"Ci vediamo a via Veneto": una chiacchierata a 360 gradi con Michela Califano

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"Ci vediamo a via Veneto": una chiacchierata a 360 gradi con Michela Califano
“Ci vediamo a via Veneto”:
una chiacchierata a 360 gradi
con Michela Califano
Michela Califano Consigliere Regionale del Lazio per il
partito Democratico ospite di Chiara Rai per la puntata di
sabato 8 agosto di “Ci vediamo a via Veneto”. Un’intervista
all’esterno dell’Harry’s Bar, lo storico locale della “Dolce
Vita”.

“La ‘me’ nascosta, quella di cui difficilmente riesco a
parlare. – Ha detto Michela Califano riguardo l’intervista – I
miei primi passi in politica, i miei ‘mentori’, i momenti bui
e difficili che mi hanno reso la Michela che tutti conoscete.
Ma anche le gioie e le soddisfazioni. Un bellissimo momento
trascorso insieme alla bravissima Chiara Rai che ringrazio
davvero di cuore per la piacevolissima chiacchierata. Un bel
"Ci vediamo a via Veneto": una chiacchierata a 360 gradi con Michela Califano
ritratto della Michela che non sempre faccio emergere”.

34         esimo              Rapporto                    sul
"Ci vediamo a via Veneto": una chiacchierata a 360 gradi con Michela Califano
Commercio Estero: l’Italia
nell’economia internazionale
Nel 2019 l’export italiano ha registrato una crescita del 2,3%
e la bilancia commerciale un saldo positivo di 53 miliardi di
euro. Nel 2020 le esportazioni italiane subiranno una brusca
frenata e chiuderanno l’anno in flessione del 12%, a prezzi
costanti, per poi crescere del 7,4% nel 2021 e del 5,2% nel
2022, anno su anno.

È quanto emerge dalla XXXIV edizione del Rapporto sul
commercio        estero       L’Italia         nell’economia
internazionale realizzato dall’Agenzia ICE in collaborazione
con Prometeia, Istat, Fondazione Masi, Università Bocconi e
Politecnico di Milano. La ripresa degli scambi mondiali nel
2021 sarà guidata dall’aggregato degli Emergenti Asia, Cina in
testa. Lo studio è stato illustrato presso la sede dell’ICE,
alla presenza del Ministro degli Affari Esteri e della
Cooperazione     internazionale,     Luigi    Di  Maio;    del
Sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione
Internazionale, Manlio Di Stefano; del Presidente di
Istat Gian Carlo Blangiardo e del Presidente dell’ICE, Carlo
Ferro. L’evento, aperto dal Ministro Di Maio, ha permesso di
approfondire le linee direttrici del rilancio economico del
nostro Paese a seguito degli effetti della pandemia ponendo
particolare attenzione ai settori dell’innovazione, e-
commerce, finanza al servizio dell’economia reale, sostegno
all’internazionalizzazione. “Sappiamo quanto l’economia
italiana abbia sofferto in questi mesi” -ha affermato il
Sottosegretario- “ecco perché durante la crisi Covid abbiamo
lavorato incessantemente guardando alla ripresa economica,
fino ad arrivare alla firma dell’ormai celebre Patto per
l’Export, lo scorso 8 giugno.”
"Ci vediamo a via Veneto": una chiacchierata a 360 gradi con Michela Califano
Il Presidente dell’CE, Carlo Ferro, col ministro degli Esteri,
Luigi Di Maio, foto ICE

Il Sottosegretario Di Stefano si è inoltre soffermato sulla
recente acquisizione da parte del Ministero degli Affari
Esteri e della Cooperazione Internazionale delle competenze in
materia di commercio internazionale, che rendono la Farnesina
un interlocutore chiave nel sostegno al processo di
internazionalizzazione delle imprese, anche grazie alla sua
estesa Rete estera, composta da oltre 300 Sedi tra Ambasciate,
Consolati, Rappresentanze Permanenti e Istituti Italiani di
Cultura, alla quale si aggiungono i 78 Uffici di ICE Agenzia e
"Ci vediamo a via Veneto": una chiacchierata a 360 gradi con Michela Califano
i 12 Uffici del Gruppo CDP-SACE-SIMEST. “Grazie a tale
riforma”, ha evidenziato Di Stefano “dal gennaio scorso le
aziende italiane trovano nella Farnesina un interlocutore
unico per le loro esigenze di tutela e promozione all’estero,
cui si affianca innanzitutto il supporto offerto da ICE
Agenzia quale braccio operativo delle politiche di promozione
commerciale”.

