Ambasciata d'Italia ad Ankara - Ufficio Commerciale
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Ambasciata d'Italia ad Ankara Ufficio Commerciale (Dal 7 al 13 febbraio 2012 - n. 4) Prot. Nr. 357 Ambasciata d’Italia in Ankara, Ufficio Commerciale, Atatürk Bulvarı 118, 06680, Ankara, www.ambankara.esteri.it ; commerciale.ambankara@esteri.it ; tel. 0090-312-4574275; fax 0090-312-4574282 Responsabile: Cons. Amb. Patrizia Falcinelli
ULTIMI SVILUPPI • AE. Siamo felici di informare Le Cronache Economiche tra le Buone Prassi del MAE MAE. che le Cronache Economiche dell’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara sono state inserite tra le buone prassi del Ministero degli Affari Esteri, rintracciabili alla pagina web http://www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Trasparenza_ComunicazioniLegali/Operazione _Trasparenza/BuonePrassi/ del sito del Ministero. Tale importante successo è stato reso possibile grazie all’impegno di tutto il personale in servizio presso l’Ufficio Commerciale e alla dedizione dei colleghi che si sono succeduti nell’Ufficio Commerciale nel corso degli anni e che hanno contribuito in materia determinante al progressivo miglioramento di questo strumento. Le Buone Prassi sono un progetto attraverso il quale il Ministero degli Esteri intende caratterizzarsi sempre più come Amministrazione aperta al cambiamento e all'innovazione. Il Progetto prevede la selezione delle migliori prassi emerse dalle sperimentazioni avviate da Ambasciate, Consolati e dagli Uffici del Ministero stesso ed ha il duplice intento di valorizzarle e di favorirne la progressiva diffusione, in sintonia con la visione di una Pubblica Amministrazione che intende porsi costantemente al servizio dei Cittadini e delle Imprese. Al link http://www.esteri.it/NR/rdonlyres/3E2652FA-8F65-40D0-AA05- E7FFDB8B3FCE/0/BollettinodiinformazionesettimanaleCronacheEconomiche.pdf si potrà visualizzare direttamente la descrizione del progetto “Cronache Economiche”. • Lancio dell’iniziativa Orizzontitaliani 2012. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi recentemente ad Istanbul nella sede di Palazzo di Venezia, cui sono intervenuti numerosi rappresentanti dei media locali, l’Ambasciatore d’Italia in Turchia Gianpaolo Scarante ha presentato, alla presenza di tutti gli attori del Sistema Italia in Turchia, il programma delle principali manifestazioni che avranno come tema l’Italia in Turchia nel corso del 2012, ringraziando in particolare gli sponsor che hanno già garantito il loro sostegno alle iniziative. Sotto la denominazione di “Orizzontitaliani” e con il diretto coordinamento dell’Ambasciata, sono stati previsti anche quest’anno circa quaranta eventi di diverso genere, selezionati in base alla loro potenziale capacità di arrivare ad un pubblico più vasto e di rappresentare in modo variegato e significativo lo straordinario sviluppo delle relazioni fra Italia e Turchia in tutti i settori, coinvolgendo attivamente le rispettive società civili. In sintesi, “Orizzontitaliani” come già avvenuto nel corso del 2011 vuole essere una sorta di “marchio di qualità”, tale da fornire al pubblico turco un punto di vista d’eccellenza sulla realtà generale del nostro Paese. Tutte le iniziative saranno riconoscibili da un logo tricolore disegnato ad hoc in occasione della scorsa edizione nel 2011 ed ora riutilizzato proprio per ribadirne le caratteristiche di “brand” stabile e andranno da incontri e convegni su temi di attualità e di comune interesse in differenti settori ad iniziative di promozione economico-commerciale, da eventi su moda, letteratura, storia, sport a manifestazioni relative ad archeologia, musica e arte figurativa ed a presenze di qualità al Festival del Jazz di Ankara, a rassegne cinematografiche (Festival del cinema di Ankara, Festival Flying Broom) e teatrali (Festival internazionale dei teatri ad Istanbul, Festival del Teatro del Mar Nero). Durante la Conferenza stampa sono state in particolare illustrate l’installazione artistica “Il mostro della laguna” nella spettacolare ambientazione delle antiche cisterne 2
