano chiari sulla propria politica dei dati, la trasparenza verso i clienti e su come vengono processati i loro dati senza utilizzo alcuno per altri scopi di business; A tal fine è necessario operare una classificazione dei dati da parte della PA, che permetterebbe di comprendere meglio quali debbano rientrare nel perimetro di sicurezza lavorando a monte sulla tipologia dei dati sensibili e scegliendo quindi quali servizi delle PA interessate debbano rientrare in tale perimetro; − Iniziativa rilevante e di grosso impatto per il Paese sarebbe quella di creare una Banca unica degli open data della PA per favorire progetti di open innovation nei settori chiave dell’economia italiana e per dar modo ad aziende e start up di sviluppare applicazioni che migliorano i servizi pubblici e la vita dei cittadini in un regime di totale trasparenza e senza barriere all’accesso. Microsoft Italia: il profilo dell’azienda Fondata nel 1975 e presente in Italia dal 1985, Microsoft mette a disposizione di consumatori, aziende e Pubblica Amministrazione in tutto il mondo dispositivi, servizi e applicazioni digitali in grado di offrire esperienze integrate di produttività, comunicazione, informazione e intrattenimento. L’azienda ha inoltre maturato una profonda conoscenza in ambito Cloud Computing ed Artificial Intelligence, estendendo i vantaggi di queste tecnologie a tutti i campi di applicazione, dal business al consumer fino ai temi sociali. La filiale italiana di Microsoft è parte integrante dell’area Western Europe dell’azienda. Fondata nell’ottobre del 1985, è presente sul territorio italiano con due sedi principali a Milano e Roma. Conta oltre 900 dipendenti e 11.000 aziende partner italiane su tutto il territorio nazionale. La filiale italiana di Microsoft è diventata uno dei protagonisti dell’evoluzione digitale del nostro Paese, accompagnando centinaia di imprese e pubbliche amministrazioni nel processo di trasformazione del loro business attraverso le nuove tecnologie. Microsoft Italia è inoltre impegnata a supportare studenti e docenti nell’adozione di tecnologie digitali per migliorare la didattica e l’apprendimento, fornendo competenze digitali. Anche sul fronte delle startup Microsoft ha creato, con Fondazione Cariplo, il progetto grow-iITup, che mette in contatto imprese nascenti ad alto tasso di innovazione con le imprese tradizionali italiane, perseguendo il duplice obiettivo di sviluppare un’economia digitale e innovare settori chiave dell’economia italiana. Il progetto growITup ha un fondo di investimento di 100 milioni di euro per supportare le startup al suo interno. A conferma del proprio impegno nel supportare l’innovazione e la crescita del Paese, Microsoft lo scorso 8 maggio 2020 ha lanciato un piano quinquennale di investimenti dal valore di 1,5 miliardi di dollari - Ambizione Italia #DigitalRestart - che prevede di sostenere lo sviluppo economico del Paese grazie anche all’avvio della prima Regione Data Center di Microsoft in Italia per spingere la 6
4 Febbraio, 2021 distribuzione del cloud computing. Secondo una ricerca condotta dal Politecnico di Milano, la creazione della Regione Data Center potrà generare più di 10.000 posti di lavoro e circa 9 miliardi di euro di impatto aziendale diretto e indiretto entro la fine del 2024. 7
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