In conclusione del suo intervento, il Sottosegretario Di
Stefano ha sottolineato in particolare l’impegno del Patto per
l’Export per fornire alle imprese italiane gli strumenti
digitali a sostegno dell’export, quali i dirigenti temporanei
per l’export o la messa in opera di una nuova piattaforma
online dedicata agli strumenti per le imprese che costituirà
un “punto unico d’accesso” in cui le aziende potranno
informarsi e approfondire le numerose opportunità messe a
disposizione dalle Istituzioni italiane, ad ogni livello.

Il 2019

“Idati consuntivi confermano che nel 2019 l’export italiano
godeva di un ottimo stato di salute. Aveva terminato l’anno
con una crescita del 2,3% attestandosi a 476 miliardi di euro
e mantenuto la quota di mercato sul commercio mondiale stabile
al 2,84%. Un risultato importante perché ottenuto in un
periodo turbolento sui mercati mondiali, particolarmente per i
Paesi europei, stretti nella disputa commerciale USA-Cina,
pressati dai dazi americani su molti beni esportati
dall’Europa e confusi nell’incertezza su tempi e termini della
Brexit” – afferma Carlo Ferro, Presidente dell ICE.

La   crescita    ha   riguardato,    in   particolare,      il
"Ci vediamo a via Veneto": una chiacchierata a 360 gradi con Michela Califano
settore farmaceutico (+25,6%), le bevande (+ 6,8%), i prodotti
del sistema moda (+ 6,2%), la metallurgia (+5,3%). Le vendite
all’estero di macchine e apparecchi meccanici non sono
cresciute (-0.5%) ma il settore continua a contribuire con
oltre 50 miliardi di euro alla formazione dell’avanzo
commerciale e “paga” la bolletta energetica italiana (-42
miliardi di euro). Dal punto di vista dei mercati, inoltre, la
crescita ha riguardato principalmente il Giappone (+19,7%)
anche grazie all’accordo di libero scambio con l’Unione
Europea in vigore da febbraio 2019 e la Svizzera (+16,6%), hub
di smistamento internazionale. Anche verso gli Stati Uniti
l’export italiano è cresciuto (+7,5%), nonostante i dazi
imposti a fine 2019 su alcune categorie di merci, per le quali
ICE ha reso immediatamente disponibile un piano straordinario
di supporto. Tra le Regioni italiane, la crescita più
sostenuta si è avuta per Toscana (+15,6%) e Lazio (+15,3%);
subito dopo vengono Molise (+11,7%) Puglia (+9,1%) e Campania
(+8,1%). Mentre Germania (12.2% sull’export totale italiano),
Francia (10.5%) e Stati Uniti (9.6%) sono rimasti i primi tre
mercati di sbocco. Macchinari (17.2%), moda (11,9%) e la
filiera agro-alimentare (9,1%) i tre settori che
contribuiscono maggiormente al nostro export. E Lombardia
(27%), Emilia-Romagna (14.1%) e Veneto (13.7%) sono le tre
regioni che esportano di più.

Il 2020

“Anche i primi due mesi del 2020 sono stati positivi per
l’export: +4.7% tendenziale, nonostante a febbraio fosse già
evidente il rallentamento dei flussi con la Cina. Istat ha
recentemente pubblicato le rilevazioni del periodo
gennaio–maggio 2020 che vedono l’export in caduta tendenziale
del 16%, sintomo evidente della pandemia globale, da una
parte. Dall’altra l’andamento congiunturale segna una crescita
"Ci vediamo a via Veneto": una chiacchierata a 360 gradi con Michela Califano
del 35% da aprile a maggio: primo segno di ripresa delle
attività” – continua Ferro.