bizantine di Istanbul, nonché le missioni archeologiche a Hierapolis, Niğde e Karkemiş, e le celebrazioni della tradizione del Carnevale di Venezia. Molti sono gli eventi che si svolgeranno nel prestigioso scenario di Palazzo di Venezia, che - sottoposto a lavori di manutenzione che ne hanno ripristinato l’antico fascino e rinnovato la funzionalità - conferma la sua apertura al pubblico turco per divenire una vetrina ideale permanente della cultura e dell’economia italiana e uno snodo simbolico del dialogo in tutti i campi fra le società dei nostri due Paesi. • Nonostante gl glii ostacoli normativi, il restauro architettonico resta un settore interessante per le aziende italiane. Il Capo dell’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata Cons. Falcinelli ed il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Ankara Dott. Servida, hanno incontrato nei giorni scorsi i responsabili del Dipartimento per il Restauro del Ministero della Cultura turco, ai quali hanno presentato le forti aspettative delle aziende italiane per un possibile coinvolgimento nel restauro del vasto patrimonio architettonico turco, che interessa non soltanto Istanbul ma tutta l’Anatolia, ricca di numerose testimonianze architettoniche, lascito di altrettante antiche civiltà. Come riconosciuto dagli stessi interlocutori del Ministero, è solo da un decennio che il Paese ha cominciato a maturare una lenta ma costante presa di coscienza della necessità di preservare il patrimonio archeologico, architettonico e artistico del Paese, anche e soprattutto in vista delle ricadute positive sui flussi turistici in entrata e quindi dello sviluppo socio-economico di aree che, come quelle del Sud-Est ma non solo, sono ricchissime dal punto di vista artistico- culturale ma restano ancora estranee ai grandi circuiti turistici internazionali. Le ottime potenzialità offerte dal settore alle aziende straniere risentono tuttavia degli ostacoli rappresentati dalla vigente normativa secondo la quale il restauro architettonico di immobili e siti posti sotto la vigilanza del Ministero è riservato esclusivamente alle società locali iscritte in una apposita lista stilata da una Commissione ministeriale (nelle società locali rientrano comunque anche quelle di proprietà straniera ma istituite in Turchia ai sensi della normativa locale). Le aziende straniere non possono quindi concorrere direttamente, ma possono comunque presentare la propria offerta in partenariato con una delle società locali incluse nella predetta lista. Vista l’alta considerazione di cui la professionalità e competenza italiane nel settore del restauro e in quello della conservazione dei beni architettonici e museali, nonché le tecnologie all’avanguardia utilizzate, godono in questo Paese, l’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata resta a disposizione delle aziende italiane e provvederà a segnalare eventuali richieste di partenariato che dovessero pervenire da parte di aziende turche in vista dell’esecuzione di specifiche opere di restauro. • Istanbul, Ankara e Izmir tra le 10 città più dinamiche al mondo. Nell’ambito della recente analisi economica "Global Metromonitor 2011", effettuata su 200 metropoli, il centro di ricerca statunitense Brookings Institution ha inserito nella graduatoria Izmir, Ankara e Istanbul tra le prime dieci città più dinamiche al mondo. L'analisi, che mette a confronto le medesime città rispetto ai dati del 2010, si basa su una molteplicità di parametri, tra i quali ad esempio il reddito pro-capite, l'incremento demografico e l'occupazione. Rispetto alle varie metropoli turche, Izmir, con un tasso di incremento dell'occupazione del 5,6% ed un tasso di aumento del reddito pro-capite pari al 5%, si colloca più in alto, al quarto posto, precedendo quindi Ankara che è al sesto posto e Istanbul al settimo. Non a caso, la città sull’Egeo ha presentato la propria candidatura 3
per l'Expo 2020 (dopo essere stata battuta da Milano per Expo 2015), forte anche dei numerosi progetti infrastrutturali annunciati dall'attuale governo già in campagna elettorale. (fonte Consolato d’Italia ad Izmir). • La Turchia ha bisogno di maggiore libertà economica. Mentre la Turchia ambisce ad entrare entro il 2023 nella top ten delle economie mondiali, la stampa locale riferisce circa uno studio condotto dal Wall Street Journal e dalla Heritage Foundation che piazza il Paese al 73° posto su 184 in termini di libertà economica (con un punteggio di 62,5), classificandolo tra quelli solo moderatamente liberi. La classifica è redatta tenendo conto di 10 parametri, inquadrabili in quattro categorie: rule of law, intervento dello Stato, efficienza della regolamentazione e apertura del mercato. Pur con un punteggio leggermente superiore alla media mondiale (59,5), la Turchia è al 34° posto su 43 nazioni europee, superando solo di poco il Montenegro (72°) e l’Arabia Saudita (74°). La classifica mostra che, dopo una crescita costante dal 2008 al 2010, nel 2011 il Paese ha registrato una flessione dell’1,7% nel suo punteggio. Sebbene non si risparmino elogi per il modo in cui il settore bancario ha superato la crisi finanziaria e si sottolinei come l’economia turca sia estremamente dinamica, lo studio evidenzia che la transizione del Paese verso una più ampia libertà economica sia stata notevolmente rallentata da un sovraccarico di ostacoli istituzionali. I diritti di proprietà non sono adeguatamente tutelati, il sistema giudiziario non sembra in grado di combattere efficacemente la corruzione, e il deficit fiscale cronico evidenzia la necessità di migliorare la gestione della spesa pubblica. I primi tre posti della classifica sono occupati da Hong Kong, Singapore ed Australia, mentre le ultime posizioni appartengono a Corea del Nord, Venezuela ed Iran. • Grandi aspettative per le Mergers & Acquisitions in Turchia nel 2012.. Vi sono grandi aspettative per il 2012 sulle operazioni di fusioni ed acquisizioni societarie (M&A) in Turchia, con l’obiettivo di raggiungere i 20 miliardi di dollari, dopo un 2011 del tutto soddisfacente. Per il 2012 è prevista una attività altrettanto intensa, in virtù della crescente attrazione esercitata dalle Piccole e Medie Imprese nonché dai programmi di privatizzazione in corso nel settore delle centrali elettriche e delle relative reti di distribuzione. Per il 2012, si prevede che fusioni ed acquisizioni nel mercato turco possano essere intense (negli ultimi tre anni il loro valore è ammontato a 25 miliardi di dollari) e riguardare in particolare i settori sanitario, dell’energia, delle vendite al dettaglio e del commercio su internet. Solo per citare alcune delle più recenti operazioni su larga scala, si ricordano l’acquisto della Mey Içki (produttore di super alcolici) da parte della Diageo, la partecipazione azionaria della BBVA spagnola nella Garanti Bank, e la privatizzazione della compagnia del servizio traghetti di Istanbul. Lo scorso anno, il volume di tali operazioni (241 transazioni) è stato di 15 miliardi di dollari, di cui il 74% ha visto la partecipazione di capitale straniero per 11,1 miliardi di dollari. Secondo gli analisti, per il 2012 si prevedono investimenti stranieri in aziende turche per 12 miliardi di dollari, a cui si aggiungeranno altri 8 miliardi di dollari derivanti da privatizzazioni su larga scala. • Turchia Attratte Boom di nuovi centri commerciali in Turchia. dalla forte propensione alla spesa della fascia giovane della popolazione turca, a quanto riferito dalla stampa locale, le grandi catene di shopping mall stanno costruendo centri commerciali ad una velocita’ maggiore di ogni altro Paese del continente europeo, se si eccettua la 4