Ad aprile ICE stimava, su dati Prometeia, una flessione
dell’export italiano di beni – a prezzi costanti e
nell’ipotesi di stabilità della quota di mercato per paese di
destinazione – nell’ordine del 12% quest’anno, per poi
crescere del 7,4% nel 2021 e del 5,2% nel 2022, anno su anno.
In questo quadro, l’export del nostro Paese tornerà ai livelli
del 2019 solo nel 2022. Il Covid-19 segna infatti una brusca
frenata facendo “perdere” tre anni al percorso di crescita
dell’export italiano, che era in marcia dal 2010. Istat ha
previsto per il 2020 un calo del 13,9%, per beni e servizi e
la Commissione europea, sempre per beni e servizi, stima una
flessione del 13%. D’altra parte, la difficoltà di previsione
in questo scenario è evidente nell’ampiezza della forchetta
con cui il WTO stima la caduta degli scambi internazionali:
un range che va dal 12% al 35%.

La ripresa nel 2021: reazione e visione

Secondo lo studio ICE-Prometeia, la ripresa degli scambi
mondiali nel 2021 sarà guidata dall’aggregato degli Emergenti
Asia (+10,3% e +8,2% per l’import di manufatti rispettivamente
nel 2021 e 2022), Cina in testa. Il maggiore utilizzo dell’e-
commerce, in questi Paesi, potrebbe diventare strutturale,
agendo da volano per gli scambi, soprattutto nell’ambito dei
beni di consumo.

Dal punto di vista delle categorie merceologiche, i cali più
importanti nel 2020 sono previsti nei mezzi di trasporto, con
l’import mondiale di autoveicoli e moto in contrazione del 16%
a prezzi costanti e una domanda globale di cantieristica in
forte flessione (-12%). Il ridimensionamento potrà essere più
contenuto nei settori meno ciclici e favoriti nel paniere di
spesa associato all’emergenza, quali la chimica farmaceutica
(-9,6%), l’alimentare e bevande (-10,6%) – con una forte
contrazione della domanda del canale Ho.Re.Ca – e elettronica
ed elettrotecnica (- 10% circa).

“Più che ragionare sui numeri è ora importante orientare
l’azione combinando reazione e visione perché le sfide di oggi
si giocano in un contesto globale diverso dal passato.
Digitale, innovazione e sostenibilità sono le parole chiave
per rivolgersi alle nuove generazioni di consumatori globali.
Per rispondere all’urgenza del momento e rafforzare il
posizionamento strategico del Made in Italy sui mercati di
domani è quanto mai importante l’azione di supporto del
Sistema Paese.” – continua Ferro. “La risposta a questa sfida
collettiva, in aggiunta agli interventi sulla liquidità delle
imprese, è il Patto per l’Export voluto dal Ministro Di Maio e
come ICE siamo impegnati a supportare il MAECI nella sua
attuazione. Da aprile scorso i servizi di avvio all’export da
parte dei nostri 78 uffici esteri sono stati resi gratuiti per
le imprese fino a 100 addetti. Allo scoppio dell’emergenza
Covid abbiamo deciso l’offerta gratuita del primo modulo di
partecipazione a fiere estere per il 2020 e il 2021 e i
rimborsi alle imprese per gli oneri sostenuti per fiere estere
non      svolte”       –     continua        Ferro.      “Con
il Patto per l’Export abbiamo sottoscritto l’impegno in questo
percorso di ammodernamento e di servizio e acceleriamo ora con
una serie di azioni mirate tra cui: accordi con l’obiettivo
di portare le imprese italiane in 59 iniziative nei canali e-
commerce e della grande distribuzione offline to online in 28
Paesi nel mondo; il progetto Fiera Smart 365 che consentirà
alla manifestazione di vivere 365 giorni all’anno; la
formazione di 150 nuovi digital export manager; i progetti di
impiego della tecnologia blockchain per la tutela del Made in
Italy;” – continua Ferro. “Quest’edizione del Rapporto sul
Commercio estero, infine, presenta tre aree di focus collegate
a questa visione: e-commerce, Mezzogiorno e innovazione.
Le vendite on line costituiscono un mercato che si rivolge a
1.45 miliardi di consumatori nel mondo e cresce a ritmi del 9%
all’anno. È pertanto fondamentale l’accesso all’e-commerce per
le PMI. L’export delle regioni del Sud rappresenta solo il
10,3% dell’export nazionale e questo dato è sostanzialmente
fermo da 10 anni. Proponiamo quindi uno studio che quantifica
in 17 miliardi di euro il potenziale di export addizionale
dalle Regioni del Sud da cogliere nel breve termine e lo
declina per settore, mercato di destinazione e regione di
provenienza. Il focus sull’innovazione riconosce, infine,
l’internazionalizzazione come uno dei fattori chiave per lo
sviluppo virtuoso di: finanziamento, innovazione e crescita
delle Start-up” – continua Ferro, che conclude: “Ecco, dunque,
i nuovi strumenti per reagire nella ripresa e riposizionare
con visione gli strumenti di marketing internazionale.
Superata l’emergenza, ne sono convinto, prevarrà l’eccellenza
del Made in Italy, prevarrà il riconoscimento della qualità
dei nostri prodotti, perché tutti nel mondo amano l’Italia,
ambiscono al suo stile di consumo e apprezzano il fascino
della combinazione di storia-cultura-territorio”.
Caronia, Dj trovata morta: si
cerca il figlio di 4 anni
Proseguono senza sosta le ricerche di Gioele, 4 anni, il
figlio di Viviana Parisi, 43 anni, la dj trovata morta a
Caronia che secondo gli investigatori era con lei nel bosco
dove è stata ritrovata. L’ipotesi più drammatica, fatta dagli
inquirenti, è che la donna potrebbe avere ucciso il figlio
seppellendolo nella zona prima di suicidarsi. Decine di
persone con unità cinofile stanno perlustrando le campagne.
“Fino ad oggi – spiegano i vigili del fuoco abbiamo
perlustrato più di 500 ettari con l’ausilio dei cani e dei
droni. È complicato perché si tratta di boschi e luoghi
impervi dove è difficile spostarsi”.

E’ di Viviana Parisi il cadavere trovato nei boschi attorno a
Caronia. La conferma è arrivata dalla fede che la donna aveva
al dito e dalle scarpe indossate. Il corpo è stato portato
via. Sarà eseguito sia l’esame del dna che l’autopsia.

Le speranze di ritrovare viva la 43enne originaria di Torino
che aveva fatto perdere le sue tracce insieme al figlio
Gioiele di 4 anni, sei giorni fa, si sono così infrante sul
quel cadavere scoperto nei boschi in provincia di Messina. Il
corpo, irriconoscibile e in stato di decomposizione, indossava
un paio di pantaloncini jeans, una maglietta e un paio di
scarpe bianche: una era al piede l’altra è stata trovata
vicino al cadavere che giaceva bocconi tra gli alberi di una
boscaglia non molto distante dal punto dell’autostrada A20 da
cui Viviana si è allontanata.