Russia. La Turchia - dove gioielli, stoffe e spezie sono state per secoli il principale oggetto di contrattazione dei bazar - è fra gli ultimi Paesi europei ad essersi convertito ai moderni shopping centers, che stanno spuntando a ritmi sempre più intensi. Istanbul, la città turca più ricca e popolosa, fa da capofila, con circa 30 nuovi centri in cantiere. I giovani vogliono spendere, e questo rende la Turchia particolarmente attraente per l’enorme giro d’affari generato dalle loro necessità, ha sottolineato Frank Billand, consigliere responsabile per gli shopping center della Union Investment Real Estate (basata ad Amburgo), che ha evidenziato come i consumi privati siano schizzati alle stelle, alimentati dalla crescita del PIL, nel terzo trimestre del 2011 tre volte maggiore di quella della Germania. La crescita economica ha incoraggiato società come Multi Corp., Inditex e Abercrombie & Fitch ad investire in un Paese come la Turchia dove, secondo Cushman & Wakefield, vi sono ancora 76 metri quadri di spazio commerciale per ogni 1.000 abitanti, contro i 240 metri quadri dei Paesi dell’Unione Europea. Incoraggiato anche dal basso numero di centri commerciali esistenti nel Paese, il Fondo Pensioni Canadese ha preferito la Turchia alla Russia e all’Ucraina per i suoi investimenti a lungo termine. Il fondo è proprietario del 27 per cento del Forum Turkey Found, che possiede a sua volta sette centri commerciali in Turchia, ed è controllato da Multi Corp. Ad Istanbul sono situati i due terzi di superficie di shopping mall esistenti in Turchia e per il futuro si stima che il 60% dei 1,4 milioni di metri quadri di superficie da aprire nel 2012 nel Paese sarà dislocato ad Istanbul. Per la fine del 2013 la città avrà 132 shopping malls, contro i 93 di inizio 2011 e raggiungerà quindi i 275 metri quadri per ogni 1.000 abitanti. (fonte Ufficio ICE di Istanbul) • IKEA esporterà all'estero articoli prodotti prodotti in Turchia. La svedese Ikea, che già esporta ceramiche, vasellame, prodotti tessili ed accessori prodotti in Turchia, sta preparando il lancio sul mercato internazionale di tutta una serie di articoli prodotti nel Paese. Secondo Fuat Atalay, Direttore Generale di Ikea Turchia, il totale degli introiti nel Paese relativi alle esportazioni di prodotti turchi tramite Ikea, che nel 2003 era di 200 milioni di dollari, ha raggiunto nel 2011 la cifra di 500 milioni, con l’obiettivo di toccare quota 900 milioni di dollari nei prossimi cinque anni. In occasione di una recente conferenza stampa, Atalay ha inoltre sottolineato l'importanza della Turchia per il marchio svedese, tanto da ipotizzare l’apertura di due ulteriori punti vendita nei prossimi cinque anni, oltre che l’esportazione ed il lancio sul mercato globale di mobili di design e marketing svedese ma prodotti in Turchia, che si andrebbero ad aggiungere alla produzione realizzata nella stessa Svezia, oltre che in Polonia e Romania. Özgür Altuğ, Economista della BGC Partners, ha recentemente fatto presente agli investitori come il deprezzamento della Lira Turca (TL) a novembre dello scorso anno abbia favorito le esportazioni del Paese, in modo particolare quelle nel settore dell’arredamento che hanno fatto registrare un incremento del 15,3% rispetto al 2010. Naturalmente anche Ikea ha risentito del deprezzamento della Lira in relazione al dollaro, ma ha deciso di mantenere comunque per il 2012 i prezzi fissati lo scorso settembre. • Tracollo racollo delle vendite di auto in Turchia. Turchia. Dopo un trend negativo per tutto il 2011 si registra un –34% a gennaio 2012. Le vendite di auto in Turchia nell’ultimo anno sarebbero calate del 34% a causa del congiunto effetto nefasto della tassa speciale di consumo introdotta nel 2011, dell'aumento dei prezzi delle automobili e dell’aumento dei tassi di interesse. Il numero di automobili e veicoli commerciali 5