E uno degli indumenti sin da subito è stato riconosciuto dal
marito come uno di quelli che portava la piemontese, un primo
indizio che aveva spinto gli investigatori a ipotizzare che
fosse lei fin quando, dopo l’arrivo del medico legale, è
arrivata la conferma dalla fede nuziale. Per avere comunque la
certezza assoluta dell’identità si attende l’esame del dna.
Sara eseguita anche l’autopsia sul corpo. Nessuna segno invece
al momento che nella zona possa esserci anche il bambino.
Soccorritori e investigatori stanno setacciando i boschi ma
del piccolo Gioele non c’è alcuna traccia. Le ricerche sono
riprese con un massiccio impegno di uomini, mezzi e cani
molecolari che proseguiranno per tutta la notte.
L’area divisa per reticoli è di oltre 300 ettari. Le
esplorazioni si svilupperanno a partire dal punto in cui è
stato ritrovato il cadavere. In linea d’aria è a meno di un
chilometro dalla galleria Pizzo Turda nel quale Viviana ha
avuto il lieve incidente con il furgone degli impiegati di una
ditta di manutenzione. Secondo la ricostruzione degli operai,
che si sono subito fermati per deviare il traffico, la donna
avrebbe proseguito per un tratto e poi sarebbe scomparsa. I
vigli del fuoco hanno seguito le sue tracce per alcune
centinaia di metri. La logica avrebbe voluto che Parisi
imboccasse un varco sul lato destro della carreggiata. Invece,
la posizione del cadavere indica che abbia lasciato a piedi
l’autostrada scavalcando il guard rail a sinistra. Da qui si
sarebbe allontanata per alcune centinaia di metri prima di
trovare la morte nella boscaglia vicina. Gli operai sostengono
che era sola (altri dicono che fosse con il figlio). Resta da
capire a questo punto dove sia finito Gioele. “Mia moglie
durante il coronavirus stava male – aveva detto il marito di
Viviana anche lui dj – temeva sia per me che per il bimbo.
Siamo una coppia che è sempre stata vicina, lei è una mamma
speciale. Le dico di tornare a casa”. ” E ora alla memoria
tornano in mente le parole dell’ultimo post pubblicato dalla
dj sui social: “Non ho più niente ma pian piano se arrivano
alcune serate vorrei riprendermi il mio passato per andare
avanti con il presente e il futuro se Dio vuole, riprendere un
po’ la mia vita lavorativa per vivere, per ritornare nella
famiglia, per condividere di nuovo tutto, collaborare con il
mio compagno di viaggio che comunque da solo ha continuato a
lottare come si fa con tutto nella vita per il lavoro e la
quotidianità”.
Milano,   operaio   49  enne
adesca ragazzini su facebook
e poi abusa di loro
MILANO – Adescava i ragazzini in rete usando un falso profilo
femminile, poi dopo averli attirati a casa sua a Saronno, in
provincia di Varese, al buio, travestito da donna abusava di
loro.

Per questo un operaio di 49 anni, arrestato lo scorso
novembre, è stato condannato con rito abbreviato a Milano a 7
anni di carcere per violenza sessuale consumata nei confronti
di tre minorenni e una tentata nei confronti di un quarto con
l’aggravante della sostituzione di persona e detenzione di
materiale pedopornografico.

Secondo l’accusa, l’uomo adescava su Facebook le sue giovani
vittime, utilizzando il profilo falso e avvenente di una
donna, poi prometteva loro un incontro sessuale in cambio di
foto da inviare a lui in chat. Infine li attirava nel suo
appartamento, dove indossando una parrucca rossa e parlando in
falsetto, e rimanendo costantemente al buio, abusava di loro.

A far partire le indagini dei militari è stato l’intervento di
una pattuglia nell’abitazione dell’operaio per via di un
litigio con il padre di uno dei minori che aveva scoperto come
l’uomo stesse adescando suo figlio.

Beirut, guerriglia in città:
ucciso un poliziotto. Feriti
oltre 230 manifestanti
La rabbia di una città devastata e di un intero Paese,
scivolato da mesi nel baratro del collasso economico e
politico, è scoppiata, con azioni senza precedenti da parte
dei manifestanti anti-governativi. Dimostranti hanno preso
d’assalto e occupato per diverse ore la sede del ministero
degli esteri, nel cuore di Beirut colpita dall’esplosione di
martedì scorso, per essere poi in serata costretti
dall’esercito ad uscire. Altri manifestanti hanno ‘impiccato’
un manichino del leader degli Hezbollah, Hasan Nasrallah, a un
finto patibolo eretto a piazza dei Martiri. Nelle violenze di
strada un poliziotto è morto e i feriti sono almeno 230.

Questo mentre i vertici istituzionali continuano a prendere
tempo rispetto alla pericolosa spirale di violenza in corso
nel paese: il premier Hassan Diab è intervenuto con un
laconico discorso tv, lanciando ai suoi stessi alleati
governativi un “ultimatum” di due mesi, evocando elezioni
anticipate. “Sono pronto ad assumere la responsabilità per i
prossimi due mesi fino a che i partiti non troveranno un
accordo sulla prossima fase. Lunedì proporrò al governo
elezioni anticipate”, ha detto Diab dal Serraglio, la sede
governativa che sovrasta la zona del parlamento e Piazza dei
Martiri, teatro di una vera e propria guerriglia urbana. Diab
invoca “il momento della responsabilità collettiva. Vogliamo
una soluzione per tutti i libanesi”, ha detto il premier,
promettendo, come già fatto nei giorni scorsi, che “presto
emergerà la verità” sull’esplosione di martedì scorso, nel
quale sono state uccise più di 150 persone, cinquemila sono
rimaste ferite, anche gravemente, 300 mila sono rimasti senza
casa. In quello che appare come una svolta negli eventi in
rapida evoluzione, i manifestanti in piazza hanno espresso la
loro ira anche, e soprattutto, contro il leader degli
Hezbollah filo-iraniani, Hasan Nasrallah. E’ considerato dalla
comunità sciita libanese e mediorientale un leader politico e
religioso “intoccabile” soprattutto per il fatto che è un
‘sayyid’, un discendente del profeta Maometto. La scena del
manichino di Nasrallah ‘impiccato’ a un finto patibolo in
piazza dei Martiri ha suscitato l’attesa reazione di centinaia
di suoi seguaci, che dal vicino quartiere di Zoqaq al Blatt
hanno provato a scendere verso la piazza ma sono stati fermati
da un cordone di militari sul Ring, la sopraelevata che si
affaccia su piazza dei Martiri. Negli stessi concitati
momenti, nel cuore di Ashrafiye, uno dei quartieri di Beirut
più colpiti dalla potente esplosione del 4 agosto, decine di
attivisti guidati da un manipolo di veterani dell’esercito in
pensione, hanno assaltato la sede del ministero degli esteri,
considerato da tempo un feudo del partito del presidente della
Repubblica Michel Aoun e di suo genero, l’ex ministro Gibran
Bassil. Gli assalitori hanno sfondato la porta sopra le
antiche scale di pietra e hanno strappato dal muro foto di
Bassil e di Aoun, fracassandole a terra, pestandole,
sputandoci sopra e pronunciando pesanti offese.

Gli assalitori hanno appeso degli striscioni alle finestre di
palazzo Bustros, con su scritto: “Beirut capitale della
rivoluzione”, di cui hanno proclamato l’edificio “quartier
generale”, Poi in serata c’e’ stato l’intervento
dell’esercito, che ha chiesto anche rinforzi per l’operazione
ed ha messo fine all’occupazione Stesse scene, qualche ora
dopo, al ministero dell’economia. Un altro striscione recita:
“Fuori le armi da Beirut”, in riferimento al fatto che da più
parti si è affermato in questi giorni che l’esplosione del
porto possa essere stata provocata non da un “incidente” –
come hanno affermato le autorità in un primo momento e come ha
detto lo stesso Nasrallah nel suo discorso di venerdì – ma
dalla detonazione di un deposito di missili di Hezbollah. In
serata, altri manifestanti hanno preso d’assalto la super-
fortificata sede dell’Associazione delle Banche, vicino a
piazza dei Martiri. E altri attivisti si sono diretti alla
sede del ministero dell’energia. Una guerriglia che rischia di
non fermarsi presto.

Lutto nel mondo del teatro,
della Tv e del cinema: morta
Franca Valeri
E’ morta Franca Valeri. L’attrice, nata a Milano nel 1920,
aveva appena compiuto 100 anni il 31 luglio.   Si è spenta
intorno alle 7.40 nella sua casa di Roma.