leggeri venduti nel mese di gennaio 2012 è stato di 29.545 unità, contro le 44.892 unità di gennaio 2011. Il calo ha avuto inizio nel terzo trimestre del 2011 ed è proseguito nell'ultimo trimestre, quando si è registrata una diminuzione dell'11,75%, per poi raggiungere il primato negativo del 34,2% nel gennaio 2012. Il dato è stato fornito dalla Fondazione Distributori dell’Automotive (ODD). Il 91% dei veicoli venduti nel mese di gennaio 2012 era di cilindrata sotto i 1600 cc. L’8% dei consumatori ha acquistato veicoli compresi fra i 1600 e i 2000 cc e soltanto l'1% dei consumatori ha acquistato veicoli dalla cilindrata compresa fra i 1600 e i 2000 cc. Anche le vendite di auto diesel hanno partecipato al forte calo, col -34% rispetto all'anno precedente. Tra i 21.077 veicoli venduti nel mese di gennaio, solo 12.140 avevano motori diesel. L’85% dei consumatori in gennaio ha mostrato preferenza per le auto con aliquote fiscali relativamente basse (classi A, B e C). (fonte Ufficio ICE di Istanbul) • Nonostante alcune ombre, il settore bancario turco si conferma solido. solido. Il settore bancario turco continua a confermare il proprio successo in termini di crescita dell’attivo e capacità di produrre reddito. In base ai dati recentemente pubblicati dalla BRSA, l’Autorità di Vigilanza Bancaria, a novembre 2011 le banche turche avrebbero registrato un attivo complessivo di 1.212 miliardi di lire turche (+26% su base annua) e utili per oltre 18 miliardi di lire. Sebbene quest’ultimo dato mostri una flessione rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente (-10,4%), la performance del settore bancario turco appare positiva, anche alla luce di quanto si riscontra in altri Paesi, profondamente colpiti dalla debolezza della congiuntura globale e dalla crisi europea del debito sovrano. Anche il coefficiente di adeguatezza patrimoniale (“capital adequacy standard ratio”) si conferma elevato (16,4%), pur registrando una riduzione rispetto a novembre 2010 (19,3%). Parallelamente, la società di consulenza britannica Brand Finance ha confermato 8 banche turche nella propria classifica dei migliori 500 brand bancari nel mondo per il 2012. Fra le banche turche, Akbank si posiziona in testa (96° posto), con un valore di brand pari a 1,58 miliardi di dollari, seguita da Türkiye İş Bankası A.Ş. (98° posto), Türkiye Garanti Bankası A.Ş. (104^), Yapı ve Kredi Bankası A.Ş. (123^), Türkiye Halk Bankası A.Ş. (145^), Türkiye Vakıflar Bankası T.A.O. (156^), Finans Bank A.Ş. (244^) e Denizbank A.Ş. (286^), per un valore complessivo di brand di 7,965 miliardi di dollari. Nei giorni scorsi, inoltre, Türkiye Garanti Bankası A.Ş., la banca turca di maggiori dimensioni in termini di valore di mercato, posseduta in parte dallo spagnolo Banco Bilbao Vizcaya Argentaria SA (BBVA) e in parte dal gruppo turco Doğuş, ha reso noti i risultati del quarto trimestre del 2011: totale attivo di 163,5 miliardi di lire (+19,5 per cento); Return On Average Assets (ROAA) pari a 2,2 per cento; Return On Average Equity (ROAE) pari a 19,5 per cento e profitti per 3,3 miliardi di lire, un valore superiore alle aspettative degli analisti bancari. In un periodo di inflazione crescente, i principali contributi al reddito sono derivati dagli aumenti dei tassi sui prestiti, dai titoli indicizzati all’inflazione e dal repricing dei mutui. Altri elementi reddituali positivi sono emersi dal trading sui mercati e dal settore dei derivati. Secondo quanto affermato dal top management della banca, nel 2011 Garanti ha aperto 918 nuovi sportelli, accolto 1 milione di nuovi clienti e concesso il più elevato finanziamento nel settore dell’energia (2,2 miliardi di dollari). Per quanto riguarda gli altri principali operatori bancari, secondo gli analisti di settore, le prime sei banche dovrebbero registrare un aumento delle componenti positive di reddito intorno al 3% nel quarto trimestre; Türkiye Halk Bankası A.Ş. e Yapı ve Kredi Bankası A.Ş. dovrebbero segnare anche incrementi 6