Franca Valeri “si è spenta serenamente, nel sonno, circondata
dall’affetto di tutta la famiglia e degli amici. Ha conservato
la sua ironia fino all’ultimo, fino a pochi giorni fa: è stata
la sua chiave di vita fino alla fine”. Lo dice all’ANSA
Stefania Bonfadelli, la figlia di Franca Valeri.

Cent’anni fra ironia e classe, una vitalità e longevità
straordinarie, senza perdere il contatto col mondo e le sue
trasformazioni. Franca Valeri la prima vera voce femminile
autonoma della scena italiana, fin dal suo debutto nel 1948.
Ma anche le icone popolari della Signorina Snobo della Sora
Cecioni. Un umorismo raffinato e una satira capaci di sedurre
gli intellettuali e conquistare il pubblico più popolare. Una
protagonista anche nella scrittura teatrale e nella regia per
la lirica.

”Ogni volta che mi illudo d’incontrare quel signore che
ritengo sia il teatro, mi rendo conto di vivere la più bella
illusione della mia vita”, ha sempre dichiarato Franca Valeri
ed in questa illusione, in questo incontro è stato il segreto
della sua vitalità e della sua longevità, senza mai perdere il
contatto col mondo e le sue trasformazioni. L’attrice è morta
oggi a Roma, circondata dall’affetto della famiglia, a pochi
giorni dal centesimo compleanno, il 31 luglio.
Era nata a nel 1920 a Milano, di buona famiglia di origine
ebraica. Facile dire, di un’ artista che ha interpretato da
subito dopo la guerra i vizi, i mutamenti, le debolezze di una
società in grande trasformazione e poi decadenza, ricordando
che questa signora, colta, ironica, di gusto, è stata la prima
vera voce femminile autonoma della scena italiana, sin dal suo
debutto nel 1948. In ”Bugiarda no, reticente” poco prima dei
90 anni, aveva scritto ”La nostra generazione era preparata.
La preparazione non è solo forza fisica, ed è indubbio che noi
siamo più robusti dei giovani, l’esercizio è soprattutto di
genere morale”. Allora ancora saliva in scena e stava per
debuttare con una nuova commedia, ”Non tutto risolto”, mentre
si batteva pubblicamente e riusciva a far cancellare il
progetto di una discarica vicino a Villa Adriana.
E mentre tutti la ricordavano ancora come la Signorina Snob o
la Sora Cecioni, figure divenute icone popolari di strepitoso
successo e di cui a lungo si è sentita prigioniera, amava
sottolineare come a un certo punto avessero ”riconosciuto
Franca Valeri come scrittrice e autrice di vari libri e
commedie” e non più solo come attrice comica tv, tra l’altro
tradita sulle sue origini culturali dal proprio nome d’arte,
derivato dal raffinato poeta francese Paul Valery, ”perché mio
padre non voleva facessi teatro”, al posto dell’originale
Franca Maria Norsa. E infatti la sua grandezza è stata proprio
nella raffinatezza del suo umorismo, come della sua satira,
capace di sedurre gli intellettuali e assieme di conquistare
il pubblico pi popolare, in un percorso che nasce nel
dopoguerra e dal suo sodalizio con Vittorio Caprioli (poi
diventato suo marito) e Valerio Bonucci con cui diede vita nel
1951 ai ”Gobbi”, creatori di una rivista da camera intitolata
”Carnet des notes”, un nuovo modo di fare cabaret con mordente
satira della società italiana, che fu lanciata anche dal
travolgente successo ottenuto a Parigi. La sua carriera si
divide agli inizi, prima che arrivi l’impegno con la musica e
la lirica, tra teatro e cinema, che la rende nota con i vari
film di Caprioli (da ‘Leoni al sole’ a ‘Parigi o cara’) e in
particolare con ‘Il segno di Venere’ del 1955 di Dino Risi, in
cui sfoggia tutta la sua grinta teatrale, duettando con
l’antagonista Sordi e senza farsi mettere in ombra da Sophia
Loren. Ma a farle guadagnare un posto nell’antologia dei
caratteristi italiani è la straordinaria prova al fianco
sempre di Sordi ne ‘Il vedovo’ (1959) come poi ”Crimen’ di
Camerini nel 1960, anno in cui in teatro l Piccolo nella
‘Maria Brasca’ di Testori, e via via sarà anche in spettacoli
d’autore come ‘Fior di pisello’ di Bourdet, diretto da
Giuseppe Patroni Griffi, e ‘Gin Game’ di Coburn con Paolo
Stoppa. Presso il grande pubblico comunque lei resta legata ai
suoi personaggi femminili, maschere se si vuole ma non
macchiette e dotate di una loro sincera umanità.
La popolarità arriva con la radio e poi la tv dove divenne una
delle attrazioni dei varietà firmati da Antonello Falqui. E’
l’epoca della romana Sora Cecioni, pigra e di cattivo gusto
nella sua irruenza, lanciata da Studio Uno e diventata un
piccolo classico, assieme alla più sofisticata e milanese
Signorina Snob, che per la sua creatrice ”non era la figurina
di uno sketch, ma qualcosa di vero e vissuto in cui traspare
anche la tragedia dello snob, quella di non riuscire a
adeguarsi alla realtà che lo circonda”. In tv, più avanti,
prenderà anche parte ad alcune fiction, dalla sit-com con
Bramieri ‘Norma e Felice’ sino ancora nel 2000, ottantenne,
accanto a Nino Manfredi in ‘Linda, il brigadiere e…’ su Rai1.