negli utili. Türkiye Vakıflar Bankası T.A.O., invece, potrebbe fare registrare la peggiore performance, con una riduzione del reddito netto del 26%. Secondo alcune stime, anche Türkiye İş Bankası A.Ş., la più grande banca turca per valore dell’attivo, e Akbank T.A.Ş., in parte posseduta da Citigroup Inc., potrebbero presentare utili in declino nel quarto trimestre rispetto allo stesso periodo del 2010. Per il 2012, le banche turche continueranno presumibilmente a puntare sull’espansione del credito, con lo scopo sia di sostenere la propria redditività a fronte di tassi di interesse probabilmente in calo, sia di bilanciare temporaneamente l’aumento atteso nella percentuale di crediti in sofferenza legati al rallentamento della congiuntura domestica. La stessa dinamica si è osservata nel 2011: secondo la BRSA, fra novembre 2010 e novembre 2011 i prestiti sono cresciuti del 35,5%, con effetti anche sulla riduzione dell’incidenza percentuale dei “non performing loans” (-8,1%). Inoltre, prevale per il 2012 l’aspettativa di una leggera flessione degli utili (-2%), a causa della crescente pressione sui margini di interesse e sui redditi da commissione. Pure il coefficiente di adeguatezza patrimoniale è previsto in calo. Per altro verso, anche in considerazione del recente apprezzamento della lira turca, la Banca Centrale dovrebbe accrescere la liquidità in valuta domestica concessa al tasso di riferimento (5,75%), riducendo il costo della provvista per le banche. Nel complesso, si ritiene che il settore sia ancora solido e capace di performance migliori rispetto ad altri Paesi. Pertanto, secondo alcuni analisti, eventuali debolezze nei corsi azionari dovrebbero essere colte come opportunità di acquisto. (Fonte: Addetto Finanziario presso il Consolato Generale d’Italia ad Istanbul). • Il Ministro Ergün vuole ampliare i settori di applicazione del sistema off- off-set in Turchia. Il Ministro turco per la Scienza, l’Industria e la Tecnologia Bilim Nihat Ergün ha annunciato recentemente l'intenzione di estendere l’utilizzo del sistema di compensazioni “off-set”, attualmente adottato con successo nei contratti conclusi nel settore dell’industria della difesa, anche alle gare per grandi appalti pubblici in settori quali quello dei trasporti, dell’energia e della salute. Sottolineando come la Turchia abbia ormai un significativo potere d'acquisto, Ergün ha dichiarato che l'era in cui nelle commesse pubbliche si sceglieva l’opzione più economica è finita, e ha aggiunto che d’ora in avanti agli offerenti verrà chiaramente detto che i loro prodotti saranno acquistati solo se saranno disponibili a realizzarne delle parti in Turchia. Verranno inoltre privilegiate le aziende estere che sceglieranno di lavorare con partner locali. Il Ministro ha anche spiegato che sarà data la preferenza alle aziende che decideranno di avviare un’attività di sviluppo e non solo di mera produzione in Turchia. In particolare, le imprese che si impegneranno a rafforzare il loro radicamento sul territorio turco verranno considerate con priorità nelle gare pubbliche. ECONOMIA E POLITICA ECONOMICA • gennaio Secondo i dati recentemente diffusi Cresce ancora l’inflazione nel mese di gennaio. dall’Istituto di Statistica turco TürkStat, a gennaio di quest’anno l’indice dei prezzi al consumo in Turchia è cresciuto del 10,61% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, facendo registrare l’incremento più significativo degli ultimi tre anni. Tale dato rappresenta infatti il tasso più elevato dal novembre del 2008, quando l’inflazione 7
aveva raggiunto un picco del 10,76%. L’elemento che più ha contribuito ad un così importante rialzo è stato l’aumento del prezzo dei carburanti, pari al 12,90%, che ha di conseguenza fatto innalzare anche i prezzi del settore dei trasporti. A gennaio si è inoltre registrato anche un forte aumento nei costi dell’ energia elettrica, cresciuta dell’8,99% anno su anno. L'Istituto di Statistica turco ha peraltro recentemente aggiornato il paniere dei beni utilizzati per misurare il tasso di inflazione nel Paese, aggiungendo dodici nuovi prodotti e rimuovendone nove presenti in precedenza. Tra quelli di nuovo inserimento vi sono i gel da doccia ed i biglietti aerei, mentre oggetti come lampadine e videocassette sono stati eliminati. Il paniere aggiornato contiene ora 444 prodotti appartenenti a 169 categorie. ENERGIA • Turchia tra i primi dieci produttori europei di energia eolica. Secondo quanto La Turchia riportato da fonti di stampa locali, la Turchia nel 2011 avrebbe fatto registrare un incremento del 36% nella produzione di energia elettrica da fonte eolica, posizionandosi in tal modo tra i primi dieci paesi europei nella produzione di energia da fonte eolica. In base ai dati dell’Associazione Europea dell’Energia Eolica, la capacità di produzione di energia elettrica da fonte eolica della Turchia è passata da 1.349 MW del 2010 a 1. 799 MW, posizionandosi al decimo posto in Europa e superando l’Irlanda. Il leader europeo nel 2011 è stata la Germania con 29.060 MW, seguita dalla Spagna con 21.674 MW. (fonte Ufficio ICE di Istanbul) ANNUNCI E GARE • Piano di riconversione della stazione stazione ferroviaria ferroviaria e del porto di Haydarpaşa. Haydarpaşa. Il Consiglio Comunale della Grande Municipalità di Istanbul ha presentato un progetto di riconversione della stazione ferroviaria e di parte del Porto di Haydarpaşa. Secondo il piano, la storica stazione, che vedrà affievolire la sua importanza con la realizzazione del grande progetto infrastrutturale Marmaray, verrà trasformata in un centro culturale e turistico. Secondo fonti giornalistiche locali il piano - in attesa di autorizzazione - prevede la creazione di un centro commerciale e turistico di circa 1 milione di mq, che si estenderà dalla zona di Harem al quartiere Moda. È prevista anche la costruzione di un porto per l’attracco di navi da crociera e di 4 luoghi di culto. Sull’area (941.000 m2), la parte edificabile sarà di 817mila metri quadrati di cui 7.000 per gli uffici amministrativi, 30 mila destinati ad alberghi, attività turistiche e culturali e a 5 zone commerciali che occuperanno una superficie di 132 mila metri quadrati. L’attuale ingresso della stazione dei treni continuerà ad essere utilizzato per l’accesso ai servizi ferroviari, mentre i piani superiori dell’intero stabile ospiteranno un museo e locali per concerti e attività culturali. Il piano ha avuto già l’approvazione del Consiglio per la Conservazione dei Beni Culturali e Naturali, che avrebbe imposto limitazioni relativamente all’altezza dei nuovi edifici nonché alle superfici dei centri commerciali (massimo 20%) da creare all’interno degli spazi culturali. (fonte Consolato Generale d’Italia ad Istanbul) 8
• Privatizzazione del 20% della Società Società di distribuzione di energia elettrica di Kayseri. È stata annunciata sulla Gazzetta Ufficiale turca del 25 gennaio 2012 la Kayseri. gara per la privatizzazione del 20% delle quote della Kayseri & Environs Electricity Distribution Company (Kayseri ve Civarı Elektrik T.A.Ş.) attualmente in possesso dell'Amministrazione per le Privatizzazioni. Il processo avrà luogo tramite il metodo block sales ed il termine per la presentazione delle proposte è fissato al 30 marzo 2012. Le joint ventures sono ammesse a partecipare alla gara. Il capitolato potrà essere ottenuto, ad un costo di 5.000 dollari, al seguente indirizzo: Amministrazione per le Privatizzazioni, Ziya Gökalp Caddesi n.80, 06600 Kurtulus Ankara. Per avere maggiori informazioni sulla gara in questione si potrà chiamare il numero telefonico +90.312.5858270 o scrivere all’indirizzo e-mail: info@oib.gov.tr. • Progressi nel bando di gara per il Ponte di Çanakkale. Secondo la rivista turca Ekonomist, il Ponte di Çanakkale, parte del più ampio progetto autostradale Tekirdağ-Çanakkale-Balıkesir, potrebbe essere oggetto di gara nel corso del 2012 (come si ricorderà, altre fonti parlavano invece di una più probabile pubblicizzazione entro il 2013, vedi Cronache Economiche n. 3/2012). Sembra infatti che l’Amministrazione turca per le Autostrade (KGM) abbia già da tempo