Il suo sguardo ironico di interprete e testimone partecipe dei
cambiamenti della società italiana nella seconda metà del
secolo scorso troverà un momento alto di espressione quando,
dopo un esordio nel 1961 con ”Le catacombe”, pochade che
inverte i ruoli e rende sciocco e vanesio protagonista un
uomo, negli anni ’70 comincia a scrivere e interpretare
commedie proprie cui tiene moltissimo, da ‘Lina e il
cavaliere’ a ‘Meno storie’ o ‘Tosca e altre due’ (divenuta
anche film nel 2003) e ‘La vedova Socrate’ sino a ”Non tutto
risolto” del 2011 e ”Il cambio dei cavalli” del 2014 sulle
illusioni e ambiguità della vita indagando il rapporto e il
passaggio tra generazioni, che la vedono in scena sino a 94
anni a Spoleto col partner sodale Urbano Barberini e il
regista Giuseppe Marini, per il quale ha preso parte alle
impegnative ‘Serve’ di Genet con la Guarneri nel
2007, nonostante la lotta col male, il morbo di Parkinson, che
già la affliggeva. Nel frattempo, con la solita vitalità e
curiosità, aveva iniziato seriamente a darsi alla musica
appoggiata dal suo nuovo compagno, il musicista Maurizio
Rinaldi, sia come regista lirica, sia dando vita al concorso
‘Battistini’ per giovani cantanti. Del resto ricordava sempre
che la mamma le aveva insegnato a non festeggiare i compleanni
e a guardare invece sempre avanti, per lei sempre con la
voglia e la nostalgia del palcoscenico: ”Oggi sto qui a casa e
non nella mia casa naturale, il teatro. Non recito più e non
capisco quasi nemmeno il perché. Vorrei ancora ripagare
l’affetto della gente continuando a lavorare”, aveva detto non
molto tempo fa, rifiutando di autocelebrarsi, davanti al
pubblico o in un’intervista, con la sua eterna ottica
autoironica.

Anguillara Sabazia, tennis.
Finali   Replat  Open:  tra
organizzatori,    sportivi,
politici e sponsor tutte le
video interviste di Chiara
Rai

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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020

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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020

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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020
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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020

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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020

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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020

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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020

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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020

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 #FabrizioGhera

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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020

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 #FrancescoPizzorno
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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020

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 #RosarioAmodeo

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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Sabato 8 agosto 2020

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 #SaverioPaoletti

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 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Sabato 8 agosto 2020

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 #AlessioAureli

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Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Domenica 9 agosto
 2020

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