chiesto al Consiglio Supremo di Pianificazione l’autorizzazione ad emettere un bando di gara secondo il modello BOT, bando che tuttavia è slittato al 2012 in considerazione della necessità di valutare l’impatto ambientale dell’opera. Nel frattempo la KGM avrebbe anche rivisto la collocazione del ponte, poiché quella inizialmente individuata (da Sarıçay a Kilitbahir) potrebbe avere un impatto negativo, data la rilevanza storica della penisola di Gallipoli. La KGM avrebbe quindi modificato il tracciato con Sütlüce (Gelibolu)–Şekerkaya (Lapseki), ciò che incrementerebbe la lunghezza del ponte tra i due piloni dai 1400 mt inizialmente previsti sino a 1600 mt. Quando sarà completato, la lunghezza totale del ponte (incluse le parti all’esterno dei due piloni) sarà di 2800 mt. Con 6 corsie autostradali (3 per ogni direzione), il Ponte di Çanakkale sarà quindi il 4th ponte sospeso più lungo al mondo. Il costo totale dell’intero progetto autostradale è stimato sull’ordine di 6 miliardi di TL, di cui 1,5 miliardi previsti per il solo ponte. INDICATORI MACROECONOMICI • Crescita del PIL. Dopo una chiusura del 2008 con una crescita pari all’1,1%, nel 2009 il PIL ha risentito pesantemente della crisi finanziaria internazionale (-4,8%), registrando tuttavia una netta inversione di tendenza nell’ultimo trimestre, segnale che la ripresa economica era cominciata. Questa tendenza si è poi confermata fin dai primi mesi del 2010 ed il tasso di crescita del PIL per l’intero anno è ammontato all’8,9% (12% nel primo trimestre, 10,3% nel secondo, 5,2% nel terzo e 9,2% nell’ultimo). Nei primi nove mesi del 2011 la crescita impetuosa dell’economia turca è ulteriormente proseguita ad un tasso del 9,6% (12% nel primo trimestre, 8,8% nel secondo e 8,2% nel terzo). • Inflazione annua: La forte contrazione dell’attività economica ha determinato nel 2009 un calo sensibile dell’inflazione anche in Turchia, attestatasi a fine anno al 9
6,53%. Il 2010, che ha fatto registrare un andamento altalenante, si è concluso con un tasso di inflazione pari al 6,4%, il più basso registrato negli ultimi 41 anni e inferiore all'obiettivo dichiarato dal Governo per quell’anno del 7,5%. Dall’inizio del 2011, dopo aver toccato il valore minimo storico a marzo 2011 (3,9%), l’inflazione è tornata a crescere, e l’anno si è chiuso con un tasso di inflazione a due cifre pari al 10,45% lontano dalle previsioni del Programma a Medio Termine 2012-2014 nel quale il Governo turco aveva previsto un tasso di fine 2011 del 7,5%. • Interscambio con l’Italia nel 2010 e nel 2011: Dopo essersi posizionata nel 2010 al quarto posto nella graduatoria dei Paesi partner della Turchia con un interscambio pari a 16,7 miliardi di dollari (di cui 10,2 miliardi di esportazioni e 6,5 miliardi di importazioni), anche nel 2011 l’Italia si è confermata quarto partner commerciale del Paese, dopo Germania, Federazione Russa, Cina e subito prima degli Stati Uniti, con un interscambio che ha raggiunto la cifra di 21,3 miliardi di dollari (record assoluto nelle relazioni italo-turche, +28% rispetto all’anno precedente) ed articolato in esportazioni pari a 13,45 miliardi di dollari (+32,63%, quinto paese fornitore) ed importazioni pari a 7,85 miliardi di dollari (+20,76%, quarto mercato di sbocco per le merci turche). Il saldo è ancora una volta attivo per l'Italia e ammonta a 5,6 miliardi dollari. BORSA DI ISTANBUL Borsa di Istanbul (IMBK-100): 59.332 punti, -1.40 % al 12 febbraio 2012 CAMBIO al 13 febbraio 2012: 1 Euro = 2,3328 TL 1 USD = 1,7626 TL A cura di: Irene Castagnoli Vice Capo dell’Ufficio Economico e Commerciale dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara Redazione: Francesca Lo Magro Ufficio Economico e Commerciale dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara. In collaborazione con: Zeynep Demirtas Ufficio Economico e Commerciale dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara 10
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